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1 marzo 2023 - 06:57 > Versione online

INVIATO CITTADINO Perugino, dammi il


polso, che ti stilo la diagnosi

Redazione01 marzo 2023 07:46


Acquisire una messe di dati sui quali ragionare. Mettere la tecnologia al servizio di arte,
storia e cultura per aprire più ampie prospettive di conoscenza. Regalare una preziosa
“fonte” di studio alle generazioni che verranno.
Sala delle Udienze, Collegio del Cambio sotto i riflettori. Per un’indagine che più
‘perugina’ non si può.
L’anniversario del 2023 offre un brillante pretesto per un’operazione utile. Anzi:
necessaria.
(foto Sandro Allegrini)
Un team di studiosi punta la lente sulle decorazioni a fresco del Divin Pittore. Ne
abbiamo anticipato le premesse in una nota legata al montaggio delle impalcature.
Operazione andata a buon fine, malgrado le non poche difficoltà legate alla logistica e
alla sovrapposizione con iniziative carnascialesche.
INVIATO CITTADINO Collegio del Cambio ai raggi x
Verifica dello stato di salute… e non solo. Non un consulto al capezzale del malato,
ma un check-up preventivo, volto ad un esaustivo approfondimento della conoscenza
della materia costitutiva e delle tecniche di esecuzione utilizzate dal pievese e dai suoi.
Raccolta di dati: si fa la spesa per poi cucinare conclusioni fondate.
Approfondimento voluto convintamente dal Rettore del Nobile Collegio del
Cambio, professor Vincenzo Ansidei di Catrano, e dall’avvocato Marina Balsamo, per il
Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto.
Il tutto propiziato e coordinato da Vittoria Garibaldi e Manuela Vagnini. Progetto
reso possibile dalla Fondazione Perugia e dal Comitato promotore delle celebrazioni per
il V centenario dalla morte di Pietro Perugino.
L’interessante cimento interessa ben 36 dipinti, realizzati con tecniche diverse: ad
affresco, su tavola o tela, lasciati dal Maestro nel territorio dell’Umbria (a Bettona,
Cerqueto, Città della Pieve, Corciano, Deruta, Foligno, Fontignano, Montefalco,
Monteleone d’Orvieto, Panicale, Perugia, Santa Maria degli Angeli, Spello e Trevi).
Operazioni iniziate in sordina. Con la discrezione dovuta alle cose importanti. Ma è

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giunto il momento di darne conto.


Per cinque giorni si è operato nel capoluogo. Dove il Laboratorio umbro (David
Alessandrini, Michela Azzarelli, Manuela Vagnini) è impegnato nello studio della
decorazione ad affresco della Sala delle Udienze del Collegio del Cambio. Qui è alta
l’attenzione, anche doverosamente conservativa, del Rettore e dei giurati dell’antica
Istituzione perugina.
Un manipolo di preparatissimi studiosi fornisce man forte e mette a terra preziose
competenze. Si tratta dei ricercatori Aldo Romani, Catia Clementi (del Dipartimento di
Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università di Perugia, peraltro socio del
Laboratorio), Francesca Volpi (del Laboratorio Arvedi di Diagnostica non invasiva
dell’Università di Pavia), Maria Letizia Amadori e Valeria Mengacci (del Dipartimento di
Scienze Chimiche Applicate dell'Università di Urbino) e Chiara Anselmi (del CNR
IRET – Porano, TR). Un drappello di specialisti preparati e fortemente motivati. Ben
consapevoli della propria responsabilità e delle conclusioni che dalla loro applicazione
potrebbero discendere.
La decorazione è naturalmente soggetta al degrado prodotto dal tempus edax rerum.
Ma l’operazione in atto può certamente fornire utili indicazioni sui dati tecnici e
confermare (o smentire) informazioni provenienti da fonti archeologiche, epigrafiche,
archivistiche, storiche o scientifiche. Non solo elementi di conoscenza relativi allo stato
di conservazione, ma anche notizie attinenti alla storia, alle trasformazioni subite nel
tempo e alla tecnica esecutiva posta in essere.
Un’indagine multifocale di taglio decisamente interdisciplinare. Difatti, le interazioni
tra campi di ricerca diversi permettono di esplorare a tutto campo l’opera d’arte
interessata e fornire un ampio spettro di informazioni. Già, perché proprio lo “spettro” è
uno degli elementi fondamentali dell’indagine.
Le indagini vengono eseguite in modo sistematico, con strumentazioni portatili
tecnologicamente avanzate. La portabilità costituisce insieme elemento prezioso, ma
anche faticoso. Che mette alla prova le giovani energie delle studiose (tante donne: c’è
da fidarsi!). Dopo di che, sarà interessante la fase del confronto con quanto sta
emergendo, o emergerà, dall’esame e dallo studio di altre opere sotto i riflettori.
Quanto Raffaello c’è? Sarà possibile ragionare anche sul contributo fornito da alcuni
collaboratori. In primis un giovanissimo Raffaello. Legato al Perugino, fra i travertini della
Vetusta, anche dall’affresco di San Severo cui mise mano – per strano gioco del destino
– proprio il Maestro, dopo la morte del genio urbinate.
Panoramica storico-scientifica, convegno e pubblicazione. In sintesi, potrà uscirne
una panoramica unica ed esaustiva su tutte le opere del Divin Pittore presenti nel
territorio umbro. Materiali e conclusioni che saranno oggetto di un convegno
internazionale e di una conseguente pubblicazione. Pietra miliare che farà il punto sullo
stato dell’arte, ma anche robusta e documentata apertura per gli studi futuri.
L’emozione di un sopralluogo che motiva la frase PETRUS PERUSINUS EGREGIUS
/ PICTOR / PERDITA SI FUERAT PINGENDI / HIC RETTULIT ARTEM / SI NUSQUAM
INVENTA EST / HACTENUS IPSE DEDIT ("Pietro perugino, pittore insigne. Se era stata
smarrita l’arte della pittura, egli la ritrovò. Se non era ancora stata inventata, lui la portò
fino a questo punto"). Realismo, non vanità!
RINGRAZIAMENTI… da perugino. A nome personale, pensando di interpretare il
sentire della città, mi corre necessità di ringraziare Vincenzo, Vittoria, Fondazione
Perugia e quanti si stanno impegnando per il buon esito di questa iniziativa. L’amore si
dimostra non solo a parole, ma coi fatti. E questo è un fatto memorabile. Non fiori… ma
opere. Come si conviene.

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