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ORDINE MARTINISTA
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Affido a una copia del presente quaderno di istruzioni per i Superiori Inco‐
gniti (vademecum) riproducendo nell’anno , quello approvato in Venezia a cura del
nel
Questi predisporrà, secondo saggezza, per la sua conservazione e restituzione all’Ordine, in caso
di sua scomparsa.
COPIA n.
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
RISERVATO
Copia Nr
ORDINE MARTINISTA
"Come si può aver sete senza aver bisogno d'acqua? E come si può
aver bisogno d'acqua se essa non fosse parte integrante del nostro
corpo ?"
Marco Egidio Allegri
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
ORDINE MARTINISTA
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Detto questo, è mio compito ripeterti ancora una volta che se non ti senti di cammina-
re, è molto meglio che tu rimanga dove ora sei stato posto: al centro della Croce, fino a
quando la riflessione e l’interpretazione esatta ti daranno la certezza che la via che
sceglierai sarà quella giusta. E ciò ti dico perché da questo momento tu non devi rice-
vere ordini da nessuno, all’infuori della tua propria coscienza. Noi ti abbiamo prepara-
to: a te, ora, essere il Maestro di Te stesso.”
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Cultura generale: Si suppone che l’Iniziato, presentatosi a ricevere la trasmissione del grado e dei
poteri di Superiore Incognito, sia in possesso di un grado di cultura generale minimo che gli permet-
ta di trattare gli argomenti indicati nel rituale per il grado d’Iniziato.
E’ compito del Maestro di accertarsi di questo grado di cultura dell’aspirante, prima di ammetterlo
al terzo grado dell’Ordine.
Sempre in relazione alla cultura del neo Superiore Incognito, gli si suggerisce (qualora già non ne
abbia sufficiente familiarità) lo studio delle seguenti materie e argomenti di cultura generale:
Storia: La Riforma e la Controriforma ; il Rinascimento e l’Umanesimo; il Nazionalismo;
l’Illuminismo e la degenerescenza delle tradizioni; i movimenti sociali derivati dall'Umanesimo e
dall'Illuminismo; il Terzo stato; le Democrazie liberali; il Socialismo; 1'avvento del Quarto stato col
suffragio universale; Fascismo; Nazismo, Comunismo.
Geografia: Le conquiste dello spazio.
Filosofia: Kant - Hegel - Marx . Confronto con i classici e gli umanisti.
Fisica: Elementi di elettronica e di cibernetica.
Storia naturale: La scienza e i fenomeni psichici.
Religioni: L'Islam; Bramanesimo e Buddismo; Lao-Tsé
Mitologia: I cicli e le saghe nordiche.
Martinismo : Tavola di smeraldo - Tavola di rubino; Alchimia.
Società Segrete Massoneria : il 30.mo grado del Rito Scozzese A.A.; i gradi amministrativi.
31°, 32° ,33° -Il Grande Oriente e il Supremo Consiglio - Le Costituzioni (i Landmarks e la
degenerescenza) - Nomenclature del Rito di Misraim e Memphis - Gli pseudo templari- L'ordine
degli Eletti Cohen - I cavalieri beneficienti della Città santa - La Rosa Croce e i suoi misteri.
Cavalleria: I1 fenomeno della Cavalleria - La Tavola rotonda e il Graal - Gli ordini militari
con particolare riguardo all'Ordine del Tempio - Loro degenerescenza - Gli Ordini cavallere-
schi e la loro fine nelle moderne decorazioni di carattere esteriore.
Metafisica: II sesso - Simbologia del sesso nella metafisica - Poteri reali del sesso e magia
sessuale.
Lingue: La scrittura celeste, derivazioni, applicazioni, la crittografia.
Astrologia: Oroscopi personali e di natività - oroscopi di luogo - Analogia con il libro di Toth e la
Mishna ebraica.
Religioni : Simbolismo comune e analogico delle religioni - I Rg-veda - La "Trimurti" - La
teoria delle Quattro stagioni - II Corano: Sunniti e Sciiti: analogie con il mazdeismo persiano e
il messianismo ebraico.
Misteriosofia: I piccoli e i grandi misteri nel mondo egizio e in quello greco - La conquista del-
l’immortalità - II "Luz" - II "Cadduceo" - il "Kundalini" - La "Soluzione del cadavere" - La
"folgorazione" - Analogia con la Gnosi ebraico-cristiana - Magia cerimoniale e operazioni teurgi-
che" - La Grande Opera.
Kabbalah: Importanza della kabbalah - Sua genesi - Esercizi su testi biblici.
Materie collaterali: Lo spiritualismo nel mondo - Lo Yoga: Baktiyoga, Hatha' yoga - Jnana Yo-
ga - Karmajoga- Pranayama .- Rajayoga - Kundalini yoga (Bhuta Shuddi) - La tradizione uni-
versale - Le degenerescenze del mondo moderno - II fenomeno del positivismo - Le teorie sociali
e la degenerescenza dello spiritualismo.
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
BIBLIOGRAFIA SUGGERITA :
Cultura generale: Seguire le indicazioni del proprio maestro.
Martinismo:
F. Rizzati: "Dalla Pietra filosofale al radio" - Bocca, Milano.
J. Evola: "La tradizione ermetica" – Laterza Bari, 1931.
G. della Rivera : "Il mondo magico degli Heroi" -Laterza Bari, 1932.
J.Ragon: "Massoneria occulta e tradizione ermetica (con riserva) - Atanòr, Roma 1948 (c'è
una ristampa).
Società segrete:
S. Farina: “Il libro dei rituali del Rito Scozzese A.A.” - PiccinneIli, Roma 1946 (c'è ri-
stampa)
" I riti egiziani della Massoneria", a cura del Sov.Gr. Santuario Adriatico
V.Soro : " II gran libro della Natura" - Atanor, Roma
Sedir: “Storia e dottrine dei Rosacroce” – Bocca, Milano 194
Cavalleria:
Gastone Ventura: “Lo spirito segreto della Cavalleria” presso l'autore.
J.Evola:" II mistero del Graal" - Ceschina Milano, 1962. (C'è ristampa con Mediterranea)
J.Evola: "Rivolta contro il mondo moderno" -Bocca,Milano, 1951 ( C'è ristampa con Me-
diterranea)
A. Ollivier : " Les Templìers", Edition du Seuil, Paris
G. Ventura' : "Templari e Templarismo" (esaurito)
Metafisica: J.Evola: “Metafisica .del sesso”- Atanor,Roma, 1958
Lingue: K/ Selingman: “Lo specchiò della- Magia” - Casini,Milano '51
Astrologia: Il Nuctèmeron di Apollonio di Tiana – Il Nuctèmèron, secondo gli ebrei.
Religioni:
Dupuis: “ L’origine di tutti i culti” – Giovine, Milano ’45 (tener presente che l’autore era un
ateo convinto).
A.Morretta: “Lo spirito dell’India – Aldiniana, Roma.
J.Evola: "Rivolta contro il mondo moderno" -Bocca,Milano, 1951 ( C'è ristampa con Me-
diterranea)
R.Guenon: “Introduzione generale allo studio delle dottrine hindù” – Studi Tradizionali, To-
rino 1965.
Maometto: “Il Corano” – Hoepli, Milano, 1969
Franz Althheim: “Il Dio invitto” – Feltrinelli, Nr.318/UE
J. Duchesne: “La rèligion dell’Iran ancien” – Presses universitaires de France. Paris 1962
Misteriosofia:
F. Shurè: “I Grandi Iniziati” – Laterza, Bari (ricordare che lo Shurè è un poeta ed un teoso-
fo).
Eliphas Levi: “Il Grande arcano” – Atanor, Roma
Eliphas Levi: “Dogma e rituale dell’Alta Magia” – Atanor, Roma
Piantanida: “La chiave perduta” – Atanor, Roma (con molta prudenza e beneficio
d’inventario).
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Meyrink: “Il domenicano bianco; L’angelo della finestra d’occidente; La notte di Valpurga”
- edizioni de Il Gattopardo, Roma – “Il Golem” –Bompiani; “La faccia verde” – Nerbini,
Firenze.
Bulwer Lytton: “Zanoni” – Sirio, Trieste
R. Guenon: “La grande Triade” – Atanor, Roma
R.Guenon: “Il Re del mondo” – Atanor, Roma
Aldebaran: “Agharti e Shambale” – in “Conoscenza”, anno V, n.5
G.Ventura: “La Terra delle quattro giustizie” – Atanor, Roma
Kabbalah: “La Kabbalah”, dello Scholem
Materie collaterali:
M.Bacchiega: “L’uomo è quasi immortale” – Rebellato, Padova, 1968
C. de Vesme: “L’uomo primitivo” – Giovine, Milano, 1946
R.Guenon: “L’Homme et son devenir selon le Védanta” – Studi tradizionali, Torino, 1965.
R.Guenon: “Le crisi del mondo moderno” – Rusconi, Milano
Ramacharaka: “Corso di filosofia yoga e occultismo orientale” – Bocca, Milano
Swami Vivekananda: “Juana Yoga” – Bocca, Milano
Swami Vivekananda: “Bhkti Yoga” – Bocca, Milano
Ramachraca: “Raja yoga” – Bocca, Milano
A.Avalon: “Il potere del serpente” – Mediterranee, 1968
D.Alighieri: “La divina commedia”
Draper: “Conflitto fra religione e scienza” – Dumolard, Milano, 1876
Tutti quei testi che possono presentarsi in maniera riassuntiva delle materie dottrinali suindi-
cate, purchè essi siano commentati dal Maestro che li suggerisce.
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Posizione delle luci : Sono accese le due sole luci orizzontali, simbolo delle due co-
lonne e del grado di conoscenza cui é giunto il postulante, quello cioè della legge del-
l'equilibrio e della luce creata.
Moto dell'Iniziatore : L'Iniziatore si muove nel senso orario perché le luci sono in
posizione regolare e si accendono nel senso della figura :
SINTESI
Fuoco
Acqua Aria
Terra
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
D
E
S
I
D
E
R
I
O
ACQUA EQU ILIBRIO ARIA
(denso) D (sottile)
E
L
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A
T
E
R
R
A
MADRE
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
PASSIVO BASSO
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Batteria : 000000 – 0
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
La QABBALAH
Secondo la leggenda, la Qabbalah (scritto spesso anche Kabbalah) sarebbe stata trasmessa a Mosé
dai patriarchi. Egli l'avrebbe trasmessa a Giosué, questi agli Anziani che, a loro volta,1'avrebbero
passata ai Profeti per giungere poi agli uomini della Grande Sinagoga. II termine si ricava dal libro
di Daniele (11,6 e da I Cronache XXI,II) dove ha il significato di "ricevere ", "prendere ", “acco-
gliere”, “scegliere”. Si trova anche nel testo talmudico “Pirqè Abboth”: …Mosè qibbel Torà …
(Mosè ricevette la Legge).
Si tratta quindi della Tradizione per cui qabbalah ( o Kabbalah-) si intende voglia dire e rappresen-
tare quella scienza dei simboli che si riceve per tradizione. Tale scienza, giunta a noi dalla cultura
ebraica e dagli studi compiuti nel Rinascimento da filosofi e teosofi cristiani, adopera metodi parti-
colari ( secondo tale tradizione ebraica essi sono 32) che hanno un carattere operativo ben definito.
Le principali operazioni della qabbalah sono:
1) Scomposizione di una parola in altre di cui ogni lettera é iniziale ;
2) Trasposizione di lettere che permette di formare altre parole;
3) Somma del valore numerico delle lettere di una parola e sostituzione di questa con altra di ugual
computo;
4) Combinazione fra l'inizio, la metà e la fine di una parola;
5) Sostituzione di ogni lettera di una parola con altre di un alfabeto invertito, spostato oppure altera-
to secondo precise regole criptografiche di carattere iniziatico;
6) Lettura in disaccordo con la scrittura;
7) Scambio convenzionale di lettere.
Queste operazioni qabbalistiche servono all'intima comprensione di quanto é scritto nella Bibbia e
nei suoi commenti poiché, secondo i qabbalisti, i racconti della Bibbia nascondono sotto le crona-
chette che vi si leggono e che poco avrebbero di importante (molto spesso anche nebuloso e incom-
prensibile) e di sacro se non nascondessero importantissimi segreti che si possono svelare con l'in-
terpretazione che deriva dall'applicazione del Midrash ( ricerca) nei suoi quattro metodi :
1) Peshath : Metodo fondamentale del. rapporto lettera-numero e delle operazioni relative ad ogni
parola o periodo;
2) Remez : o metodo che interpreta le lettere direttamente come simboli divini e li ubica nel Verbo;
3) Derush : interpretazione delle allegorie espresse non solo dal testo ma anche da ogni vocale del
testo ciò che permette di allargare il significato dei simboli e di interpretarne il valore nei confronti
dei fatti della "vita" propria o altrui;
4) Sod: metodo occulto, riservato a 72 Maestri i quali riescono, a svelare, i segreti del misterioso
Carro e delle Ruote di Ezechiele, e quindi, il mistero della Creazione.
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Tutti questi mondi avrebbero una struttura parallela così che alle dieci sfere di Aziluth corri-
sponderebbero dieci elementi materiali (Cheliphoth) di ognuno dei mondi inferiori ovverossia
di Briah, di Jetzirah e di Asiah. La dottrina afferma che l'anima umana, o meglio, lo spirito
nel quale si possa realizzare la fusione armonica di tutti questi mondi, trova nella virtù e nella
preghiera una forza magica che permette di agire non solo sugli avvenimenti ma anche di rag-
giungere Ain Soph.
Tale dottrina segreta ricavata con i metodi di cui si é detto dai testi biblici, sostiene che la
“morte” non é che un passaggio, una transizione da un modo di esistenza a un altro; si tratta, in
sostanza di piani diversi. Da una vita materiale si passa a una meno materiale, per giungere a una
spirituale fino a congiungersi con il mondo di Aziluth di dove lo spirito, che anima gli uomini é par-
tito per volere di Ain Soph.
Dal mondo dell'Azione (materiale) , lo spirito sale a quello della formazione e, poi a quello della
creazione. Se tutto é stato compiuto nella vita terrena. (“Presso l’uomo pio, i Tselem sono puri e
chiari; nei peccatori essi sono torbidi e oscuri”, dice lo Zohar) come prescritto, cioè nel mo-
do che gli iniziati conoscono, si raggiunge l'Aziluth, cioè il mondo dell'Ineffabilità divina .
Per capire questa dottrina che è il fondamento della tradizione qabbalista, é necessario conoscere
che ogni uomo è composto di tre principali elementi: il corpo ( Nephesh) ; l'anima ( Ruach); lo
spirito ( Neshamah), tenuti insieme da un inviluppo chiamato Tselem che è tanto più chiaro e sot-
tile, quanto più l'uomo si è comportato bene nella sua vita nei mondi fenomenici.
Al momento della morte, considerata come si é detto, un semplice cambiamento di stato, ogni par-
te, o meglio, ogni elemento di cui l'uomo é composto, si separa dall'altro, come diciamo più sotto, in
un periodo di tempo assai più lungo di quanto non si reputi che possa avvenire un cambiamento di
stato. La morte, infatti, secondo la dottrina qabbalista, è il mezzo per passare da un modo di esi-
stenza a un altro, più spirituale, della vita fisica. L'uomo, questo dio caduto, è chiamato a far ritor-
no nel seno del suo Creatore. Il corpo (Nephesh), l'anima (Ruach), lo spirito (Neshamah) si disso-
ciano, uno dopo l'altro, in una maniera che assomiglia a quanto avviene nella gestazione ma dove,
prima della, nascita, si verifica un'unione di cellule; prima della morte si verificano invece disso-
ciazioni e disgregazioni di cellule. La separazione dell'anima dal corpo è più o meno penosa se-
condo lo stato morale e spirituale dell’agonizzante. Secondo il Talmud é nel cuore che la vita ha le
sue radici ed é nel cuore che l'anima (Ruach) la spegne e se ne va. L'uomo sembra morto ma non lo
é. Nephesh, l’essenza della vita elementare e materiale è ancora viva in lui. . . essa viene scacciata
poco alla volta dalla decomposizione ma dimora, almeno in parte, nella tomba. Si tratta dell'Hebel
de Garmin o "Soffio delle ossa", dolce sonno del giusto, specie di stato comatoso al quale alludo-
no numerosi passaggi di salmi di Isaia è di David.
La morte, dunque, non ha tolto la vita, ma ha separato i tre elementi che costituiscono l’uomo.
Ognuno d'essi va nella sfera o mondo nel quale lo attira e lo spinge la sua natura e la sua composi-
zione: Neshamah (lo Spirito) in Briah (Il mondo del Trono Divino, dice lo Zohar) Ruach (l’ani-
ma) in Jetzirah, e Nephesh (il corpo) in Asiah. Questi tre elementi, pur separati come sembrano,
sono invece uniti l'uno all'altro da un legame fluido, attraverso il quale l'un elemento risente ciò che
provano gli altri. Ed é per questa ragione, per evitare questi turbamenti, provocati dall'evocazione
dei morti - necromanzia - che Mosé la proibì.
La dottrina qabbalista é contenuta in due libri: lo Sepher Jetzirah e il Sepher ha-Zohar . La
loro interpretazione non é facile; ancor oggi eminenti studiosi, rabbini e occultisti non hanno risol-
to i passi più oscuri. Tuttavia, una breve esposizione, tal quale può esser data in un "vademecum",
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
peraltro sufficientemente chiara per chi deve, come, ogni Superiore Incognito, almeno tentare di
approfondire la dottrina qabbalista quale via di realizzazione, é nostro dovere darla.
Lo Sepher Jetzirah
Secondo quanto ne ha scritto Fernando Procaccia traendone un articolo dalla traduzione italiana
del prof. Savino Savini (Carabba, Lanciano 1922) "il Sepher Jetsirah é un profondo studio sulla
genesi dell'Universo quale opera di un processo della creazione divina in cui Dio, contraendo la
sua volontà, che é tutto il suo infinito ( Ain Soph) determina un vuoto che è la sua parola e quindi
la sua forza attiva." Da ciò deriva lo studio dei segni con i quali si riproduce la parola divina, quei
segni cioè con i quali Dio stesso incise le tavole della Legge sulle due pietre che Mosé aveva prepa-
rato sul Sinai.
Dio ha creato il mondo per mezzo di dieci potenze o Verbi che sono i Sephiroth (plurale di Sephi-
rah) ed anche i primi dieci numeri e possono essere anche i dieci nomi di Dio e 22 canali che li uni-
scono, ognuno dei quali porta il nome di uno dei segni della scrittura ebraica. Si tratta, come dice
lo Zohar, delle trentadue meravigliose vie della saggezza, incise nell'aria (cielo).
Le 22 lettere o segni sono chiamati "segni di fondamento" e sono divisi in tre categorie: 3 lettere
madri (Aleph, Mem, Schin); 7 lettere doppie (Beth, Ghimel, Daleth, Caph, Pe, Resh, Thau); 12
lettere semplici (He, Vau, Zain, Heth, Teth, Iod, Lamed, Nun, Samech, Ain, Tsade, Qoph), che
stabiliscono le leggi del ternario, settenario e duodenario. Nel primo gruppo si riceve l'idea della
trinità universale e umana che si ritrova anche nel simbolismo alchemico (Sale, zolfo, mercurio),
Ma loSepher Jetsirah allude principalmente alle tre parti dell'organismo umano: Corpo, Anima, Spi-
rito (Nephesh, Ruach, Neshamah). Le sette doppie sono così chiamate, perché presenterebbero
una doppia pronuncia, proprietà questa che da l'idea del numero due, cioè della legge dei contrari.
Infatti il testo dice: "Sette doppie per pronuncia e per permutazione: il contrario della vita é la
morte, il contrario della pace la malvagità, il contrario della scienza l’ignoranza, il contrario della,
ricchezza la povertà, il contrario della grazia la bruttezza, il contrario della generazione la sterilità, il
contrario della potenza la schiavitù". Una corrispondenza vi é poi fra le sette doppie e i sette pianeti
che vengono così chiamati: Sciabtai = Saturno; Tzedeq(Giustizia) Giove; Maadim (Le Forze)=
Marte; Hammiah (Calore)=Sole; Nogah (Delizia) = Venere; Cohhav (Stelle)= Mercurio; Leva-
nah (Bianca)= Luna; e così con i sette giorni della settimana, le sette porte dell'organismo umano,
i sette elementi, i sette metalli legati ai pianeti, e così via. Importanti sono le sette Porte, dell'organi-
smo umano (occhi, orecchie, narici e bocca) che vanno od unirsi con gli altri organi identificati dal-
le dodici semplici che ora osserveremo.
L'ultima parte del Sepher Jetzirah studia infatti le 12 lettere semplici il cui fondamento rappresenta
l'idea dei dodici segni dello zodiaco, i dodici mesi dell’anno e le 12 parti dell'organismo umano det-
te "guidatori" (le membra).
Questa ripartizione dell'organismo umano in 3+7+12 = 22 parti sta a insegnare che l'uomo é la ri-
produzione, in piccolo, dell'universo, il raggruppamento delle segrete facoltà del mondo costituendo
i 22 segni della scrittura ebraica tutte le segrete facoltà del mondo come è dimostrato dai 22 arcani
maggiori dei tarocchi. Il mondo dei sette pianeti, nel suo simbolismo, rappresenta le manifestazioni
vitali di mutazione e cambiamento della materia. I dodici segni, infine, rappresentano il periodo e i
periodi delle mutazioni in cui l’uomo è incluso. Si tratta delle 4 stagioni nel cui corso, il sole passa
per i dodici segni dello Zodiaco: 1'astrologia che comprende il corpo della terra ha pure stabilito i
segni dello Zodiaco nel corpo dell'uomo. E i pianeti non sono che le virtù con le quali l'uomo deve
dominare le sue tendenze telluriche .
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Per ultimo ci siamo riservati di dire poche parole sui Sephiroth, cioè su quelle sfere rappresentate
dai dieci numeri che con i 22 segni formano le 32 vie della Sapienza. Dall’Ain Soph, rientrato in
sé stesso contraendo la sua volontà (ZimZum) di generare, come abbiamo detto l'Aziluth, compo-
sto dalle dieci sfere o Sephiroth: Dal primo respiro di Ain Soph si produce Kether (Corona) che é
collegata con Cochma (Sapienza) e Binah (Intelligenza) lungo i canali di Aleph e Beth. Seguono
Chesed (Misericòrdia) e Gheburah (Giustizia), Tipheret (Gloria), Nisah (Vittoria), Hod (Onore),
Yesod (Fondamento) e Malkuth (Regno). I dieci Sephiroth, insieme, formano l'Adam Kadmon
che li contiene. Essi sono le emanazioni divine, aspetti dell'Infinito (Ain Soph) "che non hanno li-
mite nel futuro, nel passato, nel presente, nel bene e nel male". Ad essi possono esser paragonate
le nove potenze angeliche che, partendo dal Regno (Terra = Piedi dell'Adam Kadmon) salgono in
potenza e splendore fino a giungere alla sommità di Aziluth, dove è la sfera del numero 1, Kether.
E sono, partendo dal basso verso l'alto: Aishim, Ben-Aelohim; Aelohim; Malakim, Tarshisim;
Hasmalim; Aralim; Cherubim; Seraphim.
Il Sepher ha-Zohar
Lo Zohar, detto anche la Bibbia della Qabbalah, afferma che Dio é la sorgente della Vita e il Crea-
tore dell'Universo ma Egli è Infinito, Inaccessibile, Incomprensibile. Egli è lo Sconosciuto, il Gran
problema che sarebbe profanato se fosse in relazione diretta col mondo. "Fra Lui e il Mondo, dice
lo Zohar, si trovano i Sephiroth, il cui insieme forma l'Adamo superiore cioè 1'Adamo eterno,
l'Uomo prototipo. Il ruolo maggiore è quello della prima Sephirah, Kether (Corona) che ha creato
gli altri Sephiroth, e di seguito, il Mondo intiero. Tale Sephirah é quindi una specie di Demiurgo
immateriale e incomprensibile quanto Dio stesso. Essa è ugualmente la volontà di Dio a meno
che la volontà non sia in Dio stesso e identica a Lui. Essa è in ogni caso il primo punto, senza di-
mensioni né alcunché di materiale, e si chiama infinito o nulla. Essa tiene il vertice della Triade.
piano dell'Universo, triade del mondo. Gli altri" sette Sephirot;, quelli dell'esecuzione, sono inferio-
ri ai tre della'Triade .",
Secondo Lo Zohar, tutte le anime sono la creazione del mondo e quando saranno tutte allo stato di
perfezione verrà il Messia. Il libro contiene una cosmogonia, elementi di astrologia e di frenolo-
gia nonché di chiromanzia.
.'L'analogia con le dottrine gnostiche è evidente e, forse, parte delle dottrine kabbalistiche sono state
ricavate da quelle gnostiche. I significati, infatti, non sono univoci: così l'albero sephirotico rappre-
senta anche i quattro elementi e i sei attributi dell'universo.
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
MASSIME FONDAMENTALI
PER IL SUPERIORE INCOGNITO (S.I.)
Anche se sarà ripetuta qualche massima già suggerita nel Vademecum dell'Associato e di quello
dell'Iniziato, é certo importante e forse necessario non farci caso nella seguente esposizione di prin-
cipi e regole, alle quali il Superiore Incognito dovrebbe attenersi per essere in regola, con la Cate-
na martinista.
Principi dell'Ordine: "L'Ordine é essenzialmente spirituale, combatte con tutte le sue forze
1'ateismo e il materialismo e, in collegamento con le altre fratellanze iniziatiche, combatte l'igno-
ranza e da al simbolismo la grandissima importanza che gli compete in tutte le serie iniziazioni.
Non si occupa di politica e tanto meno di questioni d'ordine religioso. Permette e facilita gli studi
mantenendo al proposito un'ampia tolleranza. (Dalle dichiarazioni di principio dell'Ordine Ma-
rinista alla data della sua fondazione a Parigi nel 1891,da Gerard Encausse)
Iniziazione a Superiore Incongnito (Parole dell'Iniziatore): " O Iniziato, il 3° grado del nostro
Ordine costituisce la sintesi dei precedenti. Ora che sei divenuto superiore incognito, non ti dimen-
ticare mai dei tuoi doveri. Siccome tu non devi render conto a nessuno se non alla tua propria co-
scienza, così fa in maniera di agire sempre guidato dall'Onore. Fa in modo da non dimenticarti che
sei votato al rialzamento della collettività ignara. Restando "ignoto" a tutti coloro che avrai aiutato,
diverrai ogni giorno più"superiore", trascinando nella tua ascesa coloro ai quali hai dato i tuoi buoni
uffici ".(Dai Quaderni iniziatici del 1891).
Il mantello: Necessità della prudenza, servita dalla volontà per distruggere i funesti effetti dell'i-
gnoranza. ( Dal rituale di gruppo).
La dottrina e la realizzazione: Conoscenza per mezzo dei numeri dell'armonia che é dentro la
Natura e la Religione; apprendere per mezzo della Tradizione l'arte reale e quella sacerdotale, il
simbolismo della Grande Opera, il significato kabbalistico della Verità" (Dal rituale segreto, del
3° grado )
Come si realizza la potenza: Con la rinuncia. (Offerta della potenza e simbolismo della ri-
nuncia).
L'Iniziato non cerca gloria : " Sappi essere uno sconosciuto, per coloro che avrai tratto dall'igno-
ranza. Sappi sacrificare la tua responsabilità tutte le volte che agirai come "superiore". Così tu gius-
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
tificherai le parole del salmista: “Non a noi Signore, non a noi la Gloria, ma al tuo nome”, (Dal ri-
tuale in uso in Francia, dopo il 1962)
II simbolo del Pellicano: "Le Maitre est donc celui qui vient se sacrifier, qui donne son etre en of-
frande pour le bonneur de ses disciples, et, maintenant, on comprendra le Symbole du Pélican, et la
Loi mysterieuse, l'Initié tuera l'Initiateur " . ( Papus )
al singolo e da questi, personalmente, ad altri) della via iniziatica tradizionale e che tale tra-
smissione deve effettuare per mantenere viva la tradizione, indicando la via della realizzazione, ma
che la realizzazione non può trasmettere. Ed é ovvio sia così. Altrimenti l'Ordine non sarebbe,
come lo è, un'organizzazione umana, ma qualcosa di soprannaturale essendo la realizzazione una
faccenda assolutamente personale.
Da queste massime discende esser compito del Superiore Incognito di istruire, coloro che gli sono
affidati, seguendo la Tradizione sulla via della Conoscenza, convincendosi che fino a quando non
si sarà fatta una mente tradizionale non potrà mai affrontare problemi iniziatici o effettuare - se ne
avrà i poteri - un'iniziazione senza correre il pericolo di cadere nella controiniziazione. E che per
poter istruire altrui deve egli stesso istruirsi, facendo bene attenzione a non deviare per non porsi
automaticamente fuori della Catena, trascinando con sé tutti coloro che lo seguono. La “nomina” a
Superiore Incognito, ripetiamo, é una trasmissione che si opina dare a colui che lo merita, ma non
é che un passo formale nell'iniziazione e non uno sostanziale. Deriva anche il bisogno di compor-
tarsi ritualmente, non nel senso comune di seguire un rituale (il quale non è, né può essere un rito,
il quale ultimo si apprende naturalmente lungo la via sanguigna e tradizionalmente per Via orale).
che, il più delle volte é solo una semplice e spesso controproducente cerimonia.
Non si deve infatti dimenticare che il Martinismo si perpetua attraverso l'iniziazione diretta, da Ma-
estro ad allievo, iniziazione libera, che può essere effettuata col semplice rito della parola, del se-
gno e del toccamento o contatto, che rappresenta la triplice catena necessaria perché qualsiasi tra-
smissione iniziatica sia valida. Segno, parola e contatto che corrispondono al pensiero, alla parola
e alla scrittura (Sefar, Sifur, Sefer) dove, come spiega la qabbalah: “ Il pensiero di Dio é la sua pa-
rola; la parola é la sua scrittura, la Scrittura la Creazione”. Che l'iniziazione libera sia quella ef-
fettiva e tradizionale é dimostrato dal fatto che soltanto chi detiene personalmente il potere iniziati-
co può effettuarla, senza intermediari, da uomo a uomo, da maestro ad allievo.
A conclusione, diremo che "l'Ordine Martinista è una libera associazione di Uomini di desideri i
quali si propongono lo studio dei rapporti tra Dio, l'Uomo, la Natura, e si impegnano a usare a fine
di bene il frutto della loro conoscenza". Si tratta quindi di un Ordine iniziatico che, lungo la ini-
ziazione per gradi, annulla le differenze sociali, economiche, razziali e crea un'aristocrazia di Uo-
mini di desiderio che vogliono e devono raggiungere lo tranquillità interiore e tramandare la fiacco-
la della Tradizione. Ne consegue che il Martinismo -contrariamente a quanto qualcuno può credere
erroneamente- non é palestra di proposte o risoluzione umanitarie, non deve risolvere problemi di
progresso o di benessere economico e sociale ma, attraverso il rito iniziatico, esso procura ai suoi
aderenti, una nuova nascita, in una nuova stirpe e con la trasmissione di un grado (se veramente
tale grado non é semplice trasmissione ma reale conquista) affina l'appartenenza alla stirpe e porta
al congiungimento con i Mani della stirpe stessa.
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Sappiamo, in porte dalla Qabbalah, in parte dalla Gnosi, in parte ancora da altre tradizioni, che le
potenze angeliche si dividono in nove classi. Ogni classe regna in uno dei sette cieli, nell'Oltre cielo
e nel sub-cielo partendo dagli Aishim (i più bassi) fino alla zona più elevata, quella dei Seraphim,
che - secondo Bousset- sono gli angeli che godono della presenza divina e che sono i più sublimi
ed hanno sei ali: due che velano il volto divino, due che coprono lo splendore dei piedi divini, due
che servono loro per volare.
Ecco, una tabella di queste potenze:
Ma di tutti questi Angeli, Arcangeli, Principati etc. noi abbiamo precisa nozione solo sulla stermi-
nata coorte degli Aishim, che abitano l'aura terrestre (o sub-cielo) e che la religione cristiana indica
come gli " Angeli custodi". In effetti ( e il Salmista lo dice, VIII-5) noi siamo solo un poco al disot-
to di questi angeli. Tuttavia, se dobbiamo interpretare esotericamente questa nostra posizione ri-
spetto a quella dei nostri angeli custodi, dovremmo dire che essi rappresentano la nostra parte spiri-
tuale, oppure e forse meglio, la nostro coscienza.
Gli Aishim sono agli ordini dei SETTE Ben-Aelohim o Arcangeli che, come sappiamo, rappresen-
tano le sette potenze planetarie.
Di questi super-angeli abbiamo anche più ampia conoscenza. Che ci giunge da varie fonti, spesso
tra loro in contraddizione, la più certa delle quali dovrebbe essere quello cristiana che ne indica
tre: Gabriele (Forza del Bene); Raffaele (Guarigione di Dio); Michele (Chi come Dio ?). Spiega-
zioni, queste tra parentesi, forse un pò lontane dal reale significato dei termini ebraici che potrebbe-
ro anche significare rispettivamente "Forza del Signore " o "Signore della Forza"; “Guarigione
del Signore”, o “Signore della Salute”; “Simile al Signore”.
Gli ebrei li indicano tutti e sette dando loro i seguenti nomi: Mighael, Gabriel, Raphael, Anael, Sa-
mael, Zadikiel, Barachiel. Oriphiel. (Altra fonte dice: Michael, Anael, Raphael, Gabriel, Cassiel,
Sachiel, Samael). Secondo il libro di Baruch (Gnosi Ofita) questi grandi arcangeli sarebbero 24,
frutto degli amori fra il Cielo (Il Padre)e la Terra (Eden, la madre); 12 di essi sono forze positive
provenienti dal Padre, gli altri 12 sono forze negative, provenienti dalla madre. Ma lo stesso Ba-
ruch, mentre indica i 12 nomi dei grandi angeli negativi (Babel, Achamoth, Naas (il serpente), Bel,
Belias, Satan, Sael, Adonée, Kanithan, Pharaoth, Karkamenos, Lethen) ci da soltanto cinque nomi
(sembra che gli altri sette siano andati perduti)di quelli positivi: Michel, Amen, Baruch, Gabrel, e
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Esaddée. Michel, Baruch, Gabrel sono nominati dagli ebrei e dagli gnostici (infatti questi ultimi so-
stituirebbero i quattro ultimi arcangeli Anael, Samael, Zadichiel, Oriphiel con Uriel, Barachel, Seal-
tiel, e Jehudel) mentre Michel e Gabrel sono nominati anche dai cristiani. Tuttavia Bruche ci lascia
chiaramente intendere che essi occupano il cielo fisso delle costellazioni (e, infatti, sono 12 positivi
e 12 negativi, ovvero 12 a doppia faccia) o segni dello zodiaco di cui la forma o l’energia positiva
sono le virtù, e la forma o energia negativa, i vizi e le miserie.
Sappiamo, poi, o almeno riteniamo di sapere, che gli angeli abbiano prevaricato. Ma non sappiamo
quali e quanti. Se dovessimo badare al Libro di Enoch, i sette arcangeli (Ben-Aelohim) sarebbero
gli “angeli caduti”; dalla loro unione con le “figlie degli uomini” (da intendersi come l’elemento
primordiale femminino) sarebbero nati i Nephelin (i giganti) di cui lo stesso Enoch dice che “non
hanno bisogno di cibo, non soffrono sete, sfuggono alla percezione”.
Essi dunque, o parte di essi, e probabilmente quattro soli, sarebbero i prevaricatori. (Non insistia-
mo su questo punto, ma rimandiamo alla pietra cubica ordinaria e alla pietra cubica a punta (4+3=7)
pur suggerendo di esser cauti e prudenti nelle congetture tenendo però presente che i cristiani no-
minano soltanto 3 arcangeli Michele, Grabriele, Raffaele, i primi tre degli ebrei, uno dei quali cac-
ciò Adamo dal Paradiso con la Spada fiammeggiante e vi é rimasto di guardia.
Da quanto sopra appare chiaro che, quando ci si rivolge alle potenze angeliche, non si sa neppure a
chi ci si rivolge e, nella migliore delle ipotesi, ci troviamo solo in grado di rivolgerci ai sette Arcan-
geli (Ben-Aeloim = Figli del Signore o dei Signori) degli ebrei, o ai cinque figli del Padre di cui alla
gnosi di Baruch, o ai tre Arcangeli dei cristiani (San Michele Arcangelo, San Raffaele e l'Arcange-
lo Gabriele). E non siamo in grado di rivolgerci alle altre schiere angeliche superiori, non cono-
scendo né i loro poteri né se abbiano prevaricato o meno. Come risulta dal piano di comparazione
dato all'inizio, le nove potenze angeliche, sono rappresentate kabbalisticamente come presenze,
potenze, energie, forze, e sono direttamente collegate con i Sephirot. Partendo dal Regno (Mal-
kuth), sede degli Aishim, si conquista il Fondamento (Yesod), sede dei Ben-Aelohim, poi l'Onore
(Hod ), sede degli Aelohim, la Vittoria (Tipheret), sede dei Tarshisim, la Giustizia (Geburah), sede
degli Hasmalim, la Misericordia (Chesed) sede degli Aralim L’Intelligenza (Binah), sede dei Che-
rubim e, infine, la Sapienza (Cochma) sede dei Seraphim. La Sapienza é la presenza divina.
Detto questo a solo titolo di parzialissima indicazione, é necessario dare un’indicazione fonda-
mentale sulle cosidette invocazioni o evocazioni; ed é che é assolutamente inutile invocare (o evo-
care) una forza, un'energia, una potenza, una presenza, se esse non sono conosciute. Ne é possibi-
le invocarne una più elevata, se prima non si é riusciti a farsi obbedire, a conquistare o a vincere (in
un modo o nell’altro, ovvero lungo la via mistica, o quella teurgica o addirittura per quella eroica)
quelle meno elevate e più vicine a noi.
Questo é ben noto agli esoteristi che affrontano la via della iniziazione e, d'altronde, valga ricorda-
re la lotta di Giacobbe con l'Angelo e il nome che egli assunse dopo tale lotta, da lui vinta, ma nella
quale riportò la ferita alla gamba. Analogicamente la ferita inferta dall'angelo a Giacobbe, potrebbe
corrispondere alla ferita di Amfortas nel mito del Graal. Non insistiamo oltre su tale argomento Da-
to per certo che gli Aishim sono sempre in contatto con noi, tanto da averne diretta coscienza anche
se puramente astratta, é ovvio che il settore al quale ci si può eventualmente rivolgere se proprio si
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
ritiene di effettuare invocazioni o evocazioni angeliche, é quello della forza o della energia che agli
Aishim comanda, cioè ai sette Arcangeli delle sfere planetarie che si dovrebbero invocare (o evoca-
re) uno alla volta in funzione di ciò che si chiede. L'invocazione (o evocazione) potrebbe essere
generale (o anche a gruppi di Arcangeli) quando si chiedono tutte (o più d'una) le virtù che essi
rappresentano e di cui diamo, per quel che ne sappiamo, una “tavola del Settenario".
Ma ogni Arcangelo (come ben dice Baruch nel suo Libro gnostico) oltre ad una forza positiva, rive-
ste anche una forza negativa. Ciò è (occultisticamente ma non esotericamente) spiegato con le in-
fluenze buone o nefaste di cui si tratta in astrologia. Ma la realtà é un'altra, che ogni Superiore in-
cognito deve trovare da sé.
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
RITO
Oggetti necessari: L'operazione sarà eseguita in un locale generalmente usato per lo studio e la me-
ditazione. In sua mancanza si terrà chiusa la stanza adibita all'operazione per almeno dodici ore, ri-
cambiando l'aria.
Sono necessari:
1) Il tappeto operatorio di cui al Vademecum dell'Iniziato ;
2) La bussola per stabilire la direzione;
3) Una bugia che dia pochissima luce ;
4) II cero delle operazioni;
5) Un bruciaprofumi;
6) Alcuni grani d’incenso (7 almeno) ;
7) Il pentacolo dell'Ordine tracciato su un foglio di carta che, poi, sarà bruciato alla fiamma del ce-
ro.
La bugia é accesa.
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
II Superiore incognito, con la sciarpa del grado (senza gioielli e senza metalli addosso) sale sul tap-
peto inginocchiandosi e sedendo sopra i talloni, con la faccia rivolta a Oriente. Si immedesima al-
cuni istanti sulla piccolissima fiamma della, bugia:
“Maestri venerati, o Uomini rigeneratori che avete passato le porte dell'invisibile e compiuto
il viaggio alla Montagna Eterna, io (noi) vi invochiamo affinchè presenziate questo rito.
Che sia possibile a me ( a noi) di essere unito(i), per mezzo della vostra astralità, con tutti i
miei (nostri) fratelli”
"O Luce pura, fai che per mezzo del tuo fuoco radioso la mia anima sia purificata dalle sue
scorie e che le mie labbra siano santificate al fine che le parole che io pronuncerò siano per la
maggior gloria dell’Eterno e per il mio (nostro miglioramento) e l’efficacia delle operazioni
che sto ( stiamo) per compiere, col solo fine di elevarmi(ci) sempre più verso le sfere celesti.
In nome di Iod Hé Shin Vau Hè (fa il segno). "
Il Superiore Incognito aspira leggermente la fiamma del cero, e sta un attimo in meditazione.
Poi accende il carbone del bruciaprofumi con un accendino acceso alla fiamma del cero e spegne
la bugia.
E dice:
“Che questo fuoco sia purificato, benedetto e santificato in nome di Iod He Schin Vau He
(fa il segno).”
“O Luce delle Luci nella quale ho creduto fin dal principio, ascoltatemi(ci).
Salvami(ci) o Luce, quando malvagi pensieri mi(ci) colgono.
O Luce ho volto il mio (abbiamo volto il nostro) sguardo nelle regioni inferiori e ho(abbiamo)
visto una luce e sono andato (siamo andati) verso di lei e mi trovai (ci trovammo) nelle tene-
bre. Ma come guardai (guardammo) in Alto, vidi (vedemmo) tutti gli Arconti che mi irride-
vano anche se io (noi) nulla avevo fatto (avevamo fatto) contro di loro.
O Vera Luce, tu sai ch’io ho agito (che noi abbiamo agito) senza colpa, pensando che la falsa
luce ti appartenesse.
O Signore non mi (ci) abbandonare nella privazione della tua luce che é anche la mia(nostra).
Salvami(ci) dalla materia e da queste tenebre, fa che mi ( ci) sia restituita la tua Luce”.
Il Superiore Incognito versa sette grani di incenso nel bruciaprofumi; attende che la fumigazione
sia completa, poi dice:
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Ordine Martinista – Vademecum del Superiore Incognito
Il Superiore Incognito depone il Pentacolo dell’Ordine, pone le mani incrociate sul petto a palme
aperte :
"Rego, Pater, ut imnes unum sint, sicut tu Pater in me, et ego in te. Tres sunt qui testimonium
dant in coelo. Pater, Verbum et Sipritus Sanctij et hi tres unum sunt, et tres sunt qui testimo-
nium dant in terra: spiritus, aqua et sanguinis, et hi tres unum sunt ! ".
II Superiore Incognito apre le braccia, le alza, fa il segno con la destra, pone le braccia a palme di-
stese sulle cosce e inizia 1’operazione di immobilizzazione della mente.
( Sui risultati si dovrà stendere una relazione da rimettere al Sovrano Gran Magistero).
Finita l'operazione, il Superiore Incognito riaccende la piccola bugia, si pone all'ordine e dice:
“O uomini rigeneratori, Maestri Presenti e Passati, a voi che manifestate invisibilmente l'in-
carnazione divina, a voi Maestri d'Oriente e d’Occidente (noi siam grati) sono grato perché
siete venuti a presenziare la mia (nostra) azione. Che la pace di Dio sia sempre con voi e in
me (noi). Concedetemi (ci) sempre la Vostra protezione."
Il Superiore Incognito afferra la spada (se c'è) o il pugnale (se c'è) si porta successivamente ai quat-
tro angoli della stanza, e traccia su ognuno di essi, con l'arma o in sua mancanza con l'indice della
mano destra una croce (linea verticale dall'alto verso il basso, linea orizzontale, da sinistra verso
destra) e dice, ad ogni croce: “Siano posti in fuga tutti gli spiriti che non proclamano la gloria
di Dio. In nome di Iod He Schin Vau He” (fa il segno).
NB .- Se il rito e l'operazione sono fatte in catena, cioè in gruppo da più Superiori Incogniti riuniti,
il Rito è compiuto dal Filosofo Incognito, tutte le parole sono con i verbi e i soggetti al plurale.
Tutti i presenti saranno sul loro tappeto nella posizione indicata per l'operazione e seguiranno men-
talmente le parole dell’operatore.
Rito e operazione debbono essere compiute a digiuno da almeno sei ore, mani e bocca purificati con
acqua. La bocca viene poi (vedi il rito) ripurificata alla fiamma del cero.
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Le virtù di un Superiore Incognito che si trova sulla strada della Rosa e della Croce sono le seguen-
ti:
Pazienza; bontà; mancanza d'invidia; calma; nessuna vanità; ordine; nessuna ambizione;
tranquillità; non pensar mai male degli altri; esser giusti; amare la verità; esser silenziosi;
credere a ciò che si sa; sperare fermamente; non abbattersi a un dolore; restar fedele ai pro-
pri principi. (Secondo Madathanus)
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Indice:
Bibliografia pag. 8
La Qabbalah pag. 14
Le Invocazioni pag. 21
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