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ANTOLOGIA 1

TESTI
5
Il testo
NARRATIVO

PERCORSI
A
ED PER ANALIZZARE IL TESTO
SCH

IL TESTO NARRATIVO
E LE SEQUENZE
Il testo narrativo è un testo che racconta una storia, in cui ci sono fatti che accadono
nel tempo e nello spazio, personaggi che compiono delle azioni.
I fatti possono essere:
• veri (reali): sono fatti realmente accaduti, chi scrive il racconto è protagonista o
testimone diretto (articoli di cronaca, racconti storici, diari, biografie, autobiogra-
fie, racconti di viaggio);
• fantastici: chi scrive il racconto fa correre libera la sua fantasia (romanzi, racconti,
favole, fiabe, miti, leggende, novelle).
Chi racconta la storia? Il narratore: può farlo in prima persona (dicendo «io» nel rac-
conto) oppure in terza persona. Il narratore non è quasi mai l’autore, cioè lo scrittore
che scrive la storia. Soltanto nelle autobiografie il narratore e lo scrittore sono la stessa
persona.

QUALI SONO GLI INGREDIENTI PIÙ IMPORTANTI


DI UN TESTO NARRATIVO?
Sono i personaggi, il tempo e la durata, il luogo, la trama.
I PERSONAGGI possono essere pochi (anche uno solo) o numerosi.
Si distinguono in:
• personaggi principali: sono la/il protagonista, il vero motore della storia. A vol-
te c’è anche un antagonista, un nemico.
• personaggi secondari: possono aiutare oppure essere contro il protagonista.
• comparse: sono personaggi meno importanti, restano sullo sfondo della storia.
• personaggi citati: viene solo detto il loro nome, non compaiono nella storia.
Tutte le storie raccontate avvengono in un TEMPO (momento, giorno, epoca) e hanno
una durata, cioè l’arco di tempo in cui si svolge la vicenda.
Quando il testo narrativo racconta fatti reali, il tempo è chiaro e lo si riconosce facil-
mente. Quando è un racconto fantastico, invece, il tempo è indeterminato.
Il LUOGO è l’ambiente in cui si verificano i fatti della storia: un bosco, una casa, la
scuola, un castello antico, un altro pianeta...
La TRAMA è la storia raccontata nel testo, con le azioni che vengono compiute e i fatti
che si verificano. Ogni vicenda narrata può essere divisa in tre momenti principali:
• situazione iniziale
• sviluppo
• conclusione
A sua volta, ciascuno dei momenti principali della trama può essere ulteriormente di-
viso in parti, alle quali diamo il nome di sequenze.

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SCH
IL TESTO NARRATIVO E LE SEQUENZE ED
A

CHE COS’È UNA SEQUENZA?


La parola sequenza deriva dal latino tardo sequentia e significa “serie, successione”.
In una narrazione, una sequenza è una parte di testo composta da più frasi.
Ogni sequenza è:
• autonoma, sia per il contenuto sia per l’aspetto sintattico, ossia inizia con la lette-
ra maiuscola e finisce con un punto;
• riducibile a un titolo che ne riassume il contenuto essenziale.

COME POSSONO ESSERE LE SEQUENZE?


Esistono diversi tipi di sequenze:

DESCRITTIVE RIFLESSIVE DIALOGATE NARRATIVE


descrivono contengono riportano danno le
luoghi, i pensieri, i dialoghi tra informazioni
personaggi le riflessioni i personaggi necessarie per
e ambienti dei personaggi o comprendere lo
del narratore svolgimento della
vicenda, ovvero
i diversi fatti che
si susseguono

Le sequenze descrittive e riflessive sono statiche, cioè rallentano lo svolgimento


della storia, equivalgono a delle pause nel testo; al contrario, le sequenze dialogate e
narrative sono dinamiche, cioè contribuiscono a far sviluppare la narrazione.

COME SI FA A INDIVIDUARE IL PASSAGGIO


DA UNA SEQUENZA A UN’ALTRA?
Il passaggio da una sequenza a un’altra avviene nei seguenti casi:
• quando cambia il personaggio o ne entra uno nuovo
• quando cambia l’ambiente
• quando cambia il tempo
• quando accade un nuovo evento o cambia la situazione

PERCHÉ DIVIDERE IN SEQUENZE?


La parola testo deriva dal latino textum, “ciò che è tessuto, intrecciato”. Infatti, così
come un tessuto è composto di fili intrecciati, un testo è il risultato dei diversi “fili del
discorso” intrecciati tra loro. Per comprenderne a fondo il contenuto, è dunque neces-
sario “smontare” il testo nelle parti che lo compongono.
La divisione in sequenze, perciò, è uno dei procedimenti più utili a questo scopo.

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A
ED PER ANALIZZARE IL TESTO
SCH

Per comprendere meglio come si smonta un testo, osserva l’esempio che segue.

L’intenditore di colori
1
Vi si trovava ogni genere di colori: a olio, ad acqua, a tem- Sequenza
pera, preparati in tubetti, in barattoli, in bombolette spray, descrittiva
per dipingere quadri, pareti, mobili. Sebbene fornitissimo,
sembrava un normale negozio di colori, e invece aveva qual- Entra un nuovo
cosa di straordinario, a cominciare dal suo proprietario. personaggio
2
Il signor Celestino era un ometto con occhi celesti, baffi
azzurri e barbetta blu, e queste tinte, artisticamente armo-
nizzate, esprimevano la delicatezza della sua anima, e so-
prattutto il suo grande amore per i colori. Era infatti il più
grande intenditore di colori del mondo, e nel laboratorio
allestito nel retrobottega ne preparava di straordinari. Solo
Cambia lui ne conosceva la formula e li riservava unicamente agli
la situazione intenditori come lui. Gli bastava sentire come un cliente di-
ceva: – Vorrei… – per capire se lo fosse.
3
Per esempio, entrava un bambino e diceva: – Vorrei…
– Un momento – lo interrompeva lui, e lo portava nel retrobottega. – Cosa desideri?
– Vorrei del color silenzio per dipingere la mia stanza, in modo da studiare in pace.
Il signor Celestino lo preparava subito e gli consegnava un barattolo di color silenzio.
– Vorrei un colore contro i brutti sogni… – Stavolta era una bambina. E Celestino le
preparava un barattolino di tinta dolce-sogno, con la quale tingere lenzuola e federa del
cuscino perché sognasse felicemente.

Cambia 4
il tempo Un giorno entrò nel negozio una ragazza con un’espressione afflitta.
– Vorrei… – cominciò, ma subito lui la interruppe.
– Prego, venga nel retrobottega.
– Vorrei un po’ di color allegria: sono tanto triste.
Sequenza
dialogata Celestino gliene preparò un barattolo. Ma dopo qualche giorno la
ragazza si ripresentò nel negozio ancora con quell’espressione afflit-
ta. Evidentemente la tinta non aveva funzionato.
Sequenza – Sì, ne ho dato tre mani, ma sono ancora triste. Sa? Sono tanto sola.
narrativa – Ora capisco! – esclamò Celestino sollevato. – Invece del color al-
legria, le occorre il color compagnia. Glielo preparo subito.
Scelti attentamente gli ingredienti, li macinò, li mescolò, li filtrò, e le
dette un barattolo di tinta compagnia.

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SCH
IL TESTO NARRATIVO E LE SEQUENZE ED
A
Cambia
il tempo
5
Qualche giorno dopo la ragazza tornò, e aveva ancora quell’espres- Sequenza
sione afflitta. Non aveva funzionato. Per il signor Celestino fu una ter- narrativa
ribile delusione: per la prima volta non riusciva ad accontentare una
cliente. Per giorni e giorni riprovò a fare quel colore. Niente, non ve- Cambia
niva. Per la vergogna occhi, baffi e barbetta gli divennero rossi, e tali
rimasero perché quel fallimento non riusciva a dimenticarlo.
il tempo

6
Cambia Una domenica incontrò la ragazza con un ragazzo: aveva un’espres-
il tempo sione così radiosa che subito pensò che avesse trovato il colore in un
altro negozio. Anche se contento per lei, ebbe un fremito di gelosia.

7
Ma poi il signor Celestino ci pensò sopra e alla Sequenza
fine capì che nessun colore può procurare la com- riflessiva finale
pagnia e che neppure un grande intenditore come
lui poteva inventarlo. (Marcello Argilli,
Storie di città vere o chissà, Editori Riuniti)

In pratica, le sequenze di un brano potrebbero essere paragonate alle singole scene


di un film.
Osserva:

1. Uno straordinario 2. Il signor Celestino,


negozio di colori l’intenditore di colori 3. I desideri
dei b ambini

a 5. La delusione
4. La tristezza della ragazz 6. La felic
di Celestino ità d ella ragazz
a

7. Il color compagnia
non esiste

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Percorso competenze di lettura

L’arrivo di Chaiim
Stai per leggere un testo narrativo.

TURCHIA
La storia
Un giorno in una classe arriva un nuovo CIPRO SIRIA

compagno. E per qualcuno cambia la vita.


LIBANO
IRAQ

I luoghi ISRAELE GIORDANIA


Gerusalemme
• Gerusalemme, in Israele.
• La scuola, la classe, il cortile della scuola. ARABIA
EGITTO
• La strada, di fronte alla villa di Chaiim.

Il tempo
• Nella seconda metà del Novecento, ISRAELE

durante le giornate di scuola


a metà dell’anno scolastico.

I personaggi
• Nono, un ragazzino della classe, vivace e protettivo.

• Chaiim, il nuovo compagno, pianista, un vero genio.

• Mikah, un altro compagno di classe.

• La mamma di Chaiim, ansiosa e affettuosa.

Chi ha scritto il racconto


David Grossman, nato a Gerusalemme nel 1954.
Ha scritto libri per bambini, per ragazzi
e per adulti. È uno dei più grandi scrittori contemporanei.

DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
sequenze: parti di un testo narrativo composte da più frasi.

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competenze di lettura Percorso

L’arrivo di Chaiim
SITUAZIONE La classe è pronta a ricevere, a metà dell’anno
INIZIALE
scolastico, un nuovo compagno. Tutti sono curiosi
di conoscerlo: i professori hanno detto che è un ragazzo
speciale, molto intelligente, e suona il pianoforte.

SVILUPPO Durante l’ora di matematica, il nuovo compagno


entra in classe. Si chiama Chaiim. Tutti lo guardano
con molta attenzione: a vederlo sembra normale.
Ha soltanto la testa un po’ grande, ma è un genio, con
tanto cervello dunque! Durante l’intervallo, in cortile,
Nono invita Chaiim a giocare a pallone con lui
e la sua banda, così Chaiim non si sente solo. Chaiim
ccetta molto volentieri. Sta in porta e ce la mette tutta:
si butta a terra con coraggio, ma non para un colpo.
All’uscita Nono e Mikah decidono di accompagnarlo
a casa. Nono, vivace e allegro, si mette i pattini a rotelle
e gira intorno ai due compagni a grande velocità,
mentre loro camminano. Chaiim lo ammira e quasi quasi
Nono gli farebbe fare un giro sui pattini, a pagamento!
Parlano, chiacchierano e arrivano a casa del nuovo
compagno. Chaiim sussurra agli amici di non dire
che hanno giocato a pallone. Esce la mamma
e abbraccia forte Chaiim, come fosse un bambino piccolo.
Lei è bellissima e molto gentile.
L’indomani Nono chiede a Chaiim perché sua mamma
non vuole che lui giochi a pallone. E Chaiim risponde
che è per il pianoforte. Non può rischiare di farsi male
alle mani. Nono è pienamente d’accordo con la mamma
di Chaiim e non vuole che il compagno giochi.
Ma Chaiim insiste e vuole giocare a tutti i costi.

CONCLUSIONE Così nell’intervallo Chaiim gioca in porta. Nono,


per proteggere Chaiim, rinuncia al suo ruolo di attaccante
e difende la porta con tutte le sue forze respingendo
le azioni del nemico. Alla fine della partita è distrutto
dalla fatica, però le mani dell’amico sono salve.
(Adatt. da: David Grossman, Ci sono bambini a zigzag, Mondadori)

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Percorso competenze di lettura

COMPRENDERE
1. Chi aspetta la classe? Perché sono tutti curiosi?
2. Come viene accolto? Chi si fa avanti per farlo sentire a suo agio
e in quale occasione?
3. Chaiim ce la mette tutta per essere all’altezza dei suoi compagni,
durante l’intervallo. Che cosa fa? Ci riesce?
4. Chi si prende cura di lui? In che modo e perché?

ANALIZZARE
5. Abbiamo diviso il racconto in parti, che chiamiamo sequenze.
Leggi attentamente le caratteristiche di ogni sequenza e completa
con le scelte corrette.
SEQUENZA 1
luogo tempo personaggi che cosa succede
A scuola, in classe Una mattina, Gli alunni della Aspettano:
a metà anno classe il nuovo
scolastico compagno
il professore

SEQUENZA 2
luogo tempo personaggi che cosa succede
Sempre in classe Durante l’ora Gli alunni della Il nuovo alunno,
di matematica classe e Chaiim, entra
il nuovo in classe
compagno
il professore
SEQUENZA 3
luogo tempo personaggi che cosa succede
A scuola, Durante Nono, Chaiim Nono invita
in cortile la lezione e gli altri ragazzi Chaiim a:
l’intervallo giocare
a pallone
andare
sui pattini
SEQUENZA 4
luogo tempo personaggi che cosa succede
Per strada Alla fine Chaiim e Mikah Chaiim va sui
delle lezioni Nono, Mikah pattini e Nono
dell’intervallo e Chaiim lo ammira
Nono va sui
pattini e Chaiim
lo ammira

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competenze di lettura Percorso

SEQUENZA 5
luogo tempo personaggi che cosa succede
Davanti alla Poco dopo Nono, Chaiim e Chaiim chiede
casa di Chaiim la sua mamma di non dire:
scuola che lui
Mikah, Chaiim,
non ha parato
Nono e
un colpo
la sua mamma
che hanno
giocato
a pallone
SEQUENZA 6
luogo tempo personaggi che cosa succede
Di nuovo a scuola Il giorno dopo la mamma Chaiim spiega
e Chaiim che non dovrebbe
Nono e Chaiim andare
sui pattini
rovinare
le sue mani
SEQUENZA 7
luogo tempo personaggi che cosa succede
Nel cortile Nell’intervallo Chaiim, Nono Chaiim fa il
della scuola e gli altri ragazzi portiere
difensore

Nono
protegge
le mani
dell’amico
non fa giocare
Chaiim

ESPRIMERE E VALUTARE
6. Scrivi vicino a ciascun titolo il numero della sequenza
a cui corrisponde.
L’attesa
Una mamma bella e protettiva
Le ragioni del divieto
Chiacchiere e giri in pattini
Una partita di calcio per fare amicizia
Il nuovo
In difesa della porta e delle mani

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Percorso ORGANIZZA LE TUE CONOSCENZE

Mappa di riepilogo: il testo narrativo


e le sequenze
un TESTO CHE RACCONTA UNA STORIA,
una vicenda che può essere fantastica,
reale o verosimile, con uno o più personaggi
che agiscono in un tempo e in un luogo

IL TESTO è scritto da un
NARRATIVO
NARRATORE / AUTORE

in 1ª persona in 3ª persona

è costituito da è scritto si sviluppa in una

LINGUAGGIO TRAMA
e TECNICA
• situazione
PERSONAGGI TEMPO uso di iniziale
• protagonista epoca e durata • discorso • sviluppo
• antagonista della vicenda diretto:
• conclusione
dialoghi
• personaggi
secondari • discorso
indiretto
• comparse LUOGO che si può dividere
• colpi di scena in parti
• personaggi uno o più
citati ambienti • suspense
di fantasia SEQUENZE
o della realtà
• descrittive
• narrative
• riflessive
• dialogate

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

Verifica formativa con autovalutazione


Una bambina sorprendente
Roald Dahl
Matilde cominciò ad andare a scuola abbastanza tardi. La maggior parte dei
bambini inglesi vanno alle elementari anche prima dei cinque anni.
Matilde, naturalmente, finì in prima insieme ad altri diciotto bambini. La
maestra, la signorina Dolcemiele, era mite e tranquilla, non alzava mai la voce e
5 sorrideva di rado, ma aveva la rara capacità di farsi amare al primo sguardo dai
propri alunni.
Li capiva e li sapeva apprezzare. Dopo aver fatto l’appello, la maestra conse-
gnò a ciascun bambino un quaderno nuovo fiammante.
– Spero che ognuno di voi abbia una matita.
10 – Sì, signorina Dolcemiele – risposero in coro.
– Bene. Oggi è il primo giorno di scuola, per voi; l’inizio di molti, lunghi anni
di studio, e cinque di questi anni li passerete proprio qui in questa scuola. Quan-
to a me, io vorrei insegnarvi il più possibile, finché siete nella mia classe, perché
so che vi faciliterà lo studio, più avanti. Entro la fine della settimana, per esem-
15 pio, dovrete imparare a memoria la tabellina del due. E spero che entro l’anno le
saprete tutte, fino a quella del dieci. Se ci riuscirete, ne sarete molto avvantaggia-
ti. C’è qualcuno che già conosce la tabellina del due?
Matilde alzò la mano. Era l’unica. La signorina Dolcemiele guardò con atten-
zione la bambina dai capelli scuri e dal viso tondo e serio, seduta al secondo banco.
20 – Meraviglioso! Vuoi alzarti e recitarla, per vedere fin dove arrivi?
Matilde si alzò e cominciò, ma non si fermò certo a: “Dieci per due fa venti”.
Continuò con: “Due per undici fa ventidue, due per dodici fa ventiquattro, due
per tredici fa ventisei, due per quattordici…”.
– Va bene! – esclamò la signorina Dolcemiele, che era rimasta senza parole a
25 sentire la placida voce di Matilde, poi chiese: – Fino a dove sai arrivare?
– Non lo so esattamente – disse Matilde – ma abbastanza lontano, credo.
La maestra ci mise qualche istante per digerire la curiosa affermazione.
– Vuoi dire che saresti in grado di dirmi quanto fa due per ventotto?
– Sì, signorina.
30 – E quanto fa?
– Cinquantasei.
– Proviamo qualcosa di più difficile: due per quattrocentottantasette. Sai dir-
melo?
– Credo di sì.
35 – Allora dimmelo.

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Verso la PROVA NAZIONALE MISURA LE TUE COMPETENZE

– Novecentosettantaquattro – rispose senza esitare Matilde, con voce som-


messa, cercando di non mettersi in mostra.
La signorina Dolcemiele la fissò sbalordita, ma quando riprese a parlare la sua
voce era pacata.
40 – Splendido, veramente! Certo che la tabellina del due è più facile delle altre.
Sai anche quella del tre?
– Sì.
– E quella del quattro?
– Sì.
45 – Insomma quante tabelline sai, Matilde? Fino a quella del dieci?
– Sì, signorina Dolcemiele.
– E quanto fa dieci per sette?
– Settanta – rispose Matilde.
La signorina Dolcemiele fece una pausa e si appoggiò allo schienale della se-
50 dia, dietro alla cattedra sistemata in mezzo all’aula. Era piuttosto scossa, ma cer-
cò di non farlo vedere. Non le era mai capitato di incontrare un bambino di cin-
que anni (e, se è per questo, neanche di dieci) che sapesse fare le moltiplicazioni
con una simile facilità.
– Spero che abbiate fatto attenzione – disse, rivolgendosi alla classe. – Matilde
55 è una bambina molto fortunata. Ha genitori meravigliosi che le hanno già inse-
gnato a fare le moltiplicazioni. È stata la tua mamma ad aiutarti?
– No, non è stata lei.
– Allora devi avere un bravissimo papà. Un maestro davvero eccellente.
– No, signorina Dolcemiele – disse Matilde a voce bassa. – Non me le ha in-
60 segnate mio padre.
– Vuoi dire che hai imparato da sola?
– Non lo so con precisione – confessò Matilde (ed era la verità). – È solo che
mi riesce facile moltiplicare i numeri.
La signorina Dolcemiele inspirò ed espirò profondamente. Fissò di nuovo la
65 bambina dagli occhi vispi in piedi dietro al banco, con quell’aria ragionevole e
seria.
– Cosa vuol dire che «ti riesce facile»? Non potresti spiegarti meglio?
– Ma… non so…
La signorina Dolcemiele rimase in attesa, mentre la classe taceva.
70 – Per esempio, se ti chiedessi di moltiplicare quattordici per diciannove… O
forse è troppo difficile…
– Fa duecentosessantasei – rispose piano Matilde.
La maestra la fissò, poi prese una matita e fece velocemente l’operazione su un
pezzo di carta.
75 – Quanto hai detto che fa?
– Duecentosessantasei.
La signorina Dolcemiele posò la matita, si tolse gli occhiali e li pulì con un

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

fazzoletto di carta. La classe, silenziosa, la guardava in attesa dei prossimi svilup-


pi. Matilde era sempre in piedi accanto al banco.
80 – Ora dimmi, Matilde – disse la maestra, continuando a pulirsi gli occhiali.
– Cosa succede nella tua mente quando devi fare una moltiplicazione di questo
tipo? Dovrai pur fare i tuoi calcoli, ma sembra che tu trovi la risposta quasi all’i-
stante, come nel caso dell’ultima operazione.
– Ma io… io mi limito a pensare al quattordici, e lo moltiplico per diciannove.
85 Proprio non saprei come spiegarlo. Mi sono sempre detta che se un computer
può farlo, perché non dovrei riuscirci anch’io?
– Già, perché no? – disse la signorina Dolcemiele. – Il cervello umano è qual-
cosa di sorprendente.
– Secondo me è molto più in gamba di un pezzo di metallo – disse Matilde. –
90 In fondo un computer non è altro che questo.
La signorina Dolcemiele aveva i brividi. Ormai era certa di avere a che fare con
un’intelligenza matematica davvero straordinaria, e le passarono per la mente
parole come «bambina prodigio» e «piccolo genio». Sapeva che una o due volte in
cent’anni nasce una mente eccezionale; Mozart, per esempio, aveva solo cinque
95 anni quando cominciò a comporre musica, e guarda un po’ com’è andato a finire.
– Non è giusto – protestò Violetta. – Perché lei è capace e noi no?
– Non preoccuparti, Violetta. Vedrai che non ci metterete molto a raggiun-
gerla – disse la signorina Dolcemiele, sapendo di mentire.
(Tratto da: R. Dahl, Matilde, Salani)

1. Rifletti sul testo narrativo che hai letto.


a. In quale Paese si svolge la vicenda narrata?
A. Italia B. Francia
C. Stati Uniti D. Inghilterra
b. Da quale espressione, nella parte iniziale del testo, hai ricavato l’informazione corretta?
Trascrivila.
..................................................................................................................................................................... ....... 2

2. Quando si svolge il racconto?


A. L’ultimo giorno di scuola elementare
B. Il primo giorno di scuola media
C. Il primo giorno di scuola elementare
D. Non è possibile determinarlo ....... 1

3. In quale ambiente?
............................................................................................................................................................................ ....... 1

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Verso la PROVA NAZIONALE MISURA LE TUE COMPETENZE

4. Indica il ruolo dei personaggi nella vicenda. Metti una crocetta per ogni riga.
CO- PERSONAGGI PERSONAGGI
PROTAGONISTA
PROTAGONISTA SECONDARI CITATI

a. genitori di Matilde
b. compagni di classe
(tra cui Violetta)
c. Matilde
d. signorina Dolcemiele

....... 4

5. Nella frase «non alzava mai la voce e sorrideva di rado» (righe 4-5) l’espressione “di rado”
significa
A. talvolta B. spesso
C. raramente D. mai ....... 1

6. L’espressione “nuovo fiammante” (riga 7) significa che il quaderno è


A. tanto nuovo da brillare
B. nuovissimo, mai usato
C. color fiamma
D. chiaro e dorato ....... 1

7. Scrivi quale parola sostituisce il pronome “le” nella frase «E spero che entro l’anno le sa-
prete tutte» (righe 15-16).
............................................................................................................................................................................ ....... 1

8. Quali doti, in base al testo, si possono attribuire alla maestra?


Metti una crocetta per ogni riga.
LA SIGNORINA
SÌ NO
DOLCEMIELE È

a. mite
b. irascibile
c. seria
d. comprensiva
e. severa
f. tranquilla ....... 6

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

9. Indica il significato dell’aggettivo “placida” (riga 25) riferito alla voce di Matilde.
A. fredda, distaccata B. calda, asciutta
C. nervosa, agitata D. calma, pacata ....... 1

10. Nella frase «La maestra ci mise qualche istante per digerire la curiosa affermazione» (riga
27) il verbo “digerire” è usato in senso figurato.
Tieni conto di questa informazione e completa la frase con il termine corretto, scelto tra i
seguenti.
giustificare • approvare • accettare • sopportare
In senso letterale “digerire” significa trasformare il cibo ricavandone il nutrimento.
Nella frase del testo, invece, “digerire” esprime la difficoltà della maestra di
.......................................................... come cosa normale l’affermazione di Matilde. ....... 1

11. Qual è la “curiosa affermazione” con cui Matilde stupisce la maestra?


A. No, signorina Dolcemiele… Non me le ha insegnate mio padre.
B. Non lo so con precisione… È solo che mi riesce facile moltiplicare i numeri.
C. Non lo so esattamente. Ma abbastanza lontano, credo.
D. Fa duecentosessantasei. ....... 1

12. Espressioni come “con voce sommessa” (righe 36-37), “a voce bassa” (riga 59), “rispose
piano” (riga 72) ci fanno capire che Matilde è una bambina che
A. vuole subito far capire alla maestra di essere un genio della matematica
B. desidera imporre la propria superiorità nei confronti dei compagni
C. sa di avere una dote sorprendente ma non vuole vantarsene
di fronte alla classe
D. è talmente timida e timorosa di sbagliare che quasi
non osa rispondere alle domande ....... 1

13. La signorina Dolcemiele si toglie gli occhiali e li pulisce a lungo perché sta
A. pensando a una nuova domanda più difficile per Matilde
B. riflettendo sulla straordinaria abilità di calcolo di Matilde
C. aspettando che Matilde le dia una spiegazione soddisfacente
D. tentando di capire se Matilde vuole prendersi gioco di lei ....... 1

14. Quale tra le seguenti affermazioni contiene il fatto centrale del testo?
A. Matilde si iscrive a scuola in ritardo
B. La signorina Dolcemiele sa capire i ragazzi
C. Matilde ha straordinarie doti matematiche
D. La «bambina prodigio» non vuole mettersi in mostra ....... 1

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Verso la PROVA NAZIONALE MISURA LE TUE COMPETENZE

15. Indica in quale epoca si svolge la vicenda raccontata.


A. Molti anni fa
B. Un secolo fa
C. Ai nostri giorni
D. In un tempo indeterminato ....... 1

16. Quale oggetto nominato nel testo ti ha permesso di capirlo?


............................................................................................................................................................................ ....... 1

17. Quanto dura la scena descritta?


A. Una parte della mattina
B. Alcuni giorni
C. Cinque anni
D. L’intera giornata di scuola ....... 1

18. La signorina Dolcemiele rassicura Violetta “sapendo di mentire” (riga 98) perché
A. la matematica è una tra le materie più difficili da imparare nella scuola
B. per le menti normali è impossibile imitare il talento di Matilde
C. sa che Violetta e i suoi compagni non sono portati per la matematica
D. Matilde è di sicuro una bambina più fortunata rispetto ai suoi compagni
....... 1

AUTOVALUTAZIONE TOTALE PUNTI .../27


• Ho trovato la lettura del testo narrativo
facile di media difficoltà difficile
• Negli esercizi
ho capito le consegne non ho capito bene le consegne
conoscevo il significato delle parole non conoscevo il significato delle parole

• Ho avuto difficoltà a rispondere alle domande n° ....................................................

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