1. Introduzione
L’ordinamento interno intrattiene rapporti con l’ordinamento internazionale, con gli ordinamenti
stranieri e con l’ordinamento europeo à autolimite alla sovranità (art.10 Cost.)
L’adattamento dell’ord. interno all’ord. internazionale avviene con modalità ed efficacia distinte a
seconda che si compia in relazione a norme internazionali di fonte consuetudinaria o di fonte
pattizia:
Adattamento alle norme consuetudinarie: adattamento automatico attraverso il rinvio
mobile (o formale) alle norme che sono state e saranno prodotte dalle fonti consuetudinarie
internazionali. Le norme internazionali consuetudinarie se sono successive a norme di legge con le
quali eventualmente contrastino, ne provocano l’abrogazione; se sono antecedenti ne
determinano, invece, l’invalidità.
Adattamento alle norme internazionali di fonte pattizia (trattati,
convenzioni…): consegue ad una legge statale ordinaria di esecuzione, che ne riproduca
puntualmente le norme (rinvio fisso), oppure ponga una norma contenente la “clausola di
esecuzione”, alla quale venga allegato il testo della fonte (ordine di esecuzione), ad esempio del
trattato.
A questo regime fanno eccezione le leggi di esecuzione dei Patti Lateranensi. Esse, a cagione del
riconoscimento della sovranità dello Stato e della Chiesa e dell’accoglimento del principio
concordatario a regolazione dei loro rapporti, non possono essere modificate da una qualunque
legge ordinaria, ma solo da una legge che sia stata preceduta da accordi bilaterali e a questi si sia
attenuta.
à le norme concordatarie sono dotate di una forza superiore a quella tipica della legge ordinaria.
Infatti hanno una copertura costituzionale.
3. Le fonti europee
Possono essere originarie, i trattati, o derivate, i regolamenti e le direttive emesse
dall’ordinamento europeo
Le fonti europee, piuttosto che esterne, dovrebbero qualificarsi come fonti intermedie fra quelle
esterne e quelle interne perché, pur appartenendo ad un ordinamento esterno, incidono
direttamente, prevalendovi, sulle fonti interne, in base ad un principio analogo a quello della
competenza. Le leggi di esecuzione dei trattati istitutivi delle Comunità Europee e dell’Unione
Europea fanno eccezione al regime di efficacia delle leggi di esecuzione dei trattati internazionali.
Esse, infatti, istituiscono l’ordinamento europeo come derivato da quello degli Stati-membri
dell’Unione, ma su di essi preminente, autorizzato perciò a derogare a norme costituzionali, fatti
salvi i principi supremi.
REGOLAMENTO EUROPEO
Gli atti normativi destinati a disciplinare in modo vincolante le materie di competenza europea
sono i regolamenti, le decisioni e le direttive.
àil regolamento ha portata generale ed è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente
applicabile in ciascuno degli Stati membri. Anche la decisione è obbligatoria in tutti i suoi elementi
per i destinatari da essa designati. La Corte costituzionale ha ricondotto il conflitto fra regolamento
e legge alla violazione “diretta” della normativa europea, dichiarabile perciò dal giudice ordinario a
fondamento della disapplicazione della legge.
DIRETTIVA EUROPEA
La direttiva europea vincola lo Stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da
raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi. La
direttiva pone cioè delle norme di scopo vincolanti solo per gli Stati membri, i quali vi danno
esecuzione con una propria legge.
à la legge di esecuzione della direttiva europea è dotata di forza superiore a quella tipica,
potendo abrogare le leggi precedenti e determinare l’invalidità di quelle successive. Essa è perciò
sottratta anche al referendum abrogativo.
à ove la legge statale o regionale contrasti con norme europee direttamente applicabili in un
giudizio principale di legittimità costituzionale, e ogni volta che una direttiva europea venga
disattesa da leggi statali e regionali, si configuri un vizio di legittimità costituzionale delle norme
interne.
5. Le fonti costituzionali
Sono le leggi di revisione della Costituzione, le altre leggi costituzionali e le consuetudini
costituzionali.
Le leggi costituzionali sono collocabili per la loro efficacia al massimo livello del sistema delle
fonti. à al di fuori degli ambiti sottratti alla revisione, possono innovare qualunque fonte di grado
costituzionale e resistere all’abrogazione di qualunque fonte inferiore. Sono sottratte
all’abrogazione mediante referendum.
CONSUETUDINE COSTITUZIONALE
Nel Civil Law ha spazio limitato e funzione meramente integrativa di norme di diritto scritto.
Le consuetudini costituzionali hanno la stessa efficacia passiva delle fonti di grado costituzionale;
resistono, perciò, all’abrogazione delle leggi ordinarie. Possono essere applicate nella risoluzione
di conflitti di attribuzione fra i poteri dello Stato ed integrare il parametro nel giudizio di legittimità
costituzionale delle leggi.
6. Le leggi ordinarie
Previste dagli art.70 e successivi Cost., denominate anche leggi formali, disegnano il modello di
connessione tipica fra forma ed efficacia della fonte, costituiscono lo strumento ordinario e
primario di produzione normativa dello Stato:
· Forma: nome, soggetti, procedimento di formazione
· Efficacia: capacità di innovare l’ordinamento e di resistere all’innovazione di altre fonti
àtipo normativo luogo di corrispondenza simmetrica tra la forma e l’efficacia
L’ atipicità della fonte si concreta nelle dissociazione tra forma ed efficacia del tipo normativo
Alle “leggi comunitarie” – leggi atipiche e rinforzate nella maggiore resistenza all’abrogazione –
ATIPICITà DA RINFORZO-appartengono:
Leggi di variazione territoriale delle Regioni
Leggi di ricezione delle intese fra lo Stato e le confessioni religiose diverse dalla cattolica.
Legge di ricezione delle intese fra lo Stato e le Regioni
Leggi di istituzione di nuove province e di mutamento delle loro circoscrizioni e
denominazioni
Leggi di amnistia e indulto, deliberate a maggioranza dei due terzi dei componenti di
ciascuna camera, in ogni loro articolo e nella votazione finale. Leggi “comunitarie interne”, di
assemblea.
Legge sulla condizione giuridica dello straniero che deve essere conforme alle norme e ai
trattati internazionali
Altre leggi atipiche ma con riduzione dell’efficacia: leggi di approvazione dei bilanci (competenza
limitataàleggi soltanto formali), leggi approvate in commissione (le quali non possono disciplinare
tutti gli ambiti materiali regolabili con leggi d’Assemblea, ma solo quelli che non sono loro
costituzionalmente sottratti.
DECRETI – LEGGE
à provvedimenti provvisori con forza di legge immediatamente efficaci, che, adottati dal Governo
in casi straordinari di necessità ed urgenza, sono soggetti alla conversione in legge da parte delle
Camere entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione, pena la perdita di efficacia con effetto
retroattivo. I decreti – legge possono intervenire in tutti gli ambiti nei quali può disporre la legge
ordinaria. Limiti alla decretazione d’urgenza si possono ricavare implicitamente dalle disposizioni
costituzionali. Il decreto NON può essere adottato nei casi e per gli oggetti riguardo ai quali si dia
un rapporto di “alterità” fra Parlamento e Governo, nei quali perciò non sussista una
semplice riserva di legge, ma una vera e propria riserva di Parlamento, ossia una riserva effettuata
alla sola legge in senso tecnico (ad esempio per la ratifica dei trattati internazionali) NON possono
essere emanati decreti – legge per regolare rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non
convertiti, decreti aventi contenuto sostanzialmente identico a quelli per i quali è stata negata la
conversione o decreti con contenuto diverso da quello risultante dal titolo.
I decreti – legge non possono ripristinare l’efficacia di disposizioni dichiarate illegittime dalla Corte
costituzionale per vizi non attinenti al procedimento.
E’ sottratta alla decretazione d’urgenza la materia elettorale.
I presupposti che legittimano l’adozione da parte del Consiglio dei Ministri di provvedimenti
provvisori con forza di legge sono la necessità e l’urgenza riferite alla situazione normativa attuale,
non a quella che si produrrà in futuro. La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dei
Decreti – legge reiterati quando tali decreti non risultino fondati su autonomi presupposti di
necessità ed urgenza, bensì solo sul fatto del ritardo derivante dalla mancata conversione.( Vizio in
procedendo)
La legge di conversione è una legge ordinaria riservata al Parlamento, di competenza
dell’Assemblea. Essa produce l’effetto di rendere definitiva l’efficacia del decreto – legge e di
novare, per il futuro, la fonte delle norme da esso poste.
DECRETI LEGISLATIVI
Le Camere possono delegare al Governo per un tempo limitato l’esercizio della funzione
legislativa, definendone gli oggetti e indicandone i principi e i criteri direttivi. Il Parlamento
conserva il diritto di revocare in tutto o in parte la delega, ma anche quello di dettare una propria
disciplina normativa degli oggetti delegati. Il decreto legislativo è dunque autorizzato a concorrere
con la legge statale ordinaria, con preferenza di quest’ultima in ipotesi di conflitto.
La legge di delegazione è una legge ordinaria, riservata al Parlamento e all’Assemblea, contenente
i limiti di materia, di tempo, dei principi e criteri direttivi. La delegazione è attribuita al Governo per
un tempo limitato, che decorre dall’entrata in vigore della legge di delegazione. Non è consentita
la prassi governativa di ritardare la pubblicazione della legge di delegazione per avvantaggiarsi di
un lasso di tempo superiore a quello da essa risultante.
Il d.lgs. è condizionato nella sua validità ed efficacia al rispetto dei limiti stabiliti dalla legge di
delegazione, siano essi quelli costituzionali oppure limiti ulteriori aggiunti nella legge delega.
Il mancato rispetto di questi limiti comporta, in linea generale, l’illegittimità del decreto legislativo
per violazione delle norme della legge di delegazione e, loro tramite, della norma costituzionale.
Un atto normativo con forza di legge è quello risultante dal referendum abrogativo, ossia dalla
deliberazione del corpo elettorale che decide la cessazione – totale o parziale (art.75 Cost.) – o la
continuazione dell’efficacia di una legge o di un atto avente valore di legge. à fa cessare o meno
l’efficacia di una legge.
Può innovare il sistema ordina mentale, in particolar modo quando il referendum sia parziale,
permettendo di ritagliare entro il testo della vecchia legge una nuova legge da sottoporre
all’approvazione del corpo elettorale, dando vita ad una sorta di legge popolare.
Sono quelle gerarchicamente subordinate alla legge e agli atti ad essa equiparati, sono soprattutto
i regolamenti dell’esecutivo.
La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, anche se si
possono escludere ambiti di operatività rilasciati allo Stato nelle materie di competenza regionale.
Regolamenti esecutivi: disciplinano l’esecuzione delle leggi e dei decreti legislativi, nonché
dei regolamenti europei, nonché l’attuazione ed integrazione delle leggi e dei decreti legislativi
recanti norme di principio, esclusi quelli relativi a materie riservate alla competenza regionale. I
regolamenti esecutivi sono paradigmatici dei concetti di regolamento e di norma secondaria, cioè
della norma e dell’atto-fonte mediante i quali vengono rese praticamente applicabili le leggi e i
decreti legislativi.
Regolamenti indipendenti: disciplinano le materie in cui manchi la disciplina da parte di
leggi o di atti aventi forza di legge, sempre che non si tratti di materie comunque riservate alla
legge. I regolamenti indipendenti dispongono anche in assenza di legge.
Regolamenti organizzativi: disciplinano l’organizzazione ed il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate dalla legge. à sono emanati in riserva
di legge relativa, ossia in un ambito materiale riservato alla legge. à sono nella sostanza dei
regolamenti esecutivi di attuazione ed integrazione di norme legislative di principio.
Regolamenti autorizzati: derivano la loro denominazione dalla circostanza di essere
autorizzati dalla legge a derogare a norme legislative, anche delegificando interi settori normativi
in materie non riservate, abrogandone cioè la disciplina legislativa e sostituendola con quella
regolamentare. à l’abrogazione deve essere disposta dalla legge, la quale attribuisce al Governo il
potere regolamentare – fissando le norme generali regolatrici della materia – e acquista efficacia
dal momento dell’entrata in vigore delle norme del regolamento.
Regolamenti governativi di attuazione delle direttive europee: A seguito della nuova
ripartizione del potere regolamentare tra Stato e Regione disposta dall’art.117 Cost., possono
essere adottati nelle materie di competenza legislativa esclusiva statale, già disciplinate dalla
legge, ma non coperte da riserva assoluta di legge, che comunque non consistano nella istituzione
di organi e strutture amministrative e nella previsione di nuove spese o minori entrate, la cui
attuazione compete direttamente alla legge comunitaria annuale. Tale legge provvede altresì alla
scelta fra le modalità di attuazione consentite dalle direttive, all’introduzione di sanzioni penali e
amministrative, e all’individuazione delle autorità pubbliche alle quali affidare le funzioni
amministrative inerenti alla nuova disciplina. (es.porre rimedio all’eventuale inerzia regionale nel
dare attuazione a norme europee)
La legge può attribuire espressamente a uno o più Ministri il potere di emanare norme
regolamentari nelle materie di competenza ministeriale o di autorità subordinate. I regolamenti
ministeriali e interministeriali debbono attenersi non soltanto alla legge, ma anche ai regolamenti
governativi.
I REGOLAMENTI LOCALI
(Art.117) Le Province, i Comuni e le Città metropolitane sono titolari di potestà regolamentare in
ordine alla disciplina dell’organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite.
I regolamenti locali rappresentano le tipiche fonti secondarie, che, nel rispetto delle fonti primarie
(leggi statali, statuto d’autonomia, leggi regionali) provvedono a dare loro esecuzione. Il
regolamento locale:
Dà esecuzione alle disposizioni statutarie in materia organizzativa (regolamento
organizzativo)
Dà esecuzione alle leggi statali e regionali concernenti l’esercizio di funzioni locali, che
devono peraltro assicurare i requisiti minimi di uniformità secondo le rispettive competenze.
ài regolamenti sono fonti soggette al principio di gerarchia e di competenza (rispettivamente in
base ai due punti di cui sopra)
ài regolamenti costituiscono lo strumento della curvatura alle esigenze locali di discipline
legislative statali e regionali
12. Le fonti di autonomia contrattuale
La Costituzione ha previsto i contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli
appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce, ossia i contratti collettivi con efficacia
generale (o erga omnes).
1) i sindacati contraenti devono ottenere personalità giuridica mediante la registrazione
2) la stipulazione del contratto deve essere affidata ad una rappresentanza unitaria composta in
modo proporzionale al numero degli iscritti ai vari sindacati stipulanti (art.39 Cost.)
Il rapporto tra la legge e il contratto collettivo è di concorrenza nella competenza con preferenza
della legge.
I rapporti di lavoro sono oggi disciplinati, oltre che da norme costituzionali e legislative, da norme
poste da contratti collettivi di diritto comune, valevoli cioè, secondo i principi del diritto privato,
soltanto per gli appartenenti ai sindacati che hanno stipulato il contratto. Di fatto hanno esteso la
loro efficacia erga omnes.