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l'influenza delle informazioni ricevute tramite questo corso.
Nessuna delle informazioni presenti può essere considerata come una raccomandazione,
promessa o garanzia per l'investitore di ottenere un profitto o minimizzare i rischi o come
un invito ad investire su strumenti finanziari di cui non si ha una conoscenza appropriata.
Tutti i pattern e le strategie proposte sono stati realizzati a puro scopo didattico e
comunque non costituiscono sollecitazione al pubblico risparmio.
Chi dovesse utilizzarli per uno scopo diverso, lo farà in piena autonomia, sotto la sua
esclusiva responsabilità e a proprio rischio.
Si declina, inoltre, ogni responsabilità anche per eventuali inesattezze dei dati riportati o
malfunzionamento dei sistemi.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE I e II
Parte Prima
• I Fondamenti dell’Analisi Tecnica
• La Teoria di Dow
• Rappresentazione dei prezzi (a barre, candele giapponesi)
Parte Seconda
• I Concetti fondamentali del trend
• Supporti e resistenze
• Le Trendline
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE III - IV
Parte Terza
• Figure di inversione
• Figure di continuazione
• Serie di Fibonacci e i Ritracciamenti
• I Gap e i Lap
Parte Quarta
• Gli Indicatori
• Gli Oscillatori
• Il Money Management
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE
PARTE PRIMA
• La Teoria di Dow
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA - I Fondamenti dell’analisi tecnica
L’analisi grafica è un ambito dell’analisi tecnica che si propone di effettuare delle previsioni
sui prezzi per mezzo dello studio dei grafici, senza dover ricorrere all’analisi delle
motivazioni esterne al prezzo stesso.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA - I Fondamenti dell’analisi tecnica
Per mezzo dello studio dei grafici, gli analisti riescono a capire quale direzione il mercato
intende prendere.
I prezzi si muovono dentro al trend: è più probabile che un trend abbia un andamento
continuo, piuttosto che una brusca inversione.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA - I Fondamenti dell’analisi tecnica
Gli indicatori/oscillatori hanno un grosso limite: sono, per definizione, una rilettura delle
quotazioni.
In definitiva, l’analisi tecnica non potrà mai dare la certezza di una salita o di una discesa
dei prezzi, potrà però fornire un quadro abbastanza preciso dei probabili scenari
all’interno dei quali uno strumento finanziario si muoverà. In moltissime occasioni è ciò
che fa la differenza tra un’operazione chiusa in perdita ed una chiusa in utile.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA - I Fondamenti dell’analisi tecnica
L’analisi Fondamentale
Gli analisti fondamentali studiano le cause dei movimenti del mercato, mentre gli analisti
tecnici studiano gli effetti.
Mediante l’analisi fondamentale si può arrivare agli stessi risultati dell’analisi tecnica, ma
per una strada estremamente più complicata e meno flessibile da applicare.
Per fare l’analisi di un titolo su un grafico sono necessari solo pochi minuti, valutare il
bilancio di un’azienda è decisamente più complicato, in particolare quando i dati sono
poco chiari.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA
La Teoria di Dow
Charles Dow, ideatore insieme a Edward Jones del Dow Jones Industrial Average Index,
sviluppò una teoria sul movimento degli indici di borsa che argomentava come i prezzi si
muovessero lungo sentieri riconoscibili (classificati nei tipi primario, secondario e minore).
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Teoria di Dow
• Un trend a rialzo può considerarsi in atto fino a che ogni impulso a rialzo porta a nuovi
massimi ed ogni correzione finisce su un minimo superiore al precedente
• Il trend primario ha tre fasi: accumulazione (acquisto da parte dei bene informati),
partecipazione pubblica (acquisto della massa, i prezzi salgono velocemente),
distributiva (i bene informati cominciano a vendere, a differenza della massa).
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Teoria di Dow
Tipi di Trend
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Teoria di Dow
L’analisi dell’indice più rappresentativo di una borsa (FTSE MIB) va sempre correlata con
quella di altri indici che facciano parte dello stesso settore (FTSE MIB BANCHE, FTSE MIB
ENERGIA…) o di settori correlati relativi ad altre borse.
Analizzando la teoria di Dow, quello che emerge in maniera molto forte è proprio
l’importanza che l’andamento degli indici industriali e dei trasporti ha; questo principio si
poggia su un aspetto logico che dimostra come il mercato azionario è una sorta di
barometro per misurare le condizioni dell’economia.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Teoria di Dow
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Teoria di Dow
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Teoria di Dow
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA
Compreso che i prezzi scontano tutto, che la storia si ripete e che il mercato si muove
secondo tendenze, per il trader nasce l’esigenza di possedere degli strumenti tecnici che
gli permettano di individuare e classificare le tendenze in atto.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Rappresentazione dei Prezzi
Sull'asse delle ascisse viene evidenziata la scala temporale, su quella delle ordinate i livelli
di prezzo.
Esistono varie tipologie di grafici per visualizzare i prezzi, le più comuni sono i grafici
lineari, a barre e candlestick.
Una volta scelta la forma nella quale rappresentare i prezzi, possiamo personalizzare la
scala temporale di visualizzazione che può essere: a minuti, oraria, giornaliera,
settimanale, mensile. Ogni time frame ha la sua specifica utilità, i suoi vantaggi ed i suoi
limiti.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Rappresentazione dei Prezzi
I grafici lineari
I grafici lineari evidenziano solo il prezzo di chiusura e sono, appunto, delle linee continue;
mancando i valori di minimo e massimo del periodo di osservazione.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Rappresentazione dei Prezzi
I grafici a barre
I grafici a barre, rispetto ai grafici lineari, contengono delle informazioni in più: il minimo, il
massimo ed il valore di apertura.
Questo tipo di grafico risulta più adatto ad evidenziare correttamente le fasce di supporto
o di resistenza.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Rappresentazione dei Prezzi
Ogni periodo osservato viene rappresentato da una barra tanto più grande quanto
maggiore è l'escursione di prezzo tra il minimo e il massimo; la tacca a sinistra segna il
prezzo di apertura, la tacca a destra segna quello di chiusura.
I grafici candlestick
L’analisi candlestick è la metodologia di studio dei movimenti del prezzo più utilizzata e
può essere applicata a qualsiasi forma di analisi tecnica e a qualsiasi orizzonte temporale.
Il grafico candlestick, meglio di altri, evidenzia i quattro prezzi di una sessione (apertura,
minimo, massimo, chiusura), dando un quadro d'insieme molto più preciso di quello del
grafico a barre.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Rappresentazione dei Prezzi
Tutti i pattern candlestick sono riconducibili a quattro diverse categorie primarie, dalle
quali derivano tutti gli altri: candele bianche, candele nere, candele grandi, candele piccole.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Rappresentazione dei Prezzi
Una candela bianca indica che all'interno della sessione osservata vi è stato un aumento
della pressione dei compratori sui venditori.
Una candela nera, invece, indica che all'interno della sessione osservata i venditori hanno
preso il sopravvento suoi compratori.
Una candela grande esprime una combattuta battaglia tra i venditori e i compratori.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE PRIMA – La Rappresentazione dei Prezzi
Di seguito i pattern più noti, ottenibili esaminando due o tre candele successive.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE
PARTE SECONDA
• Supporti e Resistenze
• Le Trendline
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA
Dal principio fondamentale della teoria di Dow "i prezzi si muovono secondo una
tendenza".
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA - I Concetti fondamentali del Trend
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA - I Concetti fondamentali del Trend
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA - I Concetti fondamentali del Trend
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA - I Concetti fondamentali del Trend
Ogni trend fa parte del trend successivo e comprende a sua volta dei trend minori.
I movimenti non sono tutti uguali; generalmente, i trend al ribasso sono più veloci dei
trend al rialzo.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA
Supporti e Resistenze
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA – Supporti e Resistenze
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA – Supporti e Resistenze
Quando una resistenza viene violata, diventa un livello di supporto; quando un supporto
viene rotto, diventa una resistenza.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA – Supporti e Resistenze
Più è lungo il tempo in cui i prezzi si muovono attorno a livelli di supporto/resistenza, più
questi livelli sono importanti rispetto a quelli in cui i prezzi si sono mossi meno a lungo.
Un livello di supporto/resistenza più recente è più importante di un livello più lontano nel
tempo.
Le Trendline
Per tracciare una trendline sono necessari due punti (di minimo in un trend rialzista, di
massimo in un trend ribassista), un terzo per confermarne la validità.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA – Le Trendline
Dopo aver individuato il terzo punto, sarà possibile operare quando i prezzi
raggiungeranno la trendline.
Normalmente, una trendline viene tracciata sui massimi/minimi della candela e non sui
prezzi di apertura/chiusura.
Una trendline troppo “piatta” evidenzia un trend gracile e difficilmente sostenibile nel
tempo.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE SECONDA – Le Trendline
Una trendline tracciata su un grafico settimanale riveste una maggiore importanza di una
tracciata su un grafico giornaliero, ma meno di una trendline tracciata su un grafico
mensile.
Una trendline ottenuta congiungendo due minimi che si seguono a distanza di pochi giorni
ha un'affidabilità ridotta rispetto ad una trendline ottenuta congiungendo picchi che si
verificano a notevole distanza di tempo.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE
PARTE TERZA
• Figure di inversione
• Figure di continuazione
• I Gap e i Lap
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA
Figure di Inversione
Le figure di inversione più riconoscibili sono: «Testa e Spalle», «Doppio Massimo e Doppio
Minimo», «Triplo Massimo e Triplo Minimo», «Divergenza Rialzista», «Divergenza
ribassista».
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Figure di Inversione
Testa e Spalle
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Figure di Inversione
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Figure di Inversione
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Figure di Inversione
Divergenza Rialzista
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Figure di Inversione
Divergenza Ribassista
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA
Figure di Continuazione
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Figure di Continuazione
Triangoli
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Figure di Continuazione
Cunei (wedges)
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Figure di Continuazione
Rettangoli
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Figure di Continuazione
Bandiere (flags)
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA
Serie di Fibonacci e i Ritracciamenti
In matematica la Serie di Fibonacci, indicata con Fib (n), è una successione di numeri interi positivi,
in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti e i primi due termini della successione sono
per definizione F1 = 1 ed F2 = 1.
Tale successione ha quindi una definizione ricorsiva secondo la seguente regola:
F1 = 1
F2 = 1
Fn = Fn-1 + Fn-2 (per ogni n > 2)
Gli elementi Fn sono detti numeri di Fibonacci.
I primi termini della successione di Fibonacci sono, quindi:
1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, …
La serie prende il nome dal matematico pisano Leonardo Fibonacci, vissuto nel XIII secolo.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Serie di Fibonacci e i Ritracciamenti
L'intento iniziale di Fibonacci era quello di trovare una legge matematica che potesse
descrivere la crescita di una popolazione di conigli.
Ben presto, però, si è notato che la Serie di Fibonacci aveva una corrispondenza con altre
relazione geometrico-matematiche, come il «Triangolo di Tartaglia» per la determinazione
dei coefficienti del «binomio di Newton», la «Sezione aurea di un segmento o Golden
Ratio», le dimensioni della «Piramide di Giza» e che poteva essere utilizzata per
rappresentare geometricamente molti fenomeni naturali, fra cui: i semi del girasole che
sono disposti su 89 curve, secondo il modello della spirale logaritmica, 55 in una direzione
e 34 nell'altra; il guscio delle lumache, la ragnatela di alcune specie di ragno, la
conformazione di alcune galassie, l'orecchio umano, i fiocchi di neve, la posizione
dell’ombelico rispetto all’altezza di un uomo, i petali di alcuni fiori e tanti altri.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Serie di Fibonacci e i Ritracciamenti
Proprietà e relazioni:
• la somma di due numeri contigui della forma il successivo numero della sequenza: 2+3=5;
13+21=34; 89+144=233 e così via;
• il limite che tende ad infinito del rapporto tra un numero e il suo successivo è uguale a 0,618;
• il limite che tende ad infinito del rapporto tra un numero e il suo precedente è uguale a 1,618,
che è l'inverso del «Golden ratio»;
• il rapporto fra un numero ed il secondo che lo precede tende sempre a 2,618, che è il quadrato
di 1,618;
• dividendo qualsiasi numero per il secondo che lo precede nella sequenza, si ottiene sempre
«2» come quoziente, e come resto il numero immediatamente precedente il divisore (ad es.
34:13=2 con il resto di di 8; 144 diviso 55 = 2 con il resto di 34, e così via);
• escludendo 1 e 2, ogni numero della serie, moltiplicato per 4, fornisce un risultato, che
aggiunto ad un numero di una nuova serie, dà un’altra serie di Fibonacci (ad es. 3 x 4 = 12 + 1 =
13; 5 x 4 = 20 + 1 = 21; 8 x 4 = 32 + 2 = 34; 13 x 4 = 52 + 3 = 55; 21x 4 = 84 + 5 = 89, e così via).
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Serie di Fibonacci e i Ritracciamenti
Tali proprietà e relazioni si utilizzano in analisi tecnica per individuare possibili livelli di
ritracciamento di un qualunque strumento finanziario.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Serie di Fibonacci e i Ritracciamenti
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – Serie di Fibonacci e i Ritracciamenti
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA
I Gap e i Lap
I Gap sono delle configurazioni grafiche che si realizzano quando il minimo di una candela
è superiore al massimo della candela precedente (gap-up), ovvero quando il massimo di
una candela è inferiore al minimo della candela precedente (gap-dow). In altre parole si ha
un gap quando fra due rilevazioni consecutive si realizza un vero e proprio vuoto, un'area
di prezzi dove nessun scambio ha avuto luogo.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – I Gap e i Lap
Il Lap è un vuoto di prezzo che esiste tra l'apertura di una candela e la chiusura della
candela precedente.
Quando l'apertura di una candela è inferiore alla chiusura della candela precedente si ha
un lap-down; viceversa, se l'apertura di una candela è maggiore della chiusura della
candela precedente si ha un lap-up.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE TERZA – I Gap e i Lap
Può esserci un Lap senza un Gap di prezzo, mentre ogni Gap ha sempre un Lap.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE
PARTE QUARTA
• Gli Indicatori
• Gli Oscillatori
• Il Money Management
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA
Gli Indicatori
In linea di massima, gli indicatori danno i migliori risultati in un mercato in trend, sono
poco utili nelle fasi di mercato laterale; in quest’ultimo caso, funzionano meglio gli
oscillatori.
E’ fondamentale chiarire che gli indicatori, come gli oscillatori, sono solo degli strumenti
che «derivano» dall’andamento dei prezzi; non sono i prezzi.
Sono, per l’analista tecnico, solo un ausilio per lo sviluppo delle sue analisi e gli forniscono
degli «alert» circa la continuazione o l’eventuale cambio del trend in atto.
Gli indicatori più utilizzati sono: le medie mobili, le bande di Bollinger, il parabolic SAR, il
supertrend.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Indicatori
La Media Mobile
Lo scopo della Media Mobile è quello di identificare l’inizio di un trend (ma solo dopo la
sua formazione) e di controllarne gli sviluppi; per sua natura, però, è sempre in ritardo
rispetto alla tendenza del mercato; il ritardo può essere ridotto considerando una Media
Mobile «veloce», ma non potrà mai essere eliminato; una Media Mobile «veloce», però, è
meno affidabile di una Media Mobile «lenta» perché da più “falsi” segnali.
Le Medie Mobili più utilizzate sono: la Media mobile semplice, la Media mobile ponderata,
la Media mobile esponenziale.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Indicatori
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Indicatori
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Indicatori
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Indicatori
Le Bande di Bollinger
Questo indicatore, ideato da John Bollinger, si basa sulla volatilità dello strumento che si
sta analizzando, e lo fa sfruttando il concetto di «deviazione standard» (o «scarto
quadratico medio»).
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Indicatori
Le bande di Bollinger sono costituite da una media mobile semplice, di solito a 20 periodi,
e da due bande poste a due deviazioni standard sopra e sotto la media mobile; in questo
modo, vi è la certezza che il 95% dei prezzi sia compreso all’interno delle due bande.
Quando l’ampiezza delle bande aumenta, è segno che la volatilità sta aumentando,
viceversa quando l’ampiezza delle bande diminuisce è segno che la volatilità sta
diminuendo e che i prezzi stanno prendendo una direzione.
Durante i periodi di mercato laterale, i prezzi si muovono fra le due bande; durante i
periodi di uptrend, si muovono fra la banda superiore e quella mediana; durante i periodi
di downtrend, si muovono fra la banda mediana e quella inferiore.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Indicatori
Il Parabolic SAR
Questo indicatore si presenta simile ad una media mobile; in pratica il prezzo viene seguito
da vicino da una successione di punti che ne smussa i picchi.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Indicatori
L'insieme dei punti assume sul grafico un andamento a forma di parabola nella stessa
direzione dei prezzi, al di sotto di essi se crescenti, al di sopra se decrescenti.
Nel caso di una posizione rialzista, i punti SAR, posizionati al di sotto dei prezzi,
continueranno a salire, senza mai retrocedere, con accelerazione graduale all’inizio e più
decisa in seguito; se l'andamento del prezzo comincia a perdere forza, i SAR cresceranno
con un tasso sempre minore per posizionarsi, infine, al di sopra di essi quando il trend si è
invertito.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Indicatori
Il Supertrend
Il Supertrend è sicuramente uno degli indicatori “trend follower” di più facile lettura ed
interpretazione.
Esso, infatti, staziona al di sotto o al di sopra della linea dei prezzi assecondando al meglio
la tendenza in atto, svolgendo la funzione di “trailing stop” e fornendo una serie di
supporti e resistenze.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Indicatori
Gli Oscillatori
In linea di massima, gli oscillatori danno i migliori risultati nelle fasi di mercato laterale.
Gli oscillatori sono solo degli strumenti che «derivano» dall’andamento dei prezzi; non
sono i prezzi.
Gli oscillatori più utilizzati sono: il momentum, l’RSI, lo stocastico, il MACD, il CCI.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
Il Momentum
L’oscillatore “Momentum” (differenza fra l’ultima chiusura dei prezzi e quella di x periodi
precedenti) misura le accelerazioni/decelerazioni dei prezzi: se in un trend rialzista i prezzi
salgono e la linea del Momentum è al di sopra della sua mediana e sta salendo, significa
che i prezzi stanno crescendo con velocità sempre maggiore, quindi stanno accelerando;
se i prezzi salgono e la linea del momentum è piatta, significa che i prezzi stanno
crescendo con velocità costante, quindi la loro accelerazione è nulla; se i prezzi salgono e
la linea del momentum comincia a scendere verso la linea mediana, significa che i prezzi
stanno crescendo con velocità sempre minore, quindi stanno decelerando (il rialzo sta
perdendo forza).
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
Il Relative Strength Index (RSI), o indice di forza relativa, a differenza del Momentum,
presenta una banda di oscillazione costante, da 0 a 100.
In questo modo, è possibile individuare zone fisse in cui l'oscillatore si trovi in una
situazione di estremo; si avranno zone di “ipercomprato” quando l'oscillatore segna valori
superiori a 70, mentre si sarà in “ipervenduto” quando l’oscillatore segna valori inferiori al
30.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
Molto importanti sono anche le divergenze rialziste o ribassiste in relazione al corso dei
prezzi sul grafico.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
Lo Stocastico
Anche l’oscillatore Stocastico, come l’RSI, presenta una banda di oscillazione costante, da 0
a 100, ma le zone di ipercomprato/ipervenduto si collocano al di sopra/sotto delle aree
80/20.
Il concetto fondamentale dell'oscillatore si basa sulla convinzione che il prezzo di chiusura
si avvicina ai livelli massimi della sessione in situazioni di trend a rialzo; mentre in fase
ribassista, la chiusura si posiziona vicino ai minimi della sessione.
Come tutti gli oscillatori «classici» è utile per generare «alert» durante le fasi laterali.
Quando i prezzi si trovano nelle zone di ipercomprato/ipervenduto non dobbiamo
attenderci necessariamente una inversione di tendenza, o quantomeno non
necessariamente l’inversione sarà immediata.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
Il MACD
Come prima regola interpretativa si può fare riferimento al taglio della linea continua con
la linea punteggiata. I segnali provenienti dall'intersezione delle due linee devono essere
interpretati non come segnali operativi ma, piuttosto, come dei segnali di allerta che
mettono sull'avviso di una possibile inversione di tendenza che trova conferma non
appena la linea del MACD passerà il livello dello zero.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
Il CCI
Il Commodity Channel Index (CCI) è un oscillatore concepito per identificare svolte cicliche
nel mercato delle commodity.
É uno degli strumenti di analisi tecnica più affidabili e completi, visto che racchiude e
sintetizza, grazie alla sua struttura grafica, le virtù solitamente riconducibili sia agli
oscillatori che agli indicatori.
Come la gran parte degli oscillatori, il CCI individua con chiarezza zone di
ipercomprato/ipervenduto con la fuoriuscita dal range 100/-100; ma, a differenza di molti
oscillatori, non si muove fra valori prefissati (ad es. 0-100): questo lo rende molto simile ad
un indicatore.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
L’utilizzo tradizionale del CCI è quello di misurare la forza relativa di uno strumento
finanziario, giudicando l’attraversamento della «zero line» come discriminante per
identificare un mercato rialzista/ribassista, ma meglio di altri oscillatori, il CCI fornisce
indicazioni di divergenze rialziste e ribassiste, tanto più valide se si verificano in posizione
di eccesso (ipercomprato/ipervenduto) del CCI (range ideale +150/-150).
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Gli Oscillatori
Il Money Management
Il Money Management non è "se e dove mettere lo stop loss ", anche se allo stop loss è
comunque legato. Non è neppure il seguire le posizioni una volta aperte; non riguarda la
tecnica di uscita in profitto con il trailing stop o il take profit.
Il Money Management è la "disciplina" che studia l'entità monetaria del "trade" ideale. In
pratica, indica quanti soldi si possono rischiare in ogni singolo trade.
Sul Money Management molto si è scritto ed ancor più si è detto; in questo corso
verranno date poche, semplici indicazioni per poterlo sfruttare al meglio in modo da poter
restare sul mercato il più a lungo possibile.
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CORSO DI ANALISI TECNICA DI BASE – PARTE QUARTA – Il Money Management
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DISCLAIMER
Uptrend Advisory non è responsabile di eventuali decisioni di investimento che vengono
prese sotto l'influenza delle informazioni ricevute tramite questo corso.
Nessuna delle informazioni presenti può essere considerata come una raccomandazione,
promessa o garanzia per l'investitore di ottenere un profitto o minimizzare i rischi o come
un invito ad investire su strumenti finanziari di cui non si ha una conoscenza appropriata.
Tutti i pattern e le strategie proposte sono stati realizzati a puro scopo didattico e
comunque non costituiscono sollecitazione al pubblico risparmio.
Chi dovesse utilizzarli per uno scopo diverso, lo farà in piena autonomia, sotto la sua
esclusiva responsabilità e a proprio rischio.
Si declina, inoltre, ogni responsabilità anche per eventuali inesattezze dei dati riportati o
malfunzionamento dei sistemi.
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