ALIMENTARI L’industria della moda è spesso criticata per promuovere una forma idealizzata del corpo che oggi è rappresentata con forme sottili e taglie molto ridotte.
Dato che la magrezza è un requisito fondamentale, è ora chiaro
che l’industria della moda ha creato un ambiente “tossico” in cui lo sviluppo di disturbi alimentari e i problemi legati all’aspetto del corpo è ad alto rischio. I modelli di moda sono stati recentemente definiti gli “esperti dell’immagine corporea”. In tali occupazioni, gli individui sono esposti a ideali magri e il loro peso corporeo, la forma e l’aspetto fisico sono requisiti primari per garantire il loro lavoro. Data tale pressione e l’eccessiva attenzione all’aspetto, le modelle sono state spesso considerate un gruppo ad alto rischio per lo sviluppo di comportamenti alimentari malsani o estremi e gravi disturbi dell’immagine corporea.
Diversi paesi hanno bandito i modelli ultrasottili dalle passerelle e
proposto linee guida che garantiscono l’esclusione dei modelli troppo magri dalle sfilate di moda e contrastano l’anoressia. Data la morte di Luisel Ramos nel 2006, un modello sottopeso di 22 anni proveniente dall’Uruguay, morto per un attacco di cuore durante una sfilata di moda, la Spagna è stato il primo paese a bandire le modelle estremamente magre. Anche Italia, Francia, Israele, Germania, Danimarca e Stati Uniti sono state proposte normative simili.
Sebbene il mondo dei social media sia stato “bombardato” con
post influenti sulla positività del corpo, l’efficacia di tali campagne e linee guida per il benessere delle modelle non è stata ancora confermata. La necessità di politiche future che mirino all’estrema magrezza e diversità corporea all’interno del settore insieme all’analisi della loro efficacia è considerata essenziale.
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