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L’ABC
degli appalti
pubblici di lavori
29 voci comprendenti la legislazione vigente,
gli aspetti operativi e i riferimenti
giurisprudenziali
Parte prima
LA DISCIPLINA
GLI ASPETTI GENERALI - Voce n. 1
1. L’ambito applicativo della legge sui lavori pubblici . . . . . . . . . . » 3
2. La disciplina comunitaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4
3. Le nuove soglie comunitarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
4. Le competenze comunali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
5. Il responsabile del procedimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6
LA PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI - Voce n. 2
1. Finalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9
2. Procedimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9
3. Il programma triennale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10
4. Gli elenchi annuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10
LA PROGETTAZIONE DEI LAVORI - Voce n. 3
1. Articolazione e redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13
2. L’affidamento a soggetti esterni . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15
2.1. Presupposti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15
2.2. Modalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16
3. Incompatibilità ed esclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 17
4. I concorsi di idee e di progettazione . . . . . . . . . . . . . . . . » 18
5. Le competenze professionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 19
IL SISTEMA DI QUALIFICAZIONE DELLE IMPRESE - Voce n. 4
1. Elementi generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 21
2. Il nuovo sistema di qualificazione . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22
3. La disciplina transitoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 23
4. Requisiti per lavori di importo pari o inferiore a 150.000 . . . . . . . » 24
IL SISTEMA DI AFFIDAMENTO DEI LAVORI - Voce n. 5
1. Elementi generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 27
2. Le procedure di appalto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 28
VI INDICE
Parte seconda
FORMULARIO DEGLI ATTI
1. APPALTI DI RILIEVO NON COMUNITARIO
Modello 1 - Determinazione incarico progettazione e direzione lavori . . . » 147
Modello 2 - Bando di gara per incarico progettazione e direzione lavori . . » 148
Modello 3 - Verbale di gara per incarico progettazione e direzione lavori . » 150
Modello 4 - Approvazione affidamento incarico progettazione e direzione
lavori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 152
X INDICE
2. La disciplina comunitaria
Oltre che della legislazione interna occorre tener conto della disciplina comuni-
taria, alle cui direttive viene data attuazione nel nostro ordinamento con decreti
legislativi in virtù della delega di cui alla legge n. 86/1989.
Allorquando le direttive comunitarie si presentano incondizionate e sufficiente-
mente precise, esse sono di immediata applicazione nell’ordinamento statale che non
abbia provveduto ad adottare, nei termini previsti, i dovuti provvedimenti di
attuazione e consentono la disapplicazione di qualsiasi disposizione di diritto interno
in contrasto con esse (Corte Cost. 10 novembre 1994, n. 384; Cons. di Stato - sez.
VI - 20 maggio 1995, n. 498).
Le Regioni sono tenute, nel legiferare, a perseguire gli obiettivi individuati dalle
direttive comunitarie e recepiti con legge dello Stato, in quanto tra i limiti imposti
alla legislazione regionale, sia esclusiva che concorrente, vi è quello del rispetto
degli obblighi internazionali.
Le Regioni non sono tenute a recepire tutta la normativa regolamentare di
dettaglio ma sono soltanto vincolate a rispettare la disciplina comunitaria nei suoi
aspetti essenziali: diversamente opinando, lo Stato potrebbe vincolare l’autonomia
regionale, costituzionalmente garantita, anche con una normativa di dettaglio, in
palese contrasto con i principi costituzionali di riparto delle competenze legislative.
GLI ASPETTI GENERALI - Voce n. 1 5
N.B.
• In caso di calamità naturali, catastrofi od altri eventi che, per intensità ed estensione, devono essere
fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, la legge n. 225/1992 legittima, per l’attuazione degli
interventi diretti al superamento della situazione di crisi, l’adozione di «ordinanze in deroga ad ogni
disposizione vigente» ma nel rispetto comunque dei principi generali dell’ordinamento giuridico. Ne
consegue che, anche per le situazioni suindicate, che richiedono interventi di estrema ed eccezionale
urgenza, non si può prescindere dall’osservanza di tali principi (es. libertà di concorrenza), per cui
per l’affidamento dei lavori va quanto meno esperita la procedura negoziata, senza preventiva
pubblicazione del bando di gara.
Dal 1° gennaio 2000 tutte le soglie espresse in ECU dovono intendersi in euro
con un rapporto di tipo paritario (es. 5 milioni di ECU sono pari a 5 milioni di euro).
Allorquando l’importo di gara supera certi valori, oltre alle soglie comunitarie,
occorre tener conto di quelle dell’organizzazione mondiale del commercio, al cui
accordo l’Italia ha aderito, espresse in Dsp (diritto speciale di prelievo).
Le soglie comunitarie sono le seguenti:
1) euro 5.000.000 = 9.681.350.000;
2) euro 200.000 = 387.254.000;
3) euro 750.000 = 1.452.202.500;
4) euro 400.000 = 774.508.000;
5) euro 600.000 = 1.161.762.000.
Le soglie Wto sono le seguenti:
1) Dsp 130.000 = euro 139.312 = L. 269.745.646;
2) Dsp 200.000 = euro 214.326 = L. 414.993.004;
3) Dsp 400.000 = euro 428.653 = L. 829.987.944;
4) Dsp 5.000.000 = euro 5.358.153 = L. 10.374.830.909.
Nella fase transitoria di introduzione dell’euro, i bandi di gara dovranno riportare
i valori sia in lire che in euro, mentre per le offerte e i pagamenti le imprese potranno
optare per l’una o l’altra moneta.
4. Le competenze comunali
1. Finalità
2. Procedimento
3. Il programma triennale
1. Articolazione e redazione
N.B.
• La progettazione ha come fine fondamentale la realizzazione di un intervento di qualità tecnicamente
valido, nel rispetto del miglior rapporto tra i benefici e i costi globali di costruzione, manutenzione
e gestione.
• Dopo l’ultimo giorno del ventiquattresimo mese successivo all’entrata in vigore del regolamento
generale i progetti vanno corredati dal piano di manutenzione dell’opera e delle sue parti: fino a tale
momento, l’obbligo è graduato nel tempo in funzione dell’importo dei lavori.
• La progettazione preliminare va sottoposta a verifica, a cura del responsabile del procedimento ed
alla presenza dei progettisti, per quanto concerne soprattutto la capacità della soluzione prescelta di
conseguire il risultato previsto; anche il progetto esecutivo o quello definitivo (in caso di appalto
integrato) va sottoposto, a cura del responsabile del procedimento in contraddittorio con i progettisti,
a validazione finalizzata a verificarne la conformità alla normativa vigente ed al documento
preliminare alla progettazione.
• Tanto la verifica quanto la validazione vanno effettuate con il supporto tecnico di personale
dipendente della stazione appaltante o tramite gli organismi di controllo previsti dall’art. 30, comma
6, della legge n. 109/1994.
LA PROGETTAZIONE DEI LAVORI - Voce n. 3 15
sionali (in attesa del decreto ministeriale da emanarsi dal Ministero di grazia e
giustizia di concerto con quello dei lavori pubblici).
Si ricorda inoltre che i minimi tariffari possono subire una riduzione non
superiore al 20% ai sensi dell’art. 4, comma 12-bis, della legge n. 155/1989.
Per gli appalti dei servizi di progettazione di valore non comunitario, l’art. 63 del
regolamento generale indica i contenuti del bando di gara, della domanda di
partecipazione e della lettera di invito mentre il successivo art. 64 disciplina le
modalità di svolgimento della gara.
Degli affidamenti dei servizi di valore comunitario si occupano gli artt. 65, 66,
67, 68 e 68 del suindicato regolamento.
I disciplinari di affidamento dei servizi di progettazione e delle attività ad essa
connesse devono precisare le penali da applicare per il ritardato inadempimento degli
obblighi contrattuali, che il responsabile del procedimento deve stabilire, in sede di
redazione del documento preliminare, in misura complessivamente non superiore al
10% del corrispettivo professionale.
Il responsabile del procedimento deve, altresı̀, stabilire i termini di adempimento
delle prestazioni in relazione alla tipologia, alla categoria, all’entità e complessità
dell’intervento, nonché al suo livello quantitativo.
N.B.
• Indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto affidatario dell’incarico di progettazione, lo
stesso deve essere espletato da professionisti iscritti negli appositi Albi, che sono personalmente
responsabili e vanno nominativamente indicati già in sede di presentazione dell’offerta, con la
specificazione delle rispettive qualificazioni professionali; nell’offerta deve altresı̀ essere indicata la
persona fisica incaricata dell’integrazione tra le varie prestazioni specialistiche.
• In tutti gli affidamenti il progettista incaricato non può avvalersi del subappalto, fatta eccezione per
le attività relative alle indagini geologiche, geotecniche e sismiche, a sondaggi, a rilievi, a
misurazioni e picchettazioni, alla predisposizione di elaborati speciali e di dettaglio, nonché per la
sola redazione grafica degli elaborati progettuali.
Si veda al riguardo la determinazione 5 aprile 2000, n. 19 dell’Autorità per la vigilanza sui lavori
pubblici.
• E
v vietato ai concorrenti partecipare alla medesima gara in più di un’associazione temporanea ovvero
singolarmente e quali componenti di un raggruppamento ovvero in qualità di amministratore, socio
o dipendente o collaboratore coordinato e continuativo di una società di professionisti o di una società
di ingegneria partecipante alla stessa gara: la violazione di tali divieti comporta l’esclusione dalla
gara di entrambi i concorrenti.
• I soggetti operanti nei settori speciali possono affidare la progettazione nonché le connesse attività
tecnico-amministrative per lo svolgimento delle procedure, per l’affidamento e la realizzazione dei
lavori di loro interesse direttamente a società di ingegneria da essi stessi controllate, purché l’80%
della cifra d’affari media realizzata dalle predette società nell’Unione europea negli ultimi tre anni
derivi dalla prestazione di servizi al soggetto da cui esse sono controllate: le situazioni di controllo
si determinano ai sensi dell’art. 2359 c.c.
• Ai fini dell’affidamento del servizio di progettazione non è ammissibile il ricorso alla trattativa
privata, non esistendo in tale settore un unico soggetto contraente in grado di fornire le prestazioni
richieste e non essendo sufficienti le eventuali ragioni di continuità estetica e funzionale con una
precedente progettazione (T.A.R. Lombardia - Milano - sez. II - 15 marzo 1988, n. 58; Cons. di Stato
- sez. IV - 21 gennaio 1995, n. 29).
3. Incompatibilità ed esclusioni
La disposizione di cui all’art. 17, comma 9, della legge quadro stabilisce il
principio secondo il quale gli affidatari di incarichi progettuali non possono
18 LA DISCIPLINA
partecipare agli appalti o alle concessioni dei lavori progettati, ivi compresi gli
eventuali subappalti e i cottimi; tale divieto è esteso ai soggetti controllati,
controllanti o collegati all’affidatario di incarichi di progettazione ai sensi dell’art.
2359 c.c.
I divieti suddetti sono estesi ai dipendenti dell’affidatario dell’incarico di
progettazione, ai suoi collaboratori nello svolgimento dell’incarico ed ai loro
dipendenti, nonché agli affidatari di attività di supporto alla progettazione ed ai loro
dipendenti.
L’art. 52 del regolamento generale indicante le cause di esclusione dalle gare di
cui trattasi non è stato ammesso al visto della Corte dei Conti.
Per i servizi di cui trattasi d’importo superiore al controvalore in euro di 200.000
Dsp è ora vigente l’art. 12 del D.Lgs. 157/1995, come sostituito dal D.Lgs. n.
65/2000, le cui prescrizioni si richiamano integralmente.
N.B.
• Ai sensi dell’art. 19 della legge 3 agosto 1999, n. 265, gli assessori degli enti locali, delegati ai settori
in materia edilizia e di lavori pubblici, hanno il dovere, nell’ambito del territorio amministrato, di
astenersi dall’esercizio di attività professionali in materia di edilizia, urbanistica e lavori pubblici:
l’astensione riguarda i liberi professionisti a qualunque titolo operanti nei predetti settori nonché i
dipendenti dei medesimi che si occupano stabilmente delle relative attività.
2) due gradi (per gli interventi di particolare complessità e rilevanza), di cui nel
primo si ha la selezione delle idee progettuali e nel secondo, cui partecipano gli
autori delle proposte selezionate, si ha la premiazione del progetto preliminare,
ritenuto migliore, e il vincitore ha diritto, se in possesso dei prescritti requisiti,
a sviluppare i successivi livelli progettuali;
3) due gradi, in cui nel primo vengono selezionati i progetti preliminari mentre nel
secondo viene premiato il progetto definitivo: il vincitore, se in possesso dei
prescritti requisiti, ha diritto di sviluppare la progettazione esecutiva.
L’espletamento del concorso di progettazione è preceduto da pubblicità secondo
quanto previsto all’art. 80, comma 2, del regolamento generale qualora l’importo
complessivo dei premi o del valore stimato dei servizi cui è preordinato il concorso
sia pari o superiore al controvalore in euro di 200.000 Dsp e, nel caso di importo
inferiore, la pubblicità va disposta ai sensi del comma 3 del citato articolo.
5. Le competenze professionali
1. Elementi generali
l’impresa qualificata unicamente per la categoria prevalente potrà eseguire direttamente dette
lavorazioni.
• I requisiti rilevabili dai dati di bilancio o da altra documentazione fiscale impongono che questi
documenti siano quelli disponibili o al momento della gara o a quello della stipula del contratto con
la SOA.
• I lavori eseguiti sono documentati dai certificati di esecuzione rilasciati dai committenti e redatti dal
1° marzo 2000 secondo l’allegato D al D.P.R. n. 34/2000.
• L’attrezzatura tecnica è data dai mezzi e dagli strumenti funzionali per l’attività di costruzione: il
valore dell’attrezzatura va individuato nella sommatoria delle quote di ammortamento degli ultimi
cinque esercizi finanziari.
• Per le imprese di recente costituzione il requisito relativo all’esecuzione dei lavori può non consentire
la partecipazione agli appalti pubblici: a tale problema ovvia in parte l’art. 25, commi 2 e 3, del
D.P.R. n. 34/2000 secondo cui vanno anche valutati gli appalti per conto di committenti privati e
l’esecuzione di lavori in conto proprio.
• Si evidenzia comunque che l’esibizione di lavori diretti potrà dimostrare alcuni dei requisiti richiesti
ma non anche altri, quali il costo del personale, la cifra d’affari e l’attrezzatura.
• L’impresa esecutrice dei lavori in subappalto può utilizzare il 100% dei lavori eseguiti sempreché
l’ammontare dei lavori oggetto del subaffidamento sia contenuto entro il 30% dell’importo
dell’affidamento, elevato al 40% ove le lavorazioni subappaltate rientrino nelle categorie a
qualificazione obbligatoria.
• Il personale, il cui costo può essere validamente utilizzato ai fini della dimostrazione del relativo
requisito di qualificazione, è il solo personale dipendente, legato da rapporto lavorativo a tempo
indeterminato.
• La valutazione dei requisiti tecnico-economici va sempre condotta con riferimento all’importo a base
d’asta.
3. La disciplina transitoria
N.B.
• La cifra d’affari dovrà essere provata dalle società per azioni e dalle cooperative attraverso i bilanci
mentre per le ditte individuali, le società di persone, i consorzi tra artigiani o cooperative attraverso
la dichiarazione IVA o il modello Unico; le spese per la manodopera si dimostrano con i bilanci
oppure con le dichiarazioni dei redditi.
• Per gli appalti mediante licitazione privata semplificata in cui le imprese dovevano presentare tra i
documenti, al fine di essere inserite nell’elenco, il certificato di iscrizione all’Albo nazionale
costruttori, ora non più esistente, necessita, in relazione al nuovo sistema di qualificazione, che le
stazioni appaltanti invitino le imprese a dimostrare il possesso dei requisiti prescritti «una tantum»,
per poi farle partecipare alle gare senza altre formalità.
• La disciplina transitoria non esclude l’eventualità di partecipazione nella medesima gara di imprese
già in possesso dell’attestazione di qualificazione rilasciata da una SOA: in tale ipotesi il possesso
dell’attestato adeguato per categoria e classifica all’importo della gara è sufficiente per l’ammissione
senza ulteriore verifica dei requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi.
• Tutte le percentuali dei requisiti previste dal regolamento in esame si riferiscono all’importo
complessivo dell’appalto da affidare.
Per i lavori di importo pari o inferiore a 150.000 euro sono richiesti i seguenti
requisiti di ordine tecnico-organizzativo:
a) importo dei lavori eseguiti direttamente nel quinquennio antecedente la data di
pubblicazione del bando non inferiore all’importo del contratto da stipulare;
IL SISTEMA DI QUALIFICAZIONE DELLE IMPRESE - Voce n. 4 25
1. Elementi generali
N.B.
• La scelta del sistema di appalto va determinato dalla stazione appaltante sulla base delle motivate
indicazioni del responsabile del procedimento (art. 76, comma 1, regolamento generale).
• Qualora il numero dei candidati qualificati sia inferiore a tre, la stazione appaltante è tenuta a bandire
una nuova gara mediante pubblico incanto, anche modificando le relative condizioni e aggiudica
comunque l’appalto all’esito della seconda procedura (art. 76, comma 2, regolamento generale),
ricordando che per il pubblico incanto vale il precetto di cui all’art. 69 del R.D. n. 827/1924, secondo
cui la gara mediante asta pubblica va dichiarata deserta ove non siano state presentate almeno due
offerte, salvo il caso in cui l’amministrazione, in sede di bando, abbia stabilito di procedere
all’aggiudicazione anche in presenza di una sola offerta.
28 LA DISCIPLINA
2. Le procedure di appalto
2.1. Il pubblico incanto (1)
Il procedimento si articola nelle fasi della redazione e pubblicazione del bando
di gara, nella presentazione delle offerte, nell’effettuazione dell’incanto e nella
aggiudicazione.
I bandi per gli appalti vanno redatti secondo lo schema di cui all’allegato L al
regolamento generale.
Segue la pubblicità del bando secondo le previste modalità e la presentazione
delle offerte entro il termine prescritto.
Alle operazioni d’asta provvede la commissione di gara, costituita dal presidente,
dall’ufficiale rogante e da due testimoni.
L’asta è aperta all’ora e nel luogo stabilito e deve rimanere aperta per un’ora:
essa è dichiarata deserta se non sono presentate due offerte valide, salvo che il bando
di gara preveda l’aggiudicazione anche con una sola offerta (T.A.R. Trentino-Alto
Adige - Trento - 25 gennaio 1996, n. 17).
Trascorsa l’ora di cui sopra, il presidente procede all’apertura delle buste contenenti
le offerte e, verificata la regolarità delle dichiarazioni e della documentazione, procede
all’ammissione dei concorrenti e, successivamente, alla comparazione delle offerte
ammesse ed alla conseguente aggiudicazione dell’appalto all’offerta migliore.
Nell’ipotesi che due o più concorrenti presentino un’identica offerta ed essa sia
accettabile, si procede tra i presenti all’asta mediante offerta scritta o con il sistema
della candela vergine ad un ulteriore esperimento di miglioramento; se nessuno è
presente ovvero se nessuno dei presenti vuole migliorare l’offerta, si dovrà procedere
a sorteggiare a chi aggiudicare l’appalto.
Terminata l’asta viene steso il verbale di aggiudicazione e vi si uniscono le
offerte ricevute; il verbale è sottoscritto dall’autorità che presiede l’asta, dall’aggiu-
dicatario se presente, da due testimoni e dall’ufficiale rogante che l’autentica.
N.B.
• I requisiti per la partecipazione al pubblico incanto devono essere posseduti alla scadenza del termine
fissato per la domanda di partecipazione e, dopo la dichiarazione di apertura della gara, l’offerta non
può essere né ritirata né revocata (T.A.R. Basilicata - 29 dicembre 1984, n. 444; T.A.R. Sicilia -
Catania - 25 maggio 1987, n. 771).
• Il soggetto che presiede la gara deve valutare l’eventuale anomalia delle offerte secondo le
prescrizioni di cui all’art. 89 del regolamento generale.
A tal fine i soggetti suindicati compilano annualmente, sulla base delle domande
pervenute entro il 15 dicembre, un elenco dei soggetti da invitare, formato, entro il
31 dicembre di ogni anno, mediante sorteggio pubblico, la cui data è resa pubblica
mediante avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione dove ha sede il soggetto a cui
è stata presentata la domanda.
Le domande presentate dopo il 15 dicembre sono inserite in un elenco nell’ordine
di presentazione.
La domanda presentata a ogni amministrazione deve indicare gli eventuali altri
soggetti a cui sono state inviate le domande e deve essere corredata dalla
dichiarazione o attestazione di qualificazione nonché dall’autocertificazione ri-
guardo l’assenza delle cause di esclusione dalle gare di appalto e di non aver
presentato domande in numero superiore a quello previsto, che è di 30 per le imprese
individuali, anche artigiane, le società commerciali e le società cooperative mentre
per i consorzi tra società cooperative di produzione e lavori, i consorzi stabili, le
associazioni temporanee di concorrenti e i consorzi di concorrenti è in numero
doppio di quello dei propri consorziati, comunque in numero compreso tra un
minimo di 60 e un massimo di 180.
La domanda presentata nel mese di dicembre ha validità per l’anno successivo e
quella presentata negli altri mesi ha validità per l’anno finanziario corrispondente.
In relazione all’ordine in cui sono inseriti nell’elenco, i concorrenti sono invitati
in numero di 30, sempre che siano in possesso dei requisiti di qualificazione
necessari; se nell’elenco figurano meno di 30 concorrenti, la licitazione privata
semplificata può aver luogo se i soggetti da invitare sono almeno 10.
L’elenco dei lavori che la stazione appaltante intende affidare con la procedura
semplificata va reso pubblico entro il 30 novembre di ogni anno sul B.U. della
Regione e, per estratto, su due dei principali quotidiani aventi particolare diffusione
nella provincia dove si eseguono i lavori.
Nella licitazione semplificata manca in concreto la fase subprocedimentale della
prequalificazione esistente in quella ordinaria e che è finalizzata a valutare, oltre la
ricevibilità delle domande, l’idoneità tecnica, economica e finanziaria dei parteci-
panti.
Dopo la prequalificazione segue l’invito e, successivamente, la presentazione
delle offerte.
Valutate le singole offerte, si procede alla relativa comparazione ed alla
conseguente aggiudicazione all’offerta migliore.
tale procedura può essere adottata anche negli altri casi, purché il numero dei
soggetti da invitare non sia inferiore a cinque (art. 78, comma 4, del regolamento
generale).
Sulla base delle informazioni, desunte dal mercato, riguardanti le caratteristiche
di qualificazione economico-finanziaria e tecnico-organizzativa e nel rispetto dei
principi di trasparenza, concorrenza e rotazione, la stazione appaltante individua le
imprese da invitare alla gara informale (almeno 15 concorrenti se sussistono in tale
numero soggetti qualificati) con lettera contenente gli elementi essenziali della
prestazione richiesta.
La stazione appaltante, previa verifica del possesso dei requisiti di qualificazione
previsti per gli appalti di uguale importo mediante pubblico incanto o licitazione
privata, sulla base della documentazione esibita dall’impresa prescelta, negozia il
contratto con questa.
N.B.
• La materia della trattativa privata per l’affidamento degli appalti di opere pubbliche è stata
ridisciplinata per intero dalla legge quadro, la n. 109/1994, che ha previsto con elencazione tassativa
le ipotesi eccezionali in cui è ancora consentito il ricorso a tale strumento (Cons. di Stato - sez. V
- 18 settembre 1998, n. 1312).
• Se un primo lotto di un’opera è stato affidato a trattativa privata sul presupposto delle condizioni previste,
i lotti successivi non possono essere affidati su base fiduciaria, anche se ricorrono le condizioni che
consentirebbero la trattativa privata stante il divieto di cui all’art. 24, comma 7, della legge quadro
(determinazione 13 gennaio 2000, n. 1 dell’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici).
• Il medesimo discorso vale anche se il primo lotto è stato aggiudicato mediante gara aperta o ristretta
(circolare n. 4488 del 7 ottobre 1996 del Ministero dei lavori pubblici).
3. I criteri di aggiudicazione
1. Elementi generali
N.B.
• La concessione di lavori pubblici si distingue, altresı̀, dalla concessione di pubblici servizi:
quest’ultima si ha allorquando la concessione non comporta alcuna realizzazione di lavori,
riguardando esclusivamente la gestione di un’opera già realizzata.
34 LA DISCIPLINA
• I concessionari hanno l’obbligo di affidare a terzi, nella misura minima del 40%, i lavori non
realizzati direttamente o tramite imprese controllate.
• Le imprese controllate si distinguono dalle imprese collegate: per l’esistenza del collegamento è
necessaria una partecipazione pari al decimo del capitale ovvero, se si tratta di società con azioni
quotate in borsa in misura superiore al ventesimo; per la sussistenza, invece, del controllo è
necessario possedere una partecipazione superiore al 50% del capitale o, comunque, esercitare
un’influenza dominante.
• Le amministrazioni aggiudicatrici non possono affidare a soggetti pubblici o di diritto privato
l’espletamento delle funzioni o delle attività di stazione appaltante: ciò non esclude che l’ammini-
strazione concedente possa affidare al concessionario singoli servizi relativi ad attività propedeuti-
che, connesse o collegate all’esecuzione dell’opera pubblica.
Le imprese collegate o controllate, non essendo in posizione di reciproca terzietà, costituiscono un’unica
realtà imprenditoriale, con la conseguenza che la loro partecipazione ad una medesima gara ne comporta
l’automatica esclusione per violazione dei principi della par condicio e del divieto di offerte plurime
(T.A.R. Lazio - sez. II - 6 ottobre 1994, n. 1236; Cons. di Stato - sez. IV - 18 aprile 1994, n. 344).
2. Le modalità dell’affidamento
2.1. Gli adempimenti preliminari
Prima di procedere all’affidamento della gara, l’amministrazione concedente è
tenuta a predisporre la progettazione preliminare, corredata dagli elaborati relativi
alle essenziali indagini geologiche, geotecniche, idrologiche e sismiche nonché a
predisporre lo schema contrattuale contenente gli elementi specificati all’art. 86 del
regolamento generale.
Il progetto preliminare va corredato dal piano economico-finanziario, redatto
sulla base dei costi dell’opera e della sua gestione e dei relativi proventi.
Seguirà la predisposizione del bando contenente gli elementi di cui all’art. 85 del
regolamento generale e la sua pubblicità in conformità a quanto stabilito dall’art. 80
del regolamento suindicato.
4. Il project financing
1. Adempimenti preliminari
2. Il bando di gara
• L’invio del bando di gara agli uffici della CEE deve precedere qualsiasi forma di pubblicità in Italia,
al fine di assicurare un pari livello di informazione sul piano nazionale e sul piano comunitario (Corte
dei Conti - sez. contr. Stato - 5 giugno 1991, n. 68).
• Nella determinazione dei criteri per la valutazione delle offerte, la stazione appaltante deve cercare
di privilegiare, soprattutto per le opere tecnicamente complesse o di natura speciale, i requisiti
tecnico-qualitativi.
1. Elementi generali
Possono partecipare alle gare di affidamento dei lavori pubblici (art. 10 della
legge n. 109/1994 e successive modifiche), qualora in possesso dei prescritti
requisiti, le imprese individuali, anche artigiane, le società commerciali, le società
cooperative, i consorzi tra società cooperative di produzione e lavoro, i consorzi tra
imprese artigiane, i cosiddetti consorzi stabili, i raggruppamenti temporanei dei
soggetti suindicati, i consorzi di concorrenti di cui all’art. 2602 c.c. e i soggetti che
abbiano stipulato il contratto di gruppo europeo di interesse economico (GEIE).
v fatto divieto ai concorrenti di partecipare alla gara in più di un’associazione
E
temporanea o consorzio ovvero di partecipare alla gara in forma individuale qualora
abbia partecipato alla medesima in associazione o consorzio (art. 13, comma 4, legge
citata), per cui è legittima la clausola che esclude la possibilità di presentazione
simultanea di offerte da parte di un consorzio e della singola cooperativa consorziata
(T.A.R. Emilia-Romagna - Bologna - sez. II - 28 febbraio 1996, n. 55; Cons. di Stato
- sez. V - 20 giugno 1994, n. 687).
Il medesimo divieto sussiste per le imprese che si trovino tra loro in una delle
situazioni di controllo di cui all’art. 2359 c.c.
Anche in assenza di un collegamento di imprese ex art. 2359 c.c., vanno esclusi
dalla gara i concorrenti che si trovino in una tale situazione di intreccio degli organi
amministrativi da far sı̀ che esista la teorica possibilità di accordi capaci di violare
le norme e i principi della par condicio e della segretezza delle offerte (T.A.R.
Basilicata - 17 luglio 1995, n. 454; T.A.R. Toscana - 24 aprile 1996, n. 224; Cons.
di Stato - sez. IV - 18 aprile 1994, n. 344).
Per la medesima ragione è illegittima la partecipazione ad un pubblico appalto di
due società aventi medesime persone fisiche investite di funzioni deliberanti negli
organismi di vertice, come nel caso in cui la stessa persona riveste la carica di
presidente ed amministratore delegato in una società e l’incarico di direttore tecnico
nell’altra società (T.A.R. Toscana - sez. II - 25 gennaio 1996, n. 20).
La partecipazione ad una gara di appalto di due imprese aventi il medesimo
direttore tecnico comporta l’esclusione dalla gara di ambedue le concorrenti (Cons.
di Stato - sez. V - 17 marzo 1997, n. 281).
Il medesimo discorso vale qualora sussista la riunione nella stessa persona fisica
42 LA DISCIPLINA
2. L’impresa singola
L’impresa singola può partecipare alla gara qualora sia in possesso dei requisiti
economico-finanziari e tecnico-organizzativi relativi alla categoria prevalente per
l’importo totale dei lavori ovvero sia in possesso dei requisiti relativi alla categoria
prevalente e alle categorie scorporabili per i singoli importi.
I requisiti relativi alle lavorazioni scorporabili non posseduti dall’impresa
devono da questa essere posseduti con riferimento alla categoria prevalente.
Le lavorazioni concernenti strutture, impianti e opere speciali di cui all’art. 72,
comma 4, del regolamento generale, indicate nel bando di gara, non possono essere
eseguite direttamente dalle imprese qualificate per la sola categoria prevalente, se
prive delle relative adeguate qualificazioni: tali lavorazioni, ove non abbiano
prevalente carattere tecnologico o rilevante complessità tecnica ed un valore che
superi il 15% dell’importo totale dei lavori, possono essere subappaltate ad imprese
in possesso delle relative qualificazioni ovvero scorporabili ai fini della costituzione
di associazioni temporanee di tipo verticale.
Le imprese qualificate nella categoria di opera generale sono abilitate a
partecipare alle gare indette per la manutenzione dell’opera generale stessa.
3.2. Articolazione
Nell’articolazione del raggruppamento si possono configurare tre ipotesi, oriz-
zontale, verticale e mista.
La configurazione di tipo orizzontale è quella in cui non ha rilievo la ripartizione
delle quote dell’opera dovendo ogni impresa essere iscritta per classifica corrispon-
dente ad un quinto dell’importo dei lavori oggetto dell’appalto e la somma degli
importi per i quali le imprese riunite sono iscritte deve essere almeno pari all’importo
dei lavori da appaltare.
In concreto nel tipo orizzontale le capacità tecniche, finanziarie ed operative di ogni
singola impresa si integrano per l’esecuzione di un’opera omogenea con pari respon-
sabilità e senza rilevanza esterna per le parti di lavoro eseguite da ciascuna impresa.
La configurazione di tipo verticale ricorre quando nell’esecuzione dell’appalto
rimangono distinte le singole posizioni in ordine alle parti delle opere da eseguire,
che vengono realizzate nella maggior parte dalla capogruppo che svolge anche
compiti di coordinamento.
La configurazione del tipo verticale presuppone la presenza di opere scorporabili
indicate nel bando di gara e implica l’iscrizione delle singole imprese alle singole
categorie per un importo pari al 100% del costo delle opere e la responsabilità
limitata delle singole imprese alle opere di propria competenza e la responsabilità
solidale solo dell’impresa capogruppo.
Si evidenzia che la scorporabilità delle opere deve essere intesa in senso
sostanziale, riferita cioè alla presenza, nell’opera da realizzare, di parti che, sotto il
profilo tecnico ed economico, hanno una loro specifica individualità rispetto ai lavori
della categoria prevalente.
La terza, di tipo misto, si ha quando le imprese riunite in associazione
temporanea possono associare, sia nella configurazione orizzontale che verticale,
altre imprese, anche se per categorie o importi diversi da quelli richiesti, a
condizione che i lavori eseguiti da queste ultime non superino il 20% complessivo
dei lavori oggetto dell’appalto.
44 LA DISCIPLINA
N.B.
• Nell’ambito di un’associazione temporanea di tipo orizzontale, la ripartizione dei lavori tra le
imprese associate costituisce un fatto interno: ciò tuttavia non può comportare la totale esclusione di
una o più delle imprese raggruppate dall’esecuzione dei lavori stessi.
Ove, infatti, intervenisse un accordo di tale natura, esso configurerebbe un’ipotesi di frode in danno
dell’amministrazione committente e, come tale, nullo per elusione di norme imperative (Cass. civ. -
sez. I - 7 agosto 1997, n. 7287).
Ne consegue che tutte le imprese partecipanti devono fatturare una quota di lavori alla stazione
appaltante.
N.B.
• La modifica della composizione del raggruppamento temporaneo rispetto a quella indicata in sede di
offerta comporta l’annullamento dell’aggiudicazione o la nullità del contratto (art. 13, comma 5-bis,
della legge n. 109/1994 e successive modifiche ed art. 93, comma 3, del regolamento generale).
SOGGETTI ABILITATI AD ASSUMERE LAVORI PUBBLICI - Voce n. 8 45
3.4. Requisiti
Nella configurazione di tipo orizzontale, i requisiti economico-finanziari e
tecnico-organizzativi richiesti nel bando di gara per le imprese singole devono essere
posseduti dalla mandataria nella misura minima del 40% e la restante percentuale è
posseduta cumulativamente dalla mandataria o dalle altre imprese, ciascuna nella
misura minima del 10% di quanto richiesto all’intero raggruppamento: in ogni caso
l’impresa mandataria deve possedere i requisiti in misura maggioritaria.
Nella configurazione di tipo verticale, i requisiti economico-finanziari e tecnico
- organizzativi sono posseduti dalla capogruppo nella categoria prevalente; nelle
categorie scorporabili ciascuna mandante possiede i requisiti previsti per l’importo dei
lavori della categoria che intende assumere e nella misura indicata per l’impresa singola.
I requisiti sono quelli prescritti dagli artt. 31 e 32 del D.P.R. n. 34/2000.
Le imprese, che intendano riunirsi in associazione temporanea e possiedono i
prescritti requisiti, possono associare altre imprese qualificate anche per categorie ed
importi diversi da quelli richiesti nel bando, a condizione che i lavori eseguiti da
queste ultime non superino il 20% dell’importo complessivo dei lavori e che
l’ammontare complessivo delle qualificazioni possedute da ciascuna sia almeno pari
all’importo dei lavori che saranno ad essa affidati.
Oltre il possesso dei requisiti di ordine generale e speciale, ciascuna impresa riunita
deve possedere i requisiti di ordine morale, nel senso che non deve sussistere alcuna
delle cause di esclusione ex art. 75 del regolamento generale, la cui assenza deve essere
dichiarata ed in parte documentata da ciascuna delle imprese componenti la riunione.
Per quanto concerne, in particolare, l’attrezzatura, la disponibilità va imputata al
raggruppamento e non a ciascuna impresa associata, in quanto, ai fini dell’appalto,
l’associazione va considerata unitariamente (T.A.R. Liguria - sez. II - 20 febbraio
1993, n. 49 e 18 giugno 1996, n. 556).
3.6. Fallimenti
In caso di fallimento dell’impresa capogruppo ovvero, qualora si tratti di impresa
individuale, in caso di morte, interdizione o inabilitazione o fallimento del suo
titolare, il soggetto appaltante ha facoltà:
− di proseguire il rapporto di appalto con altra impresa individuale, che si sia
costituita mandataria con mandato conferito dalle altre imprese riunite e risultante
da scrittura privata autenticata, purché abbia i requisiti di qualificazione adeguati
ai lavori ancora da eseguire;
− di recedere dall’appalto, con le conseguenze previste dall’art. 1675 c.c.
Nel caso di fallimento di una delle imprese mandanti, ovvero qualora si tratti di
impresa individuale, in caso di morte, interdizione, inabilitazione o fallimento del
suo titolare, l’impresa capogruppo deve:
− indicare altra impresa subentrante in possesso dei prescritti requisiti di idoneità;
− in mancanza, provvedere all’esecuzione direttamente o a mezzo delle imprese
mandanti, purché queste abbiano i requisiti di qualificazione adeguati ai lavori
ancora da eseguire.
Nell’ipotesi di fallimento della capogruppo che non abbia ancora riscosso la
somma spettante a una impresa mandante, questa, venendo meno il contratto di
mandato con effetto dalla data di deposito in cancelleria della sentenza dichiarativa
del fallimento, ha titolo per far valere il suo credito nei confronti della stazione
appaltante e la somma dovuta non può essere inserita, in quanto non ancora
incassata, nel passivo della capogruppo, per la considerazione che, in caso di
fallimento, le azioni restitutorie sono esperibili solo per le cose di cui il fallito non
abbia acquistato la proprietà (Tribunale di Treviso - 16 ottobre 1995, n. 1130).
In caso di esecuzione totale dei lavori tutte le imprese riunite devono far parte
della società e solo in caso di esecuzione parziale la società può essere costituita
anche dalle sole imprese interessate all’esecuzione parziale.
Ai fini della qualificazione, i lavori eseguiti dalla società sono riferiti alle singole
imprese associate, secondo le rispettive quote di partecipazione alla società stessa.
5. I consorzi
5.1. Natura giuridica
L’art. 10 della legge n. 109/1994 e successive modifiche ammette a partecipare
agli appalti di lavori pubblici, tra gli altri soggetti previsti, varie figure di consorzi
e precisamente i consorzi tra società cooperative di produzione e lavoro, i consorzi
tra imprese artigiane, i consorzi di concorrenti di cui all’art. 2602 c.c., i consorzi
stabili costituiti anche in forma di società consortili ai sensi dell’art. 2615-ter c.c.
Tali consorzi sono abilitati a partecipare ai pubblici appalti di lavori in funzione
delle iscrizioni e dei requisiti delle imprese in essi consorziati e, all’atto della
presentazione dell’offerta, devono indicare i soggetti per conto dei quali concorrono.
I consorzi con attività esterna sono soggetti imprenditoriali dotati di autonomia
soggettiva con un’organizzazione in funzione della cooperazione interaziendale.
Il consorzio costituisce la controparte dell’amministrazione appaltante e svolge
tale attività nell’interesse e per conto delle imprese consorziate e, in particolare,
risponde degli adempimenti dell’impresa o delle imprese assegnatarie.
Il consorzio si distingue dal raggruppamento temporaneo, essendo il primo
caratterizzato da una comune struttura di imprese mentre l’associazione costituisce
solo una riunione funzionale ai fini dell’esecuzione dell’appalto, in cui ciascuna
impresa conserva la propria autonomia ed individualità.
I consorzi di concorrenti di cui all’art. 2602 c.c. e i consorzi stabili hanno in
comune la presenza di una struttura di imprese ma si distinguono in quanto i secondi
possono essere costituiti soltanto per l’esecuzione di lavori pubblici, a parte il
numero dei componenti e la durata.
I consorzi di cooperative hanno autonomia giuridica nei confronti dei soggetti
consorziati; essi assumono obbligazioni per conto delle cooperative, impegnando il
proprio nome e la propria responsabilità.
I contratti conclusi dai consorzi, in nome proprio ma per conto delle cooperative
consorziate, restano acquisiti da queste ultime e la cooperativa risponde solidalmente
con il consorzio.
Compete all’autonomia dei consorziati disciplinare nel modo più opportuno gli
accordi interni sulla base di specifiche e chiare disposizioni statutarie.
Il consorzio dispone di un fondo consortile su cui i terzi, creditori del consorzio,
possono soddisfarsi e l’assunzione di contratti in proprio è finalizzata ad offrire ai
terzi la più estesa garanzia costituita dal nome e dal patrimonio dell’intero consorzio.
5.2. Requisiti
I consorzi tra cooperative di produzione e lavoro e i consorzi tra imprese
artigiane sono abilitati a partecipare ai pubblici appalti di lavori in funzione delle
iscrizioni e dei requisiti delle imprese in essi consorziate.
48 LA DISCIPLINA
Per i consorzi di concorrenti di cui all’art. 2602 c.c. e i soggetti che abbiano stipulato
il contratto di gruppo europeo di interesse economico (GEIE), aventi configurazione
orizzontale, i requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi richiesti nel bando di
gara per l’impresa singola devono essere posseduti da un’impresa consorziata nella
misura minima del 40%; la restante percentuale dalle altre imprese consorziate nella
misura minima del 10% di quanto richiesto all’intero raggruppamento.
Per i consorzi suindicati, aventi configurazione di tipo verticale, i requisiti di cui
trattasi vanno posseduti dalla capogruppo nella categoria prevalente mentre nelle
categorie scorporate le imprese mandanti devono possedere i requisiti previsti per
l’importo dei lavori della categoria che intendono assumere e nella misura indicata
per l’impresa singola.
6. I consorzi stabili
L’art. 12, comma 1, della legge n. 109/1994 e successive modifiche ha introdotto
la nuova figura del consorzio stabile, formato da non meno di tre consorziati che, con
decisione dei rispettivi organi deliberativi, abbiano stabilito di operare in modo
congiunto nel settore dei lavori pubblici per un periodo non inferiore a cinque anni,
istituendo a tal fine una comune struttura di imprese.
Il consorzio stabile può anche costituirsi in forma consortile ai sensi dell’art.
2615-ter c.c. tra imprese individuali, anche artigiane, società commerciali, società
cooperative di produzione e lavoro.
Il consorzio stabile è un soggetto giuridico distinto dai soggetti consorziati e si
pone, quindi, come controparte dell’amministrazione appaltante, sia per quanto
attiene all’aggiudicazione che per quanto concerne l’esecuzione dei lavori, con
conseguente responsabilità in caso di inadempimento degli obblighi assunti.
I rapporti con il soggetto appaltante e con i terzi sono tenuti dal consorzio
globalmente inteso tramite i suoi organi e i terzi possono far valere i loro diritti
esclusivamente sul fondo consortile.
I consorzi stabili hanno la facoltà di far eseguire i lavori dai consorziati senza che
ciò costituisca subappalto, ferma la responsabilità sussidiaria e solidale degli stessi
nei confronti della stazione appaltante.
I consorzi stabili conseguono la qualificazione a seguito di verifica dell’effettiva
sussistenza in capo alle singole consorziate dei corrispondenti requisiti: il documento
di qualificazione di queste deve riportare l’indicazione di partecipazione ad un
consorzio stabile nonché l’indicazione di tutti gli altri soggetti partecipanti.
Ai fini della partecipazione del consorzio alle gare, per i primi cinque anni dalla
costituzione, i requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi posseduti dalle
singole imprese consorziate vengono sommati, applicandosi le disposizioni previste
per le imprese mandanti dei raggruppamenti temporanei di imprese.
N.B.
• Il consorzio stabile è qualificato sulla base delle qualificazioni possedute dalle singole imprese
consorziate.
• Consorzio stabile ed imprese consorziate non possono partecipare alla medesima gara ed i singoli
partecipanti ai consorzi stabili non possono costituire tra loro o con terzi consorzi o associazioni
temporanee o più di un consorzio stabile (art. 12, comma 5, della legge n. 109/1994 e successive
modifiche).
Voce n. 9
LA PARTECIPAZIONE ALLA GARA
1. Elementi generali
La partecipazione alle gare per l’appalto di lavori pubblici postula nei parteci-
panti il possesso dei prescritti requisiti soggettivi ed oggettivi.
In ordine alla partecipazione si puntualizza quanto segue:
1) l’amministrazione aggiudicatrice può chiedere, in aggiunta agli elementi pre-
scritti, ulteriori referenze purché rientranti nella sfera dello specifico requisito
che si vuole verificare e in modo da non creare condizioni eccessivamente
limitative della partecipazione alla gara (T.A.R. Veneto - 10 luglio 1996, n.
1308);
2) i criteri per la valutazione dei requisiti di ammissione devono essere esplicita-
mente fissati nel bando di gara: è illegittima conseguentemente la fissazione di
detti criteri operata contestualmente all’esercizio del potere di scelta tra i
potenziali concorrenti o successivamente alla ricezione delle loro domande
(Cons. di Stato - sez. V - 28 dicembre 1994, n. 1616);
3) qualora la partecipazione sia espressamente subordinata alla formale attestazione
di requisiti o elementi richiesti a pena di esclusione, a nulla vale giustificare tali
adempimenti irrilevanti come meramente formali o supporre irrilevanza per
disapplicarli (T.A.R. Piemonte - sez. II - 9 aprile 1996, n. 220; Cons. di Stato -
sez. V - 2 settembre 1995, n. 1277).
I concorrenti singoli, per partecipare alle gare, devono essere in possesso dei
requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi prescritti dagli artt. 31 e 32 del
D.P.R. n. 34/2000 determinati:
− con riferimento alla categoria prevalente ed all’importo complessivo dei lavori
posto a base di gara ovvero
− con riferimento alla categoria prevalente e alle categorie delle lavorazioni diverse
da quella prevalente ed ai corrispondenti singoli importi.
2. La domanda di partecipazione
N.B.
• Le disposizioni in tema di autocertificazione, stante il loro carattere non derogabile e le finalità di
semplificazione, esplicano immediato valore precettivo indipendentemente da esplicito richiamo
nella disciplina dettata per lo svolgimento della gara (T.A.R. Lazio - sez. II - 26 novembre 1997, n.
1881).
• Il concorrente deve solo dichiarare mediante autocertificazione il possesso dei requisiti di
qualificazione (cifra d’affari, costo del personale, attrezzatura) con la semplice affermazione che i
requisiti posseduti corrispondono a quelli prescritti, senza la necessità di esporre l’analitica esatta
specificazione e quantificazione dei requisiti posseduti; per i requisiti, invece, di carattere generale
(cittadinanza, inesistenza di procedure fallimentari, ecc.) la dichiarazione deve contenere l’indica-
zione di tutti i riferimenti previsti.
3. I requisiti di partecipazione
In particolare si evidenzia:
1) la dimostrazione del possesso dei requisiti è un onere del concorrente, che è
chiamato ad attestare in modo diligente, mediante dichiarazioni e certificazioni,
il possesso dei requisiti richiesti: per converso sussiste il potere-dovere del
soggetto appaltante di chiedere, in relazione al conseguimento del migliore
risultato della gara, completamenti e chiarimenti sulla documentazione presen-
tata (T.A.R. Lazio - sez. II - 29 settembre 1992, n. 1934; T.A.R. Piemonte - sez.
II - 20 luglio 1993, n. 259);
2) al momento della dichiarazione in ordine alla capacità tecnica non è necessario
il possesso materiale dell’attrezzatura e dei mezzi tecnici ma al momento in cui
la dichiarazione è resa devono sussistere concreti elementi oggettivi che portano
a ritenere che, prima dell’inizio previsto per l’esecuzione dell’appalto, verrà
acquisita la disposizione materiale della dotazione tecnica richiesta (Cons. di
Stato - sez. V - 19 marzo 1996, n. 279);
3) le referenze bancarie costituiscono un indizio della capacità economica dell’impresa,
per cui, in carenza nel bando di un’espressa richiesta sulla solvibilità, le attestazioni
bancarie che comprovino la capacità finanziaria, la correttezza e la regolarità
dell’impresa nel far fronte ai suoi impegni sono idonee a fornire la garanzia di
affidabilità richiesta (T.A.R. Abruzzo - L’Aquila - 4 febbraio 1986, n. 30).
N.B.
• In assenza dei requisiti generali l’unica sanzione possibile è l’esclusione dalla gara e non anche
l’esecuzione della cauzione, come, invece, va operato per i requisiti tecnici (atto di regolazione 30
marzo 2000, n. 15 dell’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici).
N.B.
• Ove prima dell’aggiudicazione o nella fase intercorrente tra l’aggiudicazione provvisoria e quella
definitiva, un’impresa avente titolo all’aggiudicazione abbia ceduto ad altra impresa la propria
azienda, l’aggiudicazione non può essere disposta in favore della cessionaria in relazione al principio
della immodificabilità del soggetto partecipante alla gara; inoltre nella fattispecie non è applicabile
l’art. 35 della legge n. 109/1994 e successive modiche, in quanto tale disposizione consente le
cessioni di azienda e gli atti di trasformazione previsti per le imprese già aggiudicatrici di lavori
pubblici e, trattandosi di norma eccezionale, è insuscettibile di applicazione analogica ovvero
estensiva (Cons. di Stato - sez. V - 13 maggio 1995, n. 761 e sez. IV - 11 febbraio 1999, n. 150).
5. Le cause di esclusione
1. La preselezione
N.B.
• La fase di prequalificazione non preclude il potere dell’amministrazione appaltante di valutare
nuovamente e concretamente, in relazione ai requisiti richiesti, la posizione dei singoli concorrenti
(T.A.R. Puglia - Bari - sez. I - 21 settembre 1990, n. 819; Cons. di Stato - sez. V - 17 dicembre 1991,
n. 1369).
• Nella fase di prequalificazione l’idoneità dei concorrenti va accertata in modo sommario sulla base
delle dichiarazioni presentate, successivamente verificabili, circa la mancanza delle cause di
esclusione, il possesso della capacità economica, finanziaria e tecnico-organizzativa.
2. La lettera di invito
N.B.
• L’amministrazione è tenuta ad osservare le prescrizioni stabilite nella lettera di invito, in relazione
all’esigenza dell’affidamento e della par condicio dei concorrenti (T.A.R. Lombardia - Milano - sez.
I - 12 luglio 1993, n. 511; T.A.R. Marche - 24 novembre 1995, n. 559).
• Con la lettera di invito il soggetto appaltante può fissare ulteriori prescrizioni generali integrative del
bando di gara, purché non vulnerino il principio della par condicio e vengano contenute in limiti di
congruità rispetto alle prescrizioni del bando ed alle finalità che si intendono perseguire (T.A.R.
Lazio - sez. II - 13 luglio 1992, n. 942; T.A.R. Veneto - sez. I - 3 marzo 1993, n. 298).
• L’equivoca formulazione della lettera di invito impone di preferire l’interpretazione più favorevole
all’ammissione degli aspiranti (T.A.R. Lombardia - Brescia - 30 agosto 1996, n. 902).
• Per effetto della intervenuta normativa sulle dichiarazioni sostitutive di cui al D.P.R. n. 403/1998, la
stazione appaltante non può richiedere, in fase di ammissione alla gara, la produzione di un certificato
in originale (Cons. di Stato - sez. IV - 9 aprile 1999, n. 611).
• La stazione appaltante non può, in sede di espletamento della gara, apportare correzioni alla lettera
di invito modificando i contenuti già predeterminati senza violare i principi di imparzialità, di
trasparenza e di buon andamento della pubblica amministrazione (Cons. di Stato - sez. VI - 3 marzo
1999, n. 257).
N.B.
• Oltre che nei casi obbligatori, la costituzione della commissione giudicatrice si rende opportuna
allorquando si tratta di opere di natura complessa o ad elevata componente tecnologica: in tali
58 LA DISCIPLINA
ipotesi la commissione va costituita da esperti del settore in numero dispari di componenti non
superiore a 5.
• La commissione giudicatrice è un collegio perfetto che richiede per la determinazione dei criteri di
valutazione e di giudizio nonché per le decisioni conclusive la contemporanea presenza di tutti i
componenti.
• Il giudizio della commissione giudicatrice può essere sindacato in sede giurisdizionale soltanto sotto
il profilo del travisamento dei fatti o della illogicità e contraddittorietà ma non per motivi
tecnico-discrezionali (T.A.R. Lazio - sez. II - 16 marzo 1991, n. 553; T.A.R. Lombardia - Milano -
sez. II - 16 dicembre 1992, n. 777).
• L’amministrazione appaltante può discostarsi dalle proposte della commissione e correggerne le
eventuali illegittimità, salvo la impossibilità di sostituirsi ad essa nell’esercizio di valutazione
tecnico-discrezionale: in tale ipotesi l’amministrazione deve rinviare gli atti alla commissione
affinché si pronunci nuovamente eliminando i vizi riscontrati (T.A.R. Veneto - sez. I - 12 giugno
1999, n. 928).
Voce n. 11
LA FASE SUCCESSIVA ALL’INVITO
1. La presentazione dell’offerta
contenente l’offerta che, anziché essere controfirmata sui lembi di chiusura, sia stata
semplicemente siglata.
Il concorrente deve indicare espressamente nell’offerta la percentuale di ribasso
sul prezzo a base d’asta, in cifre e in lettere: in caso di discordanza prevale il ribasso
percentuale indicato in lettere (art. 90, comma 2, del regolamento generale).
In ordine all’invio dell’offerta si fa presente quanto segue:
1) qualora l’amministrazione richieda che il plico contenente l’offerta e la docu-
mentazione venga spedito esclusivamente a mezzo di raccomandata-espresso,
non può trovare applicazione l’art. 36 del D.P.R. n. 655/1982, secondo il quale
la corrispondenza diretta alle amministrazioni dello Stato e quella diretta agli enti
pubblici sono distribuite agli sportelli degli uffici postali (T.A.R. Campania -
Salerno - 14 luglio 1997, n. 425);
2) l’offerta inviata a mezzo assicurata-espresso è equipollente alla raccomandata;
3) in mancanza di una prescrizione tassativa del bando, è irrilevante che l’offerta di
un concorrente sia stata trasmessa in due plichi anziché in un unico piego (Cons.
di Stato - sez. V - 7 aprile 1995, n. 536);
4) gli eventuali disguidi e carenze del servizio postale, a mezzo del quale sia stata
inviata l’offerta, sono a carico dell’offerente (Cons. di Stato - sez. V - 25 gennaio
1995, n. 130);
5) qualora il bando di gara richieda che la busta contenente l’offerta debba essere
racchiusa in apposita busta sigillata e controfirmata sui lembi, non è sufficiente
apporre la ceralacca senza imprimere sulla ceralacca un segno caratteristico
(T.A.R. Umbria - 2 agosto 1999, n. 677);
6) qualora il bando o la lettera di invito prescriva l’indicazione dell’offerta in cifre ed
in lettere, è legittima l’esclusione della ditta che abbia formulato la propria offerta
solo in cifre (T.A.R. Emilia-Romagna - Bologna - sez. II - 29 luglio 1999, n. 401).
N.B.
• La disposizione di cui all’art. 12 della direttiva comunitaria 93/37 CEE, recepita nell’art. 79 del rego-
lamento generale, pone a carico della stazione appaltante l’obbligo di fornire ai richiedenti ogni docu-
mento o atto di gara che possa essere necessario per formulare l’offerta: conseguentemente la stazione
appaltante può porre a carico del concorrente soltanto un eventuale rimborso delle spese sostenute per le
copie dei documenti e non imporre ai partecipanti alla gara l’acquisto della documentazione tecnica
(determinazione del 13 gennaio 2000, n. 2 dell’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici).
• L’elemento teleologico nell’interpretazione delle prescrizioni sulle formalità di presentazione delle
offerte ha carattere suppletivo, nel senso che esso opera solo nel caso che una data formalità non sia
chiaramente ed espressamente prevista nella lettera di invito o bando di gara a pena di esclusione
(T.A.R. Lazio - sez. III - 20 novembre 1995, n. 1862; T.A.R. Veneto - sez. I - 28 dicembre 1995, n.
1518; Cons. di Stato - sez. V - 18 novembre 1994, n. 1668).
• La presentazione dell’offerta costituisce un’implicita accettazione delle norme della gara, con la
conseguenza che un’eventuale illegittimità di una clausola del bando o della lettera di invito deve
essere tempestivamente impugnata innanzi al T.A.R. competente nel termine di decadenza: in difetto
di tale impugnazione, il concorrente non può condizionare la propria offerta all’eliminazione o
modifica della clausola ritenuta illegittima, potendo ciò comportare l’esclusione dalla gara.
• L’impresa che abbia presentato domanda di partecipazione alla gara non ha alcun interesse
qualificato a dolersi delle modalità di svolgimento della stessa (T.A.R. Calabria - Catanzaro - 2 luglio
1997, n. 416; T.A.R. Lombardia - Brescia - 24 febbraio 1998, n. 135).
• La dichiarazione dell’appaltatore di aver preso conoscenza dello stato dei luoghi non può essere
considerata una clausola di stile (Cass. civ. - sez. I - 21 dicembre 1996, n. 11469).
LA FASE SUCCESSIVA ALL’INVITO - Voce n. 11 61
2. Le verifiche a campione
N.B.
• La materia dei requisiti di ordine generale esula dal campo di applicazione della verifica a campione:
non è precluso comunque alle stazioni appaltanti di verificare la veridicità delle dichiarazioni sul
possesso dei requisiti in questione: ciò ai sensi dell’art. 11, comma 1, del D.P.R. n. 403/1998, il quale
stabilisce che «le amministrazioni procedenti sono tenute a procedere ad idonei controlli, anche a
campione, sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive».
4. L’anomalia dell’offerta
4) si calcola la media delle differenze e si somma tale media a quella di cui al punto
3): tale somma costituisce la soglia di anomalia.
Esempio
prezzo a base d’asta = 100
offerte ammesse = n. 10
ribassi percentuali offerti: −4 (96); −5 (95); −6 (94); −6,5 (93,5); −7 (93); −7,5 (92,5); −8 (92);
−8,5 (91,5); −9 (91); −10 (90)
operando il taglio delle ali, vengono fittiziamente escluse la −4 e la −10
operando la media aritmetica dei ribassi: 9 + 8,5 + 8 + 7,5 + 7 + 6,5 + 6 + 5 diviso 8 si ha = 7,1875
sottraendo tale media ai ribassi superiori (9, 8,5, 8, 7,5) si ha: 1,8125 + 1,3125 + 0,8125 +
0,3125 diviso 4 = 1,0625
sommando la media degli scarti a quella dei ribassi e cioè 7,1875 + 1,0625 si ha 8,25, che
costituisce la soglia di anomalia.
• I meccanismi di esclusione dell’offerta anomala, sia sopra che sotto la soglia di rilievo comunitario,
restano avulsi dalla procedura di scelta del contraente, asta pubblica, licitazione privata o trattativa
privata (T.A.R. Lombardia - Brescia - 12 marzo 1991, n. 229). Il meccanismo dell’esclusione
automatica non si applica in caso di aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più
vantaggiosa, in quanto il prezzo, in tale procedura, avente minore rilevanza rispetto agli altri
elementi, non può costituire oggetto di valutazione autonoma (T.A.R. Sicilia - Catania - 27 agosto
1990, n. 638; T.A.R. Toscana - sez. II - 18 dicembre 1998, n. 1070).
• Il termine per la presentazione delle giustificazioni da parte dei concorrenti le cui offerte si ravvisano
anomale ha natura perentoria (T.A.R. Lazio - sez. III - 22 gennaio 1997, n. 148). Le giustificazioni
vanno prese in debita considerazione e vanno ritenute non accettabili ove si dimostri la loro
inattendibilità (T.A.R Valle d’Aosta - 23 febbraio 1995, n. 22; T.A.R. Friuli-Venezia Giulia - 25
marzo 1996, n. 120; Cons. di Stato - sez. V - 19 novembre 1992, n. 1337).
• La valutazione dell’ente appaltante in sede di verifica dell’anomalia dell’offerta attiene al merito del-
l’azione amministrativa, per cui essa può essere sindacata solo per manifesta irrazionalità o per travi-
samento dei fatti (T.A.R. Piemonte - sez. II - 31 maggio 1996, n. 320; Cons. di Stato - sez. V - 5 novembre
1993, n. 801; Cons. giust. amm. Reg. Sic. - 21 novembre 1997, n. 501 e 11 ottobre 1999, n. 425).
• Anche in sede di verifica dell’anomalia, la stazione appaltante, per cautelarsi da eventuali concorrenti
non idonei, può chiedere la dimostrazione dei requisiti prescritti, quali l’adeguata attrezzatura tecnica
o un organico sufficiente (Cons. di Stato - sez. VI - 28 gennaio 2000, n. 400).
N.B.
• In materia di appalti pubblici, il principio secondo cui l’aggiudicazione quale atto terminale del
procedimento di scelta del contraente rappresenta il momento di incontro tra la volontà del soggetto
66 LA DISCIPLINA
appaltante e del privato di concludere il contratto non preclude all’ente appaltante la possibilità di dar
luogo, con atto successivo e idoneamente motivato in ordine alla sussistenza di un concreto e
specifico interesse pubblico, alla non approvazione del verbale di aggiudicazione (Cons. di Stato -
sez. VI - 9 novembre 1994, n. 1598).
• L’annullamento del provvedimento di aggiudicazione all’impresa vincitrice dell’appalto-concorso
che non abbia tempestivamente prodotto la documentazione richiesta comporta l’assegnazione
dell’appalto-concorso all’impresa seconda classificata (T.A.R. Lombardia - Milano - sez. I - 2
settembre 1995, n. 1094).
conseguente variazione del ribasso percentuale, tutti i prezzi unitari andranno corretti
in modo costante in base alla percentuale di discordanza.
I prezzi unitari offerti, eventualmente corretti, costituiscono l’elenco dei prezzi
unitari contrattuali.
N.B.
• Il committente o il responsabile del procedimento, prima dell’affidamento dei lavori, è tenuto a
designare il coordinatore per l’esecuzione dei lavori, che può coincidere con il progettista e/o
direttore dei lavori, nonché ad accertare i requisiti ed acquisire le dichiarazioni di cui all’art. 3,
comma 8, del D.Lgs. n. 494/1996, come modificato dal D.Lgs. n. 528/1999, in tema di sicurezza nei
cantieri.
1. La cauzione
1.1. La cauzione provvisoria
La cauzione provvisoria, pari al 2% dell’importo dei lavori, può essere costituita
con le modalità indicate dall’art. 100, comma 1, del regolamento generale.
Essa deve essere accompagnata dall’impegno di un fidejussore a rilasciare nei
confronti del concorrente garanzia fidejussoria definitiva nel caso di aggiudicazione
da parte di questi dell’appalto o della concessione.
La cauzione prestata dai concorrenti non aggiudicatari va restituita entro 30
giorni dall’aggiudicazione; quella prestata dall’aggiudicatario è svincolata al mo-
mento della sottoscrizione del contratto.
La fidejussione bancaria o assicurativa, relativa alla cauzione provvisoria, dovrà
avere validità per almeno 180 giorni dalla data di presentazione dell’offerta e dovrà
prevedere espressamente la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del
debitore principale e la sua operatività entro 15 giorni, a semplice richiesta scritta
della stazione appaltante.
maggiore spesa sostenuta per il completamento dei lavori nel caso di risoluzione del
contratto disposta in danno dell’appaltatore nonché per provvedere al pagamento di
quanto dovuto dall’appaltatore per le inadempienze derivanti dall’inosservanza di
norme e prescrizioni dei contratti collettivi, delle leggi e dei regolamenti sulla tutela,
protezione, assicurazione, assistenza e sicurezza fisica dei lavoratori comunque
presenti in cantiere.
Qualora l’amministrazione si avvalga della cauzione durante l’esecuzione dei
lavori, l’appaltatore è obbligato a reintegrarla e, ove non vi provveda, l’amministra-
zione può trattenere la somma corrispondente sull’ammontare dei pagamenti in
acconto.
Gli effetti della mancata prestazione della cauzione definitiva sono:
− la revoca dell’aggiudicazione;
− l’incameramento della cauzione provvisoria;
− l’aggiudicazione dell’appalto al concorrente che segue nella graduatoria.
2. Le coperture assicurative
N.B.
• Qualora la progettazione sia affidata a proprio dipendente, la stazione appaltante è obbligata a
rimborsare a questi due terzi del premio inerente la polizza assicurativa contratta per la copertura dei
rischi professionali.
LE GARANZIE - Voce n. 13 71
L’importo da garantire non può essere superiore al 10% del costo di costruzione dell’opera progettata
e la garanzia copre il solo rischio per il maggior costo derivante da errori od omissioni del progetto
esecutivo.
1. Elementi generali
N.B.
• La normativa antimafia può essere integrata, in via di autoregolamentazione, con la previsione di
ulteriori misure atte a garantire che la procedura si svolga tra soggetti immuni da precedenti
camorristici e mafiosi (T.A.R. Campania - Napoli - sez. I - 8 novembre 1994, n. 267).
• Le imprese, le associazioni ed i consorzi aggiudicatari, nei limiti in cui è ammesso il subappalto, sono
tenuti ad accertarsi che non sussista, nei confronti dell’affidatario del subappalto o del cottimo,
alcuno dei divieti previsti dall’art. 10 della legge n. 575/1965 e successive modifiche.
2. La certificazione antimafia
N.B.
• La mancata produzione da parte dell’appaltatore della comunicazione antimafia prima della stipula
del contratto legittima la stazione appaltante all’annullamento della gara in via di autotutela (Cons.
di Stato - sez. V - 1° dicembre 1997, n. 1462).
• Nel caso di raggruppamento temporaneo di imprese, le cause di divieto o di sospensione di cui all’art.
10 della legge n. 575/1965 e successive modifiche e quelle di divieto di cui all’art. 4, comma 6, del
D.Lgs. n. 490/1994 non operano nei confronti dell’impresa mandante allorquando la predetta impresa
sia estromessa o sostituita anteriormente alla stipula del contratto o alla concessione dei lavori: la
sostituzione può essere operata entro 30 giorni dalla comunicazione delle informazioni del prefetto
qualora esse pervengano successivamente alla stipulazione del contratto o alla concessione dei lavori.
• Le amministrazioni appaltanti sono tenute, per gli appalti di importo pari o superiore alle soglie
comunitarie, ad informare il prefetto della Provincia dell’intervenuta pubblicazione del bando di gara
affinché possa svolgere degli accertamenti preliminari sulle imprese locali per le quali il rischio di
tentativi di infiltrazione mafiosa, nel caso di partecipazione ai lavori, è ritenuto maggiore.
76 LA DISCIPLINA
1. Elementi generali
17, comma 2, della legge n. 400/1988, la quota subappaltabile, in ogni caso non
superiore al 30%.
1. Elementi generali
N.B.
• I contratti di appalti pubblici, se pur regolati da specifiche normative pubblicistiche in deroga alla
disciplina comune, mantengono inalterata la struttura tipica del negozio giuridico privato sinallagmatico
e paritario, con conseguente giurisdizione del giudice ordinario (Cass. civ. - sez. un. - 4 gennaio 1993, n.
2 e 8 febbraio 1995, n. 1446).
2. Contenuti e documenti
I contratti, compresi i capitolati speciali, disciplinano, in particolare:
a) il termine entro il quale devono essere ultimati i lavori oggetto dell’appalto e i
presupposti in presenza dei quali il responsabile del procedimento concede proroghe;
b) i casi e i modi nei quali possono essere disposte le sospensioni totali o parziali
dei lavori e i criteri di determinazione degli indennizzi e dei danni qualora le
interruzioni superino i limiti previsti o siano ordinate in carenza di presupposti;
c) le responsabilità e gli obblighi dell’appaltatore per i difetti di costruzione;
d) i modi e i casi di riconoscimento dei danni da forza maggiore;
e) le modalità di riscossione dei corrispettivi dell’appalto.
Gli elementi di cui sopra possono essere contenuti solo nel capitolato speciale: in
tal caso nel contratto occorre farne esplicito riferimento.
Il contratto deve richiamare, quale parte integrante di esso, il capitolato generale, il
capitolato speciale, gli elaborati grafici progettuali, l’elenco dei prezzi unitari, i piani di
sicurezza, il cronoprogramma (documento allegato al progetto esecutivo indicante lo
sviluppo esecutivo dei lavori e, nel caso di lavori compensati a prezzo chiuso, l’importo
degli stessi da eseguire per ogni anno intero decorrente dalla data della consegna).
Si ricorda che il contratto non corredato dal piano di sicurezza, qualora obbligatorio,
è nullo (art. 31, comma 3, della legge n. 109/1994 e successive modifiche).
3. Stipulazione
La stipulazione del contratto di appalto di un’opera pubblica concreta la
manifestazione di volontà dell’amministrazione a porre in essere, tramite il proprio
rappresentante, un negozio giuridico: il termine «stipulazione» comprende sia l’atto
di manifestazione di volontà che la relativa redazione documentale sottoscritta dai
rappresentanti, delle parti interessate.
La stipulazione del contratto di appalto deve aver luogo entro 60 giorni
dall’aggiudicazione nel caso di pubblico incanto, licitazione privata ed appalto-
concorso; entro 30 giorni dalla comunicazione dell’accettazione dell’offerta nel caso
di trattativa privata e di cottimo fiduciario.
Per gli appalti di competenza di amministrazioni statali, l’approvazione del
contratto deve intervenire entro 60 giorni dalla data di stipulazione.
Qualora la stipulazione o l’approvazione non intervenga nei termini suindicati,
l’impresa può, mediante atto notificato alla stazione appaltante, chiedere di scio-
gliersi da ogni impegno o di recedere dal contratto: qualora l’istanza di recesso venga
accolta, l’appaltatore ha solo diritto al rimborso delle spese contrattuali e, ove sia
intervenuta la consegna dei lavori in via di urgenza, egli ha diritto al rimborso delle
spese sostenute per l’esecuzione dei lavori ordinati dal direttore dei lavori ivi
comprese quelle per opere provvisionali.
IL CONTRATTO - Voce n. 16 81
4. Registrazione
Nei casi in cui alcune clausole contrattuali siano formulate in modo equivoco e
dubbio ovvero nei casi cui queste non siano opportunamente correlate con le
prescrizioni degli atti di gara, si pone il problema dell’interpretazione del contratto.
Ai sensi degli artt. 1362 e segg. c.c., i criteri interpretativi vanno desunti,
fondamentalmente, dalla valutazione unitaria del contratto, dalla ricerca della
comune intenzione delle parti, dall’interpretazione secondo buona fede, tenuto conto
della natura ed oggetto del contratto.
Ad integrazione, poi, di un’eventuale carenza della disciplina del rapporto
contrattuale, occorre fare riferimento al capitolato speciale di appalto, rilevando
82 LA DISCIPLINA
comunque che le pattuizioni contenute nel contratto prevalgono sulle condizioni del
capitolato speciale, a meno che quest’ultime non siano rivolte al perseguimento degli
specifici interessi pubblici correlati all’oggetto dell’appalto.
In via ulteriore, ove la normativa del capitolato speciale non risolva la questione,
occorre fare riferimento agli atti di gara, valutati in modo unitario ed in correlazione
tra loro, per dedurre la comune volontà delle parti come pure agli atti e dichiarazioni
intervenuti nella fase di formazione del contratto o al comportamento delle parti
successivo alla conclusione del contratto (Cass. civ. - sez. I - 25 luglio 1990, n. 7536
e sez. II - 13 marzo 1992, n. 3048).
I materiali utili sono quelli accettati dal direttore dei lavori prima della
comunicazione all’appaltatore dello scioglimento del contratto.
Il procedimento ha inizio con la comunicazione all’appaltatore della determinazione
di recesso, da effettuarsi con un preavviso non inferiore a 20 giorni, decorsi i quali la
stazione appaltante prende in consegna i lavori ed effettua il collaudo definitivo.
Le opere provvisionali e gli impianti, qualora in tutto o in parte non asportabili
e ritenuti ancora utilizzabili, possono essere trattenuti in cantiere: in tale ipotesi la
stazione appaltante è tenuta a corrispondere all’appaltatore, per il valore delle opere
e degli impianti non ammortizzato nel corso dei lavori eseguiti, un compenso
consistente nella minor somma tra il costo di costruzione e il valore delle opere e
degli impianti al momento dello scioglimento del contratto.
A seguito della notifica del provvedimento di recesso, l’appaltatore, entro il
termine stabilito, deve mettere a disposizione della stazione appaltante il cantiere
libero dai materiali non accettati dal direttore dei lavori: ove non provveda, lo
sgombero è effettuato d’ufficio a sue spese.
N.B.
• Il diritto di recesso del contratto da parte della stazione appaltante non può avvenire, attese le finalità
pubbliche insite nell’appalto dell’opera pubblica, per mera decisione dell’organo decisionale ma per
ragioni che la giustifichino.
• Il provvedimento di recesso può essere caducato solo con altro atto di revoca e non per acta
concludentia (Cass. civ. - sez. I - 16 febbraio 1998, n. 1642).
Nel corso dell’esecuzione dei lavori sono erogati all’appaltatore, in base ai dati
risultanti dagli stati di avanzamento, pagamenti in acconto del corrispettivo di
appalto, nei termini o nelle rate stabiliti dal capitolato speciale di appalto, a misura
dei lavori regolarmente eseguiti.
Gli stati di avanzamento, contenenti i prescritti documenti contabili e vistati dal
competente organo dell’amministrazione appaltante, sono finalizzati all’emissione
del mandato di pagamento.
Ai sensi dell’art. 19 della legge n. 1/1978, le rate di mutuo sono erogate sulla
base degli stati di avanzamento vistati dal responsabile del procedimento.
Il pagamento della rata di saldo è subordinato all’approvazione del collaudo
(Cons. di Stato - sez. V - 31 marzo 1992, n. 275).
I certificati di pagamento delle rate di acconto sono emessi dal responsabile del
procedimento sulla base dei documenti contabili indicanti la qualità, la quantità e
l’importo dei lavori eseguiti, non appena scaduto il termine fissato dal capitolato
speciale o non appena raggiunto l’importo previsto per ciascuna rata.
Nel caso di sospensione dei lavori di durata superiore a 90 giorni, la stazione
appaltante dispone comunque il pagamento in acconto degli importi maturati fino
alla data di sospensione.
N.B.
• Premesso che dal contratto di appalto di opere pubbliche scaturiscono in capo alle parti contraenti,
nello stesso modo che nell’appalto privato, diritti soggettivi perfetti ed obbligazioni attribuibili alla
cognizione del giudice ordinario, la pubblica amministrazione può sospendere il pagamento del
corrispettivo dei lavori regolarmente eseguiti ove venga pronunciata la risoluzione in danno
dell’appaltatore: in tale ipotesi la sospensione deve avvenire con l’emanazione di un provvedimento
detto di «fermo amministrativo», ai sensi dell’art. 69 del R.D. n. 2440/1923.
• Per conseguire il pagamento degli acconti dovuti in corso d’opera scaduti e non pagati, l’appaltatore
può subito agire in giudizio, ricordando che, ai sensi dell’art. 2948, n. 4, c.c., la prescrizione
quinquennale si applica anche al debito per interessi negli appalti di opere pubbliche.
• In relazione alla prescrizione di cui all’art. 30, comma 7, della legge n. 109/94 e successive modifiche
non va più operata la ritenuta del 5% sulle rate di acconto e cosı̀ anche quella dello 0,5% prevista
dall’art. 19 del capitolato generale approvato con D.P.R. n. 1063/1962 peraltro ora abrogato dall’art.
231 del regolamento generale.
3. Equo compenso
Nel caso in cui le rate di acconto vengano pagate in ritardo rispetto ai termini
indicati nel capitolato speciale, sono dovuti, a decorrere dalla scadenza dei termini
suddetti, gli interessi, legali e moratori, nella misura accertata annualmente con
decreto del Ministro dei lavori pubblici di concerto con quello del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica; il medesimo discorso vale per il
pagamento della rata di saldo decorso il novantesimo giorno dall’emissione del
certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione.
Il pagamento della rata di saldo non costituisce accettazione dell’opera, ai sensi
dell’art. 1666, comma 2, c.c.
L’importo degli interessi per ritardato pagamento va computato e corrisposto in
occasione del pagamento, in conto e a saldo, immediatamente successivo a quello
eseguito in ritardo, senza necessità di apposite domande o riserve.
Nel caso di concessione di lavori pubblici, il cui prezzo sia da corrispondere in
più rate annuali, il disciplinare di concessione deve prevedere la decorrenza degli
interessi per ritardato pagamento.
N.B.
• Il diritto dell’appaltatore agli interessi per il ritardato pagamento sorge per il semplice fatto del
ritardo, non richiedendosi per il suo perfezionamento né la costituzione in mora, né l’emissione del
mandato di pagamento e dei titoli di spesa, né l’iscrizione di riserve (Cass. civ. - sez. un. - 27 febbraio
1992, n. 2428; Tribunale di Milano - sez. VI - 13 ottobre 1994, n. 11615).
• Tutti gli interessi di ritardo sono comprensivi del risarcimento del danno ai sensi dell’art. 1224,
comma 2, c.c., per cui all’appaltatore non compete un ulteriore risarcimento per ulteriori eventuali
danni subiti (Cass. civ. - sez. I - 19 marzo 1991, n. 2933; Corte di appello di Roma - sez. II - 29 marzo
1994, n. 830).
• Per i debiti pecuniari, al di fuori del pagamento delle rate di acconto e della rata di saldo vale la
normativa generale di cui all’art. 1224 c.c., nel senso che il risarcimento del danno da ritardo di
obbligazioni pecuniarie presuppone il dolo o la colpa grave della stazione appaltante, il cui onere
della prova compete all’appaltatore.
• Gli interessi per ritardato pagamento hanno carattere accessorio rispetto al credito principale, per cui
l’appaltatore, con un atto unilaterale o attraverso una transazione può rinunciare al diritto agli
interessi o alla relativa azione (Cass. civ. - sez. un. - 8 luglio 1993, n. 7478 e 10 ottobre 1994, n. 8277;
Cons. di Stato - sez. VI - 18 dicembre 1992, n. 1133).
• Il diritto alla corresponsione degli interessi di mora in varia misura e con varie decorrenze in caso
di ritardo si riferisce esclusivamente ai pagamenti degli acconti e del saldo del prezzo contrattuale e
non anche alla determinazione del maggior compenso effettuata in via giudiziale (Cass. civ. - sez. I
- 20 gennaio 1997, n. 547).
1. Elementi generali
Il direttore dei lavori è una figura «chiave» nel processo esecutivo dei lavori
pubblici che si pone, in relazione alla sua attività di vigilanza diretta ad assicurare
l’esecuzione dell’intervento in conformità al progetto ed al contratto, quale soggetto
tramite tra l’amministrazione appaltante e l’appaltatore.
Il direttore dei lavori, infatti, avendo la vigilanza squisitamente tecnica dell’an-
damento e dello sviluppo dei lavori nonché quella di natura amministrativa-
contabile, interloquisce continuamente con i tecnici dell’appaltatore in merito agli
aspetti tecnici ed economici da una parte e dall’altra con il responsabile del
procedimento, a cui deve segnalare le eventuali disfunzioni, irregolarità e inadem-
pimenti riscontrati nel corso dei lavori.
In particolare, per quanto concerne i rapporti tra il responsabile del procedimento
e il direttore dei lavori necessita evidenziare che mentre al primo è demandata una
vigilanza di carattere generale, al secondo spetta una vigilanza specifica e quotidiana
sul concreto andamento dei lavori, che comprende anche la funzione di impartire
all’impresa quelle direttive ritenute necessarie per la migliore esecuzione dei lavori
in conformità alla progettazione approvata.
Occorre evidenziare che le funzioni del coordinatore per l’esecuzione dei lavori
previsti dalla vigente normativa sulla sicurezza nei cantieri sono svolte dal direttore
dei lavori.
Qualora il direttore dei lavori sia sprovvisto dei requisiti di cui all’art. 10 del
D.Lgs. n. 494/1996 e successive modifiche, le stazioni appaltanti devono prevedere
la presenza di almeno un direttore operativo avente i necessari requisiti (art. 127,
comma 1, del regolamento generale).
Le disposizioni e istruzioni da parte del responsabile del procedimento al
direttore dei lavori vanno disposte con ordine di servizio e cosı̀ anche quelle del
direttore dei lavori all’appaltatore.
L’ordine di servizio va redatto in due copie sottoscritte dal direttore dei lavori,
di cui una va firmata dall’appaltatore per conoscenza.
lavori a che le lavorazioni di singole parti dei lavori siano eseguite regolarmente e
nell’osservanza delle clausole contrattuali.
Il direttore dei lavori può affidare ai direttori operativi i compiti indicati all’art.
125, comma 2, del regolamento generale.
Meno incisiva è l’eventuale collaborazione degli assistenti con funzioni di
ispettori di cantiere (sorveglianza dei lavori in conformità alle prescrizioni del
capitolato speciale di appalto), a cui il direttore dei lavori può affidare i compiti
indicati all’art. 126, comma 2, del regolamento generale.
Si ravvisa che l’affidamento dei compiti indicati dal direttore dei lavori ai
direttori operativi o agli ispettori di cantiere debba avvenire con atto scritto da
comunicare al responsabile del procedimento.
N.B.
• In relazione al principio della trasparenza amministrativa, la corrispondenza interna tra direttore dei
lavori, collaudatore e soggetto appaltante va esibita a richiesta dell’impresa o di chiunque ne abbia
interesse, con esclusione delle relazioni definite riservate dalla legge quadro e dal regolamento
generale (Cons. di Stato - sez. V - 20 dicembre 1999, n. 2128).
Voce n. 19
SICUREZZA NEI CANTIERI
1. Elementi generali
N.B.
• L’entità uomini-giorni è data dalla somma delle giornate lavorative prestate dai lavoratori, anche
autonomi, previste per la realizzazione dell’opera.
• Al di sotto delle entità dei 200 uomini-giorni, gli adempimenti di sicurezza a carico della stazione
appaltante sono alquanto ridotti (non vi è l’obbligo della nomina dei coordinatori né della redazione
del piano di sicurezza e di coordinamento; in concreto nei piccoli cantieri la sicurezza e la salute dei
lavoratori sono garantite fondamentalmente dall’osservanza da parte delle imprese della disciplina di
cui al D.Lgs. n. 626/1994 e dalla redazione ed osservanza del piano operativo.
N.B.
• I contratti di appalto o di concessione stipulati dopo l’entrata in vigore del regolamento di cui al
comma 1 dell’art. 31 della legge n. 109/1994 e successive modifiche, se privi dei piani di sicurezza
sostitutivi o dei piani operativi di sicurezza sono nulli; i contratti medesimi in corso alla medesima
data, se privi del piano operativo di sicurezza, sono annullabili qualora non integrati con i piani
medesimi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del regolamento suddetto.
• Il piano operativo non deve specificare l’organizzazione generale del cantiere (che è compito del
piano di sicurezza e di coordinamento) ma prospettare i rischi e le conseguenti misure di sicurezza
in relazione alle previste operazioni di lavoro.
3. I soggetti responsabili
3.1. Il committente
La facoltà che ha il committente, ai sensi dell’art. 6 del D.Lgs. n. 494/1996 e
successive modifiche, di nominare il responsabile dei lavori vale per gli appalti
privati mentre negli appalti pubblici la designazione costituirà la regola che in pratica
verrà seguita.
Negli appalti pubblici occorre fare riferimento, oltre che alla normativa del
suindicato decreto, alla prescrizione di cui all’art. 8, comma 2, del regolamento
generale, che stabilisce che il responsabile del procedimento assume il ruolo di
responsabile dei lavori ai fini del rispetto delle norme sulla sicurezza e salute dei
lavoratori, qualora il soggetto che, nella struttura organizzativa dell’amministrazione
aggiudicatrice sarebbe deputato a rappresentare il committente, non intenda adem-
piere direttamente agli obblighi dalle stesse norme previsti.
Tale disposizione va correlata con l’art. 2 del decreto legislativo suindicato in
base al quale nel caso di appalto di opera pubblica il responsabile dei lavori si
identifica con il responsabile del procedimento: ne consegue che nell’appalto
pubblico il committente coincide con il responsabile del procedimento e dei lavori,
qualora venga effettuata la designazione suindicata.
Ne consegue, altresı̀, che l’area dell’esonero della responsabilità del soggetto
deputato a rappresentare il committente dipenderà dal contenuto e dall’estensione
dell’incarico conferito, con apposita delega di funzioni, al responsabile del proce-
dimento.
N.B.
• La sicurezza dei lavoratori, dal momento della progettazione fino alla completa realizzazione
dell’opera, comporta il coinvolgimento di tutti i soggetti responsabili con la partecipazione attiva del
progettista e del direttore dei lavori.
Il coordinatore per la progettazione, ove persona diversa dal progettista, deve essere informato in
ogni fase in merito alle scelte progettuali ed esecutive.
• Nel caso in cui il direttore dei lavori non abbia i requisiti prescritti per svolgere la funzione di
coordinatore per l’esecuzione dei lavori, la stazione appaltante deve nominare un assistente (direttore
operativo) che abbia acquisito i titoli necessari, che risponde della propria attività al direttore dei
lavori.
• Nell’appalto pubblico il coordinamento per l’esecuzione dei lavori fa parte della direzione lavori, il
quale è l’unico responsabile e interlocutore nei confronti dell’amministrazione appaltante, nella
persona del responsabile del procedimento, come dell’appaltatore; il direttore dei lavori, nell’assenza
dei titoli, per operare come coordinatore, si avvarrà di un assistente qualificato come sopra indicato.
3.5. L’appaltatore
Il D.Lgs. 4 agosto 1999, n. 359 ha modificato il D.Lgs. n. 626/1994, prevedendo
nuovi obblighi in materia di sicurezza del lavoro. In particolare l’appaltatore è
tenuto, a partire dal 19 aprile 2000, a sottoporre a verifiche iniziali e periodiche
alcuni macchinari, tra cui gru e ponteggi, e di conservare la documentazione per 5
anni.
Le attrezzature di lavoro vanno disposte in modo tale da ridurre i rischi per gli
utilizzatori e per le altre persone.
A parte quanto sopra, l’appaltatore è tenuto ad osservare, ai fini della sicurezza
e salute dei lavoratori, le disposizioni di cui agli artt. 8 e 9 del D.Lgs. n. 494/1996
e successive modifiche.
Ai sensi, infatti, dell’art. 22 del decreto legislativo in esame, i datori di lavoro
delle imprese esecutrici e, nell’ambito delle rispettive attribuzioni e competenze, i
dirigenti e i preposti che dirigono o sovraintendono le attività delle imprese stesse,
sono tenuti all’osservanza della disciplina del decreto suddetto.
Ev da sottolineare che compete all’appaltatore il rispetto della normativa di
prevenzione nel rapporto uomo-macchina cosı̀ come nella fornitura ai lavoratori
degli strumenti e delle attrezzature di lavoro mentre al direttore dei lavori la
valutazione dei rischi aggiuntivi, quali quelli derivanti dalla circolazione di mac-
chine e mezzi di trasporto o dalla utilizzazione da parte di lavoratori di più imprese
di impianti comuni.
La distinzione al riguardo è alquanto rilevante, in quanto, ove si verifichi un
infortunio sul lavoro, occorrerà individuare in quale ambito si collochi la causa di
esso, al fine di trarne le conseguenze in tema di responsabilità soggettive.
4. Le sanzioni
La consegna dei lavori deve risultare dal verbale redatto in contraddittorio con
l’appaltatore: dalla data di tale verbale decorre il termine utile per il compimento
dell’opera o dei lavori.
Il processo verbale, contenente gli elementi di cui all’art. 130, comma 1, del
regolamento generale, va redatto in doppio esemplare firmato dal direttore dei lavori
e dall’appaltatore e un esemplare di esso è inviato al responsabile del procedimento,
che ne rilascia copia conforme all’appaltatore ove questo lo richieda.
Qualora la natura e l’importanza dei lavori o dell’opera lo richiedano ovvero in
caso di temporanea indisponibilità delle aree e degli immobili, il capitolato speciale
può prevedere che la consegna lavori possa farsi in più volte con successivi verbali
di consegna parziale; in caso di urgenza l’appaltatore comincia i lavori per le sole
parti già consegnate.
In caso di consegna parziale, l’appaltatore è tenuto a presentare un programma
di esecuzione dei lavori che preveda la realizzazione prioritaria delle lavorazioni
sulle aree e sugli immobili disponibili.
La data di consegna a tutti gli effetti di legge è quella dell’ultimo verbale di
consegna parziale.
Nel caso di subentro di un appaltatore ad un altro nell’esecuzione dell’appalto,
occorre attenersi alle prescrizioni di cui all’art. 132 del regolamento generale.
N.B.
• L’obbligazione contrattuale di assicurare all’appaltatore la giuridica possibilità di eseguire i lavori
affidatagli comporta che la stazione appaltante sia tenuta ad assicurarsi della disponibilità delle aree
sulle quali l’opera appaltata deve sorgere, facendone consegna all’appaltatore: la mancata consegna
dell’area implica l’esonero dell’impresa da qualsiasi responsabilità per inadempimento, con
l’ulteriore conseguenza che, per i principi che regolano la c.d. mora accipiendi, il creditore è tenuto
al risarcimento del danno derivante dal fatto proprio senza onere per il debitore di fornire la prova
liberatoria di cui all’art. 1218 c.c.
Qualora l’appaltatore non si presenti nel giorno stabilito per la consegna lavori,
il direttore dei lavori fissa una nuova data, rilevando comunque che la decorrenza del
termine contrattuale resta quella della data della prima convocazione; ove trascorra
infruttuosamente il nuovo termine assegnato, la stazione appaltante ha facoltà di
risolvere il contratto e di incamerare la cauzione.
Nel caso in cui la consegna avvenga in ritardo per fatto o colpa della stazione
appaltante, l’appaltatore può chiedere di recedere dal contratto e, ove l’istanza di
recesso venga accolta, egli ha diritto al rimborso di tutte le spese contrattuali nonché
di quelle effettivamente sostenute e documentate ma in misura non superiore ai limiti
indicati dal capitolato generale.
Nel caso, invece, che l’istanza non venga accolta e si proceda tardivamente alla
consegna, l’appaltatore ha diritto ad un compenso per i maggiori oneri dipendenti dal
ritardo.
La facoltà della stazione appaltante di non accogliere l’istanza di recesso non può
CONSEGNA LAVORI - Voce n. 20 101
esercitarsi qualora il ritardo nella consegna superi la metà del termine utile
contrattuale.
Nelle ipotesi di consegna in ritardo per fatto o colpa della stazione appaltante, il
responsabile del procedimento ha l’obbligo di informare l’Autorità per la vigilanza
sui lavori pubblici.
N.B.
• Il regolamento generale (art. 129, comma 8) riconosce per la consegna lavori avvenuta in ritardo un
compenso per i maggiori oneri conseguenti in conformità anche ad una consolidata giurisprudenza
della Cassazione ed amministrativa (si veda, tra le altre, Cass. civ. - sez. I - 25 luglio 1990, n. 7536
e 29 settembre 1997, n. 9531; T.A.R. Marche - 7 marzo 1997, n. 162).
• L’istituto del recesso per il ritardo della consegna dei lavori delinea un tipo di procedimento di natura
amministrativa, che è condizione essenziale prima di ogni altra azione (Cass. civ. - 22 aprile 1991,
n. 4341).
• Nel caso in cui, in relazione al ritardo nella consegna dei lavori per fatto o colpa della stazione
appaltante, l’appaltatore non eserciti la facoltà di recesso, dovendosi presumere che egli consideri
ancora eseguibile il contratto senza ulteriori oneri, egli non può pretendere il risarcimento del danno
anche se vi sia stata la preventiva messa in mora dell’amministrazione e se sia stata iscritta riserva
nel verbale di tardiva consegna dei lavori (Cass. civ. - sez. I - 25 maggio 1990, n. 7536; 8 maggio
1992, n. 5496 e 15 novembre 1997, n. 11329).
1. Presupposti
L’eventuale sospensione dei lavori può avvenire in fatto e in concreto tanto per
iniziativa dell’appaltatore quanto per iniziativa dell’amministrazione appaltante: la
decisione comunque di sospensione compete solo all’amministrazione appaltante, in
quanto l’appaltatore per nessun pretesto (art. 348 della legge n. 2248/1865, all. F)
può sospendere o rallentare l’opera, nel senso che egli soggiace all’obbligo generale
di eseguire in via continuativa i lavori fino all’ultimazione dell’opera.
I presupposti che legittimano la sospensione dei lavori sono quelli di seguito
indicati.
1) Circostanze speciali (es. terremoto, condizioni climatologiche avverse) che
impediscono in via temporanea che i lavori procedano utilmente a regola d’arte.
La speciale circostanza rientra nella più generale categoria della forza maggiore,
nel senso di evento che rende impossibile la prosecuzione dei lavori.
Ove successivamente alla consegna dei lavori insorgano, per cause imprevedibili
o di forza maggiore, circostanze che impediscano parzialmente il regolare
svolgimento dei lavori, l’appaltatore è tenuto a proseguire le parti di lavoro
eseguibili, per cui si provvede solo alla sospensione parziale dei lavori non
eseguibili, dandone atto in apposito verbale.
Ove ricorrano le circostanze sopraindicate, il direttore dei lavori ordina la
sospensione con le modalità che verranno descritte nel successivo paragrafo.
2) Ragioni di pubblico interesse o necessità
Le ragioni di pubblico interesse o necessità, la cui valutazione è variabile in
relazione al caso concreto, devono essere rappresentate da condizioni oggettive
non imputabili all’amministrazione appaltante (es. sopraggiunta normativa in
materia di tutela ambientale).
v da sottolineare che, mentre per le cause di forza maggiore la sospensione è sine
E
die, fino cioè al venire meno di tali cause, la sospensione per ragioni di pubblico
interesse o necessità non può superare i limiti previsti dal capitolato generale.
N.B.
• La morte e il fallimento dell’appaltatore non determinano la sospensione dei lavori ma il subentro del
supplente.
104 LA DISCIPLINA
2. Modalità (1)
3. Ripresa lavori
Appena venute meno le cause della sospensione dei lavori, i medesimi vanno
ripresi, dandone atto con verbale da redigersi a cura del direttore dei lavori e firmato
dall’appaltatore.
Il verbale di ripresa, che deve indicare il nuovo termine contrattuale, va trasmesso al
responsabile del procedimento entro 5 giorni dalla data della sua redazione.
Le contestazioni dell’appaltatore in merito alla sospensione dei lavori devono
essere iscritte, a pena di decadenza, nei verbali di sospensione e di ripresa dei lavori.
Qualora l’appaltatore non intervenga alla firma dei verbali ovvero si rifiuti di
4. Sospensione illegittima
1. Elementi generali
v principio fondamentale che nessuna variazione o addizione al progetto
E
approvato può essere introdotta dall’appaltatore se non è disposta dal direttore dei
lavori e preventivamente approvata dalla stazione appaltante nel rispetto delle
condizioni e dei limiti stabiliti dall’art. 25 della legge n. 109/1994 e successive
modifiche.
Le variazioni eseguite senza le prescritte approvazioni non danno titolo al
pagamento dei lavori non autorizzati e comportano, in conformità alle disposizioni
del direttore dei lavori, alla rimessa in pristino, a carico dell’appaltatore, dei lavori
e delle opere nella situazione originaria.
La variante costituisce una modifica dei contenuti previsionali del progetto.
Le varianti si distinguono in quantitative, qualitative e miste.
Le varianti quantitative incidono sulle quantità dei lavori aumentando o
diminuendo l’importo contrattuale; quelle qualitative implicano nuove categorie di
lavoro in aggiunta o in sostituzione di quelle originarie e possono comportare una
diminuzione o un aumento dell’importo contrattuale; quelle miste, nella pratica le
più frequenti, sono insieme modifiche di natura quantitativa e qualitativa.
Le variazioni qualitative implicano, di norma, il concordamento di nuovi prezzi,
i quali vanno determinati con i criteri e le modalità stabiliti dall’art. 136 del
regolamento generale.
L’atto di sottomissione concernente l’introduzione di varianti o aggiunte di lavori
che diano luogo ad elevazione di prezzi non va configurato come fatto genetico di
un nuovo rapporto ma semplicemente come fatto aggiuntivo dell’originario contratto
e ha il suo fondamento nella necessità di adeguare l’esecuzione dell’opera alle
esigenze perseguite (Cons. giust. amm. Reg. Sic. - 2 marzo 1990, n. 37; Cass. civ.
- sez. I - 13 giugno 1990, n. 5763).
3. Modalità
Nei casi in cui è ammessa la variante, il direttore dei lavori, sentiti il responsabile
del procedimento ed il progettista, promuove la redazione di una perizia suppletiva
e di variante, indicandone i motivi nell’apposita relazione, con invio degli atti al
responsabile del procedimento, al quale compete, previa idonea istruttoria ed
accertamento delle cause, delle condizioni e dei presupposti, come indicato nel
paragrafo precedente, la stesura di apposita relazione propositiva.
Le perizie di variante, corredate dai pareri e dalle autorizzazioni richiesti, sono
approvate dal responsabile del procedimento qualora non comportino ulteriore spesa
rispetto a quella prevista nel quadro economico del progetto approvato: diversa-
mente sono approvate dall’organo decisionale della stazione appaltante su parere
dell’organo che ha approvato il progetto.
Sono pure approvate dal responsabile del procedimento le varianti di cui al
comma 3, terzo periodo, dell’art. 25 citato, previo accertamento della loro non
prevedibilità.
Successivamente il direttore dei lavori con appositi ordini, che devono far
menzione dell’approvazione intervenuta, invita l’appaltatore ad eseguire le varia-
zioni ritenute necessarie dalla stazione appaltante: a tale invito corrisponde l’obbligo
dell’appaltatore a meno che le varianti non mutino sostanzialmente la natura dei
lavori oggetto dell’appalto.
Le variazioni vanno valutate ai prezzi di contratto, ma se comportano categorie
di lavorazioni non previste o si debbano impiegare materiali per i quali non risulta
fissato il prezzo contrattuale occorre provvedere alla formazione di nuovi prezzi
secondo i criteri e le modalità stabiliti dall’art. 136 del regolamento generale.
I componenti dell’ufficio della direzione lavori sono responsabili delle conse-
guenze derivate dall’aver ordinato o lasciato eseguire variazioni o addizioni al
progetto, senza averne ottenuta regolare autorizzazione, sempre che non derivino da
interventi volti ad evitare danni a beni soggetti alla vigente legislazione in materia
di beni culturali e ambientali.
N.B.
• La proposta di variazione deve essere comunicata dal direttore dei lavori all’appaltatore con ordine
scritto: in mancanza di tale ordine scritto è precluso all’appaltatore pretendere un compenso maggiore
per variazioni o lavori addizionali non previsti in contratto, in quanto l’ordine non scritto non è
idoneo a produrre un qualsiasi effetto giuridico (Cass. civ. - sez. I - 25 maggio 1990, n. 7536).
• In relazione alla determinazione del quinto d’obbligo, l’importo dell’appalto è formato da quello
contrattuale aumentato della somma riferita ad eventuali atti di sottomissione per varianti o lavori
suppletivi nonché dell’ammontare dei compensi eventualmente assegnati in aggiunta al corrispettivo
110 LA DISCIPLINA
contrattuale e delle riserve già definite in corso d’opera, ai sensi dell’art. 31-bis della legge n.
109/1994 e successive modifiche.
• Nella determinazione del sesto quinto non vanno compresi gli aumenti, rispetto alle previsioni
contrattuali, delle opere relative a fondazioni, per le quali l’appaltatore può solo chiedere, qualora
superino, rispetto alle quantità previste, il quinto dell’importo totale del contratto, un equo compenso
per la parte eccedente.
• Le varianti di importo superiore al 20% vanno considerate, per la loro capacità di alterare i prezzi di
appalto originari, quali veri e propri accordi autonomi e, come tali, sono soggetti alla normativa
vigente al momento della loro sottoscrizione (Cons. di Stato - sez. II - parere 8 aprile 1998).
4. Le variazioni arbitrarie
Nel corso dei lavori possono insorgere divergenze su aspetti tecnici influenti sul
processo esecutivo.
Nei casi in cui si presenti tale situazione, le contestazioni al riguardo insorte
vanno comunicate dal direttore dei lavori o dall’appaltatore al responsabile del
procedimento, il quale entro 15 giorni dalla comunicazione convoca le parti per
risolvere, attraverso il contraddittorio e la valutazione della questione, la relativa
controversia.
La decisione del responsabile del procedimento è comunicata all’appaltatore, il
quale ha l’obbligo di uniformarvisi, salvo il diritto di iscrivere riserva nel registro di
contabilità in occasione della sottoscrizione.
Qualora, invece, le contestazioni riguardino specifici fatti, va redatto da parte del
direttore dei lavori apposito verbale delle circostanze contestate in contraddittorio
con l’appaltatore o, in mancanza, in presenza di due testimoni: in quest’ultimo caso
il verbale va comunicato all’appaltatore per le sue osservazioni da presentarsi entro
8 giorni dal ricevimento e, in mancanza di osservazioni nel termine, le risultanze del
verbale si intendono accettate.
Il processo verbale, firmato dall’appaltatore o dal suo rappresentante o, in caso
di assenza, dai testimoni, va trasmesso, con le eventuali osservazioni dell’appalta-
tore, al responsabile del procedimento.
Contestazioni e relativi ordini di servizio sono annotati nel giornale dei lavori.
2. Le riserve dell’appaltatore
N.B.
• Nell’esecuzione di un’opera pubblica, le spese generali di cantiere (illuminazione, assicurazione,
compensi ai guardiani, ecc.) sono a carico dell’appaltatore, che è tenuto alla custodia delle opere in
corso di realizzazione e delle attrezzature impiegate (Corte dei Conti - sez. contr. Stato - 13 settembre
1994, n. 61).
Nei casi in cui durante l’esecuzione dei lavori si verifichino sinistri alle persone
o danni alle proprietà, il direttore dei lavori è tenuto a compilare apposita relazione
illustrativa dei fatti e delle presumibili cause e ad adottare gli opportuni provvedi-
menti finalizzati a ridurre per la stazione appaltante le conseguenze dannose.
116 LA DISCIPLINA
5. Ritardo nell’ultimazione
1. Elementi generali
in corso d’opera ha effetto vincolante (Corte dei Conti - sez. contr. Stato - 22 giugno
1993, n. 103).
Il soggetto appaltante, entro 30 giorni dalla data di ultimazione dei lavori ovvero
dalla data di consegna dei lavori in caso di collaudo in corso d’opera, è tenuto a conferire
l’incarico di collaudo a professionisti qualificati in relazione alla tipologia e categoria
degli interventi nonché in relazione alla loro complessità ed al relativo importo.
L’affidamento del collaudo a tecnici esterni può avvenire soltanto nell’ipotesi di
carenza di organico di soggetti in possesso dei necessari requisiti, accertata e
certificata dal responsabile del procedimento (art. 188, comma 3, del regolamento
generale).
In tali ipotesi le stazioni appaltanti individuano, nell’ambito degli elenchi istituiti
presso il Ministero dei lavori pubblici, le Regioni e le Province autonome, il
professionista o i professionisti da incaricare, in possesso dei requisiti richiesti e che
abbiano conseguito la laurea, rispettivamente, da almeno 10 anni per il collaudo di
lavori di importo pari o superiore a 5 milioni di euro o per lavori comprendenti
strutture ovvero da 5 anni per il collaudo di lavori di importo inferiore a un milione
di euro.
Gli incarichi di collaudo non possono essere affidati ai soggetti indicati nell’art.
188, comma 4, del regolamento generale.
Nel caso di lavori che richiedono, in ragione della particolare tipologia e
categoria dell’intervento, l’apporto di professionalità diverse, il collaudo va affidato
ad una commissione di tre membri, con la designazione di quello avente la funzione
di presidente, rilevando che i membri della commissione devono essere o tutti interni
o tutti esterni.
Quando il collaudo è affidato ad una commissione, le operazioni sono dirette dal
presidente e i verbali e le relazioni sono firmati da tutti i componenti.
Nei casi di dissenso, le conclusioni del collaudo sono assunte a maggioranza e la
circostanza deve risultare dal certificato: il componente dissenziente ha diritto di
esporre le ragioni del dissenso negli atti di collaudo.
N.B.
• Gli elenchi dei collaudatori vanno predisposti entro 3 mesi dall’entrata in vigore del regolamento
generale: in assenza dell’elenco le stazioni appaltanti possono affidare discrezionalmente gli incarichi
di collaudo ai soggetti in possesso dei prescritti requisiti.
• Le commissioni di collaudo configurano dei collegi perfetti, per cui le relative determinazioni vanno
adottate con la partecipazione di tutti i membri (Corte dei Conti - sez. contr. Stato - 20 gennaio 1990,
n. 4).
• Nell’ipotesi in cui il collaudatore, in relazione ad una attività colposa o negligente, arrechi danno
patrimoniale alla stazione appaltante, è sottoposto per tale responsabilità patrimoniale alla giurisdi-
zione contabile della Corte dei Conti, in quanto la giurisdizione del giudice contabile in materia di
responsabilità amministrativa si estende all’esame delle controversie attinenti ai danni patrimoniali
arrecati all’amministrazione da soggetti ad essa legati da un particolare rapporto di servizio, come
appunto quello dell’affidamento del collaudo a tecnici esterni (Corte dei Conti - sez. I - 9 dicembre
1991, n. 364 e 15 settembre 1993, n. 127; Cass. civ. - sez. un. - 5 aprile 1993, n. 4060).
IL COLLAUDO DELL’OPERA PUBBLICA - Voce n. 26 121
3. Il procedimento di collaudo
3.1. Determinazione del giorno di visita
L’organo di controllo, acquisita la documentazione indicata nell’art. 190 del
regolamento generale, fissa il giorno della visita di collaudo informandone il
responsabile del procedimento, il quale, a sua volta, ne dà tempestiva comunicazione
all’appaltatore, al direttore dei lavori e al personale incaricato della sorveglianza e
della contabilità dei lavori.
Qualora l’appaltatore, pur tempestivamente invitato, non intervenga alle visite di
collaudo, le relative operazioni vengono esperite alla presenza di due testimoni
estranei alla stazione appaltante, con spesa a carico dell’appaltatore.
Il direttore dei lavori ha l’obbligo di presenziare alle visite di collaudo.
impartite dal direttore dei lavori, esponendo, sulla scorta dei pareri del responsabile
del procedimento, quanto segue:
a) se il lavoro sia o no collaudabile;
b) a quali condizioni e restrizioni si possa collaudare;
c) i provvedimenti da prendere qualora non sia collaudabile;
d) le modificazioni da introdursi nel conto finale;
e) il credito liquido dell’appaltatore.
Con relazione, poi, separata e riservata, il collaudatore esprime il proprio parere
sulle domande dell’impresa e sulle eventuali penali per le quali non sia già
intervenuta una risoluzione definitiva.
N.B.
• La sottoscrizione del certificato di collaudo senza la formulazione di riserve o domande esplicite
preclude all’appaltatore solamente la possibilità di tutelare i propri diritti eventualmente lesi dalle
modalità delle operazioni di collaudo e non qualunque diritto derivante dal contratto quale quello
relativo al risarcimento del danno causato dall’ingiustificato ritardo nel pagamento del corrispettivo
contrattuale (Cass. civ. - sez. I - 16 giugno 1997, n. 5373).
• Nell’ipotesi di modifiche progettuali apportate dall’appaltatore di propria iniziativa, il collaudo
dell’opera non implica di per sé l’accettazione da parte del committente dei maggiori lavori e, quindi,
del maggior prezzo: ciò in quanto il collaudo sostanzialmente costituisce un’operazione veramente
accertativa realizzata in conformità agli elementi progettuali e alle norme contrattuali.
In concreto la contabilizzazione e la pronuncia del collaudatore sulla indispensabilità ed indifferi-
bilità dei lavori eseguiti fuori dal contratto non possono far sorgere a favore dell’appaltatore alcun
2. Le responsabilità dell’appaltatore
Nei casi in cui dall’esecuzione dell’opera pubblica derivino danni a terzi, occorre
valutare, ai fini delle conseguenti responsabilità, le cause che hanno originato
l’evento dannoso.
L’appaltatore è sempre responsabile nei confronti dei terzi per i danni che questi
abbiano subito a causa di inosservanza di norme tecniche o della comune diligenza.
Nei casi in cui i danni discendano da violazioni del direttore dei lavori o dalle
direttive da lui impartite, può configurarsi un concorso di colpa tra il direttore dei
lavori e l’appaltatore ma non il completo esonero di quest’ultimo da ogni
responsabilità, a meno che l’appaltatore abbia agito senza alcun potere decisionale e
di determinazione (Cass. civ. - sez. III - 9 febbraio 1991, n. 1346 e 4 giugno 1999,
n. 5455).
L’imputabilità è soltanto del soggetto appaltante qualora i danni provengano
direttamente da fatti della stazione appaltante, come nel caso in cui il responsabile
del procedimento imponga le sue direttive, riducendo l’imprenditore-appaltatore al
rango di nudus minister (Cass. civ. - sez. I - 20 novembre 1997, n. 11566 e sez. III
- 9 dicembre 1997, n. 12449).
In tale ipotesi il danneggiato deve chiamare in causa il soggetto appaltante che
risponde a prescindere dall’elemento della colpa, fondandosi la relativa responsabi-
132 LA DISCIPLINA
Salvo quanto disposto dall’art. 1669 c.c., l’appaltatore risponde per la difformità
e i vizi dell’opera, ancorché riconoscibili, purché denunciati dal soggetto appaltante
prima che il certificato di collaudo assuma carattere definitivo (decorsi due anni
dall’emissione del certificato di collaudo provvisorio).
La responsabilità in questione è fondata sulla colpa, per cui è compito del
soggetto appaltante, qualora riscontri la presenza di imperfezioni più o meno gravi,
darne la prova attraverso ogni mezzo utile; invece, l’appaltatore, perché vada esente
da responsabilità, deve comprovare l’assenza di colpa, nel senso di aver adottato
tutte le misure per evitare il danno.
Conseguentemente, nei casi in cui il risultato sia stato cagionato da scelte del
committente non mai contestate, l’appaltatore è responsabile, in quanto egli è tenuto
a fornire un’opera eseguita a regola d’arte e non già ad obbedire supinamente alle
istruzioni del committente; diversamente egli non dovrà rispondere delle imperfe-
zioni dell’opera qualora dimostri che, nonostante abbia manifestato il proprio
dissenso, il committente lo ha indotto ad eseguire il progetto viziato.
L’appaltatore, in concreto, è tenuto a verificare la validità del progetto fornitogli
dal committente e nei limiti della sua perizia e delle sue capacità tecniche a segnalare
eventuali errori o difetti del progetto: se non lo fa in modo tempestivo diviene
responsabile dei vizi dell’opera (Cass. civ. - sez. II - 22 febbraio 2000, n. 1965).
L’appaltatore è esente da responsabilità anche nei casi in cui la causa dei vizi
dipenda da gravi errori della progettazione richiedenti cognizioni tecniche che
l’appaltatore non è tenuto a possedere.
La responsabilità extracontrattuale dell’appaltatore per gravi difetti riscontrati
nell’opera, ancorché possa concorrere con quella di altri soggetti, si estende a quanto
costituisce il risultato finale dell’opera stessa, quando i difetti denunciati ne
compromettano il godimento e la funzione (Cass. civ. - sez. I - 14 febbraio 2000, n.
1608).
In caso di difformità e vizi dell’opera, il committente può chiedere:
a) l’eliminazione a spese dell’appaltatore mediante condanna da eseguire ai sensi
dell’art. 2931 c.c.;
b) la riduzione del prezzo;
c) la risoluzione del contratto: quest’ultimo mezzo può essere esperito soltanto nel
caso in cui le difformità e i vizi siano tali da rendere l’opera assolutamente
inaccettabile, considerata nella sua unicità e complessità, perché inadatta alla sua
destinazione o perché diversa da quella del tutto voluta.
In difetto di esecuzione, nel termine concesso all’appaltatore dalla sentenza di
primo grado per eliminare i vizi e le difformità dell’opera, il soggetto appaltante può
v NEL PUBBLICO APPALTO - Voce n. 27
LE RESPONSABILITA 133
Per gli edifici o altri immobili destinati per loro natura a lunga durata, si ha la
responsabilità decennale dell’appaltatore (art. 1669 c.c.) per vizi che determinano la
rovina totale o parziale dell’opera, evidente pericolo di rovina, gravi difetti incidenti
sugli elementi strutturali, che derivino da difetto del suolo o da difetto di costruzione:
la durata decennale decorre dall’approvazione del collaudo ovvero dal momento in
cui è decorso il termine per l’approvazione del collaudo.
L’esperibilità dell’azione, ex art. 1669 c.c., è subordinata alla condizione che il
committente abbia fatto denuncia dei vizi entro il termine decadenziale di un anno
dalla scoperta, sempre che questa sia avvenuta entro il decennio: dalla data della
denuncia l’amministrazione ha un anno per proporre la relativa domanda giudiziale.
Si sottolinea che per i lavori il cui importo superi l’ammontare stabilito con
decreto del Ministero dei lavori pubblici l’appaltatore ed il concessionario sono
obbligati a stipulare, con decorrenza dalla data di emissione del certificato di
collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione o comunque decorsi 12
mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato, una
polizza indennitaria decennale a copertura dei rischi di rovina totale o parziale
dell’opera, ovvero dei rischi derivanti da gravi difetti costruttivi.
La polizza in questione deve contenere gli elementi di cui all’art. 104, comma 1,
del regolamento generale.
Voce n. 28
IL CONTENZIOSO NELLA FASE ANTECEDENTE
IL CONTRATTO
1. Elementi generali
2. Soggetti legittimati
3. L’impugnazione
3.1. Termini
Sul punto si richiama l’attenzione che l’art. 19 del D.L. n. 67/1997, come
modificato dalla legge di conversione 23 maggio 1997, n. 135, ha portato notevoli
innovazioni in tema di contenzioso sugli appalti pubblici di lavori.
La disposizione suindicata si applica ai giudizi davanti ai tribunali amministrativi
regionali ed al Consiglio di Stato aventi ad oggetto provvedimenti relativi a
procedure di affidamento di incarichi di progettazione e attività tecnico-
amministrative ad essa connesse e provvedimenti di aggiudicazione, affidamento ed
esecuzione di opere pubbliche o di pubblica utilità, ivi comprese le procedure di
occupazione ed espropriazione delle aree ad esse destinate.
Il terzo comma, poi, della norma dispone che «tutti i termini processuali sono
ridotti della metà».
Va subito evidenziato che lo speciale procedimento giurisdizionale introdotto
dalla disposizione in questione, considerata la sua natura speciale, trova applicazione
nei soli casi espressamente elencati: in tal senso si veda T.A.R. Piemonte - sez. II -
4 febbraio 1999, n. 110.
Pertanto, mentre per gli incarichi di progettazione la norma si applica per tutti gli
atti della gara, per gli appalti pubblici la norma si applica alle controversie
immediatamente legate all’aggiudicazione, con esclusione delle questioni attinenti
alle fasi precedenti (es. impugnativa del bando di gara).
Ne consegue che in tema di gare per l’affidamento di opere pubbliche la
riduzione del termine dell’impugnativa da 60 a 30 giorni vale solo per i provvedi-
menti direttamente collegati con l’aggiudicazione.
3.4. Il procedimento
Nel precedente paragrafo 3.1. si è accennato alla riduzione dei termini introdotta
dall’art. 19 del D.L. n. 67/1997, come modificato dalla legge di conversione n.
135/1997, nei giudizi concernenti, tra l’altro, i provvedimenti di aggiudicazione.
Si indicano ora le altre innovazioni introdotte dalla norma suindicata come di
seguito indicate.
Il tribunale amministrativo regionale, chiamato a pronunciarsi sulla domanda di
sospensione, può definire immediatamente il giudizio nel merito, con motivazione in
forma abbreviata: le medesime disposizioni si applicano davanti al Consiglio di
Stato in caso di domanda di sospensione della sentenza impugnata.
Il dispositivo della sentenza è pubblicato entro 7 giorni dalla data dell’udienza
con deposito in cancelleria.
Se viene emanato il provvedimento cautelare, senza la definizione del merito,
l’udienza di discussione nel merito deve essere fissata entro 60 giorni: contro la
sentenza è esperibile l’appello, con possibilità di richiedere anche in secondo grado
la procedura accelerata.
Se, invece, viene definito immediatamente il merito della causa, usufruendo della
procedura accelerata, non si emana alcun provvedimento cautelare e occorrerà
depositare il mero dispositivo della sentenza entro il settimo giorno dall’udienza, con
successivo deposito delle motivazioni nei termini ridotti alla metà (22 giorni).
Contro tale decisione è ammessa un’impugnazione immediata davanti al Consi-
glio di Stato, subito dopo la pubblicazione del dispositivo, con riserva di presenta-
zione dei motivi dell’appello nei 30 giorni successivi alla notificazione della
sentenza contenente le motivazioni rese in primo grado.
Sul procedimento giurisdizionale di cui trattasi si richiama l’attenzione sulle
disposizioni di cui agli artt. 33 e 35 del D.Lgs. n. 80/1998.
Per effetto del combinato disposto del comma 1 (che si riferisce solo agli appalti
dei servizi) e del comma 2 del suindicato art. 33, lettera e), la giurisdizione esclusiva
del giudice amministrativo comprende tutte le controversie relative alle procedure di
affidamento di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture (T.A.R. Veneto - sez. I
- 9 febbraio 1999, n. 119; T.A.R. Toscana - sez. II - 24 febbraio 1999, n. 224; T.A.R.
Marche - 11 febbraio 1999, n. 136).
Per effetto della disposizione di cui all’art. 35, il giudice amministrativo, oltre il
potere di annullamento dell’atto illegittimo, ha il potere di condannare il soggetto
appaltante a risarcire il danno ingiusto subito dal concorrente leso dall’atto
illegittimo. Il risarcimento del danno può essere assicurato al ricorrente in due
diverse forme:
− la prima consiste nell’attribuzione di una somma di denaro risarcitoria del danno
subito a causa del provvedimento illegittimamente adottato;
− la seconda è la reintegrazione in forma specifica, nel senso che il concorrente va
rimesso nella posizione in cui si sarebbe trovato se il soggetto appaltante avesse
agito legittimamente.
140 LA DISCIPLINA
1. Elementi generali
2. L’accordo bonario
generale, è che l’appaltatore, nel corso dell’esecuzione dei lavori, abbia iscritto
riserve nei documenti contabili per un importo complessivo non inferiore al 10%
dell’importo originario del contratto: lo strumento può essere utilizzato più volte, nel
senso che, definito un primo complesso di riserve il cui ammontare non sia inferiore
alla percentuale indicata, ad esso si può nuovamente ricorrere ogniqualvolta in un
momento successivo si raggiunga la percentuale stabilita.
Il procedimento si articola nel modo di seguito indicato.
1) Il direttore dei lavori informa il responsabile del procedimento con apposita
relazione ogni volta che viene raggiunta la percentuale suindicata.
2) Il responsabile del procedimento, valutata l’ammissibilità e la non manifesta
infondatezza delle riserve ai fini dell’effettivo raggiungimento del limite di
valore, acquisisce la relazione riservata del direttore dei lavori e, ove costituito
dell’organo di collaudo, sente l’appaltatore sulle condizioni e i termini di un
eventuale accordo e formula una proposta di soluzione bonaria al soggetto
appaltante: è ovvio che ove la verifica del limite del valore delle riserve che si
ritengono ammettere dia esito negativo, il procedimento si arresta.
3) Segue la determinazione dell’organo decisionale del soggetto appaltante, il quale
gode della più ampia discrezionalità, nel senso che può accettare o respingere
integralmente la proposta del responsabile del procedimento come decidere di
modificare i termini della proposta medesima.
La determinazione, da assumersi entro i 60 giorni dalla ricezione della proposta
del responsabile del procedimento, va comunicata a tale soggetto ed all’appal-
tatore.
4) Ove l’appaltatore aderisca alla determinazione assunta, il responsabile del
procedimento convoca l’appaltatore ed il dirigente della competente struttura del
soggetto appaltante a sottoscrivere il verbale di accordo bonario: la sottoscrizione
determina la definizione di ogni contestazione sino a quel momento insorta.
N.B.
• Le reciproche concessioni delle parti nel corso della procedura di accordo bonario non comportano
alcun riconoscimento di responsabilità o implicita rinuncia ai propri diritti.
• In caso di mancata sottoscrizione dell’accordo, le dichiarazioni e gli atti del procedimento non sono
vincolanti per le parti.
• In caso di definizione positiva dell’accordo bonario, sulle somme riconosciute all’appaltatore
spettano gli interessi legali a decorrere dal sessantesimo giorno successivo alla sottoscrizione
dell’accordo stesso.
3. Il giudizio arbitrale
Note esplicative
(1) Il presente provvedimento si riferisce a servizi di progettazione e direzione lavori di importo complessivo
inferiore a 40.000 euro.
(2) Per l’incarico della progettazione esterna occorre la certificazione, attestante la carenza di organico, da
parte del responsabile del procedimento.
(3) La carenza di organico deve essere oggettiva in relazione alla struttura dell’ente e della natura dell’opera
da realizzare, nel senso che l’ente non dispone di tecnici professionalmente qualificati in relazione all’opera che si
intende realizzare.
(4) L’affidamento di incarichi di progettazione importo inferiore a 40.000 euro vanno affidati previa adeguata
pubblicità; quelli il cui corrispettivo complessivo stimato (costituito dalla quota riferita alla progettazione e dalla
quota riferita alle prestazioni accessorie) è compreso tra 40.000 euro e il controvalore in euro di 200.000 Dsp vanno
affidati mediante licitazione privata (art. 62 del regolamento generale).
(5) Ai sensi dell’art. 17, comma 14, della legge n. 109/1994 e successive modifiche la direzione lavori va
affidata con priorità al professionista incaricato della progettazione.