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I modi per guadagnare nei mercati sono infiniti, così come quelli per perdere, e
dunque possiamo fare trading anche senza utilizzare l’analisi tecnica, ma, a mio
avviso, è necessario che la prendiamo sempre in considerazione per renderci
conto della sua efficacia in alcune circostanze e situazioni che il mercato ci
presenta.
1. Il prezzo sconta tutto; Il prezzo è una somma che riflette tutte le forze che
agiscono sul mercato e quella dei partecipanti (“Il mercato conosce ogni cosa”),
incluso le banche commerciali, le banche d’investimento, le banche centrali, i
gestori di portafogli, strateghi del mercato, speculatori, investitori, analisti tecnici,
analisti fondamentali e molti altri. Giacché tutti i fondamentali del mercato sono
rappresentati negli attuali dati del mercato, i fattori fondamentali e le altre forze,
come le differenti opinioni, le speranze, la paura e lo stato d’animo dei
partecipanti al mercato, non è necessario che siano studiati.
2. I prezzi si muovono in tendenza (Trend); Gli analisti tecnici non credono che la
fluttuazione dei prezzi sia random (casuale) e imprevedibile. Comunque, molti di
loro sono d’accordo sul fatto che vi sono periodi in cui i prezzi non sono in un
trend. Se i prezzi fossero sempre random, sarebbe pressoché impossibile fare
profitti usando l’analisi tecnica. Un analista tecnico crede che sia possibile
identificare un trend e investire o speculare basandosi sul trend e fare profitti
mentre il trend si sviluppa. Siccome l’analisi tecnica si può applicare a diversi
“time frame” (orizzonti temporali), è possibile identificare entrambi i trend di
breve e lungo periodo.
Come sappiamo nel mondo esistono svariati tipi di moneta associati ai vari stati di
appartenenza quest’ultime le ritroviamo anche nella nostra attività di trader e
investitori, è bene però fare delle distinzioni in quelle che sono considerate valute
di “serie A” e valute di “serie B”, tale distinzione la possiamo andar a monitorare
dal volume di scambio, la frequenza e l’ interesse da parte delle istituzioni di
muovere il prezzo. Possiamo dunque riconoscere che le principali valute di
scambio si attestano ad esser le seguenti:
La leva finanziaria nel Forex come nel trading in generale è uno “strumento” che ti
permette di aprire operazioni che hanno queste 3 caratteristiche:
3. Perdite potenzialmente maggiori (ma limitate sempre e solo al capitale che hai
investito).
Un broker medio che sia certificato offre una leva finanziaria che parte
solitamente da 1:30 fino ad arrivare a 1:400, facendo ricerche si possono trovare
anche broker che offrono leve potenzialmente più alte ma questo risulta essere un
arma a doppio taglio se non abbiamo una buona conoscenza e padronanza della
nostra operatività, le leve possono arrivare anche a 1:500 o in alcuni casi 1:1000
ma sconsiglio vivamente per chi è alle prime armi di andare ad operare a queste
condizioni, ma veniamo a noi e ad un rapido esempio di come si comporta una
LEVA FINANZIARIA , facciamo un banale esempio, per un’operazione di acquisto di
una valuta da 10.000 dollari con una leva di 1:100 a te ne basteranno solo 100, cioè
10.000/100 (la tua leva). Il resto lo metterà il broker e tu potrai beneficiare di utili
maggiori visto che è come se hai acquistato valuta per 10.000 dollari! Altra cosa
che voglio farvi notare è che, anche se sbaglierai completamente l’investimento, il
tuo rischio si limiterà ai soli 100 dollari. Il rischio sarà al massimo la cifra che hai
investito indipendentemente dalla leva finanziaria. Tornando all’esempio fatto in
precedenza il tuo rischio (o margine) sarà di 100, e ti ricordo che avrai aperta una
posizione del valore di 10.000 dollari grazie all’effetto leva , con un guadagno
potenziale molto alto , questo è il “segreto” che rende accessibile il mercato Forex
a tutti. Con una leva alta puoi accumulare profitti più velocemente se la tua
posizione ed esposizione a mercato è corretta, mentre il tuo rischio rimane
limitato alla sola cifra che investirai, anche in caso di leva altissima non potrai mai
perdere più del saldo del tuo conto.
MINI LOTTI (da 0.10 , 0.20 , 0.30 ECC) - Il valore nominale dei mini lotti è di 10.000
Dollari e ogni pip equivale ad 1$.
Quindi se apro 1 lotto e i prezzi si muovono di 50 pip, io guadagnerò o perderò 50$
(50x1$=50), o l'equivalente di tale somma se il mio account è in €.
MICRO LOTTI (da 0.01 , 0.02 , 0.03 ECC) - Il valore nominale di un micro lotto è
di 1000$ e ogni pip equivale a 0,10$.
Di conseguenza se apro 1 micro lotto e i prezzi si muovono di 70 pip, avrò perso o
guadagnato 7$ (70x0,10$=7$), o l'equivalente in € di tale somma.
Per eseguire una buona analisi che sia di tipo tecnico, fondamentale o di pura
price action significa che bisogna essere in grado di interpretare al meglio i grafici
di riferimento dell’asset su cui vorremmo effettuare il nostro ingresso a mercato.
Grazie a questi strumenti (grafici) è possibile prevedere o “cavalcare” l’andamento
di prezzo degli asset ed in questo caso delle valute, ma entriamo più nel dettaglio
e vediamo come e da cosa è composto un grafico.
In linea generale un grafico è composto da:
- un’ascisse, ovvero l’asse orizzontale, che rappresenta l’arco temporale in cui si
svolge uno specifico evento o condizione.
- un’ordinata, ovvero l’asse verticale che, di solito, rappresenta l’attività
finanziaria, ma non solo.
Inoltre, è presente un altro elemento fondamentale, che può essere modificato
dal trader, si tratta del timeframe, ossia il tempo di riferimento a cui fa riferimento
il grafico mediante il movimento del prezzo dell’asset selezionato.
Grafico Lineare
Viene costruito unendo con una linea continua i prezzi di chiusura delle singole
giornate. Si ritiene che il prezzo di chiusura sia quello più significativo perché
rappresenta il prezzo “finale” su cui il mercato converge. Il limite di tale approccio
è che si perdono almeno due informazioni molto importanti: l’escursione
giornaliera (che dà importanti indicazioni sulla volatilità); la direzionalità della
giornata (livello della chiusura rispetto all’apertura). In genere è utilizzato da chi
vuole dare particolare rilievo al solo prezzo di chiusura, oppure quando si dispone
di un valore unico come ad esempio accade per i Fondi Comuni d’Investimento.
Grafico a Barre
Grafico a Candele
Vi sono vari tipi di candele giapponesi, e in base alla forma del corpo e dell’ombra
ogni candela assume un particolare nome. Prima di tutto però vediamo la
struttura e le informazioni che le candele giapponesi sono in grado di darci. Ogni
candela giapponese presente sul grafico si riferisce all’intervallo del time frame di
riferimento, ad esempio se abbiamo selezionato come time frame 5 minuti, la
candela fornirà le informazioni che rappresentano il movimento del prezzo per
ogni intervallo di 5 minuti, ogni candela quindi rappresenterà 5 minuti.
- Prezzo di apertura
- Prezzo di chiusura
- Prezzo massimo
- Prezzo minimo
PREZZO DI
APERTURA
CORPO
CANDELA CORPO
CANDELA
PREZZO DI
CHIUSURA
OMBRA
PREZZO DI OMBRA INFERIORE
APERTURA
INFERIORE
PREZZO PREZZO
MINIMO MINIMO
Il vantaggio maggiore legato all’utilizzo dei grafici a candele sta nel fatto che
mettono in evidenza le importanti variazioni della relazione fra offerta e domanda
che si producono in corrispondenza di punti di inversione attesi del trend, nel
momento in cui appare un segnale su una candela di inversione in corrispondenza
di un punto di inversione atteso del mercato, un trader può aprire una posizione
dopo che si è formata la candela e piazzare uno stop al di sotto del minimo di essa,
spesso si tende a ricavare quante più informazioni possibili ricorrendo a metodi o
strategie non correlate, prima di dar vita a un trade ad alta probabilità e basso
rischio rispettando il nostro money managment.
Prima di effettuare un trade, non andiamo certo alla ricerca della perfezione, ma
puntiamo soltanto che le probabilità di successo siano quanto più elevate
possibili. L’interpretazione dei segnali di inversione forniti dalle candele
rappresenta un prezioso strumento nell’analisi del grafico da parte di noi trader.
Spesso un particolare segnale fornito dalla candela offre lo “stimolo” necessario
per aprire una posizione in un’area di confluenza tra supporto e resistenza, in
previsione di un’inversione del prezzo. Ecco alcuni dei vantaggi offerti dai grafici a
candele:
Nel trading, quanto prima si riceve un segnale del fatto che le probabilità, in base
al prezzo e ad altri strumenti, sono a favore di una variazione del trend o
dell’attuale swing del prezzo, tanto meglio si riuscirà a chiudere una posizione
redditizia al prezzo più favorevole, e ad aprirne una nuova con uno stop più
ristretto, quanto più vicino possibile al punto di inversione atteso del prezzo.
DOJI:
La figura tecnica della doji è una delle candele più’ importanti. In essa l’apertura e
la chiusura di sessione combaciano e questa figura assomiglia ad una croce.
Questa candela è sinonimo di incertezza degli operatori con le forze che trovano in
equilibrio. Se questa figura si presenta dopo un trend direzionale forte, essa
rappresenta o una pausa di riflessione di coloro che stanno dominando il trend, o
difficoltà a spingerla oltre.
Diversi tipi di Doji:
MARUBOZU:
La sua particolarità è l’assenza di ombre sia nella parte superiore che in quella
inferiore. L’indicazione che ci da questa candela è che il mercato per tutto il time
frame si è mosso esclusivamente nella stessa direzione e che quindi il trend in atto
è deciso.
Il pattern chiamato tweezer top è rappresentato da due o più candele con massimi
e minimi uguali, il tweezer top tipicamente si presenta in un mercato rialzista
rappresentato graficamente da due massimi identici che assomigliano a pinzette
(appunto tweezer).
Abbiamo visto come le ombre superiori e inferiori delle candele doji possano
essere utili per individuare il rifiuto del prezzo in corrispondenza di importanti
livelli di supporto o di resistenza, dandoci un’idea dei punti di inversione
fondamentali degli swing del prezzo. Se una candela doji con un’ombra superiore
o inferiore allungata ha un prezzo simile di apertura o di chiusura, esiste una
candela diversa, ma simile, caratterizzata anch’essa da un’ombra allungata, ma
con una leggera differenza fra apertura e chiusura. Spesso i trader chiamano
questo tipo di candele martelli (hammer) se si producono in corrispondenza di un
livello di supporto, oppure stelle cadenti (shooting star) se si formano in
corrispondenza di un livello di resistenza.
I migliori martelli si formano dopo uno swing ribassista del prezzo che si produce
in un’area di supporto attesa o di confluenza, probabilmente mentre si forma una
divergenza positiva del momentum. I trader acquistano dopo che il massimo del
martello viene superato e spesso piazzano degli stop al di sotto del minimo della
candela o di un’altra importante area di supporto , il martello, come la dragonfly
doji, riflette un rifiuto rialzista di prezzi più bassi, che prevede una variazione
positiva della relazione fra offerta e domanda.
La letteratura sui grafici a candele è ampissima e alcuni trader sono diventati dei
veri e propri esperti in questa materia, io mi sono limitato a trattare soltanto le più
comuni rappresentazioni di candele utilizzate dalla maggior parte dei trader. Non
è necessario che diventiate degli esperti di grafici a candele per sfruttarne e
comprenderne i vantaggi.
Un’analisi corretta dei grafici a candele può anche tornare utile come conferma di
un trading setup per effettuare un’entrata o piazzare uno stop-loss, quando si
produce un segnale in un punto di confluenza con altre strategie. Un trader trarrà
vantaggio dall’individuazione di un’importante candela di inversione come una
bullish engulfing o una doji che si formano in corrispondenza di una zona attesa di
supporto come un precedente livello di supporto del prezzo, una media mobile,
un livello di ritracciamento di Fibonacci o una trendline.
Il ciclo di vita tipico del prezzo di un qualsiasi asset, passa dal minimo al massimo,
per poi tornare al minimo. I trader di successo sono quelli che si attengono a
questo principio e agiscono coerentemente quando il dato empirico evidenzia un
mutamento del trend, invece di restare “affezionati” a una posizione perdente.
Il tuo obiettivo dovrebbe sempre essere l’individuazione della struttura del trend,
ma al contempo dovrai saper cogliere i segnali di inversione di un trend maturo,
indipendentemente da quello che ti suggeriscono le tue emozioni o i precedenti
storici, dovrai essere in grado di modificare le tue aspettative nel momento in cui il
grafico dei prezzi sembra indicare un’inversione del trend, anziché ostinarti a
presupporre che il trend in essere continuerà all’infinito.
Ci vuole del coraggio per acquistare dopo un trend calante prolungato, così come
ci vuole una bella forza d’animo per liquidare con profitto una posizione nel
momento in cui i segnali di mercato fanno intravedere una ripresa del titolo.
Chi sa identificare quanto più in anticipo possibile un’effettiva inversione del trend
farà meglio di chi non è altrettanto sistematico nel valutare lo stato di salute di un
trend in essere e le probabilità di persistenza o di inversione del trend prevalente.
Usando questa formula come punto di partenza, vediamo come si traduce nella
pratica con una piccola rappresentazione grafica dell’andamento del prezzo.
Massimo superiore
Massimo superiore
Massimo superiore
Minimo superiore
Minimo superiore
Minimo superiore
Con il metodo del prezzo puro, ci concentriamo soltanto sui massimi e minimi
relativi più importanti per sviluppare la nostra definizione del trend: qualunque
cambiamento intervenga nella sequenza dei massimi e minimi crescenti potrebbe
segnalare un’imminente inversione di tendenza, ma finché non vediamo il prezzo
formare un minimo o un massimo decrescente, dovremo presupporre che il trend
ascendente in atto perduri e operare di conseguenza nella direzione del trend
prevalente, questo principio rappresenta la base di tutte le altre analisi che
andremo a sovrapporre a quella della struttura del trend.
Per definizione, l’inversione del trend con il metodo del prezzo puro avviene in due
modi (assumendo che sia già in corso un trend ascendente) , l’esito più comune è
che il prezzo interrompa la sequenza di massimi e minimi crescenti, creando un
nuovo minimo relativo, rompendo al di sotto di un precedente minimo relativo e
poi risalendo per formare un massimo inferiore, al di sotto del massimo relativo da
poco formato.
L’immagine sul lato destro della figura mostra il secondo scenario, in cui
l’inversione di prezzo inizia con un massimo relativo inferiore e poi scende
immediatamente per formare un minimo relativo inferiore. Il punto di inversione
del trend “aggressivo” o anticipato (punto 1) si crea immediatamente quando il
prezzo rompe al di sotto del minimo indicato, che non è ancora un minimo
inferiore (perché dava un minimo più alto rispetto al minimo relativo precedente).
Questo scenario può essere più complicato del primo, in cui esiste un minimo più
basso osservabile.
Ma il trend discendente è già consolidato, e noi siamo usciti dalla posizione long o
abbiamo aperto una nuova posizione short a un prezzo più sfavorevole rispetto a
quello che avremmo spuntato se avessimo accolto il segnale più aggressivo del
punto 1, ma questa considerazione mette in luce soltanto una delle realtà
principali del trading: la conferma ha sempre un costo. C’è una via di mezzo tra
raccogliere troppe informazioni (facendo scelte tardive ma più meditate) e
raccoglierne troppo poche (facendo scelte immediate ma meno ragionate, con
maggiori probabilità di risultare erronee).
Un’altro dei modi migliori per analizzare ed evidenziare il nostro trend è tracciare
le cosiddette trendline all’interno del grafico.
Tracciare una trendline per analizzare il mercato è molto semplice, chiunque può
riuscirvi, infatti tutto ciò che bisogna fare è tirare sul grafico una linea retta che
vada ad unire due o più punti di minimo oppure due punti o più punti di massimo
raggiunti dal prezzo nel suo continuo modificarsi. Tanti più punti si possono unire
con una trendline tanto più essa potrà essere considerata affidabile, ma non
finisce qui perché vi è un altro parametro al quale prestare attenzione che ne
migliora l’affidabilità, ossia il time frame del grafico: una trend line tracciata su un
grafico D1 (giornaliero) sarà più affidabile di una su grafico orario e così via, di
conseguenza minori i time frame minore la fiducia che puoi riporre nei segnali.
Quando il prezzo supera con decisione una trendline di supporto, sei molto
probabilmente in presenza di una inversione del trend, se il segnale è confermato
da alto volume di scambi puoi valutare un possibile ingresso a mercato.
Quando il prezzo rompe la sua trendline di resistenza, molto probabilmente i
venditori stanno perdendo forza rispetto ai compratori, se il volume di scambio è
alto, anche qui puoi pensare di entrare a mercato.
Gli analisti tecnici identificano i trend in formazione sui mercati studiando i livelli
di prezzo in corrispondenza dei quali gli equilibri cambiano. Sebbene questi livelli
si creino in modo del tutto naturale, senza seguire alcun programma,
rappresentano l’opinione collettiva dei soggetti che operano sul mercato.
Il supporto è il livello al quale un prezzo al ribasso arresta la propria caduta e
potenzialmente ‘rimbalza’ di nuovo verso l’alto (la linea nera inferiore nel grafico).
Gli analisti tecnici possono identificare livelli di supporto verosimili, senza però
alcuna garanzia dato che i mercati non sono mai completamente prevedibili. Vale
la pena ricordare che se un prezzo supera il livello di supporto previsto, continuerà
a scendere fino a quando troverà un altro supporto.
Questo avviene perché i potenziali venditori, vista la crescita del prezzo, decidono
che è un buon momento per vendere. Questo genera un aumento dell’offerta sul
mercato, che alla fine raggiunge la domanda creando un nuovo equilibrio. Un
numero crescente di venditori cerca però di sfruttare il mercato rialzista, creando
una forza di vendita tale da spingere di nuovo i prezzi al ribasso , alcuni analisti
tecnici ritengono che un prezzo che viola il livello di resistenza previsto può
continuare a salire fino a raggiungere la resistenza successiva.
CON CHE TIPOLOGIA DI ORDINI POSSIAMO FARE IL NOSTRO
INGRESSO A MERCATO E QUALE PIATTAFORMA UTILIZZARE?
Iniziamo a comprendere in che modalità e con quali strumenti è possibile
effettuare il nostro ingresso a mercato mediante ordini prestabiliti messi a
disposizione delle varie piattaforme di trading.
Ricapitolando ..
Senza ombra di dubbio alla base di ogni trader che si possa definire tale c’è
sicuramente molta disciplina e cura nei minimi dettagli in tutto quello che questa
fantastica , ma non semplice attività richiede. La base operativa di un buon trader
non può non esser costituita e accompagnata da un ottimo trading plan, ma
andiamo a conoscere meglio questo aspetto..
Se vuoi ottenere performance migliori della massa, devi senza dubbio applicare
ragionamenti e compiere azioni diverse dalla massa, spesso la maggioranza delle
persone non prende il trading con la giusta serietà, ovvero come un’attività
imprenditoriale e inquanto attività imprenditoriale necessita del giusto tempo per
apprendere le abilità necessarie, disciplina , pratica ma soprattutto perseveranza.
Perdere delle operazioni è un processo fisiologico per la crescita del proprio conto,
prima si capisce, prima ci si concentra sul massimizzare le vincite accettando le
perdite come parte integrante di questa attività imprenditoriale, così facendo
potrai essere libero, potrai lavorare da qualsiasi parte del mondo, potrai essere
indipendente dalla routine senza dover dare delle risposte a nessuno.
Nel trading bisogna mettere da parte l’orgoglio ed essere così a sua volta sinceri
con se stessi andando a riconoscere gli errori commessi più frequentemente ed
elencarli nel nostro diario almeno 1 volta al giorno a sotto forma di resoconto
settimanale, la motivazione è molto semplice, l’unico modo per migliorare se
stessi è rafforzando le aree dove abbiamo più difficoltà e questo varia da persona
a persona, tuttavia il primo passo verso il progresso è la documentazione.
È molto utile motivare il perché si preferisce uno all’altro sapendo che ognuno di
essi presenta pregi e difetti e che non esiste la categoria perfetta ma tutto ciò va a
calzare con quello che è il nostro lifestyle e obiettivo di trade.
Un altro degli aspetti fondamentali del nostro trading plan è capire e chiarire la
scelta delle sessioni di trading in cui operare, gli orari dove le sessioni di apertura
dei mercati si sovrappongono sono caratterizzati da forte volatilità, scegliere in
quale sessione operare è di estrema importanza per la pianificazione.
Adesso passiamo alla gestione del rischio , è bene indicare nel vostro trading plan
con quale rischio vi sentite più a vostro agio nell’operare, sapendo che partendo
dal conservativo all’aggressivo il rischio più comune è il seguente ..
Il trading plan vi darà un approccio ben strutturato al trading, come del resto in
qualsiasi azienda di successo è presente un business plan a definire gli obiettivi ,
nel trading il medesimo ruolo sarà svolto dal nostro trading plan.
Non si è mai sentito che un qualsiasi business di successo non abbia avuto alla
base un piano, mantenendo il piano si è continuato ad avere successo, se
smettessero di seguire il piano diventerebbero deboli nell’industria e finirebbero
per fallire.
Man mano che la vostra attività di trading progredisce potete modificare il vostro
piano. La differenza tra i trader vincenti e i trader perdenti è proprio il piano, se hai
un buon piano , sviluppato nel tempo e ti attieni ad esso , potrai avere successo.
Avere una buona routine è una parte di fondamentale importanza per il tuo piano
di trading e quest’ultimo ti indirizzerà a:
Facciamo un esempio: analizzerò il mercato ogni sera quando torno a casa dal
lavoro e poco prima di andare a letto, guarderò il mercato per un’ora al mattino
prima di andare a lavoro, controllerò il mercato all’apertura di ogni sessione se il
tempo me lo permetterà.
Essere calmi e rilassati è una delle parti più importanti del trading.
Seguendo una buona routine giornaliera potrai avere uno stato d’animo migliore
rispetto a quello che potresti avere se guardassi il mercato per cercare di ottenere
qualche pips di profitto in maniera forzata. La routine ti aiuterà a tenere sotto
controllo le tue emozioni.
Si dovrà dunque avere delle regole riguardo a grandezza della posizione e delle
perdite accettate, il concetto espresso di seguito è tanto semplice quanto difficile
da rispettare, ciò che rende un trader profittevole, oltre allo studio e alla messa in
pratica di quest’ultimo, è la pianificazione e il rispetto delle proprie regole, ognuno
avrà i propri limiti di lottaggio, di perdite accettate e di rischio massimo
supportato.
Ciò che rende dunque un trader profittevole, oltre allo studio e alla messa in
pratica di quest’ultimo, è la pianificazione e il rispetto delle proprie regole.
Tutto questo serve a dare una disciplina al proprio operato e sapere sempre
quando si sta sbagliando, quando si può osare e, soprattutto, quando ci si deve
fermare.
Andiamo adesso ad approfondire i vari aspetti di cui sono composti i diversi tipi di
analisi con cui possiamo strutturare le nostre entrate a mercato mediante
monitoraggio del grafico.
Partiamo con l’analisi tecnica e price action, cosa fa un’analista tecnico?
Spesso gli analisti tecnici sono in conflitto con quelli fondamentali. Tuttavia i due
approcci possono essere usati in modo complementare. Mentre l’analista
fondamentale individua azioni o attività finanziarie che dovrebbero essere
profittevoli nel lungo periodo, l’analista tecnico può fornire delle indicazioni sul
momento più corretto per entrare sul mercato – il “timing” – nonché un obiettivo
di prezzo per chiudere la posizione con un “take profit” (ovvero in utile) ma
talvolta con uno “stop loss” ( ovvero in perdita). Per l’operatività infra-giornaliera
ed inferiore al mese, sembra preferibile utilizzare solamente l’analisi tecnica
perché movimenti di mercato così brevi e veloci non sono determinati da fattori
fondamentali.
Il mercato non si muove in modo del tutto casuale o erratico ma segue delle
tendenze, dei “trend”. Un trend si presuppone intatto fintantoché non dia dei
chiari segnali di esaurimento o di inversione. L’obiettivo dell’analista tecnico è
individuare il trend in essere per assumere posizioni nella direzione del trend
stesso, senza avere la pretesa di acquistare ai minimi o di vendere ai massimi, ma
accontentandosi di “cavalcare” una parte almeno della tendenza in atto.
La storia tende a ripersi perché gli “attori” sono sempre gli stessi, ossia esseri
umani che vogliono guadagnare, hanno paura di perdere, muovendosi come un
pendolo tra l’entusiasmo e la paura. Perciò il passato può dare delle utili
indicazioni anche per l’avvenire. Analizzando i grafici di serie storiche si possono
individuare dei “patterns”, ovvero delle figure che tendono a risolversi con
maggior probabilità in una direzione precisa, aiutando quindi l’analista tecnico a
formulare delle previsioni statisticamente fondate. L’obiettivo non è di
“indovinare” sempre, ma di prevedere correttamente 7 volte su 10, e comunque di
fornire delle indicazioni operative per gestire con un metodo razionale e
disciplinato anche le situazioni di mercato più difficili e pericolose.
Uno dei pilastri dell’analisi tecnica è il concetto secondo cui il mercato non si
muove in modo del tutto erratico ed imprevedibile ma segue delle tendenze, che
possono essere individuate dall’analista.
Charles Dow (l’ideatore del celebre indice azionario americano, il Dow Jones) è
stato un pioniere in questo campo poiché già alla fine dell’Ottocento aveva
studiato l’andamento dei prezzi giungendo a formulare una teoria che costituisce
ancora oggi una parte importante dell’analisi tecnica. Dow era partito osservando
l’andamento delle maree, intuendo delle interessanti analogie con l’andamento
dei prezzi in un mercato libero. Così come la marea avanza, retrocede, per poi
spingersi ancora più in avanti, in un processo di continuo avanzamento fino ad un
punto in cui il processo si inverte, anche il mercato si muove con un andamento
simile. Abbiamo delle fasi di trend crescente, caratterizzate da massimi e minimi
crescenti, e delle fasi di trend decrescente, caratterizzate da massimi e minimi
decrescenti.
Il major trend è assimilabile alla marea, il medium trend alle onde, il minor trend
ai frangenti delle onde. E’ quindi evidente come non esista un solo tipo di trend
ma differenti trend a seconda dell’orizzonte temporale osservato. Si potrebbe
completare l’analisi di Dow dicendo che il major trend, il medium trend, il minor
trend sono di durata variabile a seconda del tipo di operatività scelta, l’investitore
deve andare nella direzione del trend principale relativo all’orizzonte prescelto,
resistendo alla tentazione di andare controcorrente per giocare sui piccoli rimbalzi
e/o correzioni.
La trendline rialzista individua dei livelli di supporto via via più alti, mentre la
trendline ribassista individua dei livelli di resistenza via via più bassi. Si parla in tal
caso di supporti e resistenze “dinamici”.
Guardando il grafico riportato qua sotto si può facilmente capire l’importanza dei
supporti e delle resistenze dinamiche. Le frecce rosse, infatti, evidenziano il punto
in cui la trendline ribassista ha respinto i prezzi “resistendo” al rialzo. In questa
zona l’offerta (vendita) esercita una pressione tale sui prezzi da superare la
domanda (acquisto) respingendone, quindi, la crescita. Nel punto segnato in
verde la trendline ribassista ha ceduto, è stata rotta la resistenza e, infatti, da quel
punto ha cominciato a crearsi un trend orientato verso l’alto con una nuova
trendline, questa volta rialzista, che nei punti indicati dalle frecce blu ha
“supportato” i prezzi. In altri termini, in questi punti è la domanda ad essere più
forte dell’offerta, così da determinare un rimbalzo dei prezzi.
Nei mercati dove i volumi sono disponibili (non lo sono, purtroppo, nel mercato
dei cambi, perché è over- the- counter, ovvero si tratta di un mercato non
regolamentato), l’analisi del loro livello e della loro dinamica si rivela
particolarmente importante nei momenti in cui si verifica la rottura di particolari
livelli (supporti o resistenze, sia statici che dinamici). Se questi eventi avvengono
con volumi in crescita si ha una conferma del segnale generato, se viceversa si
verificano con volumi in calo il segnale generato è molto debole.
Per invertire un trend ribassista ed iniziare una nuova fase rialzista, i volumi sono
determinanti. Mentre, infatti, i prezzi possono scendere per la semplice assenza
dei compratori, è impossibile che riescano a risalire in assenza di forti compratori.
E’ come se il grafico fosse sottoposto ad una sorta di “legge di gravità”: si può
scendere per inerzia, ma per salire occorre una forte spinta. In genere i volumi
sono contenuti anche durante le fasi laterali, in cui il mercato si muove in una
banda orizzontale senza avere la forza di uscire.
Quest’ultima a mio avviso può essere abbinata senza problemi all’analisi tecnica
per dar così vita ad un quadro sempre più nitido del nostro grafico, ma vediamo
come si sviluppa e in cosa consiste.
Per “price action” si intende lo studio del movimento del prezzo all’interno di un
grafico, che possiamo inoltre descrivere come il comportamento, o
l’atteggiamento assunto dagli investitori in uno specifico mercato a delle
determinate condizioni.
L’errore più comune commesso da chi si approccia a questo tipo di analisi è quello
di non tenere in considerazione il fattore emotivo, o meglio, viene sottovalutato
l’aspetto “umano” del mercato: ad operare nel Forex sono le persone, oltre che
agli investitori istituzionali.
Il mercato in generale è quel luogo, fisico o meno, dove avviene l’incontro tra
domanda ed offerta, nel nostro itinere queste ultime le chiameremo forze di
mercato.
BUYERS
In questo modo potremmo vedere anche quella che sarà la zona di back test del
grafico, ovvero la precedente rottura, che diventa il livello di ritraccio, o ritorno,
per attivare il nostro trade più profittevole. Importante è anche capire che, attuata
l’analisi e piazzato il trade, una volta che quest’ultimo è andato nella direzione
predetta, un ritorno del prezzo verso la nostra posizione potrà essere una nuova
opportunità di entrata, non lo si deve temere: potrebbero essere time-frame
minori ad agire e potrebbero destare inutili paure.
Il grafico che troverete qui sotto illustra quello che è un movimento rialzista in
atto.
Nello specifico si può notare la spinta regolare dei buyers, che, nei momenti di
riposo, lasciano per poco il pallino del gioco alla controparte ribassista che non
riesce mai ad andare oltre la rottura precedente, questa è la caratteristica
fondamentale di un up-trend attivo.
Il grafico che troverete qui sotto illustra quello che descrive un movimento dei
sellers.
Lo si nota dalla regolarità del ritraccio, sempre nella zona della precedente
rottura, e dalla forza ribassista sempre presente.
Da notare il fatto che il movimento di riposo della parte attiva, in questo caso gli
orsi, abbia una spinta particolare: dopo l’ultima rottura con conseguente ritorno il
prezzo schizza verso il basso.
Per quanto riguarda le rotture, Queste ultime vanno interpretate non come livello
di prezzo, bensì come zona di oscillazione dello stesso.
È qui che entra il gioco lo studio della forza e della velocità del movimento che
vedremo in seguito.
Tutto ciò che è stato enunciato per le rotture vale anche per quest’altro concetto.
Ciò che ci darà il via per entrare a mercato sarà la conferma dataci dal movimento
delle due forze di mercato.
Il back test è esso stesso un valido punto a favore della nostra analisi, attenzione
però a non espanderne l’utilizzo a tutti i movimenti contrari alla posizione aperta:
ci possono essere infatti delle inversioni che confutano ciò che abbiamo
teorizzato, come è normale che possa accadere, ed impareremo a conoscerli.
Attraverso l’utilizzo delle prime tre sezioni si è imparato a riconoscere il primo dei
cardini sopra elencati, in questo paragrafo verranno dati i diversi consigli per
interpretare invece la forza.
Come avviene nella fase di back test prima descritta, il ritraccio non è altro che il
ritorno del grafico verso la direzione opposta di quella assunta in precedenza,
quando si è in presenza di buyers e sellers a confronto in determinate zone
nevralgiche che possono essere in primo luogo le zone di rottura, nelle quali una
parte cerca di sfondare, ma viene puntualmente respinta e il suo tentativo fallisce
miseramente.
Il problema che sta alla base di questo ragionamento che sembra alquanto
intuitivo e diretto è: quando si può essere in presenza di queste situazioni e
quando si possono utilizzare a proprio vantaggio?
Come avviene alle persone tutti i giorni, in un momento di massimo sforzo dove si
cerca di raggiungere un obiettivo e non ci si riesce per una, due, tre volte, subentra
quel sentimento di sconforto che porta l’individuo dapprima a desistere e,
successivamente a pensare: “ci provo l’ultima volta, poi lascio stare.”
Questo è in poche parole quello che avviene nel mercato: scontratisi con una
resistenza imponente della controparte, anche buyers e sellers possono arrivare
alla conclusione di desistere nel loro intento.
Si può notare come inizialmente il livello di ritraccio sia controllato se viene presa
in considerazione la discesa/ salita prima avvenuta per raggiungere la zona di
rottura. Via via i ritracci crescono fino ad arrivare al 100% o più ed è qui che si può
cominciare a ragionare su una possibile inversione: quando il ritorno è talmente
forte che il successivo tentativo a stento arriva alla zona precedente si parla di
esaurimento dell’impulso.
Qui dovrà essere attivato il trade, che avrà un coefficiente di rischio ridotto e una
possibilità di profitto valida, questa è una importante conferma per il trader
perché, se la forza contraria è in sostanza azzerata, la probabilità di insuccesso si
abbassa drasticamente.
Nella price action sono di comune utilizzo varie tipologie di queste figure che
servono per lo più ad individuare i punti più proficui per operare e quali siano i
limiti di oscillazione che il movimento avrà.
i pattern grafici sono una piccola ricapitolazione di quello che si è prima detto su
rotture, trend, buyers e sellers.
Tutto ciò sta significare che, prima di procedere con lo studio di questa macro-
area di argomenti, si dovrà maneggiare con molta cura ciò che si è dapprima
studiato, riconoscendo bene i vari concetti illustrati e facendo molta attenzione a
non combinare in modo sbagliato le varie conoscenze acquisite, creando uno
stato di confusione che porterà ad un’analisi errata.
Detto questo, le diverse figure grafiche che andremo ad analizzare hanno una cosa
in comune: devono essere interpretate.
Questa affermazione vuole esprimere una precisazione sulla price action: questa
modalità di analisi non è basata su indicatori matematici o formule che possono
dire se entrare o meno, anzi, questi molte volte vengono confutati, perché il
movimento del prezzo non è dettato da vere equazioni, bensì è influenzato in
maniera marcata dal pensiero, dalle emozioni e dalla psicologia delle persone.
Per questo sarà importante non solo per dare un punto di entrata,
un’agevolazione nella lettura del grafico, aiuterà anche a comprendere quello che
è il momento in cui il mercato si trova, riuscendo a dare un perché alle oscillazioni,
potendo fornire così un giudizio ponderato, efficace ed obiettivo di quello che sta
accadendo, per intuire poi l’andamento futuro.
Esempio di range
Con questo termine si individua una fascia di prezzo entro la quale il prezzo si
muove lateralmente, denotando una fase di stallo o di neutralità del mercato nei
confronti dello strumento posto sotto esame.
Questo avviene nel momento in cui né buyers né sellers sono alla guida del trend.
Esso si può formare sia dopo un impulso rialzista che dopo un down-trend dove gli
orsi sono al comando.
A comprendere questo aiuta lo studio della forza del movimento, che dimostra
quando un impulso è veramente pericoloso e quale no.
I range vanno così tradati: all’avvicinamento del prezzo alla base o al top del range
si dovrà aspettare la conferma del rallentamento dell’oscillazione e studiare la
reattività delle pareti del pattern grafico tracciato, potrebbe non essere preciso al
pip, dato che si parla sempre di zone di reazione, sarà la velocità a parlare.
Procediamo con l’individuazione di un canale..
Mantenendo lo stesso concetto del range, il canale invece è sempre una fascia di
prezzo entro la quale il grafico oscilla ma ha una direzione precisa, che può essere
rialzista o ribassista.
Si distingue dunque dal pattern precedente per il fatto che è guidato quindi da un
movimento di base, da un impulso che lo porta ad essere meglio riconoscibile e
più semplice da tradare.
Nel range c’è più incertezza, qui c’è una direzione precisa.
Sempre richiamando la teoria del range, anche questo pattern grafico si munisce
di due pareti per studiare l’entrata più proficua.
Lo studio della velocità e la conferma della reattività di top e base del canale è
sempre lo step da cui partire, ma in questo caso si ha un alleato dalla propria
parte: il trend.
Potrebbe sembrare una cosa banale, ma avere la direzione di mercato a dare un
indizio su quale potrebbe essere l’andamento del prezzo non è un aiuto da
sottovalutare.
Nel range si parla di neutralità del mercato rispetto allo strumento qui invece gli
operatori sono decisi, hanno una linea guida e dunque una direzione di massima
verso la quale si muoverà il grafico.
Tutto ciò infonde più tranquillità nell’operazione e più spazio di manovra: meno
incertezza, più sicurezza, più controllo delle emozioni.
I fake-out sono anche qui presenti e come già detto sarà lo studio della forza del
movimento a decidere l’entrata o meno.
Si creano in frangenti nei quali il prezzo sta per avere una forte oscillazione ed
operano per lo più nella direzione dettata da chi guida il mercato.
Si precisa in prima battuta che la direzione della rottura coincide nella maggior
parte delle volte con quella dettata da chi guida il mercato: la si può individuare
attraverso lo studio della chart a timeframes superiori, argomento che
affronteremo successivamente , o applicando questo pattern a range o canali.
Questo cosa vuol dire: nello studio del movimento all’interno di canali e range,
queste ulteriori conformazioni si creano alle loro pareti e danno indicazione di
quella che sarà dunque la direzione che seguirà la reazione a queste ultime.
Si può affermare che esso riassuma la teoria degli altri pattern in quanto esso è
composto da diverse caratteristiche, soprattutto grafiche, già prima elencate, che,
messe assieme, portano ad una inversione del trend principale o del movimento in
corso nel chart studiato.
Si caratterizzano dal fatto di avere al loro interno praticamente tutti gli elementi
finora studiati: tentativi di massimi, minimi nel caso di successivo rialzo, andati a
vuoto, rottura verso la direzione opposta del pattern creatosi, back test e
partenza.
Per comodità grafica sono stati proposti due conformazioni molto comuni di
inversione facilmente identificabili: W rialzista e M ribassista.
Ciò è stato fatto per dare una rappresentazione grafica chiara al concetto prima
enunciato: le inversione accadono in quei momenti dove i movimenti rialzista o
ribassista falliscono i rispettivi tentativi di continuazione del trend, creando delle
situazioni di stallo e/o concentrazione dove l’andamento dell’oscillazione può
cambiare; si aspetterà sempre la conferma della velocità.
Queste zone saranno d’ora in poi chiamate “buy zones” e “sell zones” secondo
dove il movimento verrà spinto da queste ultime.
Essendo uno dei punti più curiosi e semplici da utilizzare a vantaggio del trader,
questo argomento necessita di una introduzione e di particolari istruzioni su come
essere interpretato.
Quando si va a compiere un processo di analisi del grafico non lo si deve mai fare
attraverso una singola prospettiva.
Tutto ciò si traduce in una pratica molto semplice quanto efficace: l’utilizzo dei TF
tramite il modello scalare.
L’interpretazione del grafico passa dunque attraverso tre momenti distinti:
l’analisi globale, analisi del movimento e scelta d’entrata.
L’analisi globale va fatta con il TF più alto, grazie al quale si riuscirà ad avere la
visione d’insieme dell’andamento del grafico che potrà dare informazioni
importanti su quello che è il momentum del mercato nell’ultimo range temporale
che si andrà a considerare.
L’analisi del movimento deve essere fatta invece con il TF entro il quale si vuole
definire la durata del trade, in base ovviamente alla strategia e al modo di tradare
di ognuno.
Per quanto riguarda invece la scelta d’entrata, essa deve essere fatta ad un TF
minore di quello prestabilito per la durata del trade, per riuscire a dare precisione,
tranquillità mentale ed alleviare lo stress da drawdown.
Andiamo a dare uno sguardo più approfondito alle zone sopra citate..
Oltre ad avere la caratteristica di far reagire il grafico, le zone buy e sell hanno altre
peculiarità: una volta che vengono in un certo senso “rotte”, cambiano la loro
natura, passando da una tipologia all’altra.
Tutto ciò è di per sé non solo una metodologia pura di trading pratico, ma anche
una tecnica per fornire la calma e la concentrazione giusta a chi opera, per far sì
che il trade non comporti troppo stress e non vada ad inficiare la capacità di
analisi del grafico.
SELL ZONE
Quando viene aperta una posizione entrando a mercato seguendo questo tipo di
analisi che abbiamo trattato sopra, si deve sempre sapere l’obiettivo ricercato ed
il rischio che si è disposti a correre.
Oltre a ponderare l’ampiezza dei lotti in base alla percentuale di capitale massimo
da movimentare per ogni trade o ammontare giornaliero, bisogna utilizzare
l’analisi anche per capire, oltre che l’entrata, anche l’uscita.
Facendo riferimento a ciò che è stato studiato lungo questa guida formativa,
quest’ultimi devono rispettare il TF utilizzato da riferimento per la lunghezza del
trade, le rotture, le fasi di back test e le zone buy e sell che sono state dapprima
evidenziate durante lo studio dei grafici riportati negli esempi.
In questo paragrafo si darà più spazio all’impatto visivo delle operazioni, dato che
i concetti, prima di avventurarsi qui, devono, come già ripetuto più volte, essere
maneggiati con destrezza.
Essa si basa sull’interpretazione delle notizie relative alle diverse valute e sulla
loro influenza sul movimento del prezzo.
Detto questo si può dunque capire che la price action, oltre a dover sempre avere
un occhio di riguardo verso questi tipi di eventi, può essere strumento per dare
un’interpretazione di ciò che il mercato si aspetta e di quale sarà il probabile
andamento del prezzo.
Non sarà adesso il momento nella quale verranno trattate le strategie da poter
applicare per tradare le news, ma un cenno verrà comunque proposto per far sì
che venga creata una base di consapevolezza con la quale si potrà iniziare a dare
una motivazione alla particolare reazione degli investitori alla relativa notizia.
Nel corso della guida sono stati proposti diversi pattern, varie tecniche per riuscire
a dare un perché al grafico che viene sottoposto alla nostra attenzione.
Non è un processo banale quello di operare in modo giusto sulle notizie e verrà
creato uno spazio apposito nel corso della guida nel quale verrà trattata questa
strategia di lettura delle news e come poterla adoperare senza incorrere in errori
che potrebbero causare ingenti danni al conto con cui si opera.
Il mio consiglio rimane sempre quello che quando si è un trader alle prime armi è
bene astenersi da questi eventi, dove operano i “pezzi grossi” perché le nostre
analisi se pur corrette potrebbero esser invalidate temporaneamente proprio con
l’effetto del dato o dell’entità della news rilasciata.
Vediamo quasi spesso il mercato degli asset che possono esser influenzati dal
rilascio di dati e notizie comportarsi in questo modo come da foto, vediamo il
prezzo che affronta una fase di incertezza e di instabilità (accumulo) questo
perché gli investitori presenti su questo asset sono in attesa di un esito per capire
come e quanto esporsi su questo asset, al rilascio della news il prezzo è solito
uscire da queste fasi di accumulo con movimenti esplosivi.
Molto spesso in queste fasi di mercato se non abbiamo un buon “assetto” sotto
l’aspetto psicologico rischiamo di incorrere nello scenario FOMO.
FOMO, dall’espressione inglese Fear of missing out ”paura di essere tagliati fuori”,
indica una particolare tendenza sociale caratterizzata dal “desiderio di rimanere
continuamente in contatto con le attività che fanno le altre persone, e dalla paura
di essere esclusi da un qualsiasi evento o contesto sociale”.
Questo fenomeno, oltre che essere rilevante nella vita di tutti i giorni, è
particolarmente evidente nel mondo del trading. Quanti vedendo un forte
movimento del prezzo sono entrati a mercato senza pensare, senza calcolare il
rischio della posizione ed andando incontro ad ingenti perdite soltanto per “non
perdere il treno”? Ricordate, non sempre il treno che parte prima è quello giusto
per noi.
Il saper dire “io posso farcela” è una delle pietre miliari su cui poggia il pensiero
vincente, se non crediamo in noi, chi lo farà? Nessuno, allora usciamo da questo
guscio di incertezza, di paura che ci circonda e gridiamo “io ce la posso fare” .