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La Teoria del Legamento è quell’insieme di condizioni che regolano l’interpretazione delle

espressioni nominali e la possibilità o la necessità di coreferenza fra due Determiner


Phrases. Due DP si dicono coreferenti se condividono la stessa referenza, ovvero se si
riferiscono ad uno stesso oggetto o una stessa entità appartenenti al mondo
extralinguistico. Si pensi ad una frase come “Sergio si guarda allo specchio”: i sintagmi
“Sergio” e “si” sono coreferenti, perché denotano la stessa entità. Più in particolare, il DP
“Sergio” è detto “espressione referenziale” o “espressione-R”, poiché dotato di referenza
autonoma ed è il sintagma che determina la referenza, consentendo l’interpretazione del
riflessivo “si” e si costituisce quindi come suo antecedente. Questo termine può trarre in
inganno, credendo che l’antecedente debba trovarsi necessariamente prima dell’elemento
non dotato di referenza autonoma: questo avviene nei casi di coreferenza anaforica, come
nella frase presentata, ma nella frase “Quando lo incontri, dì a Giulio che è un gran
mascalzone”, il pronome è posto prima dell’espressione-R e si parla di coreferenza
cataforica. In realtà, vedremo che in questa frase il pronome potrà anche riferirsi ad
un’entità diversa da quella indicata dal DP “Giulio”.
La Grammatica Generativa ha tentato di esplicitare ogni possibilità (o necessità) di
coreferenza attraverso tre principi. Per descriverli, è prima necessario comprendere un
particolare tipo di relazione strutturale detta “C-comando”, secondo cui un nodo alfa c-
comanda un nodo beta se e solo se: alfa non domina beta; beta non domina alfa; il primo
nodo ramificante che domina alfa domina anche beta. Per fare un esempio, lo Spec-CP c-
comanda l’intero nodo IP, poiché non lo domina e non ne è dominato, ma il suo primo
nodo ramificante che lo domina (CP) domina anche IP. Viceversa, IP non c-comanda
Spec,CP. Due nodi fratelli invece si c-comandano sempre a vicenda.
Il primo principio, detto Principio A, si riferisce a riflessivi e reciproci, detti tecnicamente
anafore. Esplichiamo il principio e formuliamo esempi ad hoc: secondo il Principio A,
un’anafora è coreferente con il costituente che la c-comanda all’interno della frase minima
che la contiene. Nella frase “Abel Hernandez si è fatto male al flessore della coscia
sinistra”, l’anafora è c-comandata dal DP Abel Hernandez ed i due sintagmi sono
necessariamente coreferenti. Nella frase “La mamma di Marco si è fatta male”, l’anafora è
coreferente solo con il DP “La mamma di Marco” e non con il PP “di Marco”, poiché
quest’ultimo non lo c-comanda. Infine nella frase “De Zerbi ha detto che Caputo si è fatto
male all’adduttore”, l’anafora è coreferente con il DP Caputo e non con il DP De Zerbi,
perché solo il primo si trova all’interno della frase minima che lo contiene.
Il secondo principio, detto Principio B, è invece relativo ai pronomi (sia tonici che clitici) ed
è il seguente: “un pronome non può essere coreferente con il costituente che lo c-
comanda all’interno della frase minima che lo contiene”. Il Principio B è esattamente la
formulazione negativa del Principio A. In una frase come “Ibrahimovic l’ha colpito a
freddo”, il pronome non potrà riferirsi al DP “Ibrahimovic”; in “Caressa ha detto che
Ibrahimovic l’ha colpito a freddo”, il pronome potrà essere coreferente sia con il DP
Caressa (che lo c-comanda, ma si trova all’esterno della sua frase minima), sia con un altro
elemento del contesto extralinguistico; infine in “Il fiduciario del re lo ha tradito”, il
pronome non può essere coreferente con il DP “il fiduciario”, poiché questo lo c-comanda,
ma può invece essere referente del PP “del re” (all’interno della frase minima, ma che non
lo c-comanda) o ad un altro elemento dell’universo extra-linguistico.
Infine, il terzo principio, detto Principio C è riferito alle Espressioni R: “Un’espressione-R
non può essere coreferente con un costituente che lo c-comanda, in tutti i domini frasali”.
Gianni odia Gianni: il secondo Gianni non può essere il primo, poiché questo lo c-comanda.
In “Il padre di Lautaro Martinez ha rivisto Lautaro Martinez nella pausa per le Nazionali”, i
due Lautaro Martinez (rispettivamente un PP ed un DP), poiché il primo non c-comanda
l’altro. Infine in “Andrea ha detto ad Alberto di avere visto Andrea”, i due Andrea non
possono essere coreferenti, poiché non vale più il criterio della frase minima che avevamo
indicato per i primi due prinicipi, ma solo la relazione di c-comando che qui sussiste e
rende impossibile la coreferenza.

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