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I Rituali per costruire

UNA GIORNATA IDEALE


Dr. Filippo Ongaro
Health & Performance Coach | CEO Inner Freedom SA
Medico degli astronauti dal 2000 al 2007
1° Medico italiano certificato in Medicina Anti-Aging

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Indice

Introduzione 3

Il ruolo dei Rituali 5

I Rituali della giornata ideale 8

Rituale 1
Creare l’ora sacra del mattino 9

Rituale 2
Creare concentrazione e lavoro profondo 11

Rituale 3
Creare connessioni e relazioni 14

Rituale 4
Creare affetto e rapporti familiari 16

Rituale 5
Creare l’ora sacra di chiusura 18

Il diario come specchio 20

Conclusioni 22

Chi sono 24
Introduzione

Ognuno di noi vorrebbe vivere una vita a pieno, un’esistenza perfetta, pie-
na di gioia, amore, successo economico e relazionale, salute e felicità. Lo
desideriamo profondamente, ma allo stesso tempo facciamo fatica a capire
come raggiungere l’obiettivo.

Sembra incredibile, ma facciamo fatica a vedere la nostra vita in azione. Ten-


diamo a porci nei suoi confronti in modo teorico senza tenere ben presente
quali sono le azioni, le decisioni chiave che ne determinano l’andamento. In
particolare è per ognuno di noi estremamente difficile ricordare che la vita
non è altro che il risultato finale di molte singole giornate. Ogni giornata si
somma all’altra e porta ad un risultato piuttosto che ad un altro.

Da dove partire quindi per costruire una vita spettacolare se non da ogni
singolo giorno? Ma proprio nel momento in cui ragioniamo su questo capia-
mo che è tanto intuitivo quanto complesso. Infatti questa presa di posizione
ci obbliga ad agire e non ci permette di nasconderci dietro alibi di ogni ge-
nere e vaghe speranze per il futuro.

L’azione ci spaventa perché sappiamo che implica una possibilità di errore


ma questa paura diventa tanto più grande quanto non siamo in grado di
percepire il rischio legato invece al non agire, al rimanere paralizzati in atte-
sa che qualcosa di ciò che desideriamo si materializzi per magia.

Ma se invece accettiamo come unica vera sfida quella di fare di ogni gior-
no un grande giorno, di fare di ogni risveglio un bellissimo risveglio, la vita
prenderà una piega diversa e quello che sembrava impossibile diventerà
invece quasi scontato.

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Esercizio di riflessione

Chiudi gli occhi per qualche istante. Immaginati la tua vita dei sogni, una
condizione in cui hai risolto i tuoi problemi, sei felice e ti stai godendo ogni
istante. Da cosa ti accorgi che la tua vita è perfetta? Quali sono le emozioni
e le sensazioni che senti? Chi è con te? Dove ti trovi?

Ora prova a ricostruire a ritroso le tappe fondamentali che da li ti riportano


alla condizione in cui sei oggi.

Quali sono? Da cosa dipendono? Chi è coinvolto?

Questo esercizio ti aiuta a delineare le tappe del tuo cambiamento.

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Il ruolo dei Rituali

I rituali ci accompagnano dalla notte dei tempi come parte integrante di


pratiche religiose, spirituali e magiche. Un rito è un complesso di norme
che regola un determinato processo. La parola deriva dalla radice sanscrita
ri- che rappresenta lo scorrere, l’andare e dalla parola ritis che significa an-
damento, procedimento, usanza.

La nostra vita è piena di rituali che spesso sfuggono alla nostra consape-
volezza. Come ci vestiamo, come ci guardiamo allo specchio, il modo in cui
apparecchiamo la tavola, quello che facciamo prima di un evento importan-
te, come un esame o una competizione sportiva, sono abitudini, ma in un
certo senso possono essere visti come rituali perché ci preparano a ciò che
viene dopo. I rituali possono però anche essere organizzati, strategicamen-
te creati per ottenere un certo risultato, per metterci in un determinato stato
d’animo e migliorare la nostra prestazione mentale e fisica.

Gli atleti, per esempio, e altre persone che si spingono al limite delle loro
prestazioni, hanno molto spesso dei rituali che utilizzano non tanto come
portafortuna ma come strumenti per entrare nello stato d’animo giusto per
produrre il massimo risultato. Il rituale è ciò che apre e chiude una cerimonia
in cui si celebra qualcosa di importante e sacro.

Nella nostra vita possiamo decidere di creare dei rituali per amplificare il
ruolo di una particolare azione, per associare connotati emotivi ad un’abi-
tudine a cui stiamo dando vita. In fondo si tratta solo di un modo per au-
mentare il significato che attribuiamo ad una cosa. Lo sanno bene le chiese
e i militari, entrambi molto abili nel creare rituali di vario genere attorno alle
proprie pratiche. In fondo i rituali servono anche per rafforzare il senso di
identità e creare un livello più alto di consapevolezza attorno ad una deter-
minata pratica.

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Pensaci un attimo: praticare la gratitudine prima di mangiare quello che tro-
vi in tavola che risultati produrrà?

Mangerai con più piacere, più lentamente, assaporando ogni gusto più a
fondo. Probabilmente questo ti porterà a digerire meglio e a sentirti più leg-
gero. A sua volta queste sensazioni ti faranno sentire orgoglioso della scelta
fatta e quindi più sicuro di te. Questo ti spingerà a fare lo stesso alla pros-
sima occasione. Tutti questi risultati sono la conseguenza di un semplice
rituale che porta la persona a vivere ad un livello più alto di consapevolezza.

I rituali possono rafforzare e facilitare i comportamenti, potenziare la nostra


concentrazione, darci senso di appartenenza e rendere meno complesso il
cambiamento. Ma ricerche recenti suggeriscono che praticare dei rituali aiu-
ti anche nel percepire più valore e dunque nell’assaporare maggiormente la
vita e nel sentire un maggior senso di soddisfazione.

In fondo qualsiasi tipo di rituale aumenta il livello di coinvolgimento perso-


nale e quindi di consapevolezza, che sappiamo essere una variabile impor-
tante nel percepire ciò che ci accade nella vita. Molto spesso i rituali emer-
gono per caso nel corso della nostra esistenza.

Prima di situazioni di stress e ansia molti di noi, magari senza accorgersene,


ripetono gesti scaramantici, gli atleti prima di competizioni importanti spes-
so programmano la loro giornata al minimo dettaglio.

Le persone si affidano a qualche forma di rituale per ricevere in cambio una


serie di stati emotivi di sicurezza, forza, capacità, riduzione della paura e
dell’ansia, aumento dell’autostima. Gli antropologi confermano che i rituali
esistono in ogni cultura e che acquistano un ruolo particolarmente importante
quando si devono affrontare situazioni di pericolo o comunque sconosciute.
Dunque sviluppare alcuni rituali può essere di grande aiuto per gestire me-
glio la nostra vita quotidiana.

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Per fare questo occorre rispettare alcune tappe:

1. Arricchire la nuova abitudine di significato: se l’abitudine che voglia-


mo sviluppare non ha una valenza emotiva sarà molto difficile che at-
tecchisca a lungo. Occorre sviluppare una qualche associazione tra la
nuova abitudine e una percezione di piacere e tra la vecchia abitudine
e la percezione di qualche forma di dispiacere. Per esempio, l’abitudine
di alzarsi presto al mattino la posso collegare alla bellezza di osser-
vare l’alba e di avere tempo per me e quella di alzarmi tardi invece al
fastidio di essere sempre in ritardo. Lo svegliarsi presto può diventare
anche fondamentale per stabilire un piccolo rituale, come quello del
farsi il caffè e assaporarlo con calma. Questo concatenarsi di associa-
zioni mentali è quello che vogliamo effettivamente ottenere perché in
questo modo si stabilizza il risultato nel tempo.

2. Non mettere mai in discussione il rituale: una volta data vita al rituale
occorre impegnarsi a trattarlo con il massimo rispetto, come fosse un
rito sacro inviolabile. Se il rito viene messo costantemente in discussio-
ne o trattato con superficialità, la sua azione sarà del tutto inefficace.
Fai una promessa con te stesso che il rituale che crei non sarà più mes-
so in discussione.

Esercizio di riflessione

Prova a pensare a quali sono le abitudini o i rituali che hai adottato nella tua
vita senza magari nemmeno accorgertene. Quali sono le cose che defini-
scono la tua giornata? Possono essere azioni o pensieri. Sono funzionali a
vivere bene? O al contrario sono dei freni? Sono in linea con i tuoi bisogni
profondi o remano contro? Prova ad elencarli qui di seguito.

Una volta fatto questo, prova ed elencare 3 rituali che vuoi introdurre nella
tua vita e che possono diventare strumentali al raggiungimento degli obiet-
tivi che ti sei prefissato.

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Il Rituali della giornata ideale

Le nostre giornate sono per lo più frenetiche e caotiche e ci lasciano molto


spesso privi di energia e senza sufficienti risorse per goderci la vita.

La nostra principale difficoltà deriva da un senso di perdita di controllo che


ci fa sentire passivamente esposti allo stress e alle tensioni invece che vo-
lontariamente pronti ad affrontare a testa alta le sfide della vita.

Sembra assurdo, ma sono a volte le piccole sfumature di interpretazione a


fare una grande differenza nell’effetto finale che un evento ha nella nostra
vita.

I rituali trasformano ogni cosa in un gesto volontario, anche le cose che ci


piacciono meno. Pensa ai rituali di guerra praticati dai guerrieri di ogni cul-
tura.

Certamente non esiste persona che ami andare in guerra, ma la preparazio-


ne del guerriero, anche attraverso la pratica di specifici rituali, trasforma una
situazione temuta e non voluta in un necessità accettata. Il rituale ti rende
padrone del processo, lo rende tuo al 100% anche a livello emotivo.

Se riesci a sviluppare una serie di rituali strategicamente collocati all’interno


delle tue giornate, il senso di controllo che percepirai sarà fenomenale e così
di conseguenza ogni sfida ti sembrerà più facile e lineare da affrontare.

Non sarà l’ostacolo ad essere diverso ma la tua condizione mentale ed emo-


tiva nell’affrontarlo.

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RITUALE 1

Creare l’ora sacra al mattino

Il momento del risveglio è particolarmente delicato. Veniamo da ore di son-


no vissute in uno stato di incoscienza e improvvisamente ripiombiamo nella
realtà quotidiana. In questo preciso momento un rituale funziona come un
filtro che rallenta l’invasione del giorno nel nostro territorio emotivo lascian-
doci il tempo per un adattamento più graduale. Da come vanno i primissi-
mi minuti dipende in larga misura l’esito complessivo della giornata. Se in
partenza si sviluppa quel velo di negatività che appanna la vista, il bello che
si trova davanti a noi diventa invisibile. Il primo passo per creare quell’ora
sacra che funge da filtro tra il sonno e la frenesia del giorno è quello di sve-
gliarsi prima. Per non incidere sulla stanchezza è spesso necessario antici-
pare anche l’ora in cui si va a letto. Questo può essere fatto a piccoli passi
nel corso di qualche settimana per lasciare tempo al corpo per adattarsi.

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Una volta ricavato il tempo possiamo ragionare sui contenuti:

1. Scegli una musica dolce, allegra ma rilassante per la tua sveglia.

2. Come prima cosa osserva qualcosa che funziona come ancoraggio


emotivo positivo. Può essere una foto che ti ricorda un bel momento,
il panorama dalla tua finestra, non ha importanza, basta che sia una
cosa che ti fa piacere.

3. Alzati dal letto e fai qualche minuto di stretching per allungare e rilas-
sare i tuoi muscoli.

4. Una volta uscito dal bagno e dopo aver bevuto un bel bicchiere di ac-
qua fresca, mettiti nella tua posizione preferita e fai qualche minuto di
meditazione. Bastano 10-20 minuti per ottenere un effetto di profon-
do rilassamento e per rafforzare motivazione, positività e voglia di dare
il massimo.

5. Una volta terminata la meditazione puoi dedicare 5-10 minuti alla


scrittura del diario e a definire i tuoi obiettivi per la giornata che hai di
fronte. Questi dovrebbero essere descritti non solo in termini oggettivi
(cose da fare) ma anche soggettivi (emozioni di vivere).

6. In alcuni casi potrebbe anche essere il momento per fare una breve
routine di esercizi fisici. Per alcuni potrebbe essere lo yoga, per altri i 5
tibetani o perfino lavori più intensi come quelli di High Intensity Inter-
val Training o HIIT.

Se non sei in grado di fare tutte queste cose, investi nella tua formazione
ed impara perché la qualità della tua vita può trarne enorme giovamento.
Esistono molti modi per imparare tecniche di rilassamento e meditazione e
puoi lavorare per un periodo con un personal trainer per capire come alle-
narti nel migliore dei modi. Non farti fermare dall’idea “non so come fare”.
La risposta è impara!

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RITUALE 2

Creare concentrazione
e lavoro profondo

Il secondo rituale che fa la differenza in una giornata frenetica è quello da


attuare per aprire una seduta di lavoro profondo. Bombardati da mille ri-
chieste e stimoli, la nostra concentrazione spesso ne risente. Secondo al-
cune ricerche ci distraiamo ogni 11 minuti e ci vogliono in media 25 minuti
per tornare ad uno stato di concentrazione ottimale. Il multitasking tipico dei
nostri tempi porta a fare tante cose assieme e per questo tutte in modo me-
diocre se non addirittura scarso. Un modo per riguadagnare controllo sulla
propria giornata e quindi sulla propria vita è quello di creare dei momenti
selezionati per certi tipi di attività e compiti. In questo spazio temporale, che
potrebbe essere di un paio di ore al giorno, andrebbero inserite le attività
più complesse e urgenti, quelle sulle quali noi stessi e le persone a noi vicine
ci giudicano in termini di capacità e prestazioni. Ciò che dobbiamo creare
attorno al lavoro profondo è un rito di potenza, di forza calma e sicura, di

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certezza sulle nostre capacità.

Come un guerriero che va in guerra, come un atleta che affronta una sfida,
tu ti stai preparando per dare il massimo, per produrre al meglio delle tue
possibilità.

Ecco alcuni esempi di passi che potresti adottare:

1. Prima di tutto identifica una canzone che ti dia forza, carica motivazio-
nale e positività e ascoltala ogni volta che ti stai preparando alla tua
seduta di lavoro profondo.

2. Mentre ascolti la musica muovi il tuo corpo, potresti ballare o fare degli
esercizi. Altrimenti puoi fare qualche respirazione profonda, anche con
il torace, per attivare il sistema nervoso simpatico che ottimizza le ca-
pacità di concentrazione.

3. Il terzo passo è quello di isolarsi, di creare una sorta di oasi di pace


disconnettendosi dal resto del mondo e andando in profondità all’in-
terno di noi stessi. Spegnere ogni connessione elettronica con l’ester-
no è il primo passo. In questo momento non devono esistere telefoni,
mail, messaggi e nemmeno altre persone che interrompono il flusso
del lavoro. Immaginati di immergerti nelle profondità dell’oceano alla
ricerca di un tesoro nascosto. Mano a mano che scendi negli abissi stai
scomparendo, stai diventando invisibile per gli altri.

4. Quando avrai portato a termine la tua immersione sei pronto per ri-
salire in superficie. Celebra anche questa fase. Se hai usato questa
immagine mentale, fai un grande respiro come se fossi tornato vera-
mente in superficie. Qualche breve esercizio di stretching può aiutare
per chiudere questa fase.

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Una volta finito il tempo del lavoro profondo è utile chiudere completamente
il capitolo. Non avere strascichi mentali, rimasugli di pensieri che riguardano
il compito appena concluso. La missione è finita, ora devi pensare ad altro
fino alla prossima immersione. L’alta prestazione funziona sull’intensità non
sulla durata. Chi raggiunge grandi risultati sa bene quando accelerare ma
anche quando frenare e recuperare.

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RITUALE 3

Creare connessioni
e relazioni

Sebbene sia fondamentale isolarsi e andare in profondità per gestire al


meglio il lavoro profondo, è impensabile per chiunque oggi disconnettersi
completamente dal mondo esterno. Anche in questo caso, la chiave per
farlo alle nostre regole e per non subirne invece l’effetto è di identificare un
tempo preciso da dedicare alle connessioni e alle relazioni. Potrebbe essere
il tempo per rispondere a messaggi e mail, fare telefonate o inserire specifici
incontri di lavoro. Possono anche essere varie ore in una giornata ma ciò
che conta è che ci sia un inizio e una fine. In questa fase possiamo decidere
volontariamente di fare un po’ di multitasking, di essere rapidi a passare da
un compito all’altro.

L’immagine mentale che dovremmo riuscire a generare è in un certo senso


il contrario di ciò che serve per il lavoro profondo.

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Qui siamo in superficie e ci muoviamo veloce da una posizione all’altra. An-
che in questo caso occorre evitare di cadere nell’errore di provare a fare
qualcosa che non può essere fatta in questo momento. Tentare di concen-
trarsi per esempio su un compito specifico in queste condizioni, porterebbe
solo ad una sensazione di frustrazione e fallimento. Ogni cosa a suo tempo.

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RITUALE 4

Creare affetto
e rapporti familiari

Una delle aree che spesso risente di più dei nostri ritmi frenetici è quella
dei rapporti familiari. In fondo, anche se non vogliamo, le prime cose che
schiacciamo e ridimensioniamo sono quelle in cui ci sentiamo autorizzati a
farlo. Siamo indotti da mille fattori a dire più facilmente di no a moglie e figli
piuttosto che a colleghi, capi o perfino semplicemente impegni lavorativi.

Tuttavia nel tempo quei no che abbiamo detto si accumulano come sensi
di colpa, occasioni perdute e ci pesano sull’anima di più di quello che pen-
siamo. Ma non è necessario rivoluzionare la propria esistenza per trovare il
modo di godersi a pieno chi ci sta attorno.

Una volta finita la frenesia degli anni lavorativi, il nostro benessere dipen-
derà moltissimo dalla forza delle relazioni che abbiamo creato nel tempo.

Non perdere tempo e inizia a lavorarci da subito. Da cosa partire? Anche

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in questo caso dall’identificazione di tempi specifici da dedicare ai tuoi cari,
momenti inviolabili da parte di chiunque e per primo da te stesso. Potrebbe
essere anche una semplice ora al giorno da dedicare a giocare con i bam-
bini, senza telefono, senza ipad e dando la tua totale e completa presenza
a loro. Oppure una serata da solo con il partner passata a cena e magari
poi al cinema. O ancora un weekend in mezzo alla natura, sconnessi dal
mondo elettronico. Possono essere in questo senso molto utili e divertenti
delle “avventure” pianificate. Per esempio ogni mese prevedere di dedicare
almeno un giorno a qualcosa di divertente, entusiasmante e nuovo da fare
tutti assieme. Questo serve non solo a rafforzare i legami ma a creare espe-
rienze positive condivise e comuni.

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RITUALE 5

Creare l’ora sacra


di chiusura

La chiusura della giornata è importante tanto quanto il suo inizio. È il mo-


mento in cui è possibile definire in sostanza il senso che hanno avuto le ore
che sono trascorse e anche lavorare sul non lasciare che rimangano emo-
zioni negative che logorano se ce le trasciniamo da una giornata all’altra.
Come per il mattino, anche per la sera è bene seguire una routine fatta di
una serie di passi:

1. Iniziare a ridurre le luci della casa già da prima di cena.

2. Evitare musica troppo alta e programmi televisivi che agitano. Se pos-


sibile scegliere musica rilassante.

3. Non pianificare di svolgere di sera compiti poco piacevoli come fare


conteggi economici o finanziari, telefonate sgradevoli, conversazioni
difficili. Per fare queste cose occorre essere lucidi e riposati.

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4. Ringrazia per la cena che stai per mangiare.

5. Ritagliati qualche momento tra il dopo cena e prima di andare a letto


per meditare. Siediti comodo in un posto tranquillo, magari accenden-
do qualche candela, e rimani in silenzio e immobile. Puoi anche osser-
vare la fiamma intensamente, concentrandoti solo su di essa. Oppure
puoi provare a ripetere un mantra. In questo momento le due emozioni
più importanti sono la gratitudine e soprattutto il perdono perché per-
mettono di lasciare andare le tensioni e la negatività. Perdona te stes-
so e gli altri.

Chiudi gli occhi sereno e se c’erano delle tensioni tra te e qualcuno dei tuoi
familiari, fai in modo che siano appianate e risolte prima di dormire. Mai an-
dare a dormire con il magone o la rabbia.

Esercizio di riflessione

Prova ad immaginare la tua giornata tipo e rivedila alla luce dei rituali che
possono essere inseriti. Immaginati dove verranno svolti e come. Assapo-
rane il valore e cerca di prefigurati gli obiettivi a cui ti dovranno portare. Non
farti limitare, usa la tua fantasia e creati dei rituali che ti divertano e aiutino
davvero.

Il tutto inizia nella tua mente e poi si trasferisce nella realtà quotidiana.

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Il Diario come specchio

Molti considerano lo scrivere un diario una perdita di tempo o un’attività per


adolescenti romantici. In realtà si tratta di uno strumento strategico impor-
tante per ottimizzare prestazione e benessere. Il diario funziona come uno
specchio che permette una continua auto-riflessione, base essenziale per il
miglioramento personale. Sono state fatte molte ricerche sugli effetti dello
scrivere regolarmente in un diario.

1. Migliora la funzionalità del cervello perché permette un’esplorazione


del linguaggio.

2. Aiuta a concentrarsi su un singolo compito e quindi stimola la consa-


pevolezza.

3. Scrivere contribuisce a migliorare l’organizzazione del cervello e a per-


mettere un pensiero più strategico.

4. Rafforza il rapporto tra mano e cervello che migliora memoria e com-

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prensione.

5. Riduce ansia stress e migliora il sonno.

6. Rafforza l’autodisciplina e abitua a pensare al cervello come ad un mu-


scolo che si adatta.

7. Ti fa scoprire nuovi aspetti di te stesso.

8. Aumenta l’autostima perché ti rende più obiettivo.

Bastano pochi minuti al giorno. Puoi decidere di scrivere liberamente o di


concentrarti su riflessioni riguardo l’amor proprio, l’altruismo, il perdono, la

libertà, la pace. Se possibile scrivi in luoghi che trasmettano calma, usa un


bel quaderno e una penna che ti piaccia. Le sensazioni che provi durante la
scrittura sono importanti tanto quanto quello che scrivi.

Esercizio di riflessione

Non trovi che sia affascinante tenere un diario personale? Prova ad imma-
ginarti mentre scrivi le tue emozioni e sensazioni, mentre elabori pensieri
e fatti, azioni e reazioni. Immaginati il quaderno, la sensazione della mano
che gira la pagina e quella di tenere una bella penna in mano mentre pensi
alla prossima parola da scrivere. Anche nel caso del diario la prima regola è
divertirsi e ricevere emozioni e sensazioni positive da ciò che si fa.

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Conclusioni

Pochi di noi lo capiscono in tempo. La vita non è altro che la somma di tante
singole giornate. Quando ci concediamo il lusso di riflettere su questo com-
prendiamo immediatamente che è su ogni giorno che dobbiamo lavorare
per rendere la vita più bella. Invece progettiamo un futuro teorico, ma non
ci rimbocchiamo mai le maniche per attuare il piano del giorno. O, ancora
peggio, non progettiamo nulla e aspettiamo solo che il tempo passi.

Concentrarsi sul rendere ogni singola giornata la più bella possibile è un


lavoro che può darci grandi soddisfazioni: ogni sera quando spegniamo la
luce e ci addormentiamo e guardando indietro la nostra vita una volta che
saremo diventati vecchi.

I rituali sono un modo per iniziare a prendere il controllo del tuo tempo e dei
tuoi giorni. Sono un mezzo tanto antico quanto potente per restituirti potere
decisionale sulle cose che veramente contano e sulle quali puoi veramen-

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te intervenire. Certo, anche se il nome potrebbe farlo pensare, i rituali non
sono magici e non risolvono ogni problema. Mettono però te e la tua mente
nella migliore condizione possibile per affrontare ogni ostacolo in modo più
strategico ed efficace.

Inizia da subito la pratica. Non occorre che inserisci ogni aspetto descritto
in questo manuale. Parti da quello che ti sembra più pertinente per te e nel
contesto della tua vita. Ma non rimandare e non fuggire. Sono convinto che
sarai premiato!

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Chi sono

Dr. Filippo Ongaro

Dal 2000 al 2007 sono stato


medico degli astronauti all’Agenzia
Spaziale Europea (ESA). In quel
contesto mi sono occupato della
salute, della prestazione psico-
fisica e della riabilitazione degli
equipaggi assegnati alla Stazione
Spaziale Internazionale (ISS).

Sono stato il primo medico italiano a certificarsi in medicina antiaging


negli USA e ho fondato e diretto dal 2007 al 2017 il primo centro europeo
completamente dedicato a questa forma di medicina preventiva.

Ho scritto numerosi bestseller anche sul tema della nutrizione e sono stato
ospite di innumerevoli trasmissioni televisive radiofoniche.

Da anni mi occupo esclusivamente di coaching e ho aiutato migliaia di


persone a iniziare un percorso di vita salutare, sia dal punto di vista fisico,
sia da quello psicologico.

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