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ORDINE MARTINISTA

S...G...A... del Phil Inc N...V...M...

VADEMECUM DELL’ASSOCIATO INCOGNITO (A )

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
Affido a una copia del presente quaderno di istruzioni per gli Asso-
ciati Incogniti (vademecum) che si accompagna al ritualino di loggia (riproducendo
nell’anno , quello approvato in Venezia a cura del nel

Questi predisporrà, secondo saggezza, per la sua conservazione e restituzione all’Ordine,


in caso di sua scomparsa.

COPIA n.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
DICHIARAZIONE DEI PRINCIPI
DEL VENERABILE ORDINE MARTINISTA ITALIANO

L’Ordine Martinista – filiazione Louis Claude de Saint Martin sugli insegnamenti e sulla trasmissione ini-
ziatica di Martines de Pasqually e sulle dottrine di Jacob Bohme – si prefigge lo scopo di operare
sull’individuo al fine di reintegrarlo in quei poteri e in quegli stati di coscienze che sono propri d’ogni
cammino iniziatico.

Afferma ed effettua la trasmissione iniziatica diretta da Maestro ad allievo, trasmissione adatta a risvegliare
le possibilità latenti in ciascun Uomo di desiderio.

L’Uomo di desiderio è colui che ha intuito la natura divina insita nella forma umana e vuole studiare le vie
per rendere cosciente tale intuizione intraprendendo il sentiero della reintegrazione per liberarsi dal condi-
zionamento e dal determinismo della caducità umana.

Ritenendo che colui che riceve la trasmissione iniziatica, se Uomo di desiderio (maschio o femmina), sia in
grado di elevarsi al di sopra delle esigenze della materia e di penetrare nei mondi sottili, l’Ordine Martini-
sta accetta uomini e donne di qualunque credo o di qualunque razza purché rispondano a determinate con-
dizioni:

1. Siano maggiorenni;

2. Non abbiano subito condanne penali infamanti;

3. Posseggano un grado d’istruzione media o dimostrino una cultura sufficiente per affrontare le
dottrine esoteriche e i problemi metafisici;

4. Siano uomini liberi, anche nel senso che non dipendano da altre associazioni che richiedono
giuramenti restrittivi, da partiti politici che li obblighino a far propaganda o adattarsi ad esse-
re informatori;

5. Siano in grado di provvedere finanziariamente a se stessi e alla propria famiglia;

6. Siano certi di comportarsi sempre lealmente verso l’Ordine e i loro Superiori e da persone
d’onore;

7. Credano all’esistenza di un Ente Superiore e all’immortalità dell’anima.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
STATUTI GENERALI

Art. 1 – L’Ordine Martinista è strutturato nei seguenti organi:


A) Sovrano Gran Maestro
B) Supremo Collegio dei Superiori Incogniti Iniziatori
C) Gran Consiglio dei Superiori Incogniti
D) Gruppi Martinisti
E) Fratelli e Sorelle isolati.

Art. 2 - Il Sovrano Gran Maestro è il vertice dell’Ordine, è il suo Capo ad Vitam, il Depositario delle sue
tradizioni, il Guardiano dei suoi principi dottrinari, il Conservatore dei suoi archivi essenziali e
di probazione il cui deposito dovrà essere trasmesso intatto al suo successore.
Il Sovrano Gran Maestro siede sulla Grande Montagna, di ________ dove rappresenta l’Ordine
in tutte le circostanze, ed è il solo che ha il diritto di trattare in suo nome, a meno che ne deleghi
i poteri quando lo ritenga necessario. Egli solo ha il diritto di conferire i poteri iniziatici ad ogni
Superiore Incognito, di propria iniziativa o su proposta del loro Iniziatore, riservandosi, se lo ri-
tiene necessario, di ascoltare il parere del Supremo Collegio. Egli solo accorda le Bolle di fonda-
zione dei gruppi martinisti. Dopo un anno dal suo insediamento designa il proprio successore
con documento olografo in busta sigillata, controfirmata da almeno tre fratelli e sorelle. In caso
di più designazioni sarà valida quella di data più recente mentre le altre s’intenderanno automati-
camente revocate. In caso di mancata designazione è eletto dal Supremo Collegio dei Superiori
Incogniti Iniziatori i quali, anche in caso di successione per designazione, hanno l’obbligo della
riunione per la proclamazione e la cerimonia delle sette solenni promissioni pronunciate e firma-
te dal Sovrano Gran Maestro e delle sette solenni obbedienze a Lui rimesse dai membri del Su-
premo Collegio.

Art. 3 - Il Supremo Collegio dei Superiori Incogniti è composto da tutti i Superiori Incogniti in possesso
dei poteri iniziatici ed è presieduto dal Sovrano Gran Maestro.
Assiste il Sovrano Gran Maestro per il governo, la vita e il regolamento dell’Ordine. I suoi pareri
non sono vincolanti ma, in linea generale, i pareri della maggioranza sono accettati come deci-
sioni quando il Sovrano Gran Maestro rimette al Supremo Collegio il parere su specifiche que-
stioni. Il Supremo Collegio è convocato dal Sovrano Gran Maestro almeno una volta l’anno e
quando lo stesso Sovrano lo ritiene opportuno. Proclama regolare la successione per designazio-
ne ed elegge il Sovrano Gran Maestro in caso di mancata designazione.
In caso di comprovata impossibilità permanente del Sovrano Gran Maestro ad assolvere ai suoi
doveri di Capo dell’Ordine, il Supremo Collegio è convocato dal Superiore Incognito Iniziatore
Decano dell’Ordine e dichiara tale impossibilità all’unanimità e procede alla sostituzione col
Fratello designato o, in mancanza, con l’elezione di un sostituto (Luogotenente, o Aggiunto, o
Reggente) Gran Maestro il quale (sia il designato, sia l’eletto) regge l’Ordine fino alla morte del
Sovrano Gran Maestro che non può essere debellato formalmente restando, anche se impossibili-
tato a governare, il Capo dell’Ordine del tutto simbolicamente. A meno che non abdichi.
Le riunioni del Supremo Collegio, salvo quelle annuali alle quali tutti hanno l’obbligo di presen-
ziare a meno che non ne siano impossibilitati da gravissime ragioni o da malattia, per essere va-
lide necessitano della presenza del Sovrano Gran Maestro o di un suo delegato, più uno dei suoi
membri, purché tutti siano stati ritualmente convocati. I fratelli assenti hanno l’obbligo, salvo
gravi e giustificati motivi, di farsi rappresentare. Le votazioni, quando richieste e nei casi previ-
sti dal presente statuto generale, avvengono per dichiarazione di voto.

Art. 4 - Il Gran Consiglio dei Superiori Incogniti, è un organo consultivo composto da tutti i Superiori
Incogniti. Si riunisce ogni qualvolta il Sovrano Gran Maestro lo ritiene opportuno. I suoi pareri
non sono vincolanti.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
Art. 5 - I Gruppi martinisti sono formati dai Superiori Incogniti Iniziatori e da un minimo di tre ad un
massimo di 21 martinisti.
Il Capo del Gruppo assume il titolo di Filosofo Incognito. Il titolo è conferito dal Sovrano Gran
Maestro con lettera patente, successiva alla Bolla di fondazione del Gruppo, nella quale è indica-
to il nome del fondatore. I Gruppi sono fra loro indipendenti e incogniti, legati all’Ordine dalla
persona del loro Filosofo Incognito.

Art. 6 - L’Ordine consta di due sezioni:

A) Sezione exoterica comprendente il grado di Associato;

B) Sezione esoterica comprendente i gradi di Iniziato e di Superiore Incognito

Tali gradi sono trasmessi dal Superiore Incognito Iniziatore, in Gruppo oppure con l’iniziazione
libera, mentre il potere di conferire le iniziazioni è trasmesso dal Sovrano Gran Maestro. Tale
potere nella tradizione del N.V.O. è prerogativa della linea maschile.

Art. 7 - Il Filosofo Incognito è il Capo del proprio Gruppo ed è il proprietario del Gruppo fino alla sua
morte o alla sua rinuncia (malattia, partenza o altro giustificato motivo).
In quest’ultimo caso, egli stesso propone al Sovrano Gran Maestro il proprio successore nella
persona di un Superiore Incognito.
In mancanza di tale proposta il Gruppo passa alle dirette dipendenze del Sovrano Gran Maestro
che dispone per la successione. Nelle more, il Gruppo è retto dal Superiore Incognito più anzia-
no.

Art. 8 - L’Ordine si regge finanziariamente con gli apporti personali e volontari dei fratelli e delle sorel-
le. Pertanto nessuna tassa di iscrizione o quota di appartenenza potrà essere imposta ad al-
cuno.
E’ assolutamente proibito, pena la cancellazione del Gruppo dalla matricola dell’Ordine e lo
sbarramento della Bolla concessa, far circolare tronchi o borse per la questua durante, prima o
alla fine delle riunioni.
Essenzialmente l’Ordine è povero.

Art. 9 - Le disposizioni di carattere amministrativo sono decretate dal Sovrano Gran Maestro e hanno il
valore e la durata da Lui stabiliti.

Art.10 - Per tutto ciò che riguarda la dottrina e la prassi rituale, si rimanda alla tradizione orale e a quella
dei quaderni iniziatici e al rituale di apertura e chiusura dei lavori, l’una e gli altri costantemente
garantiti dal Sovrano Gran Maestro.

Art.11 - La qualità di martinista non fa supporre alcuna attitudine a commettere delle colpe, ma la negli-
genza nell’esercizio dei doveri verso il Nostro Venerabile Ordine può comportare l’uscita dalla
catena martinista con le conseguenze che da ciò derivano.
Tale sanzione è proposta dal Sovrano Gran Maestro e al Supremo Collegio dei Superiori Inco-
gniti Iniziatori e la sua approvazione è insindacabile ed assume il valore di sentenza definitiva di
condanna.

Art.12 - Per tutte le questioni, gli argomenti, modalità che non siano stati presi in esame dai presenti sta-
tuti generali si rimanda alle dichiarazioni del 1892.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
COME SI ENTRA IN LOGGIA

Tutti i partecipanti alla tornata attendono fuori della Loggia o del locale che a Loggia si adibisce.

Entra per primo il Filosofo Incognito che va a prender posto dietro il tavolo iniziatico faccia alla porta di
ingresso.

Subito dopo, e insieme, entrano il Fratello Iniziato e il Fratello Associato che si pongono, in piedi, a
fianco del tavolinetto (se c’è) loro assegnato.

Successivamente entrano:
1) I Fratelli del III Grado (Superiori Incogniti) che vanno a prender posto sugli scanni o sedie poste
a Settentrione, cioè alla sinistra della porta d’ingresso;
2) I Fratelli e Sorelle del II° Grado (Iniziati Incogniti) che prendono posto a Mezzodì, cioè dalla
parte opposta.
Subito dopo, i Fratelli Iniziato e Associato, costatato che i Fratelli e Sorelle hanno preso i loro posti e
che il Filosofo Incognito è seduto dietro il tavolo, si siedono a loro volta.
Intanto il Fratello Incognito, dalla porta, ha sorvegliato tutta l’operazione dell’ingresso. Entra a sua volta e
si pone al suo scanno e fa da barriera fra sè e la parte della Loggia che gli sta davanti (verso il Filosofo Inco-
gnito) che è la Loggia vera e propria.
Dietro a lui entrano, uno alla volta, i Fratelli e Sorelle Associati Incogniti che prendono posto sugli
scanni posti alle spalle del Fratello Incognito. L’ultimo ad entrare chiude la porta. Il Fratello Incognito,
che è stato in piedi accanto al suo scanno, siede.

Il Filosofo Incognito fa alzare tutti e accende prima il trilume e poi il cero dei Maestri Passati dicendo:
Queste sono le luci che simboleggiano il Ternario.
Questo cero si accende in memoria dei Maestri Passati e dei Maestri Invisibili, che son sempre presenti tra
noi …
Ha poi luogo l’apertura dei lavori come al rituale dei lavori di Loggia.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
DISPOSIZIONE DI UNA LOGGIA
E ISTRUZIONI GENERALI

Va detto subito che i martinisti possono riunirsi dovunque anche sotto ad un albero o in mezzo ad un prato. Il
loro Filosofo Incognito o il loro Libero Iniziatore sa come rendere “Loggia” anche un posto all’aperto.
Tuttavia, per ovvie ragioni, è preferibile avere a disposizione una sala o un locale destinato stabilmente alle
riunioni martiniste, che dovrebbe restar chiuso ermeticamente dopo ogni riunione.

Qualora si utilizzi una sala (o locale) non destinata ad uso esclusivo dei lavori martinisti, sarà opportuno a-
dattarla alla bisogna tenendo presente che è preferibile la massima semplicità, e indispensabile una perfetta
pulizia. Si dovranno tener aperte le finestre per qualche minuto per l’aerificazione, avere la precauzione di
togliere (o velare) quadri di nudi, specchi, immagini sacre od altri oggetti che possano distogliere i parteci-
panti dalla necessaria attenzione e meditazione.

Piano di Loggia

ORIENTE

Filosofo Incognito

G D G

SETTENTRIONE F MEZZODI’
A B
E E

C C

OCCIDENTE

A = Posti dei Superiori Incogniti


B = Posti dei Fratelli Iniziati
C = Posti dei Fratelli Associati
D = Tavolo Iniziatico
E = Tavolinetti per gli ufficiali di Loggia
F = Posto per eventuale postulante o iniziando
Quadrato vuoto = Posto del Fratello Incognito

In particolare : Il Filosofo Incognito siede all’Oriente dietro il tavolo iniziatico; il Fratello Inco-
gnito siede ad Occidente davanti alle panche dei Fratelli Associati. Il Fratello Ini-
ziato siede a Settentrione, davanti alle panche dei Superiori Incogniti. Il Fratello
Associato siede a Mezzodì, davanti alle panche dei Fratelli Iniziati.
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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
Il tavolo iniziatico : Possibilmente dev’essere rettangolare, alto non più di 72 centimetri (o multiplo, o
sottomultiplo di tale misura, base aritmosofica : 7+2=9)

Sul tavolo iniziatico devono essere posti :


1) Al centro, di fronte al Filosofo Incognito, un tappetino con i tre colori er-
metici : Nero, Bianco, Rosso, di grandezza decrescente, sul quale saranno
posti i tre lumi, in triangolo, base verso il Filosofo Incognito vertice verso
Occidente.
2) Alla destra del Filosofo Incognito, un lume per i Maestri Passati e i Mae-
stri Invisibili.
3) Alla sua sinistra un mantello, una maschera nera, un cordone o sciarpa
bianca.
4) Nelle vicinanze dei tre lumi un portaincenso e un brucia profumi con al-
cune brage accese.
5) All’estremità del tavolo iniziatico, rivolto a Occidente, il Pentacolo
dell’Ordine tracciato in bianco e nero (linea nera piena per il triangolo di-
scendente, linea vuota per quello ascendente; esagono e croce tratteggiati,
tutto su fondo bianco).
6) Sulla destra del Filosofo Incognito, all’altezza del suo braccio, una spada o
una verga regale bianca.
7) Una coppa con l’acqua.

Di fianco al tavolo iniziatico, a sinistra e a destra (G in figura) vanno posti due


scanni (in mancanza due sedie), quello posto a Settentrione ricoperto di panno
nero, quello posto a Mezzodì ricoperto di panno bianco.

Per il caso d’iniziazione ad Associato Incognito deve essere tenuta pronta una coperta di lana (possibilmente
di colore bianco o neutro) di grandezza tale da potervi avvolgere il postulante in modo da isolarlo.

Riepilogo degli oggetti necessari : Tavolo iniziatico - Scanni o sedie laterali al tavolo iniziatico – Tavolinetti
per gli Ufficiali di Loggia (non indispensabili) – Panche, scanni o sedie sufficienti per i partecipanti – Trilu-
me triangolare o candelieri ad una fiamma per sostituirlo – Candeliere ad una fiamma per i Maestri Invisibili
– Spada o verga bianca regale – Tappetino con i colori ermetici (Nero sotto, bianco sopra più piccolo, rosso
sopra ancora più piccolo) – Mantello, maschera nera, cordoni o sciarpe (questi ultimi personali) – Portain-
censo e brucia profumi – Grani d’incenso – Pentacolo dell’Ordine – Coppa per l’acqua – Ritualino di Loggia
– Coperta di lana bianca o di colore neutro (se abbisogna).

Ogni Fratello Associato Incognito deve procurarsi il cordone bianco o la sciarpa bianca, insegna del
suo grado e la maschera nera.
Sarà opportuno effettuare almeno l’apertura e la chiusura dei lavori e tutte le cerimonie d’iniziazione
tenendo la maschera a cappuccio addosso.
La sciarpa del grado è bianca, parte dalla spalla destra e va al fianco sinistro. Al centro sono ricamati i
sei punti rappresentanti l’esagono di Salomone. Al loro centro la lettera A. Alla sciarpa può essere ag-
giunto come gioiello pendente l’Esagramma di Salomone.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
I SIMBOLI DELL’ORDINE

Così parla l’Iniziatore all’Iniziando incognito:


“Fratello, avrai osservato che qui ci sono degli oggetti speciali disposti in particolare ordine
che assumono un certo aspetto; essi sono destinati a farti comprendere l’esistenza del simboli-
smo. I simboli costituiscono la base del nostro insegnamento, e fra essi alcuni sono assoluta-
mente indispensabili, come in questo caso i tre lumi, la maschera, e il mantello dell’Iniziato.

I LUMI
Come una sola ed unica luce emana da tre lumi differenti, così pure una sola e unica verità e-
mana da sorgenti differenti e apparentemente opposte.
L’Iniziato sa riconoscere la religione sempre simile, sotto i molteplici culti che la rivelano ai
profani. Non esiste che una sola religione, come non c’è che una Verità, e nessun culto, sia
ch’esso si chiami bramanesimo, buddismo, islamismo, cristianesimo ecc., può attribuirsi il mo-
nopolio del suo possesso, escludendo tutti gli altri culti.
Questa era la base delle antiche iniziazioni, ed è per questo motivo, appunto, che un Iniziato
qual’era Alessandro Magno, si recava a sacrificare sugli altari di tutte le divinità e che il paese
vincitore di una guerra, col territorio che si annetteva s’impossessava anche dei suoi Dei. In
quel tempo tutti i sacerdoti, a qualsiasi culto appartenessero, erano degli Iniziati e sapevano
collegare tutte le credenze nell’unità magnifica delle rivelazioni dell’esoterismo.
Lo scopo della maggior parte delle società cosiddette segrete ma meglio indicate come iniziati-
che è quello di ristabilire quest’unione d’uomini superiori. Pensa, o Fratello, agli immensi pro-
gressi che questa comunione universale d’iniziati, sacerdoti di tutti i culti, farebbe compiere al
cammino dell’Umanità verso la perfezione: pensa e comprenderai la grandezza dell’idea che
vagheggiamo.
Al pari della fede, la Scienza deve veder sorgere l’Unità dalla diversità per mezzo della sintesi
scientifica che concilia al fine il materialismo con lo spiritualismo, nella totale concezione del
vero.
La legge che presiede al cammino della Natura, è del pari indicata da questa misteriosa dispo-
sizione dei tre lumi, che si assommano nell’immissione di un’unica e identica luce.
Se dalle luci che si dirigono sulla tua nudità spirituale tu non ti sentirai colpito da un’unica
fiamma, somma e sintesi delle tre che provengono dal trilume, ritraendone un unico sentimento
d’umiltà; se questo sentimento non si svilupperà accoppiato al desiderio di sacrificare le tue
passioni, bruciarle a questa fiamma, e alla forza di attendere che la Luce compenetri la tua nu-
dità fino a rivestirla, allora tu non potrai mai aspirare ad entrare nel tempio della Verità per
divenire un autentico sconosciuto.
Se, invece, dal trilume, tu senti fluire verso di te una sola corrente di luce, ricevi un unico im-
pulso che annienta le tue passioni e sublima il tuo desiderio di Conoscenza, allora vuol dire che
sei pronto per l’attesa che ti permetterà di affrontare le prove future.

SITUAZIONE DEI LUMI

Ricordati della situazione dei Lumi, posti sopra piani di differente colore (nero, bianco, rosso).
Da questa situazione ti deve apparire in primo luogo il principio della gerarchia che deve tro-
varsi all’origine di qualsiasi organizzazione, particolarmente di quelle iniziatiche. La Gerar-
chia, qui, termina col piano della luce, e il colore è a grado a grado meno luminoso come si
scende più in basso. Questa posizione dei lumi su degradanti colori, ti deve dare l’idea precisa
d’ogni vera e stabile organizzazione sia essa sociale, scientifica, religiosa, esoterica, iniziatica.
Tu troverai quest’organizzazione nell’uomo, nelle tre parti che costituiscono il suo tronco: ven-
tre, petto, testa. Esse danno origine, rispettivamente a tre parti umane: il ventre al corpo che
esso ricostituisce, il petto alla vita ch’esso mantiene, la testa al pensiero ch’essa manifesta. Il
pensiero, immagine dei lumi, è il gradino luminoso; la vita, il gradino di penombra, il corpo, il
gradino dell’ombra.
Nella natura, del pari che in Dio, tu potrai scoprire, se lo desideri, questa misteriosa organizza-
zione. La natura agisce mediante la forza fatale (che noi chiamiamo erroneamente Destino) che
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è cieca e che corrisponde al corpo dell’uomo e alla materia nel mondo. E’ il dio della scienza
materialistica. L’uomo agisce mediante la forza semifatale e semi intelligente del suo cervello,
cioè per mezzo della volontà umana che è potente quanto il destino; questa è il dio della scienza
panteista che adora se stesso attraverso la natura e corrisponde alla vita nell’uomo e alla forza
universale nel mondo.
Dio agisce mediante la forza sovraintellettuale e supercosciente che noi chiamiamo Provviden-
za, che può accoppiarsi con la volontà umana ma solo con il libero e assoluto consenso di quel-
la: è questo un gran mistero, un mistero che noi desideriamo risolvere. La Provvidenza corri-
sponde alla volontà nell’uomo, all’anima nel mondo. Essa è il dio del più puro teismo delle
grandi Iniziazioni, che tendono a raggiungerla.
Dalla meditazione su questa misteriosa disposizione dei lumi possono sgorgare altri fecondi in-
segnamenti che si compendiano in una quantità di rivelazioni per chi sa applicare
quell’analogia che, in questa precisa materia, si chiama la legge del ternario.
Tu, o fratello, devi sviluppare da te stesso, da te solo, la possibilità di applicare, dopo averla
appresa e capita, la legge del ternario. Medita con tutta la forza del tuo cuore e la Provvidenza
ti aiuterà.

LA MASCHERA

Mediante la maschera la tua personalità mondana scompare. Tu diventi uno sconosciuto fra al-
tri sconosciuti: allora tu non hai più da temere la meschina suscettibilità alle quali è costretta
la tua vita quotidiana, fra persone che ti spiano senza posa.
Prendi ispirazione dal profondo simbolo di questa pratica apparentemente inutile. Trovandoti
solo, in mezzo a gente che non conosci, tu non hai nulla da chieder loro. E’ da te stesso, nel più
completo isolamento, che devi trarre i principi del tuo avanzamento nella via iniziatica. Non
aspettarti nulla dagli altri, salvo il caso di supremo bisogno, e, in altre parole, impara ad esse-
re sempre TE STESSO. Nella tua qualità di sconosciuto non dovrai ricevere ordini da nessuno.
Soltanto tu sei responsabile delle tue proprie azioni davanti a te stesso e non devi né potrai in-
colparne altri; e la tua coscienza sarà il maestro temuto dal quale prenderai sempre consiglio,
il giudice severo e inflessibile al quale dovrai render conto delle tue azioni.
La maschera che ti isola dal resto dei tuoi simili, ti mostrerà il valore che devi ascrivere alla
propria libertà che, per mezzo della volontà, è potentissima di fronte al destino e alla Provvi-
denza.
Nessuno al mondo ha il diritto di privartene; tu solo ne sei l’assoluto padrone, tu solo dovrai ri-
spondere degli errori e delle colpe ch’essa libertà ti avrà indotto a commettere.
Sappi essere uno sconosciuto per coloro che avrai tratto dalla sventura o dall’ignoranza; sappi
sacrificare la tua personalità, tutte le volte che riterrai necessario che ciò vada a favore altrui
se da ciò ne può venire un bene per l’Umanità.
Questi sono i dati principali, del profondo simbolo della maschera del nostro venerabile Ordi-
ne. Altri significati ti saranno rivelati se il tuo cuore saprà desiderarli.

IL MANTELLO

L’uomo dopo essersi isolato nello studio di se stesso, perviene mediante la meditazione a creare
la propria personalità. Egli può allora affrontare senza tema gli altri uomini, ma deve sempre
stare in guardia. Tutte le forze fatali, ch’egli avrà dominate una alla volta lo attaccheranno in
massa tentando di abbatterlo. Ch’egli sappia allora ripiegare intorno a sé il mantello misterio-
so che rende insensibili agli attacchi dell’ignoranza.
Che la prudenza non si stanchi mai di consigliare l’Ignoto che sa isolarsi nella calma della
propria coscienza, nella pax profonda di cui parlavano i Rosacroce.
Questo mantello che nasconde colui che ne conosce i molteplici usi agli occhi dei malvagi e dei
profani, deve sempre coprire l’Iniziato con le sue pieghe protettrici.
Questo è, forse, il simbolo più profondo che l’Ordine pone davanti agli occhi e al pensiero
dell’Ignoto. Cosicché il suo studio è lasciato alla cura della perseveranza e del lavoro persona-
le dell’Iniziando.
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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
Riassumendo, fratello mio, gli insegnamenti che ti sono stati impartiti finora possono anche ap-
parirti inutili e puerili se non ti sei completamente spogliato della tua mentalità profana. Pur
nondimeno sovvienti delle terribili prove alle quali erano sottoposti coloro che, nell’antichità,
volevano essere iniziati. Allora, forse, comprenderai l’utilità di quel poco che ti è stato detto.
Pochi simboli, appena appena spiegati anche con parole improprie come sempre succede in
questa materia, ti hanno insegnato o dovrebbero averti insegnato verità importantissime. Ma se
rifletterai comprenderai che i lumi e la loro disposizione indicano l’esistenza del simbolismo; la
dottrina esoterica dell’unità; il principio della gerarchia; la Legge del ternario e i suoi rappor-
ti. Che la maschera ti ha istruito sull’autocreazione della personalità mediante l’isolamento e
la meditazione, e che il Mantello ti ha lasciato intravedere la necessità della prudenza, servita
dalla volontà per distruggere i funesti effetti dell’ignoranza.”

PROGRAMMA DI STUDIO E LAVORO

PER L’ASSOCIATO INCOGNITO

La materia d’istruzione dottrinale che fa capo al Martinismo investe, secondo i fondamenti del Nostro Vene-
rabile Ordine, tre settori principali:

1) Il simbolismo e il misticismo ebreo-cristiano;

2) L’ascesi gnostica con particolare riguardo alla teoria ellenica dell’eterno ritorno;

3) Le teorie e le pratiche ermetico-kabbalistiche.

A tale materia va unita una serie d’operazioni generali di catena, individuali e di gruppo. Per affrontare con
probabilità di successo dottrine del genere è necessario possedere una base culturale che abbracci (almeno
genericamente) conoscenze linguistiche, storico filosofiche, astronomiche e astrologiche, matematiche, geo-
grafiche, artistiche, metafisiche e misteriosofiche, che consenta allo studioso di orientarsi in una materia na-
turalmente ostica e quasi sempre oscura, e che facilmente si presta, a causa del suo poliedrico simbolismo, e
dei numerosissimi testi, spesso in contraddizione, a molteplici interpretazioni.
Lo studio deve quindi essere affrontato con pazienza e diligenza e per settori. Ogni martinista dovrà interes-
sarsi – a scanso di nocive confusioni – della materia assegnata al grado da lui rivestito nell’Ordine, appog-
giandosi al suo Iniziatore che gli sarà largo delle indicazioni necessarie. Egli non deve lasciarsi vincere dalla
tentazione di affrontare – senza la necessaria preparazione – argomenti e testi che possono indirizzare verso
la controiniziazione, o far dirottare la sua attenzione su problemi e dottrine, spesso antitradizionali, che col
Martinismo nulla hanno a che fare. Ovviamente questi suggerimenti non significano ch’egli non possa, se n’è
in grado, leggere o tentare d’apprendere anche materia che esula dai tre settori indicati (ma che analogica-
mente rientra in essi perché la Tradizione è Una) tenendo però presente che il suo studio e il metodo di studio
è quello indicato dall’Ordine.
Su queste basi il Sovrano Gran Magistero ha indicato il seguente programma, tenendo conto della degenere-
scenza subita da alcune dottrine che si sono adattate a fenomeni di carattere contingente (sociale, religioso,
politico) esplosi col positivismo e col collettivismo, delle nuove scoperte archeologiche e dei progressi fatti
dall’analisi critico-storica in funzione tradizionale. Ogni singolo Iniziatore è libero di integrare l’istruzione
indicata con lezioni orali, conferenze di gruppo, illustrazioni d’altre opere qui non indicate, a causa delle dif-
ficoltà per la loro reperibilità. Per gli Associati il programma, ovviamente, s’inquadra nella materia del primo
settore, ma è evidente che l’istruzione generale potrà essere evitata o ridotta – o addirittura trasmessa con
conferenze adatte – da coloro (e si suppone siano la grande maggioranza) che già la conoscono.
Per quanto si riferisce all’istruzione culturale sopra indicata è demandato agli Iniziatori di effettuarla e di in-
dicare i testi e le opere che ritengono più adatte a raggiungere lo scopo di una preparazione adatta allo studio
delle materie specifiche.
Si ricorda inoltre che i testi qui indicati – particolarmente quelli non divulgativi – non si devono soltanto
“leggere”.
La loro lettura non è sufficiente: bisogna studiarli fino a quando le frasi più oscure, o il simbolismo più re-
condito, appariranno chiari. Ciò si ottiene con la costanza (che è anche umiltà) e con gli esercizi
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d’immedesimazione. Il Gran Magistero si è poi attenuto, nei limiti del possibile, ad indicare opere di facile o
almeno non molto difficile reperibilità, tenendo anche conto che i testi devono essere di costo modesto e di
facile assimilazione.

SPECIFICA DELLA MATERIA

Martinismo : Storia, dottrina, problematica.

Società segrete : Leggende, storia, degenerescenza. La Massoneria (storia, rituali)

Metafisica : Generalità. Distinzione fra mistica, ascesi, devozione, fede,


religione. Degenerescenze.

Lingue : Alfabeto greco antico. Elementi di traduzione dal latino all’italiano.


I 22 segni della scrittura ebraica e i 5 aggiunti.

Astrologia : Nozioni generali.

Misteriosofia : Ternario e quaternario.

Religione : Il Cristo cosmico. Trinità.

Aritmosofia : Primi elementi di calcolo aritmosofico.

Materie collaterali : La Tradizione: i miti e la loro importanza nei contesti storico-critici.

BIBLIOGRAFIA SUGGERITA

Martinismo:

Aldebaran : Nota storica sul Martinismo, a cura del V.O.M.


Aldebaran : Introduzione al Convento dei Superiori Incogniti, idem.
U.G.Porciatti : Il Martinismo e la sua essenza, Ardenza, Napoli.
R.Ambelain : Le martinisme, Niclaus, Parigi (soltanto il IV C -titolo: “L’école
mystique: Louis Claude de S.Martin”)

Società segrete :

S. Hutin : Le società segrete”, Garzanti, Milano (Saper tutto nr. 47)


S. Hutin : La Massoneria”, Mondadori, Milano (Enciclopedia pop.)
J. Gimpel : I costruttori di cattedrali”, id. c.s.
U.G.Porciatti : Simbologia Massonica, massoneria azzurra, Orizzonti, Roma
(rieditata da Atanor, Roma)

Metafisica :

F.Gregorie : I grandi problemi metafisici, Garzanti, Milano (Saper tutto, nr.63)

Lingue : Qualsiasi tavola comparativa d’alfabeto latino-greco antico


I 22 segni ebraici (dalla raccolta del ritualino di gruppo)
Vocabolario latino e viceversa.
(Nota: si debbono trascrivere parole italiane in segni greci ed ebraici fino ad impadro-
nirsene. Si devono fare esercizi di traduzione dal latino all’italiano con l’ausilio di un
buon vocabolario)

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
Astrologia : Uno dei molti testi in commercio per iniziare.

Misteriosofia : E.Schuré : “I grandi Iniziati” (tenendo presente che quando l’autore narra come storia o
verità è romanzato e poeticizzato).
Religione : Eugenio Zolli : Guida all’antico e nuovo testamento, Garzanti,
Milano (Saper tutto, numeri 78-79).

Aritmosofia : G.Ventura: Considerazioni storico tradizionali sul mito della Regina


di Saba, edizione Vie della Tradizione, Palermo.

Materie collaterali :

A. Reghini : Considerazioni sul rituale d’apprendista libero muratore, Rocco,


Napoli.
Elie Jordan : Il simbolo, quaderni della Ardenza, Napoli.
G. Montanaro : “I misteri antichi” idem (a titolo indicativo).

La materia può essere svolta agevolmente in sei o sette mesi senza sottrarre tempo alle normali occupazioni,
consigliandosi con il proprio Iniziatore e godendo delle agevolazioni delle riunioni di gruppo e dei conversari
tra fratelli. Applicare, dove la materia appare difficile e non si trova chi può spiegarla, il metodo operativo
della visualizzazione. Le basi suindicate – anche se modeste – sono sufficienti e indispensabili per divenire
un buon Associato Incognito ed aspirare a svolgere un lavoro più impegnativo.
Gli Iniziatori devono riflettere alla responsabilità che si assumono nel concedere l’avanzamento all’Iniziato,
cioè portare un Associato, dal pronao del Tempio, dentro al Tempio, a un fratello che non abbia almeno as-
similato la materia di cui alle indicazioni precedenti.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
BREVE COMMENTO ALLA TRASMISSIONE
DEL GRADO DI ASSOCIATO

. .
 Posizione del trilume: Il triangolo è volto in basso . e corrisponde al colore nero del tappeto ini-
ziatico, segno delle acque e dell’Occidente, ovvero del punto di partenza della vita iniziatica, cioè
dell’oscurità.

 Senso del moto dell’Iniziatore: Le luci sono capovolte; la sorgente della luce, cioè il vertice del
triangolo luminoso si trova dalla parte del basso. Il senso del moto è quindi antiorario, esattamente
quello col quale si sono accese le fiamme del trilume.

 Triplice catena: Molti ritengono sia soltanto duplice: Parola e Gesto. E’ invece triplice: Parola, Ge-
sto, Contatto, oppure Gesto, Parola, Contatto. Mancando il contatto perde la sua forza. Essa si espli-
ca in cinque momenti che formano un tutto perfetto: Il segno, la parola, e il gesto nel segno; la for-
mula e il tocco (contatto) nel segno.

Ed ecco la sintesi della triplice catena secondo il simbolismo TARO (Toro deriva da
A=Dottrina e Rosch=inizio, che a loro volta derivanoda Tar=Via e RO=Regio. Significa
dunque Dottrina dell’Inizio, o Via dei Re):

Trionfo sull’Aria con la parola (Aria=Aquila; Parola=Spada)


Trionfo sull’Acqua con il gesto (Acqua=Angelo; Gesto=Coppa)
Trionfo sul Fuoco col contatto (Fuoco=Leone; Contatto=Verga)
Nei tarocchi Pentacolo, Verga, Coppa, Spada, corrispondono ai
quattro semi: Danari, Bastoni, Coppe, Spade.

Ed ecco la sintesi della triplice catena secondo la Kabbalah (SepherJetzirah) :

SEFAR: Numeri = Pensiero Divino (Il Gesto) = (Il Segno)

SIFUR: Parola = Il Verbo Divino (La Parola)

SEFER: Scrittura = Il Segno Divino (Il contatto nel segno)

La scrittura di Dio è la creazione (L’Atto, cioè il contatto nel segno); la Sua Parola è la Sua scrittura; il Suo
Pensiero è la Sua Parola. Pensiero, Parola e Scrittura sono per Lui un’unica cosa, mentre per l’uomo sono tre
cose distinte.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
BREVI CENNI SULLE ORIGINI
DELL’ORDINE MARTINISTA

1720 = Un mistico svedese, Emmanuel Swedenborg, costituisce un sistema iniziatico in dieci gradi com-
prendente i gradi della libera muratoria, gli alti gradi delle Logge d’origine scozzese (derivanti
dai Cavalieri “accettati”) e i gradi cosiddetti illuministici derivanti dalle associazioni alchemiche
e rosicruciane facenti capo al venerando Ordine dell’Aurea R+ (Andrea Valentino). Il sistema è
diviso in tre sezioni l’ultima delle quali costituisce il Tempio Interiore dell’Ordine: 1 sezione
(massonica) con i gradi d’Apprendista, Compagno, Maestro; 2 sezione (illuministica) o sezione
dei Cohen (sacerdoti) con i gradi d’Apprendista Cohen, Compagno Cohen, Maestro Cohen; 3
sezione (attiva) o sezione dei R+ il cui primo grado era quello di Primo Maestro Cohen, Grande
Architetto Apprendista Rosacroce.

Le tre sezioni seguivano una dottrina cara a Swedenborg : la prima studiava la Genesi (creazione,
caduta e possibile reintegrazione dell’uomo), la seconda si dedicava allo studio delle scienze oc-
culte, la terza alla realizzazione pratica dei poteri supernormali eventualmente acquisiti.

1750 = Martines de Pasqually (chi sostiene esser stato un ebreo portoghese, chi un nobile guascone) fon-
da l’Ordine dei Cavalieri massoni Eletti Cohen dell’Universo che adombra in qualche modo il
sistema di Swedenborg. Secondo gli insegnamenti di Martines, l’Ordine mirava a procurare ai
suoi adepti il diretto contatto, e cosciente, con gli esseri del mondo divino e con esso contatto i
presupposti per la reintegrazione dell’uomo allo stato anteriore a quello della caduta. Al sistema,
oggi indicato dagli storici come martinezismo, aderì il nobile Louis Claude de Saint Martin che
1772 = ricoprì per alcuni anni la carica di segretario di Martines nell’Ordine e che, dopo la sua morte e
la messa in sonno dell’Ordine ad opera del successore di Martines, Sebastiano de Las Cases
(1774 morte di martines a Port au Prince; 1778 messa in sonno dell’Ordine che da quattro anni
1782 = non agiva più) modificò l’Ordine nel Rito riformato scozzese di Saint Martin in sette gradi :1-3
gradi azzurri massonici, 4 maestro perfetto, 5 Eletto, 6 Scozzese, 7 Saggio.

Saint Martin, dopo la partenza del suo Maestro per le colonie, si avvicina all’opera del mistico te-
desco Giacomo Bòhme (1575-1624); dalle opere di Saint Martin (“degli errori e della Verità”;
“Quadro naturale dei rapporti che esistono tra Dio, l’Uomo e l’Universo”; “L’uomo ispirato”; “Il
ministero del’Homme spirit”, fra gli altri –rispettivamente pubblicati nel 1775, 1782, 1790,
1802) si può agevolmente seguire il turbamento e la catarsi che si succedono nel suo animo.
Saint Martin ha dei dubbi, e forti sulle teorie teurgiche di Martines e su quelle esoteriche e con-
temporaneamente esteriorizzanti del suo amico e compagno nei Cohen, Jean Baptiste Willer-
motz, al quale accenno più avanti, sta allontanandosi dalla massoneria pur non potendosi dimen-
ticare d’essere massone. Si tratta in sostanza di un mistico che sa e capisce che la trasmissione
non può essere che diretta e riprende il sistema antichissimo delle trasmissioni a catena, rituali,
da maestro ad allievo.

E’ di qui, dall’iniziazione individuale, diretta, trasmessa da Saint Martin, che sorge il martinismo
moderno continuazione delle trasmissioni dirette personali fra “sconosciuti”(d’altra parte non i-
gnorate –e spesso abusate- in massoneria con i ricevimenti dei Gran Maestri o dei Grandi Ispet-
tori Generali dei vari e molteplici Riti sedicenti scozzesi di profani “sulla punta della spada”) e
che a lui viene dato l’appellativo di Filosofo sconosciuto, ignoto, che lo indicherà come il ripri-
stinatore della tradizione classica dell’iniziazione da maestro ad allievo, o a gruppi d’allievi che,
a loro volta trasmetteranno quanto hanno appreso a nuovi adepti in modo che la verità non vada
perduta.

1888 = Il marchese Stanislao De Guaita fonda a Parigi l’ordine kabbalistico della Rosacroce rinnovata il
cui supremo consiglio comprende fra i suoi dodici membri il dottore in medicina Gerard Encaus-
se (Papus), Josephin Peladan, Agostino Chabouseau, Marc Haven, Sedir, l’abate Alta.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
Papus (13-VII-1865 a Corona in Spagna, + Parigi 1916 ) era stato iniziato nel 1882 agli “intimi di
Sain Martin” da Henri Delaage (1825-1882) a Superiore Incognito.
Chabouseau lo era stato, a sua volta, un anno prima. I due membri del supremo consiglio
della R+ Kabbalistica, riconosciutisi, si scambiarono reciprocamente le ricevute iniziazioni e da
1891 = questa cerimonia nacque, prima un gruppo martinista e poi ufficialmente, nel 1891 il moderno
Ordine Martinista. Ecco le dichiarazioni di principio emanate a Parigi dal primo Supremo Con-
siglio dell’Ordine:
“l’Ordine è essenzialmente spiritualista, combatte con tutte le sue forze l’ateismo e il materiali-
smo e, in collegamento con le altre fratellanze iniziatiche, combatte l’ignoranza e dà al simboli-
smo la grandissima importanza che gli compete in tutte le serie iniziazioni. Non si occupa di po-
litica e tanto meno di questioni d’ordine religioso, mantenendo la tolleranza più assoluta”.

1916 = Morte di Papus, senza successione diretta. A Gran Maestro viene eletto il segretario generale
Charles Detrè (Teder) ma la sua elezione, effettuata, pare, da tre persone è poi invalidata da uno
degli stessi votanti, Blanchard, che si proclama Gran Maestro di un ordine dissidente.

1918 = Teder muore in un ospedale di Clermont Ferrand dove Jean Bricaud, ricevuto martinista nel 1903,
e Patriarca della chiesa gnostica universale è mobilitato in qualità d’infermiere. Bricaud afferme-
rà poi di avere ricevuto la trasmissione orale da Teder e si proclama Gran Maestro. Ciò provoca
un’altra scissione in Francia avendo Bricaud modificato i rituali, sospeso l’ammissione delle
donne ai gradi di probazione, preteso che per adire al martinismo il postulante debba possedere il
terzo grado massonico.
Bricaud scopre, poi, che la sua iniziazione non proviene soltanto da Papus, ma addirittura da
Martines de Pasqually. Impone ai martinisti l’appartenenza alla chiesa gnostica da lui presieduta,
che proclama chiesa ufficiale del martinismo richiamandosi ad un trattato d’alleanza da lui con-
cluso nel 1911 con Papus.

1922 = In Italia il Gran Consiglio nazionale dei Superiori Incogniti presieduto da Gran Maestro Sinesius
(avvocato A. Sacchi), dopo un viaggio in Italia di Bricaud e uno a Parigi dello stesso Sacchi per
chiarire le rispettive posizioni, sostenendo gli italiani la linea tradizionale papusiana facente capo
a Saint Martin e rifiutando quella paramassonica del Bricaud e negando in via assoluta
l’esistenza di una qualunque chiesa del martinismo, decise di separarsi ufficialmente dalla Fran-
cia, sanzionando la separazione di fatto già esistente fin dalla morte di Papus.

1923 = L’avvocato Sacchi, riunito il Gran Consiglio viene proclamato Gran Maestro Universale del Mar-
tinismo, linea di Papus, si stacca poi da Bricaud e dalla linea detta gnostica di Lione e, sia pure a
solo titolo astratto, dichiara la sua universalità.

1925 = Proibite le società segrete in Italia, Sinesius concede i poteri dell’Ordine ai Gran Maestri regio-
nali al fine di salvaguardarne la continuità. L’Ordine in alcune sedi, prosegue la sua attività sot-
to copertura culturale. A Venezia i lavori martinisti continuano sotto la guida del Gran Maestro
regionale Flamelicus (M.E. Allegri) e del suo Fratello Incognito Artephius (O.U. Zasio) sotto la
copertura di Società marinara Poseidonia.

1945 = Il 25 agosto, dopo contatti presi in varie parti d’Italia e la constatazione della morte di Sinesius e
della scomparsa della gran parte dei Gran Maestri regionali (morti, dispersi, espatriati o ignavi) il
Gran Consiglio regionale dei Superiori Incogniti delle Venezie diramava, su ordine di Flameli-
cus e a firma Artephius, il primo atto riorganizzativo dell’Ordine. Il successivo 27 dicembre il
Supremo Gran Consiglio, riunito a palazzo Dario sul canal Grande, presenti nove fratelli della
V.A. R+ e i rappresentanti dei riti professati in Italia, eleggeva Gran Maestro Generale il fratello
Flamelicus.

1947 = A Napoli, nel dicembre, veniva eletto Gran Maestro Nazionale per l’Italia, esclusa la zona delle
Venezie, il fratello Zeteo (Umberto Gorel Porciatti) e l’elezione era ratificata da Flamelius.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
1949 = Moriva Porciatti e due mesi dopo Allegri. La sua successione su documento olografo di Flameli-
cus toccava ad Artephius.

1966 = 5 gennaio. Morte di Arthefius sotto la cui Maestranza l’Ordine era stato riorganizzato, ristruttu-
rato e riunito. La successione olografa è per Aldebaran, già Ministro plenipotenziario, che rinun-
cia rimettendo i poteri al Supremo Collegio proponendo il fratello Manas A. Bandarin) che è e-
letto all’unanimità ma muore due mesi dopo. L’Ordine è posto in meditazione da Aldebaran per
circa un anno.

1967 = 5 novembre. Alderaban è eletto Gran Maestro a Bologna dal Supremo Collegio composto da NE-
BO, ALTAIR, IMMANUEL, LYSIS, SIRIUS, all’unanimità. Il neo Gran Maestro conferma la
linea tradizionale facente capo a Papus e Saint Martin, e le alleanze firmate dai suoi predecesso-
ri.

1970 = Il Brunelli (Nebo), persona colta ed irrequieta, ammiratore e seguace di R. Ambelain, famoso scrit-
tore francese di esoterismo massonico e martinista, che egli considerava "suo Maestro" e che, fra
l'altro era Gran Maestro Generale di un Ordine denominato 'Antico e Primitivo Rito di Memphis-
Misraïm, proveniente dalla linea Pessina-Yarker-Reuss-Papus-Teder-Bricaud-Ambelain, prepa-
rò, verosimilmente per ambizione, o forse su suggerimento di Ambelain, contro il F.Gastone
Ventura

!971 = Un complotto che sfociò nel 1971 in una ribellione aperta che comportò la sua uscita dalla catena
Martinista e dalla catena dell'Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis. Dopo la
sua uscita dai due Ordini, il Brunelli fondò l'Ordine Martinista Antico e Tradizionale e, con pa-
tente del "suo Maestro" Ambelain, l'Antico e Primitivo Rito di Memphis-Misraïm - Gran Santua-
rio Italiano - aderente e subordinato al Sovrano Santuario Internazionale di Parigi (attualmente
tale Rito appartiene alla Camera dei Riti del Grande Oriente d'Italia).

1971 = In data 28 luglio, il Grande Fratello Gastone Ventura è passato alla Grande Piramide Eterna la-
sciando la successione testamentaria della Grande Jerophania e della Gran Maestranza al Pot.mo
F. Sebastiano Caracciolo che tuttora guida le fortune del Rito.

Nota = In Francia i quattro tronconi dell’Ordine Martintista divisi alla morte di Papus sono dispersi duran-
te l’occupazione tedesca.
Nel 1945 Aurifen avrebbe risvegliato a Parigi L’Ordine degli Eletti di Cohen e poi fondato un
Ordine martinista degli Eletti di Cohen; nel 1951 il figlio di Papus avrebbe risvegliato l’Ordine
paterno. Attualmente, in Francia esiste soltanto l’Ordine del figlio di Papus col quale l’O.M: ita-
liano ha un trattato d’amicizia.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
RICONOSCIMENTO FRA ASSOCIATI

1 domanda: Conosci Saint Martin? Risposta: Conosco la maschera


2 domanda: Provalo Risposta: Conosco il mantello
3 domanda: Provalo Risposta: Fare il segno dell’Ordine

Segno d’ordine: La mano destra sul cuore con le tre prime dita aperte e le altre due ( anulare e migno-
lo) chiuse.

Batteria: 000 0

Il martinista Associato Incognito, all’atto del suo ricevimento nell’Ordine riceve un nome iniziatico, di sua
scelta, che sostituisce, in quanto egli incognito, il suo nome e cognome profani. Egli è tenuto a non dare il
suo nome profano a nessun fratello o sorella e neppure ai suoi superiori in grado, salvo al suo iniziatore, e al
Sovrano Gran Maestro o ai suoi Delegati che si facciano riconoscere. Non deve svelare ad alcuno il nome
del suo Iniziatore, né i riti, segni, parole e operazioni dell’Ordine.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
ESERCIZI OPERATIVI ELEMENTARI
PER L’ASSOCIATO INCOGNITO

1) Distendersi in posizione confortevole, oppure preferibilmente, sedere a terra con le gambe incrociate e il
busto eretto, le mani e gli avambracci distesi sulle cosce.
Tentare, ripetendo la prova fino a riuscirvi, di fermare i propri pensieri. Fissare per esempio un chiodo nel
muro, un qualsiasi pezzetto di carta buttato a terra, insomma un oggetto il più semplice e trascurabile possibi-
le, fino a quando scomparirà tutto ciò che lo circonda e la mente immaginerà soltanto l’oggetto preso in con-
siderazione. Non lasciarsi vincere dalla confusione che tenteranno di creare i pensieri estranei. Da principio
sembrerà impossibile il farlo, ma dopo qualche tempo, la cosa sembrerà più facile fino a quando la riuscita
sarà completa. Allora sarà possibile immedesimarsi con oggetti più importanti e col Pentacolo del nostro Ve-
nerabile Ordine.

L’esercizio deve essere ripetuto ogni giorno, fino alla sua riuscita. Guai a cedere con la scusa che è troppo
difficile. Chi non ha la volontà per fare questo, ovvero per immedesimare le tre luci del trilume in una luce
sola, è inutile che voglia fare il Martinista. Meglio per lui che rinunci.

2) Esercizio dei tarocchi: Una volta che gli esercizi d’immedesimazione si faranno con una certa facilità e
che si riuscirà ad immaginare perfettamente il pentacolo martinista, l’esercizio d’immedesimazione dovrà es-
sere fatto con i tarocchi, fino a quando si sarà padroni perfettamente delle 22 lame. Ricordarsi che la padro-
nanza delle 22 lame dei tarocchi, cioè la possibilità di averli presenti nella mente come se si avessero davan-
ti, è importantissimo per la simbologia e l’analogia.

Questi due esercizi operativi sono più che sufficienti per il lavoro dell’Associato Incognito.

3) Meditazione per 2” giorni (Operazione completa)


Si esegue per 28 giorni consecutivi, a partire dal giorno successivo il novilunio.
Si ripeterà per tre lune.

RITO:
1) Nella posizione indicata al punto 1) precedente, fare il segno d’Associato Incognito - mano
destra sul cuore con le prime tre dita aperte e le altre due (anulare e mignolo) chiuse.

2) Coprire la batteria d’Associato (000 0) per terra, sulla parete se si è accostati ad essa, sul
palmo della mano sinistra, con la mano destra.

3) Immedesimazione del Pentacolo Dell’Ordine. Qualora si abbia bisogno di vederlo, si disegna


su un foglio di carta, o si segna sul palmo della mano sinistra usando il pollice destro, in due
tempi, prima disegnando o segnando il triangolo superiore, poi quello inferiore. Si deve partire
sempre dai vertici posti alle due estremità superiore ed inferiore del Pentacolo, muovendo sem-
pre verso sinistra (senso antiorario) per il triangolo superiore, e verso destra (senso orario) per
quello inferiore. Per la croce centrale si traccerà prima la linea verticale, (dall’alto verso il bas-
so), poi quella orizzontale (da sinistra verso destra).

4) Meditazione della giornata (vedi successivamente). Meditare sul significato letterale e recon-
dito e proporsene la realizzazione.

5) Bruciare il pentacolo, se esso è stato disegnato su carta.

6) Fare il segno d’Associato Incognito.

7) Coprire la batteria.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
MEDITAZIONI

Prima

1 e 2 giorno dopo il novilunio: Contro il desiderio di potenza.


Ci sono due specie di miracoli: quelli naturali e quelli soprannaturali. L’esoterismo studia, fra gli altri pro-
blemi, i mezzi per produrre i miracoli naturali. Ma le sue pratiche, sempre parziali perché umane, provocano
spesso confusione nello “spazio” immateriale e cagionano, a lunga scadenza, reazioni negative. Tutte le “o-
perazioni” non sono cose infernali come predicano molti, ma per comandare alle forze naturali bisogna pri-
ma essere padroni di noi stessi; se possediamo un potere dobbiamo usarlo per il bene, mai per i nostri inte-
ressi.
Guardiamo sempre la nostra coscienza, che è il nostro angelo custode, cioè il riflesso di Dio e, prima di qua-
lunque azione chiediamo a Dio, tramite la nostra coscienza, il permesso di farla.

Seconda

3 e 4 giorno dopo il novilunio: Contro la pigrizia


Vi è una pigrizia profonda che impedisce ogni cosa, ma ce n’è una più comune che spinge ad evitare i lavori
noiosi.
La prima pressoché incurabile, la seconda si può guarire. Ma noi dobbiamo sapere che qualunque lavoro è
profittevole. Se si giudica il proprio lavoro indegno di noi, ciò dipenderà, senz’altro, dal fatto che non ne
comprendiamo il significato. Lamentarsi è indebolirsi. Facciamo dunque il nostro lavoro anche se ci costerà
qualche sacrificio.

Terza

5 e 6 giorno dopo il novilunio: Contro lo spreco


Se si ricapitolasse ogni sera, quanti gesti abbiamo fatto, quante parole inutili abbiamo detto, quanti progetti
abbiamo gettato, quante forze abbiamo adoperato e distrutto per il nostro inutile capriccio, tale ricapitolazio-
ne ci servirebbe per convincerci che chi spende la propria forza e la propria intelligenza senza legittimo mo-
tivo, richiama su di sé la debolezza e l’imbecillità. Dobbiamo quindi controllarci, fare ogni cosa, a suo tempo
e con cura, perché noi siamo parte integrante di un tutto compatto e nulla si deve perdere delle energie che
emettiamo.

Quarta

7 e 8 giorno dopo il novilunio: Contro l’egoismo


La nostra intelligenza e le nostre energie sono poste in moto solo dall’impulso che proviene dal centro che
muove i nostri desideri.
Dovremo quindi scrutare i moventi delle nostre azioni, scartando tutti quelli che ci sembreranno indipendenti
da una qualsiasi forma d’egoismo. Soltanto allora il nostro operato sarà sano, vivo, armonioso.

Quinta

9 e 10 giorno dopo il novilunio: Contro la vendetta


Nessuno subisce l’odio o un insulto senza averlo meritato. Se non si vede il motivo di quest’odio o di
quell’insulto, vuole dire soltanto che siamo miopi e la logica ci dice di perdonare perché non si spegne un
fuoco soffiando su di lui o aggiungendovi altro combustibile. Solo così, col nostro doloroso perdono, al quale
obblighiamo il nostro amore proprio, provocheremo quel lampo di luce che si poserà sul cuore del nostro
nemico, facendovi germogliare il rimorso ed il pentimento. E se ciò non si verificherà, vorrà dire che colui è
tanto preso da matta bestialitade che non meritava la nostra vendetta. Così agendo saremo veramente supe-
riori e conserveremo, malgrado tutto, la serenità del nostro aspetto, del sentimento, del pensiero.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
Sesta

11 e 12 giorno dopo il novilunio: Contro la cupidigia


Si può essere avaro o cupido, senza essere ricco. Qualunque passione è cupida: chiunque accaparra felicità,
ricchezza, notorietà o qualsiasi altra cosa per sé stesso, defrauda gli altri. Non prendere dunque alcun’altra
cosa oltre quello che ti necessita, ma quanto darai, imiterai sempre la divina provvidenza che ai suoi doni ag-
giunge sempre qualche cosa di più. Aggiungerai anche tu il superfluo di un sorriso o di una parola affettuosa.

Settima

13 e 14 giorno dopo il novilunio: Contro l’elogio ed il biasimo


Evitiamo d’essere cacciatori d’illusione, uno di coloro che anziché cercare la testimonianza della propria co-
scienza cercano l’approvazione, l’elogio altrui e se ne beano. I suffragi che si ricevono, possono essere sin-
ceri o ipocriti. Ma i primi con la loro genuina freschezza, sono più pericolosi dei secondi. Mai cercare
l’elogio ed astenersi dal biasimo, ecco quel che conviene, se ci vogliamo giudicare con giustizia. Anche per-
ché l’affetto dei nostri amici li porta alla parzialità e l’interesse di chi lusinga, tende a sedurci a loro profitto.
La virtù non dev’essere goffa o ridicola. Ma la dignità interiore deve trasparire e la purezza dei pensieri deve
dar linea al nostro vestito, eleganza al nostro portamento, nobiltà ai nostri gesti e al nostro parlare.

Ottava

15 e 16 giorno dopo il novilunio: Contro la maldicenza


I vizi e i difetti degli altri ci turbano, ci urtano, provocano in noi un senso di ripugnanza. Ma non abbiamo
anche noi vizi che, forse, riteniamo virtù, e difetti che riteniamo pregi? Con quale diritto e con quale sicu-
rezza possiamo criticare, disprezzare, i difetti altrui? Forse che gli altri non ritengono anch’essi che i loro vizi
e difetti siano pregi e virtù? Giudicare è comparare con la perfezione. Ma noi non siamo perfetti e ne conse-
gue che il nostro giudizio è difettoso quando non è falso. Così se si accusano gli altri, si può commettere
un’ingiustizia, incatenandosi a quel giudizio errato che si rivolterà contro di noi.

Nona

17 e 18 giorno dopo il novilunio: Contro la menzogna


L’astuzia, l’ipocrisia, non servono che il male; se diamo la nostra parola con il beneficio d’inventario, creia-
mo una scissione tra il nostro pensiero e l’atto, fra un sentimento interno e quello esterno. E ciò rappresenta
un suicidio morale. Se si rispetta la parola, non facendola servire a nulla d’inutile, di falso, d’egoistico (cioè
dandola soltanto quando essa si presta a qualche cosa d’utile e giusto) essa si purificherà e diventerà ciò che
era all’origine: creatrice e taumaturgica. Sarà per coloro che l’hanno richiesta, una benedizione attiva o vivi-
ficante. Per questo dobbiamo essere sinceri nei nostri pensieri, nelle nostre opere, nella nostra parola.

Decima

19 e 20 giorno dopo il novilunio: Contro la calunnia


Calunniare qualcuno è un assassinio morale. D’altra parte la vittima di una calunnia non dovrebbe adontar-
sene. Chi può infatti attaccarci se il nostro destino non lo autorizza a farlo? E se noi stessi non gliene diamo
il destro? Forse che si può essere umiliati, se non se ne ha dato occasione? Non bisogna abbandonarsi ad al-
cuna delle passioni che tiranneggiano, che spogliano, e le cui esigenze mai soddisfatte, vorrebbero ridurre
tutti gli uomini in loro schiavitù. Chi sa, se avessimo il coraggio di guardare bene dentro di noi, quante sof-
ferenze abbiamo fatto subire agli altri che, quindi, avrebbero il diritto di rinfacciarcelo?

Undicesima

21 e 22 giorno dopo il novilunio: Contro storditezza e impazienza


Imprudenza, imprevidenza, irriflessione, versatilità, negligenza, dimenticanza, sono altrettanti difetti
d’attenzione che derivano dall’impazienza e, che conducono alla caduta, allo scoramento, all’esaurimento.

21
Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
L’impazienza è una perdita di forza: che essa nasca da un ostacolo esterno o dalla nostra goffaggine o pre-
sunzione, essa ritarda il risultato che s’insegue. Accrescere la potenza d’attenzione è sorgente di pazienza e
la pazienza fonte di dolcezza, tenacia, oculatezza. Gli adepti possiedono i mezzi per aumentare la potenza
d’attenzione per calmare la fretta, per moderare le effervescenze, per liberare il pensiero. Chi non possiede
questi metodi diventa un tiranno che distrugge e semina disordine. Noi vogliamo e dobbiamo essere degli
adepti e non dei seminatori di discordie.

Dodicesima

23 e 24 giorno dopo il novilunio: Contro la paura


Che si deve temere se nulla può accadere che non si sia meritato con il nostro comportamento? Se ci si com-
porta bene, nulla si ha da temere e chi ci può attaccare è solo colui che è spiritualmente più forte di noi, ma
se è tale, ci darà il suo aiuto.
L’inquietudine, il timore fanno impazzire l’intelligenza, accecano l’intuizione, provocano la disgrazia; nep-
pure il presentimento di una catastrofe deve turbare il Saggio quando il dovere lo chiama, perché Giustizia e
Misericordia stanno nelle mani di Dio. Chi potrà turbarci se il Maestro cammina con noi?

Tredicesima

25 e 26 giorno dopo novilunio: Contro l’insubordinazione


La resistenza, i rifiuti, le discussioni, il broncio, le impazienze, le rivolte, le mormorazioni, sono aspetti di-
versi dello stesso spirito di personalismo. L’essere umano, lo stesso Dio e il verme della terra, non nascono
quaggiù che per imparare ad obbedire. La rivolta conduce alla perdizione. Se la legge alla quale dobbiamo
obbedire ci appare ingiusta, la nostra rivolta non farà che rafforzarla. Se, invece, siamo così padroni di noi
stessi da obbedire senza sforzo, nessuno avrà più il potere di comandarci.

Quattrordicesima

27 e 28 giorno dopo il novilunio : Contro la disperazione


Ciò che appesantisce le nostre catene è che non le crediamo giuste: e più ci arrovelliamo per liberarcene e più
esse ci diventano pesanti. Qualunque piccola contrarietà è sufficiente per scoraggiare l’uomo che non ha la
forza della rassegnazione e quella più potente della fede e della speranza. Se ci disperiamo è perché non ab-
biamo saputo volere quando ciò era necessario e non abbiamo trovato la forza di farlo per mancanza di fede e
di speranza. Dobbiamo quindi volere e sperare.

N O T A : queste 14 meditazioni tratte da Sedir e adattate con modifiche da Alderaban, completano la


“spogliazione” dell’Associato; devono essere ripetute ogni anno per tre lune. Possono poi essere ripetu-
te anche al di fuori del rito, possibilmente alla sera, prima di coricarsi meditandovi prima di prendere
sonno. L’esercizio è essenziale.

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Ordine Martinista – Vademecum per Associato Incognito
Indice:

Dichiarazione dei principi pag. 3

Statuti generali pag. 4

Come si entra in Loggia pag. 6

Disposizione di una Loggia pag. 7

Simboli dell’Ordina pag. 9

Programma di studio e di lavoro pag. 11

Specifica della materia e bibliografia suggerita pag. 12

Breve commento alla trasmissione del grado pag. 13

Brevi cenni sulle origini pag. 15

Riconoscimento pag. 18

Esercizi e Rito pag. 19

Meditazioni pag. 20

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