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CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2014-2015
INDICE
GIOVEDI’ 17 settembre
- Arrivo e sistemazione negli alberghi
- Avviso che la convivenza inizia la mattina dopo, portando la Bibbia
VENERDI’ 18 settembre
H 10 – Nella Tenda
- Preghiera e invocazione allo Spirito Santo
- Accoglienza alla convivenza pag. 1
PRESENTAZIONI
- Interventi di Kiko durante le presentazioni pag. 6
Intervallo
H 12,45 - LODI
- Saluto e Inno proclamato dal Presidente
- Canto dell’Invitatorio con breve ammonizione pag. 7
- Ammonizione al salmo 50 pag. 8
- Canto del salmo 50
- II salmo delle Lodi proclamato
- Ammonizione al canto di Zaccheo pag. 8
- Canto dopo il II salmo: “Zaccheo”
- III salmo proclamato
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CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2014-2015
H 18 – PENITENZIALE
10 minuti di intervallo
H 21 – Cena
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CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2014-2015
SABATO 19 settembre
H 10 – LODI
- I salmo proclamato
- II salmo proclamato
- Catechesi pag. 31
30 minuti di intervallo
H 12,30 - QUESTIONARIO
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CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2014-2015
H. 14 Pranzo
H. 19,30
- Esperienze sul Questionario (per sorteggio dei fratelli designati dai gruppi e
qualche volontario)
H. 21
- Catechesi di P. Mario: “PAPA FRANCESCO E LA FAMIGLIA” pag. 39
- Intervento di Kiko pag. 56
H. 23 Cena
DOMENICA 20 settembre
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CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2014-2015
- Benedizione
- Canto finale: “Voglio andare a Gerusalemme”
H. 14 – Pranzo
ALLEGATI
- Questionario
- Appendici 1, 2 e 3 alla Catechesi di P. Mario
- Catechesi di Padre Mario: “PAPA FRANCESCO E LA FAMIGLIA”
- Nota per le collette
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CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2014-2015
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Convivenza Inizio Corso 2015
GIOVEDI' 17 settembre
- Arrivo e sistemazione negli alberghi
- Avviso che la convivenza inizia la mattina dopo. Portare la Bibbia
Kiko:
Allora, possiamo cominciare. Preghiamo
- Preghiera iniziale (Kiko)
- Invocazione dello Spirito
Bene, fratelli, coraggio! Questa è la terza convivenza che facciamo qui.
Dobbiamo offrire al Signore le scomodità, il caldo afoso che c’è ancora, sembria-
mo in piena estate, gli alberghi, le difficoltà, i viaggi.
Abbiamo fatto una prima convivenza con tutti i rettori dei 102 seminari.
Sono nati 3 nuovi seminari: uno al sud della Francia, a Bayonne, nei paesi baschi
francesi, vicino a Biarritz, un posto bellissimo: il vescovo di Bayonne ha fatto tut-
to il Cammino; è nato un seminario in Estonia e un altro negli Stati Uniti, nel
Connecticut. Facciamo un applauso a questi 3 seminari (applauso)
Bene, possiamo dirvi che nonostante le nostre debolezze, le nostre fatiche,
il Signore è stato di una forza enorme con tutti i rettori, tutti in comunione. Nella
convivenza successiva abbiamo smistato quasi 300 ragazzi, per dividerli nei di-
versi seminari. C’erano qui presenti anche i seminari piccoli d’Europa, tutto pieno
di giovani: un’allegria grande! Nessuno ha detto di no, tutti sono stati sorteggiati a
qualsiasi seminario: in Australia, al Madagascar… E’ chiaro che avendo 300 ra-
gazzi per 100 seminari, toccavano 3 ragazzi ciascuno, ma ad alcuni seminari, co-
me quello di Roma, non è possibile dare solo 3 ragazzi e ne abbiamo assegnati 10,
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Convivenza Inizio Corso 2015
questo vuol dire che alcuni rettori quest’anno non hanno ricevuto nessuno, anzi
hanno offerto i propri seminaristi per il seminario di Roma o di Madrid e questo
lo abbiamo fatto in comunione. E’ stata veramente una presenza grande di Gesù
Cristo, una comunione di amore enorme.
Bene, adesso faremo le presentazioni. E’ la prima convivenza che facciamo
di questo corso 2015-16.
Abbiamo alcune novità. Ci ha sorpreso il Papa Francesco perché, quando
sono andati in visita ad limina i vescovi della Repubblica Domenicana, ha detto
alcune cose, che abbiamo saputo da una lettera che ci ha inviato il padre Alonso,
responsabile della nazione. In questa lettera lui ci diceva che il vescovo emerito di
Santiago de los Caballeros è andato, una sera in cui pioveva a dirotto, alla convi-
venza degli itineranti della repubblica Domenicana e di Haiti, portando un mes-
saggio molto importante sul Cammino: ciò che avevano sentito dal Papa durante
la loro visita ad limina. Il Papa normalmente riceve ogni vescovo per 15 minuti e
poi fa un discorso a tutti insieme. Invece con loro ha cambiato il protocollo: ha vo-
luto parlare con tutti insieme per un’ora e mezza. Hanno cominciato a parlare di
varie cose finché un vescovo ha parlato della situazione delle vocazioni: c’è un
unico seminario diocesano in tutta la nazione, ma 2 seminari Redemptoris Mater.
Il Papa si è fermato e ha detto: vorrei dirvi alcune cose sul Cammino Neocatecu-
menale. Ed ha menzionato sette punti (che il vescovo emerito ha raccolto ed ha
detto alla convivenza degli itineranti):
1. Di Kiko si sono dette e si possono dire tante cose, ma una cosa è certa,
è un santo! [Meno male che non parlava ex catedra, ma lo ha detto ed
ha la sua importanza perché spiega bene quello che pensa di questa re-
altà];
2. Il Cammino Neocatecumenale è dono dello Spirito Santo nella sua
Chiesa;
3. Pertanto, vi esorto vivamente affinché sosteniate, incoraggiate e diate
seguito a questa iniziazione cristiana;
4. Valuto molto positivamente la dimensione missionaria delle Comunità.
Quest’anno ho appena inviato più di cento famiglie in paesi in cui non
esiste o è scarsa la presenza della Chiesa.
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padrino gli metterà davanti le ricchezze che ha ricevuto nel Battesimo. Perché il
battesimo ai bambini si dà tutto insieme, così tutti i riti, l’effetà, il primo esorci-
smo, il segno della croce, tutti i riti che nel rito per gli adulti si fanno durante al-
cuni anni; al bambino si danno tutti insieme. Nella misura in cui il bambino cresce
e aderisce alla grazia battesimale, il Battesimo cresce, si realizza. Non senza la
persona, nella sua libertà! Se ti hanno battezzato ed il tuo padrino non ha fatto
niente? Nessuno ha fatto nulla? Non sanno nulla; hanno fatto una preparazione al-
la prima comunione facendo tanti bei disegnini e a malapena hanno imparato le
preghiere. Tutto qui! C’è una mancanza di formazione nella Chiesa veramente, la
formazione cristiana, fare cristiani. Fare un cristiano: ma se nessuno sa cosa sia
un cristiano? Questo è il punto fondamentale.
Coraggio, parleremo anche di questo. Sapete che ci sarà il Sinodo e spe-
riamo che questa convivenza dia luce a tutti noi e ci faccia comprendere, capire
qual è l’altezza, la profondità della missione a cui Dio ci chiama. Oggi, nella
Chiesa, sono in gioco molte cose, ma veramente siamo un carisma dal cielo? E’
vero che la Madonna è apparsa dal Cielo dicendo; “Fate comunità come la Santa
Famiglia di Nazareth”? E’ vero, o è uno scherzo? Questo è il punto. Ho spiegato
al Papa che fare comunità come la Santa Famiglia di Nazareth non è solo per co-
piare le virtù morali della famiglia di Nazareth. Nostro Signore Gesù Cristo nasce
come un bambino, ha avuto bisogno per 30 anni di una famiglia che lo aiutasse a
diventare adulto. Fatto adulto, parte a salvare l’umanità. Così anche noi, abbiamo
ricevuto un battesimo da piccolini, un fede piccola, e abbiamo bisogno di un
cammino lungo per diventare adulti, per arrivare alla statura della testa. Dice S.
Paolo nell’epistola agli Efesini, che Dio ha dato carismi: alcuni sono evangelizza-
tori, altri apostoli, ad altri ha fatto il dono del governo, ad un altro il dono del ser-
vizio, o dei miracoli. Tutti questi carismi per arrivare alla statura della testa, senza
i carismi la nostra fede non cresce, deve arrivare alla statura di Cristo. Per questo
il cammino dura 30 anni. Adesso abbiamo molte comunità che hanno superato i
30 anni e che sono pronte per partire in missione, communitates in missionem. Ho
detto al segretario del Papa che dobbiamo incontrarci per inviare le nuove comu-
nità in missione.
Facciamo una presentazione rapida. Oggi, come sapete, non mangiamo, ma
se qualcuno è troppo anziano o diabetico ed ha bisogno di mangiare, può andare
al Bellavista che preparerà il pranzo. Gli altri, durante questa giornata, mangere-
mo la parola di Dio, scruteremo la parola e ci prepareremo alla confessione, alle
18 faremo la Penitenziale, sperando che tutti ci sommergiamo nella piscina del
nostro battesimo e possiamo lasciare nell’acqua del nostro battesimo l’uomo vec-
chio, il peccato nella carne.
Ho spiegato al Papa: vede tutte queste 300 famiglie? Come è possibile che
si siano offerte alla Chiesa per andare in missione in Laos, Cambogia, Mongolia,
Cina, con 10, 12 figli? Gli abbiamo lavato il cervello? Ho detto al Papa che, come
dice San Paolo, c’è in noi il peccato nella carne, abbiamo nel nostro corpo il pec-
cato originale che ci obbliga a fare ciò che non vogliamo fare. Dice: Io conosco il
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bene con la mia mente, aiutare il prossimo, gli emigranti…, è la verità, l’Amore,
ma dopo sperimento un’altra legge nelle mie membra che volendo fare il bene
faccio il male che non vorrei fare. Si domanda S. Paolo: Ma se faccio il male che
non voglio fare, non lo faccio io. Chi lo fa? Risponde: Il peccato che abita nella
carne (cfr Rm 7). Questo peccato, chiamato originale, che abbiamo ereditato tutti,
come si toglie? Perché se qualcuno toglie il peccato siamo liberati dall’egoismo,
dalla lussuria, dall’avarizia che abita nel nostro corpo. Il peccato originale lo to-
glie il battesimo. Dicevo al Papa: questo è l’itinerario neocatecumenale, le cate-
chesi kerigmatiche, primo scrutinio, shemà, secondo scrutinio, poi iniziazione alla
preghiera, traditio simboli, consegna del Padre Nostro… Nella misura in cui que-
ste famiglie rivivono il battesimo, il peccato che abita nella nostra carne va per-
dendo forza, siamo meno comodi, meno borghesi, non guardiamo la donna
dell’altro desiderandola, siamo meno attaccati al denaro, il peccato della carne
perde forza fino al punto che le famiglie si offrono alla Chiesa. Molti, anche ve-
scovi, non conoscono cosa facciamo, né come si gesta, come si dà alla luce un
uomo nuovo, un cristiano, in che consiste essere cristiano. In che consiste?
Abbiamo qualcosa da dire oggi al mondo? Di fronte all’Islam? Il 70 per
cento delle parrocchie in Europa sono obsolete, la Chiesa in Europa, se continua
così, è condannata a morte, perché se analizzate le parrocchie e vedete quanta
gente viene a Messa, costaterete che il sabato sera vengono 40 persone. Quanta
gente viene alla messa delle 8: 30, alla Messa delle 9 o delle 10? 52. E alla Messa
delle 11 vengono forse 120 persone. Ecco questa è tutta la gente che viene in
Chiesa. Ma il problema non è questo: analizzate questa gente: quasi tutti superano
i 60 anni; i figli e i nipoti sono fuori della chiesa! E perciò questa chiesa è con-
dannata a morte. Un parroco dice: quando sono arrivato in parrocchia avevo 15
battesimi, quest’anno ne ho uno solo! Quando sono arrivato in parrocchia ho fatto
20 matrimoni: quest’anno nessuno. Va tutto sciupandosi! In Spagna ci sono 675
divorzi al giorno, e vanno ad aumentare, era scritto sul giornale: decomposizione
della società!
Dico questo per capire chi siamo e cosa si attende il Signore da noi, spe-
rando che il Signore ci dia la grazia per rispondere. Cominciamo sempre facendo
le presentazioni perché qui siamo una moltitudine anonima, dobbiamo personaliz-
zarla, passare da una moltitudine ad una convivenza di fratelli. Quest’anno ab-
biamo unito tutte le nostre comunità, di Spagna, di Italia e di Francia.
- PRESENTAZIONI
Spagna:
MADRID
- Centro Neocatecumenal
- 1 Nostra Signora Del Transito
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Italia:
ROMA
- 1 SS. Martiri Canadesi
- 2 SS. Martiri Canadesi
- 3 SS. Martiri Canadesi
- 1 S. Francesca Cabrini
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Convivenza Inizio Corso 2015
- 2 S. Francesca Cabrini
Questa è una comunità in missione, i martiri del raccordo anulare. Sono in
una parrocchia di periferia. In questa parrocchia è parroco un fratello della loro
comunità
- 1 S. Luigi Gonzaga
- 2 S. Luigi Gonzaga
- 1 Natività
Seminario di Roma: formatori, coppie e sorelle
Presbiteri del “Redemptoris Mater” di Roma
FIRENZE
- 1 S. Bartolo in Tuto
- 2 S. Bartolo in Tuto
IVREA
- 1 Gesù Adoloscente
Francia:
PARIGI
- 1 Bonne Nouvelle
- 1 S. Honoré d’Heyleau
Le équipes itineranti delle nazioni
Alcuni Rettori e Vicerettori dei Seminari “Redemptoris Mater”
Pittori e scultori
Altri invitati (presbiteri, seminaristi disponibili, famiglie in missione).
- Intervallo
H 13 – LODI
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“Oggi convertiti, oggi!”, il giorno di oggi. Per questo la Chiesa in tutto il mondo
comincia l’Ufficio delle Letture con questo salmo: “Se oggi ascoltate la sua voce
non indurite il cuore”, seguite il Signore, seguitelo! Non restate fermi, non resiste-
te alla grazia dello Spirito Santo, non fate come a Massa e Meriba dove non vole-
vano seguire il Signore. Cantiamo.
- Canto dell’Invitatorio
- Preghiera del Presidente
- Ammonizione al salmo 50
Oggi è venerdì. Cominciamo questa giornata di conversione – una grazia che
ci dà il Signore di poter stare con la Scrittura, con Lui, parlando con Lui, stando
con Lui – cominciamo con il salmo 50. Dice S. Agostino che è molto importante
che ciò che professa la bocca lo senta il cuore. Sentiamoci insieme al re Davide
peccatori, profondamente peccatori: “Pietà di me o Dio”, dice il salmo, “secondo
la tua misericordia cancella il mio peccato”. Dicono i Padri della Chiesa: conside-
rati l’ultimo e il peggiore di tutti. Non c’è niente nella vita cristiana senza umiltà,
e i Padri del deserto dicono che così come una nave non si può costruire senza il
legno e i chiodi, così il cristiano non può essere cristiano senza l’umiltà. E che co-
sa è l’umiltà? Considerati inferiore a ogni creatura, peggiore di ogni creatura,
considerati l’ultimo e il peggiore di tutti, perché questa è la verità. Siamo tutti dei
peccatori, dei poveracci, allora diciamo con il cuore quello che dice il salmo:
“Peccatore mi ha concepito mia madre, tu hai ragione Signore, contro di te, con-
tro di te ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto. Perciò sei giusto
quando parli, retto nel tuo giudizio”. Questo bisogna dirlo con il cuore, non con la
bocca, perché è la verità: Contro di te, contro te solo ho peccato. Il salmo ci invita
a dire: Non gradisci olocausti, non vuoi gesti esteriori, riti esterni, quando non c’è
veramente una conversione del cuore. Per questo non accetti sacrifici e olocausti,
un cuore contrito e umiliato è il mio sacrificio a te. Dove abiterà il Signore? Dove
abita il Signore? In un cuore contrito e umiliato. Tu ti senti umiliato oggi? Mac-
ché! Qui forse non c’è neanche uno, uno solo, che sia umiliato! Troveremo uno
che abbia un cuore contrito, ossia che senta nel cuore veramente di aver offeso il
Signore? Questa è una grazia, quello che i Padri del deserto chiamavano il lutto!
Sentire dentro amore a Gesù Cristo.
Allora abbiamo occasione, appoggiati dalla Parola di Dio, con il re Davide,
di cantare questo salmo; lo facciamo alternato, io faccio la prima parte e voi la se-
conda.
- Canto del salmo 50
- II salmo proclamato
- Ammonizione al canto: “Zaccheo”
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Adesso fratelli, prima dell’ultimo salmo, facciamo un canto che mi pare molto
importante, è il canto di Zaccheo. Noi siamo tutti peccatori, come Zaccheo, ma
questo canto come sapete ha una chiave che è molto importante, come ogni Parola
del Vangelo. Una delle chiavi che apre questa Parola è quando Gesù guarda que-
sto poveraccio, peccatore, attaccato al denaro, ladro, mentitore, al quale non im-
porta niente di essere disprezzato dal suo popolo per l’attaccamento al denaro:
l’avarizia, disprezzato da tutti, cosciente di essere una “lordure”, una spazzatura
ma non gli importa, è attaccato al denaro. Ma in questa situazione voleva vedere
Gesù, la strada era piena di gente e non riusciva a vederlo. Allora corre avanti e
trova un grande sicomoro – i sicomori hanno delle radici grandi che vengono mol-
to in fuori – e sale sulle radici, si arrampica e al di sopra della gente vede Gesù
che passa. Gesù alza gli occhi e lo vede. Guardate lo sguardo misericordioso di
Cristo verso un infame, un malvagio, un avaro, un lussurioso, un ipocrita, una ca-
naglia!
Gesù lo guardò e disse: “Scendi subito perché conviene, è necessario, convie-
ne per l’umanità, per la salvezza del mondo, che Io oggi – la parola “oggi” – entri
in casa tua”. Questa è una parola per noi: conviene per la salvezza di Roma, per la
salvezza d’Europa – e qui ci sono gli itineranti d’Europa, gli itineranti di Ameri-
ca, dell’Asia – conviene che Io oggi entri in casa tua, altrimenti non resisterai a
quello che ti attende: sia persecuzioni sia vecchiaia sia malattie, sia quello che sia.
Ci dispiace per Giovanni, l’itinerante dell’Austria, al quale hanno scoperto un
cancro alle ossa. Ecco, il giorno in cui meno ce lo aspettiamo, dolori indescrivibi-
li! Conviene, è necessario che io entri in casa tua, che abiti in te, che sia con te!
Zaccheo è così commosso che Cristo abbia questa misericordia con lui ed entri
in casa sua, sapendo che un ebreo non può entrare in casa di un peccatore né in
casa di un pagano; infatti accusano Pietro che entra nella casa del centurione. Tut-
ti mormoravano, la gente diceva “E’ entrato in casa di un peccatore”, perché il
salmo 1 dice che il giusto non siede in compagnia dei burloni, dei peccatori, non
siede con loro. Ma Zaccheo è così emozionato che dice: “Se ho rubato a qualcuno
– e rubava a tutti! – restituirò 4 volte tanto, e darò la metà dei miei beni ai pove-
ri”. Vedete? Immediatamente la conversione tocca il denaro. E’ curioso, il denaro
è il simbolo dell’io, dell’amore a se stessi. Cristo dice: “Oggi”, è importantissima
questa parola, “oggi è entrata la salvezza in questa casa”. E dopo noi cantiamo:
“Zaccheo sei tu”.
Allora non ricevete invano la grazia di Dio, perché Dio vi ha portato a questa
convivenza per darvi dei doni, delle grazie che sono tutte necessarie. E’ come uno
che deve andare a in palestra perché deve fare ginnastica; anche qui, in queste
convivenze, stiamo facendo degli esercizi, esercizi spirituali, abbiamo bisogno e il
Signore deve dare a tutti grazie speciali. Allora stai attento a non ricevere invano
la grazia. Cantiamo questo canto.
- Canto dopo il II salmo: “Zaccheo”
- III salmo proclamato
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Questo testo, che è molto profondo e denso, preparerà un poco il video che
vogliamo presentarvi dopo la penitenziale, il video dell’incontro dei rabbini che
abbiamo fatto nella Domus Galilaeae, che è veramente sorprendente e vi piacerà
moltissimo. Lì si è realizzato un miracolo: i due popoli, ebrei e gentili, siamo stati
un corpo solo, uno spirito solo. Dovete vedere quello che dicono i rabbini e noi
non sapevamo che fare in questa convivenza, tutto ci sorpassava. Sono venuti 120
rabbini da tutto il mondo, e altre personalità ebraiche.
Questo passo della lettera agli Efesini mostra l’escatologia realizzata, perché
dice che noi prima eravamo come tutto il mondo, seguendo i suggerimenti del
demonio che qui chiama principe dell’impero dell’aria, spirito che agisce nei ri-
belli. La nota della Bibbia di Gerusalemme al v. 2,2 dice:
“L’aria era per gli antichi l’abitazione degli spiriti demoniaci. Il principe di
questo immenso impero è satana”.
Allora il mondo, che si è separato da Dio e sta tutto sotto il potere del demonio, è
destinato alla collera perché c’è una giustizia divina. Chi violenta una ragazzina
avrà un castigo, chi ruba avrà un castigo, tutto ha una giustizia. Chi mente, chi
violenta avrà un castigo, c’è una giustizia divina. Tutti eravamo, come il mondo
intero, destinati alla collera per il peccato originale, un peccato di valore infinito:
l’uomo ha deciso di farsi lui dio di se sesso. Dice S. Paolo: “Anche voi un tempo
viveste alla maniera di questo mondo seguendo il principe delle potenze dell’aria,
spirito che agisce nei ribelli. Tra questi siamo vissuti anche noi un tempo, in mez-
zo alle concupiscenze della nostra carne, seguendo i desideri della carne e se-
guendo i cattivi pensieri”.
E’ molto importante questo dei cattivi pensieri: il demonio costantemente
invia cattivi pensieri. Ti può venire un pensiero di tipo omosessuale? Sì. Ti può
venire all’improvviso un pensiero, perché non vai a letto con la moglie di quello?
Sì. E il mondo segue questi pensieri cattivi che vengono, alcuni pensieri inconfes-
sabili, come dice qui: “Seguendo i desideri della carne e i cattivi pensieri, destina-
ti per natura come tutti gli altri alla collera”, perché c’è la giustizia divina. Senza
giustizia non c’è niente, non c’è amore né creazione. Per questo dice l’Epistola ai
Corinti che Dio ci ha fatti giustizia di Dio in Lui, perché Cristo ha dato il suo san-
gue per i peccati degli uomini e ha adempiuto ogni giustizia e noi diventassimo
giustizia di Dio in Cristo. E siamo stati salvati dalla collera, perché la collera divi-
na ha schiacciato Cristo, lo ha schiacciato. Il castigo terribile che doveva venire
sull’umanità per le cose nefande, infamanti, per i ladri, per gli stupri, per tutto
quello che c’è oggi e che è una cosa indescrivibile, tutti questi peccati sono caduti
su Cristo. E la sua sofferenza, siccome era Dio, ha un valore infinito: una goccia
del sangue di Cristo può annegare tutti i peccati dell’umanità perché lui era Dio, è
Dio. Per questo Dio stesso doveva fare questa opera di salvezza per l’umanità e S.
Paolo dice qui: “Per la grande misericordia che ha avuto per noi, da morti che e-
ravamo, condannati a seguire i peccati, le concupiscenze della carne, ci ha fatti ri-
vivere”.
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non ti ama per niente? E’ questo o è tutta un’altra cosa? In che consiste questo:
Amatevi come Io vi ho amato? In che consiste, perché se Dio ci dà questo coman-
do e poi noi non sappiamo in che consiste esattamente…”. Portando sempre nel
nostro corpo il morire di Cristo perché si veda nel nostro corpo che Cristo è vivo,
così che ogni cristiano è come un sacramento di salvezza e la comunità intera è un
sacramento di salvezza, e la famiglia intera è un sacramento di salvezza, un segno
della vittoria di Cristo sulla morte, della resurrezione di Cristo che abita in noi,
che vive in noi, che ha vinto la morte. Il resto sono tutte parole. Per questo, fratel-
li, è molto importante questa mattina la conversione, perché cosa dice il kerigma?
Dio, sapendo che eravamo in questa situazione descritta nell’Epistola agli
Efesini, seguendo gli appetiti, i desideri della carne, seguendo i cattivi pensieri,
sotto il potere del principe dell’impero dell’aria che è il demonio, satana, destinati
come tutti gli altri uomini alla collera, pieni di peccati, Dio ricco di misericordia
pensò nel Suo Figlio di salvarci e ci ha inviato dei catechisti, ha chiamato Kiko,
Carmen, D. Francesco, P. Mario, e ci ha mandato a voi, ci ha pensato per fare con
voi un’opera enorme, che è quella di portarvi ad aderire gradualmente al vostro
Battesimo perché arriviate alla pienezza del Testa che è Cristo. Questa pienezza
consiste in questo, nel partecipare alla natura stessa divina, perché il Battesimo ci
fa santi, figli di Dio.
Quando ci domandano che cosa sia l’iniziazione cristiana non sanno che
non è una cosa dottrinale. E’ una gestazione a una vita nuova, è un corpo nuovo
che appare, per questo vogliamo che nelle parrocchie ci sia un utero, una piscina
dove si danno alla luce i nuovi figli di Dio con una natura nuova.
Dio ha inviato Cristo alla morte per i nostri peccati. Oggi entriamo nel no-
stro Battesimo, lasciando nel nostro Battesimo l’uomo vecchio, l’uomo che si cor-
rompe seguendo gli appetiti, i desideri della carne, obbedendo al demonio, obbe-
dendo alle concupiscenze; questo uomo si corrompe, è l’uomo vecchio condanna-
to ad amare se stesso, è l’uomo del peccato originale. Ma Cristo è morto perché
questo peccato sia tolto dalla carne e siamo liberati e possiamo entrare nella veri-
tà, nella verità che Dio ha mostrato in Cristo crocifisso. Qual è la verità? E’ que-
sto amore, l’amore cristiano, l’amore cristologico, l’amore crocifisso. Questa for-
ma di amore è Dio stesso, e Dio ci dà a partecipare di questo amore che ti sazia,
che ti fa felice perché ti permette di donarti, ti permette di amare perché siamo
stati creati per amare, tutti! Solamente lo Spirito Santo ti permette di amare gli al-
tri, di darti! Per questo le famiglie si alzano e vanno in Cina, lo Spirito Santo ti
permette di darti, permette a me di fare 50.627 convivenze, altrimenti non potrei
farlo! Permette a te di aprirti alla vita e avere figli, permette a te di andare per tut-
ta la Toscana a fare catechesi fino alle 2 di notte, permette a te di donarti, ti per-
mette di perdonare la moglie o il marito, o i figli, ti permette di abbandonarti a
Cristo quando nella famiglia c’è un conflitto…, quando tua figlia è andata via con
uno sposato, ti abbandoni al Signore e confidi in Lui. Portando sempre nel nostro
corpo il morire di Cristo perché si veda nel nostro corpo che Cristo è vivo, vivo in
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noi, e la nostra vita è una vita nuova perché è una vita immortale. Dio ci dà a par-
tecipare della vita immortale.
Per questo fratelli l’Epistola agli Ebrei dice che Cristo crocifisso è
l’impronta della sostanza divina e commentando questo passo noi diciamo che in
questo momento Cristo sta davanti al Padre e intercede per te. La natura stessa di-
vina è amarti, stare dentro di te, farsi uno con te. Dio ha mostrato il matrimonio
come il grande sacramento, sacramentum magnum, perché mostra l’amore di Cri-
sto per la Chiesa, perché Dio stesso è un Padre che ha un Figlio. Per questo di-
ciamo che l’amore che Dio ha mostrato in Cristo è un amore unitivo. Così come
un marito e una moglie, facendo l’atto coniugale, uniti, fanno presente un sacra-
mento, così Cristo unendosi a noi: questo amore di Cristo alla Chiesa lo fa presen-
te il matrimonio. Dio sta desiderando essere mio sposo, sposo, sposo mio. La mia
anima è femminile, in questo senso, come spiega S. Giovanni della Croce nel
Cantico Spirituale: Cristo vorrebbe essere uno, uno, perfettamente uno in me, per-
ché Dio vuole come realizzarsi in me, perché l’essenza divina è questo amore. Per
questo l’amore è pienamente unitivo: “Siate perfettamente uno e il mondo crede-
rà”. Cristo vorrebbe stare in noi, profondamente in me, in te… E quanto difficile è
che Dio sia perfettamente uno in me, uno! S. Paolo dice che chi va a letto con una
prostituta obbliga le membra di Cristo a farsi uno in lei, perché per l’atto sessuale
sono due in una sola carne: prenderò io le membra di Cristo e le farò uno con una
prostituta? Non sia mai! Ma dice questo per dire che chi si unisce a Cristo si fa un
solo spirito con Lui, ossia lo Spirito Santo ha il potere di farsi una sola cosa con il
mio spirito e con lo Spirito di Cristo, in modo che in me abita il Padre, il Figlio e
lo Spirito Santo, con me, dentro di me, in modo che ogni cristiano – come dice la
Chiesa tante volte – è santuario della Santissima Trinità. Raccontavano di una
famiglia cristiana che ha fatto battezzare l’ultimo figlio piccolino, e dopo il Batte-
simo il figlio più grande baciava il petto al fratellino perché è santuario della San-
tissima Trinità.
Allora, fratelli, Dio sta desiderando darvi questi doni attraverso questo sa-
cramento, darvi Se stesso e questo vi porterà ad offrirvi a Lui per fare la Sua vo-
lontà, come Lui voglia. Quando facciamo le convivenze di itineranti diciamo: Se
voi non siete disponibili a partire per qualunque parte, vi siete installati nella vo-
stra comunità, nelle vostre zone, già non siete disponibili alla volontà divina in
qualunque maniera, in qualunque forma. Non so quanto ancora ci resta di vita,
stiamo già tutti, grazie a Dio, invecchiando, ed è una grazia anche invecchiare as-
sieme, e ci resta poco per andare con il Signore. Dice S. Paolo che il morire è il
meglio, il meglio è andare con Cristo, morire è andare con Cristo. Dio ci sta aspet-
tando! Il giorno della nostra morte, dies natalis, viene Cristo, come nell’icona del-
la Dormitio della Madonna, appare Cristo e la nostra anima lo riconosce e lui ci
abbraccia e ci porta con sé, siamo uniti a Lui in uno stesso spirito e con una felici-
tà nuova perché siamo stati creati in Cristo per essere santi e immacolati
nell’amore, per essere lode della sua gloria. Tutto questo ci è stato rivelato da Dio.
E’ chiaro che oggi molta gente ha seguito i falsi profeti. Non si capisce Marx sen-
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Convivenza Inizio Corso 2015
za Hegel, non si capisce Hegel senza Kant…, tutti falsi profeti, menzogne, men-
zogne! Viviamo in un mondo dominato da tutta questa falsa filosofia, dove deri-
dono l’antropologia rivelata, la Rivelazione. Qualcuno ha detto che la cosa peg-
giore della Chiesa è stata l’Humanae Vitae, che è un orrore, che bisogna cambiar-
la. Voi credete che questo sia vero? Noi abbiamo obbedito all’Humanae Vitae e
siamo enormemente grati a Paolo VI perché non ci ha ingannato. Abbiamo obbe-
dito e vediamo le nostre famiglie contente, piene di bambini, i nostri figli con tanti
bambini, una cosa veramente sorprendente. Ma il demonio esiste, mente, è poten-
te, mente!
Ora ci sarà il Sinodo sulla Famiglia. Dobbiamo pregare per Papa Francesco
in questo momento difficile della Chiesa. Il Card. Müller dice che la Chiesa si
trova sull’orlo di uno scisma e il Card. Kasper dice che siamo già nello scisma,
uno scisma pratico. Ma scisma o non scisma, in questo momento noi abbiamo una
grande missione. Per questo conviene che oggi Cristo entri in casa tua, perché tut-
to posso – dice S. Paolo – in Colui che mi dà forza, tutto posso (cfr Fil 4,13)!
“Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5), dice Cristo, con Lui possiamo tutto.
Possiamo convertire una nazione? Sì. Possiamo dire a quella montagna: Muoviti?
Sì, e si muoverà. Ah, se avessimo la fede, piccola come un granellino di senape!
Per questo ci attende il mondo, ci attendono le moltitudini, ci attende tutto, anche
la Chiesa stessa, ci attende anche la persecuzione, l’assomigliarci a Cristo croci-
fisso.
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Convivenza Inizio Corso 2015
cenda: il Cristo può essere detto sposo della chiesa perché è suo capo e la
ama come il suo proprio corpo, così come avviene tra marito e moglie”.
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Convivenza Inizio Corso 2015
verità, il resto è tutto vanità, dicono i Padri della Chiesa. Amare Cristo! Una for-
ma di amare Cristo è mettersi in contatto con la Sua Parola, con la Sacra Scrittura.
Abbiamo due ore per scrutare, pregare con la Sacra Scrittura. Dobbiamo prepa-
rarci per lasciare nelle acque del nostro Battesimo, fatte presenti dalla celebrazio-
ne penitenziale, il nostro uomo vecchio. Bando al peccato e coraggio, risorti con
Cristo! Preghiamo.
H 18.00 – PENITENZIALE
Kiko:
Ai posti di combattimento. Occupate i posti davanti. Proviamo un momen-
to il canto d’ingresso. Facciamo come gli altri anni il salmo 142, “Tu che sei fede-
le”. Lo facciamo a 2 voci. Proviamolo un momento.
Coraggio, spero che il Signore vi abbia parlato attraverso la Scrittura e
siamo tutti preparati per confessare al Signore la nostra adesione a Lui e soprattut-
to per rinunziare al peccato. Senza una rinunzia seria al peccato non c’è nessuna
conversione, non c’è nessun perdono dei peccati. Speriamo che il Signore ci aiuti.
In piedi.
- Canto: “Tu che sei fedele”
- Saluto e preghiera del Presidente
- Vangelo: Luca 8, 1 - 3
- Omelia
P. Mario:
Bene, fratelli e sorelle, mi ricordo che anni fa – questo vangelo ritorna mol-
te volte in questa convivenza – presiedeva il card. Schönborn e fece una catechesi
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Convivenza Inizio Corso 2015
bellissima sulla donna nella chiesa. Io non sono all’altezza del card. Schönborn e
allora prego il Signore che mi ispiri come spezzare questa parola in questa convi-
venza che, come ha detto ieri Kiko, è molto importante. Ogni convivenza è molto
importante, però di anno in anno ci troviamo in situazioni nuove, non solo perso-
nalmente – a chi è morta la moglie o il marito, situazioni di crisi o non crisi – ma
anche come comunità e come Chiesa e società. Siamo in un tempo molto delicato,
sappiamo cosa sta succedendo, tutte queste migrazioni, sempre ci sono state nella
storia, ma oggi sono in quantità più grande del normale, con tutti i problemi che
questo comporta. Poi la minaccia dell’Isis: vediamo tutti questi che scappano: e-
ravamo abituati a vedere i poveri dell’Africa che scappavano…, ma adesso sono i
siriani, gente evoluta, un avvocato, un medico che scappano, hanno perso tutto e
scappano via. Io quando guardo quello penso: forse un giorno tocca anche a me,
anche a noi. Non è proprio impensabile, anzi! Do solo delle pennellate. Poi c’è
anche la situazione della Chiesa, non so se lo sapete, più o meno siete al corrente
che tra il Sinodo dell’anno scorso e il Sinodo che si concluderà in ottobre è emer-
sa tutta una situazione di confronto di concezione della Chiesa, della tradizione,
della prassi, ecc. Per cui, come diceva Kiko, qualcuno ha parlato di pericolo di
scisma all’interno della Chiesa. Dico questo perché la parola di oggi che parla di
queste donne liberate da 7 demoni, Maria di Magdala, delle altre non dice quanti
e neanche dei 12, però sappiamo che c’era un indemoniato e quando Gesù gli
chiede: come ti chiami? Era un uomo, dice: Legione! Sapete cosa sono le legioni
romane? Truppe, truppe e truppe! Noi sappiamo per la tradizione della chiesa che
ciascun battaglione, ciascuna armata ha un capo: questi sono i 7 vizi capitali.
Quindi non sono le donne sono liberate dai demoni, ma anche noi, anche gli uo-
mini, tutti. Anzi Gesù è venuto proprio per disfare le opere del demonio, il demo-
nio che ha ingannato Adamo e Eva, ha sedotto Eva, li ha fatti peccare e ha insi-
nuato un istinto di autonomia, di indipendenza da Dio che sarà trasmesso come
peccato originale. Gesù Cristo, entrando nel mondo, dice: non hai voluto vittime
ed olocausti per questa situazione, per riparare questa situazione; mi hai dato un
corpo. Ecco, io vengo, Padre, per fare la tua volontà. Mentre il demonio è disob-
bedienza a Dio e inocula in noi questo virus, l’Unico, il Figlio di Dio si fa uomo
per strapparci da questa schiavitù, sconfiggere il demonio, sconfiggere la morte
obbedendo al Padre fino alla morte e morte di croce. Così distrugge in se stesso,
con la nostra umanità, distrugge il potere del demonio. Il battesimo ha tolto in noi
il peccato originale, certamente, ma rimangono sempre queste 7 legioni – i vizi
capitali – e più avanziamo nel cammino, più cresce in noi la vita divina e più essi
perdono forza, ma rimangono. Possono anche attaccarci in un momento di debo-
lezza e di crisi. Il santo curato D’Ars diceva che il nostro orgoglio muore
mezz’ora dopo di noi. Sempre in agguato!
Questa è l’opera che Gesù Cristo è venuto a compiere: disfare le opere del
demonio, liberarci dal suo potere, sostituire poco a poco, con lo Spirito Santo,
principio vitale del nostro spirito, questo virus satanico, questo avvelenamento del
demonio. Domani, se Dio vuole, farò una catechesi sulla famiglia e citerò Papa
Bergoglio che prima di diventare Papa, quando in Argentina venne proposta la
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legge di approvazione del matrimonio gay, lui scrisse una lettera a 4 conventi di
suore di Buenos Aires chiedendo preghiere e dicendo: questa non è una questione
politica, questo è il demonio che vuole distruggere l’opera di Dio, che ci ha creati
a sua immagina, uomo e donna. Questa minaccia l’avvertiamo tutti con la que-
stione del gender, con tutte queste guerre, con tutte le impossibilità della società
di risolvere i problemi, tutto viene dal demonio. Noi sappiamo anche che il demo-
nio agisce non solo fuori di noi, ma anche dentro di noi, dentro la Chiesa. Paolo
VI dopo il Concilio ad un certo punto disse: il fumo del demonio è entrato nella
Chiesa! Si è visto e si vede, perché ci sono tentativi di allontanarsi dalla dottrina
della chiesa, di “protestantizzare” la Chiesa Cattolica. Il demonio è andato cre-
scendo nella sua opera. Per questo il Signore ci chiama ad essere fedeli all’opera
che ha compiuto con noi da tanti anni, tutti fondati sul Magistero della Chiesa,
che abbiamo avuto il dono di conoscere e condividere in tutti questi anni. Ma poi
c’è l’azione del demonio in ciascuno di noi. Una volta hanno interpellato il padre
Amorth, famoso esorcista, riguardo a questi gruppi di satana che avevano ucciso
delle persone; lui diceva: la possessione diabolica, che sempre la chiesa vuole ve-
rificare, non è il vero problema! Il vero problema è il demonio che è nel nostro
cuore, che prima di tutto ci vuol convincere che non esiste! Grazie a Dio Papa
Francesco, come anche gli altri Papi, fin dall’inizio ha cominciato a parlare del
demonio. I giornali hanno scritto: il Papa parla del demonio, ma non era una cosa
del Medio Evo? Lo sperimentiamo tutti, tutti siamo in questo combattimento. Du-
rante la rinnovazione delle promesse battesimali, come tutti noi abbiamo fatto, in
forma solenne, davanti al Papa o al Vescovo – rinnovamento del battesimo che
realizziamo ogni Pasqua, nella Veglia Pasquale –, abbiamo detto: Rinuncio a te
satana e aderisco a Gesù Cristo; questo “rinuncio a te satana” non è solo della
Veglia Pasquale, è di ogni giorno. Ricordate le catechesi di Carmen che diceva
che il demonio ci attacca attraverso i pensieri, i pensieri. Il demonio si chiama
l’accusatore, colui che accusa, accusa noi quando ci vince e cadiamo in un pecca-
to, ci fa dubitare dell’amore di Dio e ci fa accusare gli altri, giudicare il marito, la
moglie in nome della giustizia, in nome della verità. E’ un combattimento costan-
te: il Signore allena le mie mani alla battaglia. Battaglia contro lo spirito del male,
contro il demonio che ci suggerisce costantemente reazioni che vengono dalla
carne, da quel cadavere che ancora non è totalmente vinto fino alla resurrezione e
che sempre manda fuori questo putridume: ogni volta che si presenta un pensiero
di giudizio o di giustizia o di lussuria o di attaccamento ai soldi, sempre si presen-
ta. Il Signore ci invita a respingerli subito, mentre ancora arrivano, perché se li la-
sciamo entrare, se cominciamo a pensarci comincia… S. Agostino dice che il de-
monio dentro di noi è come un cane – ho già fatto altre volte questo esempio ma
mi piace molto –; quando entriamo in una casa, troviamo a volte un cartello, con
la faccia di un mastino che fa paura solo a guardarlo, con la scritta: “Attenti al ca-
ne”. Effettivamente nel giardino c’è un cane, che però è legato. Quando entri, e
lui vede un estraneo, comincia a fare il suo lavoro, ad abbaiare, digrigna i denti, ti
fa paura. Se tu passi lontano, ti fa un po’ di paura, ma non può farti niente perché
è legato, ma se tu ti avvicini ti morde. Così, dice Agostino, il demonio dentro di
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Convivenza Inizio Corso 2015
noi fa il suo lavoro. Sapete che ha due nomi: diavolo, colui che divide, e satan
che vuol dire l’accusatore. Allora, quando c’è una croce, qualcosa che non sop-
portiamo o cadiamo in un peccato o abbiamo un attacco di collera nonostante che
abbiamo finito il cammino da molti anni, subito ci accusa: guarda, tanti anni di
cammino, non servono a nulla, stai perdendo tempo. Se lo ascoltiamo ci morde,
entriamo in crisi. Una mamma che scopre di essere incinta, e non era nei suoi
programmi, il demonio subito l’attacca e va in crisi, magari non va in comunità
per un periodo, ma se invece di ascoltarlo subito dice: “Vattene satana!” e si a-
scolta l’Altro, che in è in noi, lo Spirito Santo, forse più sottovoce, ma che ci an-
nuncia che Gesù Cristo è morto per noi quando eravamo peccatori, cattivi – Dio
mai si scandalizza di nessun peccato –, se allora invochiamo lo Spirito Santo sia-
mo salvi! Questo è un combattimento fin sul letto di morte. Grazie a Dio sostenuti
dai nostri fratelli della comunità.
Gesù Cristo è venuto per scacciare i demoni e quando dice: È arrivata la
mia ora, Padre, glorificami. Il Padre risponde: Ti ho glorificato e ancora ti glorifi-
cherò. Viene come un tuono, la gente si spaventa, e Gesù dice: È giunta l’ora in
cui il principe di questo mondo sarà scacciato fuori. Con la sua morte e resurre-
zione il demonio ha perso il potere di schiavizzarci completamente, ha ancora il
potere di tentarci, perché attraverso la tentazione si maturi la nostra fede, si chia-
risca, se effettivamente aderiamo al Signore e rinunciamo a satana. Questo è con-
templato da S. Giovanni nell’Apocalisse, dai santi che cantano che è stato precipi-
tato sulla terra, satan, colui che accusava i santi presso Dio.
Alcuni pensieri per dire che siamo in un tempo difficile, ci aspettano tempi
duri, non solo nella società, ma anche all’interno della chiesa e per questo il Si-
gnore vuole liberarci oggi dai demoni che ci seguono; dice S. Pietro: Come un le-
one ruggente cerca chi divorare, siate forti nella fede, a lui resistete.
Nell’Imitazione di Cristo c’è scritto che la tentazione è molto importante per un
cristiano. Proprio come verifica del nostro amore al Signore più che a noi stessi.
Kiko:
S. Antonio del deserto diceva: “Togliete le tentazioni e nessuno si salva”!
P. Mario:
Allora, cari fratelli, il Signore ci invita oggi a confessare con umiltà e sin-
cerità i nostri peccati che sono frutto di quest’azione costante del demonio: il ma-
rito che giudica la moglie, la moglie che non si sente voluta bene o le preoccupa-
zioni per i figli che non sono come noi vorremmo, in tante forme ci attacca il de-
monio. La salute, la vecchiaia, i dolori, gli acciacchi, la perdita di memoria: di
questo è testimone la nostra équipe che è tutta sfasciata! Kiko resiste ancora e io
ho bisogno di trasfusioni di energia! Diamo al Signore i nostri peccati e non la-
sciamoci deprimere dal fatto che il demonio ancora ci vince, carichiamo tutti i
peccati su Gesù Cristo, che è qui presente in questo ministero, in questo sacra-
mento. Sapete che l’America ha riconosciuto che tutti i marines che ha inviato in
Iraq non erano ben preparati e è stato un fallimento. E’ quindi importante che noi
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Convivenza Inizio Corso 2015
siamo ben preparati alla lotta. Se non abbiamo lo Spirito Santo nel nostro cuore,
con poco o niente, il demonio ci vince, ci indebolisce. Oggi, abbiamo bisogno più
che mai di stare in piedi vigilanti, forti nella fede, nel Signore.
Kiko:
Anche perché abbiamo dietro un popolo che ci sta guardando, migliaia e
migliaia di giovani. Siamo le prime comunità: se cadiamo noi cadono tutti come
un effetto domino. Loro sono ammiratissimi che, vecchiacci come siamo, siamo
tutti qua. Ci guardano i nostri figli, i nostri nipoti, tante comunità. In piedi.
- Confesso (in ginocchio)
- Preghiera del Presidente, conclusa dal Padre nostro
- Confessioni individuali
(Durante le confessioni, silenzio per favorire l’esame di coscienza individuale)
- Preghiera di rendimento di grazie
- Canto alla Pace: “Gerusalemme, Gerusalemme”
- Benedizione
Salutiamo i presbiteri. Adesso facciamo il video dei rabbini. E’ molto bella,
un fatto storico, anche un fatto che quando lo vedono alcuni rabbini che non sono
stati invitati restano di stucco. E’ importantissimo che lo vediate. Sono le 19,30,
facciamo 10 minuti di riposo. Dura 40 minuti, alle 20,30 andiamo a cena. Corag-
gio! Salutiamo i presbiteri.
- Canto: “Grazie a Jahvhè”
10 minuti di intervallo
H 19,45 – VIDEO
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Convivenza Inizio Corso 2015
70 vescovi degli Stati Uniti, arcivescovi, cardinali, e per fare un omaggio ai ve-
scovi l’ultimo giorno abbiamo fatto questi 3 movimenti. Era presente l’incaricato
del rapporto con la Chiesa Cattolica, il rabbino David Rosen e sono venuti anche
alcuni del Ministero del Turismo perché volevano salutare i vescovi americani.
Hanno assistito a questo concerto e sono stati toccati. Il rabbino Rosen ha voluto
dire una parola, dicendo di quanto erano stupiti e ha raccontato dei due chassi-
dim. Uno dice all’altro: “Boris, tu mi ami?” L’altro gli risponde: “Sì, ti voglio be-
ne” Boris gli domanda: “Sai cosa mi fa soffrire?” E l’altro dice: “Come posso sa-
pere cosa ti fa soffrire?” Boris dice: “Se non sai cosa mi fa soffrire, come puoi di-
re che mi vuoi bene?” Questo lo diceva per dire che con quella musica dimostra-
vamo di aver capito cosa fa soffrire il popolo ebreo.
Dopo questo fatto, hanno pensato di fare questo concerto all’Auditorium di
Gerusalemme, cosa difficilissima, gli ebrei sono divisi in molte gruppi, a volte in
lite tra loro, ma alla fine lo abbiamo fatto. Poi hanno chiesto di farlo a New York,
dove risiede la più grande comunità ebraica. Anche lì è stato un mistero, tutto im-
possibile, difficile, perché il Metropolitan House, dove avevamo pensato di farlo,
era tutto occupato per 3 anni, era libero solo un giorno, perché era scaduto il pre-
cedente contratto. Sapete che la protettrice del Cammino è la Madonna di Pompei,
la sua festa è l’8 maggio. Sapete che giorno ci hanno concesso? L’8 maggio! An-
che quello è stato un evento enorme.
Poi abbiamo pensato di fare il concerto ad Aushwitz. Cosa difficilissima,
Stefano è stato bravissimo. Davanti alla porta della morte! Dio ha aperto tutte le
strade, anche un parcheggio nuovo, la signora responsabile del luogo è stata
commossa, ci ha permesso di costruire lì un grande palco. Dopo siamo andati a
Budapest e abbiamo fatto il concerto con gli ebrei nel Palazzo dell’Opera. Alla fi-
ne hanno chiesto il bis, battendo ritmicamente le mani. E’ stato veramente im-
pressionante.
Alla Domus Galilaeae continuano ad andare ebrei a visitarla, l’anno scorso
sono andati 150.000 ebrei. Arrivano con i pullman. Ultimamente una signora è
andata alla Domus ed è rimasta molto impressionata ed ha chiesto a Rino se pote-
va portare l’esercito.
d. Rino:
Questa signora è incaricata di organizzare l’esercito nel nord di Israele. E’
rimasta così colpita della casa, dei seminaristi, che mi ha detto: posso portare le
reclute, i nostri giovani dell’esercito? Ha cominciato ad inviare 2 pullman alla
volta, ragazzi e ragazze, con i mitra...
Kiko:
Continuano a venire. Immaginate che cosa curiosa e sorprendente. Cosa
vuole dire questo fatto del Cammino con gli ebrei? Una cosa che ci sorprende. I
rabbini di New York, i rabbini Rosenbaum e Greenberg soprattutto sono rimasti
così toccati da questo rapporto con noi che sono venuti a Roma per parlare con
me, dicendo che questo bisognava continuarlo, non potevamo fermarci, perché
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Convivenza Inizio Corso 2015
l’amore che ha il Cammino per il popolo ebreo – che per loro è sorprendente per-
ché si sono sempre sentiti perseguitati dalla Chiesa – è molto profondo. Molti e-
brei che vengono alla Domus chiedono: ma voi siete cattolici? Del Papa? Non è
possibile, noi pensavamo che il Vaticano ci detestasse, ma voi ci volete bene. A
Rosenbaum dico: Non so che fare? E questi dicevano: Perché non facciamo una
convivenza di rabbini? E’ venuto 3 volte a parlare con me e alla fine abbiamo de-
ciso, anche con Giuseppe, di fare una convivenza. Che facciamo? Mi dice: Scri-
viamo una lettera firmata da te e da 3 cardinali. Ho parlato con il card. Schön-
born, con il card. O’Malley, con il card. Cañizares, che si considera di origine e-
braica, che hanno firmato con me la lettera e con i 3 rabbini molto importanti, in-
vitandoli ad un incontro di rabbini alla Domus Galilaeae. Non potete immaginare
quando hanno cominciato ad iscriversi i rabbini, hanno cominciato a domandare il
programma. Programma? Noi non abbiamo nessun programma! E cosa facciamo?
Erano sbalorditi. Il rabbino Rosen era terrorizzato quando ha saputo che venivano
più di 100 rabbini da tutto il mondo, e voleva il programma. Rino, ad un rabbino
che gli chiedeva il programma, ha risposto: Noi siamo come Abramo, andiamo
dietro Dio. E’ lui che fa le cose! Voi volete le cose sicure perché avete perso la
fede di Abramo. Il rabbino gli detto: Hai ragione!
Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Poi abbiamo avuto il problema
del kosher. Sono venuti 2 rabbini che hanno pulito tutta la cucina, lavato i piatti,
pieni di regole. Un laico non può aprire il forno, lo deve aprire il rabbino. Tutto
così, molto difficile. Abbiamo dovuto trasformare un locale in sinagoga. Sono ve-
nuti 8 cardinali, 18 vescovi, gli itineranti e tutti i rabbini. Nela sala di sotto ab-
biamo fatto la sinagoga, con il bema, l’arca, una parte riservata per le donne. Lì
però è successo un miracolo: lo Spirito Santo è disceso sulla nostra assemblea e si
è creata una comunione tra di noi sorprendente. Spero che questo si veda. E’ im-
portantissimo quello che dicono i rabbini alla fine quando gli abbiamo chiesto la
loro esperienza su quei giorni.
Questa famiglia, che è stata invitata al Sinodo, mi ha dato adesso la lettera
del rabbino Jacobs di Olanda che dice:
Amersfoort, 18 settembre 2015 – 5 Tisjrei 5776
Caro amico Massimo Paloni,
Dall’ Olanda voglio prima di tutto augurarti una buona convivenza
con i tuoi fratelli nella fede provenienti da tutto il mondo e a tutti i
presenti: un shana tova!
Ripensando all’anno passato mi ritorna in mente l’incontro impres-
sionante che abbiamo avuto in Israele, caldo e unico.
Fino a poco tempo prima sarebbe stato impensabile che ci fosse un
incontro comune di ebrei e cattolici, rabbini e vescovi, rabbini capo e
cardinali. Insieme abbiamo riflettuto, pregato, mangiato e lavorato al-
la reciproca comprensione, tolleranza e soprattutto per un vero sha-
lom.
Porta per piacere un saluto caloroso a Kiko e a tutti gli altri parteci-
panti e sappi che considero un onore essere stato presente nella terra
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Convivenza Inizio Corso 2015
Adesso vorrebbero continuare, ossia che ora dovrei fare una convivenza
all’anno dei vescovi e dopo quella dei rabbini! Mamma mia! Potete immaginare,
che ho sofferto come un cane. Che facciamo? Che succede? Poi sono venuti da
tutte le confessioni ebraiche. E’ la prima volta nella storia che sono insieme ri-
formisti, conservativi, ortodossi, liberali: mai stanno insieme perché sono divisi!
Sono venute anche 2 rabbine: abbiamo detto loro: Per favore, non vi possiamo
presentare come rabbine, perché altrimenti gli ortodossi qui presenti si alzano e se
ne vanno. Qualcuno di loro ha commentato: Devono essere i cattolici a mettere
insieme tutti i rami dell’ebraismo, in comunione?
Che cosa vuole il Signore che facciamo? I rabbini sono rimasti così scioc-
cati che hanno detto che questa convivenza dimostra che il Messia è alle porte!
Sentirete quello che uno dice: Ecco, il Messia è già qui! Noi abbiamo capito che
abbiamo fatto un cammino di crescita nella fede, quella crescita della fede che è
in noi, questo Cristo adulto che è in noi vuole che sia conosciuto dagli ebrei.
Quando gli ebrei conoscono noi, il Cristo che è in noi, restano sorpresi. Forse è
arrivato il momento che Dio gli toglie il velo perché il Messia che c’è in noi gli
piace molto, sono emozionati. Guardate il video.
- Proiezione del video della Convivenza dei Rabbini
- Commenti
Avete visto come c’è stata una presenza di comunione impressionante.
Quello che dice un rabbino che chiede alla moglie: Tu hai mai sentito nella sina-
goga dire “Dio ti ama”? Mai! Mai si dice che Dio ti ama, loro hanno una comu-
nione con Dio attraverso la legge. Dio è alto, alto nel cielo, si relazionano con Lui
attraverso la legge. Dire: “Dio ti ama!” è come averlo molto vicino. Si sono sentiti
amati da noi, per quello il rabbino ci ringraziava profondamente.
Non so come continueremo, è un fatto storico senza dubbio! Non so dove
vuole andare il Signore, è chiaro che tutti sono rimasti impressionati. Hanno scrit-
to su riviste, sono tutti toccati, passa il tempo ma il ricordo resta vivo.
Pregate per il prossimo incontro dei rabbini. Quando abbiamo fatto vedere
qualche pezzettino del video ai rabbini di Barcellona, che non sono venuti, non
credevano ai loro occhi, adesso vogliono venire tutti. L’anno prossimo non entre-
remo perché invece di 120 rabbini saranno 500 da tutto il mondo. Il Signore ha
portato lui la convivenza. Avete visto che ho spiegato un poco cosa il Cammino,
ho predicato Gesù Cristo liberamente, senza nessuna reticenza e mi hanno ascol-
tato con amore. Un aneddoto carino: quando abbiamo fatto i vespri con gli ebrei,
gli ortodossi si sono separati dalle donne. Però 3 rabbini sono rimasti in mezzo al-
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le donne, e non si sono voluti muovere. Gli abbiamo chiesto perché. Loro erano
riformisti e non sopportano gli ortodossi. “Queste regole degli ortodossi noi non le
sopportiamo”, ci hanno detto! Hanno contestato e sono rimasti seduti con le don-
ne. Vi racconto questo per dirvi come tra di loro sono divisi, molti non sopportano
le regole degli ortodossi – cappello nero, riccioli –, sono più liberali, vogliono le
donne rabbine. Ma durante il nostro incontro non si è notato nulla di tutto questo.
Questo lo abbiamo saputo dopo. C’è stata una comunione incredibile, anche nei
piccoli gruppi. Gli itineranti hanno dato la loro esperienza ai rabbini. L’altra cosa
che li ha colpiti è stato il video della famiglia con la trasmissione della fede per-
ché loro hanno un problema grandissimo con i giovani: non sanno come passare
la fede ai figli. Il rabbino Greenberg ha detto: questo che ha fatto il Cammino, un
catecumenato per approfondire la fede, dobbiamo farlo anche con gli ebrei. Fare-
mo un “Cammino Neocatecumenale per gli ebrei”, che vi posso dire?, per raffor-
zare la loro fede! Ne hanno assoluto bisogno perché hanno problemi con la gente
secolarizzata, Tel Aviv piena di droga ed altro…
Vi è piaciuto? (Applauso)
Andiamo a cena ci vediamo domani alle 10.
H. 21 – cena
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Convivenza Inizio Corso 2015
SABATO 19 settembre
H. 10 nella tenda
- Auguri a P. Mario
P. Mario: Grazie per gli auguri! Oggi che parliamo della famiglia ricorderò so-
prattutto mamma e papà, ringrazio il Signore per il dono della vita e sono convin-
to che il Signore abbia un particolare senso dell’humor, perché per mettere me,
che sono strutturalmente ordinato – mangiare alle 12, cenare alle 19,30 –, assieme
a Kiko e a Carmen ci vuole molta fantasia e molto senso dell’humor. Ma devo
ringraziarLo perché per me stare con Kiko e Carmen è una grazia immensa che ha
realizzato tutti i sogni che Dio aveva posto nel mio cuore in antecedenza. Allora
benedico il Signore, ringrazio voi e mi raccomando alle vostre preghiere. Grazie!
Papa Francesco è partito adesso per Cuba e lo accompagniamo con la pre-
ghiera.
H 10 – LODI
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Convivenza Inizio Corso 2015
nio sta contro di noi e ci sta preparando delle trappole, prepara costantemente
trappole. Dio permette le tentazioni e, parafrasando S. Antonio del deserto, dice-
vamo ieri: “Togliete le tentazioni e nessuno si salva”: perché? Perché quando
siamo tentati, quando ti calunniano, quando abbiamo un problema con una figlia o
un problema con la moglie, una tentazione, un momento di travaglio, questo ci
obbliga a pregare, a pregare, a chiedere aiuto al Signore, a gemere: “Aiutaci Tu,
Signore! Nostro figlio ci ha detto che è omosessuale e va a vivere con un tizio.
Aiutaci Tu!”. O tua figlia se ne va con un uomo sposato: “Aiutaci Tu”. Aiutaci
Tu, sempre. Possono venire tentazioni di ogni tipo, io ne ho una dietro l’altra. I
Padri del deserto dicevano che le tentazioni sono come le onde, viene una, poi
un’altra, poi un’altra. Ma l’importante è imparare, attraverso queste onde che ar-
rivano, a essere umili, ad abbassarsi. Che significa abbassarsi? Se viene un’onda
forte e tu non ti abbassi, ti può prendere e schiacciare contro le rocce, e resti tutto
ferito. Ma se ti abbassi l’onda ti passa sopra. Così un problema dopo l’altro ci in-
vitano, ci insegnano a essere umili, ad abbassarci, ad accettarlo, accettarlo senza
mormorare contro Dio, senza mormorare contro nessuno, dicendo: “Hai ragione,
Signore, è quello che mi merito, non sono migliore di nessuno. Guarda, quello ha
un cancro, quell’altro ha divorziato… hai ragione, Signore, chi sono io?”. Abbas-
siamoci! L’orgoglio è il nostro vero nemico, la superbia, l’orgoglio. Tocca quello
nell’orgoglio e vedrai come salta, si alza come un serpente, salta! No, non c’è
niente in noi di cristiano senza umiltà.
Secondo la tradizione della Chiesa il demonio si vince solo con l’umiltà
perché è il padre della superbia, dell’orgoglio. Guardate quanta gente, anche se ha
finito il Cammino da tanti anni, non so come il demonio la tocca nell’orgoglio e
lascia il Cammino, lascia la comunità e non c’è verso, non ritorna! Ma come è
possibile? Non ritorna, non c’è modo di piegare questo orgoglio dentro, è ferito,
vuole giustizia, non sappiamo che succede, ma siamo completamente impotenti
perché l’uomo è libero.
Allora questo canto dice: “Rivestitevi dell’armatura di Dio indossando le
armi della luce”. Dio ci ha dato delle armi per vincere i nostri nemici, c’è un e-
norme esercito, legioni, come diceva P. Mario. Dio ha permesso a un padre del
deserto di vedere a occidente l’armata dei demoni ed è rimasto terrorizzato; come
nel film: “Il signore degli anelli” di Tolkien: tutto pieno di mostri, una legione
immensa, e lui è tutto terrorizzato. Ma il Signore gli dice: “Coraggio, guarda ora
verso oriente” e ha visto un esercito enorme di angeli, più numerosi dei demoni.
Non ti preoccupare, ci troviamo in questa lotta. E perché la vita è così? Che cosa
curiosa, vero? Perché dobbiamo invecchiare? Perché ci sono le malattie? Perché ti
nasce un bambino a cui manca un braccio? Che cosa curiosa la vita! “La nostra
lotta non è contro le creature di sangue e di carne”. Tu credi che quella persona
che si è messa contro di te, che dice che sei un superbo, che ti credi un padreterno
e tutte queste cose, che parla male di te… spero di non provocare l’invidia di nes-
suno con questo video, perché abbiamo già abbastanza invidie. In Spagna dicono:
“Se l’invidia fosse rogna, quanti rognosi ci sarebbero!”. L’invidia ti obnubila la
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Convivenza Inizio Corso 2015
mente e ti fa detestare! Cristo è stato ucciso per invidia. Per questo è buono non
mostrare mai i tuoi successi, che non dicano: “Chi si crede, Kiko? Ma chi si cre-
derà di essere?”. Se non sei umile la gente ti detesta.
Bene, in che consistono queste armi? “Cinti i fianchi con la verità”, devi
dire la verità, la verità. Non mentire, a cominciare da tua moglie o da tuo marito,
non mentire. “Rivestitevi della giustizia della croce”: che cosa è la giustizia della
croce? Cristo non ha fatto giustizia, ha accettato di essere umiliato, trattato ingiu-
stamente. La giustizia della croce non resiste al malvagio, al male, non oppone re-
sistenza. Dio ti ha dato l’onore di essere crocifisso con Cristo, non c’è onore più
grande al mondo. Ma se sei un mondano o un figlio del demonio, non sopporti
che venga contro di te un’ingiustizia, assolutamente! Resisti, resistiamo. “La giu-
stizia della croce non resiste al male, prende su di sé i peccati degli altri”, le cose
malvagie dell’altro, le accetta. C’è un problema con la giustizia della croce, un
problema enorme: devo accettare l’ingiustizia? Sì! Ma questo va contro la mia na-
tura.
“Calzati con lo zelo per annunciare il Vangelo”. Dicono i Padri del deserto
che siccome il serpente sta in terra e sta sempre pronto ad attaccare il calcagno, il
tallone, per morsicarti, velenoso com’è, se tu hai messo i calzari per annunziare il
Vangelo hai coperto il tallone: non ti può attaccare, non ti può mordere se hai lo
zelo! Questo dice l’esperienza dei nostri Padri. “Ma soprattutto con lo scudo della
fede” con il quale dobbiamo fermare i dardi del maligno, dardi infuocati, che arri-
vano quando meno te li attendi. Dardi, pensieri, giudizi. Non possiamo giudicare
nessuno, invece giudichiamo. “Lo scudo della fede, che Cristo ti ama veramente,
è morto sulla croce per te quando eri malvagio e peccatore. Con la spada dello
Spirito che è la Parola di Dio”: i cristiani tutti i giorni leggono la Scrittura, leggo-
no la Scrittura. I cristiani tutti i giorni portano con sé la Bibbia, leggono la Scrittu-
ra, leggono la Scrittura. Se non leggete la Scrittura siete disobbedienti. E se pren-
dete quegli orrori dei tablet, dei computer… guardate quante coppie distrutte!
Mentre il marito lavora, la moglie sta chattando con un signore e un giorno dice al
marito: “Ti lascio” e lo lascia lì. Come potremo difenderci, come potremo difen-
dere i nostri figli da tutte queste manovre del demonio che stanno distruggendo la
società?
I giovani del Cammino chattano tra di loro, fanno un gruppettino, dopo si
radunano e quando ti sei reso conto già finiscono fornicando, anche quelli del
Cammino! Perché hanno cominciato a chattare. Questo è proibito, lo abbiamo det-
to chiaramente, come youtube e tutte queste cose, tutto proibito: chiudete tutti
questi orrori dei computer e mandateli a quel paese, se volete essere salvati dal
mondo, dal demonio, perché sono finestre attraverso le quali entra il mondo den-
tro e ti ottenebra l’anima e ti genera un vizio. Che possiamo fare? Sembra tutto
impossibile, ma il video di ieri ci dà un po’ di speranza, e le parole del Santo Pa-
dre ci incoraggiano. In ogni convivenza il Signore viene sempre con noi, è fanta-
stico.
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Convivenza Inizio Corso 2015
“Con la spada dello Spirito che è la Parola di Dio e con l’elmo della salvez-
za, che Cristo è risorto, Lui è il Signore e ritornerà e ci porterà con Lui”. Cantia-
mo questo.
- Canto dopo il I salmo: “Rivestitevi dell’armatura di Dio”
- II salmo proclamato
- Ammonizione al canto: “Lo stesso Iddio”
Cantiamo ora un altro inno ispirato di S. Paolo che alimenti la nostra ani-
ma. Dicevamo che è difficile portare sempre nel nostro corpo il morire di Cristo, e
sarebbe importante riflettere su questo. Anzi, non riflettere soltanto, perché co-
stantemente ci scontriamo nella Chiesa con una mentalità di tipo greco. Noi siamo
semiti, e molta gente, anche preti, non sono semiti, sono greci nel senso che met-
tono tutto nell’intelligenza, nello studio, nell’indottrinamento. Noi non siamo così,
non stiamo costantemente lavandovi il cervello per darvi delle teorie razionali. Fi-
guratevi che il Cammino neocatecumenale è tutto celebrativo, una novità assolu-
ta! Non facciamo conferenze, ci raduniamo nel nome del Signore, il sacerdote si
riveste, e proclamiamo la Parola di Dio: vuol dire che il Cammino lo porta sempre
lo Spirito Santo, lo Spirito Santo che si fa presente, si fa presente. Il Papa ha ripe-
tuto alla Conferenza Episcopale del Portogallo che bisogna fare una iniziazione
cristiana meno dottrinale e più catecumenale. Il catecumenato aveva dei segni per
la gestazione, la costruzione dell’uomo nuovo mentre andava distruggendo in noi
l’uomo vecchio, quindi c’erano i riti del catecumenato, soprattutto esorcismi, cioè
un’azione dello Spirito Santo che avviene al di sopra della nostra intelligenza.
Questo canto è tratto dalla Seconda Epistola ai Corinti e dice: “Lo stesso
Iddio che disse: Dalle tenebre rifulga la luce” – ha detto con la sua Parola: Sia la
luce, e la luce fu – è Colui che rifulse nei nostri cuori con lo splendore della cono-
scenza della sua gloria”. Lo stesso Iddio che disse: Sia la luce, e la luce fu, ha vo-
luto che io fossi cristiano, ha detto: “Tu”, e ha illuminato il mio cuore. E’
un’opera del Signore, è sempre nella mia libertà. E sempre, perché si veda che io
sono libero e che Dio non mi dà un dono che mi schiaccia: tutto è precario, tutto
minacciato da tentazioni, problemi, in ogni momento posso abbandonare tutto.
Dio è amore in questa forma, in una totale libertà, è buonissimo con noi e con il
suo amore non ci vuole schiacciare, togliere la nostra libertà, la nostra indipen-
denza.
“…La conoscenza della sua gloria che rifulge nel volto di Cristo. Ma noi
portiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché sia manifesto – sia chiaro, palese
a tutti – che la sublimità di questo amore viene da Dio”, non è opera nostra, non
viene da noi. Nessuno può dire: “Che bravo è Kiko”, o “Che bravo è quello”, per-
ché se siamo molto bravi l’eccezione conferma la regola: “Ah, quelli sono bravi,
io no” e con questo condanniamo tutti e non salviamo nessuno. No, Dio ha dispo-
sto le cose in modo che si vedano chiaramente, per questo mette la sublimità del
suo amore in un vaso debole. E questo è un punto molto importante, dobbiamo
saperlo tutti: la debolezza non si cura mai, sempre saremo deboli. Sapere questo è
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- Catechesi
Adesso vorremmo proclamare l’ultima parte dell’Epistola agli Efesini dove
parla della famiglia. Ne leggiamo qualche passo nel Matrimonio spirituale, e ne
parleremo oggi nel questionario: qui parla della morale familiare, dice che il ma-
trimonio è un grande sacramento, Sacramentum magnum, grande sacramento,
perché mostra l’amore di Cristo alla Chiesa.
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Convivenza Inizio Corso 2015
senza aver chiesto perdono date occasione al diavolo, vedrete quello che succede
nel matrimonio.
Ecco gli ultimi capitoli della lettera agli Efesini, che sono di una bellezza
veramente meravigliosa e ci dicono la verità: S. Paolo dice che il nostro combat-
timento è contro gli spiriti del male che abitano nelle altezze. Il demonio, dopo
aver fatto sì che l’uomo uccida Dio in se stesso, si è collocato nelle altezze. La no-
ta della Bibbia di Gerusalemme al v. 6,12 sugli spiriti del male dice:
“Si tratta degli spiriti che, nell’opinione degli antichi, governavano gli a-
stri” con gli oroscopi, hanno ingannato il mondo con l’influsso degli astri “e per
mezzo di loro tutto l’universo. Risiedono nei cieli, nelle altezze, ossia nell’aria, tra
la terra e la dimora divina e coincidono in parte con ciò che Paolo chiama altrove
gli ‘elementi del mondo’. Sono stati infedeli a Dio e vogliono assoggettare gli
uomini nel peccato. Ma Cristo è venuto a liberarci da tale schiavitù; armati della
sua forza liberatrice, i cristiani possono ormai lottare contro di essi con fiducia”
Lottare contro questi spiriti dell’aria, negli astri, spiriti che vogliono domi-
nare gli uomini con il fare, non fare, non usare… tutto il mondo è pieno di queste
cose.
E’ importante anche quello che chiede S. Paolo, di pregare per lui. Tre vol-
te parla di valentìa, perché il Vangelo deve essere annunziato con ogni valentìa,
con coraggio, senza paura degli uomini perché bisogna essere fedeli alla verità.
Dice: Pregate per me perché io possa parlare con valentìa come conviene parlare,
perché si trova in catene, in carcere e ha paura. “Pregate per me”: sono importanti
le preghiere dei cristiani, sono sempre ascoltate dal Signore, sempre. Pregate, pre-
gate per me, dice il Papa, preghiamo gli uni per gli altri. Sempre il Signore la a-
scolta la preghiera dei cristiani e viene in soccorso, a volte non si realizza imme-
diatamente, ma sempre sono ascoltate, per la forza che ha la preghiera dei cristia-
ni, la forza che ha Cristo in voi, in una comunità cristiana.
Non contristate lo Spirito Santo, non giudicate i fratelli, non distruggete la
comunione, non distruggete l’amore tra di voi! Amatevi. E se no, vattene via, che
fai qui? Passi la vita criticando, giudicando; che fai qui? Vattene, vattene di qua.
Cristo ci ha detto: “Amatevi”, allora amatevi, non giudicatevi, considera che tu
sei peggio degli altri, comincia a pensare: “Quello è migliore di me, anche
quell’altro è meglio di me”. Solamente questo spirito fatto presente in una comu-
nità cristiana potrà salvare il mondo. Non contristate lo Spirito Santo distruggen-
do l’amore nella comunità, distruggendo l’amore tra di voi. Non giudicatevi: ob-
beditemi, dice Cristo, non giudicate! Mamma mia, come è possibile? Perché giu-
dichiamo? Che cosa curiosa. Considerati l’ultimo e il peggiore di tutti, siate umili,
solamente così possiamo vincere il demonio che sta come leone ruggente – dice S.
Pietro, ed è Parola di Dio – cercando come divorarvi, come poter entrare dentro,
come distruggere la comunione che hai con tuo marito, come distruggere tutto.
Sta tentando con pensieri, con desideri impuri, sta costantemente girandoci attor-
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no. Per questo dobbiamo resistergli coraggiosamente, pregando gli uni per gli al-
tri. E se qualche volta il demonio ci vince, coraggio! Rialzati, rialzati.
“Padre, sono caduto”, dice un monaco giovane all’anziano e l’anziano gli
dice: “Rialzati”. “Padre, sono caduto di nuovo”. “Rialzati”. “Padre, di nuovo sono
caduto”. “Rialzati”. “Fino a quando?”. “Fino a quando venga il Signore e ti trovi
caduto, e andrai all’inferno, o rialzato per andare con Lui al cielo”. E perché la
nostra vita deve essere così, cadendo, peccando? “Padre, mi sono masturbato. E
di nuovo mi sono masturbato. Che faccio, padre? Non voglio e di nuovo, di nuo-
vo… che cos’è questo?”. Coraggio, rialzati. Un altro monaco chiede: “Quante
volte mi devo confessare?” E l’anziano risponde: “Non ti lavi le mani tutti i gior-
ni, perché si sporcano? Anche l’anima si sporca, con pensieri, con immagini catti-
ve, con giudizi, si sporca l’anima piena di luce”.
Coraggio, fratelli, è una cosa veramente meravigliosa anche il matrimonio,
perché Dio è Padre, è un Padre che ha un Figlio, Dio è famiglia: Padre, Figlio e
Spirito Santo. Che cosa meravigliosa la famiglia cristiana! Per questo il demonio
deve distruggere la famiglia cristiana. Come è possibile che in Scandinavia quasi
non c’è più la famiglia giudeo-cristiana, è stata distrutta. E in Spagna non ci sarà
più: 675 divorzi al giorno, come ha pubblicato l’ABC quindici giorni fa, dicendo
che vanno aumentando. In Spagna ogni giorno 675 divorzi, si va decomponendo
la società spagnola, decomponendosi tutto. E adesso con questi elementi populisti
di tipo leninista sia in Spagna che in Italia, che possiamo fare? Siamo attorniati da
un mondo che ogni volta si allontana di più dalla verità. Ma il Signore ci dice:
“Coraggio, per questo io ho suscitato voi, insieme ad altri, non abbiate paura”.
Dicono che ogni Concilio comincia ad attuarsi dopo 50 anni e il Concilio Vatica-
no II fino ad ora si è attuato poco. Adesso, anche grazie a noi e ad altri, si attua
veramente il Concilio che ha parlato della Chiesa come lumen gentium, luce delle
genti. E’ passata la cristianità, va bene, adesso c’è una nuova forma di vivere il
cristianesimo nel mondo come luce delle genti. Dobbiamo essere luce, come ha
detto qui S. Paolo agli Efesini: Siate luce, non figli delle tenebre, luce nel Signore.
Dio sa come trasformare la nostra luce per illuminare il mondo, tutti ci guarde-
ranno, tutti! E’ chiaro che ti viene la tentazione di occupare il potere e fare una
sharia cristiana: imponiamo il cristianesimo a tutti, facciamo come stanno facen-
do in un quartiere di Londra dove hanno vinto i musulmani e per prima cosa han-
no fatto una sharia: togliere tutti i pub, proibire l’alcool, tutto! La sharia musul-
mana: facciamo anche noi così, occupiamo il potere, la politica e tutto di nuovo…
cristianesimo, obbligando tutti ad andare a messa? Non è così, vero?
Il Signore ha fatto un Concilio perché è una nuova epoca. Diceva il Papa
Giovanni XXIII, in una visione veramente profetica, che siamo di fronte a un
cambio di epoca, dove aspettano la Chiesa momenti indescrivibili, sfide immense
come nelle epoche più tragiche della sua storia. Si tratta di mettere la forza vivifi-
catrice del Vangelo di fronte alla modernità. In questo senso siamo contro la mo-
dernità che ha negato la Rivelazione, l’antropologia della Rivelazione e crede solo
in quello che vede, nel positivismo di Auguste Comte, nella scienza. Crede in
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quello che si vede, che si tocca, e tutto il resto sono fandonie, come ha detto lo
scienziato che ha scoperto i buchi neri, Hawking, che sta su una sedia a rotelle,
dice: “Io non credo in Dio perché non credo nei racconti delle fate, non credo nel-
le favole”. L’uomo più intelligente del mondo dice in televisione: “Non credo nel-
le fiabe, non credo in Dio perché non credo nelle fiabe”, lo ha detto pubblicamen-
te: “Non credo in Dio, sono cose per stupidi”. Come dice Lenin, la religione mac-
chia il cervello, lo inquina e trasforma l’uomo in un idiota che pensa a Dio, alla
vita eterna, al cielo e a queste tonterie e non ad aiutare l’uomo, qui, nel sociale,
che è l’unica verità. Per questo noi siamo detestati dalla sinistra, perché ci consi-
derano dei borghesi dello spirito. Va bene, non parliamo di questo, ma è una bat-
taglia importante nella quale ci troviamo.
Ma il demonio ci dà battaglia in un punto: quale? La famiglia, la famiglia.
Se manteniamo salda la famiglia abbiamo vinto. Se cominciano a sgretolarsi le
famiglie nel Cammino siamo perduti. Come possiamo sostenere la famiglia? Spe-
riamo che il Signore ci aiuti, perché noi siamo impotenti. Se un catechista mi vie-
ne a dire: “Nella mia comunità 2 matrimoni sono andati via, si sono separati”, che
possiamo fare? Perché Dio ha permesso questo? Grazie a Dio questo succede po-
chissimo, grazie a Dio, ma siamo sempre nella precarietà, niente è nostro, noi
siamo tutti servi inutili e tutte le cose che abbiamo ricevuto da Dio sono doni me-
ravigliosi del suo Amore. Che possiamo fare se non ringraziarti, Signore? Cosa
vuoi che faccia? Vuoi che vada per le strade e dorma tra i cartoni? Cosa vuoi da
me? Che devo fare? Aspettare la morte, che tu venga!
Coraggio, continuiamo con pazienza e con umiltà, anche se tante volte sei
stanco, sei vecchio, senza giudicare nessuno, continuando a fare la volontà di Dio.
Per questo, pregate per me perché le mie tentazioni sono forse superiori alle tue.
Diceva un giovane: “Padre, non resisto più: ho pensieri, tentazioni, io me ne va-
do” e l’anziano: “Se ti facessi conoscere le tentazioni che ho io ti butteresti dalla
finestra e sto qui da 70 anni. Se ti dessi la lotta che ho dentro ti butteresti dalla fi-
nestra”, così diceva un padre del deserto. Abbiamo tutti tentazioni, combattimenti,
ciascuno ha la sua croce, il suo combattimento. Bene, ascoltiamo il Vangelo di
oggi.
- Omelia di P. Mario
Adesso faremo qualche minuto di preghiera silenziosa. Su questo Vangelo
dico una cosa che mi pare ho già ripetuto altre volte, ma che mi piace moltissimo.
E’ interessante vedere come Gesù dà la spiegazione del seme che cade sulla terra
– e noi l’abbiamo visto nelle catechesi, nelle nostre comunità, in noi stessi –, vie-
ne il demonio, toglie la Parola e non dà frutto. Altri invece accolgono il seme con
gioia, iniziano bene il Cammino ma dopo, per gli affanni della vita, si lasciano so-
praffare dalle preoccupazioni, nell’ora della tentazione, di fronte alle croci, ven-
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gono meno. Invece quello caduto in mezzo alle spine sono quelli che sono sopraf-
fatti dalle ricchezze, dalle preoccupazioni, e lasciano il Cammino. Ma non dice
qual è il terreno buono che accogliendo il seme dà frutto. Nella tradizione della
Chiesa, anche nelle catacombe, Gesù Cristo è raffigurato con un aratro, perché un
qualsiasi contadino sa qual è la terra buona dove, se cade il seme, dà frutto: è
quella smossa, quella arata, perché l’aratro toglie la terra più secca ed esce la terra
più umida; dopo, con le piogge, il seme muore e dà frutto. Così siamo noi: il Si-
gnore ci ara. Nelle Lamentazioni di Geremia è scritto: “Hai arato il mio dorso”. E
come ci ara? Con le croci, con i problemi, che sono delle grazie che il Signore ci
dà. Kiko diceva prima, riguardo alle tentazioni, che sono degli aiuti. Un padre del
deserto dice che la tentazione, l’insuccesso, un problema, una croce per l’età o per
un cancro o per un figlio, ci costringono a rientrare in noi stessi e a gridare aiuto
al Signore. Così, poco a poco, come dice S. Pietro, la nostra fede è purificata nel
crogiuolo e cresce l’unione profonda con Gesù Cristo: questo avviene proprio nel-
la croce, nelle malattie…, non perché siamo masochisti ma perché è la forma che
il Signore ha di spogliarci dall’uomo vecchio.
Un Padre della Chiesa diceva: “Se tutto andasse bene, se non avessimo
problemi, se non avessimo croci o tentazioni, ci crederemmo chissà chi e giudi-
cheremmo gli altri”. Termino con un esempio che mi è piaciuto molto, di S. Al-
fonso Maria de’ Liguori: un giorno, un uomo santo, che faceva molti digiuni, leg-
geva molto la Scrittura, ma non era pienamente felice, chiede al Signore: “Signo-
re, fammi incontrare un maestro che possa farmi conoscere e portarmi alla felici-
tà”. Il Signore gli dice: “Vai in città, vai in cattedrale e troverai un maestro che ti
insegnerà”. Allora va in città, va alla cattedrale e prima di entrare nella cattedrale
vede un povero seduto che chiede l’elemosina, e gli chiede: “Hai bisogno di qual-
cosa?” Il povero dice: “No”. “Ma sei contento?”. “Sì, molto contento”. Allora gli
domanda: “E come fai a essere contento?” E il povero risponde: “Perché quando
piove è la volontà di Dio e io la accetto; quando c’è il sole sono contento perché è
la volontà di Dio. Se ho da mangiare sono contento perché faccio la volontà di
Dio”. Quello era il maestro: fare la volontà di Dio, abbandonarsi alla volontà di
Dio. Su questo gioca molto il demonio, ci fa vedere tutti i problemi, le croci che
abbiamo – marito, moglie, figli – tutto come una maledizione e invece sono delle
grazie.
Allora adesso abbiamo questo tempo di preghiera: che il Signore ci illumini
su questo grande mistero dell’amore che si realizza, sia nel matrimonio che nella
consacrazione al Signore. Ecco, che Lui ci illumini e ci doni la sapienza che viene
dal Signore.
- Ammonizione alla preghiera silenziosa (Kiko)
Facciamo 10 minuti di preghiera silenziosa parlando intimamente con il
Signore, dicendo: “Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me che sono un pec-
catore. Aiutami a considerarmi l’ultimo, il peggiore di tutti, dovrei stare in galera
o, come diceva Silvano del monte Athos, dovrei stare nell’inferno”. Mettiti
nell’inferno e considera la misericordia che Dio ha con te. Ma queste cose sono
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H 12,30 - QUESTIONARIO
- Preghiera iniziale
- Introduzione
Kiko:
Prima di andare a pranzo dobbiamo organizzare i gruppi. Nel giardino ci
sono le sedie con il numero del gruppo. Dobbiamo organizzarci per lingue così fa-
remo più velocemente. Abbiamo bisogno di distribuire il questionario per lingue.
Il questionario è una riflessione che facciamo su questo contesto del Sino-
do della famiglia. Vi leggo il questionario. Dice:
La famiglia cristiana è una entità primordiale che ha la sua origine in Dio, dal
momento che Dio stesso si rivela come Padre che ha un Figlio. Dio è una famiglia: Pa-
dre, Figlio e Spirito Santo.
“Sacramentum magnum”, dice San Paolo, – “Grande Sacramento”, in riferimento
a Cristo e alla Chiesa, che fa presente l’amore di Cristo per la sua Chiesa. Cristo ci ha
amato quando eravamo suoi nemici, quando eravamo peccatori. Ci ha lavato con il suo
sangue per farci comparire davanti a sé quale sposa santa e immacolata.
Papa Francesco, parlando della missione della famiglia in rapporto alla città, ci ha
fatto ricordare le nostre “missio ad gentes”, dove i fratelli vanno per le strade con i figli,
visitano le case…, e dice:
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Distribuzione del questionario (fa alzare prima i fratelli di lingua francese, poi
spagnola e italiana. Alla fine dei gruppi per lingua chiede chi ha difficoltà a
camminare e gli cambia numero del gruppo per metterli più vicini).
Alcuni che non siete sposati, rispondete alla prima domanda. Dio potrà i-
spirarvi di più di coloro che sono sposati.
Alle 14 si pranza. Alle 17 si ritorna qui e fino alle 19 fate il questionario.
Alle 19 facciamo un intervallo e alle 19.30 inizieremo nella tenda. Alle 16.30 pas-
sano gli autobus.
Buon pranzo!
- Preghiera
- Sorteggio
- Breve intervallo
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monio, sia nella famiglia, sia nella Chiesa come primizia della sinfonia che vuole
creare per tutta l’umanità.
Questa è la prima parte. Io semplifico per facilitare l’esposizione e forse
anche la comprensione. La base è la Santissima Trinità e Dio ci ha creati, Bene-
detto XVI parla della uni-dualità cioè ciascuno di noi è una unità di spirito e di
corpo, spirito e materia.
Giovanni Paolo II, in una sua catechesi, parla del manicheismo che aveva
diviso lo spirito dalla materia. Un po’ come Platone che pensava che lo spirito era
trascendente, caduto in una prigione che è il corpo per cui disprezzava la materia.
Il manicheismo ritiene che la materia sia la fonte del male, e perciò condanna in
particolare il sesso
Questo si riprende oggi con i gender.
Il modo manicheo di intendere e valutare il corpo e la sessualità dell’uomo è es-
senzialmente estraneo al Vangelo.
Perché l’opposizione non è tra il corpo e lo spirito. La contrapposizione na-
sce dal cuore dell’uomo, come dice Gesù: non inquina ciò che entra ma quello
che esce. Dice il Papa:
In verità, è nel cuore che sta il problema: è il cuore che è stato sconvolto dal pec-
cato, non il corpo. Se il corpo sembra ‘ribelle’, è perché il cuore dell’uomo ha per-
so la ‘rettitudine’ delle origini (Catechesi, 22 ottobre 1980).
Benedetto XVI dice:
“Noi viviamo dunque in un tempo nel quale il corpo è sempre più al cen-
tro nella sua dimensione fisica e, al tempo stesso, stiamo perdendo di vista
il legame inscindibile del corpo con la persona, stiamo assistendo allo
sganciamento del corpo dallo spirito, dall'etica, dal sacro.
Per questo ci sono le perversioni sessuali, l'erotismo come accentuazio-
ne dell'istinto sessuale staccato dallo spirito.
Papa Benedetto XVI della sua prima Enciclica “Deus Caritas est” afferma: «Il
modo di esaltare il corpo a cui noi oggi assistiamo è ingannevole.
Faccio questa catechesi soprattutto per aiutare i nostri giovani perché il
demonio affascina, inganna ed uccide.
L'eros degradato a puro sesso diventa merce, una semplice cosa, che si può com-
prare e vendere, anzi l'uomo stesso diventa merce.
In realtà ci troviamo di fronte ad una degradazione del corpo umano….
Oggi, c’è l'esigenza di ridare un'anima al corpo dell'uomo.
Sempre Papa Benedetto dice:
"Essere uni-duale significa che l'anima e il corpo sono una cosa sola. Pertanto
ogni azione non è più solo un accadimento corporeo, ma un atto spirituale,
coinvolge i livelli più alti del mio essere….. I gesti compiuti da esso hanno
una pregnanza anche psicologica, spirituale e trasmettono molto di più di
ciò che appare. Una stretta di mano è un segno di amicizia, è un desiderio di
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d'altri») attraggono già la nostra attenzione. Si tratta di atti che hanno per oggetto
la persona di sesso diverso, la persona, non il suo sesso…
Mentre la persona dovrebbe essere oggetto d'amore, il sesso che si manifesta so-
prattutto nel corpo, e che perciò è percepibile dai sensi, apre la via alla concupi-
scenza che è legata alla sensualità. L'analisi della sensualità ci dimostra che la
concupiscenza è una reazione al corpo in quanto possibile oggetto di godimento.
Cioè è una cosa naturale che Dio ha messo per la continuità della specie.
L’attrazione dell’uomo verso la donna e della donna verso l’uomo
Noi reagiamo ai valori sessuali del corpo per mezzo dei sensi e questa reazione è
«orientata».
Non siamo come gli animali che hanno l’istinto. Noi oltre all’istinto ab-
biamo la possibilità di controllarlo, di dominarlo.
Tuttavia, non si identifica con la concupiscenza. Si limita a dirigere la psiche del
soggetto verso quei valori «interessandolo» ad essi, oppure «assorbendolo» in essi.
E’ molto facile passare da questa prima tappa alla reazione sensuale della tappa
successiva, che è già la concupiscenza.
Nel caso della concupiscenza, il soggetto si volge decisamente verso questi valori
(sessuali).
Qualche cosa in lui comincia a tendere verso di essi, ad attaccarsi ad essi, e si sca-
tena un processo impetuoso, che lo porta infine a volere quei valori. La concupi-
scenza carnale non è ancora questo volere, ma tende a diventarlo.
Questa facilità, chiaramente percettibile di passare da una tappa all'altra, dall'inte-
resse al desiderio, dal desiderio al volere, è all'origine di grandi tensioni nel-
la vita interiore della persona; e questo è appunto il campo d'azione della
virtù di continenza.
Uno sente attrazione verso una ragazza, la segretaria o un’amica, e se la
condiscende, se comincia a pensare a lei, a guardarla a trovarla per un caffè, a
toccarla, si scatena, dice il Papa - ma a noi itineranti ce l’hanno insegnato Kiko e
Carmen che ci hanno aiutato moltissimo – e si scatena un processo che poi, anche
se vuoi fermarlo, non puoi più. E’ come impazzito.
La concupiscenza cerca la propria soddisfazione nel corpo e nel sesso attraverso
il godimento. Nel momento stesso in cui l'ha ottenuto, ogni atteggiamento del sog-
getto nei confronti dell'oggetto finisce e l'interesse scompare fino al momento in cui
il desiderio si desterà nuovamente. La sensualità si esaurisce nella concupiscenza.
Nel mondo animale, in cui l’istinto di procreazione, associato di norma a quello
di conservazione della specie, regola la vita sessuale, il fatto che la reazione di
concupiscenza si esaurisca così, non determina nessun inconveniente. Nel mondo
delle persone, invece, in questa occasione sorge un grave pericolo di natura mo-
rale.
La concupiscenza carnale spinge, e con molta forza, all'avvicinamento dei corpi,
alla convivenza sessuale.
Questi che si illudono di fare i campeggi, le gite scolastiche insieme ragaz-
zi e ragazze, sono fuori dalla realtà. Però
La concupiscenza carnale spinge, e con molta forza, all'avvicinamento dei corpi,
alla convivenza sessuale; ma non uniscono l'uomo e la donna come persone u-
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mane, e non rappresentano l'amore nel vero senso della parola (cioè nel senso
etico).
Questo modo di dire “fare l’amore”, si incitano i ragazzi, ragazzini, i gio-
vanotti ma quello non è amore, quello è soddisfazione vicendevole o dell’istinto
sessuale. Strumentalizzare l’altro per te stesso.
Al contrario, la vicinanza carnale e la convivenza sessuale, nate come solo effetto
della concupiscenza carnale, rappresentano la negazione dell'amore tra persone
umane.
Si deve sottolineare che, dal punto di vista della struttura del peccato…, né la ses-
sualità, né il desiderio carnale, da soli, sono peccato.
Si deve sottolineare che, dal punto di vista della struttura del peccato…, né la ses-
sualità, né il desiderio carnale, da soli, sono peccato.
Sempre ci sono alcuni scrupolosi, dato che hanno pensieri cattivi, si scan-
dalizzano, vogliono toglierli, si fissano. Ricordo l’aneddoto di S. Francesco con
frate Leone. Passano davanti ad un ruscello bellissimo e Francesco vede che Leo-
ne si ferma a contemplare un’acqua trasparente, con i raggi del sole, bellissimo,
con le pietre levigate, ecc. e Francesco gli chiede: che stai pensando, Leone? Gli
risponde: io penso che così sia quello che dice Gesù un uomo dal cuore puro, che
vede Dio. E Francesco gli dice: adesso capisco perché non sei mai contento per-
ché l’uomo puro non è quello che dici tu, - l’uomo sempre si scopre sporco, con
tendenze sporche, naturali - ma è colui che ha cominciato a non guardare se stesso
bensì all’amore di Dio manifestato in Cristo Gesù.
Il limite tra il desiderio sensuale attuale e il volere è tuttavia netto…
Certo il Catechismo dice che in noi dopo il battesimo rimane il «fomite del
peccato», cioè la spinta a soddisfare gli istinti sessuali. Questo è importante che i
giovani lo sappiano, che non si meraviglino, che non si scandalizzino. Anche per-
ché il Catechismo dice che la castità conosce periodi di maturazione progressiva.
Anche se uno cade, come dice spesso Kiko, si può alzare, abbiamo il dono del sa-
cramento della penitenza. I giovani vanno animati a non disperarsi che attraverso
questo combattimento – a parte il fatto che come dice S. Giovanni d’Avila ai pre-
ti: Dio si serve di queste cadute per guarire il peccato grande, di cui avete parlato,
che è l’orgoglio e per forgiarci – è una lotta che dobbiamo assumere e non repri-
mere, altrimenti, come dice Papa Francesco, se reprimi ad un certo punto scoppia
e non sai più quello che fai.
Dal momento in cui la volontà acconsente, dal momento in cui comincia a volere
quel che avviene nella sensualità e ad accettare il desiderio carnale, l'uomo stesso
comincia ad agire, in un primo tempo interiormente – in quanto la volontà è la
fonte immediata degli atti interni – e in seguito esteriormente. Qui incomincia
il peccato.
Quando acconsentiamo, lo accettiamo. Dice:
Grazie a questo dinamismo, la reazione della sensualità segue il proprio corso, an-
che nel caso in cui la volontà non soltanto non acconsenta, ma si opponga.
Nessuno può esigere da se stesso che le reazioni della sensualità in lui non si
manifestino.
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Per questi motivi, la Chiesa – non perché vuole castrare o è negativa - raccomanda di evitare la porno-
grafia, gli spettacoli immorali, perché provocano in noi stimoli sessuali che difficilmente si riescono a
controllare, e poco a poco ci portano al vizio e quindi al peccato. Questo spiega la facilità e la frequen-
za degli stupri, della violenza sulle donne.
E’ chiaro che se tu vedi pornografia con internet, è chiaro che vai alimen-
tando, alimentando ed a un certo punto con questa alimentazione si capiscono gli
stupri. Perché avvengono gli stupri? Perché uno è talmente carico di stimoli ses-
suali che vengono costantemente dalla televisione, dai film che quando uno vede
una bella ragazza sente un impulso tale che non riesce a frenarsi.
Riguardo a questo, Kiko richiama molte volte di vigilare i nostri figli con
internet, ci sono dei programmi, dei filtri per evitare la pornografia, anche se poi
se uno vuole può sempre andare a ricercarlo e soprattutto attenzione alle chat, a
formare gruppi anche tra i neocatecumeni, scambiarsi le impressioni su come è
andata la convivenza. Attenzione a fare questi gruppi di amici in rete! Tutto que-
sto è pericolosissimo! Per questo è necessaria l’educazione alla sessualità che per
noi fa parte integrante della trasmissione della fede.
Dice Papa Benedetto:
«Diventa evidente che l'eros ha bisogno di disciplina, di purificazione per donare
all'uomo non il piacere di un istante, ma un certo pregustamento del vertice
dell'esistenza, di quella beatitudine a cui tutto il nostro essere tende» (DCE, n. 4).
«Sì, l'eros vuole sollevarci “in estasi” verso il Divino, condurci al di là di noi stessi,
ma proprio per questo richiede un cammino di ascesa, di rinunce, di purificazioni
e di guarigioni» (DCE, 5).
«Questo non è rifiuto dell'eros, non è il suo “avvelenamento”, ma la sua guari-
gione in vista della sua vera grandezza» (DCE, n. 5).
Ciò significa che eros deve fare amicizia con agape, il nostro deve unirsi al no-
stro spirito, collaborare con esso fino a diventare un corpo aperto allo spirito. In
questo modo, anche l'unione sessuale, paradossalmente, può diventare un momento
di profonda e reciproca donazione, un momento dove far crescere la fiducia
mutua affidandosi l'uno all'altro, superando la mera soddisfazione fisica o la
semplice esigenza biologica.
Per questo è molto pericoloso astenersi per molto tempo nel matrimonio
dall’atto sessuale. Pericoloso perché consegni il marito, che ha questi impulsi e li
avremo fino alla morte, alla pornografia o alle prostitute. E’ una mancanza di a-
more verso di loro. Tutte queste cose le abbiamo già dette.
Sempre Benedetto dice:
Se l'uomo ambisce di essere solamente spirito e vuoi rifiutare la carne come una
eredità soltanto animalesca, allora spirito e corpo perdono la loro dignità. E se,
d'altra parte, egli rinnega lo spirito e quindi considera la materia, il corpo, come
realtà esclusiva, perde ugualmente la sua grandezza» (DCE, n. 5).
Allora c’è la virtù della castità, c’è anche la parola continenza che spiega
forse meglio. Continenza nel senso di contenere gli impulsi. Uno vede una buona
torta e vuole mangiarla, ma sa che può fargli male. La castità non si può capire, in
genere è presentata o lo era in forma negativa, come proibizione ma non è così.
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La castità se non in rapporto con la virtù d'amore. Essa ha come compito quello
di affrancare l’amore dall’atteggiamento di godimento egoistico. Molto spesso, si
interpreta la castità come un freno che respinge i valori del corpo e del sesso nel
subcosciente, dove attendono l’occasione di esplodere. E’ una falsa concezione
della virtù della castità.
La mia formazione e di molti di noi è stata di reprimere.
Se viene praticata in questo modo, la castità crea realmente il pericolo di simili «e-
splosioni».
Il prete che si sposa o ha l’amica.
A causa di questa opinione (che è falsa), si pensa che la virtù di castità abbia un ca-
rattere puramente negativo, che sia un seguito di «no».
Al contrario, essa è inizialmente un “sì” da cui in seguito risultano dei «no». “La
castità richiede l’acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà
umana. L’alternativa è evidente: o l’uomo comanda alle sue passioni e consegue
la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice. “La castità conosce
leggi di crescita la quale passa attraverso tappe segnate dall’imperfezione e as-
sai spesso dal peccato.
Questo richiede un considerevole sforzo interiore e spirituale
Noi abbiamo l’aiuto dell’iniziazione cristiana e se siamo fedeli alla parola,
all’eucarestia e alla comunità, ai passaggi troviamo una forza che ci sostiene.
perché l'affermazione del valore della persona può essere solo il frutto dello spi-
rito. Lungi dall'essere negativo e distruttore, questo sforzo è positivo e creativo
«dell'interiore»
E’ importante la formazione integrale della persona. Cosa vuol dire inte-
grale? Ho parlato una volta con un fratello psicologo che faceva scuola, gli ho det-
to: insegna psicologia ma alla luce della fede! cioè alla luce della Trinità che ci ha
creati uni-duali, corpo e spirito, che ci ha creati uomini e donna, che ci ha dato la
sessualità per comunicare, per donarsi sia nel matrimonio che nella vita consacra-
ta. Questo è integrale.
Faccio questa nota perché oggi è diventato di moda parlare dello sviluppo,
dell’ecologia e si parla di sviluppo sostenibile di “demografia sostenibile”, ma
dietro il temine sostenibile si nasconde l’ideologia di una popolazione in eccesso
che va ridotta a tutti i costi. “Sostenibile” qui - e questo è nominalismo - significa
solo regolamento delle nascite.
Anche la sessualità va vista all’interno della totalità di Dio per cui ci ha
creato. Poi parlo un po’ del pudore, della modestia. Attenzione alle ragazzine che
vestono in modo provocante e soprattutto quando vanno all’Eucarestia, attenzio-
ne! Anche il presbitero è composto di anima e di corpo! Poi questa vocazione
all’amore si realizza oltre che nel matrimonio anche nella consacrazione a Dio: vi-
ta religiosa, presbiteri, monaci o anche le sorelle che non si sono sposate nella do-
nazione agli altri, gli itineranti. Questo che dice il Papa “uscire, uscire” da se stes-
si.
Sono ammirato Kiko che non fai quasi nessuna interruzione! Non è per
provocare ma per bere un bicchiere d’acqua.
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Io finisco questa parte non parlando della paternità responsabile, di cui ab-
biamo parlato già molte volte e neppure del passaggio della fede ai figli che è uno
dei nostri punti di forza, per mancanza di tempo ed esaurimento di forze.
Adesso passiamo ai gender. Dico solo alcune cose perché già abbiamo sen-
tito molte cose sui gender. Vorrei focalizzare attraverso due autrici che cito, una
invitata al Sinodo e l’altra che fa parte del Pontificio Consiglio della Famiglia,
molto brave e poi qualcosa che hanno detto Papa Benedetto e Papa Francesco.
Questo fenomeno è emerso dopo la morte di Papa Giovanni Paolo II. Per
capire questa ideologia, Giovanni Paolo II nell’intervista a Messori, Varcare le
soglie della speranza, dice che il punto centrale è Cartesio, per me anche prima
con Lutero. Scrive:
“Cartesio segna l'inizio di una nuova epoca nella storia del pensiero europeo, ha
inaugurato la grande svolta antropocentrica nella filosofia.
Si passa dalla visione teocentrica, Dio al centro che guida la nostra vita, alla
visione con l’uomo al centro, Rinascimento, Illuminismo, ecc.
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«Penso, dunque sono», “ Cogito ergo sum” , che come già prima ricordavo, è il
motto del moderno razionalismo.
Tutto il razionalismo degli ultimi secoli — il kantismo, l'hegelismo e la filosofia
tedesca del XIX e XX secolo, fino a Husserl e Heidegger — può dirsi una continua-
zione e uno sviluppo delle posizioni cartesiane.
Cartesio ci ha allontanati dalla filosofia dell'esistenza.
Cartesio nega l’oggettività, che Dio esiste, e dà la primazia alla soggettività:
è vero quello che io penso. Quindi cambia completamente
Per Cartesio, ha senso solamente ciò che corrisponde al pensiero umano. Non è
tanto importante la veridicità oggettiva di questo pensiero, quanto il fatto stesso che
qualcosa appaia alla consapevolezza umana. Ci troviamo alla soglia dell'immanen-
tismo e del soggettivismo moderni.
Con lui si volgono le spalle alla metafisica e ci si concentra sulla filosofia della
conoscenza. Kant è il più grande rappresentante proprio di tale corrente.
Vari movimenti estremisti hanno fatto propria questa filosofia, come il movimento femminista estre-
mo, poi il movimento dei gay, fino alla caduta del muro di Berlino, quando il comunismo, paladino
dell’uguaglianza sociale, visto il crollo di questa ideologia nell’Urss, ha fatto propria la battaglia della
uguaglianza dei sessi:
Voi sapete che il comunismo è nato proprio immettendo una avversione tra
i ricchi ed il proletariato e propone una rivoluzione sociale per arrivare
all’uguaglianza Gli scritti di Marx parlano di un paradiso futuro dove tutti saran-
no uguali. La forza delle ideologie. Dopo la realtà ha dimostrato che sono fallite
come sarà per i gender. Se questa era la bandiera del comunismo arrivare
all’uguaglianza, non più ricchi e né poveri, adesso pretende di arrivare
all’uguaglianza dell’uomo e della donna, introduce questo virus di contrasto.
E’ interessante notare che Papa Leone XIII – ricordate la catechesi sulla
dottrina sociale della Chiesa di alcuni anni fa – nel 1891 nella Rerum Novarum,
famosissima Enciclica sociale,
contrappone all’idea di lotta di classe comunista, la concezione cristiana di
complementarietà: “Togliere dal mondo le disparità sociali è cosa impossibi-
le”. Lo tentano, è vero, i socialisti, ma ogni tentativo contro la natura delle cose
riesce inutile. Poiché la più grande varietà esiste per natura tra gli uomini: non
tutti posseggono lo stesso ingegno, la stessa solerzia, non la sanità, non le forze
in pari grado: e da queste inevitabili differenze nasce di necessità la differenza
delle condizioni sociali (RN, n. 14).
“Nella presente questione, lo scandalo maggiore è questo: supporre una classe
sociale nemica naturalmente dell'altra; quasi che la natura abbia fatto i ricchi
e i proletari per battagliare tra loro un duello implacabile; cosa tanto contraria al-
la ragione e alla verità. Invece è verissimo che, come nel corpo umano le varie
membra si accordano insieme e formano quell'armonico temperamento che si
chiama simmetria, così la natura volle che nel civile consorzio armonizzassero
tra loro quelle due classi, e ne risultasse l'equilibrio. L'una ha bisogno assoluto
dell'altra: né il capitale può stare senza il lavoro, né il lavoro senza il capitale.
La concordia fa la bellezza e l'ordine delle cose, mentre un perpetuo conflitto
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non può dare che confusione e barbarie. Ora, a comporre il dissidio, anzi a svel-
lerne le stesse radici, il cristianesimo ha una ricchezza di forza meravigliosa”
(RN, n. 15).
Ora questa lotta per l’uguaglianza e questo introdurre il femminismo, ecc.
raggiungere l’uguaglianza di diritti per tutti ha condotto alla teoria dei gender.
Lucetta Scaraffia, una storica e giornalista italiana – invitata al Sinodo – sintetiz-
za molto bene questo che vi ho detto.
“La teoria del Gender è un'ideologia a sfondo utopistico basata sull'idea, già pro-
pria delle ideologie socio-comuniste, e fallita miseramente, che l'eguaglianza costi-
tuisca la via maestra verso la realizzazione della felicità. Negare che l'umanità è
divisa tra maschi e femmine è sembrato un modo per garantire la più totale e as-
soluta eguaglianza - e quindi possibilità di felicità - a tutti gli esseri umani. Nel ca-
so della teoria del Gender, all'aspetto negativo costituito dalla negazione della
differenza sessuale, si accompagnava un aspetto positivo: la totale libertà di scel-
ta individuale, mito fondante della società moderna, che può arrivare anche a can-
cellare quello che veniva considerato, fino a poco tempo fa, come un dato di co-
strizione naturale ineludibile”.
Che la donna debba partorire è una costrizione e per questo deve essere libe-
rata.
La trasformazione sociale in corso sta muovendosi verso la cancellazione di tutte
le differenze - anche di quella, fondamentale in tutte le culture, fra donne e uomini
- con un ritmo che si è fatto sempre più veloce dopo la diffusione degli anticon-
cezionali chimici, negli anni sessanta. La separazione fra sessualità e riprodu-
zione, infatti, ha permesso alle donne di adottare un comportamento sessuale di
tipo maschile - che forse non si adatta alla natura femminile, e dunque probabil-
mente non contribuisce ad aumentare la felicità delle donne, anche se questo è un
altro discorso - e quindi di svolgere dei ruoli maschili rimuovendo ogni ostacolo,
e cioè abolendo anche la maternità.
La separazione fra sessualità e procreazione ha provocato una separazione fra pro-
creazione e matrimonio, e quindi anche fra sessualità e matrimonio: possiamo
cogliere qui le condizioni per l'affermarsi dei "diritti" al matrimonio e al figlio
avanzati dai gruppi omosessuali, e strettamente collegati all'idea di Gender, cioè
alla negazione dell'identità sessuale "naturale".
Poi dice di stare attenti al cambiamento di linguaggio. Già l’aborto si
chiama “interruzione di gravidanza”, questa ideologia dei gender che si vuole in-
segnare nelle scuole è a motivo della salute, del rispetto dell’altro, della conoscen-
za. Tutte cose positive, come sempre il demonio si presenta. Si cambia qualche
termine: genitore al posto di padre e madre. Già la rivoluzione francese aveva vo-
luto introdurre nuovi nomi di mesi, chiudere le chiese, perseguitare i preti ma mi
sembra che in Francia ancora i mesi si chiamino con il loro nome tradizionale.
Non conta la realtà ma solo l’orientamento e questi demonizzano ogni ti-
po di differenza, viene decostruita la persona stessa.
L'ideologia del Gender è stata recepita con entusiasmo soprattutto dalle organiz-
zazioni internazionali, perché corrisponde alla politica di allargamento dei diritti
individuali che è considerata il fondamento della libertà democratica: il problema
del genere è stato al centro della battaglia politica nelle conferenze ONU del Cai-
ro e di Pechino.
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Al Cairo a cui partecipò una delegazione del Vaticano, con mons. Cordes
ed una sorella della mia comunità, si è prospettata questa teoria dei gender ma fu
bloccata. La delegazione vaticana riuscì a bloccarla. Ma a Pechino è stata
l’inaugurazione del gender.
Un’altra autrice, Marguerite A. Peeters, del Pontificio Consiglio per i Laici, di-
ce:
“La dissociazione sesso/gender, che si pretende sia definitiva, rompe l’unità on-
tologica della persona e la “fa divorziare”, per così dire, da se stessa. L’individuo
deve poter “scegliere”, deve potersi determinare in modo radicalmente libero. A
questa pretesa libertà si arriva mediante un processo di liberazione da ciò che è da-
to dalla realtà, dalla natura, dalle tradizioni, dalle peculiarità femminili e ma-
schili iscritte da Dio.
Ormai qualsiasi ostacolo di ordine culturale o religioso all’esercizio di
questa libertà è ritenuto discriminante.
Sapete che Hilary Clinton, nel suo programma elettorale, ha detto che se
viene eletta presidente sarà perseguito legalmente ogni differenza religiosa, sessu-
ale, ecc.
Kiko:
La cosa più grave è questa scrittrice Judith Butler, americana, che dice che
tutto ciò che costringe questa diseguaglianza, limita il mio intimo, l’uomo è vera-
mente libero quando… la differenza sessuale. E’ terribile va in una direzione spa-
ventosa. Considerano essere maschio o femmina un male. Devi essere libero, libe-
ro, libero nel tuo interno, completamente. Mette un punto di ideologia micidiale.
P. Mario:
Io seguito. La teoria “free choice” dice che:
Una nuova etica mondiale della “libera scelta” così intesa rischia di rimpiazzare le
culture tradizionali non-occidentali e l’etica giudeocristiana.
Per vostro conforto, vi leggo, cito solamente un articolo che mi ha passato
Stefano Gennarini di uno scrittore, filoso francese, di origine ebraica, convertitosi
al cattolicesimo del ’98. Si chiama Fabrice Hadjadj. Vi do i punti di riferimento
per chi vuole approfondire. E dice:
“dall’ideologia dei Gender la società cammina verso il transumano: cioè di un
umano potenziato dalle nuove tecnologie. Ma non sarebbe in verità che ora an-
droidismo o un cyborgismo.
Androide sapete cosa vuole dire, lo vedete nei film, i robot che stanno co-
struendo; mentre i cyber sono i chip che io sto aspettando mi mettano nel cervello
per potenziare le forze.
La novità starebbe nello sbarazzarsi dell’umano come è stato tramandato dalla na-
tura e dalla storia”.
Cito questo testo per indicare, soprattutto ai giovani affascinati dalla tecnologia, a quali follie porta la fal-
sa autocoscienza di potenza e di autonomia dell’uomo postmoderno.
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aiuto!” che tutti avete letto, con un libretto di educazione ai gender nelle scuole, è
rimasto sconvolto e dice:
La nostra città deve rinascere moralmente e spiritualmente!
E questo impegno è tanto importante quando parliamo di educazione dei ragazzi
e dei giovani, per la quale i primi responsabili siete voi genitori.
I nostri ragazzi, ragazzini, che incominciano a sentire queste idee strane, queste
colonizzazioni ideologiche che avvelenano l’anima e la famiglia: si deve agire con-
tro questo.
Ed è stato l’appoggio che abbiamo avuto.
Adesso andiamo alle catechesi di Papa Francesco che sono molto belle e
spero di finire in tempo.
Per introdurre le Catechesi di Papa Francesco, mi servo di un testo Juan
Josè Perez Soba, Professore al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II. Quando
sono in difficoltà mi faccio aiutare dai competenti. Ho scritto all’Istituto Giovanni
Paolo II. Questo professore ha scritto un libro che sarà pubblicato in a breve in
spagnolo che si intitola “La casa, il cammino in cui seguire il Maestro. Le cate-
chesi di Papa Francesco sulla Famiglia”. Cito solo l’introduzione alle catechesi
perché ovviamente Papa Francesco non ha lo stesso stile di Giovanni Paolo II, di
Papa Benedetto per esporre le cose. Ha un suo modo personale; da due anni sto
preparando una catechesi su Papa Bergoglio che è interessantissima e la faremo
quando Dio vorrà. Dio lo ha scelto provvidenzialmente per aiutare la Chiesa in
questo momento. Non ha un’esposizione sistematica, ma ha uno stile direttamen-
te catechetico, pieno di immagini della vita concreta che possa illuminare in
forma ravvicinata e amorevole le realtà quotidiane.
La struttura che segue è il modello di una catechesi familiare, che si può intendere
all’interno di quello che si chiama “orazione domestica” come scoperta della pa-
rola di Dio nella famiglia.
Ciascuna catechesi gira attorno un testo della Scrittura che costituisce il riferi-
mento ultimo che motiva e specifica il punto concreto che il Papa vuole trattare.
Lui vuole far scoprire la presenza di Dio all’interno della famiglia cristiana. Di-
vide le catechesi in tre parti.
La prima che tratta delle relazioni e realtà che costituiscono una famiglia: 1 e 2
La Madre – 3 e 4 Il Padre - 5 I Figli – 6 I Fratelli – 7 e 8 I Nonni – 9 I bambini.
Una seconda parte delle catechesi è dedicata alla rivelazione del piano di Dio: 10 e
11 Maschio e Femmina – 12 e 13 Il Matrimonio.
Una terza riguarda la vita quotidiana della famiglia:
14 Le tre parole (scusa, permesso e grazie) – 15 L’educazione – 16 Il fidanzamento – 17 Fami-
glia e povertà – 18 Famiglia e malattia – 19 Lutto – 20 e 21 Ferite – 22 Lavoro – 23 Domenica
– 24 Trasmissione della fede.
Mi sono fermato qua perché il Papa ha continuato fino a mercoledì scorso
dove ha parlato dell’evangelizzazione della famiglia. Non vi posso leggere tutte le
catechesi. Solo alcuni pezzi di alcune catechesi. Prima la madre, cosa strana per-
ché normalmente si comincia dal padre. Lui cita la madre perché si collega alla
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Vergine Maria che è madre nostra che ci ha dato Gesù Cristo. Riguardo alla ma-
dre dice:
L’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero diceva che le mamme vivono un “martirio
materno”. Nell’omelia per il funerale di un prete assassinato dagli squadroni della
morte, egli disse, riecheggiando il Concilio Vaticano II: «Tutti dobbiamo essere
disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci concede questo
onore… Dare la vita non significa solo essere uccisi; dare la vita a poco a poco.
Sì, come la dà una madre, che senza timore, con la semplicità del martirio mater-
no, concepisce nel suo seno un figlio, lo dà alla luce, lo allatta, lo fa crescere e
accudisce con affetto. E’ dare la vita. E’ martirio».
Le madri trasmettono spesso anche il senso più profondo della pratica religiosa:
nelle prime preghiere, nei primi gesti di devozione che un bambino impara, è in-
scritto il valore della fede nella vita di un essere umano.
E semina il germe della fede” (Mercoledì, 7 Gennaio 2015).
Riguardo al padre fa due catechesi: la prima un po’ negativa e la seconda
più positiva. Anzitutto dice che Gesù Cristo ci ha rivelato che Dio è nostro padre.
Il nome padre esiste in tutte le civiltà, papà e mamma. D’ora in poi quando nasco-
no diranno genitore 1 e genitore 2.
Oggi, tuttavia, si è arrivati ad affermare che la nostra sarebbe una “società senza
padri”. In altri termini, in particolare nella cultura occidentale, la figura del pa-
dre sarebbe simbolicamente assente, svanita, rimossa.
In un primo momento, la cosa è stata percepita come una liberazione: liberazione
dal padre-padrone, dal padre come rappresentante della legge che si impone
dall’esterno, dal padre come censore della felicità dei figli e ostacolo
all’emancipazione e all’autonomia dei giovani.
Talvolta, in alcune case, regnava in passato l’autoritarismo, in certi casi addirittura
la sopraffazione: genitori che trattavano i figli come servi, non rispettando le esi-
genze personali della loro crescita; padri che non li aiutavano a intraprendere la lo-
ro strada con libertà - ma non è facile educare un figlio in libertà -; padri che non li
aiutavano ad assumere le proprie responsabilità per costruire il loro futuro e quello
della società.
Questo, certamente, è un atteggiamento non buono; però come spesso avviene, si
passa da un estremo all’altro. Il problema dei nostri giorni non sembra essere
più tanto la presenza invadente dei padri, quanto piuttosto la loro assenza, la loro
latitanza.
Già da vescovo di Buenos Aires avvertivo il senso di orfanezza che vivono oggi i
ragazzi; e spesso domandavo ai papà se giocavano con I loro figli, se avevano il
coraggio e l’amore di perdere tempo con i figli. E la risposta era brutta, nella mag-
gioranza dei casi: “Mah, non posso, perché ho tanto lavoro…”.
L’assenza della figura paterna nella vita dei piccoli e dei giovani produce lacune
e ferite che possono essere anche molto gravi.
A volte sembra che i papà non sappiano bene quale posto occupare in famiglia e
come educare i figli. E allora, nel dubbio, si astengono, si ritirano e trascurano
le loro responsabilità, magari rifugiandosi in un improbabile rapporto “alla pari”
con i figli. E’ vero che tu devi essere “compagno” di tuo figlio, ma senza dimenti-
care che tu sei il padre!
Poi l’aspetto positivo:
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La prima necessità è proprio questa: che il padre sia presente nella famiglia. Che
sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze.
Oggi, c’è una struttura di lavoro che non favorisce la presenza dei genitori.
E che sia vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegna-
no, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e
quando sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo
sbagliato e quando ritrovano la strada; padre presente, sempre.
Dire presente non è lo stesso che dire controllore! Perché i padri troppo controllori
annullano i figli, non li lasciano crescere.
Il Vangelo ci parla dell’esemplarità del Padre che sta nei cieli – il solo, dice Gesù,
che può essere chiamato veramente “Padre buono” (cfr Mc 10,18).
Tutti conoscono quella straordinaria parabola chiamata del “figlio prodigo”, o me-
glio del “padre misericordioso”, che si trova nel Vangelo di Luca, al capitolo 15
(cfr 15,11-32). Quanta dignità e quanta tenerezza nell’attesa di quel padre che
sta sulla porta di casa aspettando che il figlio ritorni! I padri devono essere pazien-
ti. Tante volte non c’è altra cosa da fare che aspettare; pregare e aspettare con pa-
zienza, dolcezza, magnanimità, misericordia.
Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa an-
che correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimentale.
Il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza rispar-
miarsi (Mercoledì, 4 Febbraio 2015).
Questo è sul padre. Vi piacciono queste cose? Ho 3 minuti il resto lo legge-
rete da soli. Poi parla dei figli, dice che il figlio è amato prima di nascere, se la
madre lo porta in seno, lo ama, lo porta alla vita e questo è segno che Dio ci ha
amati prima di chiamarci all’esistenza. Poi onorare il padre e la madre. Poi segue:
Se una famiglia generosa di figli viene guardata come se fosse un peso, c’è qual-
cosa che non va! La generazione dei figli dev’essere responsabile, come insegna
anche l’Enciclica Humanae vitae del beato Papa Paolo VI, ma avere più figli non
può diventare automaticamente una scelta irresponsabile. Non avere figli è
una scelta egoistica. La vita ringiovanisce e acquista energie moltiplicandosi: si
arricchisce, non si impoverisce! I figli imparano a farsi carico della loro famiglia,
maturano nella condivisione dei suoi sacrifici, crescono nell’apprezzamento dei
suoi doni.
Nel moltiplicarsi della generazione c’è un mistero di arricchimento della vita di
tutti, che viene da Dio stesso. Dobbiamo riscoprirlo, sfidando il pregiudizio; e
viverlo, nella fede, in perfetta letizia (Mercoledì, 11 febbraio 2015).
Poi parla dell’uomo e la donna che Dio ha creato maschio e femmina e dice:
Solo nell’ uomo e nella donna essa porta in sé l’ immagine e la somiglianza
di Dio; non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l’uomo e la
donna, come coppia, sono immagine di Dio.
Poi è necessario conoscersi, parlarsi. Un’altra cosa che dice nella seconda
catechesi “Maschio e Femmina” che vede che l’uomo è solo e dice:
La donna non è una “replica” dell’uomo; viene direttamente dal gesto creatore di
Dio. L’immagine della “costola” non esprime affatto inferiorità o subordinazione,
ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono comple-
mentari e che hanno anche questa reciprocità.
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nella storia, non solo nell’educazione sessuale, sono penetrati dappertutto. Potete
raccogliere firme, per cui i genitori che vogliono firmare la richiesta perché non
sia introdotto l’insegnamento del gender nelle scuole lo possono fare, ma a nome
personale non a nome del Cammino Neocatecumenale. Il cammino è aperto a tut-
ti, non vuole chiudersi in partitismi.
Poi c’è una seconda appendice, l’indice di tutte le catechesi, perché mi
hanno chiesto le catechesi che abbiamo fatto in questi 20 anni. Alcuni, ultima-
mente, volevano quelle sull’Islam per capire ciò che sta succedendo, altri che
hanno malattie vogliono quella sulla sofferenza, altri che devono fare la tesina non
sanno che già abbiamo parlato della dottrina sociale. Io ho fatto un indice con gli
anni corrispondenti e ciascuno può chiedere al Centro neocatecumenale e verrà
inviato gratis, ma con la proibizione di pubblicarli o di metterli in internet, come
già è avvenuto. Appena me lo hanno segnalato l’ho bloccato. Perché? Questi sono
ad uso interno del Cammino, non sono tesi, non sono studi scientifici: sono cate-
chesi.
Alla fine metterò la citazione di un libro scritto dal card. Paul Cordes che
ha difeso il Cammino e al quale dobbiamo tantissimo. Lui ha avuto l’idea di scri-
vere la propria vita, la sua esperienza di vita con tre Papi e parla anche dei rappor-
ti con il Cammino. E’ interessante, è appena uscito in Italia.
Ho finito! E’ stato troppo pesante? Mi spiace per i presbiteri che lo devono
rifare ma con questo ringiovaniscono.
Kiko:
Domani è domenica, grazie a Dio, giorno di riposo e di santità. Domani
presiederà mons. Josè Luis Del Palacios in spagnolo. Cantiamo tutto in spagnolo
dato che tutta la convivenza è stata in italiano. Vi ricordo che dovete portare un
po’ di soldi perché dobbiamo pagare gli alberghi. Nella convivenza passata ab-
biamo lasciato un debito di € 270.000 perché qui c’erano 1000 ragazzi e non ave-
vano soldi a sufficienza. Qui sicuramente c’è qualcuno con molti soldi e spero che
ci dia qualcosa.
Una cosa su ciò che ha detto Mario.
Potete capire da alcune pennellate che siamo in una battaglia enorme, in
una cultura che si sta evolvendo ad una velocità immensa. Pensate che ci sono
quasi 700 divorzi al giorno, che sta sparendo la figura del padre, che stanno pro-
vando a togliere le differenze sessuali, di essere maschio e femmina, che induco-
no i bambini nella scuola che devono scegliere loro il sesso, gli inculcano questa
idea. Mi raccontava Bruna che una bambina di 4 anni dice a sua madre che vole-
va il piatto azzurro, quando sempre lo voleva rosa. La madre gli chiede: ma per-
ché sei fissata con il piatto azzurro? Dice: mi ha detto la maestra che posso diven-
tare un bambino e mi devo allenare per diventarlo. La stanno inducendo e la bam-
bina è contenta di essere un bambino. I bambini usano i piatti azzurri e lei comin-
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cia ad allenarsi. Vi dico queste cose perché è veramente tremenda l’influenza che
c’è sui bambini piccoli. Questa situazione che c’è, ha dietro l’idea maltusiana, 30
anni fa avevano deciso che un terzo della società è in più e perché non nascano
più i bambini, non solo l’aborto che hanno potenziato moltissimo, ma ora stanno
potenziando l’omosessualità. Se 10 ragazze si sposano e avranno 7 figli, la popo-
lazione aumenterà, se invece sono lesbiche non ne fanno neppure uno. Così rapi-
damente si dimezza la società con un cambio di natalità. Una battaglia enorme!
Quello che dice il Papa Francesco è molto importante: il punto è la fami-
glia! la famiglia cristiana. Dio sta dando a noi una grazia grandissima. Il Papa è
emozionato dalla missionarietà delle famiglie e adesso faremo un incontro con
300 famiglie, invierà 40 missio ad gentes. Questa è una testimonianza per tutta la
Chiesa enorme.
Domani alle 10 faccio un incontro con tutti i pittori. Voi dovete venire alle
10,30 perché alle 11 celebriamo l’Eucarestia. Venite belli!
Buona notte a tutti e buona cena!
H.23 - Cena
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DOMENICA 20 settembre
- Ambientale (Kiko)
Coraggio, fratelli, la nostra convivenza sta finendo e rendiamo grazie al Si-
gnore in questa Pasqua della settimana. Il Signore è qui presente in mezzo a noi,
risorto, ci offre Se stesso nel suo Corpo sulla croce: “Questo è il mio corpo che si
consegna per voi”. Si fa presente qui la croce di Cristo, il suo corpo che si è con-
segnato alla croce per noi ed è resuscitato per la nostra giustificazione, è salito al
cielo. Gli angeli porteranno al cielo questa offerta al Padre, nella quale gli diamo
gloria perché diciamo: “Santo sei Tu, come ci ami, come sei buono, sei Santo
Santo Santo”. Ecco, questo sacramento alimenta la nostra fede. Senza
l’Eucarestia il Cammino non esisterebbe. Allora viviamo questa Eucarestia come
il Signore vuole, ascoltando la Sua Parola, rispondendo alla Sua Parola ciascuno
di noi nel proprio intimo. Non è una liturgia per Dio solamente, è anche per noi,
per aiutarci: cosa dice a te la Parola di oggi, in questa Eucarestia?
Alla fine dell’Eucarestia dovremo chiedere, come sempre, se c’è qualche pre-
sbitero che si offre per l’evangelizzazione, se c’è qualche ragazzo che vuole en-
trare in seminario, come tutte le volte. Dovremo anche firmare il decreto della
missio ad gentes di Ahmadabad in India. Questa sera saluteremo brevemente i
fratelli della Francia e poi ci troveremo con gli itineranti per completare le equi-
pes, se a qualcuno manca un presbitero per queste convivenze. Quello che faremo
è provvisorio, perché si concretizzerà poi nella convivenza degli itineranti a no-
vembre.
Carmen voleva venire, ma non se la sente e ci segue dalla sua camera. Un ap-
plauso a Carmen!
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Amare. “Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non ven-
gono forse dal vostro piacere?”. Siamo andati in vacanza cercando piacere, ambi-
zione, e abbiamo incontrato la morte. Eppure Dio in questa convivenza ci ha a-
perto il cielo, il fondamento della vita. Gli uomini siamo fatti a immagine di Gesù,
per questo questa immagine rompe in noi il mondo. Allora non abbiamo paura
della persecuzione, non possono fare altra cosa perché siamo scomodi.
Il Vangelo fa presente il Mistero Pasquale: il Figlio dell’Uomo deve essere
consegnato nelle mani degli uomini, lo uccideranno e dopo morto, passati 3 gior-
ni, resusciterà. Quindi: “Sei disposto a morire con Me? Ti do il mio spirito, farò
con te il Mistero Pasquale”. Questo è l’annuncio che ci dà il Signore per il nuovo
corso che inizia. E di cosa discutevano i discepoli lungo il cammino, quali sono le
radici delle discussioni che abbiamo noi? Non è proprio l’essere il primo, come
discutevano gli apostoli? Vuoi essere il primo? E dice Gesù: “Chi vuol essere il
primo sia il servitore di tutti”, e prende un bambino, che non ha pretese, che fa
presente l’umiltà. Vogliamo essere liberi e proporre al mondo la nuova evangeliz-
zazione? Siamo umili come un bambino. L’umiltà. Che cosa è l’umiltà? Tante
volte l’abbiamo ascoltato dai nostri catechisti, facendo riferimento a S. Teresa di
cui celebriamo il centenario: l’umiltà è la verità. E qual è la verità? Non avere
pretese, la verità è che siamo peccatori.
Questo momento che stiamo vivendo è tanto difficile, perché sta in gioco
la famiglia, l’uomo, la distruzione dell’uomo. Io mi domando: crediamo che Dio
permetterà che l’uomo si distrugga, quando l’opera più perfetta della creazione è
l’uomo e Dio è innamorato dell’uomo, e ha fatto suo Figlio uomo per salvarci, per
riscattarci, per distruggere in noi il mondo, il demonio e la carne che sono i nemi-
ci che abbiamo ora, perché tutti abbiamo terminato l’itinerario neocatecumenale?
Bene, fratelli, coraggio! Animo, lo dico anche a me stesso che ho appena
ricevuto un avviso della polizia, siamo perseguitati. Animo, perché il Signore con
questa Parola mi dice: “Non difenderti, vai perché Io sarò con te”. Allora corag-
gio, veniamo a questa convivenza dopo tutta l’estate e questo è quello che dob-
biamo lasciare in eredità ai nostri figli e ai nostri nipoti. Sono contento di vedere
in Perù tante famiglie in missione, già anziane, che hanno lasciato nipoti, sicurez-
ze, hanno lasciato tutto ma stanno trasmettendo la vera eredità che è il cielo, che è
la vita eterna, cioè l’umiltà.
Allora se qualcuno ha fame, come abbiamo tutti, mangiamo e beviamo il
Corpo e il Sangue di Cristo. Io dico sempre che la miglior politica sta nella fami-
glia: trasmettiamo questo spirito, apriamo il cielo, fratelli, l’allegria, la resurrezio-
ne, invochiamo il Nome del Signore. Il Signore ci ha dato le armi: “Vendi i tuoi
beni, dai la decima, torna a pregare – perché forse abbiamo smesso di pregare – e
ti incontrerai con la vera immagine, contemplerai Gesù Cristo. Prendi la tua cro-
ce, odia tuo padre e tua madre”, sono gli scrutini che la Chiesa ha fatto per entra-
re nel cielo. Bene, fratelli, preghiamo affinché tutto questo che sto dicendo pos-
siamo viverlo e contemplarlo ogni giorno della vita.
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- Credo apostolico
- Preghiere dei fedeli cantate
- Liturgia eucaristica
Canti di comunione: “Il pigiatore”
“Il Messia leone per vincere”
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domani una di queste famiglie deve tornare a casa perché ha un figlio malato,
ecc., noi sostituiamo questa famiglia con un’altra. Così facciamo un contratto
comune che lascia sereni i Vescovi, perché alcuni si spaventano: una famiglia con
10 figli, che facciamo, dove lavoreranno?
Bene, il Vescovo di questa diocesi dell’India ha già firmato e adesso dob-
biamo firmare noi. La diocesi di Ahmadabad è al nord dell’India, la zona dove è
nato Gandhi, la più indù di tutta l’India. Diamo un applauso, fratelli!
E’ interessante perché in vari paesi si stanno chiudendo chiese, parrocchie,
e noi stiamo costruendo parrocchie, cento, mille parrocchie, in una forma nuova
con le missio ad gentes che hanno tutti gli attributi di una parrocchia. L’unica dif-
ferenza con la parrocchia è che non ha un tempio, non parte da una chiesa, parte
da una comunità cristiana, tempio dello Spirito Santo, Corpo di Cristo risorto.
Stiamo facendo una nuova evangelizzazione in tutta Europa senza chiese, senza
templi. E’ una cosa sorprendente! Potevano darci tante chiese vuote, ma non le
vogliamo. Dopo, quando grazie alla testimonianza della missio ad gentes viene un
gruppo di pagani e si forma una seconda comunità, poi una terza e una quarta, e
non entrano più in una sala per celebrare l’Eucarestia e c’è bisogno di un locale
più grande, ecco allora si arriverà a costruire una domus ecclesiae, una casa della
Chiesa, come nella Chiesa primitiva. Sembrerebbe una parrocchia, sembrerebbe
una chiesa: è una domus ecclesiae, con la corona misterica, con le sale per le co-
munità, partendo dalla base. Siamo partiti da una comunità cristiana, ossia non
abbiamo bisogno di partire dalla religiosità della gente che ha bisogno di un tem-
pio per placare la divinità, come gli indios. I Gesuiti facevano grandi cattedrali,
con un retablo dorato, e gli indios entravano lì e si mettevano in ginocchio. Bene,
quella è una forma di evangelizzare, partendo dalla religiosità della gente. Sicco-
me la gente oggi è secolarizzata e non crede in Dio, né che bisogna placare qual-
cuno, allora… se fai un tempio la gente entra e fa una fotografia! Ma questa gente
si rende conto di essere sola, ha una solitudine profonda e per quanto voglia ap-
pagarla con le concupiscenze, con la fornicazione, non riesce. Quando vede come
noi ci vogliamo bene, resta toccata: “Amatevi e in questo amore conosceranno
che siete miei discepoli”, dice Cristo, “e se siete perfettamente uno il mondo cre-
derà”, questa gente si convertirà. Ecco, stiamo tentando di realizzare il Vangelo.
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- Chiamate:
Presbiteri itineranti
Ragazzi per il seminario
Ragazzi per l’itineranza
Ragazze per la missione
C’è qualche sorella, già adulta, che si sente di aiutarci per i seminari o per
le missio ad gentes? Sapete che nelle missio ad gentes il presbitero ha un socio,
ma molte volte non possono vivere insieme perché la gente pensa che sono una
coppia gay, se vivono insieme due uomini. Allora mettiamo una sorella che fa da
madre, da sorella, che fa da mangiare, abita con loro e già la cosa è diversa. Così
quando siete anziane e non sapete che fare, noi vi accogliamo, anche se avete 80
anni.
- Avvisi importanti:
- Incontro di preghiera con il S. Padre per l’apertura del Sinodo
Devo dirvi ancora che il giorno 3 ottobre ci troviamo tutti in piazza S.
Pietro, alle ore 16. Venite tutti anche dalla Campania, dalle Marche e Abruzzi,
da tutta l’Italia. Il Papa arriva alle ore 18, ma ci troviamo già alle ore 16, faremo
qualche canto aspettando il Papa e anche dopo alla presenza del Santo Padre. E’
molto importante che andiamo tutti, è un momento importantissimo di preghiera
per il Sinodo. Se in questa data c’è qualche convivenza fissata e potete cambiarla,
fatelo. Sappiamo però che nelle convivenze vanno i catechisti, che sono un nume-
ro minimo rispetto a tutti i fratelli che possono partecipare. La CEI ci informa che
per venire a Roma le diocesi hanno prenotato degli autobus che possono essere
usufruiti gratuitamente anche da noi: voi itineranti prendete contatto con la dio-
cesi e dite: “Porteremo 400 persone” e i bus vi porteranno a Roma. Comunicate
anche il numero dei partecipanti dalle diverse diocesi al Centro Neocatecumenale
di Roma per coordinare un pochino, per aiutarvi. Se volete arrivare prima delle
ore 16, meglio, perché ci sarà moltissima gente. Potete portare striscioni con il
nome della parrocchia o con la scritta “Cammino neocatecumenale della diocesi
di…”. E’ molto importante la partecipazione del Cammino, famiglie in missione,
fratelli, tutti!
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H 14 – Pranzo
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ALLEGATI
- Questionario
- Appendici 1, 2 e 3 alla Catechesi di P. Mario
- Catechesi di Padre Mario: “Papa Francesco e la famiglia”
- Nota per le collette
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La famiglia cristiana è una entità primordiale che ha la sua origine in Dio, dal
momento che Dio stesso si rivela come Padre che ha un Figlio. Dio è una famiglia: Pa-
dre, Figlio e Spirito Santo.
Papa Francesco, parlando della missione della famiglia in rapporto alla città, ci ha
fatto ricordare le nostre “missio ad gentes”, dove i fratelli vanno per le strade con i figli,
visitano le case…, e dice:
L’alleanza della famiglia con Dio è chiamata oggi a contrastare la desertificazio-
ne comunitaria della città moderna. Ma le nostre città sono diventate desertificate
per mancanza d’amore, per mancanza di sorriso. Tanti divertimenti, tante cose
per perdere tempo, per far ridere, ma l’amore manca. Il sorriso di una famiglia è
capace di vincere questa desertificazione delle nostre città. E questa è la vittoria
dell’amore della famiglia. Nessuna ingegneria economica e politica è in grado di
sostituire questo apporto delle famiglie. Il progetto di Babele edifica grattacieli
senza vita. Lo Spirito di Dio, invece, fa fiorire i deserti (cfr Is 32,15). Dobbiamo
uscire…, per frequentare di nuovo le case e gli spazi aperti delle moltitudini, a-
perti all’amore della famiglia…
Andiamo avanti su questa strada, non perdiamo la speranza. Dove c’è una fami-
glia con amore, quella famiglia è capace di riscaldare il cuore di tutta una città
con la sua testimonianza d’amore. (Udienza, mercoledì 2 settembre 2015)
DOMANDE:
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APPENDICE 1
CONSIGLI UTILI PER I GENITORI
Suggeriamo alcuni consigli – preparati dal Comitato “Difendiamo i nostri figli” –, utili per i genitori che
vogliamo accompagnare i propri figli nella scuola, difendendoli dall’introduzione dell’ideologia Gender
nell’insegnamento scolastico:
- Tenendo sempre presente che la Costituzione Italiana (art. 30) e la Dichiarazione universale dei di-
ritti dell’uomo (art. 26) sanciscono il diritto dei genitori all’educazione dei propri figli, è bene es-
sere attenti ai programmi di insegnamento adottati nella scuola;
- In particolare, è importante conoscere il “Piano Offerta Formativa (POF), dove sono indicate tutte
le attività che la scuola intende adottare;
- I genitori devono dichiarare per scritto se autorizzano oppure no la partecipazione del figlio / figlia
ad un determinato insegnamento. Il testo va consegnato in segreteria e protocollato;
- Gli insegnamenti scolastici sono di due tipi: quelli curricolari (obbligatori) e quelli extracurricolari
(facoltativi), da questi si può ritirare il proprio figlio. E’ bene vigilare anche sugli insegnamenti
curricolari, intervenendo nei singoli casi qualora questi insegnamenti fossero contrari ai propri va-
lori morali;
- E’ chiaro che più genitori si associano, coinvolgendo anche le associazioni dei genitori (AGE,
AGESC…), in questo maggiore è la pressione che si può esercitare;
- L’insegnamento Gender è possibile soprattutto nel programmi di educazione all’affettività e alla
sessualità, o nei programmi di contrasto al bullismo e alla discriminazione: qui è bene prestare la
massima attenzione;
- Il consenso / dissenso a ciascun singolo percorso d’insegnamento (non in modo generico) va de-
positato in segreteria e protocollato;
- I genitori hanno il diritto di chiedere tutti i chiarimenti che vogliono all’istituzione scolastica nei
consigli di classe, nei consigli di istituto, nei consigli dei professori…
- E’ certo anche molto buono che i genitori si offrano come “Rappresentanti di classe” ed entrino
nei “Consigli di istituto”.
Massimo Gandolfini, Presidente del Comitato “Difendiamo i nostri figli”, ci comunica che al momen-
to il ddl Cirinnà, è bloccato e ci sono buone probabilità che non vada in Aula del Senato prima del
nuovo anno.
E’ FONDAMENTALE la RACCOLTA FIRME.
I genitori che vogliono firmare la richiesta perché non sia introdotto l’insegnamento dei Gender nelle
scuole possono farlo a nome personale, non a nome del Cammino neocatecumenale.
Il Comitato è a completa disposizione delle famiglie: ci vengano segnalati ogni tipo di abuso o di impo-
sizioni gender dovunque accadano.
WWW.DIFENDIAMOINOSTRIFIGLI.IT
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APPENDICE 2
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APPENDICE 3
Il 21 ottobre 1986 con lettera del Segretario di Stato Casaroli, Papa Giovanni Paolo II
gli ha dato l’incarico personale per seguire le attività nel Cammino neocatecumenale in
vista di un maggior inserimento nella Chiesa.
Dal 1984 come Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici ha sostenuto e difeso il
Cammino contro gli attacchi da parte di alcuni vescovi soprattutto riguardo alla celebra-
zione dell’Eucaristia il sabato sera e alla Veglia Pasquale. 1
Nel libro “la mia vita” il Cardinal Paul Josef Cordes racconta l’avventura umana e spiri-
tuale dall’infanzia in Germania durante la seconda guerra mondiale all’approdo in Vati-
cano. Un arco di tempo attraversato da tre Pontefici: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI
e Francesco, che il Cardinale ha conosciuto personalmente e di cui riporta interessanti
aneddoti.
Riguardo al Cammino, il libro ha alcune pagine, molto sincere, di particolare interesse,
dove si ricorda il primo incontro avuto con Kiko e Carmen, il lavoro che egli ha fatto
perché il Cammino potesse essere accolto dalla Santa Sede, insieme agli inizi delle
Giornate Mondiali della Gioventù.
A lui va la nostra gratitudine e la nostra riconoscenza, e soprattutto la nostra preghiera.
1
Per questo scrisse un libro sull’eucaristia nelle piccole comunità. Paul Josef Cordes, Partecipazione attiva
all’Eucarestia. La “actuosa participatio” nelle piccole comunità. S. Paolo 1996.
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PAPA FRANCESCO E LA FAMIGLIA
PREMESSA
Perché questa catechesi
Di fronte alla confusione creata soprattutto dai media dall’inizio del Sinodo straordinario sulla
Famiglia convocato da Papa Francesco nel 2014, ed inoltre per aiutare i nostri giovani nel com-
battimento della sessualità, dato che molti di loro non hanno potuto ricevere le catechesi che
abbiamo dato negli scorsi anni (Sulla sessualità, Sul matrimonio, Sulla famiglia, Sulla teolo-
gia del corpo di Papa Giovanni Paolo II), abbiamo pensato quest’anno di presentare i punti
principali per comprendere queste realtà alla luce della Rivelazione, della Tradizione e del
Magistero.
In questa catechesi non parleremo degli argomenti in discussione nel prossimo Sinodo sulla
Famiglia, riguardo alla comunione ai risposati ed altre questioni, in attesa di una parola definiti-
va alla conclusione del Sinodo da parte di Papa Francesco, di Pietro.
Come nelle catechesi anteriori, cercherò di esporre alcuni aspetti fondamentali in forma sinteti-
ca, e per quanto possibile sistematica, per facilitarne la comprensione.
Partiremo dal Mistero della Santissima Trinità, come radice e fonte della Famiglia cri-
stiana.
Quindi parleremo della creazione dell’uomo e della donna a “Immagine e somiglianza
di Dio”: esplicitando la realtà “uni-duale”, costitutiva di ogni persona: spirito-corpo, e la
“relazione uomo-donna”.
In questo contesto parleremo della bellezza della sessualità: maschio-femmina. Pen-
siamo infatti, che ai nostri giovani, chiamati a sostenere un duro combattimento contro
corrente rispetto al pensiero dominante, sia importante che la sessualità sia presentata
all’interno della “visione integrale” del piano di Dio su ciascuno di noi. All’infuori di
questa visione, illuminata dalla luce della Rivelazione trasmessaci dal Magistero della
Chiesa, si rischia di cadere in moralismi, in un insieme di norme negative, incompren-
sibili alla mentalità contemporanea. Lo dimostra la “Teologia del Corpo” sviluppata da
Papa San Giovanni Paolo II, fino ad oggi purtroppo spesso ignorata.
Dopo la presentazione del meraviglioso piano di Dio, espressione del suo amore per
noi, parleremo dell’attacco più grave in atto oggi contro la Famiglia: l’Ideologia del
Gender. Per mancanza di tempo, presenteremo solamente alcuni aspetti principali di
questa minaccia, di cui abbiamo parlato un po’ più estesamente nella catechesi dello
scorso anno.
Dopo l’esposizione di questa minaccia contemporanea alla famiglia, presenteremo
l’insegnamento di Papa Francesco, sviluppato nelle recenti Udienze del Mercoledì,
in continuità con l’insegnamento dei Papi anteriori, in cui in forma semplice e acces-
sibile espone la bellezza del piano di Dio sulla famiglia, frutto del suo Amore per
noi.
Al termine, tempo permettendo, parleremo della Missione affidata dal Signore alle
comunità neocatecumenali e comunicheremo alcuni suggerimenti alle famiglie, invi-
tandole ad una vigilanza attiva sull’insegnamento nelle scuole per difendere i propri
figli, soprattutto in questo momento in Italia, in cui si sta cercando di imporre una edu-
cazione sessuale contraria alla visione cristiana. Suggerimenti che valgono anche per le
famiglie del Cammino in tutte le nazioni.
La distinzione reale delle Persone divine tra loro, risiede esclusivamente nelle relazioni che le
mettono in riferimento le une alle altre: "Nei nomi relativi delle Persone, il Padre è riferito al
Figlio, il Figlio al Padre, lo Spirito Santo all'uno e all'altro” (CCC 255).
Per comprendere le radici della persona, e quindi della famiglia, nel Mistero della Santissima
Trinità mi servirò di alcune riflessioni di Gisbert Greshake,2 un teologo tedesco nel “trattato di
Teologia Trinitaria”, testo da me già citato nelle catechesi degli anni scorsi. L’autore, appro-
fondendo le relazioni delle Tre Persone Divine, ne deduce le conseguenze per comprendere il
senso profondo del nostro essere persona, creati “a immagine e somiglianza di Dio”:3
“Come molto bene dice la Costituzione pastorale del Concilio Vaticano II (n. 22):
Dio, mentre si comunica all'uomo in Cristo (e mediante lo Spirito Santo), svela
nello stesso tempo “pienamente l'uomo all’uomo” … Come dice la Sacra Scrittu-
ra, l'essere umano è creato «a immagine e somiglianza di Dio».
Dio non è semplicemente un essere supremo "compatto", bensì una comunione di
vita e di amore, allora ciò "deve" avere delle conseguenze anche per l'uomo: solo
1
Papa Giovanni Paolo II, Porto San Giorgio, 30 Dicembre 1988.
2
Gisbert Greshake, Il Dio Unitrino, Queriniana, Brescia 2000.
3
Gisbert Greshake, La fede nel Dio Trinitario, Queriniana, Brescia 1999, p. 8.
“Se l'unica vita divina si attua precisamente nello scambio fra le tre persone divi-
ne, fra il Padre, il Figlio e lo Spirito, allora questo significa che l’unità e la molte-
plicità, l'unità e la diversità sono parimenti originarie, ugualmente importanti
anzitutto in Dio e poi anche fra di noi. Ciò comporta delle conseguenze tutt'altro
che ovvie.
Pensiamo solo alle tante comunità e istituzioni sociali in cui viviamo o che cono-
sciamo. Quasi dappertutto in esse l'unità, la conformità, l'uniformità sono più
apprezzate della pluralità, della multiformità 9 e degli atteggiamenti diversi. Co-
sì avviene anche nella Chiesa. Ma così non avviene solo nella chiesa!
4
Ibid., p. 10.
5
Si comprende perché Gesù dice: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per
causa mia, la troverà (Mt 16,26). “Il quale [= Cristo], pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso (lett: «si vuotò di se stesso») …umiliò se stesso facendosi
obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,6-8).
6
Op. cit., p. 37.
7
Ibid., p. 34. Da Tommaso d'Aquino in poi la persona in Dio viene quindi concepita come "realitas subsistens", cioè
come pura relazionalità reciproca.
8
Ibid., p. 43.
9
Vedi l’invito di Papa Benedetto XVI nella lettera ai Sacerdoti ad accettare la multiformità nella pastorale: “Mi è
caro rivolgere ai sacerdoti, in quest’Anno a loro dedicato, un particolare invito a saper cogliere la nuova primavera
che lo Spirito sta suscitando ai giorni nostri nella Chiesa, non per ultimo attraverso i Movimenti ecclesiali e le nuove
Comunità. Lo Spirito nei suoi doni è multiforme… Egli soffia dove vuole. Lo fa in modo inaspettato, in luoghi
inaspettati e in forme prima non immaginate… ma ci dimostra anche che Egli opera in vista dell’unico Corpo e
nell’unità dell’unico Corpo”. E nell’Omelia della veglia di Pentecoste, nell’incontro con i movimenti ecclesiali e le
nuove comunità, il 3 Giugno 2006, affermava: “Lo Spirito nei suoi doni è multiforme – lo vediamo qui. Ma in Lui
molteplicità e unità vanno insieme. Egli soffia dove vuole. Ed è anche proprio qui che la multiformità e l'unità
sono inseparabili tra di loro. Egli vuole la vostra multiformità, e vi vuole per l'unico corpo, nell'unione con gli ordini
durevoli – le giunture – della Chiesa, con i successori degli apostoli e con il successore di san Pietro. Non ci toglie la
Papa Giovanni Paolo II, in una catechesi sulla “Teologia del corpo” denuncia una mentalità
erronea diffusa dal manicheismo all’interno della Chiesa, che contrappone il corpo all’anima, la
carne allo spirito:
“Accusare il corpo come fonte del male è una tentazione che ci viene dalla tradi-
zione manichea, nata dal dualismo mazdeo.
Il manicheismo ritiene che la materia sia la fonte del male, e perciò condanna
tutto ciò che è corporale, in particolare il sesso, dato che attraverso la procreazio-
ne perdura l’imprigionamento delle anime nella materia… Un atteggiamento mani-
cheo dovrebbe portare ad un ‘annientamento’, se non reale, almeno intenzionale
del corpo, ad una negazione del valore del sesso umano, della mascolinità e
femminilità della persona umana, o perlomeno soltanto alla loro ‘tolleranza’ nei
limiti del ‘bisogno’ delimitato dalla necessità della procreazione... Il modo mani-
cheo di intendere e valutare il corpo e la sessualità dell’uomo è essenzialmente e-
straneo al Vangelo e non conforme al significato esatto delle parole del Discorso
della montagna pronunciate da Cristo.... In verità, è nel cuore che sta il problema:
è il cuore che è stato sconvolto dal peccato, non il corpo. Se il corpo sembra ‘ri-
belle’, è perché il cuore dell’uomo ha perso la ‘rettitudine’ delle origini (Catechesi,
22 ottobre 1980).
fatica di imparare il modo di rapportarci vicendevolmente; ma ci dimostra anche che Egli opera in vista
dell'unico corpo e nell'unità dell'unico corpo. È proprio solo così che l'unità ottiene la sua forza e la sua bellezza”.
10
Ibid., p. 44.
11
Ibid., p. 45.
12
Benedetto XVI, Deus Caritas est, n. 5.
“Noi viviamo dunque in un tempo nel quale il corpo è sempre più al cen-
tro, sempre più percepito nella sua dimensione fisica e, al tempo stesso,
stiamo perdendo di vista il legame inscindibile del corpo con la persona,
stiamo assistendo allo sganciamento del corpo dallo spirito, dall'etica, dal
sacro.
Non ci interessa più sapere qual è il significato religioso del corpo, la sua
verità ultima, il suo senso profondo, ci basta che sia in buona salute, che
faccia colpo, che seduca.
Ed assistiamo anche ad un'ulteriore fase, in questo processo di separazione:
non solo il corpo viene distanziato dallo spirito, ma anche dalla psiche,
cioè dai sentimenti, dalle motivazioni, dalle decisioni.13
Potremmo qui ricordare il problema – anche psichiatrico – delle perversioni ses-
suali, della pedofilia, degli abusi e della violenza sui minori del quale conosciamo
le derive, ma forse potremmo anche parlare dell'erotismo come accentuazione
dell'istinto sessuale: c'è una realtà che fa parte del nostro corpo che oggi viene co-
sì enfatizzata fino a diventare ossessione. L'ossessione è un'idea ritornante che
non esce dalla testa, talmente invasiva da provocare stati di ansietà o azioni com-
pulsive. Questa ossessione per il sesso, presente nel nostro tempo, ha qualcosa di
insolito e di esagerato.14
Papa Benedetto XVI della sua prima Enciclica “Deus Caritas est” afferma: «Il
modo di esaltare il corpo a cui noi oggi assistiamo è ingannevole. L'eros degra-
dato a puro sesso diventa merce, una semplice cosa, che si può comprare e vende-
re, anzi l'uomo stesso diventa merce.
In realtà ci troviamo di fronte ad una degradazione del corpo umano che non è
più integrato nel tutto della libertà della nostra esistenza. Non è più espressione vi-
va della totalità dei nostro essere, ma viene come respinto nel campo puramente
biologico» (n. 5). Appare evidente, oggi, l'esigenza di ridare un'anima al corpo
15
dell'uomo.
Papa Benedetto XVI sintetizza bene quanto abbiamo fin qui illustrato:
"Essere uni-duale significa che l'anima e il corpo sono una cosa sola. Pertan-
to ogni azione non è più solo un accadimento corporeo, ma un atto spirituale,
coinvolge i livelli più alti del mio essere. Dal momento che il corpo non è
più solo materia o qualcosa di biologico, i gesti compiuti da esso hanno una
pregnanza anche psicologica, spirituale e trasmettono molto di più di ciò che
appare. Una stretta di mano è un segno di amicizia, è un desiderio di incontro,
è una disponibilità al dialogo, è un interesse a conoscerti. Ancora, ogni ge-
sto fatto all'altro tocca non solo il corpo, ma anche lo spirito, anche la sua
psiche: un abbraccio non è solo l'espressione di una mia esigenza o il tocca-
13
Autori Vari, Che male c’è? La sessualità nella vocazione all’Amore, Ed. Porziuncola, Assisi 2007, p. 31.
14
Vedi il boom del mercato della pornografia, oltre che i programmi hard della televisione mediante, l’invadenza
spudorata di Internet sui Tablet e i Telefonini. Se l’ossessione diventa vizio rischia di distruggere psicologicamen-
te e spiritualmente una persona, come la droga. In America ci sono stati molti casi di dipendenza dal piacere sessua-
le che hanno dovuto creare dei centri di disintossicazione.
15
Ibid., p. 33.
16
Ibid., pp. 46-47.
17
Pontificio Consiglio per la Famiglia, Sessualità umana: verità e significato, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1995.
18
Sessualità umana, nn. 10-11.
19
“… La vita nuova ricevuta nell’iniziazione cristiana non ha soppresso la fragilità e la debolezza della natura
umana, né l’inclinazione al peccato che la tradizione chiama concupiscenza, la quale rimane nei battezzati per-
ché sostengano le loro prove nel combattimento della vita cristiana, aiutati dalla grazia di Cristo. Si tratta del
La concupiscenza carnale22
“La vita in comune di due persone di sesso diverso implica tutta una serie di atti in
cui l'uno è il soggetto e l'altro l'oggetto.
I problemi che ci interessano in quest'opera, e soprattutto in questo capitolo, ci
spingono ad esaminare bene sia gli atti esterni che quelli interni. Due comanda-
menti del Decalogo, il sesto, («Non fornicare») e il nono («Non desiderare la
donna d'altri») attraggono già la nostra attenzione. Si tratta di atti che hanno per
oggetto la persona di sesso diverso, la persona, non il suo sesso. La differenza dei
sessi crea soltanto un problema morale particolare.
Mentre la persona dovrebbe essere oggetto d'amore, il sesso che si manifesta
soprattutto nel corpo, e che perciò è percepibile dai sensi, apre la via alla concupi-
scenza. La concupiscenza carnale è strettamente legata alla sensualità. L'analisi
della sensualità ci dimostra che la concupiscenza è una reazione al corpo in
quanto possibile oggetto di godimento. Noi reagiamo ai valori sessuali del corpo
per mezzo dei sensi e questa reazione è «orientata».
Tuttavia, non si identifica con la concupiscenza. Si limita a dirigere la psiche del
soggetto verso quei valori «interessandolo» ad essi, oppure «assorbendolo» in essi.
E’ molto facile passare da questa prima tappa alla reazione sensuale della tappa
successiva, che è già la concupiscenza.
Nel caso della concupiscenza, il soggetto si volge decisamente verso questi valori
(sessuali).
Qualche cosa in lui comincia a tendere verso di essi, ad attaccarsi ad essi, e si sca-
tena un processo impetuoso, che lo porta infine a volere quei valori. La concupi-
scenza carnale non è ancora questo volere, ma tende a diventarlo.
combattimento della conversione in vista della santità e della vita eterna alla quale il Signore non cessa di
chiamarci” (CCC 1426).
20
Il testo da me citato è tratto dalla III edizione italiana (la prima edizione è del 1969): Karol Wojitiła, Amore e
responsabilità, Marietti, Torino 1980.
21
Ibid. pp. 204 ss.
22
Amore e responsabilità, pp. 108- 126.
Si deve sottolineare che, dal punto di vista della struttura del peccato…, né la ses-
sualità, né il desiderio carnale, da soli, sono peccato.
Così la teologia, basandosi sulla Rivelazione, considera la concupiscenza del cor-
po come una conseguenza del peccato originale… La verità sul peccato origi-
nale spiega questo male fondamentale e universale che impedisce all'uomo di
amare semplicemente e spontaneamente, trasformando il suo amore della perso-
na in desiderio di godimento.
Il limite tra il desiderio sensuale attuale e il volere è tuttavia netto…
La concupiscenza del corpo, che cerca continuamente di indurre la volontà a var-
carne il limite, è stata giustamente chiamata «fomite del peccato». Dal momento
in cui la volontà acconsente, dal momento in cui comincia a volere quel che av-
viene nella sensualità e ad accettare il desiderio carnale, l'uomo stesso comincia
ad agire, in un primo tempo interiormente – in quanto la volontà è la fonte im-
mediata25 degli atti interni – e in seguito esteriormente. Qui incomincia il pec-
cato.
Grazie a questo dinamismo, la reazione della sensualità segue il proprio corso, an-
che nel caso in cui la volontà non soltanto non acconsenta, ma si opponga.
Nessuno può esigere da se stesso che le reazioni della sensualità in lui non si
manifestino oppure cedano le armi quando la volontà rifiuta di acconsentirvi, anzi
oppone il proprio rifiuto. Questo è importante per la pratica della virtù di continen-
za”.
23
Si moltiplicano alla televisione i programmi di studio sul comportamento sessuale degli animali. Lo studio
scientifico in sé può essere encomiabile, non lo è invece quando è presentato quasi come modello o giustificazione
del comportamento sessuale dell’uomo.
24
Ibid., p. 110.
25
Dio disse a Caino: «Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto [il tuo volto]? Ma se non agisci bene, il peccato è
accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo» (Gn 4,7). Anche Gesù afferma: «Ciò che
esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni
cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia,
stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo» (Mc 7,20 ss.).
In continuità con l’insegnamento di Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI nell’Enciclica
“Deus Caritas est” (DCE), esponendo il Mistero dell’Amore di Dio e dell’amore umano affer-
ma:
«Diventa evidente che l'eros27 ha bisogno di disciplina, di purificazione per dona-
re all'uomo non il piacere di un istante, ma un certo pregustamento del vertice
dell'esistenza, di quella beatitudine a cui tutto il nostro essere tende» (DCE, n. 4).
«Sì, l'eros vuole sollevarci “in estasi” verso il Divino, condurci al di là di noi stessi,
ma proprio per questo richiede un cammino di ascesa, di rinunce, di purificazioni
e di guarigioni» (DCE, 5).
«Questo non è rifiuto dell'eros, non è il suo “avvelenamento”, ma la sua guari-
gione in vista della sua vera grandezza» (DCE, n. 5).
Ciò significa che eros deve fare amicizia con agape, deve trasformarsi fino ad u-
nirsi e diventare maturo in agape. Ciò significa, per rimanere nel nostro discorso,
che il nostro corpo – con tutto ciò che possiede di naturale e di positivo – deve u-
nirsi al nostro spirito, collaborare con esso fino a diventare un corpo aperto allo
spirito. In questo modo, anche l'unione sessuale, paradossalmente, può diventare
un momento di profonda e reciproca donazione, un momento dove far crescere
la fiducia mutua affidandosi l'uno all'altro, superando la mera soddisfazione fi-
sica o la semplice esigenza biologica.
A questo, l'uomo, in quanto essere uni-duale, è chiamato: a vivere quella unità di
anima e corpo, di eros e agape, di spirito e materia, che si chiama gioia, beatitu-
dine, pienezza di vita: «L'uomo diventa veramente se stesso, quando corpo e anima
si ritrovano in intima unità; la sfida dell’eros può dirsi veramente superata, quando
questa unificazione è riuscita. Se l'uomo ambisce di essere solamente spirito e
vuoi rifiutare la carne come una eredità soltanto animalesca, allora spirito e corpo
perdono la loro dignità. E se, d'altra parte, egli rinnega lo spirito e quindi consi-
dera la materia, il corpo, come realtà esclusiva, perde ugualmente la sua gran-
dezza» (DCE, n. 5).
Non si può comprendere la castità se non in rapporto con la virtù d'amore. Essa
ha come compito quello di affrancare l’amore dall’atteggiamento di godimento
egoistico. Molto spesso, si interpreta la castità come un freno cieco alla sensualità
e agli slanci carnali, che respinge i valori del corpo e del sesso nel subcosciente,
dove attendono l’occasione di esplodere. E’ una falsa concezione della virtù del-
la castità. Se viene praticata in questo modo, la castità crea realmente il pericolo
di simili «esplosioni». A causa di questa opinione (che è falsa), si pensa che la vir-
tù di castità abbia un carattere puramente negativo, che sia un seguito di «no».
26
Anche l’uso del Chat per contattare persone che non si conoscono e la formazione di gruppi di giovani del cammi-
no mediante WathApps o Facebook costituiscono un pericolo, in quanto favoriscono la fuga dalla realtà, favori-
scono relazioni artificiali e un pericolo per la Castità e per il Cammino di fede.
27
“All'amore tra uomo e donna, che non nasce dal pensare e dal volere ma in certo qual modo s'impone all'essere
umano, l'antica Grecia ha dato il nome di eros” (Benedetto XVI, Deus Caritas est, n. 3).
Il pudore e la modestia29
La pratica del pudore e della modestia, nel parlare, agire e vestire, è mol-
to importante per creare un clima adatto alla maturazione della castità,
ma ciò deve essere ben motivato dal rispetto del proprio corpo e della digni-
tà degli altri. Come si è accennato, i genitori devono vegliare affinché certe
mode e certi atteggiamenti immorali non violino l'integrità della casa, parti-
colarmente attraverso un cattivo uso dei mass media.30
28
La castità richiede l’acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L’alternativa è
evidente: o l’uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa
infelice… “La dignità dell’uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto
da convinzioni personali, e non per un cieco impulso o per mera coazione esterna. Ma l’uomo ottiene tale dignità
quando, liberandosi da ogni schiavitù delle passioni, tende al suo fine con scelta libera del bene, e si procura da sé
e con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti” (GS 17) (CCC 2339).
“La castità conosce leggi di crescita la quale passa attraverso tappe segnate dall’imperfezione e assai spesso dal
peccato. L’uomo virtuoso e casto si costruisce giorno per giorno, con le sue numerose libere scelte: per questo egli
conosce, ama e compie il bene morale secondo tappe di crescita” (CCC 2343).
29
Sessualità umana, n. 56.
30
Come ho fatto presente in altri anni, è compito dei genitori vigilare affinché le figlie vestano in modo decente,
soprattutto per partecipare alla celebrazione dell’Eucaristia in comunità. Le figlie possono essere in buona fede, e
non coscienti del fatto di stimolare gli appetiti sessuali con un certo modo di vestirsi e di maquillage, ma i genitori lo
sanno e hanno la missione di educarle. Questo vale anche riguardo i figli (piercing, orecchini…).
31
Sessualità umana, 34.
I genitori, padre e madre, sono chiamati ad assumere i loro ruoli. Oggi si è creata una confu-
sione dei ruoli. Il padre declina facilmente la sua responsabilità di educatore dei figli alla ma-
dre, sulla quale ricade tutto il peso dell’educazione dei figli, con ripercussioni molto negative. I
figli hanno bisogno delle due figure del padre e della madre:
32
Sessualità umana, 41-47.
In questa catechesi, avendo dato più spazio alla sessualità per aiutare i giovani, non ho tempo
di parlare dell’apertura alla vita o paternità responsabile e del passaggio della fede ai figli,
temi trattati ampiamente negli anni scorsi. Nelle catechesi di Papa Francesco troverete la con-
ferma di questi temi, in continuità con il Magistero dei Papi anteriori.
33
Giovanni Paolo II con Vittorio Messori, Varcare la soglia della speranza, Arnoldo Mondadori, Milano 1994, pp.
55-57.
34
Già Papa Leone XIII aveva denunciato la falsità del mito comunista di una uguaglianza sociale. Nella enciclica
“Rerum Novarum” del 15 Maggio 1891, contrappone all’idea di lotta di classe comunista, la concezione cristiana
di complementarietà: “Togliere dal mondo le disparità sociali è cosa impossibile. Lo tentano, è vero, i socialisti,
ma ogni tentativo contro la natura delle cose riesce inutile. Poiché la più grande varietà esiste per natura tra gli uomi-
ni: non tutti posseggono lo stesso ingegno, la stessa solerzia, non la sanità, non le forze in pari grado: e da queste
inevitabili differenze nasce di necessità la differenza delle condizioni sociali (RN, n. 14).
“Nella presente questione, lo scandalo maggiore è questo: supporre una classe sociale nemica naturalmente
dell'altra; quasi che la natura abbia fatto i ricchi e i proletari per battagliare tra loro un duello implacabile; cosa tanto
contraria alla ragione e alla verità. Invece è verissimo che, come nel corpo umano le varie membra si accordano
insieme e formano quell'armonico temperamento che si chiama simmetria, così la natura volle che nel civile consor-
zio armonizzassero tra loro quelle due classi, e ne risultasse l'equilibrio. L'una ha bisogno assoluto dell'altra: né il
capitale può stare senza il lavoro, né il lavoro senza il capitale. La concordia fa la bellezza e l'ordine delle cose, men-
tre un perpetuo conflitto non può dare che confusione e barbarie. Ora, a comporre il dissidio, anzi a svellerne le stesse
radici, il cristianesimo ha una ricchezza di forza meravigliosa” (RN, n. 15).
La teoria del Gender afferma che l'eguaglianza è la via maestra verso la felicità
“La teoria del Gender è un'ideologia a sfondo utopistico basata sull'idea, già pro-
pria delle ideologie socio-comuniste, e fallita miseramente, che l'eguaglianza co-
stituisca la via maestra verso la realizzazione della felicità. Negare che l'umanità
è divisa tra maschi e femmine è sembrato un modo per garantire la più totale e
assoluta eguaglianza - e quindi possibilità di felicità - a tutti gli esseri umani. Nel
caso della teoria del Gender, all'aspetto negativo costituito dalla negazione della
differenza sessuale, si accompagnava un aspetto positivo: la totale libertà di scel-
ta individuale, mito fondante della società moderna, che può arrivare anche a can-
cellare quello che veniva considerato, fino a poco tempo fa, come un dato di co-
strizione naturale ineludibile”.36
La trasformazione sociale in corso sta muovendosi verso la cancellazione di tut-
te le differenze - anche di quella, fondamentale in tutte le culture, fra donne e
uomini - con un ritmo che si è fatto sempre più veloce dopo la diffusione degli
anticoncezionali chimici, negli anni sessanta. La separazione fra sessualità e ri-
produzione, infatti, ha permesso alle donne di adottare un comportamento sessu-
ale di tipo maschile - che forse non si adatta alla natura femminile, e dunque pro-
babilmente non contribuisce ad aumentare la felicità delle donne, anche se questo è
un altro discorso - e quindi di svolgere dei ruoli maschili rimuovendo ogni osta-
colo, e cioè abolendo anche la maternità.
La separazione fra sessualità e procreazione ha provocato una separazione fra
procreazione e matrimonio, e quindi anche fra sessualità e matrimonio: pos-
siamo cogliere qui le condizioni per l'affermarsi dei "diritti" al matrimonio e al
figlio avanzati dai gruppi omosessuali, e strettamente collegati all'idea di
Gender, cioè alla negazione dell'identità sessuale "naturale".37
35
Lucietta Scaraffia, “Rincorrendo l'utopia dell'uguaglianza”, Primo congresso internazionale sull'ideologia del
gender all'Università di Navarra Pamplona, 9-11 Febbraio 2011. Il 15 Settembre 2015 è stata invitata al Sinodo sulla
famiglia come “auditor”.
36
Ibid.: La teoria del "gender" nega che l'umanità sia divisa tra maschi e femmine.
37
Ibid.
38
Come però ricorda lo studioso Xavier Lacroix, rimane invece indispensabile "riconoscere l'apporto che il carnale
dà al simbolico e al relazionale": capire cioè che l'ancoraggio fisico della paternità in un corpo maschile e della
maternità in un corpo femminile costituisce un dato di fatto irriducibile e strutturante che deve essere recepito
non solo come un limite, ma come una fonte di significato. Bisogna ammettere che al di là dello spermatozoo o
Marguerite A. Peeters41, nel suo libro “L’humanum nella sua interezza” scrive:
dell'ovulo c'è qualcuno, mentre il concetto di omoparentalità elimina qualunque leggibilità carnale dell'origine
(Ibid.).
39
Ibid.
40
Ibid.
41
Marguerite A. Peeters, “Gender: decostruzione antropologica e sfida per la fede” (Giornalista, fondatrice e diret-
trice dell’Istituto per le Dinamiche di Dialogo Inter-culturale di Bruxelles (Belgio), in Donna e Uomo, l’humanum
nella sua interezza, Pontificio Consiglio per I Laici, Libreria Editrice Vaticana, 2009.
42
Ibid.
43
Ibid.
44
Ibid.
45
“Una cultura per un nuovo umanesimo”, Ultime notizie dell’uomo, di Fabrice Hadjadj. 25 giugno 2015,
www.gliscritti.it
PAPA FRANCESCO
Il Cardinal Bergoglio, il 22 giugno 2010 in una lettera alle suore dei quattro monasteri in Bue-
nos Aires, per chiedere preghiere in vista dell’approvazione di una legge a favore del matrimo-
nio a persone dello stesso sesso, scrive:
“Qui c’è l’invidia del demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo:
un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e
la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra.
Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un ten-
tativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo
lo strumento), ma è una «mossa» del padre della menzogna che cerca di con-
fondere e di ingannare i figli di Dio. E Gesù dice che per difenderci da questo
accusatore bugiardo ci manderà lo Spirito di Verità.
Eletto Papa, Francesco più volte si pronuncerà contro questa colonizzazione ideologica che si
sta imponendo in Occidente ed in altre parti del mondo.
Il 15 aprile 2015, nella Udienza Generale in Piazza San Pietro, Papa Francesco afferma:
«La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e
nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza [tra
maschio e femmina]. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per
esempio, io mi domando, se la cosiddetta teoria del Gender non sia anche espres-
sione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la diffe-
renza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un
passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la so-
luzione.
Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece par-
larsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più…».
Il 14 giugno 2015:
In occasione dell'apertura del Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma, ha esortato tutti i
fedeli di Roma, dicendo:
La nostra città deve rinascere moralmente e spiritualmente, perché sembra che
tutto sia lo stesso, che tutto sia relativo; che il Vangelo è, sì, una bella storia di co-
se belle, che è bello leggerlo, ma rimane lì, un’idea. Non tocca il cuore!
E questo impegno è tanto importante quando parliamo di educazione dei ragazzi
e dei giovani, per la quale i primi responsabili siete voi genitori.
PAPA FRANCESCO:
CATECHESI SULLA FAMIGLIA
Per introdurre le Catechesi di Papa Francesco, mi servo di un testo Juan Josè Perez Soba, Pro-
fessore al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II. Ricordo che il Cammino Neocatecumenale
ha avuto sempre ottimi rapporti e collaborazione con la Direzione si questo Istituto, fin dai tem-
pi dell’allora Monsignor Carlo Cafarra, attuale cardinale di Bologna. Il 13 maggio 2009 il
presidente monsignor Livio Melina ha conferito la “laurea con honoris causa” a Kiko Arguel-
lo, e il vicepresidente don José Noriega, ha fatto la “Laudatio” . Per chi fosse interessato molti
sono i libri pubblicati in questo anno sulla famiglia nella odierna società.
“Papa Francesco ha colto l’occasione della convocazione del Sinodo della Fa-
miglia per entrare nel cammino di ogni famiglia, perché in ogni Betania, che è un
focolare cristiano, si viva anche la "Chiesa in uscita".
Cioè, lascia chiaro che la famiglia cristiana non vive per se stessa ma per la missio-
ne che Dio le ha affidato, che è la cura di ogni uomo. Egli stesso ha voluto che la
convocazione sinodale fosse un evento ecclesiale in cui tutti si devono sentire
coinvolti e, come è naturale, in forma più diretta le famiglie.
Insiste sull’immagine del cammino, propria del Sinodo, che in greco significa
"camminare insieme" o "cammino comune". Inoltre le dà il senso, così familiare, di
costruire una storia d’amore”.47
Delle catechesi esporrò solamente alcuni brani di qualche catechesi del mercoledì, data
l’impossibilità di un’esposizione completa dei testi.
46
Papa Francesco invita le famiglie “ad agire contro”, dopo aver visto alcuni libri diffusi in molte scuole d’Italia,
dall’asilo alle scuole elementari fino alle superiori in cui sotto il nome di educazione sessuale si insegna l’ideologia
del genere, insegnando a conoscere il corpo dei bambini e delle bambine, e a scegliere il genere al quale appartenere.
47
Juan Josè Perez Soba, La casa, il cammino in cui seguire il Maestro. Le catechesi di Papa Francesco sulla Fami-
glia. Prossima edizione in spagnolo.(per concessione amichevole).
LA MADRE
“Oggi continuiamo con le catechesi sulla Chiesa e faremo una riflessione sulla
Chiesa madre. La Chiesa è madre. La nostra Santa madre Chiesa. In questi giorni la
liturgia della Chiesa ha posto dinanzi ai nostri occhi l’icona della Vergine Maria,
Madre di Dio. Il primo giorno dell’anno è la festa della Madre di Dio, a cui segue
l’Epifania, con il ricordo della visita dei Magi. Scrive l’evangelista Matteo: «Entra-
ti nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adoraro-
no» (Mt2,11). E’ la Madre che, dopo averlo generato, presenta il Figlio al mondo.
Lei ci dà Gesù, lei ci mostra Gesù, lei ci fa vedere Gesù.
Continuiamo con le catechesi sulla famiglia e nella famiglia c’è la madre.
“Individuo” vuol dire “che non si può dividere”. Le madri invece si “dividono”,
a partire da quando ospitano un figlio per darlo al mondo e farlo crescere.
Come soffre una madre! Sono esse a testimoniare la bellezza della vita.
L’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero diceva che le mamme vivono un “marti-
rio materno”. Nell’omelia per il funerale di un prete assassinato dagli squadroni
della morte, egli disse, riecheggiando il Concilio Vaticano II: «Tutti dobbiamo es-
sere disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci concede que-
sto onore… Dare la vita non significa solo essere uccisi; dare la vita a poco a
IL PADRE - I
“Oggi ci lasciamo guidare dalla parola “Padre”.
Una parola più di ogni altra cara a noi cristiani, perché è il nome con il quale Gesù
ci ha insegnato a chiamare Dio: Padre. Il senso di questo nome ha ricevuto una
nuova profondità proprio a partire dal modo in cui Gesù lo usava per rivolgersi a
Dio e manifestare il suo speciale rapporto con Lui. Il mistero benedetto
dell’intimità di Dio, Padre, Figlio e Spirito, rivelato da Gesù, è il cuore della no-
stra fede cristiana.
“Padre” è una parola nota a tutti, una parola universale. Essa indica una relazione
fondamentale la cui realtà è antica quanto la storia dell’uomo.
Oggi, tuttavia, si è arrivati ad affermare che la nostra sarebbe una “società senza
padri”. In altri termini, in particolare nella cultura occidentale, la figura del pa-
dre sarebbe simbolicamente assente, svanita, rimossa.
In un primo momento, la cosa è stata percepita come una liberazione: liberazione
dal padre-padrone, dal padre come rappresentante della legge che si impone
dall’esterno, dal padre come censore della felicità dei figli e ostacolo
all’emancipazione e all’autonomia dei giovani.
Talvolta, in alcune case, regnava in passato l’autoritarismo, in certi casi addirittu-
ra la sopraffazione: genitori che trattavano i figli come servi, non rispettando le
esigenze personali della loro crescita; padri che non li aiutavano a intraprendere la
loro strada con libertà - ma non è facile educare un figlio in libertà -; padri che non
li aiutavano ad assumere le proprie responsabilità per costruire il loro futuro e quel-
lo della società.
Questo, certamente, è un atteggiamento non buono; però come spesso avviene, si
passa da un estremo all’altro. Il problema dei nostri giorni non sembra essere
più tanto la presenza invadente dei padri, quanto piuttosto la loro assenza, la loro
latitanza.
Già da vescovo di Buenos Aires avvertivo il senso di orfanezza che vivono oggi i
ragazzi; e spesso domandavo ai papà se giocavano con I loro figli, se avevano il
coraggio e l’amore di perdere tempo con i figli. E la risposta era brutta, nella
maggioranza dei casi: “Mah, non posso, perché ho tanto lavoro…”.
L’assenza della figura paterna nella vita dei piccoli e dei giovani produce lacune
e ferite che possono essere anche molto gravi.
Sono orfani in famiglia, perché i papà sono spesso assenti, anche fisicamente, da
casa, ma soprattutto perché, quando ci sono, non si comportano da padri, non dia-
logano con i loro figli.
A volte sembra che i papà non sappiano bene quale posto occupare in famiglia e
come educare i figli. E allora, nel dubbio, si astengono, si ritirano e trascurano
le loro responsabilità, magari rifugiandosi in un improbabile rapporto “alla pari”
con I figli. E’ vero che tu devi essere “compagno” di tuo figlio, ma senza dimenti-
care che tu sei il padre!
Se tu ti comporti soltanto come un compagno alla pari del figlio, questo non farà
bene al ragazzo (Mercoledì, 28 Gennaio 2015).
IL PADRE - II
“Oggi vorrei svolgere la seconda parte della riflessione sulla figura del padre nella
famiglia. La volta scorsa ho parlato del pericolo dei padri “assenti”, oggi voglio
guardare piuttosto all’aspetto positivo.
La prima necessità è proprio questa: che il padre sia presente nella famiglia. Che
sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze. E
che sia vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano,
quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quando
sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo sba-
gliato e quando ritrovano la strada; padre presente, sempre.
Dire presente non è lo stesso che dire controllore! Perché i padri troppo controllori
annullano i figli, non li lasciano crescere.
Il Vangelo ci parla dell’esemplarità del Padre che sta nei cieli – il solo, dice Gesù,
che può essere chiamato veramente “Padre buono” (cfr Mc 10,18).
Tutti conoscono quella straordinaria parabola chiamata del “figlio prodigo”, o me-
glio del “padre misericordioso”, che si trova nel Vangelo di Luca, al capitolo 15
(cfr 15,11-32). Quanta dignità e quanta tenerezza nell’attesa di quel padre che
sta sulla porta di casa aspettando che il figlio ritorni! I padri devono essere pa-
zienti. Tante volte non c’è altra cosa da fare che aspettare; pregare e aspettare
con pazienza, dolcezza, magnanimità, misericordia.
Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa an-
che correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimenta-
le. Il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza ri-
sparmiarsi (Mercoledì, 4 Febbraio 2015).
I FIGLI
“Dopo aver riflettuto sulle figure della madre e del padre, in questa catechesi sulla
famiglia vorrei parlare del figlio o, meglio, dei figli. Prendo spunto da una bella
immagine di Isaia. Scrive il profeta:
«I tuoi figli si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue fi-
glie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilate-
rà il tuo cuore» (60,4-5a).
E’ una splendida immagine, un’immagine della felicità che si realizza nel ricon-
giungimento tra i genitori e i figli, che camminano insieme verso un futuro di
libertà e di pace, dopo un lungo tempo di privazioni e di separazione, quando il
popolo ebraico si trovava lontano dalla patria.
In effetti, c’è uno stretto legame fra la speranza di un popolo e l’armonia fra le
generazioni. Questo dobbiamo pensarlo bene. C’è un legame stretto fra la speranza
di un popolo e l’armonia fra le generazioni. La gioia dei figli fa palpitare i cuori dei
genitori e riapre il futuro. I figli sono la gioia della famiglia e della società. Non
sono un problema di biologia riproduttiva, né uno dei tanti modi di realizzarsi. E
tanto meno sono un possesso dei genitori… No. I figli sono un dono, sono un re-
galo: capito? I figli sono un dono. Ciascuno è unico e irripetibile; e al tempo stes-
so inconfondibilmente legato alle sue radici. Essere figlio e figlia, infatti, secondo
il disegno di Dio, significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore
che ha realizzato se stesso proprio accendendo la vita di un altro essere umano, ori-
ginale e nuovo.
E per i genitori ogni figlio è se stesso, è differente, è diverso.48
Un figlio lo si ama perché è figlio: non perché bello, o perché è così o cosà; no,
perché è figlio!
Non perché la pensa come me, o incarna i miei desideri. Un figlio è un figlio:
una vita generata da noi ma destinata a lui, al suo bene, al bene della famiglia,
della società, dell’umanità intera.
Di qui viene anche la profondità dell’esperienza umana dell’essere figlio e figlia,
che ci permette di scoprire la dimensione più gratuita dell’amore, che non finisce
mai di stupirci. E’ la bellezza di essere amati prima: i figli sono amati prima che
arrivino…, come l’amore di Dio che ci ama sempre prima. Sono amati prima di
aver fatto qualsiasi cosa per meritarlo, prima di saper parlare o pensare, addirittura
prima di venire al mondo!
48
Permettetemi un ricordo di famiglia. Io ricordo mia mamma; diceva di noi – eravamo cinque –:
“Ma io ho cinque figli”. Quando le chiedevano: ”Qual è il tuo preferito, lei rispondeva: “Io ho cin-
que figli, come cinque dita. [Mostra le dita della mano] Se mi picchiano questo, mi fa male; se mi pic-
chiano quest’altro, mi fa male. Mi fanno male tutti e cinque. Tutti sono figli miei, ma tutti differenti
come le dita di una mano”. E così è la famiglia! I figli sono differenti, ma tutti figli.
MASCHIO E FEMMINA - I
“La catechesi di oggi è dedicata a un aspetto centrale del tema della famiglia: quel-
lo del grande dono che Dio ha fatto all’umanità con la creazione dell’uomo e
della donna e con il sacramento del matrimonio.
Per esempio, io mi domando, se la cosiddetta “Teoria del Gender” non sia anche
espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la
differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare
un passo indietro.
La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione.
Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece par-
larsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trat-
tarsi con rispetto e cooperare con amicizia49 (Mercoledì, 15 Aprile 2015).
MASCHIO E FEMMINA - II
“Nella precedente catechesi sulla famiglia, mi sono soffermato sul primo racconto
della creazione dell’essere umano, nel primo capitolo della Genesi, dove sta scritto:
«Dio creò l’uomo a sua immagine: a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina
li creò» (1,27).
Oggi vorrei completare la riflessione con il secondo racconto, che troviamo nel
secondo capitolo.
Qui leggiamo che il Signore, dopo aver creato il cielo e la terra, «plasmò l’uomo
con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un
essere vivente» (2,7). E’ il culmine della creazione.
Ma manca qualcosa: poi Dio pone l’uomo in un bellissimo giardino perché lo col-
tivi e lo custodisca (cfr 2,15).
Lo Spirito Santo, che ha ispirato tutta la Bibbia, suggerisce per un momento
l’immagine dell’uomo solo - gli manca qualcosa -, senza la donna.
Allora Dio presenta all’uomo tutti gli animali; ma non trova in alcun animale
l’altro simile a sé. L’uomo continua solo.
49
Riducendo la relazione tra uomo e donna principalmente al rapporto sessuale, come è propagandato dai serial
della televisione e dai film, ne consegue la quasi impossibilità di incontrare l’altro come persona, rispettandone la
diversità, l’alterità, la complementarietà. E ciò provoca nell’uno e nell’altra un senso profondo di frustrazione, con-
statando che quello non è l’amore che si desidererebbe trovare.
IL FIDANZAMENTO
Il matrimonio: vocazione donata da Dio
Oggi vorrei parlare del fidanzamento. Il fidanzamento – lo si sente nella parola –
ha a che fare con la fiducia, la confidenza, l’affidabilità.
Confidenza con la vocazione che Dio dona, perché il matrimonio è anzitutto la
scoperta di una chiamata di Dio.
Certamente è una cosa bella che oggi i giovani possano scegliere di sposarsi sulla
base di un amore reciproco. Ma proprio la libertà del legame richiede una consape-
vole armonia della decisione, non solo una semplice intesa dell’attrazione o del
sentimento, di un momento, di un tempo breve…, richiede un cammino.
50
Nel Libro di Geremia, parlando al popolo che si era allontanato da Lui, gli ricorda quando il popolo era la “fidanza-
ta” di Dio e dice così: «Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento»
(2,2). E Dio ha fatto questo percorso di fidanzamento; poi fa anche una promessa: lo abbiamo sentito all’inizio
dell’udienza, nel Libro di Osea: «Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto,
nell’amore e nella benevolenza. Ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore» (2,21-22).
51
E voi italiani, nella vostra letteratura avete un capolavoro sul fidanzamento [I Promessi Sposi]. È necessario che
i ragazzi lo conoscano, che lo leggano; è un capolavoro dove si racconta la storia dei fidanzati che hanno subito
tanto dolore, hanno fatto una strada piena di tante difficoltà fino ad arrivare alla fine, al matrimonio. Non lasciate da
parte questo capolavoro sul fidanzamento che la letteratura italiana ha proprio offerto a voi. Andate avanti, leggetelo
e vedrete la bellezza, la sofferenza, ma anche la fedeltà dei fidanzati.
IL MATRIMONIO – I
La famiglia è in cima a tutti gli indici di gradimento fra i giovani
“La famiglia è in cima a tutti gli indici di gradimento fra i giovani; ma, per
paura di sbagliare, molti non vogliono neppure pensarci; pur essendo cristiani,
non pensano al matrimonio sacramentale, segno unico e irripetibile dell’alleanza,
che diventa testimonianza della fede. Forse proprio questa paura di fallire è il più
grande ostacolo ad accogliere la parola di Cristo, che promette la sua grazia
all’unione coniugale e alla famiglia.
La testimonianza più persuasiva della benedizione del matrimonio cristiano è la
vita buona degli sposi cristiani e della famiglia. Non c’è modo migliore per dire
la bellezza del sacramento! Il matrimonio consacrato da Dio custodisce quel lega-
me tra l’uomo e la donna che Dio ha benedetto fin dalla creazione del mondo; ed è
fonte di pace e di bene per l’intera vita coniugale e familiare.
Per esempio, nei primi tempi del Cristianesimo, questa grande dignità del lega-
me tra l’uomo e la donna sconfisse un abuso ritenuto allora del tutto normale, os-
sia il diritto dei mariti di ripudiare le mogli, anche con i motivi più pretestuosi e
umilianti. Il Vangelo della famiglia, il Vangelo che annuncia proprio questo Sa-
cramento ha sconfitto questa cultura di ripudio abituale.
Il seme cristiano della radicale uguaglianza tra i coniugi deve oggi portare nuovi
frutti. La testimonianza della dignità sociale del matrimonio diventerà persuasiva
proprio per questa via, la via della testimonianza che attrae, la via della recipro-
cità fra loro, della complementarietà fra loro.
…I cristiani, quando si sposano “nel Signore”, vengono trasformati in un segno ef-
ficace dell’amore di Dio. I cristiani non si sposano solo per se stessi: si sposano
nel Signore in favore di tutta la comunità, dell’intera società” (Mercoledì, 29 Aprile
2015).
MATRIMONIO – II
Tocchiamo oggi direttamente la bellezza del matrimonio cristiano. Esso non è
semplicemente una cerimonia che si fa in chiesa, coi fiori, l’abito, le foto… Il ma-
trimonio cristiano è un sacramento che avviene nella Chiesa, e che anche fa la
Chiesa, dando inizio ad una nuova comunità familiare.
È quello che l’apostolo Paolo riassume nella sua celebre espressione: «Questo mi-
stero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa» (Ef 5,32). Ispirato
dallo Spirito Santo, Paolo afferma che l’amore tra i coniugi è immagine
dell’amore tra Cristo e la Chiesa. Una dignità impensabile!
Ma in realtà è inscritta nel disegno creatore di Dio, e con la grazia di Cristo in-
numerevoli coppie cristiane, pur con i loro limiti, i loro peccati, l’hanno realizza-
ta!
San Paolo, parlando della nuova vita in Cristo, dice che i cristiani – tutti – sono
chiamati ad amarsi come Cristo li ha amati, cioè «sottomessi gli uni agli altri»
La rotta è così segnata per sempre, è la rotta dell’amore: si ama come ama Dio,
per sempre. Cristo non cessa di prendersi cura della Chiesa: la ama sempre, la cu-
stodisce sempre, come se stesso. Cristo non cessa di togliere dal volto umano le
macchie e le rughe di ogni genere. È commovente e tanto bella questa irradiazione
della forza e della tenerezza di Dio che si trasmette da coppia a coppia, da fami-
glia a famiglia.
Ha ragione san Paolo: questo è proprio un “mistero grande”! Uomini e donne, co-
raggiosi abbastanza per portare questo tesoro nei “vasi di creta” della nostra u-
manità, sono - questi uomini e queste donne così coraggiosi - sono una risorsa es-
senziale per la Chiesa, anche per tutto il mondo! Dio li benedica mille volte per
questo! (Mercoledì 27 Maggio 2015).
Dopo l’ultimo invio di nuove famiglie alle “Missio ad Gemtes”53, Papa Francesco ha fatto
sapere a Kiko, che era interessato a conoscere come queste famiglie erano state formate, per
52
Dal Dossier di Kiko a Papa Francesco, Marzo 2015.
53
Cfr. Udienza di Papa Francesco con il Cammino Neocatecumenale, Aula Paolo VI, 6 marzo 2015.
Suggeriamo alcuni consigli – preparati dal Comitato “Difendiamo i nostri figli” –, utili per i
genitori che vogliamo accompagnare i propri figli nella scuola, difendendoli dall’introduzione
dell’ideologia Gender nell’insegnamento scolastico:
- Tenendo sempre presente che la Costituzione Italiana (art. 30) e la Dichiarazione uni-
versale dei diritti dell’uomo (art. 26) sanciscono il diritto dei genitori all’educazione dei
propri figli, è bene essere attenti ai programmi di insegnamento adottati nella scuola;
- In particolare, è importante conoscere il “Piano Offerta Formativa (POF), dove sono in-
dicate tutte le attività che la scuola intende adottare;
- I genitori devono dichiarare per scritto se autorizzano oppure no la partecipazione del
figlio / figlia ad un determinato insegnamento. Il testo va consegnato in segreteria e pro-
tocollato;
- Gli insegnamenti scolastici sono di due tipi: quelli curricolari (obbligatori) e quelli e-
xtracurricolari (facoltativi), da questi si può ritirare il proprio figlio. E’ bene vigilare an-
che sugli insegnamenti curricolari, intervenendo nei singoli casi qualora questi inse-
gnamenti fossero contrari ai propri valori morali;
- E’ chiaro che più genitori si associano, coinvolgendo anche le associazioni dei genitori
(AGE, AGESC…), in questo maggiore è la pressione che si può esercitare;
- L’insegnamento Gender è possibile soprattutto nel programmi di educazione
all’affettività e alla sessualità, o nei programmi di contrasto al bullismo e alla discrimi-
nazione: qui è bene prestare la massima attenzione;
- Il consenso / dissenso a ciascun singolo percorso d’insegnamento (non in modo generi-
co) va depositato in segreteria e protocollato;
- I genitori hanno il diritto di chiedere tutti i chiarimenti che vogliono all’istituzione sco-
lastica nei consigli di classe, nei consigli di istituto, nei consigli dei professori…
- E’ certo anche molto buono che i genitori si offrano come “Rappresentanti di classe” ed
entrino nei “Consigli di istituto”.
Massimo Gandolfini, Presidente del Comitato “Difendiamo i nostri figli”, ci comunica che
al momento il ddl Cirinnà, è bloccato e ci sono buone probabilità che non vada in Aula del
Senato prima del nuovo anno.
E’ FONDAMENTALE la RACCOLTA FIRME.
I genitori che vogliono firmare la richiesta perché non sia introdotto l’insegnamento dei
Gender nelle scuole possono farlo a nome personale, non a nome del Cammino neocatecu-
menale.
Il Comitato è a completa disposizione delle famiglie: ci vengano segnalati ogni tipo di abu-
so o di imposizioni gender dovunque accadano.
WWW.DIFENDIAMOINOSTRIFIGLI.IT
Il 21 ottobre 1986 con lettera del Segretario di Stato Casaroli, Papa Giovanni Paolo II
gli ha dato l’incarico personale per seguire le attività nel Cammino neocatecumenale in
vista di un maggior inserimento nella Chiesa.
Dal 1984 come Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici ha sostenuto e difeso il
Cammino contro gli attacchi da parte di alcuni vescovi soprattutto riguardo alla celebra-
zione dell’Eucaristia il sabato sera e alla Veglia Pasquale.54
Nel libro “la mia vita” il Cardinal Paul Josef Cordes racconta l’avventura umana e spiri-
tuale dall’infanzia in Germania durante la seconda guerra mondiale all’approdo in Vati-
cano. Un arco di tempo attraversato da tre Pontefici: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI
e Francesco, che il Cardinale ha conosciuto personalmente e di cui riporta interessanti
aneddoti.
Riguardo al Cammino, il libro ha alcune pagine, molto sincere, di particolare interesse,
dove si ricorda il primo incontro avuto con Kiko e Carmen, il lavoro che egli ha fatto
perché il Cammino potesse essere accolto dalla Santa Sede, insieme agli inizi delle
Giornate Mondiali della Gioventù.
A lui va la nostra gratitudine e la nostra riconoscenza, e soprattutto la nostra preghiera.
54
Per questo scrisse un libro sull’eucaristia nelle piccole comunità. Paul Josef Cordes, Partecipazione
attiva all’Eucarestia. La “actuosa participatio” nelle piccole comunità. S. Paolo 1996.
Appendice 1
Appendice 2
Appendice 3
A) Codice IBAN “IT53 K052 1603 2290 0000 0009 523” (sempre obbligatorio sia
dall’Italia che dall’Estero);
B) Codice BIC o SWIFT “BPCV IT 2S” (obbligatorio solo se l’offerta proviene
dall’Estero):
IN ENTRAMBI I CASI
INDICARE Nome e Cognome, indirizzo e Città di chi effettua il versamento e nella causale
Parrocchia, Comunità e motivazione.
Per ogni informazione potete contattare Renzo al cellulare nr. 347 310 5652 oppure
all’e-mail: rrengo.ffn@gmail.com.