Sei sulla pagina 1di 3

UNITRE PINEROLO 2019/20

IL LATINO E’ TRA NOI

Gli animali
Vulpes pilum mutat, non mores La volpe cambia il pelo, non i costumi (Svetonio De Vita Caesarum )
Ex ungue leonem Dall'unghia puoi riconoscere il leone (detto latino)
Canis canem non est Cane non mangia cane (detto latino ripreso da Erasmo da Rotterdam)
Canis timidus vehementius latrat quam mordet: Il cane codardo abbaia con maggior foga di quanto morda
(Curzio Rufo De Rebus Gestis Alexandri Magni 7 ,4,13).
Homo homini lupus L’uomo è lupo per l’altro uomo Plauto, Asinaria)
Agnus Dei Agnello di Dio (Nuovo Testamento S. Giovanni, I. 29).
Avis a cantu dignoscitur L'uccello si riconosce dal suo canto. (detto latino)

Parole nelle lingue indoeuropee


LATINO GRECO INGLESE NORVEGESE RUSSO SANSCRITO
ANTICO
lupus lycos wolf ulv volk vlk

Parole nelle lingue neolatine


LATINO ITALIANO FRANCESE SPAGNOLO RUMENO PORTOG

lupus lupo loup lobo lup lobo


vulpes volpe renard (sic) zorro (dal portoghese -vulpe Raposa da rapum:coda)
holgazar, zorrar, arrastar:
trascinare qualcuno)
canis cane chien can (antico) caine cao
leo leone lion leòn leu leao

Nato in Macedonia e portato schiavo a Roma nella prima metà del 1° secolo d.C., Fedro è autore della più
importante e apprezzata raccolta di favole della letteratura latina, ...

De vulpe et uva La volpe e l'uva


Fame coacta vulpes alta in vinea Spinta dalla fame una volpe tentava di cogliere,
Uvam appetebat summis saliens viribus; saltando con tutte le sue forze, l'uva su un'alta
Quam tangere ut non potuit, discedens ait: pergola. Come si avvide di non poterla raggiungere
"Nondum matura est; nolo acerbam sumere". mentre si allontanava commentò: "Non è ancora
Qui facere quae non possunt verbis elevant, matura, non mi va di raccoglierla acerba". Coloro
Ascribere hoc debebunt exemplum sibi. che svalutano a parole quanto non sono in grado di
fare devono applicare a se stessi questo esempio.
Equus et aper Il cavallo e il cinghiale
Equus sedare solitus quo fuerat sitim, Un cinghiale sguazzando intorbidì il guado proprio là
dum sese aper volutat turbavit vadum. dove era solito levarsi la sete il cavallo. Ne scoppiò
Hinc orta lis est. Sonipes iratus fero una lite. Il destriero, irritato con il cinghiale, chiese
auxilium petiit hominis, quem dorso levans l'aiuto dell'uomo e prendendolo sul dorso ritornò
rediit ad hostem. Iactis hunc telis eques verso il nemico. Raccontano che il cavaliere dopo
postquam interfecit, sic locutus traditur: aver ucciso con le frecce il cinghiale abbia
"Laetor tulisse auxilium me precibus tuis, esclamato:"Sono contento di averti dato l'aiuto
nam praedam cepi et didici quam sis utilis". richiesto , ho infatti catturato una preda e ho
Atque ita coegit frenos invitum pati. imparato quanto tu mi possa essere utile". Detto
Tum maestus ille: "Parvae vindictam rei questo lo costrinse , contro la sua voglia, a
Dum quaero demens, servitutem repperi". sopportare il morso. Melanconicamente allora
Haec iracundos admonebit fabula quello:" Mentre reso cieco dall'ira cerco di
impune potius laedi quam dedi alteri. vendicarmi di una offesa da nulla, ho trovato la
schiavitù". Questa favola ammonirà gli iracondi che
è preferibile lasciarsi offendere piuttosto che
mettersi in mano d'altri.
Lupus et agnus Il lupo e l'agnello
Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, Un lupo e un agnello, spinti dalla sete , andarono
siti compulsi. Superior stabat lupus, allo stesso ruscello. Il lupo stava più in alto ed assai
longeque inferior agnus. Tunc fauce improba più in giù l'agnello. Spinto da ingorda voracità quel
latro incitatus iurgii causam intulit; ladrone cercò un pretesto per litigare; Perchè,
Cur, inquit, turbulentam fecisti mihi chiese, intorbidi l'acqua a me che sto bevendo?.
aquam bibenti?. Laniger contra timens: L'agnello a sua volta trpidante: "Come posso, di
"Qui possum, quaeso, facere quod quereris, grazia, fare ciò di cui tu ti lamenti o lupo?.
lupe? L'acqua scorre da te alle mie labbra"
A te decurrit ad meos haustus liquor". Quello (il lupo) contraddetto dalla forza dell'evidenza
Repulsus ille veritatis viribus: (disse): "Sei mesi fa hai sparlato di me".
Ante hos sex menses male, ait, dixisti mihi. Rispose l'agnello:"In verità non ero ancora nato".
Respondit agnus: Equidem natus non eram. "Per Ercole, allora, fu tuo padre" continuò il lupo "a
Pater hercle tuus ibi, ille inquit, male dixit sparlare di me" e così dicendo l'afferra e lo sbrana
mihi. ingiustamente.
Atque ita correptum lacerat iniusta nece. Questa favola è stata scritta per quegli uomini che
Haec propter illos scripta est homines fabula opprimono gli innocenti con accuse false.
qui fictis causis innocentes opprimunt.
Canis et capella, ovis et leo La vacca, la capretta, la pecora e il leone
Numquam est fidelis cum potente societas. La società con un potente non è mai sicura.
Testatur haec fabella propositum meum. Questa favola conferma la mia tesi,
Vacca et capella et patiens ovis iniuriae Una vacca, una capra e una pecora che sopporta
socii fuere cum leone in saltibus. facilmente le ingiustizie si misero in società con il
Hi cum cepissent cervum vasti corporis, leone nei boschi.
sic est locutus partibus factis leo: Dopo aver catturato un enorme cervo e fatte le parti
"Ego primam tollo nominor quoniam leo; il leone disse: "Prendo la prima parte perchè sono il
secundam, quia sum fortis, tribuetis mihi; leone; mi assegnerete anche la seconda perché sono
tum, quia plus valeo, me sequetur tertia; forte; inoltre, visto che valgo più di voi, mi spetta
malo adficietur si quis quartam tetigerit'. anche la terza; avrà il fatto suo chi toccherà la
Sic totam praedam sola improbitas abstulit. quarta.
Così un solo malvagio portò via tutta la preda.
Vulpis et corvus La volpe e il corvo
Qui se laudari gaudett verbis subdolis, Chi gode nell' esser lodato con lusinghevoli parole
sera dat poenas turpi paenitentia. sconta presto o tardi un' umiliante pena.
Cum de fenestra corvus raptum caseum Mentre un corvo, stando appollaiato su un'alta
comesse vellet, celsa residens arbore, pianta, cercava di divorare un pezzo di cacio rubato
vulpes hunc vidit, deinde sic coepit loqui: da una finestra , fu visto da una volpe che cominciò
'O qui tuarum, corve, pinnarum est nitor! a dire: "Oh qual è, corvo, lo splendore delle tue
Quantum decoris corpore et vultu geris! penne! Quanta grazia porti nella persona e nella
Si vocem haberes, nulla prior ales foret'. sembianza! Se avessi anche il dono del canto nessun
At ille stultus, dum vult vocem ostendere, uccello sarebbe superiore a te!
emisit ore caseum quem celeriter Allora lo sciocco, mentre vuole dar saggio del suo
dolosa vulpes avidis rapuit dentibus. canto, si lasciò cadere di bocca il formaggio che la
Tum demum ingemuit corvi deceptus stupor. volpe ingannatrice rapidamente afferrò con gli avidi
Hac re probatur quantum ingenium valet; denti.
Virtute semper praevalet sapientia. Allora troppo tardi quello stolto di un corvo tratto in
inganno prese a lamentarsi .
Questa favola prova quanto valga l'astuzia;
L'accortezza prevale sempre sulla forza.
Lupus ad canem Il lupo e il cane
Quam dulcis sit libertas, breviter proloquar. Cercherò di dimostrare brevemente quanto sia
Cani perpasto macie confectus lupus piacevole la libertà. Un lupo cascante per la
forte occucurrit. Dein salutati invicem magrezza incontrò casualmente un cane ben
ut restiterunt: "Unde sic, quaeso, nites? pasciuto. Dopo essersi salutati si fermarono:"Come
Aut quo cibo fecisti tantum corporis? mai , di grazia, hai un aspetto così florido o con
Ego, qui sum longe fortior, pereo fame". quale cibo sei ingrassato a quel modo? Io che sono
Canis simpliciter: "Eadem est condicio tibi, tanto più forte sto morendo di fame". E il cane
praestare domino si par officium potes". semplicemente:"Simile sorte ti attende se sei
"Quod?" inquit ille. "Custos ut sis liminis, disposto a fare per il padrone le stesse cose che
a furibus tuearis et noctu domum". faccio io". "Quali servizi?" chiese quello. "Fare la
"Ego vero sum paratus: nunc patior nives guardia alla porta e di notte difendere la casa dai
imbresque in silvis asperam vitam trahens: ladri". "Certo che sono disposto:ora soffro per la
quanto est facilius mihi sub tecto vivere, neve e la pioggia trascinando una vita miserabile tra
et otiosum largo satiari cibo!" i boschi:quanto è per me più facile vivere sotto un
"Veni ergo mecum". Dum procedunt, aspicit tetto e saziarmi di buon cibo senza far nulla!. "Allora
lupus a catena collum detritum cani. vieni con me". Mentre camminano il lupo vede il
"Unde hoc, amice?" "Nihil est". "Dic sodes collo del cane spelato dalla catena. "Cos'è questo
tamen". amico?" "Non è nulla". "Dimmelo comunqe , ti
"Quia videor acer, alligant me interdiu, prego" "Poiché sembro aggressivo, durante il giorno
luce ut quiescam et vigilem, nox cum venerit: mi legano perchè mi riposi e sia vigile durante la
crepusculo solutus, qua visum est, vagor. notte: sull'imbrunire, una volta slegato , vado dove
Affertur ultro panis; de mensa sua voglio. Buttano il pane ai miei piedi, il padrone dalla
dat ossa dominus; frusta iactant familia sua mensa mi da le ossa, la servitù mi butta ghiotti
et, quod fastidit quisque, pulmentarium. bocconi e le pietanze mi vengono persino a nausea.
Sic sine labore venter impletur meus". Così senza fatica riempio la mia pancia". "Dimmi un
"Age, si quo abire est animus, est licentia?" pò, se uno desidera andarsene c'è possibilità di
"Non plane est" inquit. "Fruere, quae laudas, farlo?" "Assolutamente no "rispose il cane. "Amico,
canis: goditi pure le cose che vanti, quanto a me non
Regnare nolo, liber ut non sim mihi". cambierei la mia libertà neppure con un regno".

Potrebbero piacerti anche