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Giuseppe Bellantonio

Egregio Dott. Roberto Giacobbo,


seguo con piacevole attenzione le trasmissioni della serie "Voyager", da Lei curate e
presentate all'attenzione tanto degli studiosi che dei semplici curiosi,
complimentandomi per la complessiva positività dell'insieme.
Riferendomi alla trasmissione in oggetto (ndr.: trasmissione del 24 Gennaio 2011),
desidero soffermarmi su una parte della stessa: quella che trattava di Massoneria.
Mi permetta di utilizzare la particella "di" per specificare il grandangolo con
cui con una certa correttezza si è affrontata la prima parte : quella storica.
Intendo così distinguere dalla trattazione "della" Massoneria, con cui la seconda parte
- a mio avviso - poco aveva a che fare, riconducendo - specie con la sottolineatura
dell'ultima inquadratura - a due raggruppamenti presenti sì in Italia, ma che certamente
non rappresentano tutta la Massoneria Italiana ed ancor meno il contesto Iniziatico
nazionale, cui tante componenti contribuiscono (sia massoniche che non).
Sono consapevole che potrei tediarLa, ma confido nel Suo interesse di studioso e
di storico; lo stesso giuoco delle parti che - in un certo senso - presidia al Suo
rapporto con gli ascoltatori. Se tutto fosse rimasto confinato ad una esposizione
storiograficamente e storicamente puntuale, tutto sarebbe stato gradevole ad ascoltarsi
come a vedersi (ma - Lei che è esperto nell'Arte di comunicare - mi insegna che spesso
il guardare distrae dalla concentrazione dell'ascolto, piuttosto che non viceversa); nel
momento però che sono intervenute delle valutazioni e delle indicazioni, nel momento
cioè in cui il narratore "storico" ha ceduto la parte al cronista-valutatore, il giuoco
delle parti è mutato poiché delle valutazioni soggettive avrebbero potuto assurgere, per
un ascoltatore più superficiale ovvero poco preparato, a valore probante.
Pur rendendomi conto che la brevità del contesto non poteva consentirLe una
ricostruzione storica minuziosa o complessa, ed ancor meno puntuale sotto il profilo
"rituale", permettendoLe quindi solo una serie di flash intriganti e certamente densi di
contenuti, delle due l'una: o a particolari argomenti si riserva un'attenzione
quantomeno rapportata alla gran mole di notizie (certe), dati ed elementi esistenti
(sempre "certi", ossia non basati su "superficialità" acquisite a guisa di elementi
"storici" ), o è meglio solo stuzzicare la curiosità degli spettatori/ascoltatori senza
avventurarsi in valutazioni o giudizi ancorché perentori (vista la valenza che il mezzo
televisivo ha, agli occhi del pubblico).
Chi Le scrive, è stato a contatto con il vasto mondo Iniziatico riconducibile alla
Massoneria "Scozzese" da quando - l'età era di 4-5 anni - era attento a ciò che il
proprio Padre, Francesco Bellantonio, seguiva con amore e praticava; nel 1977 - alla Sua
morte, cioè - venni candidato a prendere il Suo posto come Gran Maestro di Piazza del
Gesù, e nel 1978 ciò si concretizzò per molto tempo.
Posso dire con vanto che la nostra Comunione fu forse l'unica a non subire le
nefaste conseguenze dello "scandalo P2", dimostrando di essere una Famiglia Massonica
seria e - soprattutto - trasparente e corretta nelle proprie attività e nella propria
gestione: soprattutto amministrativa. La qual cosa molti altri non sono stati in
condizione di poter dimostrare.
Vorrà quindi avere la bontà di comprendermi - spero - se, dedicandomi per molti
anni a studi ed approfondimenti anche in ambito internazionale, mi ritengo in condizione
di poter sottolineare ora questo ora quell'aspetto: certamente non mi pecco di sapere
"tutto" - dal momento che sono convinto di continuare ad imparare, senza prosopopea
alcuna - ma mi piace avere una buona ed onesta conoscenza un po "di tutto", in
particolar modo da quando ho lasciato il ruolo di presenza attiva per dedicarmi alla
cura di libri e scritti.
Mi permetta l'opportunità di chiarire, in questa sede, che il messaggio che si
poteva recepire - circa un possibile ovvero solo potenziale "fil rouge" che possa legare
la "Carta di Bologna" agli eventi inglesi del 1717 - è del tutto fuorviante. Il 1717
non ha legami con il passato se non in senso lato - attraverso l'uso di simboli,
denominazioni anche particolari, taluni concetti -, né con le Tradizioni: rappresenta un
"nuovo" e "diverso" modo di fare, di percepire e recepire valori ed intendimenti. Lei
l'ha definita da oggi "Massoneria Moderna" (più figliastra che figlia della precedente)
e mi fa piacere, personalmente - ma non sono certamente il solo! - sono almeno 50 anni
che nel nostro ambito è stato consolidato tale concetto.
Quindi nessuna consecutio temporum tra "Carta di Bologna" o "Carta di Colonia" o
"Poema Regius" o quant'altro esistente prima del 1714 con quanto fatto in Inghilterra.
A mio avviso, la Massoneria Americana è più figlia di quella francese, quantomeno
sotto l'aspetto culturale, che non di quella Inglese: di quella Massoneria Inglese i cui
primi documenti, ad esempio - 1349, primi "Statuti" della Corporazione degli Operai a
Londra -, furono scritti in francese. Una Massoneria, quella Americana, meno
condizionata da sudditanze, da motivi religiosi e da interessi di parte: più dinamica,
quindi, al punto da raggiungere la leadership del "rito scozzese"; certamente il più
importante tra i riti massonici, ma non l'unico.
Sempre dal mio punto di vista, l'asserito "filo" che sembrerebbe legare massoneria
(inglese? francese? Entrambe?) -risorgimento italiano-Garibaldi-carboneria, è
sottilissimo se non labile: certo molti Massoni erano presenti in tutte queste
situazioni, certamente Garibaldi ebbe notevole profitto personale da tale qualifica al
punto da essere acclamato Gran Maestro, certamente molti massoni erano tra i Mille (tra
i quali un mio antenato, Francesco Bellantonio), certamente il Tricolore ha fondamenta
massoniche al pari della stella a cinque punte che ancora contraddistingue il nostro
"logo" repubblicano, certamente l'epopea garibaldina ebbe luci ed ombre (come sempre
accade nelle guerre), ma dare per certi ovvero scontati taluni collegamenti o delle
dipendenze o delle consequenzialità dell'una nei confronti dell'altra è quantomeno
temerario.
Se non antistorico.
La presenza dello storico Aldo Mola, certamente pregevole nella Sua Trasmissione,
è stata per me viziata dal fatto che - giornalisticamente - è legato ad una rivista che
viene prodotta in "casa" da un determinato gruppo massonico: per cui talune riprese e
talune parole avevano ai miei occhi - certamente maliziosi, Lei mi rimprovererà - un
significato assimilabile a quello della "pubblicità indiretta". Certamente non
voluta, voglio ritenere.
Personalmente sono fiero di far parte storica di una Famiglia che è l'unica
"Comunione Italiana di Piazza del Gesù"; sono ancor più fiero di non essere tra i
"discendenti" o gli "obbedienti" che devono lavorare di bulino per forgiare un qualche
titolo distintivo che possa ricondurre ad una certa qual storicità; sono fiero di essere
un Antico Libero Accettato Massone (che fa parte della Massoneria Speculativa) della
Comunione di Piazza del Gesù (la prima e unica ad essere stata autorizzata come tale dai
Conventi Internazionali) piuttosto che un Antico Libero Accettato Muratore (che farebbe
parte della Massoneria Operativa...che non c'è più) che deve giocare ancora una volta di
bulino solo per poter proseguire ad utilizzare l'acronimo ALAM; sono fiero di non aver
mai lavorato in situazioni "miste" e cioè maschili e femminili contemporaneamente, in
quanto irregolari ed irrituali (anche se rispetto il ruolo iniziatico del mondo
femminile, nella propria autonomia); sono fiero di aver lavorato in Gran Logge regolari,
dove le figure del Gran Maestro e del Sovrano erano tra di loro diverse e distinte; sono
fiero di non appartenere a chi non accetta e non pratica il concetto di ALAM nel proprio
contesto.
Fierezza che vuol dire coerenza con le proprie idee, con la propria cultura, con
il rispetto di certe Tradizioni e regole fondamentali.
Per ultimo, sono fiero di appartenere concettualmente ad una Massoneria che
disdegna gli intrallazzi, l'affarismo esasperato, la sede di potere, per seguire gli
studi e gli approfondimenti rituali ed iniziatici, da vero ordine cavalleresco che opera
per il bene dell'Umanità e la continua crescita dell'Uomo attraverso la filantropia.
Crescita dell'Uomo che è l'unico vero "segreto" in una Massoneria che non ha più
segreti: perché chi vi perviene, dopo una lunghissima opera di "crescita" morale e
spirituale - del tutto intima, pur se si avvale dell'Energia del Tutto e di Tutti -,
difficilmente potrà riferire le tappe di questo cammino, le sfumature, gli accenti
interni. Proprio perché il cammino è individuale, pur nello spirito di comune dialogo
e confronto - culturale, iniziatico, simbolico ed esoterico - tra i Fratelli (nel
Tempio) e tra gli Amici fraterni (fuori dal Tempio), con i quali filosofare ed
approfondire storicamente.
Quanto sopra - Illustre Dottore Giacobbo - non Le suoni come critica, poiché tale
non è la mia intenzione.
Desidero solo farLe pervenire il mio personale pensiero e le considerazioni che da
esso, negli anni, sono scaturite: certamente con errori, visto che la natura dell'Uomo è
imperfetta, ma certamente perfettibile.
Errori di cui, a priori faccio ammenda, ma che in un certo senso ritengo dei
"danni collaterali" comunque non rilevanti dato che l'obiettivo che mi pongo è quello di
mettere in grado il mio prossimo di ben comprendere cosa sia la Massoneria, cosa si
proponga, qual'è la sua Storia Moderna e quale quella Antica e quali siano i Valori
legati alla Tradizione, ai Simboli, ai Riti ed alle Parole.
Con sincera stima per la Sua Illustre Persona e per la Sua pregevole attività,
come per quella del Dottor Mola, Le porgo i miei migliori saluti pregandoLa di
estenderli allo staff dei Suoi collaboratori.

firmato
Giuseppe Bellantonio (*)

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(*)Gran Maestro Emerito


Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana degli Antichi Liberi ed Accettati Massoni
Comunione Italiana di Piazza del Gesù
(già sedente a Piazza del Gesù, 47 - Roma)

Viale Leonardo da Vinci, 114 – 00145 Roma (RM) | tel. mobile: 3484002526
e-mail: giuseppebellantonio@infinito.it

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