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RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA E PSICOLOGIA Il deficit pragmatico


a seguito di TCE: un approccio fenomenologico alla riabilitazione

Article · October 2020


DOI: 10.4453/rifp.2020.0023

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2 authors:

Elia Zanin Alec Vestri

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RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA E PSICOLOGIA ISSN 2039-4667; E-ISSN 2239-2629
DOI: 10.4453/rifp.2020.0023 Vol. 11 (2020), n. 3, pp. 341-354

TEMI ED EVENTI

Il deficit pragmatico a seguito di TCE: un approccio


fenomenologico alla riabilitazione
Elia Zanin(α) & Alec Vestri(β)
Ricevuto: 11 maggio 2020; accettato: 20 ottobre 2020

█ Riassunto Tra i disturbi del linguaggio, il deficit di tipo pragmatico viene spesso osservato nelle persone
a seguito di trauma cranio-encefalico (TCE). Nonostante sia negletta nella pratica clinica, questa compo-
nente gioca un ruolo centrale nella qualità di vita di persone con TCE. L’aspetto peculiare del deficit di
tipo pragmatico è la sua natura intrinsecamente connessa sia ad altre capacità di tipo cognitivo che rela-
zionali delle persone fin nella storia pre-morbosa. L’obiettivo di questo lavoro è proporre un punto di vi-
sta teorico che, beneficiando del dialogo tra neuropsicologia e fenomenologia, possa costituire un para-
digma utile per considerare in modo più sistematico il deficit di tipo pragmatico. Piuttosto che frammen-
tarlo e ridurlo solo a una lista di singoli sintomi, esso viene analizzato come conseguenza di un’alterazione
non storica dell’ipseità, mettendolo in relazione con il concetto di “embodiment”. Si avanza, in conclusio-
ne, una possibile proposta di presa in carico di tale neuropsicopatologia.
PAROLE CHIAVE: Trauma cranio-encefalico; Pragmatica; Comunicazione; Embodiment; Fenomenologia

█ Abstract Pragmatic disorder due to TBI: A phenomenological approach to rehabilitation – People who suf-
fer from traumatic brain injury (TBI) are frequently affected by pragmatic disorder (PD), among other
communicative impairments. While largely neglected in terms of rehabilitation strategies, the skills im-
paired by PD play a fundamental role in the quality of life of people who suffer from TBI. PD uniquely
impacts a person’s cognitive and interpersonal abilities, including those from their pre-morbid history.
The aim of this work is to propose a theoretical framework, based on a dialogue between neuropsycholo-
gy and phenomenology, that may provide a useful paradigm in approaches to rehabilitation in PD. In-
stead of fragmenting this disorder into a list of symptoms, we address it as a consequence of a non-
historical alteration of “ipseity” in connection with the concept of “embodiment”. In conclusion, we sug-
gest an intervention for this neuropsychopathology.
KEYWORDS: Traumatic Brain Injury; Pragmatics; Communication; Embodiment; Phenomenology

(α)
ORAS - Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione, ULSS 2 - Marca Trevigiana, via Padre Leonardo Bel-
lo, 3/c – 31045 Motta di Livenza (I)
(β)
IRCCS – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “Eugenio Medea”, via Monte Grappa, 96 - 31053
Pieve di Soligo (I)
E-mail: elia.zanin@ospedalemotta.it; alec_vestri@hotmail.com

Creative Commons - Attribuzione - 4.0 Internazionale - © Elia Zanin, Alec Vestri 2020
342 Zanin & Vestri

█ 1 Introduzione te di mantenere il topic del discorso (tangen-


zialità dell’eloquio), ridondanza dei temi trat-
QUANDO PARLIAMO DI CAPACITÀ PRAGMA- tati, e una coerenza interna all’interno di es-
TICA intendiamo quel ramo dello studio del so, così come la capacità di seguire delle rego-
linguaggio, verbale e non verbale, utilizzato le di appropriatezza rispetto al contesto dello
dai parlanti durante l’atto comunicativo in scambio comunicativo.2
un contesto di interazione sociale.1 Per defi- Questa modalità di indagine rappresenta
nizione, la capacità pragmatica si trova il gold standard nella pratica clinica ed empi-
all’interno di un’area d’intersezione tra studio rica. Tuttavia, questo approccio allo studio
del contenuto linguistico, del contesto dei deficit di tipo pragmatico può far solleva-
all’interno del quale avviene lo scambio co- re almeno due questioni di interesse.
municativo e delle regole comunicative sot- Se scomporre il deficit pragmatico in sot-
tostanti lo scambio tra parlanti. Tale peculia- to-categorie può permetterci di andare a cer-
rità della capacità pragmatica la colloca in care quali aspetti si collocano al di sopra e
una posizione “delicata”, a cavallo tra la ca- quali al di sotto della norma statistica, il ri-
pacità linguistica e l’interazione con il conte- schio associato a questa pratica di oggettiviz-
sto sociale, dove la comunicazione prende zazione è quello di perdere di vista l’unicità
piede e si consuma. che definisce la competenza pragmatica del
Da metà degli anni ’80 lo studio di questo parlante, poiché ognuno di noi possiede delle
aspetto del linguaggio ha iniziato ad assumere capacità pragmatiche uniche, che differisco-
un ruolo sempre maggiore nell’indagine sulle no e dipendono da molteplici fattori.
sequele cognitive in persone affette da trauma Il secondo aspetto critico è come collocare
cranio-encefalico (TCE). Tra le numerose con- il deficit pragmatico rispetto l’insorgenza di
seguenze a livello cognitivo-comportamentale altri tipi di sequele cognitive post-TCE, asso-
che seguono questo tipo di condizione, un ciati sia al dominio del linguaggio (per esem-
aspetto a lungo ignorato nella pratica riabilita- pio, il deficit semantico, lessicale, etc.) sia ad
tiva, è rappresentato per l’appunto dai cosid- altri domini, tra cui le funzioni attentive, mne-
detti deficit di tipo pragmatico.2 siche, esecutive, abilità sociali (per esempio, la
Classicamente, l’approfondimento di tale Teoria della Mente). Il quesito alla base è se
deficit si divide in fase di comprensione e fa- sia possibile cristallizzare il deficit pragmatico
se di produzione. Rispetto alla fase di com- “puro”, ovvero indipendentemente dalla pre-
prensione, tra gli aspetti maggiormente inda- senza di altri deficit di tipo cognitivo, o se esso
gati troviamo la difficoltà che persone con nasca come epifenomeno a seguito di altre
TCE mostrano nel cogliere il significato non abilità compromesse che, insieme, determi-
letterale delle espressioni linguistiche, tra cui nerebbero l’insorgenza successiva (anche)
espressioni metaforiche, ironiche, sarcasti- delle difficoltà di tipo pragmatico.3 Un tenta-
che, proverbiali, etc, per le quali è richiesta tivo recente di risolvere questo quesito è sta-
una comprensione inferenziale rispetto to fatto da Rowley e colleghi:4 effettuando
l’immediato significato letterale.2 Nel coglie- una meta-analisi della letteratura, gli autori
re il senso di tali espressioni alcuni pazienti osservarono che, tra i domini cognitivi mag-
affetti da TCE sembrano incontrare difficol- giormente associati ai deficit di tipo pragma-
tà nell’integrare le informazioni relative al tico, si trovano difficoltà di tipo esecutivo e
contesto, all’intenzionalità del parlante e alle associate alla memoria dichiarativa. Lungi
credenze di entrambe le parti, così da cogliere dall’essere un atto conclusivo, questo recente
il significato sottostante l’espressione lingui- lavoro suggerisce tuttavia che il dominio
stica enunciata. Rispetto la fase di produzio- pragmatico si collochi a cavallo tra differenti
ne verbale gran parte della ricerca clinica si è domini cognitivi, ponendosi come capacità
focalizzata sulla capacità da parte del parlan- emergente tra la loro intersezione.
Il deficit pragmatico 343

Entrambi questi aspetti critici sono for- attraverso le continue esperienze nel mondo.
temente condizionati dalla metodologia ri- Tale aspetto è assimilabile al concetto di ip-
duzionista che sottende l’approccio episte- seità,10 l’«essere sempre mio dell’esperienza»:11
mologico scelto della neuropsicologia cogni- a ogni incontro e avvenimento cui partecipa la
tivista classica.5 Questo approccio, compresa persona si realizza un’esperienza di sé “qui e
una breve digressione connessionista ancor ora”, prima di rendersene conto e prima che
più legata al meccanicismo comportamenti- venga razionalizzata (pre-riflessivamente).
sta,6 è tuttora fondato in parte sulle teorie Il concetto di ipseità ha implicazioni mol-
modulariste di Fodor e, soprattutto, sul me- to concrete e determina alcune dimensioni
todo delle dissociazioni teorizzato inizial- fondamentali dell’esperienza dell’individuo,
mente da Teuber.7 tra cui la coscienza, il senso del tempo e del
Finalità del seguente lavoro è quello di corpo.12 Inoltre, l’individuo mantiene una
porre la tematica su un piano epistemologico stabilità “obiettiva” di sé attraverso il concet-
più evoluto e oramai accettato nelle neuro- to di medesimezza, cioè al fatto che la perso-
scienze: quello della neuropsicopatologia. I na ha bisogno di riconoscersi sempre come la
“meccanismi” individuati dalla neuropsicolo- stessa nelle diverse esperienze. Si delineano
gia classica si integrano, si modulano e trova- due poli, solo apparentemente opposti: da un
no espressione in una prospettiva evoluzioni- lato «sono le diverse esperienze che mi fanno
sta sia sul piano filogenetico che ontogeneti- sentire realmente nel mondo» e dall’altro
co.8 Il tentativo sarà, dunque, quello di co- «ho bisogno di riconoscermi come la mede-
gliere il deficit pragmatico integrando la me- sima persona nelle diverse esperienze». Al
todologia di indagine classica con un approc- fine di dar conto di questa doppia apparte-
cio di tipo fenomenologico, superando i limi- nenza dell’identità del soggetto Paul Ricoeur
ti di una visione puramente descrittiva, rileg- propose come collante tra questi due poli la
gendolo in una prospettiva interpretativa che nozione di identità narrativa. Grazie al rac-
proviene dall’esperienza del parlante stesso. conto di noi stessi nel mondo, infatti, pos-
Tale contributo, auspichiamo, potrebbe ar- siamo parlare di una relazione identitaria,
ricchire una spiegazione riduzionista che ri- colta attraverso la relazione tra l’essere sem-
sulta sterile e parziale, rispetto ad aspetti che, pre mio dell’esperienza e la riconfigurazione
su un piano ontologico, rappresentano la sto- narrativa di questa esperienza.13
ria del paziente indagato. È grazie al racconto di Sé (identità narrati-
va) che nasce una coesione unitaria di sé tra
█ 2 Appunti fenomenologici per comprendere l’essere sempre mio dell’esperienza ogni volta
il rapporto tra la persona e il suo corpo (ipseità) e l’identità personale colta in terza
persona (medesimezza).14 Si comprende come
Per comprendere l’importanza dell’approc- le abilità cognitive descritte nel cluster della
cio fenomenologico per le neuroscienze e in pragmatica della comunicazione risultano
particolare la neuroriabilitazione, è necessario fondamentali per costruire (nel “qui e ora”) e
esplicitare alcuni presupposti teorici chiarifi- ricostruire (nel tempo) un sé identitario: si
catori e in stretta connessione con le abilità tratta di funzioni cognitive complesse, utili a
pragmatiche della comunicazione. sviluppare e modulare il rapporto tra la perso-
Secondo una tradizione che affonda le sue na e l’ambiente attorno a sé proprio in funzio-
radici nella tradizione fenomenologica che ne di una narrazione coerente e condivisa.
succede i lavori di Heidegger,9 l’individuo è Un secondo aspetto utile alla nostra di-
caratterizzabile in base al proprio “esser-ci”, scussione risiede nella duplice appartenenza
che si ritrova ogni volta nel fare esperienza a dell’essere umano alla dimensione di tipo
partire da quello che egli incontra nel mondo. “biologico” e quella di tipo “psicologico”. A
Semplicemente: la persona riconosce se stessa questo proposito, abbracciamo la proposta
344 Zanin & Vestri

fatta da Paul Ricoeur di “dualismo semanti- fico individuo. Ciò non significa che non
co”, per cogliere all’interno di un unico conti- possano essere indagati dei corrispettivi ce-
nuum la duplice natura dell’uomo, apparte- rebrali associati a tale condizione, ma, al con-
nente sia a una dimensione biologica (“bios”) trario, un approccio descrittivo a livello bio-
che a una psicologica (“logos”).15 Per com- logico non sarebbe di per sé sufficiente per
prendere pienamente l’essenza dell’essere comprenderne il significato e i motivi che
umano risulta decisivo un proficuo e inter- vanno a determinare i cambiamenti emotivi
scambiabile rapporto tra le discipline di comportamentali del soggetto.
stampo “bio” e quelle di stampo “psico”, che Fatta questa precisazione, diventa subito
non si riducano l’una all’altra, ma che, al con- chiaro come per le abilità di pragmatica della
trario, attraverso un approccio ermeneutico comunicazione sia difficile determinare quanto
sappiano dialogare tra loro. Di fatto, le abilità vi sia di storico e quanto di non-storico: il loro
di pragmatica della comunicazione, di cui pu- grado di sviluppo dipende fortemente dalla sto-
re si studia il corrispettivo somatico nel cer- ria individuale, fatta di esperienze e di narra-
vello, permettono l’elaborazione degli aspetti zione identitaria, ma vi possono essere fratture
più complessi della relazione tra le persone: che ne corrompono l’espressione.
l’ironia, i significati impliciti della comunica- Un terzo aspetto utile alla comprensione
zione, le teorie della mente, l’empatia. di quanto segue è la nozione di corpo come
Secondo Liccione quanto proposto da Ri- proposta dai lavori di Merleau-Ponty.17 Se-
coeur può rappresentare un framework teo- condo il filosofo francese il corpo può essere
rico rispetto cui prendere le mosse quando ci colto in un duplice aspetto: corpo come Leib,
troviamo a indagare le manifestazioni neuro- ovvero il corpo che io sono e che mi permette
psico-patologiche. In particolare, ai fini ezio- di fare esperienza in quanto corpo presso le
patogenetici e di presa in carico riabilitativa, altre cose. Riprendendo il concetto di ipseità,
l’autore propone di cogliere le forme della il corpo è ciò che permette alla persona di fa-
sofferenza all’interno del cosiddetto “arco re esperienza nel mondo, dove lo spazio e
neuropsicopatologico”, su un cui estremo l’ambiente diventano parte del soggetto in
troviamo le patologie definite “non storiche” funzione delle possibilità d’azione in esso.
e sull’altro quelle definite “storiche”. Quello che per Merleau-Ponty prende il no-
Da un lato, le patologie non storiche acca- me di Körper, invece, riprende in parte il con-
dono senza preavviso della storia individuale cetto di medesimezza, in quanto si riferisce al
dell’individuo (o prima che essa si dispieghi se- corpo anatomico, ente materiale e biologico,
condo un racconto), producendo un cambia- studiabile in terza persona e dal quale parte
mento che non è veicolato dai modi di essere l’esperienza di continuità di sé.
del paziente, in una modalità che è atemporale Di nuovo, si intuisce come in caso di le-
e impersonale (per esempio, i disturbi parte del- sioni cerebrali, si modificano entrambe le
lo spettro autistico).16 Tali patologie diventano componenti evidenziate dall’autore e le alte-
comprensibili alla luce di cause eziopatogeneti- razioni nella pragmatica della comunicazione
che (indagabili dalle scienze naturali). trovano, dunque, un nodo cruciale di parten-
Dall’altro lato, le patologie cosiddette sto- za nelle modifiche del corpo, prima ancora
riche possono essere colte soltanto alla luce di che nelle componenti riflessive immediate o
una serie di motivi che possono essere com- nella successiva costruzione narrativa di sé.
presi se non alla luce della storia di vita, unica
ed irripetibile, di quella persona. Nessuna █ 3 Comprensione e fenomenologia: brevi
spiegazione di tipo impersonale, ne tantome- cenni
no atemporale, sarebbe in grado di rendere
conto dei motivi e del senso di una condizio- Risalgono agli anni ’90, grazie ai lavori di
ne emotivo-comportamentale di quello speci- Barsalou, le prime proposte rispetto l’idea
Il deficit pragmatico 345

che i concetti siano comprensibili grazie ad d’azione coerenti indicate dall’espressione


una loro risonanza percettiva, piuttosto che stessa.27 In altre parole, il significato di un con-
risiedere in una serie di simboli astratti.18 cetto e, più in generale, di un atto comunicati-
Grazie, successivamente, a un crescente inte- vo, emergerebbe soltanto all’interno di una
resse scientifico e all’espandersi di tale linea rete coerente di rimandi nel mondo.11 La no-
di ricerca,19 è emersa in maniera sempre più stra comprensione allora, lungi dall’essere un
preponderante, seppur con differenti decli- mero atto mentale collocato nella nostra testa,
nazioni, l’ipotesi secondo cui il filone di ri- nasce e si consuma all’interno di una nostra
cerca rappresentato dal cosiddetto embodi- apertura di mondo, ritrovandoci in esso in
ment potesse essere un valido candidato per modo incarnato e storico.
gettare luce sulla nostra comprensione dei Affinché, durante un atto comunicativo, ci
concetti. In generale, ciò che accomuna que- sia una comprensione reciproca fra due sog-
sti lavori è l’idea sottostante secondo cui la getti, diventa allora decisivo il loro avere in
risonanza senso-motoria rappresenterebbe la comune una certa apertura di mondo.25 La
sede privilegiata che permetterebbe una riat- comprensione di uno scambio comunicativo,
tivazione del concetto stesso.20 sia letterale che extra-letterale, si rende com-
Nonostante non sia di interesse per questo prensibile dai parlanti attraverso una continua
lavoro offrire una rassegna della letteratura,21 è referenza concreta in un comune dominio
interessante osservare come lo sviluppo offerto esperienziale, che rende possibile la compren-
dal concetto di “embodiment” possa offrire un sione dell’esperienza comunicata dall’altro;26
valido punto di contatto tra le evidenze empiri- per una rassegna teorica.27 Il significato, allora,
che e la fenomenologia nei suoi sviluppi più re- si rende possibile grazie a quelle strutture che
centi.22 i. In particolare, per quanto riguarda la ogni soggetto possiede già pre-riflessivamente,
ricerca sulle basi cerebrali della nostra cono- sulla base del proprio trovarsi con l’altro in
scenza semantica, appare sempre più evidente una rete coerente di rimandi.28
un rapporto fondante e reciproco tra la com- Proprio perché il linguaggio nasce da
prensione del significato di un’espressione lin- espressioni verbali storicamente date, è la re-
guistica e il nostro apparato senso-motorio, che te coerente di rimandi che rende possibile la
si colloca all’interno di uno specifico ambiente comunicazione intersoggettiva con l’altro,
in cui siamo fisicamente e storicamente situati condizione necessaria per un qualsiasi scam-
(“embodied” ed “embedded”).23 L’oggetto, in al- bio comunicativo.
tre parole, sarebbe basicamente significativo, e In linea con quanto condiviso, crescenti
si espliciterebbe al soggetto tramite delle possi- evidenze in letteratura (almeno sin dai lavori
bilità d’azione, essendo l’individuo un essere di Lakoff)29 suggeriscono che la comprensio-
presso le cose in modo pre-riflessivo attraverso ne del linguaggio metaforico sarebbe parte di
i propri canali sensoriali e le proprie possibilità un più ampio processo di comprensione del
d’azione. In tal modo, accediamo al concetto in significato che prenderebbe piede dal nostro
quanto Leib all’interno di una rete di rimandi in essere “embodied” nel mondo.30
un mondo, già carico di significati e valori.24 In particolare, sarebbe grazie alla risonan-
Per questo, non esisterebbe un significato za sensori-motoria che si appaleserebbe la
nelle nostre menti che nasce da pure operazioni possibilità di cogliere il significato pragmati-
analitico-semantiche tra gli elementi che lo co- co di una certa espressione (per esempio, me-
stituiscono; piuttosto, ogni significato si svilup- tafora, ironia, sarcasmo, ecc.): il modo in cui
perebbe all’interno di una catena di rimandi nel una persona fa esperienza del proprio mondo
mondo, rispetto ai quali l’uomo si rapporta in dipende dal suo essere embodied tramite le
una relazione tra individuo (in quanto agente) e sue proprietà sensori-motorie.
il suo essere fisicamente (Leib) e storicamente La nostra percezione del mondo si delimi-
nel mondo che genera delle possibilità ta a livello pragmatico in base a cosa possia-
346 Zanin & Vestri

mo o non possiamo fare, e il significato dosi di un quadro complesso in cui differenti


emerge nell’ambiente in base a questo conti- domini interagiscono tra loro: da quello bio-
nuo rapportarci a esso,31 che è specifico sol- logico a quello funzionale, comportamentale,
tanto all’interno di quella specifica apertura emotivo e sociale, dispiegandosi lungo un
di mondo che accomuna i parlanti.32 Allar- percorso che diventa spesso lungo ed econo-
gando il raggio d’azione, quindi, non sarebbe micamente dispendioso.
solo la nostra capacità di cogliere il significa- Il TCE rappresenta dunque un modello di
to dei concetti a poggiare su un sistema di ri- alterazione del sistema cerebrale come even-
sonanza sensori-motoria (che trovano la loro to difficilmente comprensibile all’interno di
ragion d’essere a livello neurocognitivo nel una storia di vita: accade accidentalmente e
framework proposto dalla teoria “embodi- senza preavviso, solitamente non voluto e di
ment”), ma ciò varrebbe anche per la nostra cui spesso non rimane nemmeno memoria
capacità di cogliere il significato pragmatico dell’episodio in sé. Necessariamente compor-
delle espressioni linguistiche.33 Tale riflessio- ta un’ipseità di tipo difettuale, ossia si produ-
ne trova un’importante conferma anche nella cono dei modi alterati di fare esperienza, con
ricerca neuroscientifica.34 Senza entrare nello evidenti conseguenze rispetto ogni successiva
specifico delle varie teorie proposte,35 ciò che elaborazione di tipo riflessivo. L’aspetto che
emerge è che, in un primo momento, quando rende il TCE così particolare è che, rispetto
ci troviamo di fronte a una nuova espressione ad altre forme di alterazione dell’ipseità già
non letterale, a livello cerebrale verrebbero presenti alla nascita dell’individuo (patologia
maggiormente attivate le aree parte del si- dello spettro dell’autismo, ritardo mentale,
stema sensori-motorio, per lasciare spazio, etc.), l’alterazione difettuale che da esso con-
una volta che l’espressione pragmatica diven- segue si sviluppa rispetto una condizione pre-
ta maggiormente familiare, alle aree classi- morbosa, ovvero un individuo con una iden-
camente associate con la comprensione ex- tità e una storia di vita. In altre parole, il TCE
tra-letterale (prevalentemente a carico, ma produce dei modi atipici (diversi) di fare
non esclusivamente, dell’emisfero destro).36 esperienza a livello pre-riflessivo che alterano
Se non esiste un significato nella nostra e riducono le aperture di mondo possibili che
mente, ma come abbiamo visto esso nasce nel appartenevano a quello stesso individuo. A
nostro scambio con l’Altro in quanto corpo livello clinico tali aperture difettuali sul
in un mondo, cosa accade quando il mio mo- mondo sono rintracciabili in alcuni aspetti
do di essere a livello pre-riflessivo (ipseità) tipici di tale condizione, ossia modalità com-
risulta difettuale a seguito di un’alterazione portamentali che dall’esterno vengono lette
prodotta da un TCE? come rigide, perseverative, eccessivamente
concrete, de-contestualizzate.39
█ 4 Il TCE in un’ottica fenomenologica Come anticipato, tali modi difettuali
dell’ipseità vanno ad alterare anche il senso del
Lungo il continuum sopra descritto, il corpo del soggetto, oltre che il corpo in sé: si
TCE può essere collocato tra le patologie ac- altera Leib, il corpo che sono, oltre che Körper,
quisite non storiche dell’ipseità.37 Dati recenti il corpo che ho. Pertanto, l’alterazione del corpo
riportano che ogni anno al mondo vi è non può essere compresa soltanto alla luce di
un’incidenza di 10 milioni di persone colpite un cambiamento del Körper: si genera un cam-
da TCE; a oggi, tale condizione clinica rap- biamento molto più radicale nell’individuo, al-
presenta a livello mondiale una delle cause terandone i modi di fare esperienza del corpo
principale di morte e disabilità nella popola- all’interno del mondo dal punto di vista fisico
zione al di sotto dei 45 anni.38 A oggi affron- e sociale, nel bisogno di vivere l’esperienza con
tare una persona affetta da TCE pone una il corpo (esseri “incarnati”) e di essere orienta-
vera sfida per chi la deve affrontare, trattan- ti all’azione.40
Il deficit pragmatico 347

Fatte queste premesse, il passo in avanti condizione rappresentata dal TCE, andando a
che l’approccio neuropsicopatologico consen- determinare delle forme difettuali dell’ipseità,
te di fare alla nostra discussione sulle funzioni vadano a determinare una modalità limitata
di tipo pragmatico consiste nell’interpretare il rispetto la precedente di quell’apertura di
TCE come una alterazione non storica mondo fatta di corpo e altri, aspetti fondanti
dell’ipseità sulla base di una rottura storica del sapere pragmatico.
della medesimezza: se, da un lato, avviene A livello fenomenologico, è ipotizzabile che,
una alterazione del substrato cerebrale, nel momento in cui siamo chiamati a com-
dall’altro tale alterazione va ad agire su prendere una espressione pragmatica (metafo-
un’identità che è già storicamente situata con rica, ironica, etc.) ci venga richiesta una certa
le proprie aperture di mondo. L’individuo capacità di disancorarci dal significato diretta-
perde fisicamente capacità in modo non sto- mente accessibile (“embodied”) dell’espressione
rico, ma mantiene punti di continuità con il linguistica utilizzata, in un processo che pos-
proprio modo di porsi, o almeno cerca di ri- siamo definire “dis-embodiment”.41 Per com-
produrli ricomponendo il suo modo di stare prendere (o produrre) un significato non lette-
nel mondo secondo il suo modo di percepire rale di una data espressione linguistica, sarebbe
sé nel mondo che aveva in precedenza. quindi richiesto un evidente sforzo riflessivo,
In questo senso, il TCE rappresenta così da collocare tale espressione all’interno di
un’esperienza pari ad altri eventi drammatici una rete coerente di rimandi che accomuna il
che determinano difetti nella narrazione di sé, parlante e l’ascoltatore, oltre l’accesso imme-
dove il cortocircuito disfunzionale è determi- diato offerto dalla risonanza senso-motoria. In
nato dalla difficoltà di integrare l’esperienza altre parole, prima di “afferrare” una metafo-
attuale con il sé precedente e con una narra- ra, sarebbe prima necessario comprendere il
zione condivisa. La grossa differenza del TCE significato fattuale del termine “afferrare”, per
rispetto alle altre esperienze traumatiche è la poi comprenderlo in termini extra-letterali
rottura storica nelle capacità fisiche e cogniti- all’interno di una rete specifica apertura di
ve: il corpo è diverso e vi sono conseguenti de- mondo.
ficit cognitivi che limitano fortemente le pos- All’interno di tale processo, i pazienti con
sibilità di narrazione coerente e condivisibile. TCE, a seguito delle loro ridotte possibilità di
In altre parole, un approccio fenomenologico essere nel mondo, caratterizzate spesso da
allo studio della neuropsicopatologia di origi- rigidità, perseverazione e pensiero concreto,
ne non-storica può permetterci di cogliere i mostrerebbero una tendenza a rimanere ec-
modi difettuali di fare esperienza del paziente cessivamente ancorati ad una dimensione che
con TCE andando al di là di una mera descri- potremmo definire hyper-embodied, quasi
zione dei deficit di tipo pragmatico che deriva avessero difficoltà a disancorarsi dal loro es-
più direttamente dalle lesioni cerebrali. In sere presso le cose in maniera pre-riflessiva
questo modo si possono cogliere le difficoltà estremamente rigida e fattuale senza maggio-
nel fare esperienza di sé all’interno di un conti- ri aperture di senso. Si crea, in altre parole,
nuum che, tra modi di essere storici e altera- quel cortocircuito dato dal tentativo costrui-
zioni non storiche, permette di cogliere le re identità di sé attraverso una narrazione
forme sottostanti della soggettività che posso- che non è più coerente o condivisibile; questo
no essere state alterate. è dovuto al fatto che la persona mantiene
un’esperienza di sé nel mondo precedente-
█ 5 Fenomenologia del TCE e deficit pragma- mente costruita con un corpo che attualmen-
tico te non risponde più alla stessa medesimezza.
La soluzione più semplice del cortocircuito è
Riprendendo quanto emerso in preceden- rimanere nel hyper-embodied, nella interpre-
za, risulta evidente come le conseguenze della tazione letterale dei significati metaforici, in-
348 Zanin & Vestri

ferenziali, ironici, che hanno perso possibilità ropsicologico definisce “capacità pre-
di interpretazione personale. morbose”, da un punto di vista fenomenolo-
Questa condizione difettuale dell’ipseità gico hanno a che fare con i modi di essere del
impedirebbe loro di cogliere il significato non soggetto prima che accadesse il TCE.
letterale degli enunciati tramite un atto rifles- L’ipseità, che è unica per ogni individuo, a
sivo che li possa portare a comprendere il si- seguito di alterazioni non storiche diventa di
gnificato, oltre le parole. All’interno di questa tipo difettuale rispetto a una forma prece-
cornice risulta evidente come una apertura dente (considerata non difettuale): TCE che,
difettuale, emersa a seguito di una alterazio- alterando le forme pre-riflessive del fare
ne non storica dell’ipseità determinata dal esperienza, determina una modificazione
TCE, vada a creare una apertura parziale non storica dell’ipseità di un individuo che si
dell’esserci del soggetto che determina una ripercuote nella sua identità, storia di vita e
alterazione del proprio linguaggio. In questo progettualità.
senso, la comprensione e produzione prag- Il quesito clinico passerebbe da “Quali so-
matica si rendono possibili e comprensibili no gli aspetti deficitari a livello pragmatico?” a
soltanto all’interno di una ipseità che si apre “Rispetto il suo fare esperienza precedente,
in modo difettuale con il Leib e nell’incontro quali chiusure di senso ha generato il TCE nel
con l’altro (altri e mondo), che ha perso così suo essere nel mondo con gli altri, che si appale-
parte della propria significatività, in quel con- sa (anche) nella capacità pragmatica?”.
tinuum tra determinazioni storiche ed incar- All’interno delle chiusure di senso genera-
nate ed alterazioni non storiche.42 te perde di significato collocare il deficit di
tipo pragmatico in maniera asettica, ma si
█ 6 La proposta inserisce quel continuo scambio tra il sogget-
to, “embodied” ed “embedded”, e la sua nuova
La dialettica tra causalità fisica e motiva- apertura di mondo, che si sviluppa tra la
zione umana, come sostenuto dai lavori di comprensione linguistica e pragmatica dei
Ricoeur, lungi dall’essere una insostenibile significati (unici per il soggetto e comprensi-
rispetto all’altra, può aiutarci a intercettare i bili all’interno di una rete coerente di rimandi
deficit di tipo pragmatico all’interno di una con l’altro), l’essere il proprio corpo e tempo
cornice di maggior complessità. nel continuo determinarsi con l’Altro: in altre
Da un lato essi sarebbero certamente in- parole, il rapporto tra ipseità e l’alterità post-
quadrabili a livello clinico e trattabili secondo TCE.44 A livello neuropsicologico, questo si
una modalità simile alla causalità fisica, ovve- traduce nella complessa separazione e de-
ro che vada ad intercettarli e trattarli nel loro marcazione tra la pragmatica ed altri aspetti
essere una conseguenza di una alterazione di ordine cognitivo superiore, tra cui funzioni
fisica del substrato cerebrale (da deficitari a esecutive, memoria episodica, memoria pro-
normali secondo logica statistica). Dall’altro spettica, cognizione sociale.45
lato, tuttavia, un approccio fenomenologico Le ripercussioni che una più profonda
può aiutarci a inserirli all’interno di una più comprensione del quesito porta a livello ria-
ampia alterazione dell’ipseità, che va a de- bilitativo sono complesse e non scontate. Se,
terminare un fare esperienza all’interno di un da un lato, può risultare utile un approccio
contesto impoverito delle proprie possibilità riabilitativo inteso in senso più tecnico
d’uso originarie, come se alcune di esse non si (avendo a che fare, cioè, con la causalità fisi-
esplicitassero più al soggetto.43 Ipseità che, ca), ovvero di rinforzo delle abilità pragmati-
essendo unica e irripetibile per ogni soggetto, che al fine di riportarle su un valore di norma
va a determinare delle specifiche aperture di dal punto di vista statistico, dall’altro lato tale
senso nel mondo e nello scambio con modalità può dialogare e beneficiare con una
l’alterità. Tali aspetti, che un approccio neu- prassi terapeutica che vada a ridefinire con il
Il deficit pragmatico 349

paziente il suo nuovo fare esperienza ed esse- come disciplina ermeneutica, in grado di far
re-nel-mondo, presso se stesso e presso le co- comunicare tra loro di due opposti quando si
se.46 In questo scenario risulta utile riprende- ha a che fare con i deficit di tipo pragmatico,
re la dialettica tra spiegazione (approccio non come atti cognitivi astratti ma ben radi-
riabilitativo al deficit pragmatico) e com- cati nello scambio continuo con il mondo nel
prensione (nuove aperture di senso, nuova nostro essere “embodied” ed “embedded”.49
progettualità, nuova ipseità). Sul piano pratico, ciò si declina in una azione
Tale cornice di riferimento può offrire la di accompagnamento che tiene conto sia del-
possibilità di superare quell’antica dicotomia le abilità cognitive che del percorso psicote-
tra pragmatico e non-pragmatico (figura 1). rapeutico: lo stesso terapeuta, competente sia
La dicotomia, più che altro, verrebbe a perde- in riabilitazione cognitiva che in neuropsico-
re di contenuto epistemologico, perché un’ip- patologia, può operare più precisamente so-
seità difettuale non può che produrre una mo- stenendo la persona nel recupero delle funzio-
dalità difettuale nel farsi dell’esperienza e ni cognitive coerentemente con l’intervento
nell’incontro con l’altro, sia esso il significato psicoterapeutico.
di un oggetto, di un’espressione letterale, di Si tratta di favorire gli specifici strumenti
un’espressione metaforica, o della progettuali- riabilitativi cognitivi in connessione con il fare
tà temporale.47 Non ha quindi senso chiedersi esperienza di sé nel mondo: è nostra opinione
se venga prima una difficoltà pragmatica o che si tratta di un lavoro che richiede dettaglia-
una dispercezione del corpo o del tempo. ta capacità di analisi del funzionamento cogni-
Queste dimensioni si intersecano una con tivo e attenzione alla storia della persona nel
l’altra, non si auto-escludono ma, al contrario, suo divenire storico e quotidiano.
si co-determinano perché l’ipseità le rende Tale congiunzione di interessi è stata re-
possibili in una relazione che Fuchs definireb- centemente sviluppata sul piano teorico an-
be di “causalità circolare”.48 che da Fuchs.50 In particolare, nella sua inda-
Poiché le manifestazioni neuropsicopato- gine condotta sulla natura e modalità di cura
logiche si collocano nel mezzo del continuum delle varie forme di psicopatologia l’autore
tra spiegazione e comprensione, appare fon- ha proposto il concetto di “causalità circola-
damentale il ruolo della neuro-psicologia re” proprio per sottolineare come essa possa

Fig. 1 Proposte di presa in carico del deficit pragmatico all’interno dell’approccio ermeneutico proposto tra “com-
prensione” e “spiegazione”
350 Zanin & Vestri

essere il risultato di un processo circolare in propri processi senso-motori.51


cui i processi cerebrali, psicosociali e il rap- A livello clinico e riabilitativo, trattare il
porto tra organismo e ambiente si influenza- deficit pragmatico richiede così di inserire il
no in modo continuo e reciproco. soggetto all’interno del dualismo semantico
che lo caratterizza, dove si colloca da un lato
█ 7 Conclusioni l’alterazione biologica del substrato cerebrale,
che può beneficiare di un approccio tecnico
L’obiettivo di questo lavoro era quello di per risolvere il deficit mediante riabilitazione
offrire una cornice teorica maggiormente cognitiva e dall’altro lato il riappropriarsi del
complessa entro cui inquadrare il deficit di proprio modo di fare esperienza difettuale a
tipo pragmatico a seguito di TCE. Se è vero, seguito di limitate aperture di senso
da un lato, che un enorme sforzo è stato fatto dell’ipseità post-TCE, in presenza di un cor-
dalla recente ricerca neuropsicologica nel po che ha alterato la propria medesimezza, in
tentativo di approfondirli a livello patologico una cornice di identità del sé a sua volta di-
per proporre dei modelli di intervento effica- fettuale.52 In questo modo il deficit pragmati-
ci, molto ancora deve essere fatto rispetto co diviene di interesse profondamente neu-
una loro comprensione a livello fenomenolo- ropsicologico, inteso come disciplina erme-
gico. Tale limite sembra dipendere dalla na- neutica della persona e non soltanto di un
tura peculiare di tale capacità, a cavallo tra il cervello in quanto oggetto anatomico.
linguaggio e altri aspetti cognitivi di ordine
superiore. A nostro avviso, il framework teo- █ Note
rico offerto da un inquadramento fenomeno-
logico di tale tematica può offrire un valido 1
S.S.A. MARMARIDOU, Pragmatic meaning and cog-
terreno rispetto cui far evolvere delle rifles- nition, John Benjamins, Amsterdam 2000, p. 322.
sioni per sviluppi futuri. 2
Cfr. L. CUMMINGS, Clinical pragmatics, in: G.
Un approccio in terza persona del pazien- YUEGUO, A. BARRON, G. STEEN (eds.), Handbook
te con TCE, che caratterizza l’approccio cli- of pragmatics, Routledge, London/New York
nico fatto di test neuropsicologici, protocolli 2009, p. 419-432; V. BAMBINI, B. BARA, Neuro-
riabilitativi, etc., che si pone quindi pragmatics, in: J.O. ÖSTMAN, J. VERSCHUEREN
l’obiettivo di “spiegare” l’alterazione rispetto (eds.), Handbook of pragmatics, John Benjamins,
Amsterdam 2012, pp. 1-22.
un quadro di normalità in terza persona, de- 3
Cfr. J.M. DOUGLAS, Relation of executive func-
ve dialogare con il tentativo di “comprende- tioning to pragmatic outcome following severe
re” l’individuo in prima persona, secondo una Traumatic Brain Injury, in: «Journal of Speech,
continua dialettica. Language and Hearing Research», vol. LIII, n. 2,
Una alterazione dell’ipseità a seguito di 2010, pp. 365-382.
TCE, infatti, va a determinare un’apertura 4
Cfr. D.A. ROWLEY, M. ROGISH, T. ALEXANDER, K.I.
difettuale del mondo del soggetto, formato RIGGS, Cognitive correlates of pragmatic language
da ogni singolo individuo in ogni instante comprehension in adult traumatic brain injury: A sys-
della sua esistenza nel continuo accadere del- tematic review and meta-analyses, in: «Brain Inju-
la propria ipseità. Apertura difettuale che di- ry», vol. XXXI, n. 8, 2017, pp. 1564-1574.
5
venta di estrema attualità quando parliamo Cfr. T. SHALLICE, Neuropsicologia e struttura del-
la mente, traduzione di A. BERTI, Il Mulino, Bolo-
di deficit di tipo pragmatico. Tale capacità, gna 1990.
piuttosto che diventare una check-list di dif- 6
Cfr. D.E. RUMELHART, J.L. MCCLELLAND, Mi-
ferenti aspetti (inferenza, metafora, ironia, crostruttura dei processi cognitivi, traduzione di R.
etc.) assume un senso più profondo alla luce LUCCIO, R. RICCUCCI, Il Mulino, Bologna 1991.
di un corpo nel mondo con gli altri, che rende 7
Cfr. H. TEUBER, Physiological psychology, in:
palesi quei significati che ogni soggetto pos- «Annual Review of Psychology», vol. VI, 1955,
siede già pre-riflessivamente, sulla base dei pp. 267-296.
Il deficit pragmatico 351

8
Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuro- 2005, pp. 455-479; L.W. BARSALOU, Grounded
psicologica, Bollati Boringhieri, Torino 2019. cognition, in: « Annual Review of Psychology»,
9
Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia vol. LIX, 2008, pp. 617-645.
20
ermeneutica, in: «Rivista internazionale di Filoso- Per una rassegna, cfr. L.W. BARSALOU, W. KYLE
fia e Psicologia», vol. IV, n. 3, 2013, pp. 305-324; SIMMONS, A.K. BARBEY, C.D. WILSON, Grounding
G. ARCIERO, G. BONDOLFI, Selfhood, identity and conceptual knowledge in modality-specific systems,
personality styles, Wiley-Blackwell, London 2009, cit.; J.R. BINDER, R.H. DESAI, W.W. GRAVES,
pp. 278. L.L. CONANT, Where is the semantic system? A crit-
10
Il termine Ipseità deriva dal latino Ipse (se stesso) e ical review and meta-analysis of 120 functional neu-
si riferisce a quel senso cruciale dell’essere sempre roimaging studies, in: «Cerebral Cortex», vol. XIX,
me stesso in ogni esperienza attraverso la costante n. 12, 2009, pp. 2767-2796; J.R. BINDER, R.H. DE-
identità di sé, data in modo pre-riflessivo. In merito SAI, The neurobiology of semantic memory, in:
cfr. D. ZAHAVI, Self-awareness and alterity. A phe- «Trends in Cognitive Sciences», vol. XV, n. 11,
nomenological investigation, Northwestern Universi- 2011, pp. 527-536.
21
ty Press, Evanstone 1999. Cfr. G. RIZZOLATTI, C. SINIGAGLIA, So quel che
11
D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuropsico- fai, Raffaello Cortina, Milano 2006.
22
logica, cit., p. 272. Cfr. V. GALLESE, Neuroscience and phenomenolo-
12
Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia gy, in: «Phenomenology & Mind», vol. I, 2011, pp.
ermeneutica, cit.; D. LICCIONE, Psicoterapia cogni- 33-48; G. ARCIERO, G. BONDOLFI, V. MAZZOLA,
tiva neuropsicologica, cit.; S. GALLAGHER, D. SCH- The foundations of phenomenological psychotherapy,
MICKING, Handbook of phenomenology and cogni- Springer, Berlin/Heidelberg 2018.
23
tive science, Springer, Berlin/Hamburg 2009. Per una rassegna si vedano quantomeno S.F.
13
Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia CAPPA, F. PULVERMÜLLER, Cortex special issue:
ermeneutica, cit. Language and the motor system, in «Cortex», vol.
14
Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuro- XLVIII, n. 7, 2012, pp. 785-787; L. AZIZ-ZADEH,
psicologica, cit. A. DAMASIO, Embodied semantics for actions:
15
Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia Findings from functional brain imaging, in: «Jour-
ermeneutica, cit. nal of Physiology-Paris», vol. CII, n. 1-3, 2008,
16
Cfr. B.Z. MAHON, A. CARAMAZZA, A critical pp. 35-39.
24
look at the embodied cognition hypothesis and a Cfr. F. CARUANA, A. BORGHI, Il cervello in
new proposal for grounding conceptual content, in: azione, Il Mulino, Bologna 2016; V. COSTA, Espe-
«Journal of Physiology-Paris», vol. CII, n. 1-3, rire e parlare, Jaca Book, Milano 2006.
25
2008, pp. 59-70. Per una proposta più articolata Cfr. V. COSTA, Esperire e parlare, cit.
26
sulla relazione tra autismo e ipseità si vedano i Cfr. G. ARCIERO, G. BONDOLFI, V. MAZZOLA, The
lavori di Thomas Fuchs. foundations of phenomenological psychotherapy, cit.
17 27
Cfr. M. MERLEAU-PONTY, Phenomenologie de la Cfr. F. CARUANA, A. BORGHI, Il cervello in
perception, Gallimard, Paris 1945 (trad. it. Fe- azione, cit.
28
nomenologia della percezione, traduzione di A. Cfr. J.U. NEISSER, The swaying form: Imagina-
BONOMI, Bompiani, Milano 2005). tion, metaphor, embodiment, in: «Phenomenology
18
Cfr. L.W. BARSALOU, W. KYLE SIMMONS, A.K. and the Cognitive Sciences», vol. II, n. 1, 2002,
BARBEY, C.D. WILSON, Grounding conceptual pp. 27-53.
29
knowledge in modality-specific systems, in: «Trends Cfr. V. GALLESE, G. LAKOFF, The Brain’s con-
in Cognitive Sciences», vol. VI, n. 2, 2003, pp. 84- cepts: the role of the sensory-motor system in concep-
91; B.Z. MAHON, A. CARAMAZZA, A critical look at tual knowledge, cit.
30
the embodied cognition hypothesis and a new pro- Cfr. L. AZIZ-ZADEH, S.M. WILSON, G. RIZZO-
posal for grounding conceptual content, cit. LATTI, M. IACOBONI, Congruent embodied repre-
19
Cfr. B.Z. MAHON, A. CARAMAZZA, A critical look sentations for visually presented actions and lin-
at the embodied cognition hypothesis and a new pro- guistic phrases describing actions, in: «Current Bi-
posal for grounding conceptual content, cit.; V. ology», vol. XVI, n. 18, 2006, pp. 1818-1823.
31
GALLESE, G. LAKOFF, The Brain’s concepts: The role Cfr. M. SIVERTSEN, B. NORMANN, Embodiment
of the sensory-motor system in conceptual knowledge, and self in reorientation to everyday life following
in: «Cognitive Neuropsychology», vol. XXII, n. 3, severe traumatic brain injury, in: «Physiotherapy.
352 Zanin & Vestri

Theory & Practice», vol. XXXI, n. 3, 2015, pp. psychopathology: A phenomenological perspective, in:
153-159. «Current Opinion in Psychiatry», vol. XXII, n. 6,
32
Cfr. J.U. NEISSER, The swaying form: Imagina- 2009, pp. 570-575.
42
tion, metaphor, embodiment, cit. Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuro-
33
Cfr. A. JAMROZIK, M. MCQUIRE, E.R. CARDILLO, psicologica, cit.
43
A. CHATTERJEE, Metaphor: Bridging embodiment to Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia
abstraction, in: «Psychonomic Bulletin & Review», ermeneutica, cit.; M. SIVERTSEN, B. NORMANN,
vol. XXIII, n. 4, 2016, pp. 1080-1089. Embodiment and self in reorientation to everyday
34
Cfr. L. AZIZ-ZADEH, A. DAMASIO, Embodied life following severe traumatic brain injury, cit.
44
semantics for actions, cit. Cfr. M. SIVERTSEN, B. NORMANN, Embodiment
35
Cfr. A. JAMROZIK, M. MCQUIRE, E.R. CARDIL- and self in reorientation to everyday life following
LO, A. CHATTERJEE, Metaphor, cit.; F. CARUANA, severe traumatic brain injury, cit.
45
A. BORGHI, Il cervello in azione, cit. Cfr. D.A. ROWLEY, M. ROGISH,T. ALEXANDER,
36
Cfr. V. BAMBINI, B. BARA, Neuropragmatics, cit.; K.I. RIGGS, Cognitive correlates of pragmatic lan-
L. AZIZ-ZADEH, A. DAMASIO, Embodied semantics guage comprehension in adult traumatic brain in-
for actions, cit.; I.C. BOHRN, U. ALTMANN, jury, cit.
46
A.M. JACOBS, Looking at the brains behind figura- Cfr. M. SIVERTSEN, B. NORMANN, Embodiment
tive language. A quantitative meta-analysis of neu- and self in reorientation to everyday life following
roimaging studies on metaphor, idiom, and irony severe traumatic brain injury, cit.
47
processing, in: «Neuropsychologia», vol. L, n. 11, Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuro-
2012, pp. 2669-2683. psicologica, cit.
37 48
Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuro- Cfr. T. FUCHS, Ecology of the brain: The phe-
psicologica, cit. nomenology and biology of the embodied mind, Ox-
38
Cfr. J. BRUNS, W.A. HAUSER, The epidemiology ford University Press, Oxford 2018.
49
of traumatic brain injury: A review, in: «Epilep- Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia
sia», vol. XLIV, n. s10, 2003, pp. 2-10. ermeneutica, cit.
39 50
Cfr. J. BRUNS, W.A. HAUSER, The epidemiology Cfr. T. FUCHS, Ecology of the brain, cit.
51
of traumatic brain injury, cit. Cfr. V. COSTA, Esperire e parlare, cit.
40 52
Cfr. M. SIVERTSEN, B. NORMANN, Embodiment Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neurop-
and self in reorientation to everyday life following sicologica, cit.; M. SIVERTSEN, B. NORMANN, Em-
severe traumatic brain injury, cit. bodiment and self in reorientation to everyday life
41
Cfr. T. FUCHS, J.E. SCHLIMME, Embodiment and following severe traumatic brain injury, cit.
_____
Il deficit pragmatico 353

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