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Francesco Stivori («Stivorio») (1550 ca.

- 1605)
Tra i massimi organisti attivi tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII, fu anche un prolifico
compositore, autore di musica da tasto e, soprattutto, di musica ecclesiastica e profana caratterizzata
da una spiccata propensione per organici di impianto grandioso a due e tre cori.
Scarse e rilevabili per lo più dai frontespizi delle sue numerose edizioni musicali, le notizie sulle
sue vicende biografiche. Non è chiaro al momento se fosse nativo di Verona (come parrebbe da un
documento citato più avanti e dalle sue relazioni con le nobili famiglie dei Bevilacqua e dei Verità)
o di Montagnana, comunità di cui fu organista dal 1583 al 1602. Discepolo di Claudio Merulo cui
dedicò i suoi Ricercari a quatro voci (1589), godette di buona stima presso i contemporanei come
appare dalle menzioni del suo nome in opere di Adriano Banchieri (Conclusioni nel suono
dell'organo e Lettere) e Costanzo Antegnati (Arte organica, Brescia, Tebaldino, 1608, «Ai benigni
lettori»).
Tra le poche certezze della sua vita v'è il fatto che in una data al momento non precisabile si
ammogliò e che da tale unione nacque almeno un figlio. Da un documento recentemente emerso
dell'8 gennaio 1600 risulta infatti che suo figlio Gabriele risiedeva a Venezia nella contrada di S.
Stae in casa del patrizio Francesco Querini:
I-Vasp [Archivio della parrocchia di san Stae], Parrocchia di san Stae, Registri dei matrimoni, reg. 1, 1564-
1754, c. 60, 8 gennaio 1600 [more veneto 1599]:
[In margine:] Isabetta
8 ditto. Ser Battista de Francesco di Soardi, et Marietta quondam Lunardo da Castelnuovo premesse le
publicationi sotto dì 19. 21. 25 decembre con licentia del prelato hanno contratto matrimonio per parole di
presente in chiesa in presentia del piovan, et ms Cabriel Stivori de ms Francesco veronese sta in casa del
clarissimo ms Francesco Querini in contrà, et ser Piero furlan barcaruol sta a santa Maria Formosa, testimoni.

La data del documento coincide significativamente con quella della pubblicazione del suo terzo libro
di Ricercari capricci et canzoni a quattro voci, un'opera dedicata a Giovanni Gabrieli, il dominus
della musica veneziana dell'epoca che contribuirà a dare una svolta e un respiro internazionale alla
carriera di Stivori. Fu infatti probabilmente per i buoni uffici di quest'ultimo che Stivori nel 1602 da
semplice organista di una piccola ancorché florida comunità veneta diventerà organista
dell'Arciduca Ferdinando di Graz. [Luigi su questo punto essenziale guarda il mio libro al paragrafo
II.8 Girolamo Oth e Ferdinando di Graz.]

Se la prima fase della carriera di Stivori sembra essersi svolta, oltre che a Montagnana,
nell'orbita di Verona all'ombra della protezione di Mario Bevilacqua e di altre nobili famiglie
locali, vi sono segnali, a partire dai primi anni Novanta, di una sua crescente implicazione con
l'ambiente musicale della Dominante: i rapporti con Gabrieli sono certamente già solidi entro
il 1595, data della pubblicazione di una raccolta di madrigali a 4 voci (Di XII. Autori. Vaghi e
dilettevoli madrigali a quattro voci novamente posti in luce. In Venetia appresso Ricciardo
Amadino. 1595), curata da Stivori contenente anche tre madrigali di notevole fattura
dell'organista di san Marco: un punto qualificante per la raccolta e, considerata l'esigua
produttività gabrielana in questo genere, un favore al curatore della raccolta, e un segno delle
buone relazioni stabilitesi tra i due compositori. Del resto Gabrieli, per Stivori, a giudicare
dalla tendenza al concertato grandioso assunto dalla sua produzione sacra e profana a partire
dalla seconda metà degli anni Novanta, sembra essere stato non solo un amico e un patrono,
ma un vero e proprio modello. Un modello perfettamente adeguato per quelle che di lì a poco
saranno le necessità cerimoniali della corte di Graz in cui Stivori si troverà a operare a partire
dal 1602, una corte in stretta e costante relazione con il contesto veneziano che in Gabrieli e
nella sua produzione sacra e profana per grandi organici aveva le sue massime aspirazioni
musicali.
Discepolo di Claudio Merulo (Recercari a quattro, 1585, lettera dedicatoria), è menzionato più
volte da Banchieri (Conclusioni nel suono dell'organo e Lettere) e da Costanzo Antegnati (Arte
organica, Brescia, Tebaldino, 1608, «Ai benigni lettori»).

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