TEORIA: 8
gli intervalli, 9
le scale, Il
le triadi, 13
. mo d'1,
1 ~ 14
li d' d'
g 1 accor 1 1 settima,. 20
i rivolti, 21
i drop, 22
le estensioni, 23
le famiglie degli accordi, 24
le funzioni degli accordi, 25
. armonia quartale, 26
"IIIVIl cadenze, 28
tonale e modale, " 29
analisi armonica, 30
tempi forti e deboli, tensione e risoluzione, 31
suoni cordali, 32
cromatismi, 33
le sostituzioni: 38
sostituzioni tra gli accordi della tonalità maggiore, 38
. .
sostztuzzone d"t trztono, . 39
l'accordo di settima diminuito e le sostituzioni che ne derivano, 41
inserimento dell'accordo di dominante, 45
inserimento del II m7 e del II m71b5 prima del dominante, 46
inserimento del II m 7 applicato al tritono, 46
cambio di specie, ; 47
cambio di specie applicato al tritano, 47
inserimento di semitono, 48
inserimento di semitono con cambio di specie 48
Le strutture: 49
il blues, 49
il blues minore, '" 53
parker blues, 55
rhythm changes, 55
IIIVII songs (brani tonali), 60
brani modali, 60
brani a struttura mista, 60
I Pattems 62
Associazione visiva accordo/scala, 63
Pattems ritmici 65
Schede aggiuntive: ~ 74
note sulla tastiera, , 75
tavola degli intervalli, 77
mo dil sostitutivi,
... . 78
scrittura e simboli delle sigle, 78
triadi per accordo di dominante, 79
arpeggi per accordo di dominante, 79
triadi utilizzabili sui modi della scala maggiore, 80
arpeggi utilizzabili sui modi della scala maggiore 81
DIAGRAMMI MELODICI: 82
intervalli, tonica sulla sesta corda, 83
intervalli, tonica sulla quinta corda, 85
intervalli, tonica sulla quarta corda, 87
scala maggiore posizioni base, 89
scala minore armonica posizioni base, 90
scala minore melodica posizioni base, 91
scala maggiore posizioni verticali, 92
scala minore armonica posizioni verticali, 93
scala minore melodica posizioni verticali, 94
scala pentatonica maggiore, 95
scala blues, 96
scala esatonale, 97
scala diminuita, 97
scala cromatica, 97
arpeggi posizioni base, ~..~ 98
. ... . l'
arpeggI pOSIZIonIvernca 1, .........................................•.•.................••..........•.......... 102
triadi, 109
accordi/scala 111
Dato il numero elevato di esempi armonici e melodici ho dovuto selezionare i brani da inserire nel
CD. Ho scelto 21 esempi armonici che mostrano un utilizzo delle varie tipologie di accordi studiati,
applicati ai IIIVIl maggiori e minori, al blues, ai rhythm changes e agli accordi della progressione
armonica di "Autumn leaves". Per gli esempi melodici ho inserito invece l'intera sezione di 24
frasi dedicata ai IIIVIl maggiori e minori.
Questo libro nasce da una mia esigenza che credo possa essere condivisa da chi studia o
insegna la chitarra: avere a disposizione in un solo testo la maggior parte degli elementi
con cui impostare il lavoro didattico. Più che un metodo dove il lavoro da svolgere è già
pianificato questo è un contenitore dal quale attingere informazioni che possono essere
utili per un corso di studi; il materiale fornito può essere modellato dall 'insegnante
secondo il suo personale metodo e offre all' autodidatta le cognizioni e i mezzi per
addentrarsi nell'esplorazione musicale. Il libro è diviso in più parti: una teorica, dove gli
argomenti vengono spiegati nella loro essenza, una specie di dizionario musicale
selezionato che permette la comprensione degli argomenti in cui ci si imbatte nello studio
del jazz e della musica moderna.
! /
J /_
La seconda parte illustra graficamente le diteggiature di scale, arpeggi, accordi etc.
Questa è la zona degli "attrezzi di lavoro" costituita da grafici e diagrammi.
.i.>:
J
Questo capitolo contiene una serie di
informazioni di carattere generale come gli
intervalli, le triadi, le scale etc. e altre più
in linea con la pratica dell' improvvisasione
come ad esempio l'uso dei cromatismi o le
sostituzioni. Gli argomenti trattati sono
esposti in forma sintetica e seguono un
percorso che consente ai meno esperti di
procedere per gradi, mentre per chi è già in
possesso di cognizioni di base può servire
.~
GLI INTERVALLI
La distanza tra due suoni viene definita "intervallo". Gli intervalli possono essere
armonici quando le due note vengono suonate contemporaneamente e melodici quando le
due note vengono suonate separatamente. In una scala maggiore troviamo una serie di
intervalli che a secondo delle distanze che si ottengono dalla tonica sono di due tipi:
maggiori e giusti.
-~
1-2 intervallo maggiore (seconda maggiore)
l-l-intervallo maggiore (terza maggiore)
I
J 1-4 intervallo giusto (quarta giusta)
1-5 intervallo giusto (quinta giusta)
1-6 intervallo maggiore (sesta maggiore)
1-7 intervallo maggiore (settima maggiore)
8
7
6
5
Teoria
lO La Chitarra Jazz
Le altre scale avranno gli intervalli che potranno, a seconda dei casi, essere anche
minori, aumentati, diminuiti.
Gli intervalli minori si ottengono da quelli maggiori riducendo la distanza tra i due
suoni di un semitono.
Gli intervalli aumentati si ottengono da quelli giusti e da quelli maggiori
aumentando la distanza tra i due suoni di un semitono.
Gli intervalli diminuiti si ottengono da quelli giusti e da quelli minori riducendo la
distanza tra i due suoni di un semitono.
Così ad esempio una scala di C minore naturale che differisce da quella di C maggiore
per alcuni suoni, avrà una diversa serie di intervalli:--------
ti 1
J
2M
:J
3M
J
4g
~
5g
J J 3
6M 1M (1)
ti 1
~
2M 3m
J
4g
~
5g 6m 7m
3
(1)
~
"!I!l
..•.
Teoria
La Chitarra Jazz Il
LE SCALE
~
S S S S SS S S S S S S
C, CI, D, DI, E, F, FI, G, Gl, A, AI, B, (C)
C, D~,D, E~, E, F, G~,G, A~, A, B~, B, (C)
/
J
TTSTTTS
C, D, E, F, G, A, B, (C)
Sarà quindi semplice costruire scale maggiori in altre tonalità mantenendo la "formula
costruttiva" (T T S T T T S) che inizierà dalla tonica voluta:
Teoria
12 La Chitarra Jazz
Di seguito un elenco delle scale principali che useremo in questo testo con l'ordine di
toni e semitoni di ciascuna:
Per quanto riguarda le scale "modali" (ionica, dorica, frigia etc.) vi rimando al
capitolo a loro dedicato.
Teoria
La Chitarra Jazz 13
LE TRIADI
~
Le triadi sono accordi costituiti da tre note: la 3a sa.
~
Le varianti costituite dai diversi intervalli ottenibili con le terze e le quinte (terze
maggiori e minori, quinte giuste, aumentate e diminuite) generano triadi maggiori, minori,
aumentate, diminuite.
C Cm Caug. Cdim.
li bi ~ Pii I
,
Possiamo trovare una triade nel suo "stato fondamentale" quando il~uono posto più in
basso nell'accordo corrisponde alla tonica della scala: e, 3a, sa.
Possiamo parlare di rivolto quando invece l'accordo inizia da terza o quinta: 3a, sa, la
(primo rivolto). sa, la, 3a (secondo rivolto).
Teoria
14 La Chitarra Jazz
Dallo stato fondamentale o dai rivolti possiamo ottenere le triadi in posizione "lata".
In pratica basterà spostare di un'ottava, verso l'alto o verso il basso, la nota centrale
dellatri~
Teoria
La Chitarra Jazz 15
~
Ciò significa che da una scala, in questo caso quella maggiore, possiamo ottenere tanti
modi quante sono le note che la compongono, prendendo come tonica di volta in volta
ogni nota della scala iniziale. Questo procedimento lo possiamo estendere ad altri tipi di
scala ottenendo dei modi che presentano differenze rispetto ai modi già menzionati.
Molto importante è la relazione che intercorre tra i modi e gli accordi, siano questi
ultimi triadi o accordi costituiti da più voci.
Per costruire la triade maggiore di C non dobbiamo fare altro che procedere "per
terze" (esempio di progressione per terze: la, 3a, sa, T', 9a, Il a, 13a), iniziando dalla la e
saltando il suono adiacente, sulla scala di C maggiore fmo a raggiungere la sa
/
.
'-'
I
C D E F G A B (C) scala di C maggiore (modo ionico)
1 2 3 4 S 6 7 gradi della scala
C E G triade di C maggiore
Teoria
16 La Chitarra Jazz
/
C E G triade C magg.
D F A triade D min.
E G B triade E min.
F A C triade F magg.
G B D trìade G magg.
A C E triade A min.
B D F triade B dim.
C E G B CMaj7
D F A C D-7
E G B D E-7
F A C E FMaj7
G B D F G7
A C E G A-7
B D F A B-7/5~
O I O I O i I
~
4"
Questa successione di triadi e accordi con la settima resterà identica per ogni altra
tonalità maggiore, naturalmente utilizzando i suoni delle rispettive scale. Vediamo ora le
tabelle comparative dei modi generati dalla scala maggiore, minore armonica e minore
melodica.
Teoria
La Chitarra Jazz 17
I II m IVVVIVII
C D E F G A B C D E F G A B
I I
/
. I
'-'
I IONICO C Ci1
II DORICO Dm Dm7
111 FRIGIO Em Em7
IV LIDIO F F~
~
V MISOLIDIO G G7
VI EOLIO Am Am7
VII LOCRIO Bdim B0
,
~:
Teoria
18 La Chitarra Jazz
I II m IVV VI VII
C D E~ F G A~ B C D E~ F G A~ B
I 1-
i
~(
II LOCRIO#6 Ddim. D0
111 IONICO AUMENT. Es aum, E~A#5
IV DORICO#4 Fm Fm7
V FRIGIO MAGGIORE G G7
~.
VI LIDIO#9 A~ A~A
Teoria
La Chitarra Jazz 19
I rrmIVVVIVrr
C D E~ F G A B C D E~ F G A B
I I
, !
!
'---'
Teoria
20 La Chitarra Jazz
Aggiungendo le settime, maggiori e minori, alle triadi generate dalle scale maggiori,
minori melodiche e minori armoniche avremo una serie di accordi di settima:
~
triade aumentata con settima maggiore = accordo Maj7/15
III scala min. melodica, III scala min. armonica
Teoria
La Chitarra Jazz 21
Ciascuno di questi accordi è costituito da due triadi, una che inizia dalla tonica
- ,
r--------------------------------------,
I triade aumentata con settima minore = accordo 7/15 I
I I
I scala esatonale. I
I Questo accordo non è generato dalle scale sopra menzionate ma completa il quadro I
II II
L
comp l.eSS1VO. ~
I rivolti
Anche per gli accordi di settima vale quanto già detto per le triadi riguardo lo stato
fondamentale e i rivolti, anche se in molti casi le posizioni che ne derivano risultano
pressochè impraticabili sulla chitarra.
Teoria
/
22 La Chitarra Jazz
I drop
Per drop si intende una disposizione delle voci dell'accordo che ne sposta una
all'ottava inferiore:
18 38 58 78 gradi dell'accordo
C E G B stato fondamentale in posizione "stretta"
4 3 2 1 numerazione usata per i drop
,
I
\j
S8 r 38 7 8
gradi dell'accordo
G C E B posizione drop 2 (il G, secondo suono, è sceso di un' ottava)
li u
,=*=; u
==-===-=====....s.L.-8-~:==:= -~ ----<===!!~e---~-
u
~~~!i9==-====-=~
Teoria
La Chitarra Jazz ) 23
ricaviamo i rivolti:
J È possibile ottenere i drop 2/4 e 2/3. Per ragioni di praticità e per via del loro scarso
utilizzo non sono presi in esame in questo testo.
Estensioni
Oltre a la, 3a, 5a, T', si possono aggiungere altri suoni agli accordi. Questi suoni
vengono definiti "estensioni" e hanno minor peso armonico visto che non hanno la
capacità di defmire il carattere e la funzione dell'accordo; riescono però a fornire diversi
"colori". Vediamo quindi che procedendo per terze avremo oltre a la, 3a, 5a, T': anche 9a,
11a, 13a•
È importante notare che le estensioni indicate corrispondono, all'ottava superiore
a z-, 4 e.
a,
8a, 10a, 12a, 14a non vengono menzionate nella costruzione dell'accordo in quanto
ripetono all'ottava superiore i suoni dell'accordo stesso (1 a, 3a, 5a, 7a).
Teoria
\
24 La Chitarra Jazz
Gli accordi generati dai modi della scala maggiore sono raggruppabili in famiglie per
affinità armonica. Perchè ciò avvenga, due o più accordi devono condividere i suoni che
ne costituiscono l'essenza armonica: la, 3a, T' ed eventualmente i restanti suoni della scala
con l'eccezione di quelli che ne cambiano la funzione.
Per CM7 avremo a disposizione le note: C/EIB (lal3ana), G/AID (sa/6a/9a) evitando il
F in quanto la 4a giusta sull'accordo maggiore ne contrasta la funzione risolutiva. Quindi i
soli accordi della tonalità che hanno questi requisiti sono Em7 e Am7 che con il CM7
costituiscono il gruppo di tonica, escluderemo il suono F (rispettivamente 9~ e 6~) anche
da questi due accordi:
Em7: 1 3 5 7
J
EGBD
Come suoni dell'accordo di CM7: 3 5 7 9
Am7: 1 357
ACEG
Come suoni dell' accordo di CM7: 6 1 3 5
Teoria
La Chitarra Jazz 25
G7: 1 3 5 7
GBDF
Bm7/~5: 1 3 57
BDFA
Come suoni dell'accordo di G7: 3 5 7 9
t
'~. Riassumendo: gruppo di tonica: IIIIIIVI, gruppo di sottodominante: llIIY, gruppo
-!I
di dominante: VMI.
"
"
LE FUNZIONI DEGLI ACCORDI
Gli accordi ottenuti dai modi delle diverse scale hanno ruoli definiti e diversi tra loro.
L'esempio più efficace lo troviamo nella cadenza VII, nel caso della tonalità di C
maggiore: G C oppure G7 CM7. Il G7 ha una chiara funzione tensiva che esprime un
senso di attesa che si risolve all'arrivo dell'accordo di tonica C.
Un accordo costruito sul secondo grado della scala avrà invece un ruolo meno deciso
rispetto ai due visti fin ora, come possiamo verificare nella cadenza II/V Il:
Dm7 G7 CM7, la progressione inizia con un accordo che ha una sonorità piuttosto
sospesa, si carica di tensione sul quinto grado G7, scarica la tensione sul primo grado
CM7. La tensione del quinto grado può essere accresciuta alterando i suoni dell'accordo
(con l'ovvia eccezione di la 3a 7a): 5a 9a n- l3a.
Gli elementi di tensione e risoluzione stabiliscono ruoli e funzioni degli accordi
sopratutto quando ci si trova in un ambito tonale.
Teoria
26 La Chitarra Jazz
ARMONIA QUARTA LE
Negli argomenti: Triadi e Accordi di settima abbiamo visto come costruire gli accordi
disponendo le note per terze, proviamo a procedere invece per quarte:
=terze Quarte
Naturalmente possiamo ripetere il procedimento partendo oltre che dalla tonica anche
dagli altri suoni della scala, sia ricavando accordi di tre che di quattro voci (voicings di 5 e
J 6 voci sono anche possibili ma meno usati sulla chitarra):
-a- ..o.
-a- ..o. -a-
i § g ! g
~i * ~
Gli accordi che abbiamo ottenuto, a differenza di quelli costruiti per terze, non ci
danno immediate indicazioni riguardo alla specie di appartenenza. Analizziamo il primo
accordo della serie:
C F B E
Teoria
La Chitarra Jazz 27
La presenza della quarta giusta nell' accordo costruito sul primo grado della scala
maggiore, come abbiamo visto nell'argomento: Lefamiglie degli accordi, ne cambia la
funzione, non potremo quindi considerare l'accordo ottenuto come un C maggiore a tutti
gli effetti. Possiamo però tentare un'analisi rispetto alle diverse toniche costituite dagli
altri suoni della scala:
E 3 2 1 7M 6 5 4
B 7M 6 5 4# 3 2 1
F 4 3m 2~ 1 7 6~ 5~
C 1 7 6~ 5 4 3m 2~
© ® ® ® ® 0 ®
C~ Dm7 Em7 F~ G7 Am7 B0
Toniche degli accordi della tonalità
Ripetendo l'analisi per gli altri voicings ottenuti troveremo parte degli accordi
compatibili con la funzione che ricoprono e parte degli accordi con una sonorità che se ne
:{
discosta.
,.; Gli accordi costruiti sul II e IV grado della scala maggiore (vedi argomento: Le
famiglie degli accordi), possono usare tutte le estensioni e per questo motivo sono i più
adatti all'uso più consistente dell'armonia quartale, specie in ambito modale.
Teoria
16 La Chitarra Jazz
Il/V/I, CADENZE
.rdi generati dai modi vengono indicati come "gradi" della scala con un
J romano che corrisponde al modo d'origine:
I: CM7 ll: Dm7 ill: Em7 IV: FM7 V: G7 VI: Am7 Vll: Bm7/P5
Così troviamo il IIIVII: Dm7 G7 CM7, il INIIIIN: CM7 Am7 Dm7 G7 etc.
Negli esempi appena citati tutti gli accordi provengono dai modi della scala maggiore,
ma p~iamo trovare sequenze di accordi costituite da gradi di altre scale, ad esempio il
nN Il minore originato dalla scala minore armonica:
Dm7J1,5 G7J1,9 Cm!M7 oppure il IIVIIllIV della scala minore melodica:
CmlM7 Am7J1,5 Dm7J1,5 G7J1,6.È frequente trovare casi in cui vengono
utilizzati accordi generati da diversi tipi di scale: Dm7J1,5 (il min armonica) G7!115/~9
(Vll min melodica) CM7 (I maggiore). Come si nota, le toniche rispettano la cadenza
IIIVIl ma i modi utilizzati appartengono a tre diverse scale d'origine; in questo caso
rispettivamente C min. armonica, Aj, min. melodica, C maggiore.
, .
Teoria
La Chitarra Jazz 29
TONALE E MODALE
Teoria
30 La Chitarra Jazz
ANALISI ARMONICA
n v In VI
/
n v I
Gm7 C7 Am7 Iim7 FJ,m7 &7 »\,M7
Scala di F Scala di Dj,
n v m VI n v I v n v
Gm7 C7 Am7 Dm7 Ej,m7 &7 »\,M7 :/. G7sus :/. Fm7 D7A,9
TONALE TONALE MODALE MODALE TONALE
F J)\, C n Gmarm.
I
Scale
La scelta di Gmin. armonica per D 7b9 è .dovu ta alla cadenza V/I che si viene a creare
con il Gm 7che segue.
Teoria
La Chitarra Jazz 31
tF
2 3 4
F.
r r
F.
r
D.
~
D.
I tempi forti sia dal punto di vista ritmico che armonico/melodico sono i punti della
battuta dove meglio si accentrano gli elementi di stabilità e risoluzione. Se vogliamo ad
esempio esprimere melodicamente con una nota il carattere armonico di un accordo
avremo maggiore efficacia sui tempi forti (vedi argomento: Suoni cordali), mentre sui
tempi deboli troveremo una naturale disposizione a ciò che crea tensione come le
estensioni aggiuntive degli accordi o come i suoni estranei del tutto all'accordo (passaggi
cromatici, appoggiature etc.). Suonando con le crome o con le semicrome avremo un
~.,..
effetto simile; anche in questo caso le estensioni e i suoni estranei alla scala troveranno
migliore collocazione sulle note pari.
- r--- - .---
1 2 3 4 5 6 7 8
••
'\o: V
- l- -
l- -
l- -
l- -
l- -
l- -
l-
•
.J
- '--- ~ -
Teoria
32 La Chitarra Jazz
Il concetto di tensione e di risoluzione è alla base della musica, anche della più
elementare (con davvero pochissime eccezioni in certa musica etnica o elettronica). In
ogni genere e stile musicale questi due aspetti concorrono a rendere vivo lo scorrere della
musica. Naturalmente la quantità di "tensione" utilizzata ha molto a che vedere con il
genere di musica che si sta suonando. Nel jazz, specie nelle forme più evolute e in quelle
radicali l'elemento tensivo è molto presente.
SUONI CORDALI
Cm Fm
-ti. ~
§ ~
G7 Cm
la· ~
~. ~
:1
Teoria
La Chitarra Jazz 33
CROMATISMI
Per cromatismo si intende l'uso sia melodico che armonico di suoni non appartenenti
alla scala diatonica. Quindi se la scala in questione è composta da sette suoni avremo
cinque altri suoni da utilizzare come cromatismi. Abbiamo diversi sistemi per applicare i
cromatismi, con risultati che mantengono inalterato il modo d'origine o che al contrario lo
modificano in maniera sostanziale. Per fare in modo che un suono non appartenente alla
scala non venga percepito come "sbagliato" bisogna adottare alcuni accorgimenti. È
importante il posizionamento nella battuta che troverà l'ideale collocazione sui tempi
deboli e sugli ottavi e sedicesimi pari della battuta.(vedi capitolo: Tempi forti e deboli).
Come importante (ma come vedremo non sempre indispensabile) è posizionare il suono
estraneo alla scala tra due gradi congiunti.
Un'altra applicazione la troviamo nell'appoggiatura che consiste nell'anticipare di un
semitono, con moto ascendente, l'arrivo su una nota della scala, facendo così la funzione
che compete alla sensibile. Maggiore effetto risolutivo lo otterremo se il suono di arrivo
sarà appartenente all' accordo sul quale ci troviamo e se sarà posto sui tempi forti.
A differenza del cromatismo visto precedentemente, l'appoggiatura ci consente di
disporre il suono estraneo alla scala anche sui tempi forti e sugli ottavi e sedicesimi dispari
nella battuta. Ciò è dovuto alla combinazione del moto ascendente e del già mezionato
effetto di nota con funzione di sensibile, in pratica il suono di arrivo giustifica il suono
"sbagliato" che si trova un semitono sotto.
Teoria
34 La Chitarra Jazz
Arrivare al suono della scala dall'alto con moto discendente non è un appoggiatura ed
ha un effetto molto diverso, che può snaturare il suono del modo che stiamo suonando.
Vediamo come vengono usate le appoggiature e i cromatismi tra gradi congiunti, Sia
singolarmente che in combinazione tra loro:
f-------o ------I
-0-
=:::n:==o ===========~
Teoria
La Chitarra Jazz 35
Appoggiature
~J~J~J@J~
A A A
A C A C A C
r---1 I r--1 , r---o r--, ----,
A C
r--1
Teoria
36 La Chitarra Jazz
I--!-----J
c
c c
C A C A
I ,----, I ..----.
A s i
A
l I
s i
~, ~"'------~----1~
L---l-l ~
C c
Teoria
La Chitarra Jazz 37
Gli esempi mostrati sono tutti applicabili per Dm7 II e FM7/#4 IV di C maggiore.
Per gli altri gradi della scala bisognerà omettere gli esempi che risolvono o mettono in
evidenza suoni impropri rispetto all'accordo in questione. Ad esempio su CM7 I non
utilizzeremo gli esempi che risolvono o mettono in evidenza il suono F.
Vedi argomento: Le famiglie degli accordi
Teoria
38 La Chitarra Jazz
LE SOSTITUZIONI
V: 7 VII: min7f1,5
Teoria
La Chitarra Jazz 39
Sostituzione di tritono
Altra sostituizione con caratteristiche simili è quella di tritono effettuata sull' accordo
di dominante V7.
Prendiamo un accordo di settima con la quinta diminuita: C7~ 5
C E Q :m
se utilizziamo la sua quinta diminuita (Q) come tonica di un nuovo accordo con le
stesse caratteristiche avremo a 7~ 5.
Come si può notare le note dei due accordi sono le stesse, proprio come succede per i
rivolti. Difatti il a 7~ 5 è un secondo rivolto di C7~ 5 ma anche il C7J1, 5 è un secondo
rivolto di G 7~ 5! Questa singolarità si verifica perchè i due accordi distano tra loro un
tritono (tre toni) che equivale alla divisione dell'ottava in parti uguali, causando così una
simmetria che applicata all'accordo di dominante ne raddoppia le possibilità. Possiamo
così scegliere di usare, ad esempio nella cadenza lIN/I, l'accordo di quinto grado
originale o sostituirlo con quello costruito sulla sua quinta diminuita:
Gm7 C7 FM7
Gm7 Q7 FM7
Osservando il movimento delle toniche notiamo che nel primo caso procediamo per
quarte (G/C/F) e nel secondo cromaticamente (G/G/F).
Teoria
40 La Chitarra Jazz
-.- -- --
--
m
-- - -
-
- m
-::- -::-
-- - -- --
-
VlII vrn
-
Teoria
La Chitarra Jazz 41
C A (C)
Per via della costruzione simmetrica ogni nota può essere considerata tonica, quindi i
rivolti dell' accordo non sono altro che altrettanti accordi di settima diminuita:
C n Q A
n Q A C
QACn
A C n Q
Ciò significa che avremo in tutto solo tre possibili accordi di settima diminuita:
C (El. Q A)
C#(E G An
D (F Aj, B)
Teoria
42 La Chitarra Jazz
la 3a sa 7a ~9
G7~9: G B D F Aj,
B7dim. BDFAj,
Come si nota B7dim. ha le stesse note di G7J1,9con l'eccezione del G, quindi una
prima semplice sostituzione è questa: un accordo dominante può essere sostituito da un
accordo diminuito costruito a partire dalla sua terza (o dalla quinta o settima o nona
bemolle):
Teoria
. ~-
La Chitarra Jazz 43
i
,
~.
In questo caso possiamo parlare più che di sostituzione di inserimento tra gli accordi
originali.
B F Aj,
G7J1,9 D~7J1,9 E7A,9
Le none bemolli degli accordi di dominante hanno qui solo un significato esplicativo e
possono essere omesse.
Vediamo come questi accordi si applicano al Il/VII:
Dm7 G7 CM7
Dm7 JJ,1 CM7
Dm7 J1I,l CM7
Dm7 E7 CM7
Teoria
44 La Chitarra Jazz
Questo movimento per terze minori può essere ulteriormente esteso ad alcuni accordi
che a loro volta sostituiscono il G7. Abbiamo visto come nella tonalità di C maggiore il V
G7 sia sostituibile con il VIIO Bm7~5, ciò sarà applicabile anche agli altri accordi di
dominante procedendo per terze minori:
G7 Bm7t\.S.
JJl,7 Dm7ft,S.
))\,7 Fm7f1,S.
E7 ~7/dim.
Il A~mn5 per la presenza della sua settima Gb (R) va modificato in & 7/dim.
Ora se aggiungiamo questi due accordi alla progressione di terze minori otteniamo:
Teoria
La Chitarra Jazz 45
II IV V VII
Dm7 FM7 G7 Bm~5
Fm7 A!,M7 $7 Dm~5 Gli accordi in corsivo sono modificati
AJ,m6 BMA5 ~7 Fm?l,5 per la presenza del H.
Bm7b5 DmIM7 E7 AJ,7/dim.
G7 CM7
che ancora può essere preceduto da A7, ecco così che abbiamo ottenuto un tumaround
I/VIIII/V:
CM7 A7 D7 G7
Teoria
46 La Chitarra Jazz
Inserimento del Il m7
e del Il m7~5 prima del dominante.
Altra semplice regola: un dominante può essere preceduto dal secondo grado della
tonalità di cui fa parte, G7 può essere preceduto da Dm7 (entrambi gli accordi sono
generati dalla scala di C):
Dm7 G7
Dal momento che G7 deriva anche dalla scala di C minore armonica può essere
anticipato anche da Dm7~5 che di C minore armonica è II:
Dm~S G7
Teoria
la Chitarra Jazz 47
Cambio di specie
In una progressione tonale si possono cambiare le specie degli accordi che ne fanno
parte. È un tipo di sostituzione che offre diverse possibilità anche se cambia radicalmente
il senso originale della progressione stessa.
Con alcune attenzioni possiamo evitare effetti sgraditi, ad esempio il sostituire
l'accordo di dominante con uno maggiore settima renderebbe vago e confuso il centro
tonale: Dm7 G7 CM7 Dm7 GM7 CM7
Ecco di seguito qualche possibile applicazione sul II/V Il:
Dm7 G7 CM7
Dm7 ~7 CM7
Dm7 CM7
Dm7 CM7
Dm7 CM7
Teoria
48 La Chitarra Jazz
Dm7 G7 CM7
Inserimento di semitono
Ogni accordo può essere preceduto da un altro accordo della stessa specie che gli sia
distante un semitono (ascendente o discendente sui tempi deboli o in levare):
, Teoria
La Chitarra Jazz
LE STRUnURE
La maggior parte dei brani di jazzrientra in una delle strutture che analizzeremo:
il blues (nelle sue varianti), i rhythm changes, i brani tonali basati principalmente
sul IIN Il, i brani modali, le strutture miste.
Il blues
Si può affermare che i vari elementi musicali affrontati in questo libro hanno origini
di derivazione classica, mentre il blues possiede alcune caratteristiche che se ne
ctiscostano. Senza addentrarci in indagini musicologiche possiamo sintetizzare che
I' incontro tra due culture musicali così diverse, come quella occidentale e quella africana,
lIa prodotto nei discendenti degli schiavi d'America una sintesi che è all'origine del blues.
Nell'argomento: Le funzioni degli accordi abbiamo stabilito i ruoli che gli accordi
rivestono nelle progressioni armoniche; tra questi un ruolo chiave lo troviamo nell'accordo
• dominante nel quale si accentra la tensione. Accordo quindi di movimento, subordinato
.', alraccordo di tonica. Tutto questo nel blues viene meno; l'accordo di dominante assume i
moli di I e IV grado salvo mantenere la funzione originaria sul V:
~
47
~
IV I
ntl ~
D7 A7
V IV I V
~
E7 D7 A7 E7 ~
~
Teoria
50 La Chitarra Jazz
Ma è soprattutto sul piano melodico che la tipica sonorità blues viene espressa.
Abitualmente assegneremo ai tre accordi del giro armonico i modi corrispondenti:
A7 A misolidio
D7 D misolidio
E7 E misolidio
A minore pentatonica:
A C D E G (A)
Così facendo suoniamo una nota impropria rispetto all'accordo che riveste il ruolo di
primo grado:
3m
A7: A c, D E G
Alla pentatonica di A minore si aggiunge il tipico suono blues della quinta bemolle,
ottenendo così la scala blues:
3m 5~
A7: A .c, D ~ E G (A)
Ora abbiamo due suoni che in un contesto canonico avvertiremmo come estranei,
mentre nel blues gli stessi conferiscono quella particolare e unica sonorità.
Teoria
La Chitarra Jazz 51
Ciò ci rende disponibili le terze maggiori, le seste e le none dei rispettivi accordi.
È abituale usare le tre pentatoniche in combinazione con la scala blues.
Tranne rare eccezioni la struttura tipica del blues è inquadrata nella durata di 12
misure, la variante più usata nel jazz comprende l'inserimento del IVVIl e del tumaround:
Eli7 .7
LO ffi7 <m9
~
n v I VI n v
~
[1m? F7
t=m7 G7b9 §;m7 F7 ~
Per questa versione sono molte le sostituzioni che abitualmente si applicano (vedi
argomento: Sostituzioni), vediamone alcune delle più usate:
Teoria
52 La Chitarra Jazz
II V
~-mrE7====t===Em(I:m;1jm;::::==::jE=mr+-7
-----BAk-'-+-7--1F=!f7G7/~
Semitono---
r Semitono --
---,,-+-_~7_==_E_7
--,~'--I-7
Semitono
--8;+-7 -l3J1~7
Semitono --
===::X:A7~~"--I-7---!C7
Semitono
Semitono -- Semitono --
r~~~rl--7==-~I~t7===~~7 ------j8'-#--7
----1l3J1r+-7 A7c.r---1f?$7
---&- ~
Semitono Semitono
Teoria
La Chitarra Jazz 53
Il blues minore
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~~Fm'
TI V
~~(~;JD~li7~~_-_-_-_-_-_-_-_-_~~I~fJD~~7~=====~===~(~:JD~~7~
I II V I
Iì'JD
7 @JD7/&5 ~
(;m7 -7
Te
I VI TI V
Teoria
54 La Chitarra Jazz
Più spesso troviamo la sostituzione di tritono (con cambio di specie) sul II grado:
~-----1I~fmn.:7-+-------1~--j(---'-1;m~7----~Y<'-. ---
Cm7: C dorico
Fm7: F dorico
D~7/9: D~ Iidio ~7
C7/~9: C superlocrio
A~7 : A~ lidio ~7
G7#5: G superlocrio
Am7/~5: Alocrio
Teoria
La Chitarra Jazz
Parker blues
Pur mantenendo alcune caratteristiche del blues questa variante apportata da Charlie
Parker (Blues for Alice) somiglia armonicamente a brani più canonici:
l
---#.~---1EM-'-I-7----1~tm7/b5 A7/~~-9LL..11m.&&...7L--_~(:_m_7_E~'7==
1------AA,...".m~7-1-----l=!bm7017
Rhythm changes
Basata essenzialmente sul tumaround I/VIJIIN questa struttura trae origine dalla
canzone di Gershwin "1 got rhythm". È stata (ed è tuttora) fonte di ispirazione per diverse
composizioni quali: "Anthropology", "Moose the mooche", "Oleo" etc.
Ha una forma AABA, per 32 battute complessive (4 x 8 misure = 32). Si suonano
diverse varianti del giro di accordi che non si discostano molto dalla seguente:
Teoria
56 La Chitarra Jazz
(i7 (;7 .7
Teoria
~!
-"
La Chitarra Jazz :
Alcune varianti:
==~(~;D1~~7_-_-_~_I_~'7
-----Bffirt7------~~-----D~7----------~z~{------
Teoria
58 La Chitarra Jazz
~7
1----(;7 (;7
Teoria
-.a Chitarra Jazz 59
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~~~~~A~m~7~~---D~7---------Dm7 (i7
~~~H~7~--~V.--~~~Hk7~~~V.~
Teoria
60 La Chitarra Iazz
Brani modali
Dopo il primo periodo l'uso del modale si è consolidato anche in composizioni che
sfruttavano parti tonali con cadenze IIN Il
Teoria
la Chitarra Jazz 61
Questi sono alcuni brani esemplificativi delle strutture che abbiamo visto:
Teoria
62 La Chitarra Jazz
, PATTERNS
Per pattem si intende una cellula melodica di due o più suoni che ripete il suo sistema
di costruzione su ogni grado della scala in modo diatonico.
Lo studio dei patterns aiuta ad approfondire la padronanza delle scale e in una certa
misura ad ottenere più ampie possibilità di linguaggio.
Teoria
La Chitarra Jazz
Per facilitare e rendere più rapida la ricerca delle diteggiature delle scale che ci
occorrono in una progressione armonica, possiamo stabilire una relazione di tipo visuale/
geometrico tra accordi e scale. Il vantaggio che ne ricaveremo sarà quello di ottenere dalle
posizioni degli accordi che useremmo per accompagnare il brano, le relative posizioni
delle scale che ci serviranno per improvvisare. In pratica si tratta di estendere questo
sistema oltre ciò che molti chitarristi; in modo lliù o meno consallevo\e, già allll\icano. È
abbastanza consueto ad esempio per un chitarrista associare a questa posizione della scala
pentatonica minore:
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-:: -.::: =-
-::
-:: =- --
III
-
v vn IX XII xv
L'accordo viene diteggiato dalle note della diteggiatura della scala corrispondente:
spostando lungo la tastiera la posizione di scala e accordo quest'associazione non cambia.
Ora trovando ci una progressione costituita da accordi m7:
Cm7 Am7 B~m7 Gm7 etc.
ci basterà spostare l'accordo con la posizione che abbiamo visto e utilizzare le
tiiteggiature della scala corrispondente.
Teoria
64 La Chitarra Jazz
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Cm7 -
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m v VII IX XII xv
Gm7
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m v VII IX XII xv
Troverete da pagina 111 le associazione visive per vari tipi di accordi con le scale da
cui sono state generate.
Teoria
La Chitarra Jazz 65
PATIERNS RITMICI
L'aspetto ritmico è alla base della musica come componente vitale sia delle parti
melodiche che di quelle armoniche. Per un musicista che vuole affrontare seriamente gli
aspetti dell'improvvisazione un approfondito studio a riguardo è prioritario. Il ritmo,
inteso come vario ed appropriato uso delle divisioni, è una fonte di ispirazione pressochè
inesauribile.
È molto importante non scordare questo aspetto quando siamo troppo concentrati su
quali note suonare, è preferibile sbagliare qualche nota ma avere una coerenza ritmica.
Anche quando accompagnamo dobbiamo agire allo stesso modo, aiutare il solista
cogliendo gli spunti ritmici che ci offre, oppure interagendo con delle nostre idee senza in
nessun caso prevaricare. Sia sul piano solistico che in quello dell'accompagnamento ci
verrà in aiuto un attento ascolto dei musicisti protagonisti di questa musica: Charlie
Parker, Miles Davis, John Coltrane, Bill Evans, Sonny Rollins, Duke Ellington solo per
citare alcuni dei grandi del passato. Ma sono veramente tantissimi i musicisti di jazz e non
solo che possono insegnarci tanto.
Di seguito troverete alcuni patterns ritmici che potete usare come esempio. Potete
provare a usarli in funzione melodica o armonica, ad esempio combinando li tra loro per
accompagnare uno standard. La scrittura che troverete è priva di note, sono indicati solo i
/valori ritmici:
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Teoria
66 La Chitarra Jazz
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Teoria
68 La Chitarra Jazz
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Teoria
la Chitarra Jazz 69
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Teoria
70 La Chitarra Jazz
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Teoria
Wl Chitarra Jazz 71
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Teoria
72 La Chitarra Jazz
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Teoria
la Chitarra Jazz 73
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L---3-.J
Teoria
SCHEDE AGGIUNTIVE
E A D G B E
III
VII
XII
Schede Aggiuntive
76 La Chitarra Jazz
E· A D G B E
111
VII
XII
Schede Aggiuntive
:..aChitarra Jazz 77
1 2b 2 3m 3 4 4b 5 5# 6 7m 7M
4b 5~ 6~
9b 9 9# Il 11# 13b 13
Schede Aggiuntive
78 La Chitarra Jazz
cz:=J Misolidia, Lidia ~7, Misolidia ~6, Frigia maggiore, Dorica ~2, Superlocria,
Diminuita s.t. Esatonale
~ ~ Maj7
0-7, min7
Im7~51 0, semidim.
Udim.
D aum,aug.
~7/9+
l2iU +7
Schede Aggiuntive
La Chitarra Jazz 79
In questo schema ci sono le triadi utilizza bili melodicamente e armonicamente per G7,
gli unici suoni omessi sono la quarta dell'accordo (C) e la settima maggiore (FO.
G G# A A# B C C# D D# E F F#
+ • • • • • • Aumentate
M • • • • • • Maggiori
m
• • • • • • Minori
o • • • • • • • • Diminuite
G A~ A B~ B C D~ D E~ E F G~
Questi sono gli arpeggi utilizzabili su G7, stesse omissioni delle triadi.
G G# A A# B C C# D D# E F F#
• • • • Maggiori7
7 • • • • • • Settima
m7 • • • • Minori7
• • • • • • Semidiminuiti
G A~ A B~ B C D~ D E~ E F G~
Schede Aggiuntive
80 La Chitarra Jazz
Queste sono le triadi che possiamo suonare sugli accordi generati dalla scala
maggiore. Ho tenuto il C come tonica dei vari accordi per confrontarli meglio.
Schede Aggiuntive
2 Chitarra Jazz 81
Ionico
Lidio
Misolidio
Dorico
Eolio
Fri ·0
Locrio
Schede Aggiuntive
DIAGRAMMI MELODICI
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Diagrammi Melodici
84 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
la Chitarra Jazz 85
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Diagrammi Melodici
86 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
:..aChitarra Jazz 87
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Diagrammi Melodici
88 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
La Chitarra Jazz 89
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90 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
La Chitarra Jazz 91
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Diagrammi Melodici
92 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
La Chitarra Jazz 93
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Diagrammi Melodici
94 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
95
La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
96 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
La Chitarra Jazz 97
Scala esatonale
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V VII IX XII XV
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Diagrammi Melodici
98 La Chitarra Jazz
Arpeggio M7 Arpeggio 7
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Diagrammi Melodici
la Chitarra Jazz 99
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100 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
La Chitarra Jazz 101
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102 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
La Chitarra Jazz 103
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104 La Chitarra Jazz
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La Chitarra Jazz 105
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106 La Chitarra)azz
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La Chitarra Jazz 107
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Diagrammi Melodici
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110 La Chitarra Jazz
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La Chitarra Jazz 111
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112 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
113
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Diagrammi Melodici
La Chitarra Jazz 115
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Diagrammi Melodici
116 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
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La Chitarra Jazz 119
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120 La Chitarra Jazz
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122 La Chitarra Jazz
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La Chitarra Jazz 125
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La Chitarra Jazz 127
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128 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Armonici
La Chitarra Jazz 129
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Diagrammi Armonici
130 La Chitarra Jazz
Drop2
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La Chitarra Jazz 131
Drop2
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Diagrammi Armonici
132 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Melodici
La Chitarra Jazz 115
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Diagrammi Melodici
DIAGRAMMI ARMONICI
Triadi
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Diagrammi Armonici
La Chitarra Jazz 119
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120 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Armonici
La Chitarra Jazz 121
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Diagrammi Armonici
122 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Armonici
La Chitarra Jazz
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124 La Chitarra Jazz
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La Chitarra Jazz 125
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La Chitarra Jazz 127
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128 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Armonici
La Chitarra Jazz 129
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Diagrammi Armonici
La Chitarra Jazz
131
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132 La Chitarra Jazz
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134 La Chitarra Jazz
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Diagrammi Armonici
La Chitarra Jazz 135
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Diagrammi Armoniçi
136 La Chitarra Jazz
Drop2
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