"Diciamo la verità: che senso ha continuare a parlare di
destra e di sinistra nella politica italiana?". Affermazioni di questo tipo ricorrono sempre più frequentemente nelle dichiarazioni dei nuovi leader, così come nei discorsi quotidiani della gente. Persino nelle vignette di Pericoli e Pirella su questo giornale. Potrà variare il contesto o l' intonazione della frase - ad esempio, se a parlare è un ex-militante sorpreso dal crollo dell' ideologia, l' affermazione sarà accompagnata da un sorriso triste e vagamente allusivo. Resta però il fatto che, da un po' di tempo a questa parte, il numero di coloro che credono nell' opposizione fra "destra" e "sinistra" sembra vertiginosamente diminuito. Se è davvero così, allora bisognerà dire che ci troviamo di fronte ad una mutazione molto seria: antropologica prima ancora che politica. Il fatto è che l' impiego politico dell' opposizione destra/sinistra costituisce solo una fra le infinite manifestazioni di una categoria culturale antichissima, che regola la vita degli uomini in qualsiasi cultura. Questa opposizione agisce in primo luogo nel campo dell' orientamento spaziale della persona: se uno chiede la strada a un passante, normalmente gli verrà detto di "prendere a destra" oppure di "prendere a sinistra". Se questi due punti di riferimento non esistessero, orientarsi sarebbe un bel problema. Allo stesso modo, l' istruttore di scuola guida raccomanderà per prima cosa di "tenere sempre la destra" qualunque cosa accada. Salvo trovarsi in Inghilterra, dove (com' è noto) le automobili tengono invece la sinistra. Da cui lo stupore continuo degli altri europei: ma perché questi inglesi guidano a sinistra? Già, chissà perché. La risposta che viene data a questa domanda è in genere la seguente: perché gli Inglesi vogliono sempre essere diversi dagli altri. E' una risposta stereotipa però interessante. Perché sono un popolo di isolani, si dice, dediti al culto dell' eccentricità, gente che cucina l' agnello con la menta e si ostina a farsi governare dalla monarchia: e poi guidano anche a sinistra. Basterebbe già questa catena di associazioni sorte quasi spontaneamente (eccentrici, monarchici, guida "a sinistra"...) per far comprendere che l' opposizione destra / sinistra non costituisce solo un fondamentale schema di orientamento spaziale per la persona: ha anche la capacità di veicolare una straordinaria quantità di messaggi simbolici. Nella Repubblica di Platone, Er assiste al giudizio delle anime dopo la morte. Ecco che ci sono dei giudici, e questi giudici "ordinavano ai giusti di procedere a destra in alto attraverso il cielo, mentre agli ingiusti ordinavano di procedere a sinistra in basso". Dunque i giusti salgono verso destra, gli ingiusti scendono verso sinistra. Queste catene di associazioni contrapposte (giustizia, alto, destra da un lato; ingiustizia, basso, sinistra dall' altro) non sono affatto casuali. Anche nelle raffigurazioni del Giudizio universale è la mano destra del Signore che, rivolta verso l' alto, indica ai beati la dimora celeste: mentre la sinistra, rivolta in basso, segna l' amaro destino dei dannati. Tradizionalmente la destra è la mano della giustizia e della sacralità: al contrario la sinistra è la mano della trasgressione. A questo punto, potremmo riproporre il tutto nella forma di un quiz estivo e avanzare la seguente domanda: a quale parte, la destra o la sinistra, assocereste l' elemento "femminile" nelle culture antiche? Ma è una domanda troppo facile, è ovvio che si tratta della sinistra. Il "privilegio" della destra era roba da maschi. Oltre che delle donne, comunque, la sinistra era anche del diavolo. Si narra di santi cristiani che, appena nati, rifiutavano il seno sinistro della madre per attaccarsi caparbiamente al seno destro. L' ordine e la sicurezza vengono da destra, la sinistra porta pericoli e imprevisti. Del resto, non esiste un "ufficio sinistri" nelle sedi delle società di assicurazioni? Mentre può capitare che a qualcuno "si offra il destro" di combinare un affare favorevole. La lingua è buon testimone della cultura. Da sinistra i guai, da destra la buona ventura. Superfluo far notare, a questo punto, che anche la scelta "di destra" o "di sinistra" in politica porta (o portava) con sé un buon numero di significati simbolici: la destra per l' ordine e la sacralità, la sinistra per la trasgressione e il rifiuto dei valori costituiti. A differenza dei santi cristiani, i socialisti avrebbero certo succhiato più volentieri al seno sinistro della mamma piuttosto che al destro. Il nuovo ordine, la rivoluzione, la rottura delle tradizioni non potevano venire che da sinistra. Ora però, ci vien detto, l' opposizione destra/sinistra non ha più valore. Che succederà? Si potrebbe pensare che ci stiamo avviando verso una società di ambidestri: una società in cui, eliminata la destra e la sinistra in politica, uscirebbero di scena anche il sacro e il profano, l' alto e il basso, e tutti gli altri loro abituali compagni. Dopo di che, diventerebbe necessario rielaborare il nostro sistema di orientamento simbolico. Insomma, una grande trasformazione. E' possibile che vada a finire così, chi può dirlo. Ma se le lingue e le culture antiche possono insegnarci qualcosa in una circostanza del genere, si può prevedere anche un altro esito. In latino, così come in altre lingue indoeuropee, la "destra" dispone di un solo nome: dextra, quello che noi usiamo ancora. Al contrario, per indicare la "sinistra" ce ne sono almeno tre. Perché questa singolare abbondanza di nomi per la sinistra? Si può pensare che, di volta in volta, andasse in crisi l' assetto fra "destra" e "sinistra" (non in senso politico, ovviamente, ma in senso religioso, o genericamente antropologico): e fosse necessario ridefinire i rapporti fra questi due poli. La destra, la mano della giustizia, della stabilità, manteneva il suo proprio nome: quella che lo cambiava era la mano più trasgressiva, e insieme più instabile, cioè la sinistra. In certe circostanze, insomma, la dextra si è trovata a contrastare con una sinistra, oppure con una laeva, oppure con una scaeva: ma sempre di "sinistra" si trattava; la mano trasgressiva moltiplicava i suoi nomi, certo, però non si sognava minimamente di cedere alla sacralità (invero un po' pierinesca) della destra, tantomeno di identificarsi con lei cancellando ogni opposizione. Sarà così anche nella politica italiana? Un cambiamento di nome "a sinistra", se si vuole, l' abbiamo già visto.