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Manuale Rack
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VCV Rack
Il manuale nascosto
Questo manuale, concepito come instant book e distribuito in forma gratuita, intende rispondere alle
operative esigenze primarie di una comunità di utenti in crescita almeno tanto rapida quanto il software
a cui è dedicato.
Come tale, prelude a un lavoro di più ampio respiro, allineato alla prima major release del pro-
gramma, dove troveranno posto anche una suddivisione dei moduli per “scuole” di sintesi, un articolato
eserciziario per l’utilizzo delle patches e una sezione dedicata alla programmazione in codice. La pubbli-
cazione, a marchio Curci Audio Pro, è prevista per la prima metà del 2018.
I marchi di hardware e software sono di proprietà delle rispettive aziende produttrici e sono qui citati a scopo
esclusivamente didattico.
Questa pubblicazione è di proprietà delle Edizioni Curci S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano
1
Gli installer per le tre piattaforme sono scaricabili su: https://vcvrack.com
4 | Capitolo 1 – Introduzione
1.1 Installazione
La procedura descritta è quella seguita su Mac; l’utente riuscirà facilmente ad adattare alla
propria realtà i passaggi qui elencati.
Per portare a buon fine la procedura, è necessario avere una connessione Internet funzionante
sia durante il download che per le successive procedure di sincronizzazione dei plug-in addizio-
nali. Una volta terminata la procedura, la connessione internet non sarà più necessaria (fino
al momento di nuovi aggiornamenti, ovviamente).
1. Andare sulla pagina https://vcvrack.com e, per prima cosa, registrarsi con userna-
me e password – tenete da conto questi dati, perché serviranno anche nelle fasi successive.
2. A registrazione effettuata, loggarsi con le nuove credenziali.
3. Scendere nella schermata, individuando i tasti ADD che, per ciascuna categoria
di moduli aggiuntivi (Audible, SynthTech e Befaco) permettono di acquisire a costo
zero le funzioni addizionali); fare clic su tutte e tre le collezioni addizionali. Eventuali
versioni future potrebbero veder crescere il numero delle collezioni addizionali presenti
nella pagina.
4. Scaricare l’installer adatto alla propria piattaforma cliccando sul bottone azzurro
corrispondente; i tre tasti sono elencati sulla destra della schermata, sotto la dicitura
Download vX.X.X.
5. A download terminato, installare il programma e lanciarlo.
2
Informazioni sui moduli originali Mutable Instruments sono reperibili qui: http://mutable-instruments.net
3
Informazioni sui moduli originali Befaco sono reperibili qui: https://www.befaco.org/en/
4
Informazioni sui moduli originali Synthesis Technology sono reperibili qui: http://www.synthtech.com
L’ambiente di lavoro | 5
6. Da dentro al programma, localizzare la Toolbar in alto e, in questa il tasto LOG IN. Fate
click per loggarvi; sarà necessario inserire le proprie credenziali username e password.
7. Successivamente, sempre nella Toolbar, cliccare sul tasto MANAGE PRESET, per sin-
cronizzare il programma con le richieste di “ADD” fatte in precedenza. Il programma
procede automaticamente a scaricare e attivare le collezioni di preset aggiuntive.
A questo punto, siete pronti per lavorare5.
5
In queste pagine, compariranno schermate catturate in diversi momenti dello sviluppo del programma. L’utente non deve
preoccuparsi, quindi, se qualcosa potrebbe risultare differente da ciò che appare nel suo schermo. Caso per caso, ove possibile,
segnaleremo a quale versione si fa riferimento.
6 | Capitolo 1 – Introduzione
casi – a non caricare le grafiche dei controlli di pannello nei singoli moduli. In futuro, le cose
non potranno che migliorare.
Qui sopra, è riprodotta la vecchia toolbar v.0.3.1; nelle successive, è venuta a cadere la pos-
sibilità di controllare la CPU Usage (ce ne faremo una ragione…).
Questa, è la nuova toolbar v.0.4.0. Le descrizioni successive – con una sottile forma di per-
versione – riportano quanto è disponibile nelle diverse generazioni. Caveat Emptor.
Da sinistra verso destra, sono disponibili i comandi di:
• File; comprende le opzioni New, Open, Save, Save
As per la gestione delle patches da caricare, da aprire
e da salvare con nuovo nome. Il nome della patch caricata
è riportato nell’intestazione della finestra di programma
(v.0.4.0.). Sono implementati i normali comandi-scor-
ciatoia da tastiera: Cmd+N per New, Cmd+O per Open,
Cmd+S per Save, Cmd+Shift+S per Save As.
• Sample Rate; permette di scegliere la densità audio utilizzata
dal programma per generare il segnale. Rack non è un pro-
gramma leggero: si consiglia di lavorare, perlomeno nelle fasi
di programmazione e di apprendimento, con la sample rate
più bassa, pari a 44.1 kHz. La scelta offre un valore massimo
pari a 192 kHz.
Con la v. 0.4.0., il comando Pause Engine interrompe tutti i calco-
li – quindi, la generazione sonora – e permette la programmazione
indolore. Con alcuni sistemi operativi, questo comando può interrom-
pere qualsiasi attività sonora dell’intero computer (compresi messaggi
di avviso, rumori di sistema operativo, conferme, funzionamento di altri programmi, playback
delle tracce audio all’interno di video, eccetera); nel caso, basta selezionare una qualsiasi sample
rate tra quelle previste nel menu per riprendere possesso dell’audio.
• Cable Opacity; la percentuale di opacità usata sulla grafica dei cavi. Cavi quasi com-
pletamente trasparenti rendono più facile seguire le grafiche dei pannelli sottostanti,
ma rendono più difficoltoso percorrere mentalmente il collegamento fatto. Ovviamente,
cavi completamente opachi (al 100% del parametro) spiccheranno vividi sul fondo
L’ambiente di lavoro | 7
Per scegliere e caricare i moduli, è necessario fare click destro sul fondo del cabinet ancora
vuoto. Il modulo, scelto dal menu a comparsa, viene installato nella posizione dove si è clic-
cato, ma successivamente, è possibile prenderlo e spostarlo con il mouse verso una posizione
più consona.
Non è ancora implementato un meccanismo di spostamento e posizionamento auto-
matico, quindi se si richiede un modulo largo 8 unità, cliccando in uno spazio libero
da 6 unità, il programma installerà il modulo nella fila inferiore o dove troverà sufficiente
spazio vuoto.
6
Come accennato in precedenza, dalla revisione v.0.3.2, la funzione CPU Usage è stata rimossa e ora non è più disponibile.
8 | Capitolo 1 – Introduzione
Allo stato attuale, Rack contiene una dotazione di moduli sufficiente a fare molte cose.
Come è ovvio, in una struttura modulare non c’è mai fine e si può procedere per ammas-
so fino a saturare risorse economiche, spazio vitale o – nel nostro caso – potenza della
CPU a disposizione.
È inutile ricordare che una corretta conoscenza delle potenzialità operative offerte
da ciascun modulo, oltre all’apprendimento delle procedure basilari di programmazione,
con la scelta ecologica dei moduli più adatti al compito richiesto, è la chiave per ottenere
risultati soddisfacenti.
La natura aperta di Rack e la possibilità di includere quantità virtualmente infinite
di moduli terze parti, ci obbliga a limitare questa descrizione al solo corredo di moduli prodotti
originalmente da Andrew Belt. Se necessario, quando si raggiungerà una stabilità sufficiente-
mente prolungata, provvederemo ad estendere la descrizione anche per quei moduli terze parti
ritenuti indispensabili per funzionamento e utilità
Il passaggio dalla vecchia versione 0.3.x alla nuova v.0.4.0 ha portato una maturazione nella
gestione dei moduli nativi e/o caricati a discrezione dell’utente.
La vecchia impostazione in semplice elenco, raggiungibile facendo click destro sul fondo
vuoto del cabinet visualizzato (con tutti i problemi di negato scorrimento e visualizzazione
limitata solo alle principali entries) ha lasciato ora il posto a una più compatta e funzionale
visualizzazione per cartelle.
Ora, è possibile navigare nelle diverse collezioni di moduli reperite e installate dal musi-
cista; ciascuna cartella compare come una sotto finestra nel menu che contiene non solo
i moduli disponibili, ma anche l’indicatore di appartenenza e due puntatori alle homepa-
ge con browse directory dei produttori. L’immagine successiva riproduce una dotazione
I moduli disponibili | 11
>>Core
I moduli Core sono l’interfaccia audio – indispensa-
bile per entrare o uscire dal programma – e l’interfac-
cia MIDI, altrettanto indispensabile per controllare
il sintetizzatore programmato attraverso periferica ester-
na1. L’interfacciamento MIDI è ora potenziato (v.0.4.0.)
con l’inserimento di un apposito gestore dei MIDI CC.
>>Audible Instruments
Sono i moduli costruiti ispirandosi alle realizzazioni harw-
dare di Olivier Gillete per Mutable Instruments; compren-
dono indispensabili tool di programmazione e sofisticate
strutture di generazione/trattamento timbrico. I moduli
di generazione e trattamento sono molto pesanti sulla CPU.
>>Befaco
Sono i moduli costruiti facendo riferimento alle realizzazioni Befaco; comprendono raf-
finate soluzioni alternative per ricorrenti problemi di gestione, trattamento e generazione
del suono.
>>E-Series
Un unico modulo di Cloud Generator
per la produzione di voci articolate
in supersaw. La realizzazione originale
è di Paul Schreiber.
>>Fundamental
Otto moduli indispensabili, di design ori-
ginale e di peso molto ridotto sulla CPU,
con i quali si può costruire la maggior parte
delle timbriche modulari necessarie.
1
In origine (v.0.3.1) e finora (v.0.4.0), Rack non supporta alcun tipo di formato (AU, VST, eccetera) che lo abiliti alla
gestione da parte di DAW esterne per audio e per MIDI. Pertanto, all’epoca l’unico modo di catturare il suo audio consi-
ste nell’impiego di programmi inter-app come Soundflower, reperibile qui: https://rogueamoeba.com/freebies/
soundflower/ .
12 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
Sono moduli che non hanno riferimento hardware, ma le cui funzioni risultano indispen-
sabili all’interno di qualsiasi patch. Comprendono il gestore dell’interfaccia audio bidire-
zionale, il gestore del MIDI e un indispensabile blank panel.
2
Le unità d’ingombro corrispondono alle forature riprodotte sul binario d’installazione del cabinet.
3
Le misurazioni sono effettuate su un MacBook i5 2.9GHz; ovviamente i valori riscontrati variano in base alla potenza
della CPU disponibile.
4
Il valore 0.1% è relativo alla semplice istanza dell’Audio Interface; appena si seleziona una possibile porta d’uscita col menu
Audio Device, l’indicazione numerica visualizza la percentuale di CPU ancora disponibile per tutti gli altri moduli. Il carico
ancora disponibile è rappresentato in rosso.
I moduli disponibili | 13
Sono moduli molto potenti, pesanti in alcuni casi, che comprendono sofisticati generatori non
convenzionali e che traggono forte ispirazione dalle realizzazioni commerciali di Olivier Gillette per
Mutable Instruments. Se siete stanchi di suoni analogici, qui troverete parecchio materiale divertente.
>>Algoritmi disponibili
Di seguito, l’elenco dei possibili comportamenti timbrici, con le funzioni assegnate
ai comandi TIMBRE e COLOR.
Le schermate (meramente esemplificative e limitate ai casi più eclatanti) sono realizzate colle-
gando l’uscita del modulo Audible Macro Oscillator all’ingresso X del modulo Fundamental Scope.
1. CSAW; è la caratteristica rampa generata dallo Yamaha CS-806, per-
sonalizzabile in notch lungo il fronte progressivo di salita (una com-
ponente di energia square si sposta con TIMBRE) e in polarità/
profondità (con COLOR).
2. da triangolare a rampa, a quadra, a impulsiva; escursione progressiva, in stile Moog
Voyager7, per intenderci, della forma d’onda. TIMBRE sposta la forma d’onda; COLOR
apre o chiude un filtro tilt HP/LP -6dB/Oct per il controllo timbrico.
3. dente di sega più PWM; somma un’onda impulsiva e una dente di sega indipendente
in fase. TIMBRE controlla lo sfasamento, COLOR regola la transizione tra le due for-
me d’onda. Se COLOR è completamente spostata sull’onda impulsiva (posizione ora-
ria), la modulazione TIMBRE agisce come la classica PWM.
4. FOLD; il ripiegamento della forma d’onda è una nobile tecnica di sin-
tesi teorizzata, tra i primi, da Jean-Claude Risset8 e portata a cono-
scenza di molti nel monofonico Arturia Minibrute. A seconda delle
6
Ulteriori informazioni tecniche sul funzionamento dello Yamaha CS-80 possono essere reperite qui: http://
www.rcarchives.com/swirlies/manuals/
7
Ulteriori informazioni sul Moog Voyager possono essere reperite qui: https://www.moogmusic.com/products/
minimoog-voyagers/minimoog-voyager-performer-edition
8
Jean-Claude Risset: https://en.wikipedia.org/wiki/Jean-Claude_Risset
16 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
regolazione COLOR, una sinusoide o una triangolare possono essere ripiegati sempre
più drasticamente in base al valore TIMBRE, generando armoniche aggiuntive e carat-
teristiche assai aggressive.
5. da sinusoide a pettine Dirac9; ruotando il controllo TIMBRE,
si aggiungono nuove armoniche alla sinusoide di base; le armoniche
risultano equidistanti tra loro, distanziate da un intervallo T compreso
tra –T/2 e T/2; con il comando COLOR, si anima il segnale variando
il detune tra oscillatore principale e sua clonazione scordabile.
6. triple oscillator; tre denti di sega o tre quadre miscelabili tra loro con diverse variazioni
di intonazione; COLOR sposta il secondo oscillatore rispetto al primo, TIMBRE sposta
il terzo rispetto al primo.
7. SUB Square; produce un’onda quadra che, spostando COLOR dalla posizione
di default centrale, viene arricchita con un’ottava sotto (movimento orario) o due ottave
sotto (movimento antiorario) ad ampiezza proporzionale alla rotazione del controllo;
TIMBRE regola la simmetria della sola componente quadra originale, lasciando inva-
riate le simmetrie delle due ottave ricavate.
8. SUB Ramp; come sopra, ma questa volta le ottave inferiori combattono contro un’onda
rampa.
9. SYNC Square; hard sync con un oscillatore master fantasma; COLOR regola il livello
dello sweep armonico, TIMBRE regola la frequenza dell’oscillatore square wave schiavo.
10. SYNC Ramp; come sopra, ma con una forma d’onda rampa.
11. Ramp x 3; genera tre onde rampa detunabili in un range +/-2 ottave rispetto al segnale
principale; TIMBRE sposta la frequenza della seconda rispetto alla prima, COLOR
sposta la frequenza della terza rispetto alla prima.
12. Square x 3; come sopra, ma con tre onde quadre.
13. Triangle x 3; come sopra, ma con tre onde triangolari.
14. Sine x 3; come sopra, ma con tre onde sinusoidi.
15. RING;tre sinusoidi in ring modulation; TIMBRE e COLOR controllano le frequenze
della seconda e terza sinusoide rispetto alla prima.
16. SuperRamp a sette rampe; sette oscillatori rampa virtuali, detunabili tra loro
con TIMBRE e filtrabili tilt Lo/High con COLOR.
17. Feedback Oscillator; come nel Roland JP-800010, la rampa generata dall’oscillatore
è inviata in una short delay line (molto corta, praticamente un filtro a pettine) che trac-
cia la frequenza dell’oscillatore, ma può essere detunata/trasposta con TIMBRE e con-
trollata in feedback positivo/negativo con COLOR.
18. TOY*; comportamenti timbrici chiptune, regolabili in clock rate (TIMBRE) e in errore
(COLOR).
jp-8000.php
I moduli disponibili | 17
11
Informazioni sul Casio CZ-101: https://en.wikipedia.org/wiki/Casio_CZ_synthesizers
12
VOSIM: http://www.atiam.ircam.fr/wp-content/uploads/2011/12/AES_JAES_1978_Kaegi_VOSIM.pdf
13
Stan Tempelaars: https://en.wikipedia.org/wiki/Institute_of_Sonology
14
“Bycicle Built For Two”: https://at.or.at/hans/misc/itp/newmediahistory/bicyclebuiltfortwo.xhtml
15
Fonction D’onde Formantique: https://ccrma.stanford.edu/~serafin/320/lab3/FOF_synthesis.html
16
Linear FM: https://en.wikipedia.org/wiki/Frequency_modulation
17
Karplus-Strong: https://en.wikipedia.org/wiki/Karplus–Strong_string_synthesis
18 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
33. FLUT; con modello ottimizzato per generare il flauto; TIMBRE dosa la preponderanza
del rumore rispetto alla colonna d’aria in vibrazione, COLOR dosa l’energia, e quindi
il salto d’armonica.
34. BELL; sviluppato da Jean-Claude Risset, il suono è controllabile in inarmonici-
tà con COLOR e in decadimento energetico con TIMBRE. Deve essere innescato
da un Trig (o un Gate) ricevuto alla porta TRIG e, per fornire la giusta durata, occorre
regolare accuratamente il Release dell’eventuale inviluppo d’amplificazione (altrimen-
ti, si rischia di tagliare la coda al suono). Il timbro risultante è meno aperto – cioè
con minor quantità di armoniche – rispetto ad altre restituzioni commerciali del suono
originale Risset.
35. DRUM; imparentato con il precedente, genera suoni percussivi assimilabili a tamburi
in metallo; COLOR gestisce la brillantezza (non aspettatevi i 20 kHz…) e TIMBRE
l’assorbimento energetico/decadimento.
36. KICK; modellazione della classica kick analog 808 ottenuta attraverso T-Bridge;
TIMBRE regola il Decay, COLOR regola il bilanciamento Tone/Click. Per un buon
risultato, è necessario centrare l’accordatura giusta con il parametro COARSE.
37. CYMB; modello non esaltante di metallic noise utile per la simulazione 80818
di hat e cymbal; TIMBRE dosa la percentuale noise/tuned pulses, COLOR ren-
de progressivamente più instabile il suono. Anche in questo caso, il COARSE tune
è molto importante.
38. SNAR; rullante analog-style 808, con bilanciamento fondamentale/seconda armonica
(TIMBRE) e snappy amount&decay (COLOR).
39. WTBL; oscillatore tabellato19 con scelta della Wavetable (COLOR) non interpola-
ta e navigazione tra le diverse forme d’onda/frame in tabella (TIMBRE) sottoposta
a interpolazione. Ipnotico alle frequenze medio basse, con un pizzico di riverberazione.
40. WMAP; la tabella normale presuppone un andamento monodimensionale dalla prima
all’ultima o viceversa; una mappa è una “supertabella” bidimensionale in griglia 16x16,
che può essere navigata con interpolazione tanto nello spostamento orizzontale asse
X (TIMBRE) quanto nello spostamento verticale asse /Y (COLOR).
41. WLIN; prende tutte le forme d’onda in tabella disponibili dentro al modulo e le orga-
nizza in un’unica sequenza lineare di suoni che può essere navigata con TIMBRE;
COLOR definisce il tipo di interpolazione e/o la playback resolution. Se il valore
non supera “ore 7”, non c’è interpolazione; quando il valore raggiunge “ore 10”, si appli-
ca l’interpolazione tra i campioni, ma non tra le forme d’onda; a “ore 12”, si interpola
tutto; da “ore 12 in avanti”, l’interpolazione è affiancata ad una progressiva riduzione
della risoluzione audio.
42. WTX4; versione quadrifonica del meccanismo precedente: un’unica tabella navigabile
con TIMBRE, ma eseguita da quattro voci indipendenti che possono essere allontanate
tra loro con COLOR. A partire da un lieve detune/chorus, fino a raggiungere numerosi
18
Roland TR-808: https://en.wikipedia.org/wiki/Roland_TR-808
19
Wavetable Synthesis: https://en.wikipedia.org/wiki/Wavetable_synthesis
I moduli disponibili | 19
20
Granular Synthesis: https://en.wikipedia.org/wiki/Granular_synthesis
21
Phase-Shift Keying: https://en.wikipedia.org/wiki/Phase-shift_keying
20 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
Ingombro: 34 unità
Carico sulla CPU: 9.7%
>>Bow
Confricare, con un archetto o con altro sollecitatore esterno, un corpo sonoro mette
in movimento l’energia sonora; l’energia impartita è regolata alzando il valore del para-
metro BOW; il suo TIMBRE regola l’omogeneità o la “rugosità” nella superficie virtuale
dell’archetto; in questo modo, il suono può essere vellutato (rotazione antioraria del para-
metro) o più ricca di armoniche acute (rotazione oraria); il valore di CONTOUR per-
mette di selezionare un profilo d’inviluppo (percussivo, statico, progressivo, evolvente)
tra quelli presettati.
22
Ulteriori informazioni su Elements: https://mutable-instruments.net/modules/elements/
I moduli disponibili | 21
>>Blow
>>Strike
La quantità di percussione noise usata come segnale eccitatore; superato il valore “posizio-
ne ore 2”, parte del rumore inviluppato è inviata anche all’uscita del modulo, per rendere
più cattivo il segnale. Il tipo di percussione è selezionabile con MALLET (campionamenti
di stick e mazzuoli, modellazione fisica dei medesimi senza perdita energetica, modella-
zione dei plettri, modellazioni di rimbalzi). TIMBRE incrementa brillantezza e velocità
dei rimbalzi…
Il segnale generato dalla sezione di eccitazione (innescato dall’ingresso Gate e personaliz-
zato dall’eventuale controllo esterno di STRENGTH), alla frequenza definita con i parame-
tri COARSE/FINE, pilotato da segnali esterni 1V/OCT ed eventuali modulazioni esterne
FM (attraverso attenuverter dedicato), sono processati nella sezione risonatore, che permet-
te una distribuzione dell’energia generata altamente personalizzabile, sconfiggendo i limiti
delle architetture fisiche.
I parametri chiave della personalizzazione sono:
• Position; il punto nella superficie/membrana o lungo la corda, o nel tubo sonoro,
dove si immette energia. Se il parametro è modulato in tempo reale, il risultato ricorda
il trattamento attraverso filtraggio comb o phaser; una posizione di percussione centrale
a una “membrana energetica” privilegia, per cancellazione delle armoniche pari, le sole
armoniche dispari.
• Damping; l’attenuazione delle armoniche acute attraverso velocizzazione del loro deca-
dimento; l’esempio più banale è il palm muting sulle corde, per ottenere il classico
suono stoppato.
• Geometry; cambiando la forma dell’oggetto sonoro (quale che esso sia, corda, tubo,
membrana, ibrido…), cambierà il modo con il quale l’energia impartita si trasmette,
rimbalza, si redistribuisce. È un altro parametro impegnativo da modulare.
• Brigthness, la persistenza/trasmissione delle armoniche più acute, correlata alla rigidi-
tà simulata del medium utilizzato; più il materiale è rigido (vetro, metallo), maggiore
sarà la persistenza delle acute; più il materiale è inerte (nylon o legno), minore sarà
la sua brillantezza.
Il segnale elaborato dal Modal Oscillator viene arricchito da una densa e lunga coda di river-
bero stereo regolabile con il comando SPACE; anche questo, come tutti gli altri, è modu-
labile dall’esterno attraverso tensione processata con attenuverter dedicato.
Attenzione! In alcuni casi, specie se si esagera con la lunghezza del riverbero, dopo aver esauri-
to una lunga coda di decadimento, il motore di spazializzazione può smettere di funzionare (per-
lomeno, nella v. 0.3.1); nel caso, basta variare il valore del controllo per fargli riprendere vita…
22 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
Ingombro: 14 unità
Carico sulla CPU: 0.9%
23
Ulteriori informazioni su Tides, qui: https://mutable-instruments.net/modules/tides/
I moduli disponibili | 23
In aggiunta, è possibile specificare tre range di frequenza indipendenti con il secondo inter-
ruttore a tre posizioni presente nel pannello comandi: low range (LED verde) da 20 minuti
a 5 Hz; mid range (LED spento) da 0.05 a 300 Hz; hi range (LED rosso) da 8 a 10 kHz.
>>Sincronizzazione e inneschi
Quando Tidal Modulator è in comportamento transiente (inviluppo AD o AR), un impulso
collegato all’ingresso TRIG fa partire la modulazione; se si sceglie il comportamento ciclico
LFO, l’impulso resetta temporaneamente il ciclo e (alle alte frequenze), produce un thump
con interessanti implicazioni timbrico percussive.
Un treno d’impulsi collegato alla porta CLOCK permette di sincronizzare il comporta-
mento del Tidal Modulator su una velocità esterna – ad esempio, l’uscita GATES del SEQ-3.
Non è implementato il modo CLOCK/PLL della versione hardware.
24 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
>>Uscite disponibili
>>Impostazioni preliminari
Il segnale stereo in ingresso può essere regolato attraverso controllo IN GAIN (nella versione
hardware, con un’escursione -18/+6 dB); per facilitare la comprensione del modulo, è meglio
preparare una sorgente sonora pronta alla granulazione: un oscillatore può andare benissi-
mo; un file audio ricevuto a due porte audio (if any) del vostro PC – e gestito agli INPUTS
1 e 2 del Fundamental Audio Device andrà ancora meglio.
>>Blend
Il bilanciamento tra ingresso dry e trattamento di granulazione è regolabile col comando
BLEND; una tensione di controllo, non attenuabile, ricevuta alla porta omonima permette
la gestione a distanza del parametro.
24
Ulteriori informazioni su Clouds: https://mutable-instruments.net/modules/clouds/
26 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
Se l’intonazione del grano viene allontanata da quella del segnale originale (attraverso
controllo di pannello PITCH – con escursione +/-2 ottave – o con tensione esterna 1V/
Oct – ovviamente non attenuabile), il risultato audio può guadagnare fascino e caratteri-
stiche inedite.
È modellato sulle funzioni del modulo Mutable Instruments Warps25, che concentra
al suo interno storici modi di combinazione per i due segnali Carrier e Modulator. Come
nella versione harwdare, è possibile contare su un Carrier interno (INT.OSC) in grado
di generare sinusoide, triangolare o quadra a frequenza variabile localmente e pilotabile
a distanza.
>>Percorso audio
Se non si usa il Carrier interno, i due segnali
Carrier e Modulator (rispettivamente, 1 e 2)
sono collegati ai due ingressi in basso a sini-
stra nel modulo e, dopo la combinazione
operata con l’algoritmo scelto, sono pre-
sentati alla singola uscita combinata 1&2.
In aggiunta, l’uscita AUX propone il segnale puro del Carrier (interno o esterno che sia)
non processato.
Lo schema è preso dalla documentazione originale Mutable Instruments.
>>Algoritmi disponibili
A partire dalla disponibilità di due segnali, il modulo offre nove possibilità
di loro combinazione:
1. Crossfade; col controllo TIMBRE, si bilancia l’ascolto di Carrier e Modulator.
2. Crossfolding; il modulo opera la somma di Carrier e Modulator e applica, in base
al valore di TIMBRE, una quantità variabile di wavefoldin/waveshaping – ripiegamento
della forma d’onda.
3. Ring Modulation Diode; il comportamento dello storico circuito; C+M e C-M senza
presenza dei segnali originali26; TIMBRE aggiunge distorsione e clipping.
4. Ring Modulation Digital; modulazione ad anello più “precisa”, ottenuta attraverso
moltiplicazione emulata (come dichiarato nella manualistica M.I.) sul componente
AD63327. TIMBRE aggiunge gain boost e clipping.
5. XOR Modulation; è ancora un’altra forma di modulazione ad anello ottenuta, econo-
micamente, con l’operatore logico XOR e utilizzata largamente negli Anni 70 per pro-
cessare le onde quadre prodotte da due oscillatori (ad esempio, dentro l’ARP Odyssey28).
TIMBRE seleziona i bit di segnale che vengono combinati XOR. Il segnale risultante
può variare sensibilmente.
6. Comparazione e Rettifica; con il controllo TIMBRE, si passano in rassegna diversi
trattamenti di comparazione, sostituzione di valore e rettifica sul segnale Modulator.
25
Ulteriori informazioni su Warps: https://mutable-instruments.net/modules/warps/
26
Balanced Modulation: http://www.ques10.com/p/3542/explain-balanced-modulator/
27
Ulteriori informazioni su Analog Devices AD633: http://www.analog.com/media/en/technical-documen-
tation/data-sheets/AD633.pdf
28
ARP Odyssey: http://www.vintagesynth.com/arp/odyssey.php
28 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
7. Vocoder 1-2-3; i tre algoritmi di vocoder29 trasferiscono il contenuto spettrale del segna-
le modulante sul segnale portante, tanto interno quanto esterno al modulo. Il comando
TIMBRE altera le corrispondenze tra le 20 bande di analisi e le 20 bande di sintesi, spo-
stando le formanti e variando in modo anche significativo l’effetto percepito. I tre algo-
ritmi sono diversificati per la progressiva elongazione dei tempi di risposta/rilascio degli
envelope follower, cioè dei circuiti che analizzano l’energia presente nelle diverse bande
di analisi applicate al segnale modulante, per poi trasferirla alla rimodulazione realtime
del contenuto armonico sul segnale portante. Quando TIMBRE è completamente
in posizione oraria, l’analisi del segnale Modulator è congelata in Frozen Mode.
Questi tre algoritmi hanno senso “tradizionale” di vocoder quando, come modulante, viene
utilizzato un segnale speech – un parlato, real time o registrato in precedenza – collegato alla
porta Input 1 del modulo Fundamental Audio Interface; come è facile immaginare, “rendono
meno” quando anche il modulante è un segnale sintetizzato ad andamento statico.
Se si usa come modulante una sinusoide pura, controllata in frequenza con un lento vibrato,
il trattamento applicato al Carrier sarà un lento passaggio di frequenze che enfatizza ogni singola
armonica presente all’interno di quest’ultimo.
>>Polifonia virtuale
Il circuito, come nella versione hardware, produce una, due o quattro note non indipendenti
come articolazione, ma organizzate separatamente sulle uscite ODD e EVEN attraverso
un raffinato meccanismo di spazializzazione/detune; in questo modo, le code di release
possono sovrapporsi e il suono si apre con maggior attinenza a determinati modelli acusti-
ci. Il numero delle voci si sceglie con l’interruttore in alto a sinistra nel pannello coman-
di: quando si accende il LED di colore azzurro, c’è un’unica voce monoaurale; quando
si accende il LED giallo, ci sono due voci in ping-pong sulle due uscite, accordate in quinta;
con il LED rosso, ci sono quattro voci, due left e due right, con ancora maggior animazione
nell’accordatura in quinta.
29
Vocoder: https://en.wikipedia.org/wiki/Vocoder
30
Ulteriori informazioni su Rings: https://mutable-instruments.net/modules/rings/
I moduli disponibili | 29
>>Modelli di risonatore
>>Controlli
È possibile regolare l’intonazione del fenomeno audio con il parametro FREQUENCY,
già predisposto per il controllo 1V/OCT e anche una tensione di controllo esterna atte-
nuabile e invertibile.
La struttura armonica può essere alterata con STRUCTURE; il risultato varia a seconda
del modello scelto anche se, in tutti i casi, l’intervento è concentrato sui rapporti di fre-
quenza tra fondamentale e le diverse armoniche generate.
Come nei precedenti circuiti di modellazione fisica, BRIGTHNESS decide quanta
energia deve girare nel segnale generato e DAMPING definisce lo smorzamento/filtraggio
sulle armoniche acute.
Riproduce le tre sezioni operative presenti nel modulo Links31 Mutable Instruments;
non deve esseree sottovalutato nella sua apparente semplicità.
31
Ulteriori informazioni su Links: https://mutable-instruments.net/modules/links/
30 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
I due segnali collegati agli ingressi superiori sono sommati tra loro e forniti alle due uscite
inferiori. Detto in altro modo: gli ingressi A e B sono disponibili alle due uscite in formato
A+B e A+B.
32
Ulteriori informazioni su Kinks: https://mutable-instruments.net/modules/kinks/
33
KORG Traveller Filter: http://www.vintagesynth.com/korg/mini700s.php
I moduli disponibili | 31
• Maximum Out per comparazione tra due segnali analogici o LOGIC OR tra due segnali
logici (o la prima o la seconda sorgente di clock fanno partire l’inviluppo).
Nell’ultimo caso, occorre ricordare che che in certe condizioni il comportamento OR è meno
“utile” del più selettivo XOR…
34
Ulteriori informazioni su Shades: https://mutable-instruments.net/modules/shades/
32 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
35
Bernoulli: https://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Bernoulli
36
Ulteriori informazioni su Branches: https://mutable-instruments.net/modules/branches/
37
Ulteriori informazioni su Blinds: https://mutable-instruments.net/modules/blinds/
I moduli disponibili | 33
Se, invece, il segnale di controllo è unipolare (cioè ha escursione compresa tra 0 e 1),
ciascuna sezione si comporta da amplificatore tradizionale.
38
Ulteriori informazioni su Veils: https://mutable-instruments.net/modules/veils/
39
Ulteriori informazioni su M.I. Frames, qui: https://mutable-instruments.net/modules/frames/manual/
34 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
40
Informazioni su Befaco: https://www.befaco.org
41
Informazioni su Befaco Even VCO: https://www.befaco.org/en/even-vco/
36 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
Ogni forma d’onda ha la propria uscita dedicata; la simmetria dell’onda impulsiva può esse-
re regolata con il comando di pannello PWM; l’eventuale controllo esterno collegato alla
vicina porta d’ingresso CV per la modulazione di simmetria non è attenuato e richiede,
quindi, uno stadio di controllo esterno per dosare l’effetto (ad esempio, si può usare metà
Atenuverter – vedi sotto).
La frequenza dell’oscillatore è controllabile attraverso regolatore OCTAVE (da 32’
a 1/16’ – dieci ottave complessive) e regolatore TUNE con escursione pari a +/-7 semitoni.
Due porte V/OCT parallelate permettono il controllo simultaneo da parte di tastiera
e sequencer, ad esempio, o tastiera e vibrato/LFO. Anche in questo caso, la mancan-
za di attenuazione locale, implica l’impiego – almeno sulla CV 1V/OCT non melodica
di un dosatore/attenuatore esterno.
L’ingresso FM permette il controllo di frequenza dell’oscillatore in regime di Linear
Frequency Modulation. Può essere usato come risorsa alternativa alla FM Exp implementata
nel Fundamental LFO, specie per modulazioni in banda audio.
Attenzione! La FM Lineare emulata dal modulo è quella ottenibile con il circuito analogico
originale Befaco: chi si aspetta un’efficienza e una definizione “da Yamaha DX7” rimarrà deluso...
Ancora: per ottenere un indice di modulazione sufficientemente energico, si può sfruttare
una di queste due tecniche:
• usare un Atenuverter per portare a 2x l’intensità del segnale modulante;
• splittare in tre rami (con un Multiple) lo stesso segnale modulante e collegarlo ai tre ingressi
del VC MIXER Fundamental, avendo cura di mettere al massimo i tre livelli in ingresso
e il MIX OUT finale.
(A questo punto, perché non provare a splittare per quattro il segnale modulante e a som-
marlo in un Mixer Befaco?).
Il segnale audio ricevuto alla porta HSYNC forza il ciclo di forma d’onda generata
al restart incondizionato.
I moduli disponibili | 37
2.1.3.2 Rampage
Ingombro: 18 unità
Carico sulla CPU: non disponibile nella v.0.4.0.
42
Ulteriori informazioni su Befaco Rampage, sono reperibili qui: https://www.befaco.org/en/rampage/
38 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
2.1.3.3 A*B+C
Ingombro: 6 unità
Carico sulla CPU: 0.3%
È un modulo che, come dice il nome, per ciascuna delle due sezioni contenute,
permette di moltiplicare due segnali per poi sommarne un terzo (in funzione
di offset) al prodotto ottenuto43.
L’immagine è ricavata dalla
manualistica originale Befaco.
Può essere usato tanto sui
segnali di controllo (ad esem-
pio, per sommare una quantità
variabile di vibrato al voltaggio
di tastiera… moltiplicando lfo
A per amount B e sommando al segnale 1V/
Oct C…) quanto sui segnali audio come
comportamento di miscelazione, scalatura,
inversione.
Nel regime audio, il modulo lavora
come doppio attenuverter (A*B), dop-
pio ring modulator (sempre A*B) o mixer
quadruplo.
Il segnale collegato alla porta B di ciascu-
na sezione è agganciato ad un attenuverter
che lo scala tra -2 e +2, mentre il segnale
collegato alla porta C è agganciato a un attenuverter unity gain che lavora tra -1 e +1.
Le porte B e C sono normalizzate a tensioni di controllo disponibili in assenza di segnali
esterni; in questo modo, il segnale A è sempre scalabile anche se la porta B è scollegata.
Attenzione! Il controllo B1 Level – che in assenza di segnali agganciati a B diventa genera-
tore di tensione autonoma – è bipolare, cioè ha zero in posizione centrale, escursione negativa
con l’andamento antiorario e escursione positiva con l’andamento orario.
L’uscita della prima sezione è sommata all’uscita della seconda sezione. In pratica,
si ottiene [(A1*B1)+C1]+[(A2*B2)+C2].
Tutti gli ingressi possono gestire segnali audio e di controllo, cioè sono normalizzati
AC/DC.
Come già segnalato, i due segnali A e B di ciascuna sezione vengono moltiplicati tra loro
con un operatore “x” (un moltiplicatore vero), che è assimilabile al modulatore bilanciato
a quattro quadranti – in grado, cioè di tenere in considerazione le componenti bipolari
di ciascuno dei due segnali collegati agli ingressi e, in questo modo, assimilabile al classico
ring modulator ottenuto con il vecchio ponte a diodi.
43
Informazioni su Befaco A*B+C: https://www.befaco.org/en/abc/
I moduli disponibili | 39
Ingombro: 8 unità
Carico sulla CPU: 10.2%
2.1.3.5 Mixer
Ingombro: 5 unità
Carico sulla CPU: 0.2%
44
Ulteriori informazioni su Befaco Spring Reverb: https://www.befaco.org/en/spring-reverb/
45
Ulteriori informazioni su Befaco Mixer: https://www.befaco.org/en/sinte-modular/mixer-v2/
40 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
Ingombro: 6 unità
Carico sulla CPU: 0.1%
Può essere usato come blando filtro low pass a un polo (-6dB Oct) sull’even-
tuale segnale audio collegato alla porta IN o, più comunemente, come gene-
ratore di LAG46 per integrare il keyboard control voltage ricevuto dall’uscita
Pitch dell’interfaccia MIDI (o da una fila dello Step Sequencer).
L’integrazione di portamento è regolabile indipendentemente nei tempi
di transizione dal basso verso l’alto (inteso nel senso di intervallo melodico
sulla tastiera) e dall’alto verso il basso.
I due tempi sono regolabili a distanza attraverso altrettante tensioni di con-
trollo presentate alle due porte RISE CV e FALL CV.
Le cose possono diventare interessanti quando una fila dello Step Sequencer con-
trolla l’intonazione dell’oscillatore e una seconda fila controlla il tempo di portmento tra uno step
e l’altro. Instant TB-303...
SHAPE permette di modificare la traiettoria lineare in una logaritmica.
46
Ulteriori informazioni su Befaco Slew Limiter: https://www.befaco.org/en/vc-slew-limiter/
47
Ulteriori informazioni su Befaco Dual Atenuverter: https://www.befaco.org/en/dual-atenuverter/
I moduli disponibili | 41
48
Synthesis Technologies: http://www.synthtech.com
49
Ulteriori informazioni su E-340 Cloud Generator: http://synthtech.com/eurorack/E340/
42 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
Ingombro: 10 unità
Carico sulla CPU: 1.3%
50
In questo come in altri casi, è possibile supplire all’apparente mancanza di una funzione diretta utilizzando gli altri moduli
in dotazione. Per una sommaria presentazione delle possibili “scorciatoie di programmazione”, è possibile consultare l’elenco
in coda a questo testo.
44 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
Ingombro: 6 unità
Carico sulla CPU: non disponibile nella v.0.4.0.
È una versione ridotta, come ingombro, funzioni e peso sulla CPU (auspica-
bilmente) dell’oscillatore audio. La frequenza è regolabile attraverso la som-
ma della regolazione di pannello FREQ e la tensione esterna ricevuta alla
porta FM (attenuabile mediante controllo dedicato FM CV); quando FM
CV è al massimo, la tensione ricevuta rispetta lo standard 1V/Oct in perfetta
accordatura.
Le forme d’onda generate sono: sinusoide, triangolare, rampa, quadra;
il loro profilo è fluidamente fuso con il comando di pannello WAVE o attraver-
so tensione di controllo esterna ricevuta alla porta WAVE. Come nel modello
più grande, è possibile sfruttare le forme d’onda tanto con le classiche defor-
mazioni analog che con la precisione tipica del mondo digital.
È disponibile una porta SYNC che sfrutta il comportamento HARD/SOFT selezionabile
attraverso interruttore dedicato. Il modulo ha un’unica uscita globale OUT.
Ingombro: 6 unità
Carico sulla CPU: 0.1%
Ingombro: 6 unità
Carico sulla CPU: non disponibile nella v.0.4.0
Anche questo modulo è stato attivato con la v.0.4.0. e offre un corredo ridotto
di funzioni per generare modulazione ciclica a bassa frequenza.
Produce, con progressione di variazione continua, forme d’onda sinusoide,
triangolare, rampa e quadra disponibili su un’unica porta di collegamento
OUT e regolabili da pannello con comando WAVE o attraverso tensione
esterna agganciata alla porta d’ingresso omonima. Il ciclo può essere sottopo-
sto a RESET su fronte ripido ricevuto dall’esterno e portato alla connessione
dedicata (in questo modo, si riallinea la forma d’onda al transiente ricevuto
– ad esempio, un Gate On).
La frequenza può essere controllata dal comando di pannello o, dall’e-
sterno, attraverso tensione CV alla porta FM; il segnale di controllo è scalabile attraverso
attenuatore unipolare FM.
Come nel modello più grande, si può scegliere tra inizio ciclo a 0° o a 180° e l’escursione
può essere definita in modo unipolare o bipolare.
2.1.5.7 DELAY
Ingombro: 8 unità
Carico sulla CPU: 2.8%
51
Informazioni sull’algoritmo di Karplu-Strong sono reperibili qui: https://en.wikipedia.org/wiki/
Karplus–Strong_string_synthesis
I moduli disponibili | 47
Ingombro: 8 unità
Carico sulla CPU: 0.3%
52
Per convertire una tensione di Gate in un impulso di Trigger usando i moduli attualmente disponibili, è possibile ricorrere
a diverse strategie che verranno elencate in seguito.
48 | Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento
2.1.5.10 Scope
Ingombro: 13 unità
Carico sulla CPU: 0.2%
2.1.5.11 SEQ-3
Ingombro: 22 unità
Carico sulla CPU: 0.4%
Nella pratica quotidiana, il musicista alternerà i modi Trigger e Retrigger per garantire
il corretto funzionamento degli inviluppi.
3 Una panoramica dei moduli
prodotti da terze parti
Rack ha innescato un effetto a catena, motivando gli sforzi di tanti sviluppatori indipen-
denti che hanno iniziato a realizzare moduli di sintesi per il potenziamento delle funzioni
di base. Di seguito, forniremo un elenco – inevitabilmente parziale, aggiornato a inizio
ottobre 2017 e limitato ai soli moduli aggiornati alla v.0.4.0. compilati per Mac OS X –
che sarà espanso e dettagliato nella successiva editio maior di questo testo1 comprendendo
anche le altre collezioni solo per Windows, eccetera.
In questa fase ancora iniziale del programma, vista la natura quasi sempre volontaria delle
realizzazioni, è ragionevole dover fare i conti con una disponibilità parziale nei confronti delle
tre classiche piattaforme Mac, Windows e Linux. In futuro, ci auguriamo una totale copertura.
1
L’elenco dei plug-in terze parti sviluppato per Rack (costantemente aggiornato) è reperibile qui: https://github.com/
VCVRack/Rack/wiki/List-of-plugins
2
Autodafe Blank Panel: http://www.autodafe.net/virtual-instruments/vcv-rack-modules/
52 | Capitolo 3 – Una panoramica dei moduli prodotti da terze parti
trovano posto moduli sviluppati come modifica e miglioramento pratico sul funzionamento
di quanto disponibile nella serie Fundamental e moduli sviluppati in piena autonomia.
autodafe-blank-panel-for-vcv-rack.html.
3
Autodafe Drum Kit: http://www.autodafe.net/virtual-instruments/vcv-rack-modules/autodafe-
drum-kit-for-vcv-rack.html
Le diverse collezioni | 53
3.1.3 JW Modules4
Jeremy Wentworth ha sviluppato un utile modulo di CLOCK generator,
con BPM regolabile dall’utente (non c’è indicazione diretta, ma qualcuno potreb-
be aver pensato a risolvere il problema…), innesco RUN della generazione, uscita
di GATE per il treno d’impulsi e uscita RESET che emette un impulso di rial-
lineamento controllabile in probabilità con il comando RANDOM RESET
PROBABILITY. Al minimo del valore, il RESET è emesso solo nel ciclo di STOP/
RUN; aumentando la percentuale, il comando di RESET viene emesso sempre
più frequentemente, con significative conseguenze sul playback e sulla durata delle
sequenze sotto controllo.
3.1.4 ML Modules5
Sono sviluppati da Martin Lueders. La collezione comprende: Bar-Quantizer (doppio
quantizzatore di voltaggio per semitoni cromatici, con escursione regolabile dall’utente),
Quantum (maschera di quantizzazione applicabile alle tensioni di controllo, con semitoni
cromatici inseribili individualmente, predisposizione per la trasposizione, l’emissione di Gate
e Trigger su ogni soglia di quantizzazione, Reset, comportamenti Note e Toggle); Trigger
Buffer (doppio latch per la trasmissione a innesco esterno di trigger), Sequential Switch
4
JW Modules: https://github.com/jeremywen/JW-Modules/releases
5
ML Modules: https://github.com/martin-lueders/ML_modules/releases
54 | Capitolo 3 – Una panoramica dei moduli prodotti da terze parti
8 to 1 e Sequential Switch 1
to 8 (interruttori sequenziali
controllabili in avanzamen-
to a distanza, dimensiona-
bili nell’escursione di step
e nella direzione di avan-
zamento), Shift Register
a otto uscite, FreeVerb
(modulo di riverberazione
mono in/stereo out, regola-
bile in Roomsize, Damping,
Freeze), Sum (sommatore unity gain 8 in 1 out), Constants (genera-
tore di costanti accordate su 1, 2, 3, 4, 5, 7, 12 semitoni).
3.1.5 MS Modules6
Realizzati da Michael Struggl, sono due moduli di Random Source/
Sample & Hold (con ingresso per sorgente da campionare regolabile
CV, range regolabile, ingresso di Clock e uscita di segnale campiona-
to), MULT (triplo multiplo 2:8, con regolatore di polarità).
3.1.6 NYSTHI7
Sviluppati da Antonio Tuzzi, comprendono: tre moduli di river-
berazione stereo in/out differeniati per complessità e sonorità del
trattamento (MVERB, HI-VERB, TWISTEDMVERB; tutti e tre prevedono il FREEZE
a distanza; il tero è pre-
disposto per il controllo
CV a distanza di numerosi
parametri); MODEL 277 è
concepito per riprodurre il
comportamento di un clas-
sico modulo analogico di
analog delay multitap con-
figurabile dall’utente; le pre-
stazioni sono leggermente
diverse e la struttura offre
significativi miglioramenti
rispetto al progetto origina-
le. LOGIC offre le funzioni
AND, NOT, OR, XOR.
MS Modules: https://github.com/Phal-anx/MS-Modules/releases
6
NYSTHI: https://github.com/antoniotuzzi/nysthi/releases
7
Le diverse collezioni | 55
8
VCVRack Simple: https://github.com/IohannRabeson/VCVRack-Simple/releases
9
Sonus Dept.: http://sonusmodular.sonusdept.com
56 | Capitolo 3 – Una panoramica dei moduli prodotti da terze parti
Sviluppata da Leonardo Laguna Ruiz, in arte modLFO, la collezione comprende tre filtri,
un waveshaper, un multiplo, un drum synthesizer e un tone control.
• RESCOMB è un filtro a pettine risonante.
• STABILE è un filtro stato variabile.
• LATERALUS è un filtro ladder a diodi che emula il suono britannico.
• DEBRIATUS è un waveshaper.
• SPLIE è un doppio multiplo 1 su 3.
• TRUMMOR è un drum synthesizer completo (recentemente potenziato con l’inseri-
mento di un selettore ENV SPEED Slow/Fast), dotato di tone e noise programmabili.
• TOHE è un controllo di tono hi/lo tilt regolabile a distanza.
10
Vult Modular: https://github.com/modlfo/VultModules/releases
4 Mettere tutto insieme –
esempi di programmazione
Teoricamente, questo capitolo potrebbe essere infinito. Rimanendo con i piedi per terra, cer-
cheremo di fornire una collezione di patches più o meno generiche sviluppate per mettere
in rilievo problematiche più o meno comuni nella sintesi del suono con i sistemi modulari.
Ove possibile, per ciascuna patch suggeriremo possibili espansioni e daremo spunti
di riflessione; nei casi più semplici, eviteremo di fornire anche uno schema a blocchi; qua-
lore la patch raggiungesse dimensioni grafiche tali da rendere confuso seguirne gli sviluppi
interni, se ne darà una versione grafica schematizzata.
Cercheremo di usare solo i moduli della dotazione standard presenti dalla v.0.4.0 in avan-
ti (Audible, Befaco, Core, Fundamental), in modo da garantire la massima compatibilità
con le tipiche installazioni del programma.
Come si legge una patch? Così come nell’analisi musicale di un brano, si parte dalla fine,
cioè si procede a ritroso dall’uscita verso gli effetti (se utilizzati) e prima l’amplificatore, e pri-
ma ancora i trattamenti audio, eccetera eccetera, fino a raggiungere tutte le possibili sorgenti
sonore. Solo in questo modo, non si correrà il rischio di tralasciare uno o più rami di eventuali
programmazioni parallele (basterebbe pensare, da questo punto di vista, alla classica situazione
della analog drum machine più bass line integrate nella stessa patch). A buon intenditore…
indispensabili come interfaccia MIDI, interfaccia audio, eccetera. Per velocizzare le proce-
dure, conviene salvare un corredo di moduli indispensabili, nominare la patch Template
e partire sempre caricando quella patch come base per le successive programmazioni.
L’immagine qui sopra riproduce una possibile organizzazione di interfaccia MIDI to CV,
VCA (indispensabile per gestire, attraverso moltiplicazione con inviluppo, il segnala della
patch), interfaccia Audio Device e Fundamental SCOPE (per vedere quello che succede).
Come è facile immaginare, posizione dei moduli e loro collegamento possono essere modi-
ficati a discrezione dell’utente.
Qui sopra, invece, un template appena più articolato, che comprende anche il modulo
MIDI CC to CV presente nella sezione Core. Se lavorate costantemente con un MIDI
controller dotato di comandi configurabili MIDI CC, è il caso di inserire anche questo
comportamento già mappato nel vostro Template.
Attenzione! La gestione dei MIDI CC ricevuti dall’esterno è di semplice somma applicata
al valore di pannello del parametro destinazione; questo significa che, per garantire la totale
escursione al MIDI CC esterno, potrebbe essere necessario mettere al minimo il parametro
sul pannello comandi del modulo, con conseguenze pratica abbastanza seccanti.
Patches di base | 59
>>Spunti di riflessione
• Sperimentare i timbri ottenibili con le diverse forme d’onda prodotte dal VCO. Verificare
le variazioni di Pulse Width sull’onda quadra.
• Sperimentre l’interazione tra programmazione ADSR, quantità di inviluppo inviata
al filtro FREQ CV e frequenza di taglio FREQ.
• Verificare i comportamenti ottenibili con variazioni di frequenza di taglio FREQ e reso-
nance RES.
• Programmare un inviluppo percussivo (A=0, D= 5, S=0, R=0) e verificare i diversi
comportamenti ottenibili nell’amplificatore VCA con il controllo di tipo EXP e LOG.
• Verificare le differenze timbriche raggiungibili sostituendo il comportamento low pass
(uscita LPF) con il comportamento high pass (uscita HPF).
60 | Capitolo 4 – Mettere tutto insieme – esempi di programmazione
• Apprezzare le differenze timbriche nei modi ANLG e DGTL previsti per le forme
d’onda del VCO.
• Sperimentare le diverse articolazioni ottenibili variando i valori dei parametri
dell’inviluppo ADSR.
• Se si vuole usare anche il Pitch Bend, usare la sezione intermedia del modulo MULTIPLE
(il circuito Unity Gain Mixer) per sommare insieme i segnali di controllo 1V/oct e Pitch
Wheel emessi dal Core MIDI Interface prima di inviarli all’intonazione 1V/OCT dell’o-
scillatore VCO; verificare come l’escursione del Pitch
Bend sia incredibilmente ampia. Risolvere il problema
con lo step successivo…
• Caricare il modulo Befaco A*B+C; collegare all’ingresso
C il segnale 1V/Oct e regolare C1 LEVEL su 1x (por-
tandolo al massimo in senso orario); collegare l’uscita
del modulo A*B+C all’ingresso 1V/OCT dell’oscilla-
tore VCO e verificare la correttezza del tracciamento
di tastiera.
• Collegare l’uscita del Pitch Bend all’ingresso
A1 sul modulo A*B+C; scalare la sua intensità usando
il controllo B1 LEVEL fino a ottenere un’escursione
di Bend pari a +/-2 semitoni.
Qui a destra, è riprodotto un particolare della Patch 01a 1VOCT
& Bend con il particolare del collegamento 1V/Oct e Pitch Bend
agli ingressi A1 e C1 del modulo Befaco A*B+C e, da questo,
al controllo d’intonazione 1V/OCT del VCO.
Qui sopra, una possibile organizzazione di sintetizzatore base condotta solo usando moduli
Fundamental: i segnali dei due oscillatori sono mixati prima di entrare il filtro e, da questo,
raggiungono il VCA. Nella fila inferiore, sono raccolti i moduli di controllo: due generatori
d’inviluppo (il primo è miscelato insieme a un modulo LFO per avere modulazione tran-
siente e ciclica sulla frequenza di taglio); il segnale della Mod Wheel è usato, in un VC-Mix,
per moltiplicare l’ampiezza di modulazione del modulo LFO dedicato alla produzione
del vibrato sull’intonazione dei due oscillatori.
Il modulo MIDI CC to CV è solo appoggiato e non converte alcun tipo di controllo.
Ora, ci sono due oscillatori VCO, sommati in un VC MIXER. Filtro VCF e amplificatore
VCA hanno ciascuno il proprio generatore d’inviluppo ADSR dedicato. Per contenere
gli ingombri, nel primo MULTIPLE, è stata usata la sezione centrale Unity Gain Adder
come rozzo meccanismo per sdoppiare la tensione di Gate inviata ai due inviluppi ADSR1.
Anche questa patch è svi-
luppata usando la dotazio-
FUNDAMENTAL
VCO
A.I. FUNDAMENTAL FUNDAMENTAL FUNDAMENTAL A.I. CORE AUDIO
MULTIPLE VC-MIXER VCF VCA MULTIPLE OUT PORT
>>Spunti di riflessione
• Verificare i comportamenti timbrici ottenibili tra i due oscillatori passando, progressi-
vamente, dal lento detune all’accordatura per quarte, per quinte, per ottave.
• Ricostruire il comportamento del classico Sub-Oscillator impostando il secondo
VCO a un’ottava inferiore di distanza dal primo e facendogli generare un’onda quadra.
• Sperimentare le differenti articolazioni timbriche e di volume ottenibili con i due gene-
ratori d’inviluppo ADSR indipendenti.
1
Quando, a breve, saranno implementati i cavi virtuali di tipo stackables, le cose diventeranno più facili.
62 | Capitolo 4 – Mettere tutto insieme – esempi di programmazione
• Per comprimere gli ingombri grafici e il carico sulla CPU, provare a sostituire il modulo
Fundamental VC MIXER con il più compatto Befaco Mixer.
Se necessario, anche questa patch può essere potenziata usando simultaneamente tracciamento
di tastiera 1V/OCT e Pitch Bend sommati nel modulo Befaco A*B+C per il controllo degli
oscillatori.
La struttura della patch è di tipo tradizionale, ma l’aspetto può risultare caotico per la pre-
senza degli undici MIDI CC collegati alla gestione remota dei 4 + 4 parametri di inviluppo,
alla frequenza di taglio, alla resonance, al drive.
Come accennato in precedenza, il valore del MIDI CC convertito in tensione di controllo
è semplicemente sommato alla regolazione di pannello del parametro destinazione. Per que-
sto motivo, si è deciso di impostare al minimo i valori di Attack, Decay, Sustain e Release
nei due inviluppi. Ovviamente, se non si interviene con i MIDI CC da fuori, la patch
non può suonare con quel tipo di regolazioni “locali”.
• Frequency Modulation Vibrato sul VCO attraverso porta FM (l’intensità del vibrato
è regolabile col comando FM di pannello).
• Pulse Width Modulation-Shape sul VCO attraverso porta PWM (l’intensità della
modulazione è regolabile col comando PW CV di pannello).
• Cutoff Modulation-Wah sul VCF attraverso somma preventiva con l’inviluppo ADSR
di filtraggio (la somma avviene nel modulo Befaco MIXER; l’intensità del Wah è dosata
dal livello di CH2).
• Amplitude Modulation-Tremolo sul VCA attraverso tensione LFO unipolare sca-
lata con il controllo B2 LEVEL nella sezione inferiore del modulo Befaco A*B+C.
Si usa la sorgente unipolare perché un volume non può scendere sotto zero.
64 | Capitolo 4 – Mettere tutto insieme – esempi di programmazione
>>Spunti di riflessione
• Verificare come diversi trattamenti (specialmente PWM e Vibrato) richiedano diverse
velocità di modulazione da parte del modulo LFO.
• Impratichirsi nei comandi del Tidal Modulator usato come sorgente di controllo ciclica;
frequenza e forma d’onda si regolano agendo – ovviamente – sui parametri di pannello
FREQUENCY, SHAPE, SLOPE e SMOOTHNESS.
• Se necessario, si può resettare al Nota On la modulazione ciclica collegano il segnale
Gate della MIDI Interface all’ingresso Trig (non è elegante, ma funziona) del Tidal
Modulator.
La patch contiene due oscillatori (il modulante a sinistra, il portante a destra) collegati
tra loro in regime di modulazione di frequenza esponenziale. Questa tecnica non produce
i risultati piacevolmente controllabili propri della FM Lineare, ma è comunque in grado
di generare timbri armonicamente complessi, la cui articolazione di volume è data dall’invi-
luppo dell’oscillatore portante e quella “di timbro” è regolata dall’inviluppo dell’oscillatore
modulante.
Il doppio VCA lavora, nella sezione superiore, per sagomare dinamicamente
la FM Exp ai danni dell’oscillatore portante; nella sezione inferiore, c’è il transito del segnale
audio che viene ascoltato.
In modo banale, il segnale 1V/Oct dell’interfaccia MIDI è portato ai due controlli
d’intonazione degli oscillatori e la tensione di Gate è portata – sempre attraverso A.I.
MULTIPLE – all’articolazione degli inviluppi.
Patches di base | 65
>>Spunti di riflessione
• Potenziare il meccanismo di controllo adottando il modulo Befaco A*B+C per aggiun-
gere il Pitch Bend.
• Variare le forme d’onda in uscita al VCO modulante e verificare le conseguenze timbri-
che sul contenuto armonico del VCO portante.
• Variare la frequenza del VCO modulante per sperimentare i risultati ottenibili.
• Nel caso si voglia scendere al regime di modulazione sub audio – per ottenere un vibra-
to – rallentare l’intonazione del VCO modulante inviando al suo ingresso FM una ten-
sione di controllo negativa.
• Per ottenere la tensione negativa, si può usare un modulo Befaco A*B+C, regolando
al massimo il controllo C1 (costante 1x) e collegando l’uscita della sezione superiore
all’ingresso A2 nella sezione inferiore; poi, mettendo al minimo il controllo B2, si scala
a -2 il valore costante, ottenendo un controllo che, applicato alla porta FM dell’oscilla-
tore modulante, riduce la frequenza a -2 ottave verso il basso.
Questo accorgimento può essere usato come controllo “di lusso” per ottenere in maniera sicura
un salto di ottava/e nell’intonazione di un oscillatore. Ovviamente, il modulo Befaco Even
Oscillator – con il suo selettore d’ottava – facilita enormemente le cose…
Alla pagina seguente, la riproduzione della Patch 04a From VCO to LFO, con l’esempio
di utilizzo del modulo Befaco A*B+C in funzione di generatore costante C1(1x) * offset
B2 (-2x) applicato all’intonazione del VCO/LFO modulante.
Se si porta al massimo l’indice di modulazione FM nell’oscillatore VCO/LFO,
la sua frequenza diventerà
molto bassa. Attenzione
a non esagerare.
Nella Patch, l’ingresso
X del modulo Fundamental
SCOPE riceve il segnale
audio dell’oscillatore modu-
lato e l’ingresso Y riceve
la tensione continua pro-
dotta dal VCO/LFO.
>>Spunti di riflessione
• La sintesi in FM esponenziale è più “timbricamente devastante” della sintesi lineare,
ma rende più complesso gestire l’intonazione percepita nel segnale prodotto dall’oscil-
latore portante; l’implementazione offerta dal Modal Oscillator non brilla per fedeltà
al dettato accademico, ma è sempre interessante da approfondire.
• Il musicista può modificare significativamente il risultato ottenibile lavorando con la fre-
quenza dell’oscillatore modulante, con l’indice di modulazione ai danni del portante,
con un diverso algoritmo di FM disponibile nel modulo stesso.
Ovvero: come sfruttare l’inversione di polarità sulle tensioni di controllo per ottenere
Auto Pan.
La mancanza, apparente, di un inverter dedicato all’interno della dotazione canonica
di Rack può essere aggirata sfruttando le peculiarità di alcuni moduli particolarmente
ingegnosi, come il Befaco A*B+C. In questo esempio, lo abbiamo sfruttato per realizzare
una copia invertita del segnale di controllo impiegato per gestire il volume sui canali Left
e Right (ottenendo, quindi, un classico effetto Auto Pan).
Patches di base | 67
>>Percorso audio
Il segnale generato dall’oscillatore VCO (e articolato attraverso il primo modulo A*B+C a sini-
stra nella patch, che viene impiegato come amplificatore) è sdoppiato in due rami paralleli
che vanno nei due amplificatori contenuti nel modulo VCA. Da questo, i due segnali sono
opportunamente sdoppiati per raggiungere tanto le porte di uscita audio 1 e 2 sulla Core
Audio Interface quanto gli ingressi X e Y del Fundamental Scope.
2
Si usa l’uscita unipolare per non “indurre in tentazione d’inversione” il VCA; qualsiasi amplificatore reagisce ai controlli
di ampiezza compresi nel range 0/1. Eventuali controlli bipolari potrebbero portare, nel caso di sciatterie di progettazione,
alla generazione di inversione in polarità nel segnale ripreso all’uscita dell’amplificatore controllato con tensione negativa…
nel migliore dei casi, l’amplificatore non risponde ai controlli negativi.
68 | Capitolo 4 – Mettere tutto insieme – esempi di programmazione
A questo punto, c’è un problema: l’amplificatore VCA che riceverà il segnale OUT2
del A*B+C così negato, dovrebbe lavorare con un escursione di valore che va da 0 a -2 e ritor-
no… ma un amplificatore VCA “normale” non può rispondere a un controllo di tensione
negativo (il volume, insomma, non può scendere sotto zero…). È necessario spostare il segnale
modulante riportandolo a forza nel campo dei valori positivi, pur lasciandolo con l’andamento
invertito che è stato conquistato attraverso comando B2 LEVEL.
Per riportare il segnale di controllo nel range dei valori positivi, si usa il valore di off-
set applicabile attraverso comando C2 LEVEL, in modo da traslare il tutto nuovamente
al di sopra dello zero, pur rispettando il nuovo percorso.
Il segnale invertito e sottoposto a offset, emesso da OUT 2 raggiunge il VCA inferiore
alla porta di controllo LIN e aprirà il livello quando il gemello VCA superiore chiuderà il suo.
L’ascoltatore al centro dei due canali Left-Righ opportunamente panpottati nel sistema
di ascolto, avrà l’impressione dello spostamento automatico nel segnale da sinistra a den-
stra a sinistra (eccetera) alla velocità definita con il Tidal Modulator e con la traiettoria/
simmetria impostata con SHAPE, SLOPE e BRIGHTNESS.
La patch sfrutta una quantità significativa di LFO-2 per modulare in maniera ciclica
e asincrona in parametri più importanti di due moduli Audible Wavetable Oscillator
e Resonator. Altri due oscillatori a bassa frequenza, che lavorano in opposizione di fase,
Patches di base | 69
governano i livelli d’uscita sui due canali audio left-right. Il comando C2 LEVEL sezione
inferiore del modulo Befaco A+B*C vicino allo SCOPE è usato come gestore di volume
dell’intera patch.
La patch fornisce la struttura di base – e non solo – per far lavorare lo step SEQ-3.
Con il menu contestuale, il modulo di sequencer è impostato sul modo Retrigger (l’unico
che permetta, sull’uscita GATE di generare un treno di impulsi con pause) ed è collegato
all’articolazione dell’inviluppo ADSR (Gate Out), all’intonazione dell’oscillatore (previo
latching con Sample & Hold) sulla Row A, all’accentazione attraverso DRIVE del filtro
(sempre con latching preliminare e attenuazione rozza attraverso Bernoulli Gate) sulla
Row B. La terza fila, Row C, è usata per modulare fortemente il Delay Time.
a destra nella patch). Il segnale del sintetizzatore principale, del “sub sintetizzatore” e quello
dello snare, sono sommati in un pre-delay-mixer per poter essere arricchiti dalle ribattute
del modulo DELAY.
5 Funzioni di sintesi e
come raggiungerle
Quando si lavora con un sistema modulare, hardware o software che sia, la cosa più difficile
è imparare a raggiungere i propri obiettivi sfruttando al meglio le risorse disponibili nel pro-
prio rack cabinet o, come nel caso di Rack, nel menu di moduli plug-in nativi o terze parti.
Per questo motivo, abbiamo elencato i più diffusi argomenti che ricorrono nella sintesi
del suono e li abbiamo collegati alle funzionalità disponibili nella piattaforma virtuale.
Inizialmente, avevamo deciso di limitare questo indice analitico alle sole funzioni realizzabili
con il blocco dei moduli previsti da Andrew Belt. In corso d’opera, abbiamo optato per l’inclusione
delle diverse collezioni di moduli sviluppati da terze parti – l’aggiornamento è sempre a ottobre 2017.
Come è facile immaginare, quando l’elenco dei moduli crescerà, porterà un conseguente
adeguamento della lista di funzioni-prestazioni.
A Armoniche
Adder Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo HARM.
Vedi “Mixer”.
Armonizzazione
Adder, Precision Sonus Dept. Modulo Harmony. Disponibilità simultanea
Audible Instruments Multiples. Sezione inferiore. di trasposizioni quantizzate sovrapposte al segnale
Amplitude Modulation, Exponential CV 1V/OCT in ingresso.
Fundamental VCA. Ingresso di controllo EXP. Attack, Modulation
Fundamental VC MIXER Fundamental ADSR. Ingresso di controllo CV ATT.
Ingresso di controllo CV su ciascun canale.
Attenuator
Amplitude Modulation, Linear Audible Instruments Mixer.
Fundamental VCA. Ingresso di controllo LIN. Befaco A*B+C
Analog (Quality) Porta A1 con controllo B1LEVEL.
Fundamental VCO. Selettore in posizione ANLG. Befaco Dual Atenuverter.
72 | Capitolo 5 – Funzioni di sintesi e come raggiungerle
B Compare
BPF – Band Pass Filter Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo ZBPF. Comparison & Rectification.
Sonus Dept. Modulo Paramath. Sezioni A ≥ B e A = B.
Bitcrusher
Autodafe Blank Panel. Modulo BITCRUSHER. Constant Source, unipolar
Audible Instruments quad VC-Polarizer. Sorgente di
Bit, switching
controllo locale in assenza di segnale in ingresso.
Sonus Dept. Modulo bitter. Accensione e spegnimento
indipendente per gli otto bit di quantizzazione. Constant Source, unipolar/bipolar
Audible Instruments Mixer. Panel control senza segnale
C in ingresso.
Chiptune ML Modules. Modulo Constants.
Vedi “Toy”.
Crossfader
Clap Audibile Instruments Meta Modulator. Algoritmo
Autodafe Drum Kit. Modulo CLAP. Crossfade.
Claves Cymbals
Autodafe Drum Kit. Modulo RIM/CLAVES. Autodafe Drum Kit. Modulo CYMBALS.
Clock Source
Audible Instruments Tidal Modulator. LFO mode, uscite D
UNI/BIP. Decay, Modulation
Fundamental SEQ-3. Internal CLOCK e uscita GATES. Fundamental ADSR. Ingresso di controllo CV DEC.
JW Modules. Modulo CLOCK. Delay
Clock Divider Fundamental DELAY.
Fundamental SEQ-3. External Clock all’ingresso EXT NYSTHI Modules. Modulo MODEL 277.
CLOCK e uscita GATES con suddivisione sugli Delay Time, Control
individual Gate On/Off. Fundamental DELAY. Ingresso di controllo CV TIME.
Autodafe Blank Panel. Modulo CLOCK DIV.
VCVRack Simple. Modulo Clock Divider. Digital (Quality)
Fundamental VCO. Selettore in posizione DGTL.
Cloud
Vedi “Granulation”. Distributor
Vedi “Multiples”.
Cloud Generator Audible Instruments Mixer
Synthesis Technologies E-340 Cloud Generator. Uscita
CHAOS. Drive
Fundamental VCF. Ingresso di controllo DRIVE.
Color, Modulation
Fundamental DELAY. Ingresso di controllo CV COLOR. Dry/Wet Balance
Fundamental DELAY. Ingresso di controllo CV MIX.
Comb, Filter
VULT Modular. Modulo RESCOMB resonant comb Drum, Module
filter. Gli otto moduli sample playback presenti nella collezione
Autodafe DrumKit.
Comb, Dirac
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Dirac Drum, Synthesizer
Comb. Vult Modules. Modulo TRUMMOR drum synthesizer.
73
E Frequency Doubler
Electronic Switch 1:2 Audible Instruments Utilities. Sezione superiore. Uscita
Audible Instruments Bernoulli Gate. Probability comple- in alto a destra (solo con alcune forme d’onda).
tamente in senso orario e tensione 0/1 ingresso “p”.
Frequency Modulation, Exponential
Envelope Generator Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione LFO
Audible Instruments Tidal Modulator. AD Envelope. in Audio Range, ingresso di controllo FM.
Audible Instruments Tidal Modulator. AR Envelope. Synthesis Technologies E-340 Cloud Generator. Ingresso
Audible Instruments Tidal Modulator. Looped Envelope. di controllo FM.
Fundamental ADSR. Befaco Even Oscillator. Ingresso 1V/Oct con attenuatore
esterno.
Envelope Generator, Amplitude Controlled Fundamental VCO. Ingresso FM.
Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione
Envelope AD/AR, ingresso di controllo LEVEL. Frequency Modulation, Linear
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo FM.
Even Wave
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo FBFM.
Befaco Even Oscillator. Uscita EVEN.
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo WTFM.
Befaco Even Oscillator. FM Input (non proprio… più cor-
F
rettamente, è un sapore diverso di FM Exp).
Feedback, Modulation
Fundamental DELAY. Ingresso di controllo CV FDBK. FSK – Frequency Shift Keying
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo QPSK.
Feedback Oscillator
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Feedback
G
Oscillator.
Gate On/Off
Filter Fundamental SEQ-3. Individual Gate On/Off.
Vedi “Low Pass”, “Band Pass”, “High Pass”, eccetera…
Glide
Fixed filter Bank Vedi “Slew Limiter”.
Autodafe Blank Panel. Modulo FIXED FILTER BANK.
Granulation
Filter, Formant Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo CLOU.
Autodafe Blank Panel. Modulo FORMANT FILTER. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo PRCT.
Audible Instruments Texture Synthesizer. Segnale esterno
Filter, Multimode
in IN L e IN R.
Autodafe Blank Panel. Modulo MULTIMODE FILTER.
FOF – Fonction d’Onde Formantique H
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo VFOF. Hard Sync
Vedi, “Sync, Hard”
Foldback
Autodafe Blank Panel. Modulo FOLDBACK. HiHat
Autodafe Drum Kit. Modulo CLOSED HI HATS.
Freeze
Autodafe Drum Kit. Modulo OPE HI HATS.
Audible Instruments Texture Synthesizer. Costante in
ingresso FREEZE. HPF – High Pass Filter
NYSTHI Modules. Modulo MVERB. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo ZHPF.
NYSTHI Modules. Modulo HI-VERB. Befaco Spring Reverb. Controllo HPF sul solo segnale wet.
NYSTHI Modules. Modulo TWISTEDMVERB. Fundamental VCF. Uscita HPF.
74 | Capitolo 5 – Funzioni di sintesi e come raggiungerle
Kick, Analog M
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo KICK. Min/Max
Autodafe Drum Kit. Modulo KICK.
Audible Instruments Utilities. Sezione centrale. Uscita
MIN e uscita Max.
L
Sonus Dept. Modulo Paramath. Sezione MIN, MAX.
Level Control
8-Channels Drum Mixer. Collezione Autodafe Drum Kit. Mixer
Befaco A*B+C. Ingressi A1, C1, A2, C2. Uscita Out2.
LFO – Low Frequency Oscillator
Befaco MIXER.
Audible Instruments Tidal Modulator. LFO Mode.
Fundamental VC MIXER.
Audible Instruments Wavetable Oscillator. Low Frequency
Range. 8-Channels Drum Mixer. Collezione Autodafe Drum Kit.
Befaco Even Oscillator. Tensione negativa applicata all’in- Mixer, 3 channel normalization
gresso 1V/OCT. Audible Instruments Mixer.
Befaco Rampage. Comportamento ciclico inserito e
RANGE a bassa frequenza. Mixer, 4 channel normalization
Fundamental VCO. Frequenza al minimo e tensione Audible Instruments Quad VCA.
negativa applicata all’ingresso 1V/OCT o FM. Audible Instruments Quad VC-Polarizer.
Autodafe Blank Panel. Modulo VC LFO. Mixer, Unity Gain
LFO, Amplitude Controlled Audible Instruments Multiples. Sezione centrale.
Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione LFO, Audible Instruments Multiples. Sezione inferiore.
ingresso di controllo LEVEL. ML Modules. Modulo Sum.
Logic Multimode Filter
NYSTHI Modules. Modulo LOGIC. Autodafe Blank Panel. Modulo MULTIMODE FILTER.
Vedi anche State Variable, Filter
Logic AND
Audible Instruments Utilities. Sezione centrale. Uscita Multiples
MIN. Audible Instruments Multiples. Sezione superiore.
75
Autodafe Blank Panel. Modulo MULT 1:8 e Modulo Physical Modeling, Blow
MULTIPLE 1:8 x 2. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo BLOW.
MS Modules. Modulo MULT 2: 8 x 3. Audible Instruments Modal Synthesizer. Eccitatore BLOW.
Multiplier Physical Modeling, Flute
Integra con “VCA”. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo FLUT.
Audible Instruments Quad VCA. Ingresso audio per
Physical Modeling, Membrane
ingresso di controllo.
Audible Instruments Resonator. Modello Membrane
Befaco A*B+C. Ingresso A1 per Ingresso B1 o per valore
(LED blu).
B1 LEVEL.
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo DRUM.
Mute Channel Audible Instruments Modal Synthesizer. Eccitatore
Autodafe 8-Channels Drum Mixer. STRIKE.
Physical Modeling, Strings
N Audible Instruments Resonator. Modello Strings (LED
Noise giallo).
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo NOIS.
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo TWNQ. Physical Modeling, Sympathetic Strings
Audible Instruments Resonator. Modello Sympathetic
Noise, Metallic Strings (LED rosso).
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo CYMB.
Portamento
Noise, White Vedi “Slew Limiter”.
Audible Instruments Utilities. Sezione inferiore. Uscita
NOISE. Pulse Wave
Vedi anche “Square Wave” – in maniera discutibile,
O ma pratica per questa sede…
Offset Befaco Even Oscillator. Uscita Square
Befaco Dual Atenuverter. Controllo OFFSET sul segnale Fundamental VCO. Uscita SQR e controllo P.WIDTH.
in ingresso. PWM – Pulse Width Modulation
Oscillator Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Saw
Vedi “VCO”. & Pulse
Befaco Even Oscillator. Ingresso PWM.
P Fundamental VCO. Ingresso PWM e controllo PW CV.
Panpot Control
8-Channels Drum Mixer. Collezione Autodafe Drum Kit. Q
Quantizer
Phaser ML Modules. Modulo HQuantizer.
Autodafe Blank Panel. Modulo PHASER. ML Modules. Modulo Quantum.
Sonus Dept. Modulo Harmony. Disponibilità simultanea
Physical Modeling, Bell
di trasposizioni quantizzate sovrapposte al segnale
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo BELL.
CV 1V/OCT in ingresso.
Audible Instruments Modal Synthesizer. Eccitatore
STRIKE.
R
Physical Modeling, Bow Ramp, Wave
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo BOWD. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Ramp3.
Audible Instruments Modal Synthesizer. Eccitatore BOW. Befaco Even Oscillator. Uscita Ramp.
76 | Capitolo 5 – Funzioni di sintesi e come raggiungerle
Befaco Rampage. Comportamento ciclico inserito e Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo
RANGE ad alta frequenza. Crossfolding.
Fundamental VCO.
Wavetable
VCO, Ampltitude Controlled
Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione LFO Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo WTBL.
in Audio Range, ingresso di controllo LEVEL. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo WMAP.
Vocoder Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo WLIN.
Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo Vocoder Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo WTX4.
1-2-3.
Audible Instruments Wavetable Oscillator.
VOSIM
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo VOSM. X-Y-Z
W XOR, Modulation
Wavefolding Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo XOR
Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo FOLD. Modulation.
Indice