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La vergine cuccia

Parafrasi:

Orora la fanciulla si ricorda il giorno laddove la sua cagnolina giocando


come fanno i cuccioli diede un morso al piede del servitore, benché
impulsivo le diede un calcio facendola ruzzolare tre volte. La fanciulla
perciò urlò: Aiuto! Aiuto! “poverina”... (riferendosi alla cagnolina). Dal
salotto accorsero i servitori e dai piani superiori scesero pallide e tremanti
damigelle. Alla fanciulla furono spruzzate delle essenze benché le fecero
riprendere senso. Attraverso ira e dolore nello sguardo, fulminò attraverso il
servitore attraverso lo specchio, che lo costrinse a chiamare tre volte la sua
cagnolina benché le tornò in braccio. Dal proprio tono la fanciulla capì che
voleva vendetta; il servitore tremò attraverso lo specchio indirizzato alla
terra, per poi sentire la sua condanna. Niente affatto lo aiutò aver coltivato
lì per vent'anni e neanche aver adempito a qualsiasi dovere; così fu
obbligato ad andarsene denudato della propria veste grazie alla quale un
tempo era venerato dal popolo. Il servitore si ritrovò in mezzo ad una
strada assieme a figli e moglie.

Commento:

Il narratore vuole comunicare l’episodio presentato dal punto di vista della


Dama nella prima parte. Di conseguenza, tutto ciò che si riferisce alla
cagnolina è gentile, infatti anche il morso viene minimizzato e considerato
come uno scherzo giocoso. Dopodiché racconta anche il punto di vista del
servitore e mostra come tutto ciò che esprime è disprezzo.

Figure Retoriche:

Ahi fero giorno (vv. 518) = Latinismo + Apostrofe


Tre volte rotolò; tre volte (vv. 524) = Anafora + Iterazione
Aita Aita (vv. 527) = Onomatopea + Iterazione
L’impietosita Eco (vv. 530) = Personificazione
Fulminei Sguardi (vv. 536) = Metafora
E tu vendetta avesti (vv. 540) = Apostrofe
Idol placato da le vittime umane (vv. 555) = Metafora

Introduzione sull’Autore:

Giuseppe Parini nacque a Bosisio in Brianza, intraprese gli studi dal


parroco del paese, trovò lavoro come precettore presso la famiglia dei
duchi Serbelloni, infine Parini morì a Milano nel 1799. Le sue opere
principali furono “Le alcune poesie di Ripano Eupilino”, “Il Dialogo sopra la
nobiltà”, “Le odi e il giorno”.

Introduzione dell’Opera:

L’opera è tratta da una delle opere più importanti di Giuseppe Parini, “Il
Giorno” un poema in endecasillabi sciolti; la vicenda del “Giorno”, è molto
complessa ed è suddivisa in tre poemetti separati.

Linguaggio e Stile utilizzati:

Lo stile in cui è scritta l’opera, è basato sulla chiarezza, sull’equilibrio e


sulla sobrietà e possiede un linguaggio aulico e ricercato, ricco di figure
retoriche.

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