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POSTILLA SULLA GUERRA

Baricco inizia la sua postilla dicendo che questi non sono gli anni migliori per leggere l’Iliade, dice così
perché lo considera un monumento alla guerra; quindi, si chiede il senso di leggerlo in questo periodo.
Baricco nota che tra le righe di questo monumento alla guerra ci sono anche degli splendidi momenti che
parlano di un amore incondizionato per la pace, come quando nell’iliade si parla della famiglia di Ettore o
Achille e Patroclo. Nell’iliade il lato femminile di essa gioca un ruolo fondamentale durante tutta la storia
cioè sia quando Ettore incontra tre donne: sua madre, Elena e Andromaca che cercano di farlo rimanere per
non farlo morire. Sia quando l’iliade descrive le tregue e le assemblee interminabili che spezzano i ritmi
della guerra e che fanno emergere il lato pacifico dei guerrieri. Poi, infine, ricorda il momento in cui Achille
assisteva adirato nella sua tenda al massacro del suo popolo. Baricco continua chiedendosi perché l’iliade
decanta la bellezza della guerra e ne risalta gli aspetti, si chiede anche perché l’umanità trova la sua
completezza solo quando si immerge in questa terribile azione. Baricco spiega che la guerra per quanto
dannosa, orribile e paurosa attrae l’uomo più di quanto non faccia la pace. L’uomo anche se crea molti
movimenti per la pace e si muove per far finire tutti i conflitti, appena si presenta un pretesto e si ha la
possibilità di scegliere se entrare in battaglia o no, l’uomo lo fa, perché per vivere ha bisogno di quel
qualcosa che nella vita quotidiana non avrebbe mai potuto sperimentare, se non con la guerra spietata. Per
Baricco un modo per far finire le guerre è aver fiducia nell’umanità e sperare di trovare qualcosa che attiri
l’uomo come la guerra ma che non sia così cruenta. Molte persone pensano che ormai la nostra comunità si
sia spinta troppo oltre e che non si possano più fermare i conflitti.

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