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2.2. Triadi.............................................................................................................................................................pag. 15
Costruzione delle triadi
Denominazione e riconoscimento
Rivolti delle triadi (omofonia tra rivolti e triadi)
CONCLUSIONE
INDICE TRACCE CONTENUTE NEL CD ALLEGATO
3. esempi modali - differenze tra Ionico e Lidio su Cmaj7 Am7 e Em7..................................... 1’06”
11. da fig. 44 su Am7 Cmaj7 Fmaj7 e Dm7 – lick plettro-dita ............................................................ 0’41”
12. da fig. 45 e 46 esempi di arpeggio sweep in Em e G suonati su Am7 e Cmaj7 ................... 0’52”
13. da fig. 45 e 46 esempi di arpeggio sweep spostati di una quarta sotto................................. 0’50”
15. da fig. 48 arpeggio skip legato eseguito in Em7 e su sesta corda Bm7 ................................. 0’56”
20. da fig. 56 57 e 58 spostamenti ritmici sugli esercizi per le pentatoniche ........................... 0’45”
25. da fig. 69 70 e 71 esempi di moving shapes sulla scala esatonale e sue variazioni ........... 0’39”
29. da fig. 84 scala minore armonica ed esercizi (gli stessi utilizzati per le modali) ............. 1’10”
30. da fig. 96 scala minore melodica (bachiana – super locrian – lydian dominant) ................. 0’40”
31. da fig. 97 arpeggi meno usuali e sovrapposti con la bachiana .................................................... 0’44”
33. da fig. 100 e 101 arpeggi meno usuali e licks sulla bachiana ........................................................ 0’38”
34. da fig. 102 e 103 esercizi per tecnica pennata alternata interna ed esterna .................... 0’33”
35. da fig. 105 esempi con tecnica sweep picking .................................................................................... 1’06”
36. da fig. 106 arpeggi a quadriadi con tecnica sweep .......................................................................... 0’33”
37. da fig. 107 e 108 arpeggio Cmaj7/9 sweep e moving shape .......................................................... 0’39”
38. da fig. 109 110 e 111 esempi con hybrid picking ................................................................................. 0’49”
39. da fig. 112 113 114 e 115 esempi con hybrid picking e lick tipici dell’autore........................ 0’57”
40. da fig. 116 117 e 118 esempi con tecnica string skipping............................................................... 0’41”
42. da fig. 120 121 122 e 123 esempi ed esercizi con tapping ............................................................. 0’58”
48. da fig. 136 esempio di applicazione dei superesercizi alla Ionica di G.................................. 0’06”
49. da fig. 137 esempi di esercizi per rinforzare le dita più deboli ................................................ 1’15”
50. da fig. 139 140 141 e 142 modifiche cromatiche, note di avvicinamento etc....................... 0’53”
51. da fig. 143 144 145 146 e 147 esempi di licks cromatici e moving shapes.............................. 0’52”
53. BASE MUSICALE per esercitarsi: Cmaj7 Am7 Em7 – bpm 116.................................................. 1’42”
54. BASE MUSICALE per esercitarsi: Dm7 Em7 Am7 – bpm 80 (terz.)......................................... 1’52”
56. BASE MUSICALE per esercitarsi: Am7 – bpm 132 .......................................................................... 2’28”
59. BASE MUSICALE per esercitarsi: Am7 Cmaj7 Fmaj7 Dm7 – bpm 126................................... 2’00”
Track 1
E’ mia intenzione, con questo manuale, prendere in visione non solo la chitarra solista fine a se stessa, ma
piuttosto “FARE UN GIRO PANORAMICO A LARGO RAGGIO” sulle basi della TEORIA, dare un supporto a tutti coloro che
suonano magari già da tempo ma ai quali mancano alcune nozioni fondamentali che li aiutino ad andare qualche
passo più avanti, più velocemente
NON SARANNO CERTO QUESTE PAGINE A CAMBIARE LORO “LA VITA” O A SOSTITUIRE ANNI DI STUDIO.
E’ mia personale opinione che per quanto concerne la TEORIA, le basi DELL’ARMONIA e tutto ciò che abbia delle
regole ben precise, L’APPORTO DATO DA UN DOCENTE SIA INSOSTITUIBILE; noi suoniamo la chitarra ed è vero che
molti dei più grandi chitarristi elettrici che hanno fatto la storia erano autodidatti poiché la fantasia, l’estro
e il dono di Dio nessuno li può insegnare... o ci sono o non ci sono! MA È ALTRETTANTO VERO CHE SE ALLE QUALITÀ CHE
GIÀ PROBABILMENTE POSSEDIAMO AFFIANCHIAMO UNA CERTA PREPARAZIONE NON ANDIAMO CERTAMENTE A FARE DANNO!
Ci sono strade e scelte di vita molto diverse e ognuno di noi è libero di scegliere... certamente se la nostra
scelta è quella del chitarrista professionista, diciamo così “turnista”, la preparazione è basilare. RICORDIAMOCI
ANCHE CHE SUONARE È UNA COSA, RIUSCIRE POI A VIVERE CON I PROVENTI DELLE NOSTRE PRESTAZIONI È UN’ALTRA; i
tempi cambiano, e LO STANDARD QUALITATIVO, IL BAGAGLIO TECNICO E CONOSCITIVO SI INNALZANO SEMPRE DI PIÙ E LA
CONCORRENZA SI FA SEMPRE PIÙ SERRATA. In questa ottica io vedo quindi questo metodo, come UN TRAMPOLINO
verso lo studio ancora più approfondito di alcune cose... QUI TROVERETE UNA “PANORAMICA” CHE TOCCA MOLTI PUNTI
e li approfondisce sino ad un certo punto; da lì in poi, se avrete trovato questi argomenti interessanti o a voi
particolarmente vicini potrete sempre approfondirli con testi dedicati o con l’aiuto di qualcuno.
Ho sempre tenuto orecchie ben aperte e tese verso i miei colleghi di strumento, che ho avuto il piacere di
incontrare al termine di concerti, clinics, stages, fiere etc., anche solo per regalare un plettro... sono anni che
sento spesso frasi e domande del tipo: “ma c’è un libro che insegni un po’ di basi armoniche, teoriche etc?... Non
ho tempo di andare da un maestro... Ho iniziato e mi facevano solo solfeggiare, così ho lasciato!... Mi danno un
sacco di esercizi teorici e non mi resta il tempo per suonare... ... “ e così via. Ho cercato di mettere buona
parte delle mie conoscenze a riguardo in questo Libro, quello che mi è stato insegnato dai miei maestri che qui
ringrazio: Giuseppe La Monica, che mi ha portato attraverso la teoria, le leggi dell’armonia e che mi ha
trasmesso parecchie cose che troverete in queste pagine; Giampaolo Lancellotti, che da quando mi ha insegnato
il primo DO LAm FA SOL mi ha trasmesso l’amore per il suonare insieme ad altri musicisti; ma molte cose le
ho apprese dalle Videocassette, dai metodi, dai dischi, dalla TV, dai concerti etc... e ho provato ad inserire
parecchie di queste cose in queste pagine. Ogni persona che sceglie di suonare ha delle proprie doti di
sensibilità; con questo metodo cerco di mettere a disposizione nozioni, esempi, input che servano a stimolare
un poco la sensibilità, l’estro e la fantasia di ciascuno Non penso sarebbe stato giusto “imporre” queste cose
(magari usando termini tipo “si deve fare così...” “è necessario suonare in questo modo...” etc.), ... proporre... sì!
Questo Libro segue quindi un percorso lunghissimo che potrà durare anche diversi anni, se affiancato ai giusti
esercizi che mano a mano vi consiglierò, e magari, al lavoro di un buon maestro; sarà sicuramente utile proprio
a coloro che suonano già ma ai quali mancano alcune piccole basi (sì lo so mi ripeto!); anche i principianti
troveranno in questi ragguagli nozioni importanti, ma si troveranno davanti ad un gradino tecnico-strumentale
abbastanza alto già dal CAPITOLO 3, per questo ho affermato che se preso in mano all’inizio, questo Libro
potrà essere utile per anni... o almeno lo spero!
BUON LAVORO E... bando alle ciance!
MASSIMO VARINI
MASSIMO VARINI
La Chitarra Solista
Struttura del Manuale
CENNI PRELIMINARI
introduzione, le basi teoriche, intervalli, triadi, costruzione di accordi, armonizzazioni
SCALE
Modali, Pentatoniche, PentaBlues, Esatonali, Diminuite, Bachiane (min. Melodiche), Min.
Armoniche, etc.
ARMONIA
Applicazioni armoniche, armonia "spicciola", panoramica su
concetti semplici ma efficaci
TECNICHE
Altern. Picking, Sweep Pick., Plettro/dita (Hybrid picking), String Skipping, Skipping Bluesy/Country, Tapping, Legato,
Verticalizzazioni, Arpeggi tipici, Arpeggi meno usuali, etc.
SPOSTAMENTI RITMICI
SPOSTAMENTI CROMATICI
SOLO
Si parte con una panoramica sui rudimenti della teoria, dalla spiegazione delle note sul pentagramma alla costruzione delle
scale, uso delle alterazioni, chiavi, segni di tempo, intervalli, costruzione di triadi, etc.
Vengono poi prese in considerazione ed analizzate varie scale e attraverso l'utilizzo di diverse tecniche si creano i
cosidetti Licks: diatonici, con alterazioni e note di passaggio, pattern fissi da muovere in modo casuale (movable shapes)
etc. Nel CD allegato sono registrati gli esempi trascritti e molti altri esempi che si possono venire a creare.
Questi licks vengono poi proposti con spostamenti ritmici e cromatici per arrivare a creare in modo semplice ed istintivo
diverse frasi, tra cui anche IN-OUT Licks.
Tutto questo rapportato a semplici accordi fissi. Ogni lick, oltre ad essere modificato ritmicamente e cromaticamente viene poi
proposto su accordi diversi, per esemplificare il grande numero di possibilità che possono venirsi a creare.
Nasce quindi da qui l'idea di una veloce ma funzionale panoramica sull'armonia vista in modo semplice ed immediato.
Il CD, oltre agli esempi, contiene anche una serie di basi musicali sulle quali potersi esercitare,
provare tutti gli esempi del manuale …….…e suonarci sopra!!!
KM MD 001
Printed in Italy – Stampato in Italia
Il quadro completo delle 12 note sarà quindi:
(da ora in avanti useremo indifferentemente la nomenclatura italiana e quella internazionale)
Fig. 3
DO RE MI FA SOL LA SI DO
Per correttezza, vi riporto l’esatta scrittura della SCALA CROMATICA, in caso la tabella sopra creasse incomprensioni:
Fig. 4
Da qui deduciamo: quando le note seguono una consequenzialità “crescente” si usano i # come alterazioni transitorie,
nel caso questa consequenzialità sia discendente, si usano i bemolle.
ALTERAZIONI
Come appena visto, le note alterate portano i segni # e b, questi simboli portano il nome di alterazioni o accidenti
#
musicali; ciascuno di essi ha una funzione ben specifica, e precisamente:
bb
= BEMOLLE: altera la nota in senso DISCENDENTE di un semitono.
= BEQUADRO: porta le note alterate al loro stato naturale, siano state esse modificate da alterazioni Transitorie
o Costanti.
Quando le alterazioni sono indicate in pentagramma precedono la nota, mentre, nel caso si parli di note o le si debbano
scrivere insieme a frasi in grafia normale, si pongono dopo la nota, per esempio si scrive DO# oppure Do diesis e si
dice DO DIESIS, così vale per bemolli, doppie alterazioni etc.
Esempio:
MI-FA= tra queste due note l’intervallo è di semitono DIATONICO
SI-DO= DIATONICO
FA#-SOL= DIATONICO
DO-Reb= DIATONICO
LA-LA#= CROMATICO
SIb-SI= CROMATICO
ALTERAZIONI TRANSITORIE E COSTANTI
TRANSITORIE: sono quelle alterazioni che si trovano lungo il corso di una partitura ed hanno l’effetto di alterare tutte
le note di uguale nome e posizione all’interno della misura.
COSTANTI : sono le alterazioni che vengono poste tra il segno di chiave e quello di tempo. Hanno l’effetto di alterare
tutte le note corrispondenti per l’intera durata del pezzo, o fino a che non venga posto un altro segno di chiave con
nuove alterazioni costanti.
Fig. 5
TONALITA’
Ecco la tabella:
Fig. 6
Fig. 7
La parte evidenziata corrispondente al quarto grado ci dà la scala dei bemolle così come appare secondo il circolo delle
quinte discendenti: SI MI LA RE SOL DO FA. E’ importante ricordare questa sequenza, se può aiutarvi,
ricordate che la successione dei diesis e bemolle sono al contrario: FA DO SOL RE LA MI SI per i diesis e SI MI LA
RE SOL DO FA per i bemolle.
TONALITA’ MINORI
Come avrete notato abbiamo parlato sino ad ora solo di tonalità Maggiori... e le minori?
Ogni tonalità Maggiore ha la sua Tonalità relativa Minore una terza minore sotto (o una sesta maggiore sopra): ciò
significa che la rel. Min. di DO è LAm. La costruzione della scala minore naturale (quella di cui stiamo parlando) è:
TONO SEMITONO TONO TONO SEMITONO TONO TONO.
Fig. 8
Riepilogando quanto fin qui detto possiamo affermare che per tonalità si intende il complesso dei suoni che
compongono una scala diatonica di modo Maggiore o minore. Ciascuna tonalità viene espressa con un determinato
numero di alterazioni costanti che servono a regolare le distanze passanti tra i suoni delle scale stesse. Mantenendo le
stesse alterazioni costanti si hanno due tonalità che si dicono per questo RELATIVE: una Maggiore e una minore, la
scala (o tonalità) relativa minore sta una terza minore sotto quella Maggiore. Per formare le scale Maggiori e relative
minori basta ricorrere alle alterazioni costanti, per le scale Maggiori armoniche, minori armoniche e melodiche si deve
ricorrere anche a quelle transitorie.
Fig. 9
Il seguente schema è considerato il più comodo per la visualizzazione e memorizzazione di tutte le tonalità, è detto il
CICLO DELLE QUINTE. In senso orario esterno al cerchio le tonalità con i #, in senso antiorario interno al cerchio le
tonalità con i b; si noterà come le tre tonalità che si sovrappongono sono quelle OMOFONE appena viste.
Fig. 10
CM
Am (0 #)
GM
Em (1#)
FM
D m (1b)
DM
Bm (2#)
Bb M
Gm (2b)
Eb M AM
Cm (3b) F#m (3#)Bm
Ab M
Fm (4b)
EM
C#m (4#)Bm
Db M Cb M
Bbm (5b) Abm (7b)
Gb M
C# M BM
Ebm (6b)
A#m (7#) G#m (5#)
F# M
D#m (6#)
Capitolo 2
CAPITOLO 2
cenni di Armonia
2.1. INTERVALLI
Fig. 15
Gli intervalli possono essere MAGGIORI, MINORI, DIMINUITI, ECCEDENTI, GIUSTI e seguono le seguenti regole:
• l’intervallo MAGGIORE, diminuito di un semitono diventa MINORE
• l’intervallo MAGGIORE, aumentato di un semitono diventa ECCEDENTE
• l’intervallo MINORE, aumentato di un semitono diventa MAGGIORE
• l’intervallo MINORE, diminuito di un semitono diventa DIMINUITO
• l’intervallo GIUSTO, aumentato di un semitono diventa ECCEDENTE
• l’intervallo GIUSTO, aumentato di un semitono diventa DIMINUITO
Vediamo ora, in una scala diatonica Maggiore, i nomi che prendono i diversi intervalli:
Fig. 16
nota DO RE MI FA SOL LA SI DO
tipo di intervallo NF M2 M3 P4 P5 M6 M7 P8
(l’intervallo di ottava è considerato Giusto)
La denominazione degli intervalli che sorpassano il Range di 1 ottava, si ottengono calcolando l’intervallo come se la
nota fosse all’ottava della NF aggiungendo poi 7.
Fig. 17
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