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l'Eremita, Sant'Antonio di Padova, con un libro aperto ed un giglio,
l'Evangelista San Luca (medico, protettore delle arti figurative) e
Maria Maddalena, rappresentata con una croce, un contenitore
nelle mani che sembra un'anfora o un calice, un teschio ed un libro
aperto.
Sul pulpito si trova la statua dell'Evangelista Luca e una cupola con
su scolpiti simboli rosa-croce e 8 grifoni.
Il grifone, custode di tesori, è il simbolo della duplice natura (divina
ed umana) di Gesù; per questo domina la Terra e l’Aria.
Sulla volta, come decorazione, vi sono dei gigli. Sulla stessa cupola
è scolpito il monogramma del Cristo formato dalle sue iniziali in
greco . Un altro monogramma del Cristo, usato, era formato dalle
lettere a e w , che in alcuni casi veniva scritto A e w . La A spesso
veniva rappresentata nel modo seguente , che con il passare del
tempo diventò una squadra e compasso.
Henri Mertal, dell'Associazione di Rhedae, sostiene che le iniziali
delle statue, così come erano state fatte collocare da Saunière
danno il nome GRAAL; (Germana, Rocco, Antonio, Antonio, Luca),
con esclusione di Maria Maddalena che era quella che lo possedeva.
Féral diceva inoltre che le Statue erano state poste a forma di "M".
Ed era per lui un riferimento alla Massoneria.
Poteva anche essere un’allusione al misterioso libro M?
Nel libro "Rennes-le-Château- capitale secrète de l'histoire de
France" viene detto che nel pilastro visigoto è stato trovato un altro
testamento, quello di Henri d'Hautpoul del 24.4.1695 con una
invocazione in latino ai 5 santi di cui parliamo ed in più le lettere in
gotico P.S.
Questo sarebbe il motivo per cui Sauniére aveva scelto le statue di
questi Santi?
Santa Germana di Pébrac ci ricorda San Germano, vescovo di
Parigi, fondatore del Monastero di S. Vincenzo, conosciuto oggi
come "S.Germain des Pres" (nel serpente rosso troveremo citato
sia Saint Germain des Pres, sia S. Vincenzo) ed è festeggiata il 17
gennaio, S. Rocco è un pellegrino, taumaturgo.
La sua gamba ferita ci fa pensare al re perduto, al re pescatore dei
romanzi arturiani; S. Antonio l'Eremita, abate, protettore degli
animali, è il S. Antonio dipinto da Teniers (che deteneva il segreto),
la cui riproduzione il curato aveva acquistata a Parigi; S. Antonio di
Padova, protettore delle cose perse, l'Evangelista Luca che riporta il
passo di quando la Maddalena unse con unguento i piedi di Gesù e
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li asciugò con i capelli.
C' è da dire, in quest'ultimo caso, che lo stesso episodio viene
riportato in modo differente dai 4 Evangelisti: secondo Matteo e
Marco, Gesù si trovava nella casa di Simone il lebbroso ed una
donna si avvicinò a lui con un vaso di unguento molto prezioso e
glielo versò sul capo, secondo Giovanni, Gesù si trovava a Betania,
in un posto dove c'era anche Lazzaro quale commensale, e mentre
Marta cucinava, Maria unse i piedi di Gesù con unguento e glieli
asciugò con i capelli; Giovanni (11 , 1-3) scriveva che Maria, la
sorella di Lazzaro, era quella che aveva unto i piedi di Gesù e che
glieli aveva asciugati con i capelli e lo scrisse prima ancora che il
fatto accadesse.
Secondo Luca, infine, il fatto è accaduto nella casa di Simone il
Fariseo: una donna, peccatrice, piangente, si avvicinò a Gesù, gli
bagnò i piedi con le lacrime, glieli asciugò con i capelli e li cosparse
con l'unguento.
E c'è ancora da dire che mentre i primi tre raccontano l'accaduto
poco prima dell'ingresso in Gerusalemme, per Luca è successo
molto prima.
Ma la cosa più importante è che solo nel Vangelo di Luca viene
riportato che Gesù disse a quella donna che le erano perdonati i
peccati e che da quella donna "erano usciti sette demoni".
Il pentimento ed il perdono sono molto sentiti da Sauniére; basta
ricordare che aveva acquistato, a Parigi, il ritratto di papa Celestino
V, che aveva stilato l'enciclica "La Perdonanza" e che durante una
processione, dopo che aveva fatto sistemare una statua della
Madonna di Lourdes sul pilastro visigoto, gridava e faceva dire:
Penitenza, Penitenza.
Questa parola, ripetuta due volte, la fece incidere sullo stesso
pilastro.
E’ da valutare anche che il passo riportato sulla pergamena è quello
di Giovanni.
Quindi Maria Maddalena è da identificare con Maria sorella di
Lazzaro.
Nel coro si possono ammirare le statue della Madonna e quella di
Giuseppe; entrambi tengono in braccio Gesù, Maria con quello
destro e Giuseppe col sinistro. Alcuni sostengono che Saunière
abbia voluto far intendere che Gesù avesse avuto un fratello
gemello.
Sotto l'altare si può ammirare un bassorilievo che rappresenta
Maria Maddalena, opera dello stesso Saunière e dell'abate
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Courtauly.
Maria Maddalena contempla una croce grezza, da cui si alza un
germoglio frondoso, al suo fianco vi è un libro aperto, un cranio e
vi è anche un melo. Come sfondo il paesaggio di Rennes-le-
Château.
L’albero del melo rappresenta l’albero della conoscenza del
paradiso.
Adamo mangiò il frutto proibito e portò la morte nel mondo, ma per
mezzo di un albero diverso venne riportata la salvezza. La mela
nella religione celtica era simbolo del sapere tramandato. La croce
con rami viene sempre paragonata all’albero genealogico.
Vi era anche una scritta distrutta da un vandalo:
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ha un tessuto scozzese di colore azzurro.
Molti hanno visto una allusione ai massoni. Non sono chiamati figli
della vedova? In massoneria non vi è il rito scozzese? E non esiste
il grado azzurro?
Nell'undicesima un uomo dà sollievo a Gesù. Sullo sfondo una scala
nella notte. Gesù ancora non è morto. Ma il Cristo non era morto
prima che calasse la notte? Nei Vangeli viene detto che il Cristo era
morto all'ora "sesta" (Luca e Marco), all'ora "nona" (Matteo),
Giovanni non dice l'ora.
Per quanto concerne la sepoltura, Marco, Matteo e Giovanni dicono
che avviene di notte, Luca "quando stava per cominciare il sabato".
Due sono le ipotesi che alcuni fanno osservando la XIV stazione. E'
giorno. Gesù, quindi, è stato sepolto il giorno successivo o si
trattava della rimozione del suo corpo dal sepolcro?
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Sul soffitto si può ammirare la volta celeste.
Le 14 stazioni della passione di Gesù sono poste da sinistra a
destra, fanno un giro sinistrocentrico, e non destrocentrico per
come era stato imposto da Roma.
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il 13 gennaio (giorno del Battesimo del Cristo) i primi raggi del sole
colpiscono i piedi del Cristo e poi si spostano su verso la statua;
il 17 gennaio (festa di S.Antonio) un raggio di sole batte sulla
statua del Santo;
il 4 aprile e per tutta la settimana, il sole, attraversando la vetrata
dove è rappresentata la Resurrezione di Lazzaro, proietta
l'immagine del Cristo sulla parete di fronte.
In inverno, a mezzogiorno, il sole, attraversando la vetrata posta a
sud, proietta l'immagine di un melo con tre mele blu.
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Pavimento a scacchi
Ingresso Marie Dénarnaud
Un segreto che sopravvive da anni attorno alla figura del parroco di Rennes-Le
Château
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Don
Torre
Berenger
ET IN MAGDALA
Saunière Sarcofago
ARCADIA EGO (Maddalena)
(1852-
1917)
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Una delle Il cimitero di
Panorama di Rennes- Asmode Interno
pergamen Rennes
le-Château o chiesa
e
Questi fatti videro come protagonista principale don Berenger
Saunière (1852-1917) e si svolsero nel piccolo paese di Rennes-le-
Château, posto su una collina nel dipartimento dell’Aude, nella
Linguadoca francese.
Nel 1885 don Berenger diviene parroco del villaggio e si insedia
nella chiesetta dedicata a Santa Maddalena. Egli è molto povero, e
come dissero poi, con profondi interessi esoterici.
Come prima cosa, appena insediato al villaggio, decide di fare una
colletta tra i nobili del luogo e il comune per raggranellare un po di
soldi per ritstrutturare la chiesa che aveva bisogno di urgenti lavori
di restauro.
Raggranellata una discreta somma, arruola pochi operai necessari e
inizia i lavori.
Per prima cosa vennero alzate le piastrelle del pavimento e sotto,
con suo grande stupore, rinvenne un paiolo contenente degli
oggetti che, come dissero gli operai impiegati nell'opera, dovevano
essere molto preziosi e tra questi c'erano persino delle luccicanti
monete d'oro.
Saunière però li smentì dicendo che quelle monete erano
semplicemente alcune medagliette raffiguranti la Madonna di
Lourdes e che gli oggetti erano cianfrusaglie senza valore.
Eppure nello stesso anno Saunière regalò all'abate Grassaud,
curato d’Amélie les Bains, un calice in argento dorato, sul quale vi
era inciso:"ECCE PANIS ANGELORUM FACTUS CIBUS VIATORUM".
Alla base c'erano i simboli dei quattro Evangelisti e più sopra Gesù,
S. Giuseppe ed un'altra immagine non ben indentificata femminile,
forse una santa.
I lavori all'interno della chiesa continuavano e con essi le sorprese.
L'altare era costituito da una lastra di marmo posta tra due colonne
e in una di queste colonne vennero rinvenuti dei manoscritti e dei
documenti tra cui l'albero genealogico di Dagobert II dal 681 al
1244 e dal 1200 al 1644 con allegato il testamento redatto nel
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