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IRCCS Eugenio Medea
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TEMI ED EVENTI
█ Riassunto Tra i disturbi del linguaggio, il deficit di tipo pragmatico viene spesso osservato nelle persone
a seguito di trauma cranio-encefalico (TCE). Nonostante sia negletta nella pratica clinica, questa compo-
nente gioca un ruolo centrale nella qualità di vita di persone con TCE. L’aspetto peculiare del deficit di
tipo pragmatico è la sua natura intrinsecamente connessa sia ad altre capacità di tipo cognitivo che rela-
zionali delle persone fin nella storia pre-morbosa. L’obiettivo di questo lavoro è proporre un punto di vi-
sta teorico che, beneficiando del dialogo tra neuropsicologia e fenomenologia, possa costituire un para-
digma utile per considerare in modo più sistematico il deficit di tipo pragmatico. Piuttosto che frammen-
tarlo e ridurlo solo a una lista di singoli sintomi, esso viene analizzato come conseguenza di un’alterazione
non storica dell’ipseità, mettendolo in relazione con il concetto di “embodiment”. Si avanza, in conclusio-
ne, una possibile proposta di presa in carico di tale neuropsicopatologia.
PAROLE CHIAVE: Trauma cranio-encefalico; Pragmatica; Comunicazione; Embodiment; Fenomenologia
█ Abstract Pragmatic disorder due to TBI: A phenomenological approach to rehabilitation – People who suf-
fer from traumatic brain injury (TBI) are frequently affected by pragmatic disorder (PD), among other
communicative impairments. While largely neglected in terms of rehabilitation strategies, the skills im-
paired by PD play a fundamental role in the quality of life of people who suffer from TBI. PD uniquely
impacts a person’s cognitive and interpersonal abilities, including those from their pre-morbid history.
The aim of this work is to propose a theoretical framework, based on a dialogue between neuropsycholo-
gy and phenomenology, that may provide a useful paradigm in approaches to rehabilitation in PD. In-
stead of fragmenting this disorder into a list of symptoms, we address it as a consequence of a non-
historical alteration of “ipseity” in connection with the concept of “embodiment”. In conclusion, we sug-
gest an intervention for this neuropsychopathology.
KEYWORDS: Traumatic Brain Injury; Pragmatics; Communication; Embodiment; Phenomenology
(α)
ORAS - Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione, ULSS 2 - Marca Trevigiana, via Padre Leonardo Bel-
lo, 3/c – 31045 Motta di Livenza (I)
(β)
IRCCS – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “Eugenio Medea”, via Monte Grappa, 96 - 31053
Pieve di Soligo (I)
E-mail: elia.zanin@ospedalemotta.it; alec_vestri@hotmail.com
Creative Commons - Attribuzione - 4.0 Internazionale - © Elia Zanin, Alec Vestri 2020
342 Zanin & Vestri
Entrambi questi aspetti critici sono for- attraverso le continue esperienze nel mondo.
temente condizionati dalla metodologia ri- Tale aspetto è assimilabile al concetto di ip-
duzionista che sottende l’approccio episte- seità,10 l’«essere sempre mio dell’esperienza»:11
mologico scelto della neuropsicologia cogni- a ogni incontro e avvenimento cui partecipa la
tivista classica.5 Questo approccio, compresa persona si realizza un’esperienza di sé “qui e
una breve digressione connessionista ancor ora”, prima di rendersene conto e prima che
più legata al meccanicismo comportamenti- venga razionalizzata (pre-riflessivamente).
sta,6 è tuttora fondato in parte sulle teorie Il concetto di ipseità ha implicazioni mol-
modulariste di Fodor e, soprattutto, sul me- to concrete e determina alcune dimensioni
todo delle dissociazioni teorizzato inizial- fondamentali dell’esperienza dell’individuo,
mente da Teuber.7 tra cui la coscienza, il senso del tempo e del
Finalità del seguente lavoro è quello di corpo.12 Inoltre, l’individuo mantiene una
porre la tematica su un piano epistemologico stabilità “obiettiva” di sé attraverso il concet-
più evoluto e oramai accettato nelle neuro- to di medesimezza, cioè al fatto che la perso-
scienze: quello della neuropsicopatologia. I na ha bisogno di riconoscersi sempre come la
“meccanismi” individuati dalla neuropsicolo- stessa nelle diverse esperienze. Si delineano
gia classica si integrano, si modulano e trova- due poli, solo apparentemente opposti: da un
no espressione in una prospettiva evoluzioni- lato «sono le diverse esperienze che mi fanno
sta sia sul piano filogenetico che ontogeneti- sentire realmente nel mondo» e dall’altro
co.8 Il tentativo sarà, dunque, quello di co- «ho bisogno di riconoscermi come la mede-
gliere il deficit pragmatico integrando la me- sima persona nelle diverse esperienze». Al
todologia di indagine classica con un approc- fine di dar conto di questa doppia apparte-
cio di tipo fenomenologico, superando i limi- nenza dell’identità del soggetto Paul Ricoeur
ti di una visione puramente descrittiva, rileg- propose come collante tra questi due poli la
gendolo in una prospettiva interpretativa che nozione di identità narrativa. Grazie al rac-
proviene dall’esperienza del parlante stesso. conto di noi stessi nel mondo, infatti, pos-
Tale contributo, auspichiamo, potrebbe ar- siamo parlare di una relazione identitaria,
ricchire una spiegazione riduzionista che ri- colta attraverso la relazione tra l’essere sem-
sulta sterile e parziale, rispetto ad aspetti che, pre mio dell’esperienza e la riconfigurazione
su un piano ontologico, rappresentano la sto- narrativa di questa esperienza.13
ria del paziente indagato. È grazie al racconto di Sé (identità narrati-
va) che nasce una coesione unitaria di sé tra
█ 2 Appunti fenomenologici per comprendere l’essere sempre mio dell’esperienza ogni volta
il rapporto tra la persona e il suo corpo (ipseità) e l’identità personale colta in terza
persona (medesimezza).14 Si comprende come
Per comprendere l’importanza dell’approc- le abilità cognitive descritte nel cluster della
cio fenomenologico per le neuroscienze e in pragmatica della comunicazione risultano
particolare la neuroriabilitazione, è necessario fondamentali per costruire (nel “qui e ora”) e
esplicitare alcuni presupposti teorici chiarifi- ricostruire (nel tempo) un sé identitario: si
catori e in stretta connessione con le abilità tratta di funzioni cognitive complesse, utili a
pragmatiche della comunicazione. sviluppare e modulare il rapporto tra la perso-
Secondo una tradizione che affonda le sue na e l’ambiente attorno a sé proprio in funzio-
radici nella tradizione fenomenologica che ne di una narrazione coerente e condivisa.
succede i lavori di Heidegger,9 l’individuo è Un secondo aspetto utile alla nostra di-
caratterizzabile in base al proprio “esser-ci”, scussione risiede nella duplice appartenenza
che si ritrova ogni volta nel fare esperienza a dell’essere umano alla dimensione di tipo
partire da quello che egli incontra nel mondo. “biologico” e quella di tipo “psicologico”. A
Semplicemente: la persona riconosce se stessa questo proposito, abbracciamo la proposta
344 Zanin & Vestri
fatta da Paul Ricoeur di “dualismo semanti- fico individuo. Ciò non significa che non
co”, per cogliere all’interno di un unico conti- possano essere indagati dei corrispettivi ce-
nuum la duplice natura dell’uomo, apparte- rebrali associati a tale condizione, ma, al con-
nente sia a una dimensione biologica (“bios”) trario, un approccio descrittivo a livello bio-
che a una psicologica (“logos”).15 Per com- logico non sarebbe di per sé sufficiente per
prendere pienamente l’essenza dell’essere comprenderne il significato e i motivi che
umano risulta decisivo un proficuo e inter- vanno a determinare i cambiamenti emotivi
scambiabile rapporto tra le discipline di comportamentali del soggetto.
stampo “bio” e quelle di stampo “psico”, che Fatta questa precisazione, diventa subito
non si riducano l’una all’altra, ma che, al con- chiaro come per le abilità di pragmatica della
trario, attraverso un approccio ermeneutico comunicazione sia difficile determinare quanto
sappiano dialogare tra loro. Di fatto, le abilità vi sia di storico e quanto di non-storico: il loro
di pragmatica della comunicazione, di cui pu- grado di sviluppo dipende fortemente dalla sto-
re si studia il corrispettivo somatico nel cer- ria individuale, fatta di esperienze e di narra-
vello, permettono l’elaborazione degli aspetti zione identitaria, ma vi possono essere fratture
più complessi della relazione tra le persone: che ne corrompono l’espressione.
l’ironia, i significati impliciti della comunica- Un terzo aspetto utile alla comprensione
zione, le teorie della mente, l’empatia. di quanto segue è la nozione di corpo come
Secondo Liccione quanto proposto da Ri- proposta dai lavori di Merleau-Ponty.17 Se-
coeur può rappresentare un framework teo- condo il filosofo francese il corpo può essere
rico rispetto cui prendere le mosse quando ci colto in un duplice aspetto: corpo come Leib,
troviamo a indagare le manifestazioni neuro- ovvero il corpo che io sono e che mi permette
psico-patologiche. In particolare, ai fini ezio- di fare esperienza in quanto corpo presso le
patogenetici e di presa in carico riabilitativa, altre cose. Riprendendo il concetto di ipseità,
l’autore propone di cogliere le forme della il corpo è ciò che permette alla persona di fa-
sofferenza all’interno del cosiddetto “arco re esperienza nel mondo, dove lo spazio e
neuropsicopatologico”, su un cui estremo l’ambiente diventano parte del soggetto in
troviamo le patologie definite “non storiche” funzione delle possibilità d’azione in esso.
e sull’altro quelle definite “storiche”. Quello che per Merleau-Ponty prende il no-
Da un lato, le patologie non storiche acca- me di Körper, invece, riprende in parte il con-
dono senza preavviso della storia individuale cetto di medesimezza, in quanto si riferisce al
dell’individuo (o prima che essa si dispieghi se- corpo anatomico, ente materiale e biologico,
condo un racconto), producendo un cambia- studiabile in terza persona e dal quale parte
mento che non è veicolato dai modi di essere l’esperienza di continuità di sé.
del paziente, in una modalità che è atemporale Di nuovo, si intuisce come in caso di le-
e impersonale (per esempio, i disturbi parte del- sioni cerebrali, si modificano entrambe le
lo spettro autistico).16 Tali patologie diventano componenti evidenziate dall’autore e le alte-
comprensibili alla luce di cause eziopatogeneti- razioni nella pragmatica della comunicazione
che (indagabili dalle scienze naturali). trovano, dunque, un nodo cruciale di parten-
Dall’altro lato, le patologie cosiddette sto- za nelle modifiche del corpo, prima ancora
riche possono essere colte soltanto alla luce di che nelle componenti riflessive immediate o
una serie di motivi che possono essere com- nella successiva costruzione narrativa di sé.
presi se non alla luce della storia di vita, unica
ed irripetibile, di quella persona. Nessuna █ 3 Comprensione e fenomenologia: brevi
spiegazione di tipo impersonale, ne tantome- cenni
no atemporale, sarebbe in grado di rendere
conto dei motivi e del senso di una condizio- Risalgono agli anni ’90, grazie ai lavori di
ne emotivo-comportamentale di quello speci- Barsalou, le prime proposte rispetto l’idea
Il deficit pragmatico 345
Fatte queste premesse, il passo in avanti condizione rappresentata dal TCE, andando a
che l’approccio neuropsicopatologico consen- determinare delle forme difettuali dell’ipseità,
te di fare alla nostra discussione sulle funzioni vadano a determinare una modalità limitata
di tipo pragmatico consiste nell’interpretare il rispetto la precedente di quell’apertura di
TCE come una alterazione non storica mondo fatta di corpo e altri, aspetti fondanti
dell’ipseità sulla base di una rottura storica del sapere pragmatico.
della medesimezza: se, da un lato, avviene A livello fenomenologico, è ipotizzabile che,
una alterazione del substrato cerebrale, nel momento in cui siamo chiamati a com-
dall’altro tale alterazione va ad agire su prendere una espressione pragmatica (metafo-
un’identità che è già storicamente situata con rica, ironica, etc.) ci venga richiesta una certa
le proprie aperture di mondo. L’individuo capacità di disancorarci dal significato diretta-
perde fisicamente capacità in modo non sto- mente accessibile (“embodied”) dell’espressione
rico, ma mantiene punti di continuità con il linguistica utilizzata, in un processo che pos-
proprio modo di porsi, o almeno cerca di ri- siamo definire “dis-embodiment”.41 Per com-
produrli ricomponendo il suo modo di stare prendere (o produrre) un significato non lette-
nel mondo secondo il suo modo di percepire rale di una data espressione linguistica, sarebbe
sé nel mondo che aveva in precedenza. quindi richiesto un evidente sforzo riflessivo,
In questo senso, il TCE rappresenta così da collocare tale espressione all’interno di
un’esperienza pari ad altri eventi drammatici una rete coerente di rimandi che accomuna il
che determinano difetti nella narrazione di sé, parlante e l’ascoltatore, oltre l’accesso imme-
dove il cortocircuito disfunzionale è determi- diato offerto dalla risonanza senso-motoria. In
nato dalla difficoltà di integrare l’esperienza altre parole, prima di “afferrare” una metafo-
attuale con il sé precedente e con una narra- ra, sarebbe prima necessario comprendere il
zione condivisa. La grossa differenza del TCE significato fattuale del termine “afferrare”, per
rispetto alle altre esperienze traumatiche è la poi comprenderlo in termini extra-letterali
rottura storica nelle capacità fisiche e cogniti- all’interno di una rete specifica apertura di
ve: il corpo è diverso e vi sono conseguenti de- mondo.
ficit cognitivi che limitano fortemente le pos- All’interno di tale processo, i pazienti con
sibilità di narrazione coerente e condivisibile. TCE, a seguito delle loro ridotte possibilità di
In altre parole, un approccio fenomenologico essere nel mondo, caratterizzate spesso da
allo studio della neuropsicopatologia di origi- rigidità, perseverazione e pensiero concreto,
ne non-storica può permetterci di cogliere i mostrerebbero una tendenza a rimanere ec-
modi difettuali di fare esperienza del paziente cessivamente ancorati ad una dimensione che
con TCE andando al di là di una mera descri- potremmo definire hyper-embodied, quasi
zione dei deficit di tipo pragmatico che deriva avessero difficoltà a disancorarsi dal loro es-
più direttamente dalle lesioni cerebrali. In sere presso le cose in maniera pre-riflessiva
questo modo si possono cogliere le difficoltà estremamente rigida e fattuale senza maggio-
nel fare esperienza di sé all’interno di un conti- ri aperture di senso. Si crea, in altre parole,
nuum che, tra modi di essere storici e altera- quel cortocircuito dato dal tentativo costrui-
zioni non storiche, permette di cogliere le re identità di sé attraverso una narrazione
forme sottostanti della soggettività che posso- che non è più coerente o condivisibile; questo
no essere state alterate. è dovuto al fatto che la persona mantiene
un’esperienza di sé nel mondo precedente-
█ 5 Fenomenologia del TCE e deficit pragma- mente costruita con un corpo che attualmen-
tico te non risponde più alla stessa medesimezza.
La soluzione più semplice del cortocircuito è
Riprendendo quanto emerso in preceden- rimanere nel hyper-embodied, nella interpre-
za, risulta evidente come le conseguenze della tazione letterale dei significati metaforici, in-
348 Zanin & Vestri
ferenziali, ironici, che hanno perso possibilità ropsicologico definisce “capacità pre-
di interpretazione personale. morbose”, da un punto di vista fenomenolo-
Questa condizione difettuale dell’ipseità gico hanno a che fare con i modi di essere del
impedirebbe loro di cogliere il significato non soggetto prima che accadesse il TCE.
letterale degli enunciati tramite un atto rifles- L’ipseità, che è unica per ogni individuo, a
sivo che li possa portare a comprendere il si- seguito di alterazioni non storiche diventa di
gnificato, oltre le parole. All’interno di questa tipo difettuale rispetto a una forma prece-
cornice risulta evidente come una apertura dente (considerata non difettuale): TCE che,
difettuale, emersa a seguito di una alterazio- alterando le forme pre-riflessive del fare
ne non storica dell’ipseità determinata dal esperienza, determina una modificazione
TCE, vada a creare una apertura parziale non storica dell’ipseità di un individuo che si
dell’esserci del soggetto che determina una ripercuote nella sua identità, storia di vita e
alterazione del proprio linguaggio. In questo progettualità.
senso, la comprensione e produzione prag- Il quesito clinico passerebbe da “Quali so-
matica si rendono possibili e comprensibili no gli aspetti deficitari a livello pragmatico?” a
soltanto all’interno di una ipseità che si apre “Rispetto il suo fare esperienza precedente,
in modo difettuale con il Leib e nell’incontro quali chiusure di senso ha generato il TCE nel
con l’altro (altri e mondo), che ha perso così suo essere nel mondo con gli altri, che si appale-
parte della propria significatività, in quel con- sa (anche) nella capacità pragmatica?”.
tinuum tra determinazioni storiche ed incar- All’interno delle chiusure di senso genera-
nate ed alterazioni non storiche.42 te perde di significato collocare il deficit di
tipo pragmatico in maniera asettica, ma si
█ 6 La proposta inserisce quel continuo scambio tra il sogget-
to, “embodied” ed “embedded”, e la sua nuova
La dialettica tra causalità fisica e motiva- apertura di mondo, che si sviluppa tra la
zione umana, come sostenuto dai lavori di comprensione linguistica e pragmatica dei
Ricoeur, lungi dall’essere una insostenibile significati (unici per il soggetto e comprensi-
rispetto all’altra, può aiutarci a intercettare i bili all’interno di una rete coerente di rimandi
deficit di tipo pragmatico all’interno di una con l’altro), l’essere il proprio corpo e tempo
cornice di maggior complessità. nel continuo determinarsi con l’Altro: in altre
Da un lato essi sarebbero certamente in- parole, il rapporto tra ipseità e l’alterità post-
quadrabili a livello clinico e trattabili secondo TCE.44 A livello neuropsicologico, questo si
una modalità simile alla causalità fisica, ovve- traduce nella complessa separazione e de-
ro che vada ad intercettarli e trattarli nel loro marcazione tra la pragmatica ed altri aspetti
essere una conseguenza di una alterazione di ordine cognitivo superiore, tra cui funzioni
fisica del substrato cerebrale (da deficitari a esecutive, memoria episodica, memoria pro-
normali secondo logica statistica). Dall’altro spettica, cognizione sociale.45
lato, tuttavia, un approccio fenomenologico Le ripercussioni che una più profonda
può aiutarci a inserirli all’interno di una più comprensione del quesito porta a livello ria-
ampia alterazione dell’ipseità, che va a de- bilitativo sono complesse e non scontate. Se,
terminare un fare esperienza all’interno di un da un lato, può risultare utile un approccio
contesto impoverito delle proprie possibilità riabilitativo inteso in senso più tecnico
d’uso originarie, come se alcune di esse non si (avendo a che fare, cioè, con la causalità fisi-
esplicitassero più al soggetto.43 Ipseità che, ca), ovvero di rinforzo delle abilità pragmati-
essendo unica e irripetibile per ogni soggetto, che al fine di riportarle su un valore di norma
va a determinare delle specifiche aperture di dal punto di vista statistico, dall’altro lato tale
senso nel mondo e nello scambio con modalità può dialogare e beneficiare con una
l’alterità. Tali aspetti, che un approccio neu- prassi terapeutica che vada a ridefinire con il
Il deficit pragmatico 349
paziente il suo nuovo fare esperienza ed esse- come disciplina ermeneutica, in grado di far
re-nel-mondo, presso se stesso e presso le co- comunicare tra loro di due opposti quando si
se.46 In questo scenario risulta utile riprende- ha a che fare con i deficit di tipo pragmatico,
re la dialettica tra spiegazione (approccio non come atti cognitivi astratti ma ben radi-
riabilitativo al deficit pragmatico) e com- cati nello scambio continuo con il mondo nel
prensione (nuove aperture di senso, nuova nostro essere “embodied” ed “embedded”.49
progettualità, nuova ipseità). Sul piano pratico, ciò si declina in una azione
Tale cornice di riferimento può offrire la di accompagnamento che tiene conto sia del-
possibilità di superare quell’antica dicotomia le abilità cognitive che del percorso psicote-
tra pragmatico e non-pragmatico (figura 1). rapeutico: lo stesso terapeuta, competente sia
La dicotomia, più che altro, verrebbe a perde- in riabilitazione cognitiva che in neuropsico-
re di contenuto epistemologico, perché un’ip- patologia, può operare più precisamente so-
seità difettuale non può che produrre una mo- stenendo la persona nel recupero delle funzio-
dalità difettuale nel farsi dell’esperienza e ni cognitive coerentemente con l’intervento
nell’incontro con l’altro, sia esso il significato psicoterapeutico.
di un oggetto, di un’espressione letterale, di Si tratta di favorire gli specifici strumenti
un’espressione metaforica, o della progettuali- riabilitativi cognitivi in connessione con il fare
tà temporale.47 Non ha quindi senso chiedersi esperienza di sé nel mondo: è nostra opinione
se venga prima una difficoltà pragmatica o che si tratta di un lavoro che richiede dettaglia-
una dispercezione del corpo o del tempo. ta capacità di analisi del funzionamento cogni-
Queste dimensioni si intersecano una con tivo e attenzione alla storia della persona nel
l’altra, non si auto-escludono ma, al contrario, suo divenire storico e quotidiano.
si co-determinano perché l’ipseità le rende Tale congiunzione di interessi è stata re-
possibili in una relazione che Fuchs definireb- centemente sviluppata sul piano teorico an-
be di “causalità circolare”.48 che da Fuchs.50 In particolare, nella sua inda-
Poiché le manifestazioni neuropsicopato- gine condotta sulla natura e modalità di cura
logiche si collocano nel mezzo del continuum delle varie forme di psicopatologia l’autore
tra spiegazione e comprensione, appare fon- ha proposto il concetto di “causalità circola-
damentale il ruolo della neuro-psicologia re” proprio per sottolineare come essa possa
Fig. 1 Proposte di presa in carico del deficit pragmatico all’interno dell’approccio ermeneutico proposto tra “com-
prensione” e “spiegazione”
350 Zanin & Vestri
8
Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuro- 2005, pp. 455-479; L.W. BARSALOU, Grounded
psicologica, Bollati Boringhieri, Torino 2019. cognition, in: « Annual Review of Psychology»,
9
Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia vol. LIX, 2008, pp. 617-645.
20
ermeneutica, in: «Rivista internazionale di Filoso- Per una rassegna, cfr. L.W. BARSALOU, W. KYLE
fia e Psicologia», vol. IV, n. 3, 2013, pp. 305-324; SIMMONS, A.K. BARBEY, C.D. WILSON, Grounding
G. ARCIERO, G. BONDOLFI, Selfhood, identity and conceptual knowledge in modality-specific systems,
personality styles, Wiley-Blackwell, London 2009, cit.; J.R. BINDER, R.H. DESAI, W.W. GRAVES,
pp. 278. L.L. CONANT, Where is the semantic system? A crit-
10
Il termine Ipseità deriva dal latino Ipse (se stesso) e ical review and meta-analysis of 120 functional neu-
si riferisce a quel senso cruciale dell’essere sempre roimaging studies, in: «Cerebral Cortex», vol. XIX,
me stesso in ogni esperienza attraverso la costante n. 12, 2009, pp. 2767-2796; J.R. BINDER, R.H. DE-
identità di sé, data in modo pre-riflessivo. In merito SAI, The neurobiology of semantic memory, in:
cfr. D. ZAHAVI, Self-awareness and alterity. A phe- «Trends in Cognitive Sciences», vol. XV, n. 11,
nomenological investigation, Northwestern Universi- 2011, pp. 527-536.
21
ty Press, Evanstone 1999. Cfr. G. RIZZOLATTI, C. SINIGAGLIA, So quel che
11
D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuropsico- fai, Raffaello Cortina, Milano 2006.
22
logica, cit., p. 272. Cfr. V. GALLESE, Neuroscience and phenomenolo-
12
Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia gy, in: «Phenomenology & Mind», vol. I, 2011, pp.
ermeneutica, cit.; D. LICCIONE, Psicoterapia cogni- 33-48; G. ARCIERO, G. BONDOLFI, V. MAZZOLA,
tiva neuropsicologica, cit.; S. GALLAGHER, D. SCH- The foundations of phenomenological psychotherapy,
MICKING, Handbook of phenomenology and cogni- Springer, Berlin/Heidelberg 2018.
23
tive science, Springer, Berlin/Hamburg 2009. Per una rassegna si vedano quantomeno S.F.
13
Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia CAPPA, F. PULVERMÜLLER, Cortex special issue:
ermeneutica, cit. Language and the motor system, in «Cortex», vol.
14
Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuro- XLVIII, n. 7, 2012, pp. 785-787; L. AZIZ-ZADEH,
psicologica, cit. A. DAMASIO, Embodied semantics for actions:
15
Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia Findings from functional brain imaging, in: «Jour-
ermeneutica, cit. nal of Physiology-Paris», vol. CII, n. 1-3, 2008,
16
Cfr. B.Z. MAHON, A. CARAMAZZA, A critical pp. 35-39.
24
look at the embodied cognition hypothesis and a Cfr. F. CARUANA, A. BORGHI, Il cervello in
new proposal for grounding conceptual content, in: azione, Il Mulino, Bologna 2016; V. COSTA, Espe-
«Journal of Physiology-Paris», vol. CII, n. 1-3, rire e parlare, Jaca Book, Milano 2006.
25
2008, pp. 59-70. Per una proposta più articolata Cfr. V. COSTA, Esperire e parlare, cit.
26
sulla relazione tra autismo e ipseità si vedano i Cfr. G. ARCIERO, G. BONDOLFI, V. MAZZOLA, The
lavori di Thomas Fuchs. foundations of phenomenological psychotherapy, cit.
17 27
Cfr. M. MERLEAU-PONTY, Phenomenologie de la Cfr. F. CARUANA, A. BORGHI, Il cervello in
perception, Gallimard, Paris 1945 (trad. it. Fe- azione, cit.
28
nomenologia della percezione, traduzione di A. Cfr. J.U. NEISSER, The swaying form: Imagina-
BONOMI, Bompiani, Milano 2005). tion, metaphor, embodiment, in: «Phenomenology
18
Cfr. L.W. BARSALOU, W. KYLE SIMMONS, A.K. and the Cognitive Sciences», vol. II, n. 1, 2002,
BARBEY, C.D. WILSON, Grounding conceptual pp. 27-53.
29
knowledge in modality-specific systems, in: «Trends Cfr. V. GALLESE, G. LAKOFF, The Brain’s con-
in Cognitive Sciences», vol. VI, n. 2, 2003, pp. 84- cepts: the role of the sensory-motor system in concep-
91; B.Z. MAHON, A. CARAMAZZA, A critical look at tual knowledge, cit.
30
the embodied cognition hypothesis and a new pro- Cfr. L. AZIZ-ZADEH, S.M. WILSON, G. RIZZO-
posal for grounding conceptual content, cit. LATTI, M. IACOBONI, Congruent embodied repre-
19
Cfr. B.Z. MAHON, A. CARAMAZZA, A critical look sentations for visually presented actions and lin-
at the embodied cognition hypothesis and a new pro- guistic phrases describing actions, in: «Current Bi-
posal for grounding conceptual content, cit.; V. ology», vol. XVI, n. 18, 2006, pp. 1818-1823.
31
GALLESE, G. LAKOFF, The Brain’s concepts: The role Cfr. M. SIVERTSEN, B. NORMANN, Embodiment
of the sensory-motor system in conceptual knowledge, and self in reorientation to everyday life following
in: «Cognitive Neuropsychology», vol. XXII, n. 3, severe traumatic brain injury, in: «Physiotherapy.
352 Zanin & Vestri
Theory & Practice», vol. XXXI, n. 3, 2015, pp. psychopathology: A phenomenological perspective, in:
153-159. «Current Opinion in Psychiatry», vol. XXII, n. 6,
32
Cfr. J.U. NEISSER, The swaying form: Imagina- 2009, pp. 570-575.
42
tion, metaphor, embodiment, cit. Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuro-
33
Cfr. A. JAMROZIK, M. MCQUIRE, E.R. CARDILLO, psicologica, cit.
43
A. CHATTERJEE, Metaphor: Bridging embodiment to Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia
abstraction, in: «Psychonomic Bulletin & Review», ermeneutica, cit.; M. SIVERTSEN, B. NORMANN,
vol. XXIII, n. 4, 2016, pp. 1080-1089. Embodiment and self in reorientation to everyday
34
Cfr. L. AZIZ-ZADEH, A. DAMASIO, Embodied life following severe traumatic brain injury, cit.
44
semantics for actions, cit. Cfr. M. SIVERTSEN, B. NORMANN, Embodiment
35
Cfr. A. JAMROZIK, M. MCQUIRE, E.R. CARDIL- and self in reorientation to everyday life following
LO, A. CHATTERJEE, Metaphor, cit.; F. CARUANA, severe traumatic brain injury, cit.
45
A. BORGHI, Il cervello in azione, cit. Cfr. D.A. ROWLEY, M. ROGISH,T. ALEXANDER,
36
Cfr. V. BAMBINI, B. BARA, Neuropragmatics, cit.; K.I. RIGGS, Cognitive correlates of pragmatic lan-
L. AZIZ-ZADEH, A. DAMASIO, Embodied semantics guage comprehension in adult traumatic brain in-
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46
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roimaging studies on metaphor, idiom, and irony severe traumatic brain injury, cit.
47
processing, in: «Neuropsychologia», vol. L, n. 11, Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuro-
2012, pp. 2669-2683. psicologica, cit.
37 48
Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neuro- Cfr. T. FUCHS, Ecology of the brain: The phe-
psicologica, cit. nomenology and biology of the embodied mind, Ox-
38
Cfr. J. BRUNS, W.A. HAUSER, The epidemiology ford University Press, Oxford 2018.
49
of traumatic brain injury: A review, in: «Epilep- Cfr. D. LICCIONE, Verso una neuropsicopatologia
sia», vol. XLIV, n. s10, 2003, pp. 2-10. ermeneutica, cit.
39 50
Cfr. J. BRUNS, W.A. HAUSER, The epidemiology Cfr. T. FUCHS, Ecology of the brain, cit.
51
of traumatic brain injury, cit. Cfr. V. COSTA, Esperire e parlare, cit.
40 52
Cfr. M. SIVERTSEN, B. NORMANN, Embodiment Cfr. D. LICCIONE, Psicoterapia cognitiva neurop-
and self in reorientation to everyday life following sicologica, cit.; M. SIVERTSEN, B. NORMANN, Em-
severe traumatic brain injury, cit. bodiment and self in reorientation to everyday life
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Cfr. T. FUCHS, J.E. SCHLIMME, Embodiment and following severe traumatic brain injury, cit.
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