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I Patti Nella Bibbia
I Patti Nella Bibbia
I patti nella
Bibbia
Dal patto con Adamo fino al
Nuovo Patto
Silvano Bianco
LA NATURA DEL PATTO
Cos’è un patto?
Per chi si avvicina alla Scrittura, comprendere il significato di patto è fondamentale; affermare che la
religione biblica è una religione basata su patti non è affatto una esagerazione. Infatti la nostra Bibbia è
suddivisa in Antico e Nuovo Testamento, cioè Vecchio e Nuovo Patto; anche quando celebriamo la Santa
Cena ripetiamo le parole di Gesù: questo calice è il nuovo patto nel mio sangue (I Cor 11:25).
Lo scopo di questo studio è riuscire a comprendere meglio il significato biblico del termine patto, che va
certamente oltre al concetto di contratto legale, accordo o testamento. Questa maggiore comprensione ci
svelerà il significato di moli passi della Scrittura e ci aiuterà a comprendere meglio la personale relazione
che abbiamo con Dio attraverso il nostro Signore Gesù Cristo.
La motivazione di un patto:
Il motivo dell’esistenza di un patto scaturisce dal desiderio di Dio di avere una relazione intima e
personale con l’uomo.
Se vogliamo scoprire la motivazione e l’origine del perché Dio ha stabilito dei patti con l’uomo, va
ricercata principalmente nel Suo desiderio profondo di avere un intima relazione con la Sua creatura,
relazione che è assolutamente unica. L’uomo è l’unico essere creato con la capacità di avere relazione con
il suo Creatore.
L’uomo nella Bibbia è definito, non come il prodotto finale di un processo evolutivo, ma in rapporto alla
sua relazione con Dio. Dio creò l’uomo a sua immagine (Gn 1:27)
Possiamo notare questo, nella triplice formula che ricorre nella Bibbia:
· Io sarò il tuo Dio (Gn 17:7-8)
· voi sarete il mio popolo (Es 6:7)
· Io dimorerò in mezzo a voi (Es 29:45,46)
Ogni volta che incontriamo questa formula, sia per intero che in parte, il contesto è sempre il patto (Dt
29:12-15; Gr 31:33; Ez 37:27; II Cor 6:16; Ap 21:3-7)
Camminerò tra di voi, sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo (Lv 26:12)
…per entrare nel patto dell'Eterno, ch'è il tuo Dio: patto fermato con giuramento, e che
l'Eterno, il tuo Dio, fa oggi con te, per stabilirti oggi come suo popolo, e per esser tuo Dio, come
ti disse e come giurò ai tuoi padri, ad Abrahamo, ad Isacco e a Giacobbe. E non con voi
soltanto fo io questo patto e questo giuramento, ma con quelli che stanno qui oggi con noi
davanti all'Eterno, ch'è l'Iddio nostro, e con quelli che non son qui oggi con noi (Dt 29:12-15).
La parola ebraica per patto è b’riyt, che significa “vincolare”; il patto non è quindi solo una relazione
personale e intima, ma piuttosto una relazione basata su una solenne promessa confermata con un
giuramento.
Per esempio:
l’anima di Gionathan era legata (vincolata) all’anima di Davide (I Sm 18:1-3)
l’uomo si unirà (si vincolerà) a sua moglie così da diventare una sola carne (Gn 2:24)
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Il vincolo che il patto crea tra le parti è perciò:
1. Preminente, cioè i suoi obblighi sovrastano ed hanno priorità su qualsiasi altra pretesa;
2. Permanente, cioè non è limitato ad un periodo di tempo
3. Inviolabile; romperlo è agli occhi di Dio una gravissima offesa.
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Ma tu, Israele, mio servo, Giacobbe che io ho scelto, discendenza di Abramo l’amico mio (Is
41:8)
Abramo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia; e fu chiamato amico di Dio
(Gc 2:23)
4. Il patto con Israele
È il patto che Dio diede tramite Mosè al popolo che si era scelto per essere la luce nel mondo.
Leggiamo che Dio parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico (Es
33:11) e fu stabilito con Israele perché Egli ha amato i suoi padri (Dt 4:37).
Or l'Eterno parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico; poi
Mosè tornava al campo; ma Giosuè, figliuolo di Nun, suo giovane ministro, non si dipartiva
dalla tenda.
E perch'egli ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro progenie dopo loro, ed egli stesso, in
persona, ti ha tratto dall'Egitto con la sua gran potenza,
Da ora in poi Israele come nazione viene definito in base alla sua relazione realizzata nel patto con
Dio (Dt 7:6)
Poiché tu sei un popolo consacrato all'Eterno, ch'è l'Iddio tuo; l'Eterno, l'Iddio tuo, ti ha
scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra.
5. Il patto con Davide
Anche in questo patto la chiave e l’intimità con Dio; infatti Dio descrive Davide come un uomo
secondo il suo cuore (I Sm 13:14)
ma ora il tuo regno non durerà; l'Eterno s'è cercato un uomo secondo il cuor suo, e l'Eterno
l'ha destinato ad esser principe del suo popolo, giacché tu non hai osservato quel che
l'Eterno t'aveva ordinato".
Egli mi invocherà dicendo: Tu sei mio Padre, mio Dio e la rocca della mia salvezza. Gli
conserverò la mia grazia per sempre, il mio patto con lui rimarrà stabile (Sl 89:26,28)
6. Il Nuovo Patto
Infine nel Nuovo Patto, predetto dai profeti e portato a compimento attraverso la morte e la
resurrezione di Gesù Cristo, la perduta relazione dell’uomo con Dio viene finalmente ristabilita
Ora noi, tanto Giudei che Gentili, siamo l’Israele di Dio, il popolo del Patto e la nostra identità
collettiva, così come quella di Israele, è stabilita dal patto
Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è
acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce
meravigliosa; (I Pt 2:9)
Anche a livello individuale noi pure, come Abramo, Mosè e Davide, possiamo essere intimi amici di
Dio.
Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo piú servi, perché il
servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto
conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio. (Gv 15:14,15)
Questo è l’ultimo patto tra Dio e l’uomo; non c’è ne saranno mai più altri e neppure c’è ne bisogno,
perché questo Patto porta alla finale e al perfetto ristabilimento dei rapporti con Dio.
Udii una gran voce dal trono, che diceva: "Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli
abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. (Ap
21:3)
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Come si stabilisce un patto
Analizzeremo alcune importanti caratteristiche che riguardano il modo in cui si creano i patti tra Dio e
l’uomo:
· Un patto non è un accordo tra parti di uguale livello e potere, ma tra parti impari; l’iniziativa
viene presa dalla parte più forte che, volontariamente, si impegna ad assumere e mantenere
l’impegno peso con la parte più debole.
In pratica, nei patti tra Dio e l’uomo, è sempre Dio che prende l’iniziativa, che stabilisce un patto con
l’uomo. Non troveremo mai un uomo che propone di fare un patto con Dio
Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in
generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio tuo e della tua discendenza dopo
di te. (Gn 17:7)
"Ecco, i giorni vengono", dice il Signore, "in cui io farò un nuovo patto con la casa d'Israele
e con la casa di Giuda; non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per
mano per condurli fuori dal paese d'Egitto: patto che essi violarono, sebbene io fossi loro
signore", dice il Signore (Gr 31:31,32)
· Il patto è un’iniziativa di Dio e un dono di Dio per l’uomo; esso è fondato sulla grazia, è
mantenuto per grazia e opera unicamente sulla base della grazia
Ciò significa che la relazione all’interno del patto:
- è completamente immeritata; non esiste alcuna virtù nell’uomo che possa fargli pretendere
l’attenzione di Dio.
E l'Eterno disse a Mosè: "Farò anche questo che tu chiedi, poiché tu hai trovato grazia
agli occhi miei, e ti conosco personalmente". Mosè disse: "Deh, fammi vedere la tua
gloria!" E l'Eterno gli rispose: "Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, e
proclamerò il nome dell'Eterno davanti a te; e farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò
pietà di chi vorrò aver pietà". (Es 33:17-19)
Ma Noè trovò grazia agli occhi dell'Eterno. (Gn 6:8)
- È l’espressione di un amore generoso da parte di Dio che perdona l’offesa e il peccato ricevuto;
Il Signore passò davanti a lui, e gridò: "Il Signore! il Signore! il Dio misericordioso e
pietoso, lento all'ira, ricco in bontà e fedeltà, che conserva la sua bontà fino alla
millesima generazione, che perdona l'iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il
colpevole per innocente; che punisce l'iniquità dei padri sopra i figli e sopra i figli dei
figli, fino alla terza e alla quarta generazione!" (Es 34:6,7)
Qui troviamo sette attributi divini, compassione, grazia, pazienza, benignità, verità, fedeltà e
misericordia. Al centro di tutto questo è ‘hesed, parola utilizzata nel Vecchio Testamento per
indicare l’amore di Dio. Hased, talvolta tradotto con bontà o benignità eterna, o amore eterno,
significa “fedeltà ad un vincolo” stabilito da un patto
Riconosci dunque che il Signore il tuo Dio, è Dio: il Dio fedele, che mantiene il suo patto
e la sua bontà (hesed) fino alla millesima generazione verso quelli che lo amano e
osservano i suoi comandamenti, (Dt 7:9)
- non deriva da alcuna esigenza da parte di Dio; Egli non aveva alcuna necessità di ristabilire la
perduta relazione con la sua creatura ma ha fatto ciò per la libera e sovrana espressione del suo
amore per il genere umano
· In un patto è la parte più forte che pone le condizioni per il mantenimento del patto.
Normalmente un patto è un accordo tra due parti; nel caso invece, di un patto tra Dio e l’uomo, è
soltanto Dio che stabilisce i termini. Si tratta di un accordo soltanto nel senso che il ricevente, la parte
più debole, per partecipare al patto deve acconsentire ai termini stabiliti.
Dio ci offre il suo patto e noi possiamo accettarlo o rifiutarlo, ma i suoi termini non sono mai
discutibili, non sono soggetti ad alcun tipo di negoziazione
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Poi prese il libro del patto e lo lesse in presenza del popolo, il quale disse: "Noi faremo tutto
quello che l'Eterno ha detto, e ubbidiremo". Allora Mosè prese il sangue, ne asperse il
popolo e disse: "Ecco il sangue del patto che l'Eterno ha fatto con voi sul fondamento di tutte
queste parole". (Es 24:7)
Uno dei motivi per cui tanti non sperimentano le benedizioni del Patto, va ricercata proprio nel fatto
che, considerando i termini di Dio troppo pretenziosi, cercano di aggirarli, di obbedirli solo
parzialmente.
· Il patto abbraccia l’intera vita dell’uomo; nessuna parte di essa deve essere esclusa.
La relazione del patto si estende sempre ad ogni sfera della vita umana, ed include nel suo scopo ogni
aspetto dell’attività umana: temporale ed eterna, spirituale e secolare, individuale e collettiva, privata
e pubblica, personale ed istituzionale.
Il fine ultimo ed eterno del patto è la presenza di Dio con l’uomo attraverso la creazione rinnovata:
ecco il Tabernacolo di Dio con gli uomini. Ed Egli abiterà con loro (Ap 21:3)
· Il patto fornisce non solo i termini della relazione, ma anche la dinamica, rendendo l’uomo
capace di vivere all’interno di una relazione con un Dio santo
Affinché la relazione nel patto fosse completamente ristabilita, occorreva che Dio trovasse:
- una soluzione finale e duratura al problema del peccato, che potesse soddisfare appieno sia la
Sua santità che la Sua misericordia;
- una soluzione finale e duratura al problema dell’obbedienza, così che l’uomo potesse essere in
grado di vivere in armonia con i termini del patto.
Come vedremo, ciò è stato possibile realizzarlo nel Nuovo Patto, suggellato dal sangue di Cristo.
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LA NATURA DELLA RELAZIONE ALL’INTERNO DEL PATTO
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In Israele, se un uomo affidava ad un vicino il proprio animale e questo moriva, la questione veniva
risolta con il giuramento del vicino, che davanti al Signore dichiarava di non essersi impadronito
dell’animale; il proprietario era obbligato a credere al giuramento e non veniva chiesta alcuna
restituzione.
interverrà fra le due parti il giuramento del Signore per sapere se colui che aveva la bestia in
custodia non si è appropriato della roba del suo vicino. Il padrone della bestia si accontenterà
del giuramento, e l'altro non sarà tenuto a risarcire i danni. (Es 22:11)
I patti di Dio sono sempre basati sulle Sue promesse confermate da un giuramento (Eb 7:20-22; Gn
50:24)
per costituirti oggi come suo popolo e per essere tuo Dio, come ti disse e come giurò ai tuoi
padri, ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe. E non con voi soltanto io faccio questo patto e
questo giuramento, ma anche con chiunque è qui oggi con noi davanti al SIGNORE nostro Dio,
e con quelli che non sono oggi qui con noi. (Dt 29:12-13)
Il giuramento di Dio non è un appello ad una autorità superiore; con il suo giuramento Egli mette in gioco
il Suo carattere, la Sua santità, la Sua vera essenza a garanzia della Sua fedeltà alle prprie promesse (Sl
89:35,36; Eb 6:13,14)
Così, volendo Iddio mostrare vie meglio agli eredi della promessa la immutabilità del suo
consiglio, intervenne con un giuramento, affinché, mediante due cose immutabili, nelle quali è
impossibile che Dio abbia mentito, troviamo una potente consolazione noi, che abbiam cercato
il nostro rifugio nell'afferrar saldamente la speranza che ci era posta dinanzi (Eb 6:17,18)
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c) Maledizione che scaturisce dalla rottura del patto
Infine il patto include sia le benedizioni sia le maledizioni; rompere il patto significa attirarsi delle
terribile conseguenze
Quando Dio condivise il patto con Abramo e passò tra le parti del sacrificio è come se avesse detto: possa
io cessare di essere Dio se mai rompo il mio patto con Abramo. Dato che ciò è assolutamente imposibile è
per noi totale garanzia che Egli mai romperà i Suoi patti.
Per coloro invece che romperanno il patto stipulato con Dio (è questo per l’uomo oltre ad essere una cosa
possibile è anche una cosa non molto rara) la maledizione si manifesta nelle parole di Dio:
Darò gli uomini che hanno trasgredito il mio patto e non hanno messo in pratica le parole del
patto che avevano stabilito in mia presenza, passando in mezzo alle parti del vitello che
avevano tagliato in due; darò, dico, i capi di Giuda e i capi di Gerusalemme, gli eunuchi, i
sacerdoti e tutto il popolo del paese che passarono in mezzo alle parti del vitello, in mano dei
loro nemici, e in mano di quelli che cercano la loro vita; i loro cadaveri serviranno di pasto
agli uccelli del cielo e alle bestie della terra. (Gr 34:18-20)
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IL PATTO CON ABRAAMO
Abbiamo visto che il patto è una relazione vincolante tra Dio e l’uomo; a questo punto dobbiamo
chiederci:
1. qual è la natura e la potata di tale relazione?
2. cosa si è impegnato a fare o a dare Dio tramite la promessa e il giuramento?
3. Cosa deve fare l’uomo per mantenere il patto e riceverne i benefici?
Per rispondere a queste domande esamineremo i quattro patti più importanti delle Scritture:
· Il patto con Abraamo
· Il patto con Israele (la Legge)
· Il patto con Davide
· Il Nuovo Patto in Cristo Gesù
Il patto e la fede
Abbiamo visto come il patto sia sempre una iniziativa benevola da parte di Dio; essendo il patto sempre
di grazia, la risposta dell’uomo deve necessariamente essere di fede.
Grazia e fede vanno sempre insieme; Paolo quando affronta questo tema basa la sua argomentazione sul
patto con Abramo:
Perciò l'eredità è per fede, affinché sia per grazia; onde la promessa sia sicura per tutta la
progenie; non soltanto per quella che è sotto la legge, ma anche per quella che ha la fede
d'Abramo, il quale è padre di noi tutti (Rm 4:16)
In altre parole, la grazia non può essere mai guadagnata, può soltanto essere ricevuta per fede, cioè
accettandola come un dono gratuito
Or Abramo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto di giustizia. Or a chi opera, la mercede
non è messa in conto di grazia, ma di debito; mentre a chi non opera ma crede in colui che
giustifica l'empio, la sua fede gli è messa in conto di giustizia (Rm 4:3-5)
La fede è molto di più di un semplice consenso intellettuale ad un’idea; per Abramo ciò significò
rinunciare a tutti i suoi sforzi umani pur di adempiere la promessa, per fidarsi completamente e
unicamente dell’Iddio del patto, affinché Lui adempisse quello che aveva promesso.
Ciò che era vero per Abramo era altrettanto vero per tutti gli uomini e le donne dell’Antico Testamento.
La fede è, quindi, la chiave per il Nuovo Patto, ma è anche la chiave per ricevere le benedizioni di ogni
patto.
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L’alleanza di Dio con Abramo
Il patto con Abramo rivela il piano sovrano di Dio: compiere per mezzo di lui il suo disegno per Israele è
fornire un Salvatore a tutti coloro che crederanno. Il compimento di questo progetto riposa sulla promessa
e sulla potenza divina e non sulla fedeltà umana.
Cos’è la Promessa?
I patto nella Scrittura hanno un’unità essenziale in quanto esprimono un espandersi progressivo
della rivelazione del piano di benedizione di Dio per la razza umana. Questo piano di Dio è
conosciuto elle Scritture come “la Promessa” (At 2:39)
Nel caso di Abramo la promessa è il piano di Dio nella storia umana per portare una benedizione
universale a tutto il mondo attraverso l’azione di una discendenza umana divinamente scelta.
Si tratta in primo luogo di Israele, i discendenti di Giacobbe, al quale è fatta la promessa di possedere il
paese in maniera perpetua (Gn 17:8); successivamente si tratta anche di altre nazioni, venute dalla
discendenza di Ismaele ed Esaù ((Gn 17:6,20)
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La natura del patto con Abramo
2. È un patto che prevede tre parti, cioè fu fatto da Dio con Abramo e i suoi discendenti
In un patto che coinvolge tre parti, anche se uno di loro rompe il patto, le altre due rimangono
vincolate. Perciò il seme non-credente di Abramo non può rompere il patto di Dio con Abramo; essi
perdono le promesse del patto, ma esse restano ancora valide per le future generazioni.
Stiamo dunque attenti: la promessa di entrare nel suo riposo è ancora valida e nessuno di voi
deve pensare di esserne escluso. Poiché a noi come a loro è stata annunziata una buona
notizia; a loro però la parola della predicazione non giovò a nulla non essendo stata
assimilata per fede da quelli che l'avevano ascoltata. Noi che abbiamo creduto, infatti,
entriamo in quel riposo (Eb 4:1-3)
3. Abbraccia tutto: il patto abbracciava l’intera vita dei patriarchi e la totalità della loro relazione con
Dio. Includeva:
· benedizioni spirituali: Dio sarebbe stato il Dio d’Abramo e dei suoi discendenti; avrebbe reso
grande il nome di Abraamo e avrebbe benedetto tutti coloro che lo avessero benedetto e
maledetto tutti coloro che lo avessero maledetto (Gn 12:3; 17:7)
· Benedizioni materiali; includeva grande benessere e la terra di Canaan (Gn 13:2; 15:18)
· Una nuova posizione; Abramo diventa Abraamo, Isacco viene nominato a Dio e Giacobbe
diventa Israele (Gn 17:5,19; 32:28). Da questo momento in poi, Dio chiama Se stesso, il Dio di
Abraamo di Isacco e di Giacobbe (I Re 18:36; I Cro 29:18)
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IL PATTO CON MOSÈ
Sono trascorsi circa quattrocento anni e si era già verificato un parziale adempimento della promessa fatta
ada Abraamo; la sua discendenza è diventata numerosa. Circa due milioni di persone erano tenure in
schiavitù in Egitto.
In questa situazione il patto con Abraamo viene dichiarato il fondamento per l’intervento di Dio nei loro
confronti:
Ho anche udito i gemiti dei figli d'Israele che gli Egiziani tengono in schiavitú e mi sono
ricordato del mio patto (Es 6:5)
Il fatto che Dio si sia ricordato del Suo patto non ha a che fare con la sua memoria, ma evidenzia
l’impegno che Dio con il patto, e che questo patto determinano le sue azioni
Il patto al Sinai
Al Sinai Dio diede a Mosè la legge e il modello per la costruzione del Tabernacolo. Questo fù il modo in
cui Dio stabilì il patto con Israele.
Poi il Signore disse a Mosè: "Scrivi queste parole; perché sul fondamento di queste parole io
ho fatto un patto con te e con Israele". E Mosè rimase lí con il Signore quaranta giorni e
quaranta notti; non mangiò pane e non bevve acqua. E il Signore scrisse sulle tavole le
parole del patto, i dieci comandamenti. (Es 34:27,28)
Vediamo come il patto con Israele è un’estensione ed una applicazione del patto fatto con Abraamo: la
promessa fatta ad una famiglia scelta ora viene estesa ad una nazione scelta.
La Legge non modificò le clausole del patto divino con Abraamo, ma fu in qualche modo un additivo
concesso per un periodo limitato, fino al momento in cui la vera posterità di Abraamo fosse manifestata
(Gal 3:17-19)
Il patto con Israele per la terra promessa (Dt 30:3) garantisce la restaurazione finale e la
conversione di Isaele
Questo patto rivela le condizioni da rispettare per entrare in Canaan. Da notare che finora
Israele non ha mai posseduto il paese nei termini stabiliti dalle clausole del patto con Abramo
e non l’ha mai occupato completamente (Gn 12:2; 15:18.
Questo patto prevede sette tappe:
1. dispersione a causa della disobbedienza del popolo (Dt 30:1
2. futuro pentimento del popolo durante la dispersione (Dt 30:2)
3. ritorno del Signore (Dt 30:3; Am 9:9-15; At 15:1-17)
4. ritorno nel paese (Dt 30:5; Is 11:11-13)
5. conversione nazionale (Dt 30:6; Os 2:16-18; Rm 11:26,27)
6. giudizio degli oppressori d’Israele (Dt 30:7; Is 14:1,2; Gl 3:1-8; Mt 25:31-46)
7. prosperità nazionale (Dt 30:9; Am 9:11-15)
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Il patto e l’obbedienza
Abbiamo già visto che essendo il patto sempre una manifestazione di grazia da parte di Dio, la risposa
dovuta da parte dell’uomo è la fede.
Visto che i termini del patto sono sempre stabiliti da Dio, la reazione che si aspetta da parte dell’uomo è
sempre l’obbedienza.
Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il
mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia; e mi sarete un regno di sacerdoti, una
nazione santa. Queste sono le parole che dirai ai figli d'Israele (Es 19:5,6)
Obbedienza è perciò sinonimo di osservanza del patto e disobbedienza è sinonimo di violazione del patto.
"Ma se non mi date ascolto e se non mettete in pratica tutti questi comandamenti, se
disprezzate le mie leggi e detestate le mie prescrizioni non mettendo in pratica tutti i miei
comandamenti e cosí rompete il mio patto, …ma, nonostante tutto questo, quando saranno
nel paese dei loro nemici, io non li disprezzerò e non li prenderò in avversione fino al punto
d'annientarli del tutto e di rompere il mio patto con loro; poiché io sono il SIGNORE loro
Dio (Lev 26:15,44)
Il Signore disse a Salomone: "Poiché tu hai agito a questo modo, e non hai osservato il mio
patto e le leggi che ti avevo date, io ti toglierò il regno, e lo darò al tuo servo (I Re 11:11)
Il Signore mi disse: "Proclama tutte queste parole nelle città di Giuda e per le strade di
Gerusalemme, dicendo: Ascoltate le parole di questo patto, e mettetele in pratica (Ger 11:6)
Darò gli uomini che hanno trasgredito il mio patto e non hanno messo in pratica le parole
del patto che avevano stabilito in mia presenza, passando in mezzo alle parti del vitello che
avevano tagliato in due (Ger 34:18)
Perciò, come possiamo affermare che non c’è partecipazione da parte dell’uomo al patto senza la fede,
possiamo allo stesso modo dire che non c’è partecipazione al patto senza l’obbedienza.
Tuttavia, anche se osservare il patto implica obbedienza ai suoi termini e alle sue condizioni, è importante
capire che non sono i termini e le condizioni a creare un patto. In questo un patto differisce
radicalmente da un contratto.
Un contratto è formato da termini e condizioni che le parti hanno accettato.
Un patto è invece formato dal legame della lealtà personale al quale le parti si impegnano. I termini e le
condizioni sorgono dal legame; esse non creano il legame, ma spiegano ciò che quella particolare
relazione vincolante implica per ambedue le parti.
La parola greca per patto o testamento è diathekè, che significa “esporre qualcosa in ordine”. Il patto ha
questo senso di ordine e giustizia; esso dichiara i termini e le condizioni perché Dio non agisce mai per
capriccio.
Per Israele la legge era il libro del patto (Es 24:7). Essa non creava la relazione tra Dio è Israele, ma
indicava il modo per il mantenimento di questa comunione. In altre parole, Israele era legato da un patto
di grazia con Dio, ma la legge spiegava poi cosa significava per Israele che Dio era il loro Dio e che essi
erano il suo popolo.
Allo stesso modo, per noi, l’intero Nuovo Testamento è il libro del Nuovo Patto; in esso Dio ci rende nota
la Sua volontà e i suoi obbiettivi, in modo che non siamo lasciati senza guida e senza sapere cosa ci viene
richiesto per poter vivere al meglio questa comunione con Lui.
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La legge e la santità nei confronti del Signore
Nel patto con Israele l’enfasi e posta sulla santità di Dio. In primo luogo Dio ha rivelato ad Israele la Sua
santità.
Siccome Israele appartiene a Dio, la santità non è cosa facoltativa, ma una caratteristica essenziale della
sua vita
L'Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: "Parla a tutta la raunanza de' figliuoli d'Israele, e
di' loro: Siate santi, perché io, l'Eterno, l'Iddio vostro, son santo (Lev 19:1,2)
La Legge di Dio viene data per mostrare ad Israele cosa significa essere santi. Ad essi furono dati:
· la legge morale, nei dieci Comandamenti (Es 20:1-17)
· la legge civile, cioè l’applicazione della legge morale alla vita publica.
· La legge cerimoniale, cioè il sistema dei sacrifici per affrontare il problema del peccato
Possiamo dire che i comandamenti e le ordinanze costituivano il sistema religioso; ma, mentre i
comandamenti avevano un ministero di condanna e di morte (II Cor 3:7-9) le ordinanze istituivano, nella
persona del sommo sacerdote, un rappresentante del popolo al cospetto di Dio, e offrivano, nei sacrifici
prescritti, una possibilità di espiazione, prefigurazione dell’opera della croce (Lev 16:6; Eb 5:1-3; 9:6-9;
Rm 3:25,26)
Il cristiano non rientra nel patto concluso al Sinai e condizionato dalle opere della legge, ma nel nuovo e
incondizionato patto della grazia (Rm 3:21-27; 6:14,15; Ga 2:16; 3:10-14; Eb 10:11-17)
Noi che siam Giudei di nascita e non peccatori di fra i Gentili, avendo pur nondimeno
riconosciuto che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma lo è soltanto per mezzo
della fede in Cristo Gesù, abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù affin d'esser giustificati
per la fede in Cristo e non per le opere della legge, poiché per le opere della legge nessuna
carne sarà giustificata (Ga 2:15,16)
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vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi
rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi
libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesú Cristo, nostro
Signore. Cosí dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del
peccato. (Rm 7:14-25)
3. A rinchiuso l’uomo all’unico mezzo di giustificazione possibile, cioè la sua fede in Cristo Gesù
Ma prima che venisse la fede eravamo tenuti rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa
della fede che doveva essere rivelata. Cosí la legge è stata come un precettore per condurci a
Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede. Ma ora che la fede è venuta, non siamo piú
sotto precettore; perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesú. (Gl 3:23-26)
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IL PATTO CON DAVIDE
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Il tuo trono, o Dio, dura in eterno; lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia. Tu ami
la giustizia e detesti l'empietà. Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto d'olio di letizia; ti ha
preferito ai tuoi compagni. (Sl 45:6,7)
Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle;
sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per
dare incremento all'impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per
stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora e per sempre:
questo farà lo zelo del Signore degli eserciti. (Is 9:5,6)
c) Un governo che sarà stabilito sulla terra; Cristo venne come il Messia per portare in terra il Regno
di Dio. Tornerà una seconda volta a regnare su tutta la terra (Dn 2:34,35,44,45)
d) La certezza dell’adempimento delle promesse, poiché esse sono fatte per sempre
Come il patto con Abraamo anche quello con Davide è eterno (At 13:34; Is 55:3). Nelle ultime parle
di Davide troviamo la conferma di questa sicurezza:
…Poich'egli ha stabilito con me un patto eterno, ben regolato in ogni punto e perfettamente
sicuro. (II Sam 23:5)
Contrariamente all’immutabilità del giuramento che assicurava a Davide l’adempimento continuo
delle promesse, il carattere condizionato di questo patto viene messo in evidenza dall’esperienza di
Salomone e dei re che gli succedettero. La disobbedienza dei discendenti di Davide provocò il loro
castigo ma non l’annullamento del patto
In un accesso d'ira, ti ho per un momento nascosto la mia faccia, ma con un amore eterno io
avrò pietà di te", dice il Signore, il tuo salvatore. "Avverrà per me come delle acque di Noè;
poiché, come giurai che le acque di Noè non si sarebbero piú sparse sopra la terra, cosí io
giuro di non irritarmi piú contro di te, di non minacciarti piú. Anche se i monti si
allontanassero e i colli fossero rimossi, l'amore mio non si allontanerà da te, né il mio patto
di pace sarà rimosso", dice il Signore, che ha pietà di te. (Is 54:8-10)
Da questo periodo in poi solo un Re discendente di Davide fu coronato in Gerusalemme, ma gli
diedero una corona di spine. Ma il patto divino, permane nonostante tutto.
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IL NUOVO PATTO
Per realizzare il desiderio profondo di Dio di avere una relazione intima, personale ed eterna con l’uomo
peccatore, bisognava risolvere alcune questioni cruciali:
a) la necessità di una soluzione definitiva al problema del peccato; il sistema dei sacrifici già
annunciava per fede la copertura del peccato, ma il sangue degli animali non poteva affrontare la
questione della colpa né poteva scagionare la coscienza dell’adoratore (Eb. 9:9)
b) La legge di Dio, per quanto santa, giusta e buona (Rm 7:12) rimaneva sempre esterna all’uomo.
Essa poteva mostrargli quello che lui avrebbe dovuto fare, ma non poteva renderlo in grado di farlo
(Rm 8:3)
c) Non solo nell’uomo manca il potere di obbedire alla Legge, ma gli manca anche la motivazione
per desiderare di farlo. La sua mente è ostile a Dio, non si sottomette alla legge di Dio e neppure
può farlo (Rm8:7). Inoltre, l’intera natura umana è intaccata dal peccato e dalla ribellione così che non
esiste alcun modo in cui questa possa avere la forza di cambiare il proprio atteggiamento nei confronti
di Dio (Rm 1:9-32)
d) In tale situazione, c’è un abisso tra l’uomo e Dio. L’uomo è letteralmente perduto e, anche se ci
provasse, non potrebbe riportare la sua via a Dio. Qualsiasi iniziativa deve venire esclusivamente da
Dio; l’uomo è pertanto costretto ad aspettare la grazia salvifica di Dio
Difatti, tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio, e son giustificati gratuitamente per
la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù, (Rm 3:23,24)
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Caratteristiche del Nuovo Patto
a) È superiore al Patto del Sinai sia per il suo valore morale, sia per la sua efficacia (Eb 7:19; Rm
8:3,4)
Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha
fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato,
ha condannato il peccato nella carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto
in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito. (Rm 8:3,4)
b) Si fonda su promesse migliori, vale a dire incondizionate. Nel patto del Sinai Dio aveva detto: se
ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto (Es 19:5), mentre nel nuovo patto Dio dice:
farò, avrò misericordia
Questo è il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore: io metterò le
mie leggi nelle loro menti, le scriverò sui loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio
popolo. Nessuno istruirà piú il proprio concittadino e nessuno il proprio fratello, dicendo:
Conosci il Signore! Perché tutti mi conosceranno, dal piú piccolo al piú grande di loro.
Perché avrò misericordia delle loro iniquità e non mi ricorderò piú dei loro peccati". (Eb
8:10-12)
c) Sotto il regime del patto con Mosè, l’obbedienza derivava dal timore; sotto quello del nuovo
patto, esso proviene da un cuore e da uno spirito ben disposto.
Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli,
quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno
scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; (Eb 12:25)
Questo è il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore: io metterò le
mie leggi nelle loro menti, le scriverò sui loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio
popolo. (Eb 8:10)
d) Il nuovo patto assicura ad ogni credente la rivelazione personale del Signore
Nessuno istruirà piú il proprio concittadino e nessuno il proprio fratello, dicendo: Conosci il
Signore! Perché tutti mi conosceranno, dal piú piccolo al piú grande di loro (Eb 8:11)
e) Garantisce il completo perdono dei peccai
Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore, metterò le mie leggi nei
loro cuori e le scriverò nelle loro menti" egli aggiunge: "Non mi ricorderò piú dei loro
peccati e delle loro iniquità". Ora, dove c'è perdono di queste cose, non c'è piú bisogno di
offerta per il peccato. (Eb 10:16-18)
f) Si fonda su di una redenzione già compiuta
Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti,perché questo è il
mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati. (Mt
26:27,28)
Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo piú
grande e piú perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato una
volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio
sangue. Cosí ci ha acquistato una redenzione eterna. (Eb 9:11,12)
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Solo il giudizio può mettere fine al potere distruttivo del peccato.
b) Dio non può perdonare l’uomo finché il suo peccato non è giudicato e fino a quando l’uomo non
riconosce:
- La perfetta giustizia di Dio nel giudicare e punire l’uomo
- La giustizia della sua ira contro il peccato stesso
c) Se vogliamo sfuggire al giudizio, abbiamo bisogno di qualcuno che porti il peso del peccato al nostro
posto
d) Dio supera in Gesù Cristo la scissione tra il Dio infinito e l’uomo finito e la scissione morale tra il Dio
santo e l’uomo peccatore. Dio diventa uomo (Gv 1:14) e il Dio–Uomo accetta volontariamente di
essere reso peccato per noi
Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi
diventassimo giustizia di Dio in lui. (II Cor 5:21)
e) Nell’incarnazione, Gesù diventa:
- il nostro sostituto: un Uomo per tutti gli uomini.
Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a
Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. (I Pt 3:18)
- Il nostro Rappresentante: un uomo come tutti gli uomini.
infatti l'amore di Cristo ci costringe, perché siamo giunti a questa conclusione: che uno
solo morí per tutti, quindi tutti morirono;e ch'egli morí per tutti, affinché quelli che vivono
non vivano piú per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. (II Cor
5:14,15)
e) Sulla croce Gesù ha subito il giudizio di Dio verso il peccato; il giudizio e l’ira di Do sono caduti
sull’unico soggetto che poteva redimere l’uomo.
f) Finalmente Dio può perdonare tutti quelli che, attraverso il pentimento e la fede, si identifiano con la
morte sostitutiva e rappresentativa di Gesù
Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il
sangue di Gesú, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato,
inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e
giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. (I Gv 1:7-9)
Il problema del peccato è quindi stato affrontato e risolto; rimane il problema dell’obbedienza.
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La legge interiorizzata
Abbiamo letto in Geremia 31:33 che Dio afferma che il primo passo verso la soluzione finale del
problema dell’obbedienza è quello di interiorizzare la legge, cioè di scriverla, stavolta non su tavole di
legge, ma nei cuori umani.
Invece di essere uno standard da mantenere o un principio per il quale vivere, la legge di Dio deve
diventare la nostra motivazione intera. Invece di conoscere cosa dovremmo fare, mancando tuttavia della
motivazione per farlo, saremo mossi nell’intimo a seguire liberamente la legge di Dio
Metterò dentro di voi il mio spirito, e farò sì che camminerete secondo le mie leggi, e
osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni. (Ez 36:27)
Come possiamo realizzare questo?
1. Attraverso la vita di Cristo:
Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio
suo, tanto piú ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. (Rm 5:10)
Gesù è “l’ultimo Adamo” (I Cor 15:45); Egli venne per creare un nuovo inizio per l’uomo. Come
progenitore del Nuovo Patto, egli doveva adempiere nella sua vita umana le promesse del Nuovo
Patto.
La Sua morte ha risolto il problema della colpa e del perdono, ma è la sua vita il mezzo attraverso il
quale la legge di Dio viene interiorizzata.
Come è riuscito a farlo? Attraverso l’ubbidienza; un’obbedienza scrupolosa, perfetta in ogni
circostanza.
Ecco perché Cristo, entrando nel mondo, disse: "Tu non hai voluto né sacrificio né offerta ma
mi hai preparato un corpo; non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho
detto: Ecco, vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà". (Eb
10:5-7)
2. Attraverso l’opera dello Spirito Santo
Il motivo del patto, è come abbiamo visto, il desiderio di Dio di avere una relazione personale ed
intima con ogni persona. Ma un Dio Santo può avere comunione solo con gente santa (Lv 11:44,45; I
Pt 1:16).
Lo Spirito Santo ci unisce alla vita di Cristo e a causa della Sua costante presenza:
- ci impartisce la santità attiva di Cristo
Ma noi siamo in obbligo di render del continuo grazie di voi a Dio, fratelli amati dal
Signore, perché Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione
nello Spirito e la fede nella verità. (II Ts 2:13)
- Ci dà accesso al Padre (Ef 2:8)
- Ci insegna a vivere la relazione dal punto di vista dei figli
E perché siete figliuoli, Dio ha mandato lo Spirito del suo Figliuolo nei nostri cuori, che
grida: Abba, Padre. (Gl 4:6)
- Mantiene e rende più profonda la nostra relazione con Dio, affinché noi viviamo per piacere a Dio
3. Nuovi valori interiori: un cuore di carne
Per realizzare ciò era indispensabile che accadesse qualcosa di nuovo anche al cuore dell’uomo
contaminato dal peccato.
- Il peccato deve essere rimosso e i valori ostili interiori della natura peccaminosa devono essere
resi inattivi
Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri
(Gl 5:24)
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- Al suo posto, deve essere impiantata nel cuore, una nuova gamma di valori interiori, cioè il frutto
dello Spirito.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà,
mansuetudine, autocontrollo (Gl 5:22)
Il problema dell’obbedienza è superato. Un giusto comportamento diventa la naturale risposta dei valori
interiori e della legge interiorizzata, grazie alla vita di Cristo e all’opera dello Spirito Santo che agisce nel
credente.
Il risultato è la libertà del Nuovo Patto, da Paolo anche chiamata la gloriosa libertà dei figli di Dio (Rm
8:21)
Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c'è lo Spirito del Signore, lí c'è libertà. E noi tutti, a viso
scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua
stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito. (II Cor
3:17,18)
Nella vita di Cristo, il risultato di questa perfetta armonia tra i valori interiori e la legge interiorizzata fu
una completa obbedienza. Da questa perfetta obbedienza derivò una perfetta libertà.
In altre parole, Gesù era libero di are spontaneamente quello che voleva, perché il sistema di valori che
guidava le sue preferenze o i suoi desideri era in perfetta armonia con la legge dell’amore altruista. Non
doveva fermarsi per domandarsi qual era la legge di Dio, perché essa era nel suo cuore.
2. Cristo è la progenie della donna di cui parla il patto con Adamo decaduto (Gn 3:15; Gv 12:31; Ga 4:4;
Ap 20:10). Questo patto implica delle condizioni di duro lavoro e di obbedienza che Egli ha
perfettamente soddisfatto
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Non è costui il falegname, il figliuol di Maria, e il fratello di Giacomo e di Giosè, di Giuda e
di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi? E si scandalizzavano di lui. (Mr 6:3)
Ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo
trovato nell'esteriore come un uomo, abbassò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte,
e alla morte della croce.(Fl 2:8)
3. Cristo, come il più grande discendente di Sem, realizza magistralmente la promessa fatta a Sem
all’epoca del patto con Noè (Gn 9:25-27)
4. Cristo è la posterità promessa del patto con Abramo. È il figlio di Abraamo ubbidiente fino alla morte
(Gn 22:18; Ga 3:16; Fl 2:8)
Or le promesse furono fatte ad Abramo e alla sua progenie. Non dice: "E alle progenie",
come se si trattasse di molte; ma come parlando di una sola, dice: "E alla tua progenie", ch'è
Cristo. (Gl 3:16)
5. Cristo, sotto il regime instaurato dal patto del Sinai, visse senza peccare e divenne maledizione per noi
Poiché tutti coloro che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è
scritto: Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per
metterle in pratica! Or che nessuno sia giustificato per la legge dinanzi a Dio, è manifesto
perché il giusto vivrà per fede. Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: Chi avrà
messe in pratica queste cose, vivrà per via di esse. Cristo ci ha riscattati dalla maledizione
della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: Maledetto chiunque è
appeso al legno) (Gl 3:10-13)
6. Cristo, in qualità di Giudeo residente nel paese, si è sottomesso al patto con Israele per la terra
promessa. È Lui che ne realizzerà le promesse (De 29:1 – 30:9)
7. Cristo è la posterità, l’erede, il re del patto con Davide (Mt 1:1; Lc 1:31-33)
8. Cristo, per mezzo del suo sacrificio, è anche il fondamento del Nuovo Patto
Parimente, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto
nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. (I Co 11:25)
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I PATTI OGGI
Esaminiamo a questo punto, se, e fino a che limite, i precedenti patti sono ancora efficaci. Considereremo
specificatamente:
quali delle promesse del vecchi patto, se ce ne sono, sono ancora valide per noi oggi;
Quali delle obbligazioni del vecchio patto, se ce ne sono, dobbiamo ancora adempiere oggi per gustarne i
benefici;
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3. I Gentili sono descritti come quelli estranei alla cittadinanza d’Israele e ai patti della promessa,
non avendo speranza ed essendo senza Dio nel mondo (Ef 2:12). Ma ora, in Cristo Gesù, siamo stati
avvicinati e non siamo più forestieri ne ospiti, ma concittadini dei santi e membri della famiglia di
Dio (Ef 2:13)
Io vi manterrò le sacre e fedeli promesse fatte a Davide. (At 13:34)
4. Viene affermato che tutte le promesse dei patti trovano il loro adempimento nella persona di
Gesù Cristo
Infatti io dico che Cristo è diventato servitore dei circoncisi a dimostrazione della veracità di
Dio per confermare le promesse fatte ai padri; (Rm 15:8)
Infatti tutte le promesse di Dio hanno il loro "sí" in lui; perciò pure per mezzo di lui noi
pronunciamo l'Amen alla gloria di Dio. (II Co 1:20)
5. Le compassioni pattuite nel vecchio patto sono ripetute nel nuovo; per esempio:
· benedizioni spirituali; era sinonimo di presenza di Dio, ed era sempre associata con il patto (Ef
1:3)
· guarigione; il patto con Israele conteneva promesse che avevano un particolare riferimento alla
salute e alla guarigione (Es 15:26; 23:26). La guarigione compare nelle profezie che riguardano il
nuovo patto (Is 35:5,6; Mt 8:16,17)
· il patto conteneva promesse di benedizioni per le famiglie e per i figli (Dt 28:4; At 2:39)
· Il patto prometteva vittoria sui nemici (Dt 28:7; I Gv 5:4)
· Il patto includeva benedizioni materiali (Dt 28:8); il nuovo patto propone la generosità come il
cammino verso la prosperità (II Co 9:6-15)
Possiamo quindi affermare che tutte le promesse di Dio, fatte attraverso i patti, rimangono in vigore. Sono
immutabili dichiarazioni della volontà di Dio, del suo scopo e della sua disposizione verso il credente.
Esse esprimono ciò che Dio è disposto a fare e che farebbe per tutti coloro rispettano le condizioni del
patto. Se noi adempiamo queste condizioni possiamo essere certi che Dio sarà fedele alle sue promesse.
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3. Alcune condizioni del vecchi patto hanno, tuttavia, uno scopo considerato temporaneo e sono state
sostituite nel nuovo:
· la legge; come abbiamo visto la legge è stata istituita per dirigerci, per guidarci a Cristo, così che
possiamo essere giustificati per fede (Ga 3:24,25). Ciò che la legge non poteva fare, Cristo l’ha
fatto per noi (Rm 8:3-4)
· il sistema dei sacrifici (Eb 8:1-13). Noi abbiamo Gesù, il mediatore di un patto migliore fondato
su promesse migliori; il suo sangue è il sangue di un patto eterno (Eb 13:20)
Il patto è per coloro che temono il Signore (Sl 25:14). Temere il Signore è, secondo Deuteronomio,
osservare i suoi comandamenti, camminare nelle sue vie, ascoltare la sua voce, aggrapparsi a Lui, amarlo
e servirlo.
Per queste persone le promesse di Dio sono un libro aperto.
Bibliografia:
- I patti, di Tom Marshall, edizioni Patmos
- Nuova Concordanza Biblica, edizione ADI MEDIA
- Dizionario Biblico, di René Pache
- Le dottrine della Bibbia, edizioni ADI MEDIA
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