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LA TERRA DEL RIMORSO- studio del tarantismo in Salento, estate del 1959

“Il morso della taranta mantiene l’omo nel suo proponimento, cioè quello che pensava quando fu morso” .
“rimorso”→ ritorno del cattivo passato che continua a mordere il presente.
METODO DI RICERCA→ è storico ma si avvale di competenze sussidiarie al fine di superare il contrasto
tra Umanesimo e Naturalismo.
Il metodo applicato è infatti volto ad indagare il fenomeno del tarantismo non solo da una prospettiva medica
(utilizzata dal 600’ in poi) ma anche da una culturale che potesse studiare il rapporto tra tarantismo e limiti di
sviluppi economico.
La formula strutturale dell’equipe è ispirata ai criteri metodologici della ricerca:
- Psichiatra
- Psicologo
- Etnomusicologo
- Antropologo
Questa formazione è sembrata infatti la più pertinente per orientare lo studio verso una prospettiva storico-
religiosa
CRITERIO CAMPIONAMENTO TARANTATI→ in considerazione della prospettiva storico-culturale e
storico-religiosa, sembrò opportuno ritenere tarantati tutti coloro che nell’estate del 59’ partecipavano
all’ideologia della cura e del morso della taranta. Il campionamento fu effettuato presso la festa dei SS. Pietro
e Paolo a Galatina (29 giugno).
IPOTESI ANTAGONISTE: TARANTISMO COME MALATTIA e TARANTISMO COME FORMA di
ARACNIDISMO→la prima fase dell’indagine consiste nel valutare le due interpretazioni del tarantismo,
antagoniste in quanto inconciliabili con la prospettiva di stampo storico-religioso adottata dall’equipe.
Le due ipotesi vengono smentite dall’equipe mediante le seguenti osservazioni:
1. IMMUNITÀ LOCALE→ La presenza di ragni tossici non poteva caratterizzare tutte le zone limitrofe
a Galatina ed escludere quest’ultima→ i ragni si trovavano anche a Galatina ma, nonostante ciò, lì
nessuno veniva mai morso da un ragno→ il morso del ragno non può essere la reale causa del
tarantismo bensì costituisce il significante tangibile di un processo culturale di significato più ampio.
Il ragno è simbolo. Vi è infatti la credenza di una dipendenza totale dai SS. Pietro e Paolo per la
protezione dell’immunità
2. RIPETIZIONE STAGIONALE→ Poiché uno dei caratteri fondamentali del tarantismo consiste
proprio nella ciclicità della crisi (morso) e della cura, è evidente che una così protratta iterazione delle
due fasi (ogni anno) non può avere nessun nesso con una sindrome tossica da morso di ragno: la
sindrome non può riprodursi per anni ma, anzi, è circoscritta ad un periodo decisamente più breve. Ciò
fa quindi pensare che l’iterazione della pratica sia assimilabile più a un rito che ad un fenomeno di
latrodectismo
3. PREVALENZA DONNE→ La netta predominanza del sesso femminile tra i tarantati (nel 59’ci sono
32 donne su 37 partecipanti) , mette in evidenza come il tarantismo non possa derivare meramente dal
morso di un ragno. Inoltre, bisogna anche considerare che, dato il maggiore impiego del sesso maschile
nella manodopera agricola, risulterebbe più logico un maggior numero di tarantati uomini in quanto.
4. ETÀ ELETTIVA DEL PRIMO MORSO→Se si raccolgono i dati relativi all’età del primo morso si
nota che esso accade con maggiore frequenza tra gli inizi della pubertà e l’età evolutiva→ altro fattore
che orienta verso un’interpretazione simbolica del tarantismo
5. DISTRIBUZIONE FAMILIARE→ Viene osservata una tendenza ereditaria del tarantismo
Questi 5 elementi affermano quindi un’autonomia simbolica del tarantismo ma non lo svincolano
completamente dal latrodectismo→ sui 21 casi presi in considerazione, in 1 il latrodectismo era stata la causa
effettiva del manifestarsi del tarantismo. Il tarantismo inoltre non poteva essere considerato neppure una
malattia in quanto non costituiva un disordine psichico bensì un ordine simbolico culturalmente condizionato
attraverso cui si manifestavano i conflitti psichici latenti nell’inconscio.
AUTONOMIA SIMBOLICA→ presenta due aspetti fondamentali:
1. La crisi reale di latrodectismo diventa un modo per evocare altre forme di avvelenamento simbolico
(traumi e conflitti interiori irrisolti)
2. Oppure tale crisi si verifica in occasione di determinati momenti critici dell’esistenza (es. la pubertà)
IPOTESI KATNER→ viene elaborata da Katner e vede come origine storica del tarantismo il colpo di sole.
Infatti, nell’indagine condotta nel 59’, su 21 tarantati, 2 risultano connessi con un episodio iniziale (“il primo
morso”) di colpo di calore→ i dardi dei raggi solari, analogamente al morso del ragno, risultano connessi ai
periodi critici dell’esistenza contadina: il raccolto dei frutti estivi.
MITO della TARANTA e MODERNA ZOOLOGIA→ la lycosa tarentula (ragno del mito) infatti differisce
sostanzialmente dal latrodectus tredecim guttatus (ragno che in realtà è presente nei campi). Il morso della
lycosa può causare disordini di natura nevrotica mentre il latrodectus no. Di conseguenza, l’aspetto psichico
del disordine comportamentale che caratterizza il tarantismo non può essere attribuito al morso.
Analogamente, anche il tema del veleno va interpretato in senso figurato e iscritto nella sfera dell’inconscio.
IDENTIFICAZIONE→ fase della crisi in cui il tarantato per curarsi si identifica nel ragno, che
metaforicamente vuole allontanare, imitando i suoi movimenti→ ballando cioè la tarantella
ESORCISMO→ la fase di identificazione è finalizzata all’esorcismo. Quest’ultimo è musicale-coreutico-
cromatico.
COMPONENTE DEPRESSIVA→ nel corso dell’indagine sul tarantismo l’equipe si rende conto del fatto
che in ciascun caso studiato si presentava sempre una forma depressiva
RAPPORTO TRA MORSO E RI-MORSO→ il tarantismo prende forma nella sindrome tossica e continua
a rivestire un ruolo simbolico anche quando tale sindrome è esaurita.
TARANTISMO ed ECONOMIA→ il tarantismo presenta anche una distribuzione per classi sociali ben
caratterizzata. Dal punto di vista economico, esso incide figurando al passivo del bilancio familiare dei
tarantati e all’attivo di quello dei suonatori.
L’esplorazione del 59’ mette in luce come, nelle sue condizioni attuali, il tarantismo riguarda solamente il
mondo contadino. Tuttavia, è importante notare che fino all’800, il tarantismo era diffuso anche nella nobiltà.
La successiva riduzione del tarantismo all’area contadina va interpretata come un processo di
marginalizzazione dalla vita culturale egemonica.
TARANTISMO e CATTOLICESIMO→ il tarantismo nel Salento del ’59 presentava una profonda
disgregazione culturale in quanto l’esorcismo musicale-coreutico-cromatico mostrava evidenti segni di
logorio. Il declino dell’esorcismo tradizionale appariva legato all’intervento del Cattolicesimo→ aveva
promosso un legame sempre più stretto tra taranta e S. Paolo. Tale legame presentava tuttavia una
contraddizione insita nella figura stessa di S. Paolo→ egli presentava infatti 3 simbolismi: un S. Paolo
protettore, un S. Paolo che inviava le tarante per punire e un S. Paolo-taranta esorcizzabile attraverso la danza,
la musica e i colori.
Questo lento processo di disgregazione del tarantismo salentino aveva da due secoli come scenario la Cappella
di Galatina→ durante la festa della taranta infatti, i tarantati si riunivano nella Cappella e lì davano luogo alle
loro crisi che non presentavano più né la musica, né la danza, né i colori. In assenza dell’esorcismo
tradizionale, i tarantati naufragavano. Trasportato in cappella, il tarantismo era stato privato della sua dignità
tradizionale e della sua efficacia→ le crisi infatti non erano più indagabili a livello storico-religioso ma
necessitavano dell’intervento di uno psichiatra.
A causa della presente disgregazione, si imponeva la necessità di affiancare uno studio filologico del
tarantismo che consentisse di ricostruire un’immagine più nitida e meno logora del fenomeno.
L’IMPORTANZA DELLA MUSICA→ si distinguono le seguenti fasi nel rito:
- Crisi→ imitazione culturalmente condizionata del comportamento dell’avvelenato
- Terapia→ viene inaugurata con la musica.
Si può quindi cogliere un’altra caratteristica del tarantismo: esso consiste nella graduale risoluzione coreutico-
musicale di una crisi causata dal crollo dell’individuo. La musica costituisce l’anello di passaggio tra la mera
scarica psicomotoria (crisi) e il movimento ritmato (terapia)→ il veleno della taranta assurge metaforicamente
al concetto di impulso musicale che stimola l’uomo e lo fa danzare.
L’importanza dell’aspetto coreutico-musicale nel tarantismo conferiva ai suonatori il carattere di esorcisti, di
medici e di artisti→ dal loro intervento dipendeva infatti il successo della cura.
SIMBOLISMO CROMATICO→ al pari di quello musicale, il simbolismo cromatico era fondamentale per
il successo della terapia. Bisognava infatti individuare il colore giusto della taranta non meno della musica.
Musica e colore detenevano parimenti il ruolo di stimolo, evocazione e deflusso dell’inconscio individuale→
ruolo catartico
SIMBOLISMO STAGIONALE→ il periodo del tarantismo è quello estivo (maggio-agosto). La
documentazione diacronica attesta che durante la stagione estiva non solo l’episodio del primo morso della
taranta bensì anche il suo ri-morso. Da ciò deriva infatti il carattere stagionale del rito. Viene inoltre attestato
che il periodo del rito è sempre preceduto da un periodo di astinenza dal cibo e dal sesso. In conclusione, il
nesso fra tarantismo e stagione estiva va considerato sul piano simbolico→ è durante l’estate che ogni anno
viene deciso il destino dell’uomo a livello economico e simbolicamente a livello esistenziale. Proprio per via
di questo simbolismo stagionale le crisi individuali che potrebbero potenzialmente insorgere durante l’arco di
tutto l’anno, vengono circoscritte in un unico momento dell’anno in cui tali crisi vengono socializzate e
soccorse dalla società attraverso il rito.
TARANTISMO AUTENTICO e INAUTENTICO→ il Baglivi sostiene che è possibile distinguere due
forme di tarantismo: quello autentico (derivante dall’effettivo avvelenamento per il morso della tarantola) e
quello inautentico (carnevaletti delle donne).
PLASTICITÀ→ Di stabile nel tarantismo vi è il simbolo rituale-mitico della taranta e l’esorcismo coreutico-
musicale-cromatico. Per il resto, l’esecuzione del rito presenta fluidità. Tanta plasticità è dovuta alla varietà
dei contenuti critici individuali.
SIMBOLO DELLA TARANTA: la taranta è il simbolo egemonico di tutto il sistema simbolico. Leonardo
da Vinci scrisse la seguente annotazione: “il morso della taranta mantiene l’omo ne suo proponimento, cioè
quel che pensava quando fu morso”→ interpretazione simbolica del tarantismo che si ricollega a tradizioni
mitiche del mondo antico e ai bestiari medievali.
Alla luce dell’analisi della documentazione diacronica e della presente indagine è possibile chiamare il
tarantismo: “la religione del rimorso” → nella crisi del tarantismo il rimorso non consiste nel rammemorare
un cattivo passato ma nell’impossibilità di rammemorarlo per deciderlo e nell’obbligo di doverlo rivivere
sottoforma di maschera in una nevrosi. Proprio per l’impossibilità di ricordarlo esso si presenta come
attraverso la taranta come ri-morso in quanto costringe gli individui a rivivere traumi\momenti critici sepolti
nell’inconscio. Attraverso la dimensione rituale le crisi individuali vengono sottratte alla loro incomunicabilità
nevrotica per ricevere una comune plasmazione nel comportamento dell’avvelenato→ la taranta è un ethos,
una volontà di storia, un progetto per uscire dall’isolamento partecipando ad un sistema socialmente
accreditato e condiviso.
PROSPETTIVA STORICISTA→ il compito della prospettiva storiografica consiste nel cogliere le coerenze
culturalmente condizionate nei comportamenti apparentemente irrazionali→ individuare cioè attraverso
l’indagine storica la logica comportamentale,culturalmente plasmata.
PARALLELI → Pericolo riduzione naturalistica del fenomeno in una duplice forma:
- Riduzione al tipo→ considerare il tarantismo come caso particolare di una vastissima classe di
fenomeni (forma di mistica inferiore)
- Riduzione agli antecedenti→ considerare il tarantismo come sopravvivenza di elementi rintracciabili
nel mondo classico
L’esposizione della zona meridionale dell’Italia, a partire dal VII secolo (espansione Islam), a plurisecolari
influenze afromediterranee, fa sì che il fenomeno del tarantismo sia strettamente connesso tanto ai culti
orgiastici dell’antichità quanto ai culti africani. In particolare, il Jeanmarie ha rivolto l’attenzione verso i
seguenti culti africani che presentano elementi strutturali affini al tarantismo:
- Zar • Sono pratiche culturali eseguite dagli strati più bassi della
- Bori AFFINITÀ popolazione
- Macumba • Coinvolgono soprattutto donne
- Candomblé • Presentano trances che si traducono in danze frenetiche
- Santeria • Per coloro che assistono al rito, colui\colei che danza è sempre lo
spirito possessore e non il posseduto
- Vodu
• Sono tutte pratiche finalizzate all’esorcismo di un male
Il paragone con tali culti è di spiccata rilevanza non solo da un punto di vista eziologico ma anche perché, al
pari del tarantismo, questi culti si scontrano con interpretazioni riduttive che li considerano esclusivamente
come manifestazioni collettive di disordini psichici.

ANTECEDENTI CLASSICI→ il tema centrale del tarantismo pugliese è il simbolismo del morso. Tale
simbolismo è rintracciabile nell’antichità classica, in particolare in età ellenistica in cui viene indagato, a
livello medico, il tema del morso di alcuni animali e l’effetto di esso sull’uomo. L’autonomia simbolica del
morso assume in Grecia una forma caratteristica che si collega all’aspetto comportamentale→ l’uomo punto
da un animale è in preda al delirio. Alcune fonti:
- L’oistros di Eschilo→ pungiglione del tafano che provoca nell’uomo paura ed ira. Affine all’oistros
sono le Erinni
- Le vergini di Mileto di Plutarco→ fanciulle che senza causa apparente, cadono in preda ad un
irresistibile desiderio di morte (cupio dissolvi) e corrono ad impiccarsi
- Menadismo→ altro esempio di crisi collettiva riguardante il mondo femminile
- L’aioresis→ pratica classica che viene riscontrata anche nel tarantismo. L’aioresis è l’altalena e
costituisce un atto di esorcismo. Nel tarantismo l’altalena simboleggia metaforicamente la ragnatela
della taranta→ l’avvelenato dunque, identificandosi con la taranta che gli ha provocato la crisi, si
dondola sull’altalena come se si stesse muovendo sui fili della ragnatela. Il nesso è quindi rappresentato
dalla festa dell’aiora (o festa delle vergini suicide)→ ripetizione del mito di Erigone (→ dopo
l’uccisione di Icario da parte di vignaioli ubriachi, la figlia Erigone si mette alla ricerca del padre e
si impicca ad un albero dopo averne trovato il cadavere). Dondolarsi sull’altalena, inoltre, ricalca il
moto del neonato cullato nelle braccia materne→ nel tarantismo questo aspetto ha la valenza di
richiamare appunto alla mente il passato più remoto di un individuo.
- Arachne→ colpita in fronte dalla divinità con una bacchetta, ha l’immediato impulso di impiccarsi ma
non realizza il suicidio in quanto viene trasformata da Athena in ragno→ nesso simbolico tra
impiccagione e tela del ragno
- Gymnopedie→ iniziazione maschile di tipo arcaico che presenta una notevole importanza in quanto si
svolgeva nel periodo estivo e comportava la rappresentazione coreutica di battaglie leggendarie
- Pathos→ essenza della catartica greca, il pathos costituiva dunque il ponte tra sfera somatica e sfera
psichica; tra sfera morale e sfera religiosa. Tale passaggio avveniva attraverso lo stimolo musicale
ANTECEDENTI MEDIEVALI→ la disgregazione del tarantismo ha inizio nel Medioevo quando cioè il
fenomeno in questione viene ridotto a mera psicosi. Questa valutazione è il risultato di un processo di
sincretismo cattolico che sconvolge la funzionalità del simbolo della taranta attraverso l’intrusione di un
elemento non omogeneo: la cappella di S. Paolo→ qui il rituale non può avvenire secondo i canoni originari:
l’esorcismo coreutico-musicale era infatti impedito. La conseguenza di ciò è che le crisi dei tarantati recedono
sul piano della malattia.
Inoltre, in rapporto con l’urto tra mondo islamico e mondo cristiano, gli eserciti occidentali patirono reali crisi
di avvelenamento collettivo causate da morsi di animali. Da qui si evince come a fondamento del mito della
taranta ci sia non solo un elemento simbolico, ma anche un elemento storico.
Infine, l’abolizione dei culti pagani sotto volere della Chiesa, causò le cosiddette “epidemie coreutiche”→
forme di resistenza collettiva (crisi). La sostituzione delle feste pagane con feste cattoliche causò soprattutto
nel mondo contadino gravi disordini psichici. È tuttavia importante sottolineare che tali disordini esistevano
anche precedentemente ma venivano in qualche modo gestiti e socializzati proprio attraverso le feste pagane.

EPILOGO
Viaggio nella Terra del rimorso→comprensione di un paesaggio umano caratterizzato dal forte senso di
confine:
- Da un lato, in termini geografici→ per quasi 9 secoli l’incubo del mare (turchi e saraceni) gravò sul
sud della penisola e quindi anche in Salento
- Dall’altro, in termini simbolico-rituali→ ogni estate, con l’approssimarsi della festa di SS. Pietro e
Paolo, esplodono inquietudine e caos, forme cioè di resistenza all’ordine cristiano
Nasce così la storia di un simbolo culturalmente condizionato, operante in una determinata area geografica e
in termini cronologici definiti→ storia del tarantismo dal Medioevo al 700’. La ricerca sulla storia del
tarantismo segue, riassumendo, le seguenti tappe:
1. Operando in una prospettiva ermeneutica, viene dimostrato come il tarantismo non possa essere ridotto
né ad una mera forma di latrodectismo, né ad un mero disordine psichico
2. Dimostrato ciò, l’indagine compie alcune integrazioni: quella della letteratura diacronica dal
Medioevo in poi, e quella dei paralleli etnografici e degli antecedenti classici.
3. Infine, si delinea in modo netto la valutazione del tarantismo come episodio interno della civiltà
cristiana in espansione→ l’epoca in cui nasce il tarantismo è infatti nel periodo compreso tra
l’espansione dell’Islam nel Mediterraneo e la controffensiva dell’occidente fino all’epoca delle
crociate (dal 632 al 1492). Il tarantismo inizia a dissolversi con l’avvento della nuova scienza la quale,
spiegando l’origine naturale dei fenomeni magici, segnò il declino del mito della taranta. In particolare,
il tarantismo si avviò verso la riduzione a mera malattia con la completa disarticolazione del nesso tra
crisi ed esorcismo coreutico-musicale-cromatico. Tale riduzione segna appunto l’inizio della sua fine
nella misura in cui viene completamente smantellato il condizionamento culturale operante nel
fenomeno rendendolo passivo dinanzi alla civiltà moderna. Questa prospettiva evidenzia come il
significato culturale del tarantismo non derivi tanto dal suo rapporto con i paralleli etnografici\
antecedenti età classica bensì dal suo legame con i momenti decisivi della storia interna dell’occidente.
In conclusione, è possibile affermare che il tarantismo si innesta principalmente in due tematiche occidentali:
- La polemica del Cristianesimo contro i riti orgiastici
- La polemica della nuova scienza contro la magia naturale e cerimoniale
In ultima analisi, il tarantismo costituisce un aspetto fondante della cultura in quanto si pone come indice e
sintomo di processi costitutivi della modernità→ tarantismo come strumento di analisi.

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