Vertice sulla Libia: c’è persino la Germania, ma l’Italia no.

Altro che patto Roma-Berlino di Frattini. Un vero schiaffo y(7HC0D7*KSTKKQ( +#!z!%!?!;

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Martedì 29 marzo 2011 – Anno 3 – n° 74 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

IL GOVERNO AFFONDA
Bagnetto penale
di Marco Travaglio

no legge il sito del Corriere: “B. in Tribunale,

U bagno di folla e ‘nuovo predellino’”. E si fa

A LAMPEDUSA
l’idea che una fiumana di fans abbia risposto
alla cartolina precetto dei
sottosegretari-badanti Santanchè e Mantovani per
scortare il Cainano tra due ali di folla al processo
Mediatrade. Poi, per fortuna, il sito del Fatto informa:
49 persone, in parte noti figuranti presi a nolo dal
Arrivano a migliaia. L’isola è in rivolta. Maroni scarica i suoi errori sulla Biscione, hanno accolto il premier all’ingresso del
Tribunale e all’uscita erano saliti addirittura a un
Tunisia. Tremonti scopre gli aiuti “creativi”. Situazione fuori controllo centinaio. Compresi cronisti, fotografi, cameraman,
curiosi e uomini della scorta che avvolgevano l’ometto
Gli abitanti bloccano l’accesso al porto. Dal Viminale con un modello portatile di giubbotto antiproiettile,
Processo Mediatrade una nuova promessa: domani portiamo via
anzi antisputo. E lui sul predellino a salutare i fotografi
e i passanti. Più che un bagno di folla, un bagno
tutti gli immigrati D’Onghia e Fierro pag. 2 - 3 z penale. Anzi, un bagnetto. Non male, per uno che

Ma B. non vanta una popolarità del 110 per cento. La verità è che
si sta rapidamente estinguendo: evapora pezzo dopo
pezzo. Sarà per quel malaugurato 17° anniversario
decide più della prima vittoria elettorale (28 marzo ‘94), ma non
gliene va bene una. In famiglia l’hanno interdetto. Al

niente.
governo è commissariato da Tremonti, Bossi, Maroni e
La Russa. Alla Camera è ostaggio di Romano, Pionati e
Scilipoti. Chiunque passi nei suoi dintorni è colto da

Milano,show sfighe bibliche. Persino Maldini, il calciatore, è finito a

giudizio per corruzione. E la Merkel, che dire della
povera Merkel? Sabato Frattini Dry sostiene di “avere

per pochi delle idee” e per dimostrarlo annuncia a Repubblica un

“piano italo-tedesco” per la Libia. Un’idea come
un’altra, per carità. Il guaio è che la Germania non ne
pag. 4-5 z sa nulla: secondo Repubblica, “il piano Frattini
imbarazza i tedeschi”. Anzi, “li spiazza”. Perché, molto
semplicemente, non sono stati avvertiti. Infatti fanno
VIGILANZA x Pdl e Lega all’attacco contro le poche trasmissioni scomode sapere che loro parlano “con tutti i partner
internazionali”. L’asse Roma-Berlino (Tokyo ha
abbastanza guai per conto suo) è un’invenzione di F.F.:

ANNOZERO E BALLARÒ DEVONO TACERE un asse del water (da cui gli “imbarazzi” di stomaco
tedeschi). Ma basta la nomination frattiniana per
condannare la Merkel a una disfatta elettorale mai

ALLA RAI RITORNA IL BAVAGLIO VERGOGNA

vista. Pare che ora la cancelliera abbia pregato il
governo italiano di non citarla mai più, se non per
dichiarare guerra alla Germania. È gelosa di Sarkozy
che – da quando B. e gli house organ bombardano la
Francia e Ferrara minaccia di sganciarsi su Parigi come
Oggi il voto sulla L’IMBROGLIO x
arma batteriologica – si sta riscattando in Libia: la
TRAME DI POTERE x Finti terremotati
“impar condicio”. L’inchiesta sul turbogas rivolta con le bandiere francesi va a gonfie vele, anche
Santoro invoca
Zavoli. E arriva Palenzona Freccero: perché B. sta di nuovo con Gheddafi. Terrore invece a
Lampedusa: si mormora che, non bastando i disastri
combinati da Maroni e Frattini Dry, voglia
la Petruni al Tg2
di Carlo Tecce
nel mirino “La tv occuparsene direttamente B. Che, nell’attesa, manda
avanti la Michela Vittoria Brambilla per lanciare dalle
colonne del Giornale “un ultimatum alla Tunisia”:

pronto il nuovo bavaglio

Èca.per l’informazione pubbli-
dei magistrati italiana, “Basta sbarchi”. Già ci pare di sentire la risposta dei
tunisini terrorizzati: “Se no?”. Se no – avverte la triglia
salmonata – “si arresterà qualunque tipo di
Il pretesto è la par condicio
durante la campagna eletto-
rale per le Amministrative del
di Crotone uno scenario promozione del turismo in Tunisia da parte nostra”.
Mecojoni, se dice a Roma. Anche il Giornale di Olindo

15 e 16 maggio. pag. 6 z Malagutti e Massari pag. 10-11 z

Udi Paolo Flores d’Arcais
QUEI RAID
PER SALVARE
LA SPERANZA
ibellarsi è giusto? Dipen-
R de contro chi, natural-
mente. Le persone che per
diventare cittadini sono en-
trate in rivolta in Egitto, in
Tunisia, in Libia, ora in Siria e
in Giordania, lo hanno fatto
contro i regimi. pag. 18
Fabrizio Palenzona, vicepresidente
di Unicredit (FOTO LAPRESSE)
npartito democratico
La grande fuga
comincia dal Nord
E dai cattolici
Marra pag. 7z
CATTIVERIE
Minzolini: “Un giornalista fa una nota
spese. Se non va bene l’azienda lo
chiama subito o dopo 18 mesi?”.
Non so, potremmo chiederlo
a un giornalista
(Roberto Nadalin www.luttazzi.it)
libico”
di Luca Telese
episodio di Forum taroc-
L’fintacato per inscenare una
abruzzese aquilana
che elogia il governo. E poi
la proposta liberticida in
commissione di Vigilanza:
quella di sospendere tutti i
talk-show politici. Carlo
Freccero unisce due episo-
di apparentemente distanti
per disegnare quello che de-
finisce “Uno scenario libi-
co”. pag. 6 z
Sallusti dà il suo contributo: rivela che i profughi sono
“clandestini radical chic” e “griffati”: uno porta “il
cappellino Adidas” e in un servizio di Annozero si
scorge addirittura “un paio di scarpe che potrebbero
essere Nike”. Ergo, bando alle ciance: questi sono
ricchi sfondati (e pure “poligami”, denuncia la
Maglie), ma si travestono da disperati per dar noia al
governo. Dunque – spiega sempre il Giornale di zio
Tibia – “la strada non può che essere quella che aveva
ispirato la proposta fatta da Berlusconi, Bossi e dallo
stesso Tremonti anni fa”. Una proposta preveggente,
visto che fu lanciata “anni fa”, prima delle rivolte in
Nordafrica: “Destinare una quota dell’Iva, via
volontariato, per aiutare’ chi viene da quei paesi, ma
‘in casa loro’...”. In una parola: “Sussidiarietà
internazionale”. Nessuno sa che diavolo significhi
“destinare una quota dell’Iva via volontariato”, ma fa lo
stesso. A Lampedusa c’è la guerra civile e il governo fa
la supercazzola.
pagina 2

I
L’ISOLA CHE NON C’È

problemi determinati dall’attuale ondata
La Cei: problema europeo migratoria “riguardano l’Italia alla stessa
stregua con cui riguardano l’Europa, di cui
siamo parte: i confini costieri della prima infatti
Bersani: governo coincidono con i confini meridionali della seconda”.
Lo ha affermato il presidente della Cei, Angelo
Bagnasco, per il quale “l’emergenza è comunitaria, e va
deve metterci la faccia affrontata nell’ottica di destinare risorse per uno
sforzo di sviluppo straordinario, che non potrà non
raccogliere poi benefici in termini di sicurezza
complessiva”. “Continuare a ritenere interi popoli
poveri come fastidiosi importuni non porterà lontano.
È un’illusione pensare di vivere in pace, tenendo a
distanza popoli giovani, stremati dalle privazioni, e in
cerca di un soddisfacimento legittimo per la propria
fame” ha spiegato il cardinale. Di governo incapace ha
parlato ieri il segretario Pd Bersani: “Non si può avere
un governo – ha sostenuto – dove uno vuole dare
soldi e un altro schiaffi, Maroni propone un impegno
economico e Bondi li vuole mandare a casa e Tremonti
taglia i soldi della cooperazione. Non si possono
tenere i piedi in due scarpe. Se vogliono la solidarietà
nazionale e internazionale devono metterci la faccia e
agire con razionalità e organizzazione”.

INFERNO GIORNO
La rivolta di Lampedusa: bloccato l’accesso al porto
Ma gli sbarchi non si fermano. Timori per le malattie
di Enrico Fierro sessorato regionale alla Sa- zia sulle spalle per protegger-
inviato a Lampedusa nità e dell’Oms. Verifiche- si dal freddo della notte: “Io
ranno, valuteranno, studie- sono stanco del mondo”. E il
adesso a far salire la ranno, e solo alla fine, se ver- mondo, l’Italia, sono la tendo-

E febbre di Lampedusa è
una parola: quarante-
na. Quarantena un ter-
mine che evoca malattie, in-
fezioni, scenari da pesti me-
dievali. L’isola ridotta a un
enorme lazzaretto dove tutti
i protagonisti di questo
dramma mediterraneo sono
prigionieri, i loro destini so-
no legati dalla tragedia, co-
stretti a vivere insieme per
quaranta giorni. I lampedu-
sani e i tunisini, i giornalisti
piombati qui da tutto il mon-
do e le centinaia di poliziot-
ti, militari e carabinieri man-
dati a svolgere un compito al
limite dell’impossibile: fare
in modo che sull’isola non
esploda la guerra di tutti
contro tutti. A parlare di
quarantena è il presidente
della Regione Sicilia Raffae-
le Lombardo durante la sua
visita a Lampedusa. Le con-
dizioni sanitarie sono cata-
strofiche, ammettono tutti,
dal ministro della Sanità ai
maggiori infettivologi, ma
non si può parlare ancora di
un vero e proprio rischio
epidemie. Ieri è arrivata una
task force di esperti dell’As-
L’ennesima
promessa
del Viminale:
mercoledì
sei navi
porteranno
via gli stranieri
ranno riscontrate patologie
infettive tali da far temere
l’esplosione di epidemie, l’i-
sola sarà messa in quarante-
na. Uno scenario apocalitti-
co. Ma bastava anche meno
per far saltare i nervi a tutti.
In poche ore l’isola si è de-
finitivamente spaccata. Da
una parte le migliaia di tu-
nisini ammassati sul molto,
dall’altra le donne di Lampe-
dusa incatenate nella fetta di
porto dove attraccano i pe-
scherecci.
Pericolo quarantena
per l’isola lazzaretto
SCRITTE e striscioni contro
il governo nazionale e quello
regionale, barricate e blocchi
stradali fino a tarda sera, con
l’ingresso del porto chiuso da
una catena di pescherecci e
barconi portati dai pescatori.
Tensione al massimo, nervi
tesi, parole sbagliate. Sull’iso-
la ormai ci sono più di 6 mila
tunisini, una popolazione di
gran lunga superiore ai resi-
denti italiani. Le condizioni in
cui vivono da giorni peggiora-
no sempre di più. Un gruppo
di migranti per tutta la giorna-
ta di domenica ha fatto lo scio-
pero della fame. Li si poteva
vedere sul molo, stretti a cer-
chio, in mano cartelli di pro-
testa scritti sui cartoni e nel
po’ di italiano appreso in que-
sti giorni. “Choper di fame”
(sciopero della fame), “Ric-
pettto prima di pane” (rispet-
to prima del pane). Solo una
scritta appariva drammatica-
mente chiara. L’aveva vergata
Yusseff, il volto emaciato e
una busta nera dell’immondi-
poli del “Darfur”, la collina di
roccia che sta sopra il porto,
lo schifo della stazione marit-
tima ridotta a lercio dormito-
rio per centinaia di persone, e
gli altri costretti a dormire a
terra, sotto i camion parcheg-
giati, attaccati al reticolato
dell’imbarcadero. Uno scena-
rio da girone dantesco che ha
fatto spalancare gli occhi alla
delegazione dei parlamentari
del Pd arrivati ieri a Lampedu-
sa. “Mancu l’armaru si tratta-
no così”, sbotta in dialetto si-
ciliano l’europarlamentare
Rosario Crocetta. “È come il
Ruanda, Lampedusa è ridotta
così, denuncerò l’Italia per
violazione dei diritti umani”.
Accanto ha Livia Turco. Il pro-
gramma prevedeva visite isti-
tuzionali, la gente del posto
ha dirottato gli onorevoli sul
molo della vergogna. “Sono
sotto choc –dice l’ex ministro
del governo Prodi – in tv que-
ste scene non si vedono, que-
ste persone sono trattate co-
me animali, la loro condizio-
ne è disumana”. È la realtà,
drammatica, insopportabile,
che si impossessa della politi-
ca e si sostituisce al chiacchie-
Ieri è arrivata riccio da talk-show. I parla-
mentari del Pd sono allibiti di
si trasformasse in una enorme
bidonville. Qualcuno, prima
del governo e del ministro
Maroni. Domani, ha assicura-
una task-force fronte allo scandalo dei con-
tainers del ministero dell’In-
o poi, dovrà dare conto anche
del perché non sono stati uti-
to il Viminale, arriveranno sei
grosse navi traghetto e l’isola
di esperti terno da giorni bloccati nel
porto e sorvegliati dai bersa-
lizzati per tempo. Lampedusa
con i nervi a fior di pelle,
sarà completamente svuota-
ta. È la decisione che si aspet-
glieri. Contengono tende e pronta a scendere di nuovo in tava da giorni, l’unico passo
dell’Assessorato bagni chimici, moduli com- piazza. Per domani è annun- da fare per non far esplodere
pleti di docce e lavandini, c’è ciata una manifestazione cit- Lampedusa. Ma è tardiva, ar-
regionale alla anche una cucina da campo. tadina e per giovedì la serrata riva dopo giorni e giorni di
Insomma, tutto quello che di tutte le attività. Il sindaco emergenza senza fine, dove
Sanità serviva per alleviare le condi- Dino De Rubeis, però, smen- ogni ora che passava serviva
zioni di vita di migliaia di tu- tisce. “Non ci saranno prote- solo ad aggravare la situazio-
e dell’Oms nisini e per evitare che l’isola ste”, a lui bastano le promesse ne. “Troppi inganni, troppe

Benvenuti all’Hotel Manduria, dove l’obiettivo è scappare

IL PARIGINO SALEM È VENUTO A PRENDERSI I SUOI FRATELLI, SABRI VUOLE TORNARE A CASA. ALL’APPELLO MANCANO GIÀ 140 PERSONE
di Pierluigi G. Cardone
Manduria (Taranto)
ella stradina di campagna
Ntendopoli,
di fronte all’ingresso della
Salem aspetta da
ore. Sembra un turista. Intor-
no a lui, la gente del posto, in
barba ai nascenti comitati per
l’accoglienza, ha organizzato
ronde autonome per riportare
nel centro i migranti che fug-
gono. Urlano, minacciano
proteste clamorose, ce l’han-
no con le forze dell’ordine che
non catturano i fuggiaschi. Chi
abita nei pressi di “Hotel Man-
duria” è esasperato: i migranti
entrano nei poderi privati,
qualcuno – dicono – anche
nelle case. Salem ascolta. Tren-
t’anni, tunisino:. “Vengo da Pa-
rigi, sono muratore. Tre giorni
fa mi ha chiamato mia madre
dicendo che due dei miei fra-
telli, 19 e 24 anni, hanno preso
la nave da Sfax e sono in Italia.
Sono qui per portarli con me
in Francia: lì c’è lavoro”.
SALEM VIAGGIA da due
giorni, è stato anche in Sicilia,
sulla mano sinistra una scritta a
penna: Oria. “Mi hanno detto
che i miei fratelli sono qui”. E
aspetta, osservando il “lavoro
sporco” delle ronde. Houssine,
invece, non deve aspettare nes-
suno, neanche l’identificazio-
ne. Ha 19 anni, viene da Tunisi,
è appena scappato dalla tendo-
poli e corre nei campi, verso
una strada che non c’è. “Vado a
Bari, a Roma: brutte tende, no
acqua, no papiers (l’identifica-
zione, ndr)”. E scappa, botti-
glietta d’acqua in mano e sor-
riso da ventenne come tanti.
Sabri non ride. Ha 24 anni, vie-
ne da Sfax, vorrebbe fuggire,
ma rimane. “Voglio la papiers e
poi via, in Francia: lì c’è lavoro,
qui crisi come da noi”. Il futuro,
per Sabri, ha contorni roman-
tici: “Appena in Tunisia costrui-
scono la democrazia io torno.
Quella è casa mia, no qui: non
c’è acqua per lavarci, non pos-
siamo uscire, siamo in mezzo a
niente. È peggio di Lampedu-
sa”. Non è vero. La malabolgia
siciliana è lontana anni luce da
questo lembo sperduto di Pu-
glia. Tende azzurre in fila, pie-
trisco, bagni chimici e contai-
ner adibiti a uffici: tutto qui
l’Hotel Manduria. La tendopo-
li, però, è in fermento. Al di là
dell’esile rete di protezione, è
un continuo via vai di mezzi da
lavoro.
IL CENTRO è off limits per i
cronisti, almeno fino all’arrivo,
nel primo pomeriggio, di Nichi
Vendola. Il presidente della Re-
gione visita la tendopoli, parla
con un rappresentante dei mi-
granti, spara a zero sul governo
e il suo modo di fare accoglien-
za, s’interroga sullo status del
non-luogo: non è un Cie, non è
un Cara, forse è un Cpa. Nella
guerra di sigle, ecco il mistero
dei numeri: di chi arriva e di chi
fugge. Nel consiglio comunale
straordinario di Manduria, il
sottosegretario Mantovano ha
assicurato che il centro non
ospiterà più di 1500 persone.
Qualche giorno fa dovevano
essere 700: la gente non gli cre-
de più e intanto attende gli altri
850 “ospiti”, che arriveranno
stamane dal porto di Taranto.
Nessuna certezza, invece, sulle
cifre dei fuggiaschi. Per il re-
sponsabile del campo, l’avvo-
cato Lonoce, all’appello man-
cano 140 persone. La cifra, pe-
rò, è stata calcolata contando i
buoni pasto che i migranti si
scambiano in continuazione: il
rischio è che in realtà manchi-
no quasi 250 uomini. Il vento
batte sulle tende, fa freddo, ini-
zia a piovere. I migranti entra-
no nei loro ricoveri. Squilla il te-
lefono. È Salem: è in una stazio-
ne vicina ad aspettare i suoi fra-
telli. “L’appuntamento è a mez-
zanotte, scapperanno col buio.
Fuggono tutti, è inutile che
stanno lì dentro”.

Effetti dei respingimenti:
crollano
le richieste d’asilo
promesse non mantenute”,
dice una delle donne incate-
nate per protesta. E troppe le
parole e i gesti contraddittori.
Arrivano le navi per svuotare
Lampedusa, ma in contrada
Imbriacola, dove c’è il Centro
di accoglienza, abbiamo visto
un gruppo di tecnici della
Protezione civile regionale al
lavoro. “Stiamo valutando se
qui si possono impiantare ba-
gni chimici, docce e una cu-
cina da campo. Non è una ten-
LA VOCE DEI POLIZIOTTI
“TURNI MASSACRANTI, SERVONO RINFORZI”
paventati no, perché
“S siamo abituati alla ‘piaz-
za’. Il problema è che siamo
in notevole minoranza”. A
parlare è uno dei poliziotti
inviati a Lampedusa da una
città del nord. In molti han-
no condiviso la sua scelta,
hanno fatto di tutto per po-
terci essere, per poter arro-
tondare lo stipendio magro
della Polizia di Stato. E qual-
cuno se n’è anche pentito.
“Mi ero reso conto che il fe-
nomeno era in aumento –
racconta al Fatto – ma non
pensavo che la situazione
potesse essere questa”. Dor-
mono in albergo, queste di-
vise, e certo non se ne la-
mentano, ma i turni di lavo-
ro sono massacranti: “C’è
sempre bisogno di aiuto per
gestire il flusso. Di solito la-
D
iminuisce anche nel 2010 il
numero di richiedenti asilo nei
Paesi del mondo industrializzato:
la cifra attuale è pari a circa la metà dei livelli di
10 anni fa. È uno dei dati del rapporto
statistico sulle domande d’asilo diffuso
dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite
per i Rifugiati (Unhcr). Il dossier mette in
Vite vendute A sinistra, la fogna a
cielo aperto di Lampedusa (FOTO EMBLEMA) In
alto, da sinistra, il blocco degli isolani
davanti al porto per impedire l’accesso
ai barconi e un bimbo a Linosa. A
destra, l’analoga situazione che sta
vivendo Malta (FOTO ANSA)
dopoli, però”. Insomma nel
mentre si lavora per una mas-
siccia operazione di svuota-
mento, si progettano con no-
tevole ritardo le strutture che
erano necessarie da settima-
ne.
Un altro barcone
alla deriva
E POI quella frase del mini-
stro dell’Interno Maroni sui
rimpatri forzati. Basta vivere
per qualche ora sul molo di
Lampedusa tra le migliaia di
tunisini che aspettano il loro
turno per essere portati nelle
altre regioni italiane, ascolta-
re i loro discorsi, vedere i loro
volti nervosi, respirare la ten-
sione che monta ogni ora che
passa, per capire che l’espres-
sione rimpatrio forzato qui
può essere la scintilla destina-
ta a scatenare l’inferno.
Nelle ultime 48 ore sono sbar-
cati 2500 tunisini, molte don-
ne, tanti nuclei familiari, un
centinaio di minorenni. Ieri
una barca con 47 migranti è
riuscita a forzare il blocco dei
pescherecci e ha toccato ter-
ra, mentre gli elicotteri della
Guardia costiera avvistavano
un altro barcone alla deriva
con 240 persone, decine di
minori, tante donne, due in-
cinte. Anche loro, come le mi-
gliaia di tunisini approdati fi-
no ad oggi, sanno poco di leg-
gi e respingimenti. All’Euro-
pa e all’Italia chiedono una
cosa sola: la speranza di un fu-
turo.
voriamo o la mattina o il po-
meriggio, ma capita spessis-
simo che montiamo prima
del tempo o smontiamo do-
po. Il clima è molto teso, gli
isolani non ne possono più e
noi dobbiamo mantenere la
calma. Facciamo servizio al-
l’interno del centro di acco-
glienza oppure alla stazione
marittima. Ci impiegano an-
che durante la distribuzione
dei pasti. Gli immigrati sono
tanti e vanno gestiti: qualcu-
no di loro tenta di fare il fur-
bo, di fare due volte la fila
per mangiare. E noi siamo
troppo pochi”.
“Finora non abbiamo assisti-
to a situazioni di pericolo –
spiega ancora – anche se c’è
qualcuno più focoso di altri.
Ma non abbiamo mai dovuto
far ricorso all’uso della forza,
Tre ministri alla deriva
poche idee, molte smentite
RIMPATRI FORZATI, ULTIMATUM, AIUTI CREATIVI
LA PROPAGANDA DI FRATTINI, MARONI E TREMONTI
di Silvia D’Onghia
gnuno per sé, la stampa
O
per tutti. Per risolvere la
situazione drammatica
di Lampedusa, anziché
chiudersi nelle stanze dei pa-
lazzi e decidere insieme e in
tempi rapidi, cosa fare, i nostri
ministri di punta viaggiano su
treni diversi e parlano al mon-
do attraverso le colonne dei
giornali o i programmi televi-
sivi. Nel silenzio assordante di
Berlusconi, i tre moschettieri
Sul sito (nuovo)
della Farnesina
“ Dovrebbero
avere l’orgoglio
di tornare
nel loro Paese
per partecipare
ai processi
democratici
” ”
anche perché gli stranieri
non hanno nessun interesse
a esacerbare il clima”. I po-
liziotti hanno in dotazione
guanti e mascherina, non
hanno fatto alcun tipo di
profilassi: “Non sappiamo
con chi abbiamo a che fare e
questa fogna a cielo aperto
L’ISOLA CHE NON C’È
evidenza come soprattutto in Italia, in Grecia e
a Malta sia diminuito il numero di persone che
ha chiesto protezione. Nel nostro Paese nel
2010 ci sono state 8.200 domande contro le
30.300 del 2008: il 73% in meno. Molti di
coloro che presentavano domanda arrivavano
via mare. Ciò significa, dunque, non che nel
mondo siano diminuite le persone in fuga dalle
Maroni, Frattini e Tremonti ri-
lasciano interviste e dichiara-
zioni che il giorno dopo si fan-
no smentire o smentiscono lo-
ro stessi, lanciano proposte
inattuabili e ultimatum, ricon-
ducono il dramma dei profu-
ghi alla globalizzazione. E in-
tanto a Lampedusa si rischia la
guerra civile.
FRANCO FRATTINI, mi-
nistro degli Affari esteri, men-
tre il Mediterraneo (cioè casa
nostra) vive gli effetti devastan-
La minaccia dopo
la visita diplomatica
“ La Tunisia ha
48 ore di tempo
per attuare
gli accordi,
accetteremo
soltanto eritrei
e somali
può essere pericolosa. Cer-
chiamo di tenerci un po’ a
distanza”. Colui che parla
non crede all’idea che si stia
cercando la rivolta: “Credo
solo che abbiano sottovalu-
tato il fenomeno. Spero dav-
vero che mandino rinforzi”.
(si. d’o.)
guerre, ma che in Italia non ci sono mai
arrivate, a causa delle politiche restrittive
attuate nel Canale di Sicilia da Italia e Libia, tra
cui i respingimenti. Dal 2008 al 2009 le
domande si sono quasi dimezzate (17.600) e
nel 2010 questo trend è continuato, portando
l'Italia al 14esimo posto per destinazione tra i
44 Paesi industrializzati.
ti di un processo che è solo al-
l’inizio, inaugura il sito Internet
della Farnesina. “Un portale rin-
novato all’insegna della rapidi-
tà e dell’accessibilità – recitava
ieri il comunicato stampa – e
tante nuove idee sul piano della
comunicazione che conferma-
no la ‘forte vocazione’ del mi-
nistero a una ‘comunicazione
istituzionale sempre più al pas-
so con i tempi e la rapidità del-
l’informazione’” (sic!). Sul sito
c’è persino il blog personale del
ministro, “Diario italiano”. Un
impegno istituzionale. E allora,
proprio spulciando l’home pa-
ge, scopriamo che cosa pensa
Frattini dei profughi: “I tunisini
dovrebbero avere l’orgoglio di
tornare nel loro Paese per par-
tecipare ai processi di transizio-
ne democratica”. È lo stesso mi-
nistro che è stato capace di farsi
smentire dalla Germania, con
un’altra figuraccia internazio-
nale: domenica, in un’intervi-
sta a Repubblica, ha annunciato
di avere un piano per uscire dal-
la guerra in Libia, “vedremo se
si potrà tradurre in una propo-
sta italo-tedesca”. Ipse dixit. Ieri
lo stesso quotidiano era costret-
to a titolare: “Il piano Frattini
imbarazza i tedeschi. ‘Nessun
asse, parliamo con tutti’”.
ROBERTO MARONI, mi-
nistro dell’Interno, da un mese
e mezzo parla di “esodo bibli-
co” e annuncia, ogni giorno, un
rimedio diverso e immediato.
L’ultima, in ordine di tempo, è
di ieri: entro mercoledì l’isola
sarà svuotata. Lo ha deciso al te-
lefono con il governatore sici-
liano Raffaele Lombardo: sei na-
vi per portare via (dove non si
sa, in che tempi neanche) i pro-
fughi. E poi? La soluzione ora
sembrano essere i rimpatri for-
zati, come ha annunciato ieri
dalle pagine del Corriere: pren-
dere quei poveri disgraziati che
magari cercano solo di raggiun-
gere le famiglie in Francia e ri-
buttarli in Tunisia. Anzi, no. Pri-
ma un ultimatum: Tunisi ha due
giorni di tempo per attivare i
controlli concordati nel corso
della missione-lampo dell’altro
giorno proprio di Maroni e Frat-
tini. Messaggio condiviso, del
resto, dal ministro del Turismo,
Michela Vittoria Brambilla, che
sul Giornale minaccia addirittu-
Martedì 29 marzo 2011
ra di fermare, per ritorsione, i
turisti italiani verso la Tunisia.
Ma, sia ben chiaro, questo non
vale per gli eritrei e i somali che
– sostiene Maroni –, poiché
scappano dalla guerra e hanno
diritto alla protezione interna-
zionale, non si possono rimpa-
triare. E i 50 mila in arrivo dalla
Libia per i quali la settimana
scorsa Maroni ha annunciato
un piano da concordare con le
Regioni? Non ce n’è traccia, né
dei libici né del piano.
Proposte
stravaganti
“ Si potrebbe
destinare
una quota
dell’Iva,
via volontariato,
per aiutare
(in casa loro)
GIULIO TREMONTI, mini- ”
stro dell’Economia, è tornato.
In tv. Domenica, dalla Annun-
ziata, ha “dato la linea al gover-
no”, come titolava ieri il quoti-
diano di Sallusti. Di chi è la col-
pa se una marea di persone si
riversa sulle nostre coste? Della
globalizzazione – sostiene Tre-
monti – che “alcuni pazzi han-
no voluto spingere”. Che fare
dunque Il ministro sostiene di
non aver ancora studiato la pro-
posta di dare 1.700 euro ciascu-
no (idea nata sempre nelle men-
ti di Frattini e Maroni, poi messa
gentilmente a tacere da Bossi).
Soldi europei, naturalmente,
che però “sono comunque sol-
di italiani” per Tremonti. Certo,
si potrebbe “destinare una quo-
ta dell’Iva, via volontariato, per
aiutare”. Che solo lui sa cosa si-
gnifica. Il super-ministro lancia
anche un monito: no alla “reto-
rica sbagliata dell’accettazione
di milioni di persone” che po-
trebbe portare alla “reazione
dei movimenti nazisti”. Meglio
tornare al sito della Farnesina.
pagina 4
Sanità in Puglia,
inutilizzabili le
intercettazioni di Tarantini
Nicole Minetti
“È un vecchio
e basta”
“È un pezzo
di m... Non
me ne fotte un
cazzo se lui è il
presidente del
Consiglio, cioè, è un vecchio
e basta. Si sta comportando
da pezzo di merda pur di sal-
vare il suo culo flaccido”.
Da Gheddafi a Ruby:
il Caimano flaccido
DEPRESSO E “SPARI TO” DALLA POLITICA
CERCASI PREMIER DISPERATAMENTE
di Fabrizio d’Esposito
ov’è finito il premier?
D
Non l’imputato Berlu-
sconi. O l’insaziabile sul-
tano dell’harem a paga-
mento. Oppure ancora l’impla-
cabile barzellettiere e gaffeur.
Le tragiche emergenze delle ul-
time settimane consegnano
l’immagine di un uomo in fuga
dal famigerato ruolo di “presi-
dente del fare”.
Primo scatto: lunedì 21 marzo.
Il consiglio dei ministri si riu-
nisce per l’intervento libico. Il
Caimano è atteso nella sala
stampa di Palazzo Chigi, ma
non si presenta. Non vuol met-
tere la faccia sulla guerra all’ex
amico Gheddafi. Coi suoi col-
laboratori, poi, si sfoga: “In
questa vicenda sono stato tra-
scinato da Letta, Frattini, La
Russa”.
IL BIS, IERI, sempre di lune-
dì. A Lampedusa, il dramma de-
gli immigrati è delegato a tre mi-
nistri (Maroni, Frattini, Tremon-
ti). B., però, stavolta non è as-
sente dalle cronache. Anzi. Nel-
le stesse ore occupa la scena
L’INTERVISTA ONLINE Sabrina Ferilli
“Anche le sue donne lo prendono in giro”
otto un certo aspetto Ber-
“S lusconi è un punto di ri-
ferimento per molte donne –
dice Sabrina Ferilli nella vide-
ointervista condotta da Mar-
co Travaglio e online sul sito
internet del Fatto Quotidiano –
però non tutte le donne ve-
dono solo quello in un uomo.
Ce ne sono molte altre che
hanno una concezione di se
stesse che è paritaria, assolu-
tamente libera e disinteressa-
ta”.
Ti sei scandalizzata per la
vicenda Ruby?
A me non ha fatto molta im-
pressione. Certe cose ci sono
sempre e sono ovunque. È
questa situazione tra vita pri-
vata e vita pubblica che è ag-
ghiacciante. È vero che forse
nel privato non bisogna entra-
re, però in questa storia di pri-
S
ono inutilizzabili, secondo i giudici del
Tribunale di Bari, le 11.000
intercettazioni telefoniche disposte
nell’ambito dell’indagine che nel maggio 2010
ha portato gli imprenditori della sanità
Gianpaolo e Claudio Tarantini, accusati di
associazione per delinquere, corruzione e falso
per fatti risalenti a un periodo che va dal 2002
Barbara Faggioli
“Un’altra notte da lui
mi fa vomitare”
“U n’altra se-
rata con
lui? Mi viene il vo-
mito a pensarci”
dice la starlette al-
la Minetti. E ancora: “Quante
volte siamo state rifiutate da
lui? E non è quando ti va… a
me fa anche un po’ schifo”.
con una mossa clamorosa: va in
un’aula di tribunale dopo otto
anni. Imputato nel processo
Mediatrade per i diritti tv. La pri-
ma concreta applicazione del-
l’aggressivo metodo Paniz, in
contrasto con la linea Ghedini.
Non solo. Il contesto è quello
del palazzo di giustizia di Mila-
no, come nell’epilogo del Cai-
mano morettiano. Ci sono an-
che contestatori e sostenitori
azzurri (pochi per la verità).
E qui il Cavaliere risale sul pre-
Nostalgia canaglia Un gruppo di manifestanti davanti al Tribunale
di Milano in occasione del ritorno in aula di B. dopo 8 anni
vato c’è ben poco. È una sto-
ria molto più pubblica di quel-
lo che lui immagina. E quindi
è abbastanza disarmante che
Berlusconi non si renda conto
di essere un po’ sbeffeggiato
da queste ragazze. Io non le
avrei più di tanto tutelate, anzi
“Al posto suo
mi sarei sentito
offeso, non solo
per il raggiro
economico ma
per la mancanza
di affetto”
Iris Berardi
“Gli ho cavato
il possibile”
“O ggi era ve-
ramente
di cattivo umore.
Non so come ho
fatto a cavare
quello che ho cavato”. Nelle
intercettazioni Iris Berardi
vede il premier come una
mucca da mungere.
dellino. La prima volta fu nel no-
vembre 2007, per fondare il Pdl
con accanto la rossa Brambilla.
Il nuovo predellino è ancora più
importante, forse. Perché dà il
via alla decisiva campagna elet-
torale delle amministrative con
il santino di B. perseguitato dai
comunisti. “Sono l’uomo più
imputato della storia e dell’uni-
verso”. Parole sue. E se il Cava-
liere recupera questo ever-
green è perché non può più
puntare sui “miracoli” del suo
mi sarei sentito estremamen-
te offeso per quello che è ve-
nuto poi fuori. Per il raggiro
economico, ma anche per la
mancanza di qualsiasi tipo di
sentimento, di attrazione, di
affetto che invece secondo lui
è la motivazione per cui c’è
questa frequentazione con le
ragazze.
È più grave andare con mi-
norenni e pagarle, oppure
telefonare in questura per
farle rilasciare?
La telefonata in questura. Per-
ché, sì, è grave anche la vicen-
da della minorenne, ma que-
ste sono anche molto maggio-
rate ed è difficile capire. Non
hai di fronte la bambina di die-
ci anni che ti mette paura. Qui
hai davanti ragazze tutte ab-
bastanza avvezze a queste co-
se. Lo abbiamo letto. Abbia-
SILVIO FOREVER?
al 2004: l’indagine è passata attraverso tre
pubblici ministeri dopo che, nel 2004, è
diventato sindaco di Bari il pm che se ne
occupava, Michele Emiliano. Proprio un suo
“vizio” delle norme sulla motivazione delle
intercettazioni è alla base della decisione del
Tribunale.
A giudizio con i Tarantini c’è anche il consigliere
Imma De Vivo
“Sta più di là
che di qua”
“A desso sta
più di là
che di qua. È di-
ventato pure
brutto: deve so-
lo sganciare. Speriamo
sia più generoso. Io non
gli regalo un cazzo”. Im-
ma De Vivo a sua sorella.
governo. L’arma di distrazione
di massa, in questo caso, è la
persesecuzione giudiziaria. La
tanto sbandierata politica del fa-
re è svanita nella retromarcia sul
nucleare post-Giappone (la Pre-
stigiacomo: “Non facciamo caz-
zate che ci sono le elezioni” e
anche i referendum). Né tanto-
meno la guerra libica e gli sbar-
chi di immigrati possono essere
strumentalmente gestiti come
la monnezza alle politiche del
2008. Mica adesso può promet-
tere di riunire il consiglio dei
ministri a Lampedusa sul mo-
dello della Napoli “liberata” dai
rifiuti.
NELLA comunicazione politi-
ca, la strategia del Caimano as-
sente dal “fare” e martire di tut-
to quello che è rosso, dalle to-
ghe all’opposizione, è definita
con l’effetto underdog. Ossia,
un cane bastonato che deve rin-
correre i sondaggi in calo. Ber-
lusconi ricorse all’underdog an-
che nel 2006, quando, partito
perdente, riuscì a pareggiare di
fatto con Prodi. In fondo è il ruo-
lo che gli riesce meglio, per ri-
caricare la pancia del suo elet-
mo letto le intercettazioni. Se
poi una ha 17 anni e invece
che pochi mesi in più, tu hai
di fronte una donna anche
vaccinata.
Quindi è più la paura del ri-
catto, il fatto che in Que-
stura lei possa parlare...
Il privato, d’accordo, è priva-
to. Ma allora perché chiami
utilizzando il ruolo di capo di
governo per dire una bugia?
Capisci che poi sul privato è
lui il primo a non essere con-
vinto. Perché se è privato uno
la lascia a quel paese. Per una
persona che tu sai che è in
Questura perché ha rubato,
non metti a repentaglio la tua
credibilità. Proprio perché
l’hai conosciuta nel privato
non chiami una caserma e
metti in imbarazzo polizia,
magistratura, associazioni
regionale e coordinatore regionale del partito
“La Puglia Prima di Tutto” Salvatore Greco,
accusato di essere stato un “socio occulto” dei
Tarantini. L’inchiesta si basava quasi
esclusivamente sulle intercettazioni telefoniche:
eliminate queste dal processo, secondo i legali,
non vi sarebbero più elementi che provano le
accuse.
torato scosso dagli scandali ses-
suali di Arcore, con tanto di mi-
Dicono vada in
giro con due
norenni. La sindrome da cane
bastonato in politica rischia pe-
rò di essere depressione vera in
privato. Ormai B. è preso solo
liste, una degli
dai suoi guai e dalle sue osses-
sioni, finanche assordato dai fi- amici e l’altra
schi che lo seguono ovunque.
Negli scorsi giorni è stato avvi- dei nemici
stato con due liste in mano. Da
una parte gli amici, dall’altra i Nella seconda
nemici. Tra questi ultimi il pri-
mo in cima all’elenco è il capo c’è Napolitano
dello Stato Giorgio Napolitano.
Poi i magistrati, i giornali (tran-
ne Il Giornale e Libero, of course) e stante, in cui si vede un vecchio
un traditore: Emilio Fede. Del di settantaquattro anni con “il
resto, nell’inner circle del pre- culo flaccido”, “uno stronzo”
mier la categoria del tradimento che non risponde più al telefo-
è argomento fisso delle discus- no (l’ex fidanzata Nicole Minet-
sioni. ti oggi consigliere regionale in
Le carte dell’inchiesta del bun- Lombardia e coimputata del
ga bunga si sono abbattute sul processo Ruby). I faldoni mila-
Caimano come uno tsunami nesi tratteggiano lo psicodram-
emotivo. Per lui non è stato fa- ma di un uomo solo, e malato
cile leggere le conversazioni tra come disse l’ex moglie Veroni-
i procacciatori Mora e Fede, ca Lario. C’è Barbara Faggioli
con quelle frasi su soldi prestati che prende consigli dalla sho-
e relative creste. Ma soprattutto wgirl Elenoire Casalegno: “Sii
non è stato facile mandare giù la furba e basta, prenditi quello
spietata fotografia scattata dalle che ti devi prendere e poi levati
“sue” ragazze. Uno scatto deva- dai coglioni, fine”. Ci sono le no-
che dovevano tutelarla. Vedi
che di privato non c’è nien-
te.
Niente.
E non è che lo dico io che so-
no molto fuori da certi discor-
si bacchettoni. Perché io sono
di sinistra. Molto spesso si di-
mentica, ma chi è di sinistra è
un po’ più laico e meno bac-
chettone. E questa è un’altra
anomalia di questo paese.
i soldi sono i suoi. È quando
poi queste entrano in politica,
Con la chiesa che dovrebbe
essere severa su certe cose e
quando vanno ad intaccare un
meccanismo che dovrebbe
la sinistra che finisce per an-
darci sopra...
mantenersi sanissimo...
Quando saltano la fila...
È che quel suo privato in- Quando non sono meritevoli
fluenza i comportamenti di ricoprire quei ruoli.
pubblici... Nella videointervista, che dura
Berlusconi è un uomo adulto, una ventina di minuti, Sabrina Fe-
solo, quindi se si diverte a fare rilli parla anche di Pier Luigi Ber-
le feste con 40 persone sono sani, Romano Prodi e delle aspi-
affari suoi. Anche sui soldi che razioni della sinistra. La trovate su
lui dà sono affari suoi. Perché www.ilfattoquotidiano.it
 Martedì 29 marzo 2011

L
SILVIO FOREVER?

e udienze si possono celebrare
L’ingolfamento delle anche di sabato. In astratto pure di
domenica, dice una sentenza della
Corte costituzionale. Ma Silvio Berlusconi le
udienze: per Karima vuole solo di lunedì perché vuole presenziare
e dice che può solo quel giorno. E poiché a
Milano il presidente del Consiglio ha tre
restano solo 3 lunedì processi e un'udienza preliminare in corso,
c'è un ingolfamento. A discapito del processo
mediaticamente più temuto: il Ruby gate per
concussione e prostituzione minorile. Primo
appuntamento, mercoledì 6 aprile. Possiamo
già immaginare che la difesa farà di tutto per
ottenere che le udienze vengano fissate solo
il primo giorno della settimana. Di lunedì
liberi, infatti, ne sono rimasti ben pochi fino
alla pausa estiva: il 18 aprile, il 6 giugno e il 13
giugno. Tutti gli altri sono occupati o
dall'udienza Mediaset o da Mills o da
Mediatrade. Potrebbero però aprirsi delle
caselle. Rischiano seriamente di sparire i
processi Mills e Mediaset con la solita
bacchetta magica: una legge ad personam.
Questa volta si chiama prescrizione breve.

IN TRIBUNALE LO MOLLA
PURE LA CLAQUE
Mediatrade, solo in 100 rispondono all’adunata Il Cavaliere al pm De Pasquale
“Lei è quello cattivo... ”
pro-B. Che non trova nemmeno il microfono Così ieri B. in aula a Milano

te gemelle napoletane De Vivo,
che lo stroncano a ripetizione.
Eleonora a Imma: “L’ho visto un
po’ out”. Imma: “Ingrassato ca-
pito?, Imbruttito capito?”. An-
cora: “Sta più in forma di solito,
fino all’anno scorso stava più in
forma, adesso sta proprio più di
là che di qua. È diventato pure
brutto deve solo sganciare”.
POI IMMA E IRIS Berardi.
Iris: “Che palle sto vecchio... tra
un po’ ci manda affanculo tutte
quante... quella è la volta buona
che lo uccido... vado io a tirargli
la statua in faccia... cazzo...
qua... ci vuole mandare affancu-
lo senza un cazzo. Papi qua è la
nostra fonte di lucro”.
Per questo chi parla con lui, lo
descrive anche “umorale e schi-
zoide”, costretto a non non ri-
spondere più alle olgettine, a
rassicurarle comunque e poi a
sfogliare le pagine coi loro ve-
leni. Negli ambienti della mag-
gioranza si racconta che “i festi-
ni sono ripresi”. Sarà pure. Ma
per alleviare la solitudine rac-
contano che sere fa ha invitato a
cena i ragazzi della scorta. Se
questo è un premier.
Sul web L’intervista integrale
di Marco Travaglio
a Sabrina Ferilli è su
www.ilfattoquotidiano.it
CUORE DI MAMMA
La Moratti a mollo nella Bat-piscina
di Gianni Barbacetto
e Antonella Mascali
h, lei è quello catti-
“A vo!”. Così Silvio Berlu-
sconi si rivolge al ma-
gistrato Fabio De Pa-
squale, esibendo un sorriso a
32 denti che vorrebbe forse far-
gli dimenticare quel “famigera-
to” che gli aveva regalato solo
cinque mesi fa. È iniziata così,
ieri mattina a Milano, l’udienza
preliminare (e dunque a porte
chiuse) del processo Mediatra-
de, in un Palazzo di Giustizia
blindato da polizia e carabinie-
ri. Fuori i fan si erano dati ap-
puntamento attorno al gazebo
dei “Promotori della libertà”.
Un flop. Solo un centinaio di
persone ha risposto alla chia-
mata degli organizzatori, ai giri
di telefonate, ai 600 sms inviati
per raccogliere il popolo di Sil-
vio attorno al capo che è tor-
nato in tribunale, otto anni do-
po lo show delle dichiarazioni
spontanee al processo Sme del
giugno 2003. Ed è tornato sul
predellino: prima di allontanar-
si dal Palazzo di Giustizia, ha sa-
lutato i sostenitori issandosi
sulla sua auto blindata.
Berlusconi è arrivato a Palazzo
di Giustizia alle 9.46 e assieme
ai suoi avvocati Niccolò Ghedi-
ni e Piero Longo è salito al set-
timo piano, per l’occasione re-
so inaccessibile a giornalisti e
curiosi. Là lo attendevano i pm
Fabio De Pasquale e Sergio Spa-
daro e il giudice dell’udienza
preliminare Maria Vicidomini,
che dovrà decidere se rinviarlo
a giudizio per frode fiscale e ap-
propriazione indebita.
IL PROCESSO Mediatra-
de-Rti è una costola dell’inchie-
sta Mediaset. Secondo la procu-
ra, l’acquisto in Usa di prodotti
tv, film e telefilm, avveniva con
una serie di passaggi intermedi
che ha gonfiato i costi finali, ha
generato illecitamente fondi
neri all’estero fino al 2005 e ha
realizzato una frode fiscale fino
al 2009. Colonna portante di
questo meccanismo era il pro-
duttore Frank Agrama, amico di
Berlusconi e in affari con lui fin
dal 1976. Ad Agrama la procura
ha sequestrato, nell’ottobre
2005, 100 milioni di dollari (di-
ventati ora, con gli interessi,
127) sui conti in Svizzera della
sua Wiltshire Trading di Hong
Kong. Il denaro, secondo i pm,
sarebbe anche di Berlusconi,
perché il produttore è accusato
di essere un suo socio occulto.
Sono imputati in questo proce-
dimento anche il presidente e il
vicepresidente di Mediaset, Fe-
dele Confalonieri e Pier Silvio
Berlusconi. Accusati di riciclag-
gio, invece, il direttore generale
di G. Barb.
di Mediaset, Giovanni Stabilini, conquista del potere. Accuse galo di 600 mila dollari.
e il banchiere della Arner Bank infondate e ridicole. Io non mi Ma i pochi fan davanti al Palazzo
Paolo Del Bue: avrebbero, se- sono mai occupato di diritti tv. E di Giustizia lo hanno acclamato:
condo l’accusa, ripulito i soldi dal 1994, quando sono sceso in “Silvio, Silvio!”. E hanno inveito
ottenuti con le false fatturazioni politica, mi sono allontanato contro i magistrati e la loro “per-
di Mediaset, per girarli all’“uti- dalle aziende che ho fondato”. secuzione politica”. Salito sul
lizzatore finale” Berlusconi. Poi Berlusconi ha dato i numeri: predellino della sua Audi, con
Quella di ieri era un’udienza “Ho subìto 24 processi che si so- un giubbotto antiproiettile ap-
tecnica, per stilare il calendario no conclusi tutti con archivia- poggiato sulle spalle da uno de-
dei lavori (accettate le date del 4 zioni e assoluzioni con formula gli uomini della scorta, Berlu-
aprile e del 2 e 30 maggio). La piena per non aver commesso il sconi, visibilmente affaticato e
presenza di Berlusconi non era fatto. Ora me ne restano sei nel con più fondotinta del solito, ha
dunque proprio necessaria. Ma penale e uno nel civile, con ol- cercato un microfono per par-
il presidente del Consiglio ha tre mille magistrati che si sono lare ai suoi. Invano. Nel gazebo
voluto presentarsi: per poter occupati di me”. del Pdl non l’hanno trovato.
forse essere assente, in futuro, a Berlusconi ha allora pronuncia-
udienze più operative e proces- IN REALTÀ i processi subìti to poche parole: “È andata be-
si più imbarazzanti, come quel- sono 20, i magistrati poche de- ne, sarò in aula la prossima
lo sul caso Ruby. cine e le “assoluzioni” sono cin- udienza”. Ha glissato le doman-
Prima di andare in aula, Berlu- que per prescrizione, due per de dei giornalisti su Ruby: “Que-
sconi aveva dato le sue spiega- amnistia, due per depenalizza- sto è un altro processo”. E poi
zioni al programma La telefonata
di Maurizio Belpietro su Canale
5. “È l’ennesimo tentativo per
cercare di eliminare il maggiore
ostacolo che la sinistra ha nella
zione del falso in bilancio. In
più, in un paio di processi han-
no pesato anche le testimonian-
ze false e reticenti dell’avvocato
David Mills, ripagato con un re-
via a tutta velocità. Cupo un
consigliere regionale lombar-
do: “Non è possibile, era incaz-
zato nero, come si fa a non aver
pensato al microfono?”.
PRESCRIZIONE LAMPO Camere a pieno regime
Nuove leggi ad personam
pronte da giovedì
di Sara Nicoli Per chiarire: il processo Mills chiuderà i battenti entro
fine maggio, gli altri due all’alba del 2012; per Ruby ci
el caos della guerra, degli sbarchi selvaggi e con il vorranno, invece, almeno tre anni, ma su quello la
Ndeserta
terrore nucleare, in un’aula della Camera semi
hanno fatto il loro ingresso trionfale il pro-
macchina del conflitto d’attribuzione è a pieno re-
gime. Oggi la giunta per il regolamento darà il proprio
cesso breve “salva Silvio” e la legge comunitaria con parere (forse negativo) all’ufficio di presidenza della
annessa norma per la responsabilità civile dei giu- Camera che si esprimerà mercoledì sul voto dell’aula.
dici. Una giornata, insomma, nel segno delle leggi Nonostante l’opposizione sia in vantaggio numerico
“ad personam” in un Parlamento che oramai, per (più uno in entrambi gli organismi) è più che probabile
dirla con il presidente della Consulta, Ugo De Siervo, che il via libera per il voto di Montecitorio ci sia co-
“non fa più leggi” tranne, ovviamente, quelle che munque (Fini non si opporrà). Una volta sollevato il
servono al Caimano. Ma al Pdl non piace che lo si conflitto, tutto sarebbe nelle mani della Corte costi-
dica. tuzionale che – sono convinti nel Pdl – entro 8 mesi
Infatti, eccole qua. La prima a finire ieri in discussione darà parere positivo al ritorno del processo davanti al
è stata quella che contiene la responsabilità civile per Tribunale dei ministri. E anche sul Ruby gate, in so-
i giudici (Comunitaria) sulla quale qualche ripensa- stanza, calerebbe il sipario. Non è scontato, ma il
mento, in verità, è ancora in corso e la stessa mag- rischio che possa anche andare così c’è.
gioranza presenterà delle modifiche per renderla so-
lo un po’ meno punitiva per i magistrati. Ma solo un CONSIDERATI TUTTI questi elementi, non
po’: si parla di inserire la previsione che il magistrato si sbaglia a dire che i prossimi dieci giorni saranno
sia sempre responsabile “per dolo o colpa grave” o fondamentali per la salvaguardia giudiziaria di B. per
per “la violazione manifesta del diritto”. gli anni a venire; salvo nuove inchieste, i processi in-
cardinati a Milano hanno la sorte segnata dalle sue
SUL FAR PESARE O MENO l’“errata inter- nuove leggi ad personam. Certo, l’opposizione darà
pretazione della norma” il dibattito è ancora in corso,
ma sarà breve: il voto è previsto in settimana. Dove,
battaglia, ma i numeri della maggioranza parlano
chiaro e i Responsabili, a quanto si apprende, non
invece, non c’è davvero più dialogo è sul processo bre- faranno mancare il loro fondamentale apporto per

“S ono stata a casa di mio figlio un

paio di volte”, ha ammesso Le-
tizia Moratti. Si è poi subito corretta:
“Nell’immobile di mio figlio”. Parlava
della palazzina di via Ajraghi 30, uno
spazio a uso laboratori artigiani tra-
sformato da Gabriele Moratti in dimo-
ra avveniristica, con zone soggior-
no, cucina, area party, camere pa-
dronali e per gli ospiti, servizi,
giardino, piscina, palestra, poligo-
no di tiro, ring, parcheggio auto e
ponte levatoio. “La caverna di Bat-
man”, secondo Matteo Pavanello, il
titolare dell’azienda che ha realiz-
zato i lavori e ha poi portato in tri-
bunale la vicenda perché non è sta-
to pagato. Un paio di volte? E senza
accorgersi dell’abuso edilizio com-
messo dal figlio? Difficile crederlo.
Perché il sindaco di Milano è andato
più volte, a fine 2009, nella casa del
figlio Gabriele a fare il bagno in pisci-
na. Sì, pare che l’acqua salina della
Bat-caverna facesse molto bene a un
suo polso dolorante.
Allora la palazzina era ancora un can-
tiere, ma quando arrivava l’auto blu
del sindaco, i 15 operai uscivano e, per
un paio d’ore, lasciavano tranquilla
Lady Letizia. A bagno nella Bat-pisci-
na.
ve con prescrizione breve. La maggioranza vuole ar-
rivare a chiudere i giochi entro giovedì (nonostante i
270 emendamenti presentati
dall’opposizione e le pregiudizia-
le di costituzionalità mandata
avanti da Pd, Idv e Udc, oltre alla
richiesta di una sospensione per
due anni), al massimo entro mar-
tedì prossimo, considerando il
passaggio al Senato “solo una
pura formalità” , sintetizzava ieri
proprio il relatore Pdl, Maurizio
Paniz. I numeri ci sono – e sono
ampi – e appena passerà alla
Camera per Berlusconi si spalan-
cheranno di fatto le porte dell’im-
punità sui processi Mediaset,
Mediatrade e, soprattutto, Mills.
porter ulteriormente ricattare il Cavaliere sul fronte, a
loro caro, dell’allargamento della maggioranza e del
rimpasto di governo. Non è un ca-
so se subito dopo l’approvazione
Nonostante del processo breve e della respon-
sabilità civile dei magistrati (per
i 270 quanto edulcorato), il governo
manderà subito avanti una leg-
emendamenti gina per superare la Bassanini sui
numeri dell’Esecutivo. Sarà una
norma costituita da due soli ar-
presentati ticoli che andrà a incidere solo sul
numero delle poltrone, spacchet-
dall’opposizione tando alcuni ministeri. Con que-
sta prospettiva davanti, chi mai
il Pdl conta mancherà all’appello per salvare
il premier dai giudici? Nessuno,
di sbrigarsi par di capire.
pagina 6 Martedì 29 marzo 2011

S
REGIME

alta dal testo della legge comunitaria
Caso Meocci, lo scudo 2010 la cosiddetta norma salva-Cda
Rai. A deciderlo è stata la
presidente di turno dell’Assemblea di
per la Corte dei conti Montecitorio, Rosy Bindi, che ha giudicato
l’articolo introdotto dalla commissione
Politiche Ue “inammissibile” in quanto
si ferma alla Camera estranea alla materia trattata. L'emendamento
alla legge comunitaria 2010 salvava gli
amministratori delle società partecipate dallo
Stato per oltre il 50 per cento da
responsabilità civile legate a danno erariale
comminato attraverso ammende o sanzioni
dalla Corte dei conti. Un emendamento che
sembrava scritto apposta per gli ex
amministratori di centrodestra del Cda Rai
(Marco Staderini, Gennaro Malgeri, Giuliano
Urbani, Angelo Maria Petroni e Giovanna
Bianchi Clerici) chiamati a risarcire il Tesoro
per circa 11,5 milioni di euro per la nomina
incompatibile di Alfredo Meocci alla direzione
generale della tv pubblica.
Ora resta il pericolo nonostante diversi
tentativi politici di salvare i consiglieri Rai.

IL BAVAGLIO È SERVITO
Pdl e Lega ordinano solo tribune per le elezioni
A rischio i talk-show Rai. E per il Tg2 è pronta la Petruni
di Carlo Tecce sulla par condicio che equipara la ce italiane. Un rompicapo terribi-
comunicazione politica ai pro- le per la Rai del direttore generale
pronto il nuovo bavaglio grammi di approfondimento (co-

È
Masi che, come accadde l'anno
per l’informazione pubbli- me Annozero, Ballarò, Porta a Porta e scorso per le Regionali, potrebbe
ca. Il pretesto è la par condi- l'Ultima Parola). sospendere l’informazione per
cio durante la campagna evitare impicci: almeno da metà
elettorale per le Amministrative COSA VUOL DIRE? Impone aprile oppure prima, già venerdì
del 15 e 16 maggio. I partiti di ai giornalisti di trasformare i talk quando scattano i 45 giorni dal
maggioranza in commissione di show in tribune elettorali: una fra- voto. Così i telespettatori avran-
Vigilanza – Pdl, Lega Nord e Re- se ciascuno, cronometro in vista, no una Rai a senso unico, un nir-
sponsabili – hanno presentato un per tutti i candidati di tutti i partiti vana per l'imputato Silvio Berlu-
emendamento al testo generale in corsa per i comuni e le provin- sconi tra elezioni e processo Ru-
by a Milano: via Annozero e Ballarò,
spazio a Qui Radio Londra di Giulia-
no Ferrara, al Tg1 di Augusto Min-
zolini. E per tappare bene qualsia-
si spiffero, giovedì il Consiglio di
Ferrara elogia il governo, amministrazione potrebbe nomi-
tace sulle scemenze dei nare Susanna Petruni, vice di Min-
ministri e attacca Max zolini, direttore del Tg2. Detta an-
che farfallina, per il gioiello che in- La commissione parlamentare di Vigilanza. In basso, il direttore di Rai 4, Carlo Freccero (FOTO ANSA)
Catastrofe Lampedusa: dossò al Tg1 (regalo che B. con-
cede a poche fortunate), la Petru- Oggi il voto telegiornali con il Tg1 in posizio- quattro o cinque esponenti di
tutta colpa di D’Alema ni ha un'antica amicizia con il sot-
tosegretario Paolo Bonaiuti e van- in commissione
ne dominante. Stavolta il piano di
censura l'hanno ideato i berlusco-
partito a puntata. Poi con la pre-
sentazione delle liste arrivano i
ta un rapporto di stima (altrettan- niani (Butti, De Angelis, Lainati) e candidati”. E arrivano con treni
LA NUOVA MISSION impossible di Ferrara è far dimenticare chi governa
l’Italia e dunque chi dovrebbe fronteggiare l’invasione di profughi a
to antico) con il Cavaliere. di Vigilanza: i leghisti (Caparini) in persona,
senza chiedere aiuto all'opposi-
speciali, perché sono decine e
decine: si vota in 26 comuni ca-
AL BAVAGLIO in Vigilanza zione, tranne la firma di un re- poluogo, 11 province e in Molise
Lampedusa. Non è un’impresa da poco, ma per chi ha sostenuto
l’innocenza di Andreotti, Previti, Dell’Utri, Craxi, Squillante ecc, è un manca una cucitura: il voto defi- risultato sponsabile (Sardelli). E dunque il per il consiglio regionale. “E an-
gioco da ragazzi. Sfodera un’aria grave, perché “la crisi c’è”, “immigrazione nitivo previsto tra oggi e domani. bavaglio è ancora più stretto. Per- che i candidati nelle città con ol-
selvaggia”, “clandestini” che fuggono da un’“Africa in tumulto politico e in Non c'è dubbio sui numeri, la scontato. ché ordinano i palchi per i comizi tre 40 mila abitanti”, come scri-
guerra” (ma, se fuggono da tumulti e guerre, non sono clandestini: sono maggioranza ha parlamentari in dei candidati da metà aprile, a un vono saggiamente Caparini e col-
rifugiati). La gente “ha paura”, “protesta” e fa bene: “Il popolo che ha abbondanza per far approvare l'e- Santoro si mese dal voto del 15 e 16 maggio, leghi. Non è facile né utile inol-
paura non è colpevole, non è vero che siamo razzisti”. La colpa non è mendamento. Ma il presidente ma già dal 1 aprile vogliono che trarsi nell'emendamento tecnico
nemmeno del governo, che anzi “dà prove di organizzazione e capacità Sergio Zavoli, e relatore per l'oc- appella a Zavoli “tutte le forze politiche abbiano e farraginoso di berlusconiani e
notevoli”, “fa la sua parte”. La colpa è del destino cinico e baro, che ha casione, può difendere la Rai dal- accesso alle trasmissioni”. leghisti, l'obiettivo è semplice:
collocato l’Italia in mezzo al mare “vicino all’Africa”. Si potrebbe ricordare l'assalto di leghisti e berlusconia- annullare l'informazione Rai dal 1
che finora a Lampedusa sono arrivate 20 mila persone (la metà di quelle ni. Questa è l'ultima speranza di difatti la legge dice chiaramente QUALI FORZE POLITI- aprile per un mese e mezzo e, ma-
giunte nel 2008). O che la Germania ha integrato 400 mila persone fuggite Michele Santoro: “Invito con tut- che “le regole per la comunicazio- CHE? Partiti presenti nel Parla- gari, persino per i ballottaggi di
dai Balcani senza piagnucolare o prendersela con l’Europa. Invece Ferrara te le mie forze il presidente Zavoli ne politica non si applicano ai mento europeo, italiano e nei fine maggio. Ma la resa è lontana:
preferisce citare una scemenza detta da D’Alema (“L’Italia necessita di 30 e l'opposizione a fare di tutto per programmi di informazione”. consigli regionali. Il leghista Da- “Noi reagiremo in tutti i modi –
milioni di immigrati”). Come se di scemenze non ne dicessero à gogò evitare che vengano messi al voto L'anno scorso l'artefice del bava- vide Caparini offre gentilmente dice Santoro – ma chi oggi fa finta
anche i Frattini, Bossi e Maroni. O come se gli immigrati arrivassero i provvedimenti liberticidi della glio, a sua insaputa, fu il radicale al Fatto la traduzione dal burocra- di non vedere non può non esse-
perché D’Alema ha detto quelle scemenza. O forse D’Alema è tornato al maggioranza, perché violano lo Marco Beltrandi: i vari Annozero e tese: “Diciamo che Annozero, anzi re ritenuto complice”. E persino
governo e non ce ne siamo accorti? spirito della legge sulla par con- Ballarò abbassarono le serrande no. Diciamo che l'Ultima Parola di Bruno Vespa è preoccupato. Al-
m. trav. dicio, ribadito da sentenze della per un mese, e le notizie passaro- Gianluigi Paragone, nelle prime lora stavolta l’hanno fatta (davve-
Corte costituzionale e del Tar”. E no (si fa per dire) soltanto per i due settimane di aprile, ospita ro) grossa.

“Vogliono fare un editto bulgaro ex-post”

CARLO FRECCERO: “MA IL CASO DI FORUM LO DIMOSTRA, ORA INTERNET ARRIVA ANCHE A CHI NON CE L’HA”
di Luca Telese
episodio di Forum taroccato
L’abruzzese
per inscenare una finta
aquilana che elogia
il governo. E poi la proposta li-
berticida in commissione di
Vigilanza: quella di sospende-
re tutti i talk-show politici. Car-
lo Freccero unisce due episodi
apparentemente distanti per
disegnare quello che definisce
“uno scenario libico”. Una
analisi severa, pessimistica,
che parte da un’idea: “Quello
che si cerca di imporre è, an-
cora una volta, la linea edito-
riale dell’editto bulgaro. É una
linea rischiosa. Ma che oggi è
molto più difficile da imporre
perché c’è la rete”.
Freccero, partiamo dall’o-
spite taroccata.
Forum è il format della televi-
sione popolare di Mediaset.
Iperpopolare. É una tv che un
laureato, o un giovane, non ve-
derebbero mai.
E questo la rende più tran-
quillo?
Al contrario. Quando ti rivolgi
a settori di pubblico poco al-
fabetizzati, che non attingono
ad altri media, che non leggo-
no giornali, e che non vedono
la rete, hai la garanzia che il tuo
messaggio si efficace. Quello
che rovina il format è il tenta-
tivo di infilarci dentro dei con-
tenuti propagandistici.
Che cosa significa questo
tentativo?
Quando si punta sulla comuni-
cazione, diciamo così sublimi-
nale vuol dire che c’è un senso
di disperazione e di paura in
chi coordina questa campa-
gna, per così dire sporca.
Nel 1994 contarono molto i
pronunciamenti dei volti
Mediaset non politici. E ci fu
il famoso episodio di Ambra
che dava del diavoletto ad
Occhetto.
Pensa, io in quei giorni ero in
Francia e non ho mai avuto la
possibilità di vederlo. Ma tutti
questi gesti di piccola o grande
propaganda finiscono per es-
sere attentati alla credibilità
“dell’altra” Mediaset.
Oltre alla doppiezza to-
gliattiana esiste anche la
doppiezza arcoriana?
Ma certo. La satira popolar in-
telligente di Ficarra e Picone.
L’antipotere delle Iene sono
messi a rischio da questi mal-
destrissimi tentativi propa-
gandistici.
Abbiamo appena detto che
sono pubblici diversi.
La pedagogia propagandistica
del berlusconismo è stato uno
Quando
si punta sulla
comunicazione,
subliminale
vuol dire
che c’è solo
la disperazione
strumento potentissimo. Ma
siccome adesso il garante di
credibilità dei programmi ipe-
perpopolari è lo stesso mar-
chio che garantisce la credibi-
lità di Ricci e di Parenti, c’è il
rischio che le Iene e Striscia su-
biscano gli effetti collaterali di
queste taroccature. Perdere
credibilità sarebbe il danno
più grande.
E perché, se sono così sepa-
rati, i due apparati?
Perché contrariamente al
1994 e al 2001, questa volta
esistono altri attori. É vero che
la rete, e il satellite non hanno
masse di impatto maggiorita-
rie. Ma è anche vero che la for-
za della rete è ormai capace di
innescare da sola il cortocir-
cuito di verità.
Esempio?
La storia di Forum la sappiamo
perché l’hanno scritta i giorna-
li. Ma i giornali l’hanno scritta
perché era esplosa sui blog.
Stai dicendo che Mediaset
non può permettersi un
danno della credibilità del
marchio nella rete?
Assolutamente no. É come un
veleno. Nei blog ho letto cose
di una ferocia incredibile con-
tro i canali privati. Tre episodi
così ti possono screditare. E il
gioco non vale la candela.
E la proposta di sterilizza-
zione dei talk show?
É l’ennesimo tentativo di ap-
plicazione ex post dell’editto
Bulgaro. É l’idea della control-
lo totale a mezzo censura. É un
tentativo di scenario libico,
che secondo me è molto ri-
schioso anche per chi lo mette
in campo.
Perché?
Perché se non riesci a chiude-
re anche il satellite, per esem-
pio, o la tv commerciale non
controllata, la chiusura non
può essere impermeabile. E se
ci sono spifferi di libertà, co-
me nell’Africa mediterranea, il
regime barcolla.
Quando si chiuderà questa
guerra al pluralismo?
Finché ci sarà Berlusconi il
conflitto di interesse è destina-
to a crescere e non a ridursi.
Ma finchè proveranno ad au-
mentare il controllo, crescerà
anche la capacità di agenda
setting della rete.
Cioè?
Prima se lo scrivevi su Internet
lo sapevano pochi iniziati.
Adesso se lo dice Internet, se il
trucco viene sbugiardato, arri-
va anche a chi non vede Inter-
net. Credo che prima della
prossima tarocca tura ci pen-
seranno due volte.
Martedì 29 marzo 2011 pagina 7

D
POLITICA

irezione dai toni morbidi per il Pd. Ma
Direzione democratica l'impressione è che l'eventuale battaglia
sia solo rinviata a dopo le
amministrative. Se e come si arriverà a un vero
senza scosse. In attesa confronto, dipenderà dall'esito del voto. Il segretario
dal canto suo ha ribadito la piattaforma su cui sta
lavorando da mesi, partendo dal principio che, per
delle amministrative quanto lungo possa essere, il tramonto di Silvio
Berlusconi e' nei fatti. Dal segretario è arrivato
anche un invito all’unità, dopo gli abbandoni continui
di queste ultime settimane. Un invito all’unità che la
minoranza per ora raccoglie, glissando sulla zampata,
che sabato scorso Franco Marini ha tirato agli ex Ppi,
paragonati ai “responsabili” e oggi definita un
“richiamo paterno” dall’ex presidente del Senato. Sul
disagio dei cattolici, e sull'uso talvolta strumentale
del malessere, interviene Dario Franceschini:
“Spesso chi ne parla si offre, se viene soddisfatto
nelle sue richieste, a fare da forza di recupero. Ma il
problema è più vasto”. Modem, la minoranza di
Veltroni, Fioroni e Gentiloni, evita affondi ma non
manca di ribadire che, sostiene Giorgio Tonini, “il
pluralismo non è un inciampo all’unità ma un
elemento importante per allargare il consenso”.

PD: PARTITO
ADDII DEMOCRATICI

Piemonte Veneto Friuli Venezia Giulia

FUORIUSCITI FUORIUSCITI SULLA PORTA

DIASPORA.
Gianluca Susta Andrea Causin Gianfranco Moratton
consigliere regionale consigliere regionale
europarlamentare

Marina Rabino Diego Bottacin

ex consigliere regionale consigliere regionale
Emilia Romagna
Alessio Vianello
SULLA PORTA ex assessore SULLA PORTA
comunale Venezia
Angela Motta

CATTOLICA
Maurizio Fistarol Mauro Bosi
consigliera regionale consigliere regionale
senatore
Davide Gariglio
consigliere regionale
Mauro Laus Lombardia Trentino Alto Adige
consigliere regionale
FUORIUSCITI FUORIUSCITI
Emanuela Baio-Dossi Claudio Molinari

BERSANI PREOCCUPATO: senatrice senatore

“CHI SE NE VA SBAGLIA” La mappa in movimento degli esodi dal Partito Democratico al Nord:
chi se n’è già andato e chi sta sulla porta

di Wanda Marra l’avvertimento del segretario

suona più come un’ammissione
hi se ne va, sbaglia”. di timore e debolezza. Non per
neto avevamo 400mila voti, nel
2008 200mila”. Ora Causin sie-
Al Nord gli esce. Si aspetta una correzione
di rotta. A partire dalle alleanze,
Pronti ad
de nel Gruppo misto. Insieme al- che devono guardare di più ver-

“C Pier Luigi Bersani,

aprendo la direzione
nazionale del Pd, sce-
glie di non evitare il tema spino-
so dei continui abbandoni del
niente parla di “preoccupazio-
ne” e “disagio”.
E in effetti per i Democratici c’è
poco da stare allegri. In Veneto,
l’ultimo ad andarsene è stato
l’altro consigliere, Diego Bo-
naccin che l’ha preceduto nel-
l’uscire dai Democratici: “Vole-
vo un partito che andasse più al
centro. Il Pd, invece, si fa in-
partito. Sì, perché soprattutto a Andrea Causin, consigliere re- fluenzare da Vendola e da Di Pie-
livello locale, e soprattutto a gionale, ex Acli. “Il Pd ha assun- tro”. Bonaccin racconta che pe-
Nord, le uscite sono continue. to un profilo riformista di sini- rò anche “il Pdl sta imploden-
Soprattutto dall’area cattolica, stra. E ha perso il suo disegno do”, schiacciato com’è da una
quella che meno gradisce la sua cattolico”. Spiega Causin: “Non Lega che al Nord stravince. E in-
segreteria, e che più si riconosce siamo noi che abbandoniamo il fatti, come Causin, e altri scon-
nella mionoranza di Veltroni, partito, sono gli elettori che ab- tenti, è confluito nell’associa-
Fioroni e Gentiloni. Tanto che bandonano noi. Nel 2006 in Ve- zione Verso Nord (fondatori
Massimo Cacciari e Franco Mi-
racco, lo storico portavoce di
Giancarlo Galan), che in Veneto,
Lombardia, Piemonte e Friuli Ve-
nezia Giulia sta mettendo insie-
me transfughi del Pd e del Pdl.
Portavoce è un altro fuoriuscito
democratico, ex consigliere co-
di C .Pe. munale a Venezia, Alessio Via-
nello. E dentro ci sta pure il se-
CAMERA L’assemblea di Montecitorio ha lavorato 5 ore e natore Maurizio Fistarol, ex
40 minuti. I lavori sono iniziati alle 14.02. In discussione rutelliano della Margherita, fuo-
l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza riuscito dal Pd. Due abbandoni
dell’Italia alle Comunità europee. La seduta si è conclusa di peso i Democratici li hanno
alle 19.40. Nuovo appuntamento questa mattina alle ore avuti pure in Piemonte: l’euro-
11. parlamentare Gianluca Susta,
ex candidato rutelliano alla se-
SENATO Nonostante fosse lunedì, l’assemblea di Palazzo greteria regionale, battuto nel
Madama non si è riunita. Senatori in aula oggi pomeriggio 2007 da Gianfranco Morgando e
alle ore 16.30. Mariano Rabino, vice di Mor-
gando ed ex consigliere regiona-
abbandoni
sono continui:
quadri locali in
esodo
in Veneto e
Piemonte
le. Che spiega: “Il partito com’è
ora tradisce il progetto origina-
rio”. Che poi è quello di Veltroni
e del Lingotto. “Non ci portiamo
dietro un ceto politico - dice - ma
i nostri elettori. Susta alle euro-
pee ha preso 46mila voti”. An-
che loro guardano a Verso Nord.
Pronti ad uscire ci sarebbero an-
cora almeno i consiglieri regio-
nali Angela Motta, Davide Ga-
riglio e Mauro Laus. A tratte-
nerli sarebbe l’imminenza del
voto per il sindaco di Torino. E in
effetti a sentir parlare molti degli
scontenti, le amministrative
sembrano un po’ il test definiti-
vo sulla segreteria Bersani. Spie-
ga Gianfranco Moretton, con-
sigliere regionale del Friuli Ve-
nezia Giulia: “Per adesso non si
so il centro”. Gli scontenti insie-
me a lui nella regione sarebbero
molti. A cominciare dai piddini
di Pordenone, pronti a candidar-
si con le liste civiche e non con il
partito. Ma il disagio si allarga a
macchia d’olio. Tra le ultime
uscite c’è il senatore del Trenti-
no Alto Adige, Claudio Molina-
ri, sempre ex Margherita, con-
fluito nell’Api. Stesso percorso
di un’altra transfuga recente, la
senatrice Emanuela Baio Dos-
si, in Lombardia. Altra Regione
dove lo scontento resta sotto
traccia ma avanza. Nel 2009 è
uscito dal Pd (e ora è attivo in
Verso Nord) Nicola Pasini, che
si definisce “liberale”. Non si sbi-
lancia sui prossimi addii, per-
ché, dice, “dare qualcuno in
uscita è sempre rischioso”. Sulla
porta però ci sarebbero molti an-
che in Emilia Romagna: in testa
Mauro Bosi, consigliere regio-
nale.
Se al Nord la situazione sembra
esplosiva, tra gli indecisi c’è un
nutrito drappello di parlamenta-
ri. A fotografare la situazione è il
senatore Flavio Pertoldi, da
Udine, per ora ancora Democra-
tico: “Il Pd non ha rispettato il
disegno cattolico moderato.
andarsene
molti
parlamentari.
Guardano a
Veltroni, Fioroni
e Gentiloni
Non è il progetto che pensava-
mo”. Si va verso una scissione?
Nessuno ancora lo dice, ma lui
Pertoldi, ammette la speranza
che Fioroni prenda in mano la si-
tuazione. Fioroni stesso si scher-
nisce, non parla, non vuole com-
mentare. Prima delle ammini-
strative, nessuno si muove. Ma
pronti ad andarsene ci sarebbe-
ro tra i parlamentari, per citarne
solo alcuni, il senatore eletto in
Veneto Rodolfo Viola, l’onore-
vole Gianluca Benamati, elet-
to in Emilia Romagna, l’onorevo-
le Mario Pepe, eletto in Campa-
nia, e il suo collega, Enrico Fa-
rinone, eletto in Lombardia. Si
andrebbero ad aggiungere ai 21
parlamentari che hanno cambia-
to partito da inizio legislatura.

Berlusconi guadagna il 181% in più da premier

IN DUE ANNI REDDITO TRIPLICATO. LA BONGIORNO PIÙ RICCA DI GHEDINI NEL 2009, LA MELANDRI COMPRA CASA IN KENYA
di Caterina Perniconi
l più “povero” è il deputato del Pd Ma-
I rio Barbi che nel 2009 ha guadagnato
68.385 euro. Il più ricco, neanche a dir-
lo, Silvio Berlusconi, che in due anni ha
incrementato del 181% il suo reddito, ar-
rivando a 40, 9 milioni di euro. Sono stati
pubblicate ieri da Camera e Senato le di-
chiarazioni dei redditi dei parlamentari
relative al 2010, dove il premier risulta
per la prima volta “separato”. Nel 2010
Berlusconi non ha acquistato barche,
auto o società, ma ha venduto una com-
proprietà al 50% di un appartamento a
Milano. Tra i beni immobili a lui intestati
risultano due appartamenti in uso abi-
tazione nel capoluogo lombardo, due
box e altri tre appartamenti nella stessa
città. Inoltre, sono iscritti nella dichia-
razione dei redditi anche un immobile
nel Comune di Lesa, in provincia di No-
vara e le proprietà nell’isola di Antigua:
un terreno, un immobile e un altro ter-
reno acquistato il 13 marzo 2009.
SCORRENDO le dichiarazioni si sco-
pre che Berlusconi non è il solo ad amare
le località di mare e a comprarci casa: si è
innamorata dell’oceano indiano l’ex mi-
nistro Giovanna Melandri, probabilmen-
te dopo il viaggio con tappa a casa Bria-
tore. La deputata del Pd ha acquistato un
immobile da 255.000 euro in Kenya,
mentre il sottosegretario con delega al
Cipe e leader di Forza del Sud, Gianfran-
co Micciché, ha comprato un terreno di
6.355 mq a Cefalù. Il democratico Mas-
simo Marchignoli ha optato per la Costa
Azzurra, mentre il centrista Angelo Com-
pagnon ha preferito il mar Adriatico, ac-
quistando una casa a Lignano Sabbiado-
ro. La leghista Rosi Mauro è volata invece
in Costa Smeralda, dove possiede una ca-
sa con annesso box a Cala Bitta. Infine,
nella dichiarazione dei redditi di Pietro
Tidei (Pd) figura un immobile in costru-
zione a Kaki Legada, sull’isola greca di Pa-
xi. È negli Stati Uniti, invece, l’immobile
acquistato da Giuseppe Galati (Pdl),
mentre Paolo Guzzanti, a metà con la mo-
glie, ha acquistato tre immobili tra Fran-
cia, Spagna e Usa.
PIÙ COMPLESSO l’anno 2009 di Ma-
gli avvocati. Giulia Bongiorno (Fli) gua-
dagna 2.048.397 euro e batte il collega SILVIO BERLUSCONI
del Pdl Niccolò Ghedini che “si ferma” a
1.127.118 euro. Ma il principe del foro
tra deputati e senatori è la “colomba” fi-
40, 9 MILIONI DI EURO
niana Giuseppe Consolo il cui reddito GIULIA BONGIORNO
imponibile 2009 risulta superare i 2,3 mi-
lioni di euro. Pietro Longo, difensore di
Berlusconi dichiara 530.847. Cifra simile
2.048.397 EURO
anche per Gaetano Pecorella e Bruno Do- NICCOLÒ GHEDINI
nato. Il senatore più ricco è invece Um-
berto Veronesi, con 1.364.720 euro, che
ha recentemente lasciato l’incarico per
1.127.118 EURO
ricoprire quello di presidente dell’Agen- GUIDO BERTOLASO
zia per la sicurezza nucleare.
Tra i leader, tutti simili i redditi di Fini, Di
Pietro, Bersani e Casini, che vanno dai 860.195 EURO
186.563 del primo ai 106.063 dell’ulti-
mo, che però dichiara molti movimenti GIANFRANCO FINI

Della Vedova (Fli)

nuela Repetti. La compagna di Sandro
Bondi si è separata dal marito al quale ha
ceduto un negozio a Novi Ligure, otte-
vende tutte nendo però una porzione della casa co-
niugale che ora quindi possiede al 100%.
le azioni Mediaset Di sua proprietà anche il 25% del com-
plesso immobiliare in costruzione nella
piazza del mercato di Novi, il cui cantiere
La Repetti divide è stato bloccato dalla magistratura per la
i beni con l’ex marito cubatura ritenuta eccessiva.
Ma i veri “Paperoni” del Parlamento sono
azionari: nel 2009 ha comprato, tra le al-
tre, le azioni dell’azienda svedese di ve- 186.563 EURO
stiario H&M e quelle di Louis Vuitton. C’è
ANTONIO DI PIETRO
poi chi ha preceduto futuri movimenti
politici: il finiano Della Vedova nel 2009
ha venduto tutte le sue azioni Mediaset. 176.885 EURO
Ma non cercate queste informazioni su
Internet: solo 80 parlamentari hanno ac- PIER LUIGI BERSANI
cettato la pubblicazione online dei loro
dati. Gli altri restano chiusi nei Palazzi del 137.013 EURO
potere.
Martedì 29 marzo 2011 pagina 9

COSE NOSTRE

N
LIGURIA, LA CASTA COLPISCE ANCORA: CORRUZIONE
Maldini rinviato
a giudizio

TAGLIATI I TAGLI ALLE AUTO BLU S i aprirà il prossimo

21 giugno nel
Tribunale di Milano il
processo a Paolo

La norma anti-sprechi è sparita dal Bollettino ufficiale Maldini, rinviato a

di Ferruccio Sansa piscono di che cosa si tratta.
Quella “rettifica”, che doveva
igore all’italiana: alla Re- passare inosservata, restituisce
giudizio per corruzione
e accesso abusivo a
sistema informatico:
l'ex terzino del Milan si
dei beneficiari. Come lo stesso sarebbe rivolto al
presidente Burlando, che appe- funzionario
na informato della buccia di ba- dell’Agenzia delle

R gione Liguria hanno ta-

gliato tutto. Perfino i tagli.
Proprio così: è bastato un
emendamento “invisibile” e
magia… le riduzioni di stipen-
dio per assessori e presidenti
(della giunta e del consiglio re-
gionale) che usano le auto blu
sono state eliminate. Senza che
nessuno, o quasi, se ne accor-
gesse.
Tutto comincia nel 2009, perio-
do di tagli selvaggi per gli enti
locali. Il governo dà una sforbi-
ciata ai trasferimenti alla Ligu-
ria: 70 milioni in meno rispetto
all’anno precedente. I liguri se
la passano male, sulla sanità in-
combe un buco di bilancio da
decine di milioni, vengono
chiusi ospedali, ridotti all’osso
servizi essenziali perfino per i
malati psichiatrici.
ALLORA , ecco che la Regione
decide di dare il buon esempio,
annunciando tagli in casa pro-
pria. Con qualche frecciata ai
colleghi di altre amministrazio-
ni: “La Liguria – ricorda l’asses-
sore al Bilancio, Pippo Rossetti –
per gli emolumenti a consiglieri
e assessori è tra le più basse d'I-
talia: mi chiedo per quale motivo
non si vanno a cercare le Regioni
a statuto speciale dove arrivano
un sacco di soldi, come la Sicilia
che ha 24mila dipendenti”.
Si parte dalle odiatissime au-
to-blu, il simbolo della Casta, che
in Italia pare siano 620mila. “Noi
ne abbiamo 12, mentre la Sicilia
ne ha 170”, spiega il presidente
Claudio Burlando. È il simbolo,
però, che conta: anche quelle
L’INTERVISTA Lirio Abbate
Auto blu parcheggiate. Sotto, il giornalista Lirio Abbate (FOTO ANSA)
dodici auto devono essere taglia-
te. È scritto nero su bianco nel
Bollettino che riporta la Finan-
ziaria regionale 2009: “Dal pri-
mo gennaio 2010 il rimborso for-
fettario mensile è decurtato del
20 per cento nel caso in cui il be-
neficiario abbia diritto a utilizza-
re usualmente l’automobile di
rappresentanza o di servizio, sal-
vo dichiarazione di rinuncia”. La
norma modifica la legge 3 del
1987 sul trattamento economi-
co dei consiglieri regionali.
Un bel segnale: chi vuole l’auto
blu se la deve pagare di tasca pro-
pria. Un’iniziativa che raccoglie
il plauso unanime delle forze po-
litiche: “Basta privilegi”. Qualcu-
no, però – come i cronisti di Ra-
dio Babboleo News – non di-
mentica quella norma e un anno
dopo (il 29 dicembre 2010) va a
spulciarsi il Bollettino Regionale
che riporta la Finanziaria 2010,
in vigore dal primo gennaio
2011. Dei tagli alle auto blu nem-
meno l’ombra.
CHISSÀ , forse la norma si pre-
sume sottintesa anche se non
espressamente menzionata in
quel mare magno di leggi. E in-
vece no. Il mistero viene svelato
appena dodici giorni dopo, nel
Bollettino del 12 gennaio 2011.
In mezzo a pagine e pagine di
norme compare un avviso di ret-
tifica: “Il comma 3 dell’articolo 4
della legge regionale 3 del 1987 e
successive modifiche e integra-
zioni è abrogato”.
Una riga e mezzo, nessuno ci fa
caso, anche l’occhio più smali-
ziato farebbe fatica a capire che
cosa si nasconde dietro quella
selva di richiami ad articoli e
commi.
Ma i giornalisti di Babboleo Ne-
ws non si arrendono, alla fine ca-
centinaia di euro al mese. Non ai
cittadini, ma a presidenti e asses-
sori. In consiglio regionale pare
che fossero tutti d’accordo: una-
nimi nel cancellare la norma an-
nana messa sul suo cammino sa-
rebbe andato su tutte le furie:
“Siamo i più morigerati d’Italia.
Ci siamo ridotti gli stipendi pri-
ma che lo chiedesse Tremonti”,
entrate Luciano Bressi,
finito in carcere
nell’inchiesta, per
'aggirare' controlli
fiscali. Maldini si è
ti-auto blu che appena un anno fa assicura Burlando. E le auto blu? detto “sereno” e
– anche stavolta unanimi – ave- “Appena ho saputo dell’emenda- “contento” perché
vano sostenuto. mento ho chiesto ai miei asses- l'accusa a carico di sua
sori che usano l’auto nel tragitto moglie Adriana Fossa è
INSOMMA , per dirla con pa- casa-ufficio di restituire il denaro stata archiviata.
role semplici: addio alla decurta- già percepito e di scrivere una
zione dell’indennità per chi usa lettera per rinunciare al privile-
l’auto blu. Si torna ai vecchi sani gio”. Insomma, i soldi per adesso
principi: paga la Regione. tornano nelle casse pubbliche. E
Una novità di cui quasi nessuno non sono spiccioli: quelle due ri-
si era accorto, tranne le manine ghe avrebbero fatto risparmiare
che l’hanno fatta inserire nella Fi- a ogni assessore 800 euro al me-
nanziaria (guarda caso in una po- se. Sessantamila euro l’anno per
stilla contenuta in un supple- tutta la Giunta. Ma la norma an-
mento). Ma adesso trovare l’au- ti-auto blu non esiste più. E sca-
tore è un’impresa. Non se n’era dute le lettere di rinuncia ai be-
accorto, pare, perfino qualcuno nefici… sarà tutto come prima.
DISABILI
Il Tar: illegittimi i
GEORGOFILI Romano tagli della Gelmini
ministro, Corleone ringrazia S econda sconfitta
legale in due giorni
per il ministro Gelmini:
familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, dopo la condanna a
Ihanno
Saverio Romano ministro non avrebbero voluto vederlo:
“pianto morti in nome e per conto del 41 bis” e ora si
risarcire 15 docenti
precari liguri, ieri il
ritrovano al governo proprio “colui che nel 2002 si espres- ministero è stato
se contro la norma che rende definitivo il 41 bis per i boss bacchettato dal Tar di Bari
mafiosi”. “Nessuno potrà volercene - scrivono in un comu- per il taglio delle ore
nicato - se leggiamo questa nomina come un chiaro segnale mensili destinate a circa
alla mafia corleonese che da tempo aspetta per i suoi adepti 60 alunni disabili.
condannati per strage e oggi in carcere, l’annullamento del Secondo il giudice, i tagli
41 bis e di conseguenza dell’ergastolo”. Romano è indagato al sostegno sono da
per concorso esterno in associazione mafiosa: l’udienza considerare illegittimi,
che deciderà tra l’archiviazione e il rinvio a giudizio era poiché adottati con
prevista per il 6 aprile, ma è slittata di una settimana. “violazione e falsa
applicazione di legge,
eccesso di potere per
ingiustizia manifesta
disparità di trattamento,
violazione della
normativa comunitaria e

“Ho fatto i nomi, la mafia mi vuole morto” internazionale”.

di Alessandro Ferrucci
ai cosa volevo fare da giovane? Il
“S cronista sportivo”. Invece sono
quattro anni che vive sotto scorta. La
mafia lo vuole uccidere, vuole eliminare
Lirio Abbate per quello che ha scritto e
continua a scrivere, prima all’Ansa, poi
nel libro “I complici” (con Peter Go-
mez) e ora sull’Espresso. L’ultimo avver-
timento l’ha svelato La Stampa su un’in-
dagine della procura di Messina per un
progetto di attentato di Cosa nostra e
‘Ndrangheta contro “quel giornalista”.
Lirio sfoglia distrattamente il giornale,
legge la notizia. Non appare stupito. Se
possibile, sembra abituato: “È che in
parte già lo sapevo, ero stato avvertito
dalle forze dell’ordine: sono bravissime
a prevenire e intervenire. E comunque è
‘solo’ l’ennesimo avvertimento-minac-
cia contro di me, sia a Palemmo (ci tiene a
mantenere una lieve inflessione isola-
na), sia a Roma...”.
Come è iniziato tut-
to?
Quando la squadra mo-
bile di Palermo ha sco-
perto l’intenzione di
un gruppo di Brancac-
cio di farmi fuori.
In quel periodo di co-
sa ti occupavi?
Di più cose, su più fron-
ti. Come sempre. Però
ho capito una cosa...
Quale?
Che in Sicilia gli investi-
gatori sono in grado di
svelare le mosse dei
mafiosi. Vedi, rispetto
al passato quando ci fu-
rono giornalisti ammazzati dalle mafie,
oggi possiedono gli strumenti e l’espe-
rienza per contrastare.
Quanti e quali segnali di pericolo hai
subito?
Ti faccio un esempio: dopo le prime mi-
nacce, ritennero opportuno allontanar-
mi dalla Sicilia. Andai a Roma, ma dopo
qualche mese tornai a Palermo. Pochi
giorno trovarono un ordigno in un’auto
parcheggiata sotto casa.
Poi ci fu l’episodio con Leoluca Ba-
garella.
Impressionante, quanto inedito. Du-
rante un processo, chiese di poter rila-
sciare delle dichiarazioni. E mi attaccò
personalmente.
Ti ricordi cosa disse?
Eccome, ma non è il caso di ripetere le
parole esatte.
Perché Bagarella ce l’aveva con te?
Avevo svelato l’assetto di Cosa Nostra in
quel periodo, gli accordi, le nuove stra-
Indagini
e nomine
“ Tu racconti
che Tizio è amico
dei boss. Poi
il premier lo
chiama: bravo,
hai i numeri
per il governo
tegie maturate in carcere tra i corleone-
si e i catanesi. Ma il problema era un al-
tro: Bagarella, dal 41-bis, sapeva cosa
scriveva l’Ansa e chi era l’autore.
Si interessava di informazione?
Eccome. Per loro è molto più importan-
te quello che pubblicano i giornali di un
avviso di garanzia o di una condanna,
ergastolo escluso. Per Provenzano o Rii-
na non è grave sentirsi definire ‘mafio-
si’, anzi è un titolo di orgoglio, di rico-
noscimento. Il problema nasce quando
gli sputtani il consulente o il manager
complice con il quale fa affari. Quando
tocchi i ‘colletti bianchi’, gli insospet-
tabili. Quando arrivi alla zona grigia,
quella inesplorata fino a pochi anni fa. E
fai i nomi.
Tra le persone indicate da Brusca
come “eliminabili”, c’è anche il tuo
editore, Carlo De Benedetti.
Fa capire ancora di più quanto i boss ten-
gano all’informazione. Immagina cosa
potrebbe essere l’Italia
senza le notizie che ri-
portano il Fatto, Repubbli-
ca o l’Espresso.
Dalla mafia classica,
si è passati a denun-
ciare quella in giacca
e cravatta. Qual è il
prossimo passo?
La politica: dalla pub-
blica amministrazione
al Parlamento. Cosa
Nostra ha messo la sicu-
ra ai kalashnikov, punta
ad altro e di esempi ne
abbiamo molti, troppi.
Ma in quest’ultimo
periodo la politica
celebra la cattura di
CARCERI
molti latitanti eccellenti... Detenuto suicida
Vedo altro. è il 15° del 2011
Cosa?
Che racconto che un politico è in con-
tatto con i mafiosi e questi parlano bene S i è suicidato domenica
nel carcere di Santa
di lui; che anche i collaboratori fanno il Maria Maggiore a Venezia,
suo nome e quindi viene indagato; se un detenuto di 28 anni,
racconto le cene, gli incontri con i boss e romeno. Si tratta del
così via, non succede niente. Anzi, leggo quindicesimo
di un presidente del Consiglio che lo suicidio del 2011.
chiama e gli dice: ‘Bravo, hai tutti i nu-
meri per diventare ministro’. CATANIA
Purtroppo non è una favola...
È quello che accade nel nostro Paese in Perde il lavoro si
questi giorni. Basta vedere la nomina al- lancia dalle scale
l’Agricoltura di Romano: un chiaro se-
gnale ai mafiosi.
È possibile abituarsi a una vita sotto
scorta?
“A veva paura di
perdere il lavoro,
un’altra volta, e di
All’inizio mi vergognavo. A volte mi ca- ricadere in quello che era
pita ancora. Poi penso che c’è gente che stato uno dei periodi più
non conosco, come Bagarella, che può brutti della sua vita”. Per
decidere della mia vita. E scopro che, se questo, racconta un
vogliono, mi possono raggiungere ovun- familiare, Antonino Lanza
que e comunque. Comunque in alcuni si è lanciato nella tromba
momenti non si può non aver paura. delle scale dell’impresa di
Ti sei mai pentito della scelta pro- pulizie dove lavorava.
fessionale? L’uomo, 50 anni, aveva
Volevo fare il cronista sportivo, come ti
ho detto. Poi ho trovato dei bravi mae-
stri che mi hanno insegnato cos’è il
giornalismo in Sicilia, e penso a Lucio
Galluzzo, ma anche alla lezione di Mario
appena ricevuto un
provvedimento
disciplinare di
sospensione dal servizio,
per un’indagine interna
Francese, Pippo Fava, Mauro Rostagno. all’azienda per il furto di
Colleghi ammazzati dalla mafia. un mezzo di trasporto.
Chi altro? “Siamo vittime e non
La famiglia Impastato, la memoria di carnefici” si difendono i
Peppino, il rapporto con Giovanni, con colleghi: “Da tempo
la mamma Felicia che ora non c’è più. abbiamo chiesto
Vedi una fine a tutto questo? all’azienda di potenziare i
Per forza. Non si può vivere in eterno sistemi di sicurezza, ma
così. questo non è avvenuto”.

”
pagina 10
TUTTI GLI UOMINI (INGUAIATI)
DEL VICEPRESIDENTE
Anche Palenzona nel mirino dei pm di Crotone
ri. Il nesso è proprio la Global
Wood Holding, della quale Pa-
lenzona è stato presidente
per un anno, dal 2008 al 2009:
uno dei conti esteri di Bonal-
di, infatti, porta a quella socie-
tà.
I pm vogliono capire come
mai i signori “quasi scono-
sciuti”, arrestati per bancarot-
ta nell’inchiesta “Energopo-
li”, siano così vicini a un uomo
chiave del potere finanziario.
Bonaldi tra il 1999 e il 2001
non presentò neanche la di-
chiarazione dei redditi. Di lì a
poco però - ed è proprio il
cuore dell’inchiesta – riuscì a
vendere al colosso spagnolo
Endesa l’autorizzazione per
Il vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona (FOTO EMBLEMA) costruire una centrale “coge-
nerativa” a Scandale, provin-
di Antonio Massari pm di Crotone Pierpaolo Bru- cia di Crotone, al prezzo di 40
ni sta indagando sulla centra- milioni di euro.
l suo assistente nella so- le turbogas di Scandale.
I cietà Aeroporti di Roma
(Adr), Roberto Mercuri, è
agli arresti domiciliari da
due settimane. Il suo (ex)
braccio sinistro nella Global
Un’indagine che ha già porta-
to a cinque arresti e vede tra
gli indagati, per concorso in
truffa, l’ex sottosegretario al-
le Attività produttive Giusep-
DAL 2001 lo “sconosciuto”
Bonaldi punta sulla Calabria:
quando s’inizia a discutere di
un “contratto di programma”.
Finanziato con soldi pubblici, il
Wood Holding, Aldo Bonaldi, pe Galati (Udc). Adesso nel- progetto dovrebbe sviluppare
è in una cella del carcere di l’orbita delle indagini, sebbe- il settore industriale di un’area
Kiev. È un momento delicato, ne non sia indagato, c’è pro- depressa, quella di Crotone. La
per Fabrizio Palenzona, vice- prio Palenzona: la procura sta cronologia, in questa storia, è
presidente di Unicredit e pre- accertando la natura dei suoi fondamentale. Ma dobbiamo
sidente di Adr, da quando il rapporti con Bonaldi e Mercu- guardarla da due angolazioni
diverse. Quella di Bonaldi, pri-
ma. Quella di Mercuri, poi.
Il 27 febbraio 2002 Bonaldi co-
AIAZZONE Carcere stituisce la Eurosviluppo Indu-
striale. Pochi giorni dopo – sia-
mo al 28 marzo – il Cipe appro-
per Borsano e altri tre va il contratto di programma
nel quale Bonaldi riuscirà, più
Ablicarresto per Gianmauro Borsano, ex presidente del Torino
calcio, accusato di bancarotta dalla Procura della Repub-
di Roma. Insieme a lui sono finiti in manette altri due
tardi, a infilarsi. Il Cipe approva
il progetto con una rapidità im-
pressionante. E in quel perio-
imprenditori, Renato Semeraro e Giuseppe Gallo, mentre do è sotto la guida di Giuseppe
per il commercialista Marco Adami sono scattati i domi- Galati, sottosegretario all’Eco-
ciliari. Per l’avvocato romano Maurizio Canfora è stata di- nomia dell’Udc, uomo vicinis-
sposta la sospensione dall’esercizio della professione. simo a Roberto Mercuri. La E.I.
Le misure cautelari arrivano dopo un anno di indagini sulle di Bonaldi inizia ad acquistare
traversie di una serie di società, tra le quali la B&S e la Mete quote del consorzio e, in meno
spa, che secondo i magistrati romani sarebbero state siste- di un anno, riesce a controllar-
maticamente svuotate. L’inchiesta coinvolge dieci persone lo: nel dicembre 2003 il proget-
in tutto, tra le quali Giampiero Palenzona, socio e ammi- to finanziato dal ministero è
nistratore della B&S, fratello di Fabrizio, vicepresidente di nelle sue mani. E la sua E.I., qua-
Unicredit, la banca che risulta più esposta nella bancarotta si per incanto, inizia a popolar-
del gruppo Borsano. La mossa del procuratore aggiunto si di pezzi da novanta: il 18 lu-
Nello Rossi e dei sostituti Francesca Loy e Francesco Ciardi glio 2003 nel cda entra Franco
ha provocato tensione con la Procura di Torino che ha in Bonferroni, politico di lungo
corso un’inchiesta sugli stessi personaggi, accusati di aver corso.
truffato migliaia di clienti del mobilificio Aiazzone, mar- Nato a Reggio Emilia nel 1938,
chio che faceva capo alle stesse società. Bonferroni siede tuttora nel
cda di Finmeccanica. In Tan-
gentopoli fu condannato in pri-
Illustrazione di Francesca Gallina
E, Il nuovo mensile di EMERGENCY.
Per chi è stanco di farsela raccontare.
ECONOMIA
mo grado e poi assolto, com-
parve nell’elenco dei massoni
iscritti alla Loggia P2, anche se
ha sempre negato nega qualsia-
si affiliazione. Due settimane
dopo il suo ingresso, il primo
agosto, alla “E.I.” arriva la prima
tranche di soldi pubblici. Se-
condo l’accusa, però, non ser-
vono a finanziare il progetto,
ma ad acquisire crediti presso
le banche: il vero obiettivo è ot-
tenere l’autorizzazione per co-
struire la centrale turbogas co-
generativa, far salire il valore di
“E.I.”, e rivenderla a prezzi mi-
lionari.
Finora abbiamo guardato la sto-
ria dal lato di Bonaldi, ex socio
di Palenzona nella Global
Wood Holding, ma ora bisogna
invertire la prospettiva e guar-
dare, tutta questa vicenda, da
un altro lato: quello di Roberto
Mercuri, assistente di Palenzo-
na nella Aeroporti Roma. Ri-
cordando un dettaglio fonda-
mentale: Bonferroni è presen-
te anche in questo caso, come
consigliere della “Pianimpian-
ti”, società che Mercuri inizia a
scalare nel 2004: gli anni più at-
tivi, per il contratto di program-
ma approvato, a tempo di re-
cord, dal ministero dove siede,
come sottosegretario, Galati.
I legami
con il manager
di Mercuri
e Bonaldi,
arrestati
per l’inchiesta
“Energopoli”
Il ministero, nel maggio 2004,
autorizza la Eurosviluppo In-
dustriale a realizzare la centra-
le di Scandale. Ma a una condi-
zione: deve funzionare in asset-
to “cogenerativo”, assimilabile
alla produzione di energia rin-
novabile. Il semplice “pezzo di
carta” sviluppa un affare da 40
milioni. Senza l’esborso di un
centesimo privato. Gli unici
euro in circolazione: la prima
tranche di soldi pubblici arriva-
ti, alla “E.I.” di Bonaldi, il primo
agosto 2003. Ma nel febbraio
2004, ben prima che arrivi l’au-
torizzazione dal ministero, un
intimo amico di Galati si pre-
senta in una banca, la Bibop Ca-
rire: è Roberto Mercuri. Nella
riservata istruttoria della ban-
ca, che il Fatto Quotidiano ha avu-
to modo di visionare, si legge
che Mercuri il 12 febbraio chie-
de un fido per acquistare il 36
per cento di una società, la
“Fin. ind. Int”, con sede in Lus-
semburgo, per poterla control-
lare al 100 per cento. L’istrut-
toria spiega che, a sua volta, la
Fin.ind.int “detiene il 66 per
cento della Eurosviluppo indu-
striale”. Parliamo della società
di Bonaldi: l’affare inizia a pas-
sare nelle mani di Mercuri. Ma
c’è di più.
IL 12 FEBBRAIO, dell’auto-
rizzazione, non c’è neanche
l’ombra. Eppure nell’istrutto-
ria della banca, datata 16 mag-
gio, si legge cosa avrebbe rife-
rito, Mercuri, a partire da quel
12 febbraio: “C’è una trattativa
estremamente riservata per la
cessione del citato impianto al-
la Asm Brescia spa e alla Endesa
Spa”. Prima ancora che l’im-
pianto venisse autorizzato,
quindi, Mercuri sa già a chi sarà
venduto. L’informazione è uti-
le per ottenere il fido da 3,7 mi-
lioni. Che viene deliberato.
Mercuri poi acquista, per po-
chi soldi, le quote di Eurosvi-
luppo elettrica: il suo valore sa-
lirà pochi giorni dopo. Quando
arriverà l’autorizzazione per la
centrale, la Eurosviluppo sarà
venduta per circa 40 milioni di
euro. La Bibop Carire, che offre
il fido a Mercuri, oggi, è nell’or-
bita di Unicredit, quindi di Pa-
lenzona. Ma all’epoca era di Ca-
pitalia, che “teneva in pancia”
anche la Cassa di risparmio di
Reggio Emilia, terra di Bonfer-
roni. Lo stesso Bonferroni che
un testimone, parlando del suo
ruolo in Pianimpianti e dei suoi
Nella rete
di rapporti
anche i politici
ex democristiani
Bonferroni
e Galati
(indagato)
rapporti con Mercuri, defini-
sce in questo modo: “Ritengo
che il Mercuri ottenesse capa-
cità finanziarie grazie all’inter-
cessione di Bonferroni presso
le banche…”. Bonferroni non
è indagato nell’inchiesta in
questione, lo stralcio di verbale
serve solo a delineare lo scena-
rio, che si colora con un’altra
vicenda: un anno dopo, nel
2005, quando il figlio di Bonfer-

roni si sposa a Beirut, al matri-
monio partecipano anche Fa-
brizio Palenzona e il sottose-
gretario Galati, l’intimo amico
di Mercuri. Lo stesso Mercuri
che Palenzona, pochi giorni fa,
dopo l’arresto, in un’intervista
al Corriere della Sera, ha defi-
nito un “galantuomo”, sottoli-
neando che nel 2004 non lo co-
nosceva. Conosceva però Ga-
lati e Bonferroni.
NEL 2004, comunque, la Eu-
rosviluppo è passata, da circa
un anno, nelle mani di Mercuri.
A settembre Bonferroni esce
dal cda. E Mercuri rivende le
proprie quote. Resta lo “scono-
sciuto” Bonaldi che la vende
per circa 40 milioni a Endesa e
Asm Brescia. Come Mercuri
aveva anticipato in banca. Nel
frattempo proprio Mercuri ha
scalato una grossa società, la
Pianimpianti, dove siedeva il
consigliere Bonferroni, che
per la vicenda della centrale in
Calabria ha fatturato 5 milioni
per operazioni inesistenti e og-
gi s’è trasformata in una picco-
la srl con sede in Tunisia.
Mercuri è diventato il braccio
destro di Palenzona in Aero-
porti Roma. Bonaldi è ai vertici
di una holding che produce
energie a biomasse, la Global
Wood, dove Palenzona è stato
presidente per un anno. E la
Global Wood Holding ha tenta-
to un grosso affare – poi sfuma-
to – con la Alerion, dove ancora
una volta sedeva, nel cda, Fran-
co Bonferroni.
Martedì 29 marzo 2011
ECONOMIA
di Vittorio Malagutti
l suo personale manifesto
Milano La ragnatela sua volta, con il 14 per cento è
l’azionista di riferimento delle
Generali. E questa non è una
I
novità. La notizia, quella vera,
del nuovo Geronzi
politico è stato appena è che la banca Unicredit ades-
pubblicato, sotto forma so vuol far valere il suo peso.
d’intervista, dal Corriere Lo dice Palenzona stesso che
della Sera. Centinaia di parole, negli ultimi dieci anni si è la-
un’intera paginata di piombo sciato alle spalle con straordi-
per incorniciare la frase che naria abilità disavventure e ne-
segna il cambio di stagione. mici assortiti. Profumo se lo è
“Unicredit aveva dato l’im-
pressione di volersi estrania-
PARTE DA UNICREDIT cucinato a fuoco lento fin dal-
l’autunno del 2008, quando
re, questo non accadrà più”.
Parola di Fabrizio Palenzona
da Novi Ligure, 57 anni, l’uo-
LA SVOLTA NEL POTERE nel mezzo della tempesta fi-
nanziaria Unicredit fu costret-
to a chiedere in gran fretta
mo che vuole farsi re della fi- nuove risorse ai suoi soci forti
nanza italiana. Programma a cominciare dalla Fondazione
ambizioso, ma lui ci lavora da Crt.
anni e mai come adesso è sta-
to vicino a centrare l’obietti- L’INCHIESTA giudiziaria
vo. Alle Generali c’è il presi- (l’accusa è ricettazione) sui
dente Cesare Geronzi sotto at- suoi rapporti con il furbetto
tacco. Cose mai viste: sei am- Gianpiero Fiorani, caso unico
ministratori chiedono di con- tra tutti gli indagati della sca-
vocare in tempi brevi una riu- lata Antonveneta, sono stati
nione del consiglio per rego- stralciati e assegnati al tribu-
lare le questioni in sospeso nale di Alessandria per com-
prima dell’assemblea di fine petenza territoriale. E perfino
mese. Giulio Tremonti, che con Pa-
I motivi dello scontro, o forse lenzona ha avuto rapporti dif-
potremmo chiamarli pretesti, ficili (si va dallo scontro aperto
contano fino a un certo pun- Relazioni Al centro, Fabrizio Palenzona. Con lui, da sinistra, Giuseppe Vegas, presidente Consob, Corrado Passera, Ad alla reciproca sopportazione),
Intesa Sanpaolo, Andrea Comba, presidente Fondazione Crt, Angelo Benessia, presidente Compagnia di San Paolo (FOTO ANSA) potrebbe alla fine essere co-
stretto a prendere atto dei
Una lunga to. Alla fine può anche appa-
rire secondario capire se dav-
tra Geronzi e l’amministrato-
re delegato della compagnia
mocristiano nonchè ex sinda-
co di Tortona che nel 1999 di-
nuovi equilibri. Anche perchè
i migliori alleati di Geronzi nel-
marcia partita vero l’alleanza con l’impren-
ditore boemo Petr Kellner,
di Trieste, Giovanni Perissi-
notto sostenuto da soci di pe-
venta vicepresidente della
neonata aggregazione banca-
la sua personale ascesa da Ca-
pitalia a Mediobanca e di qui
dalla Dc che risale addirittura al 2007,
sia stata spiegata nei bilanci di
so come De Agostini e i veneti
di Ferak con l’appoggio della
ria con il marchio di Unicredit
guidato dall’allora rampantis-
alle Generali, sono stati pro-
prio gli azionisti francesi ca-
Generali con la necessaria tra- torinese Fondazione Crt, do- simo Alessandro Profumo. E peggiati da Vincent Bolloré,
piemontese sparenza, oppure no. Il fatto è ve Palenzona, anche senza ca- adesso il corpulento banchie- salito l’anno scorso alla vice-
che per la prima volta da mol- riche formali, è il vero uomo re, un metro e novanta d’altez- presidenza del gruppo assicu-
facendo leva sul ti, moltissimi anni, la finanza forte. za per una stazza vicina ai 150 rativo triestino. Solo che ades-
italiana, quella che conta dav- chili, vede il traguardo a por- so il governo italiano ha lan-
controllo della vero, lava i panni sporchi in E’ PARTITA proprio da qui, tata di mano. Unicredit con il ciato una crociata contro Pa-
pubblico. Diventa evidente il dalla Fondazione Crt, la scalata suo 8,6 per cento è il primo rigi. Un guaio per Geronzi, co-
Fondazione Crt conflitto fin qui sotterraneo al potere dell’ex politico de- azionista di Mediobanca, che a stretto a prendere le distanze
dai suoi amici. E anche per Tre-
monti che non può permetter-
La Caporetto tv di Marchionne si di appoggiare i francesi nel-
l’alta finanza nazionale quan-
do li attacca platealmente sul-
le questioni dell’energia (caso
“REPORT” SPIEGA A 3,5 MILIONI DI PERSONE COME FA A PAGARE MENO TASSE Edison) e del latte (Parmalat).
Da ultimo, a dare maggior pe-
Lseraadalnotizia era stata già pubblicata mesi fa
Fatto e da altre testate. Ma domenica
ben tre milioni e mezzo di telespet-
levisiva. Difficile convincere i telespetta-
tori che, a fronte delle quotidiane lezioni
di Marchionne su come recuperare la com-
risposta io do non la riesco a rigirare”.
Brutta immagine per la Fiat anche dalle pa-
role rancorose del quasi 88enne Cesare
so alle ambizioni di Palenzona,
è arrivato anche il salvataggio
di Ligresti e famiglia. La rete di
tatori hanno imparato dalla prima puntata petitività perduta, si debba assistere sere- Romiti che ha escluso dal novero degli protezione stesa da Unicredit
della nuova serie di Report come fa Sergio namente al magistero di come si risparmia- storici capi Fiat (Agnelli fondatore, Agnelli è servita a proteggere gli in-
Marchionne a risparmiare sulla tasse. no 500 mila euro all’anno di tasse. Ma lo avvocato, Vittorio Valletta e Romiti me- genti crediti vantati dalla ban-
L’inchiesta firmata da Giovanna Bour- spettacolo delle incertezze del vertice Fiat desimo) sia Umberto Agnelli che il gio- ca e a salvaguardare una pe-
sier per il settimanale di Milena Gabanel- si è arricchito di altri momenti memora- vane Marchionne. In compenso Romiti dina essenziale negli equilibri
li non è stata avara di particolari, affidando bili. A chi aveva ancora dei dubbi sulla vo- giura di non ricordare quanto lo pagavano dell’alta finanza.
al noto fiscalista Tommaso Di Tanno un lontà della capogruppo Exor di abbando- alla Fiat, e allora la Gabanelli ricorda che Ecco spiegato, allora, l’estem-
semplice calcolo: sui quattro milioni di sti- nare l’Italia, Report ha offerto un impaga- nel 1998 se ne andò con una liquidazione poraneo affondo di Palenzona,
pendio che prende dalla Fiat, l’ammini- bile squarcio di verità. Il 10 gennaio 2011, di 101 miliardi di lire (ma in verità erano lanciato non a caso dalle co-
stratore delegato sottrae ogni anno 500 mi- alla vigilia del drammatico referendum di 101,5 milioni di euro, cioè il doppio). lonne del Corriere della Sera, un
la euro all’erario italiano grazie alla resi- Mirafiori, il presidente John Elkann rila- Unico sostegno all’immagine Fiat è risul- altro centro di potere dove
denza in Svizzera, nel cantone di Zug. Se scia un’intervista al Tg2, che però non la tasto quello, consueto, del sindaco di To- Mediobanca e Generali (leggi
fosse residente in Italia, seguendo l’appel- manda in onda. Finalmente domenica sera rino, Sergio Chiamparino (Pd), che Geronzi) giocano un ruolo de-
lo che la Gabanelli gli ha rivolto dal video, gli spettatori hanno visto e sentito. Do- mantiene per Marchionne un posto nel cisivo. “Senza di me non si de-
Marchionne pagherebbe di tasse il 43 per manda: “Il cuore della Fiat è metà ameri- Pantheon della sinistra. Domanda: “Molto cide niente”, dice in sostanza
cento del suo reddito. Come residente in cano e metà italiano o in che percentua- di sinistra Marchionne?”. Risposta: “Su cer- il banchiere. La differenza, ri-
Svizzera, invece, è sottoposto solo a un’a- le?”. Risposta: “No, ma queste sono tutte te cose molto più a sinistra di me...”. E pro- spetto al passato, è che all’o-
liquota secca del 30 per cento. domande che poi sono interpretate male. babilmente ha ragione. rizzonte non si intravvede nes-
Per la Fiat si è trattata di una Caporetto te- Fatta la domanda così poi dopo qualunque Giorgio Meletti suno in grado di contrastarlo.
Nasce il nuovo mensile di EMERGENCY. Diretto da Gianni Mura e Maso Notarianni, parla del
mondo e dell’Italia che vogliamo. Una rivista bella, utile e intelligente, che racconta storie
vere e approfondisce l’attualità ispirandosi ai valori di EMERGENCY: uguaglianza, solidarietà,
giustizia sociale, libertà. Le cose in cui preferiamo credere. E queste non sono favole.
Dal 6 aprile in edicola.
Il nuovo mensile di Emergency.
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Leggi a occhi aperti.
pagina 12

LIBIA SENZA RITORNO

Aiutiamo la nuova alba del Medio Oriente La Nato non aiuta i ribelli
L’intervento in Libia “non significa pretendere di esportare uno “Nessuno spiana la strada ai ribelli”: quelle della Nato, secondo il
specifico modello di democrazia, ma promuovere e proteggere i diritti presidente del Comitato militare dell’Alleanza, ammiraglio Giampaolo
fondamentali, civili e politici e le libertà religiose, come pre-condizione Di Paola “sono operazioni destinate a proteggere la popolazione civile”.
per l'autonoma realizzazione di sistemi democratici”. Lo ha detto il E i bersagli “legittimi” sono tutte le forze che attaccano o minacciano di
capo dello Stato Giorgio Napolitano all’Assemblea generale Onu, attaccare i civili. La Nato “non è entrata in guerra”, ma ha risposto alla
aggiungendo che “il mondo ha una chiara responsabilità nell’aiutare richiesta, contenuta nella risoluzione 1793 del'Onu, di proteggere la
questa nuova alba a divenire realtà, ma anche nell’intervenire ovunque popolazione. Di Paola ha confermato che il piano operativo approvato dal
dittature, violenze e oscurantismo tentino di contrastare il nuovo”. Consiglio Atlantico prevede un impegno “iniziale” fino a 3 mesi.

I Fantastici quattro
escludono Berlusconi
VERTICE OBAMA-CAMERON-SARKOZY-MERKEL
SULLA LIBIA: DIMENTICATO L’AMICO DI GHEDDAFI
di Francesca Cicardi nuncio della liberazione di Sirte to, che assume in queste ore la mostrarono i presunti mercenari
Bengasi provoca un’esplosione di gioia a guida della missione, ha già chia- come trofei di guerra. Le autorità
Bengasi, che si è svegliata di so- rito che l’intervento internazio- non sono disposte a commettere
i sono un americano, un nale sarà “neutrale” e che non so-

C
britannico, un francese e
una tedesca: sembra una
barzelletta, nella quale la fi-
guraccia la fa l’italiano, assente.
Il premier Berlusconi non è sta-
to interpellato nella videoconfe-
renza a quattro (Obama, Came-
ron, Sarkozy e Merkel, pur es-
sendo il cancelliere tedesco non
impegnato nel conflitto libico)
che ha discusso delle iniziative
politico-diplomatiche che po-
trebbero risolvere il nodo-Ghed-
dafi. “Non sentiamo la sindrome
dell’esclusione, non stanno de-
cidendo niente”, si è affrettato a
dire il ministro Frattini.
SUL TERRENO i ribelli di Ben-
gasi volavano verso Sirte. Dopo
aver bruciato più di 200 chilome-
tri in meno di 48 ore, già imma-
ginavano l’ingresso trionfale nel-
la città natale di Gheddafi. Ieri
mattina prestissimo il primo an-
prassalto per gli spari delle bat-
terie antiaeree e dei kalashnikov
impazziti ed esultanti. Ma in mat-
tinata la smentita dei media inter-
nazionali e del proprio esercito
ribelle, divenuto molto più cauto
nel cantare vittoria, a differenza
dei primi giorni, cominciando ad
imparare dai suoi errori. I rivol-
tosi si sono fermati a un centinaio
di chilometri da Sirte, nella Valle
Rossa, posizione strategica fon-
damentale, da dove Gheddafi
lanciò la sua controffensiva tre
settimane fa. Il Colonnello aveva
usato la valle come base per rag-
gruppare le sue forze, che tesero
una trappola ai rivoltosi quando
arrivarono a Ben Jawad.
L’Esercito della Libia libera aspet-
ta che le forze internazionali neu-
tralizzino le difese di Gheddafi
dal cielo, per poi avanzare facil-
mente sul terreno. I bombarda-
menti alleati hanno fatto strada ai
ribelli fino quasi a Sirte, ma la Na-
stituirà l’aviazione che i rivolu-
zionari non hanno.
L’ALLEANZA Atlantica ha an-
che affermato che la sua missio-
ne è quella di proteggere i civili.
Man mano che il conflitto conti-
nua, si teme che i crimini di guer-
ra e la violazione dei diritti fon-
damentali siano sempre più dif-
fusi e generalizzati. Anche da par-
te dei “buoni” di questo film. Nel
recuperare le città perdute nelle
ultime due settimane, i ribelli
hanno catturato un bel numero
di uomini di Gheddafi: truppe re-
golari, mercenari, libici e stranie-
ri. Tutti consegnati alle autorità,
che si mostrano molto caute nel
trattamento dei prigionieri, che
potrebbe, se gestito male, getta-
re discredito sul governo di Ben-
gasi. Dopo le prime vittorie, ci fu-
rono critiche da parte dei gruppi
dei diritti umani quando i ribelli
altri errori. Un portavoce del
Consiglio Nazionale, Issam Ghe-
riani, assicurava al Fatto Quotidia-
no che “si sta seguendo la proce- NONO GIORNO DI GUERRA
dura in modo preciso e secondo
gli standard internazionali”, e
sotto gli occhi di Emergency e Hu-
man Right Watch, che hanno due
team sul posto. In città sta arri-
vando la maggior parte dei pri-
gionieri, che sono stati conse-
gnati dai ribelli all’esercito diser-
tore, incaricato di trasportarli dal Ben Jawad
fronte e di scortarli per evitare
possibili incidenti: non intendo-
no più esporli alla stampa e nean-
che alla rabbia popolare dopo
che sono circolate voci –forse so-
le leggende metropolitane - se-
condo le quali gli uomini di
Gheddafi sono stati trovati con
viagra e preservativi nelle ta-
sche, intenzionati a violentare le
donne dei rivoluzionari, le quali
hanno manifestato a Bengasi
contro la violenza sessuale.

L’ANALISI I nuovi media in Medio Oriente

Come corre la rivoluzione al ritmo di Internet

di Carlo Antonio Biscotto
e rivolte in Tunisia, Egitto e Libia e
Lscuotendo
le manifestazioni che stanno
dalle fondamenta l’inte-
ro Medio Oriente hanno portato al-
la ribalta il ruolo politico dei cosid-
detti “social media” come strumen-
ti di critica dei regimi e di organiz-
zazione del dissenso.
Che poi la prima “rivoluzione in re-
te” dell’era moderna abbia avuto
per palcoscenico il mondo arabo e
non – come molti studiosi prevede-
vano – l’Asia, è in parte sorprenden-
te, ma non cambia di una virgola l’a-
nalisi del fenomeno. Non sono stati,
ovviamente, Facebook e Twitter a
scatenare le sollevazioni popolari
contro regimi brutali, oppressivi,
corrotti e impopolari, ma i social
network hanno fatto emergere un
malcontento diffuso che covava da
tempo sotto la cenere.
E L’ONDATA di collera che in-
veste gli autocrati arabi non rispar-
mia nessuno... Come un tam tam,
Twitter, Facebook, gli sms, i video, i
blog dilagano oltre che in Tunisia,
Egitto e Libia anche in Giordania, in
Marocco, in Siria, nello Yemen, in
Bahrein mentre in aree lontane del
mondo – in Cina, ad esempio – le
classi dirigenti temono il contagio.
Ma il ruolo di Internet non è stato
identico in tutti i Paesi. In Tunisia
Twitter e Facebook sono stati ele-
menti cruciali per la diffusione di
messaggi, ma non hanno dato un
contributo significativo nel far cono-
scere all’estero le ragioni e le dimen-
sioni della protesta.
In Egitto, invece, gli organi d’informa-
zione internazionali, come Al Jazee-
ra, hanno immediatamente puntato
i riflettori su quanto accadeva nel
Paese. Stando a quanto riferito da
Opennet Initiative, Mubarak ha
progressivamente oscurato l’acces-
so a Internet. Non è servito: Google
ha ideato un sistema che ha consen-
tito ai rivoltosi di registrare con il cel-
lulare brevi messaggi da postare suc-
cessivamente in rete. Alcuni provider
francesi hanno messo a disposizione
connessioni gratuite a chi si collega-
va dall’Egitto. Diverso lo scenario
mediatico in Libia. Anzitutto solo il
5% della popolazione ha accesso a
Internet (rispetto al 34% in Tunisia e
al 24% in Egitto) e inoltre l’unico pro-
vider è controllato dalla famiglia
Gheddafi.
MA I GIOVANI libici si sono ser-
viti dei cellulari satellitari, della pos-
sibilità di connettersi a Internet con i
telefonini di ultima generazione e
hanno dato prova di grande inven-
tiva. A lasciare stupefatti è l’accele-
razione che le nuove tecnologie han-
no impresso alla Storia. Quando l’uo-
mo inventò la polvere da sparo ci vol-
lero secoli prima che le armi da fuoco
diventassero strumenti di guerra. In-
ternet ha 20 anni, Facebook 7 e You-
tube appena 6. In così poco tempo
sono diventate armi letali puntate
contro i palazzi del potere.
Cosa avrebbero potuto o potrebbero
fare in futuro i dittatori al potere per
opporsi alla marea montante di gio-
vani che su Facebook, su Twitter, sui
blog, con gli sms, con i video postati
su Youtube, chiedono le dimissioni di
governi corrotti e maggiore demo-
crazia? Sparare sulla folla e oscurare
Internet? Strada poco praticabile. Al
mondo ci sono pochi Golia e molti
Davide... online. L’economia moder-
na dipende sempre più da Internet
emisure volte ad ostacolare le comu-
nicazioni avrebbero pesanti ricadute
sulla situazione economica. La rivo-
luzione è di nuovo una spontanea
sollevazione di popolo. Non ci sono
più gruppi di cospiratori clandestini
che il potere è quasi sempre riuscito
a controllare e a vanificare infiltran-
doli e manovrandoli.
QUASI 500 ANNI FA Lutero
rivoluzionò società e religione del-
l’Europa con la stampa. Con l’avven-
to di Internet e dei social network
quel mondo è tramontato. Control-
lare la stampa e la tv era facile, In-
ternet è quasi impossibile. In una vi-
gnetta apparsa su un quotidiano tu-
nisino in lingua francese, un anziano
chiede a un giovane: “Ma insomma
chi è il nuovo primo ministro?” e il
giovane risponde: “Facebook”.
 Martedì 29 marzo 2011

LIBIA SENZA RITORNO

Maher Assad e la repressione siriana
Il video intitolato “il corpo di Abu Addas” è stato
caricato su Youtube la settimana scorsa. Ma dopo
poche ore è stato rimosso. Il motivo di tanta
solerzia probabilmente non risiede nella difesa
della privacy del corpo disintegrato del giovane
Abu, bensì nel tentativo di coprire l'identità di colui
che si vede nell'atto di filmare con un cellulare
quei poveri resti. Secondo i blog e i siti siriani quel
qualcuno sarebbe Maher Assad, il fratello minore
del presidente-dittatore siriano Bashar, noto per la
sua ferocia e gli scatti d'ira. A lasciare allibiti non
sono le immagini raccapriccianti dei resti, quanto
l'indifferenza del presunto Maher che, senza fare
una piega, senza nemmeno togliere la mano dalla
tasca, con totale noncuranza indugia su quei pezzi
di carne attraverso la telecamera del cellulare.
“Secondo noi quell'uomo è proprio il fratello di
Bashar – dicono al Fatto i fondatori della pagina
Facebook, Syrian Uprising – infatti non solo gli
somiglia in modo impressionante, ma i militari che
gli stanno attorno sono vestiti come i suoi
uomini”. Maher guida da anni la quarta squadra,
un corpo militare indipendente. Le immagini del
video sarebbero state girate nel 2008 nella prigione
di Sednaya, a nord di Damasco.
ROBERTA ZUNINI

N
IL FATTORE P ARABIA SAUDITA
Voto “riparatorio”
ma senza donne

PUÒ SALVARE AMMAN C on un anno e mezzo

di ritardo i cittadini
dell’Arabia Saudita sono
stati chiamati alle urne
per il rinnovo dei consigli
comunali il 23 aprile:
Il ruolo dei palestinesi nella stabilità del regno giordano ennesimo tentativo della
monarchia petrolifera di
evitare proteste e
man eppure è difficile im- chi proprio non può lasciare sollevazioni. Ma il voto
maginare un altro settem- Baghdad mette le famiglie al esclude ancora le donne.
bre nero: 1970 Arafat e re sicuro in questa specie di
Hussein si affrontano nella Svizzera diventata Babilonia.
guerra civile da un jebbel al- Ottocento mila cittadini in
l’altro, le sette colline della più. Seconde e terze case co-
vecchia città. In quegli anni struiscono un’altra città. La
era una piccola capitale: vecchia sopravvive nella me-
180 mila abitanti. Ha supe- moria di un passato del quale
rato i tre milioni, profughi è orgogliosa; la nuova alza
Armata brancaleone in fuga da tante guerre. grattacieli e allarga verso il
Ribelli sulla strada Guerra dei Sei gironi, 1967. deserto sterminati centri
tra Bin Jawad e Sirte Moshe Dayan occupa Ci- commerciali e multinaziona-
con un equipaggiamento militare sgiordania e Gerusalemme li che insediano i direttivi del-
affatto temibile dove regnava Hussein. Di- la regione. Diventa lo spazio
ventano “territori provvi- neutro di tante trattative. I vo- GERMANIA
soriamente occupati”, da ti delle prime elezioni irache-
occupanti che sono sem- ne dopo la caduta di Hussein Merkel: “sconfitta
pre lì: sgretolano le pro- Regina di glamour Il re Abdallah e la regina Rania si contano qui. dolorosa”
prietà palestinesi con inse- È soprattutto la struttura co-
di Maurizio Chierici
ttorno alla Giordania
diamenti di coloni protetti
da centinaia di chilometri
di muraglie e dai filtri dei
ritori ormai perduti, abban-
donano le proprietà e salgo-
no ad Amman. E la capitale
di infastidite dall’invasione
“degli incivili”, e i risenti-
menti di una provincia di-
stituzionale a proteggere (fi-
no a quando?) la Giordania
dai terremoti attorno. Ab-
L a coalizione di
governo Cdu-liberali è
la protagonista della

A il mondo arabo cam-

bia faccia e le inquie-
tudini scuotono un
Paese tormentato da guer-
re e guerriglie che da ses-
check point.

La borghesia
palestinese
sant’anni accompagnano il
braccio di ferro tra Israele e I CITTADINI giordani del
palestinesi. Le ombre di re quando il re si arrende a
Egitto, Libia, adesso la Siria, Stati Uniti e Inghilterra e ri-
sfiorano l’altopiano di Am- nuncia alla sovranità dei ter-
REPORTAGE
FUKUSHIMA MON AMOUR
Tokyo - Fukushima
Tokyo tutto è normale, efficiente.
A Strade pulite, negozi pieni,
metropolitane intasate. Solo la sera la
metropoli si spegne un po’, così come le
luci delle strade che non vengono accese
per limitare i consumi. “Restare a casa la
sera è un modo per contribuire alla
ricostruzione perché diminuiamo gli
sprechi di energia” spiega Ayumi, 30 anni.
I giapponesi sono così, un po’ diversi da
come li immagini e con diversi miti da
sfatare. Non stanno a casa per paura
delle radiazioni, ma per risparmiare
elettricità, come gli è stato chiesto;
indossano le mascherine non per
difendersi dalle radiazioni, ma dal polline
che in questi giorni di primavera è esploso
nell’aria. Disciplinati e razionali, panico
mai. Chiedono certezze, che per ora non
arrivano. “Le reali condizioni delle vasche
di contenimento nessuno ancora le
conosce” ci spiega un tecnico che ha
lavorato alla centrale. “È difficile
quantificare le perdite, ma sono queste
che provocano le contaminazioni del
terreno, delle falde acquifere, dell’acqua
che entra nel ciclo normale delle piogge,
del mare e di tutta la catena alimentare”.
Difficile capire quale sia l’area di
sicurezza rispetto alla centrale
danneggiata. Il governo giapponese ha
evacuato fino a 30 km, mentre gli Usa
hanno fissato la zona rossa in un raggio di
80 km dalla centrale. Come mai tanta
differenza? Guardando la cartina si nota
che l’autostrada, indispensabile arteria
per portare aiuti verso Nord, ai
cambia. Borghesia palesti-
nese degli affari, insegnanti,
ingegneri, medici i quali si
accordano lentamente con
la monarchia e trasformano
il Paese. Questa classe diri-
gente stretta attorno al sovra-
no veniva snobbata dalle an-
tiche famiglie giordane di
obbedienza ottomana, quin-
di Emilio Casalini
sopravvissuti dello tsunami, scorre a circa
50 chilometri dalla centrale, in piena
zona da evacuare, secondo la valutazione
americana. Includere l’autostrada nella
zona ad altissimo rischio significherebbe
strangolare la ricostruzione del Nord del
Paese. Senza dimenticare che in questo
raggio ci sono varie città tra cui Koryiama
e Fukushima, un altro milione di persone
da spostare e sistemare a sud. Tanti.
Arrivare a Fukushima oggi è difficile. Gli
autisti non ci vanno, le agenzie non
affittano auto e serve un autorizzazione
speciale per usare l’autostrada. Poi serve
un interprete e sono in due a rispondere
all’appello, ma non per lavoro, per
amicizia: Yri, 40 enne romano-nipponico
e Orohi, che si è portato in giro i New
Trolls l’ultima volta che sono stati qui. La
zona rossa, a 60 km dalla centrale è
spiazzante. Le valli intorno a Kawamata
sembrano quei quadri nipponici con le
colline fatte di ombra, dolci e invitanti.
L’aria è fresca e invita a respiri profondi.
Che ti si strozzano in gola quando pensi
che quell’aria fresca non sai cosa
contiene. Così come non lo sanno le
famiglie che continuano ad abitare nei
dintorni. Nessuno se ne è andato, anche
se acqua, latte e verdure provenienti da
questa zona sono state proibite in tutto il
Giappone. “Io continuo a mangiare le
mie verdure, non è così pericoloso,
altrimenti ci avrebbero evacuati” spiega
Hirofumi, gentile signora 40enne mentre
il figlio down continua tranquillo a
guardare la tv. La fiducia è totale: “Me ne
vado solo se mi dicono che è pericoloso.
Mi fido del governo, non mi lascerebbero
menticata vengono sopraf-
fatti da umori, culture e ric-
chezze in fuga dal mondo at-
torno. Amman accoglie ban-
che e capitali del Libano che
dhallah è il sovrano che ha
preso il posto di re Hussein, il
padre. 49 anni, metà arabo e
metà inglese: la madre era
una ragazza lentigginosa arri-
“sconfitta dolorosa”
(come l'ha chiamata il
cancelliere Merkel) nelle
elezioni regionali tedesce.
Ma dall’analisi del voto
brucia, anni ‘80, ma il fuoco vata ad Amman come segre- risulta anche che la Spd
non è ancora spento. E l’ulti- taria di produzione del film rischia molto per
ma ondata arriva dall’Iraq, le Lawrence d’Arabia. Raina, l'erosione dei consensi a
due guerre del Golfo. Scap- moglie di Abdallah, è nata favore dei Verdi, unici veri
pano commerci e notabili e qui: palestinese, graziosa e vincitori in
disinvolta, “fin troppo occi- Baden-Wuttemberg,
dentale” per i Fratelli musul- Renania Palatinato e
mani che sono il vero perico- Assia, grazie all’“effetto
lo del sovrano. Perché radica- Fukushima” (come
li e non dandy come i Fratelli denuncia l'esecutivo i cui
musulmani del Cairo. E poi
legati all’integralismo degli
Hamas della Striscia di Gaza.
membri dicono però che
nulla cambia nell'assetto
politico in vista delle
elezioni del 2013).
Maniere dolci
FRANCIA
e peccati di gioco
La “cantonata”
mai qui”, ripetono tutti come un mantra.
POTENZIALMENTE pe- di Sarkozy
ricolosi se la cintura della
Eppure qualcosa non torna; abbiamo
trascorso solo un paio d’ore in questa
valle ma, quando arriviamo al più grande
borghesia palestinese e ira-
chena, che determina la vita
di Amman, decidesse di la-
A ll’indomani
dell'indiscussa
vittoria al secondo turno
centro sfollati di Fukushima e veniamo sciar perdere il sovrano. Il delle cantonali, dove il
controllati da un team quale ha facoltà di scaricare Partito socialista ha
dell’anticontaminazione, le scarpe di uno dopo l’altro i suoi gover- doppiato la destra di
Orohi fanno fanno schizzare in alto il ni impopolari, sempre al di governo Ump (36% a 18%)
contatore geiger. Le scarpe verranno sopra, sempre intoccabile: il segretario socialista,
non ha mai colpa di niente Martine Aubry, ha svelato
gettate nel primo cassone, ma non il anche perché non ama le ma- un capitolo del progetto
dubbio che le cose non siano come
niere forti e i suoi peccati so- Ps alle presidenziali 2012:
dicono, che ci sia altro, e che lo no più che altro di gioco: una 300.000 nuovi posti di
scopriremo solo in futuro. Gli stessi dubbi sera a Las Vegas ha perso l’ae- lavoro finanziati dal
che ha Masayo, 23enne incinta al 7° reo che l’aveva portato lì. Chi mantenimento della
mese, che vorrebbe scappare se solo tocca la Giordania muore, patrimoniale o dalla
riuscisse a trovare un po’ di benzina. Al scherzava il monarca Hus- soppressione
Nord è introvabile. Di chi è la colpa di sein. dell’esonero fiscale delle
tutto questo? “Della natura e dell’uomo, Le finestre del palazzo di go- ore di straordinario (costo
e di tutti noi”. É ferma la voce di questo verno si affacciano su un giar- di 4 miliardi di euro
dino: dall’altra parte delle l’anno).
ragazzone grosso come un armadio, e palme, sempre sul Jebbel
adagiato da giorni su di una coperta. Hussein, si apre l’ambasciata FRANCIA
“Sono i nostri genitori ad aver voluto le inglese. Rapporti molto stret-
centrali, ne hanno condiviso la scelta e ti anche con gli americani. Comico in aiuto
noi ne condividiamo il prezzo da pagare”. Come cambia la vita di Israele di Gheddafi
Una signora anziana scuote il capo se il suo confine sud, regno di
quando si paragona ad Hiroshima: “E
un’altra cosa, tutta un’altra cosa”. Ci
Abdallah, finisce nelle mani
di integralisti tumultuosi. Il
sovrano continua a calmare
I l comico francese
Dieudonné, noto per le
sue affermazioni razziste e
sono migliaia di persone accampate sul
parquet di questo palazzetto dello sport.
gli animi accesi. Via qualche antisemite è a Tripoli per
ministro, aiuti ai diseredati, mostrare il proprio
Cosa fanno tutto il giorno? “Aspettiamo”, mentre Rania anima il femmi- sostegno a Gheddafi e
rispondono. Guardando con occhi che nismo con l’impegno (com- “protestare contro
non capiscono perché continuare a plicato) di liberare dai tabù l’aggressione
cercare risposte che non ci sono. Perchè ogni donna araba. Assad, Mu- occidentale”. L’umorista
sono inutili, come le domande. barak, per non parlare di avrebbe intenzione di
Gheddafi, sono molto lonta- visitare anche obiettivi
ni. militari.
pagina 14 Martedì 29 marzo 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

R OMANZIERI FAI-DA-TE

LA CARICA Draquila
Il film di
Fabri Fibra
Inedito
Ventura
Stasera
Il cigno nero
Controfigura

DEI NUOVI
Sabina del rapper conduce accusa:
Guzzanti da scaricare L’isola dei “Natalie
sbarca su sul sito famosi Portman non
Sky Cinema di Radio2 dall’Honduras sa ballare”

“SAVIANOS” Proliferano le scuole di scrittura, ora

anche a dispense. Così il Corriere della
Sera spiega come fare concorrenza all’autore di “Gomorra”in 10 mosse
di Riccardo Chiaberge spresso, almeno, coltivano una
più modesta e solida vocazione McEwan al
sia un essere vivente”.
Come la mettiamo con Pinoc-
ritmo della natura, per esempio il
ticchettio della pioggia, le onde
schia di restare inedito, i calvari
che a suo tempo subirono i To-

I
nazionale, invitandoci a strim-
pellare: dieci cofanetti, libro e
dvd per imparare l'abc di chitar-
ra, basso, tastiere e batteria.
Se si mettono di buzzo buono, i
nostri ragazzi potranno racimo-
lare qualche mancia in metropo-
litana. Il Corriere invece punta in
alto, sulla scia delle sempre più
numerose Scuole di scrittura: a
formare una nuova leva di aspi-
ranti Campiello.
Resta così inascoltato il monito
di Alfonso Berardinelli: “Non in-
francesi scalano la Parmalat, la
Fiat sposta il quartier generale a
Detroit, scarseggiano idraulici e
coraggiate il romanzo” (Marsi-
lio). Altro che. Coraggio, roman-
zieri in erba!
ingegneri e un giovane su tre è
senza lavoro. E per rincuorare le COME si legge nel primo volu-
nuove generazioni che fa il Cor- me, l'essenziale è combattere i
riere della Sera? Ti scodella “io “nemici interni”: paura, insicu-
scrivo”, corso di scrittura in die- rezza, dubbio, indecisio-
ci volumi, ognuno con annesso ne, incoerenza, disi-
Dvd firmato da un volto noto stima di sé. E rispon-
della letteratura o del giornali- dere a una domanda
smo. “Io scrivo per trasmettere preventiva, “Perché
emozioni, per raccontare storie scriviamo?”.
e condividere idee”. Il primo fa- Già, perché? Non sa-
scicolo è in edicola da ieri al rebbe più sensato
prezzo di euro 4,90, testimonial darsi alla cucina, o all
l'onnipresente Roberto Saviano,
che intervistato da Antonio
giardinaggio? Ma una
volta superato que-
D'Orrico istiga alla grafomania
più molesta: “Tutto quello che
sto scoglio, vediamo
come organizzare la
vivi, lo vivi perché pensi che
possa un giorno arrivare il tem-
narrazione. Ecco al-
cuni suggerimenti
po per raccontarlo”. Todos escri- cruciali: “Una storia
tores! è tale solamente se
Eravamo la patria dei Sopranos, viene vissuta da qual-
ora vogliamo diventare un popo- cuno”: quindi occor-
lo di Savianos (e di Mazzantinas). rono dei personaggi,
Con la benedizione e la guida del almeno uno. Che ti-
Corriere. po di personaggio?
I concorrenti Repubblica e l'E- “L'importante è che
chio, che era un pezzo di legno?
Guardian:
Vabbè. Passiamo oltre. Ogni epo-
ca esprime i suoi protagonisti ti-
Mi sono
pici: attenzione, Lancillotto ap-
partiene al Medioevo, Fantozzi al
Novecento, e non viceversa! E
sempre
poi, pensate un po': nei western
c'è spesso un cattivo, nel giallo
sentito un
un detective intelligente.
Ma soprattutto, non dimenticate
che “l'uomo è un essere molto
outsider
complesso, e specie dopo l'av-
vento della psicanalisi... questa
complessità non può essere più
ignorata da uno scrittore”.
E la donna, allora?
Poiché moriamo dalla voglia di
leggere il secondo volume, il Cor-
riere ce ne anticipa alcuni scam-
poli, come questo: “Ascoltate un
Illustrazione di Doriano
del mare, l'urlo del vento, o se
preferite un più romantico canto
di grilli. Descrivetelo a paro-
le...”.
E CHE NE DIRESTE degli ec-
citanti scoppiettii che deliziano
in queste ore i ragazzi di Tripoli?
Forse anche lì avrebbero bisogno
di qualche lezione di scrittura,
per raccontare le loro emozioni.
Viviamo in un'epoca di grafoma-
nia, anzi grafo-inflazione: la paro-
la scritta è la materia prima più
abbondante in natura, zampilla,
deborda, tracima da ogni dove:
mail, blog, chat, social network.
Le case editrici rastrellano esor-
dienti, li lanciano allo Strega sen-
za colpo ferire. Nemmeno
il più analfabeta ri-
masi di Lampedusa o i Morselli
fanno ormai parte della leggen-
da. Così, mentre promettono di
forgiare i nuovi Magris, i corsi di
scrittura rischiano di allevare clo-
ni di Alfonso Marra (quello che si
fa sponsorizzare i romanzi da Le-
le Mora). Dio ce ne scampi.
Datemi retta, se nutrite velleità
letterarie, invece del manuale di
via Solferino, leggetevi l'impre-
scindibile libello di Howard Mit-
telmark e Sandra Newman, “Co-
me non scrivere un romanzo”
(Corbaccio), da cui ricavo que-
sto apologo:
Aspirante scrittore (ansioso): “Al-
lora cosa ne pensa della mia ope-
ra prima?” Editor (implacabile):
“Il suo romanzo non è pubblica-
bile! È infarcito di quel che noi
del mestiere chiamiamo 'osce-
nità narrative'” Aspirante
scrittore (scuotendo la testa
disperato): “Ma come è pos-
sibile? Ho letto tutti i manua-
li che insegnano a scrivere
un romanzo...”. Appunto.
Scegliere il
personaggio
giusto?
“L’importante
è che sia un
essere
vivente”
Pcorsirima che diventassero un
corso a dispense da noi, i
universitari di “creati-
ve writing” erano à la page
nelle principali università
americane già nei lontani an-
ni ‘60. Il Guardian di sabato
scorso ha posto ad alcuni
scrittori una serie di doman-
de sul senso di scrivere. Do-
lore o piacere? Da cosa trae
ispirazione un poeta? Penna
o computer? Sopravvive in
alcuni il senso dello scrittore
come “esule”, come esiliato.
“Mio padre aveva abbando-
nato la Scozia; era un esule”
– dice Ian McEwan. “Quan-
do ho cominciato a scrivere
non riuscivo a sentirmi par-
te del mondo letterario in-
glese. Ho sempre avuto la
sensazione di essere un out-
sider”. Hilary Mantel riflette
sul rapporto tra tra scrittura
e mistero. “In un mondo
ideale – dice – “tutti vorreb-
bero aver avuto una educa-
zione cattolica o comunque
religiosa. Il cattolicesimo ha
di buono che ti dice fin da
piccolo che il mondo vero

“Boris” graffia anche sul grande schermo
di Federico Pontiggia
a malattia dell’Italia? La scarsa
“L serietà. Siamo il paese della
simpatia e dell’effimero, mentre de-
testiamo la fatica, il lavoro e lo stu-
dio, tutto ciò che richiede impe-
gno”. Quante volte il cinema pre-
dica bene al microfono e poi ruz-
zola sullo schermo? Non è il caso di
“Boris Il film”, che arriva in sala il
primo aprile con lo stesso cast della
serie-tv culto e gli stessi autori: Gia-
como Ciarrapico, Mattia Torre e Lu-
ca Vendruscolo. È un (quasi) capo-
lavoro, una commedia all’italiana
come non si faceva da anni, capace
IL FILM TRATTO DALLA SERIE IN ARRIVO NELLE SALE
di farci ridere senza salvare nessu-
no: sarebbe piaciuto a Flaiano, per-
ché “la situazione è grave ma non
seria” e la comicità corre sempre
sul filo della satira. Solo così si può
girare Il giovane Ratzinger, con il
futuro Papa che esulta al ralenti per
la scoperta dell’antipolio, anche
una Cagna maledetta (Carolina Cre-
scentini) merita il primo piano, la
fotografia è sempre “aperta” e dal
libro di Stella e Rizzo può nascere
non il film d’autore “alla Gomorra”
che il regista René Ferretti (Fran-
cesco Pannofino) avrebbe voluto
dopo 15 anni di brutta fiction tv, ma
“Natale con la casta”. Verace e fe-
roce, lo humour è al servizio delle
care, vecchie cellule grigie: siamo
lontani anni luce dai cinepanettoni,
rispetto a Checco Zalone c’è più
cinema e una sola sequenza vale il
pur non disprezzabile “Benvenuti al
Sud”. Con Wildside, lo produce e
distribuisce Rai Cinema, e chissà
che dirà Medusa? “Non vedo, non
sento, non parlo”, scommettiamo,
perché i tre lucidi mattacchioni alla
regia ci presentano un alto dirigen-
te della controllata Mediaset: una
scimmia. Davvero tutto bene, a par-
te un insidioso dubbio nel finale: tra
peti e il refrain di Martellone (“E sti
cazzi!”), il film nel film “Natale con
la casta” rischia di divertire più di
“Boris”. Se è vero, come dice Ven-
druscolo, che questi frizzi e lazzi da
cinepanettone piovono su una so-
cietà che non è più quella che li
tenne a battesimo, perché ne ridia-
mo ancora: malattia tricolore o pa-
trimonio nazionale?
Sti c.., come direbbe Martellone,
ma è la riprova che qui non ci sono
le solite quattro battute cacio e pe-
pe: “Boris Il film” ne ha per tutti, da
Piovani che perde l’Oscar al tavolo
da gioco al cervellotico Garrone,
dagli sceneggiatori fancazzisti-chic
a Margherita Buy alias Marilita Loy,
inudibile perché vittima della “dit-
tatura dell’insicurezza”. Torna in
mente uno slogan sessantottino:
una risata vi seppellirà!
non è quello che vedi. Ciò
che ci circonda è solo appa-
renza. C’è una realtà molto
più importante che si pone
al di là dei confini della no-
stra vita. E questo aiuta a far
galoppare la fantasia”.
Innumerevoli le strade che
portano alla narrativa. Pene-
lope Lively ricorda che la sua
governante scrisse a Somer-
set Maugham chiedendo
qualche consiglio per una
bambina che voleva fare la
scrittrice. Somerset Mau-
gham rispose: “Se la bambi-
na di cui mi parla vuole fare
la scrittrice, la cosa migliore
che può fare è leggere”. Ot-
timo consiglio. Tutti d’ac-
cordo su una cosa: scrivere è
un bisogno, non un mestiere
che si può imparare.
Carlo Alberto Biscotto
Martedì 29 marzo 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

OGNI MALEDETTA DOMENICA

LACRIME E RISA
Dalla Nazionale alla Ferrari, tutto è relativo (FOTO LAPRESSE)

di Oliviero Beha lento a dimostrare che come mana. Aspettiamo il processo, a responsabile di un fantomatico

ossiamo scegliere di ridere

P o piangere durante la sosta
del campionato italiano di
A, preoccuparci delle
scommesse che incombono op-
pure dibattere sullo stato di sa-
lute della Nazionale di Prandelli.
O ancora obiettare sui cambia-
menti federali con il rispettabile
trio Baggio-Sacchi-Rivera. O infi-
ne registrare il primo Gran Pre-
mio di Formula 1 della stagione,
all’incirca una ripresa di come
era finito il Mondiale preceden-
te, con la Ferrari un po’ indietro
e Marchionne un po’ avanti, in
fuga in testacoda verso gli States
e la Chrysler e la quotazione del
Cavallino in Borsa per rimpolpa-
re il titolo Fiat auto e lenire di-
spiaceri politico-sindacali.
POSSIAMO FARE tutto ciò e
altro ancora, ma dobbiamo farlo
sinteticamente. Cominciamo
dalle risa e dal proverbio credo
americano che dice all’incirca: a
un prigioniero dategli una corda,
una sedia, una lima e del sapone,
e qualcuno sveglio userà il tutto
per evadere e qualcun altro tor-
pido per impiccarsi. Mutatis mu-
tandis, come direbbero ad Arco-
re, non vi pare patentemente il
caso di Balotelli? Dall’Inghilterra
e dal Manchester City giungono
notizie che ci dicono di come
non solo il ragazzone non sia ma-
turato, ma fuori casa (qual è dav-
vero la casa di Super Mario?) sia
ulteriormente peggiorato fino a
diventare un piccolo pericolo
pubblico. Dotato come pochi da
madre natura fisicamente e tecni-
camente, eccolo combattere sto-
lidamente con la fune del suo ta-
spesso il tempo è galantuomo e
scioglie i nodi tra vittima e colpe-
vole. Sta esagerando, si giocherà
la Nazionale, farà il vuoto attorno
a sé. Ma non intende capirlo. Le
lacrime amarissime riguardano il
caso di Paolo Scaroni, ultrà del
gruppo “Brescia 1911”, che co-
me racconta pianamente Paolo
Biondani sull’ultimo Espresso è un
altro caso Aldrovandi, Sandri,
Cucchi. Lascerei da parte, per i
distinguo che non vogliono affat-
to minimizzare o deresponsabi-
lizzare nessuno, la vicenda di Car-
lo Giuliani. Sto parlando di ragaz-
zi morti per mano di poliziotti o
in generale di uomini in divisa.
Obiezione: Paolo Scaroni, oggi
34 anni, malconcio, senza memo-
ria della sua adolescenza, è vivo,
gli altri purtroppo no. Ma Paolo
nel settembre 2005 ci è andato vi-
cino, nella sera che dava nella
stessa notte alla fine della quale
sarebbe stato picchiato a morte
Francesco Aldrovandi, nella cui
storiaccia il calcio non c’entra
nulla. Per Paolo sì, era a Verona da
tifoso, le manganellate furiose di
otto poliziotti lo hanno ridotto in
coma ma evidentemente non era
destino. Si è svegliato dopo 40
giorni, ha potuto poi contribuire
all’inizio di un’indagine che ha
portato all’incriminazione degli
otto in divisa per omicidio colpo-
so e manomissione delle prove e
dei verbali.
VENERDÌ 25 MARZO, quat-
tro giorni fa, doveva cominciare a
Verona il processo, subito riman-
dato a settembre per un tristissi-
mo anniversario: sei anni da quel-
l’aggressione in cui l’ordine si è
volto in disordine e violenza inu-
rischio prescrizione ovviamente,
aspettiamo che dal Viminale
settore giovanile-scolastico), Ro-
berto il buddista un fanciullino DIBENEDETTO: “Con
qualcuno risponda alla richiesta
di risarcimento di Paolo Scaroni,
mentre l’aureola di tornelli, tes-
sere dei tifosi e normativa vigente
è lì, più o meno in bacheca, in at-
adattissimo a insegnare calcio in
una scuola ripensata per virgulti,
e Sacchi doveva diventare il tito-
lare di Coverciano, con piene re-
sponsabilità, onori ed oneri. Così
me una grande Roma”
Ètoreaarrivato promettendo acquisti e vittorie, poi si è seduto
trattare. Ieri mattina Thomas DiBenedetto, imprendi-
tesa di farci capire in che direzio- questo trio quasi Lescano è qual- di Boston con origini abruzzesi, è atterrato a Roma per
ne si vuole andare. Per ora, sono cosa di ibrido, come tutto o quasi chiudere l’acquisto del club giallorosso da parte della cor-
lacrime. ormai da noi, che sia calcio o al- data americana. Al suo arrivo a Fiumicino, ampiamente an-
tro. Avevo accennato nel mio nunciato, parecchie telecamere e qualche tifoso, a vedere
IN MANO A PRANDELLI la “cappello” alle scommesse su A da vicino l’uomo che vorrebbe riportare in alto la Roma.
Nazionale è già un qualcosa di più (la prossima Chievo-Sampdoria), “Ne faremo uno dei primi club al mondo” ha garantito ieri
che accettabile. Ma ha bisogno B, Padova-Atalanta, e diffuse pic- in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, nella quale ha par-
degli oriundi (cfr. Thiago Motta) chettate su Prima e Seconda Di- lato di campagna acquisti (“Arriveranno cinque o sei gio-
e pare più una tradotta presenta- visione. Accorti, ne vedrete delle catori nuovi”) e ha ribadito di volere un nuovo stadio “al-
bile che un Eurostar o un NTV, i brutte... E per la Ferrari del 150°? l’inglese” per il club. Appena sceso dalla scaletta, con un
nuovi treni veloci di Montezemo- Per quella aspettiamo più Mar- maglione arancione e l’aria un po’ sperduta, DiBenedetto
lo, Della Valle e soci… Mi viene in chionne che Alonso... sembrava un pacioso turista. In tarda mattinata è riapparso
mente questa balorda metafora nello studio legale Grimaldi in via Pinciana, dove si è svolta
perché poco meno di un anno fa la riunione per definire gli ultimi dettagli dell’affare con
il bravo Claudio Cesare (sempre
Prandelli…) venne sbolognato
Balotelli a Unicredit, azionista di maggioranza della società. L’incon-
tro è durato sino a tarda sera, mentre dall’esterno piove-
cioè “sfirenzizzato” appunto dal-
la proprietà dellavallesca con cui
Manchester vano commenti sulla Roma a stelle e strisce. Favorevole
quello del presidente della Figc, Giancarlo Abete: “È im-
era entrato in rotta di collisione e
piazzato alla Nazionale, ad opera
doveva portante che nel calcio arrivino capitali stranieri”. Pollice
verso invece da Ignazio La Russa: “La Roma agli americani?
appunto di quelli di NTV e dei Spero che rimanga un fatto unico”. Rumoreggiava anche il
due hermanos Abete, di Bnl e del- maturare. presidente del Coni, Gianni Petrucci: “DiBenedetto rispet-
la Federazione. Nel frattempo in ti lo stadio Olimpico”. Unicredit rimarrà nella nuova Roma
Sudafrica, Lippi naufragava. Infatti è con il 40%, per garantire gli azionisti e i suoi crediti verso il
Adesso Prandelli ricostruisce, e club. DiBenedetto potrebbe confermare come allenatore
credo proprio che saprà assem- ulteriormente Montella, visto che Ancelotti pare inarrivabile. (l.d.c.)
blare più che decentemente i re-
sti di un calcio tra il macerato e il peggiorato
bancarottiere. Solo che non sarà
lui a rifondarlo, né Abete né alcu-
no di quelli che hanno contribui-
to a fare di questo calcio questa
roba qui. Dopo il Sudafrica per
una questione di immagine la Fe-
derazione aveva investito sul trio
valente Baggio-Sacchi-Rivera, ma
non come avrebbe potuto e do-
vuto cioè rispettandone le carat-
teristiche. Gianni era un presi-
dente federale alla Platini (non il

PALLONATE
di Pippo Russo GEROGLIFICI
IN ROSA SHOCKING
l lettore abituale della “Gazzetta”
I l’ha imparato. Gli capita di sfogliare il
giornale tutte le mattine, e ogni pagina
può essere letta e oltrepassata con
animo leggero. Ma quando arriva il
momento degli articoli firmati da
Andrea Elefante, bè, allora bisogna
fermarsi un attimo e fare un bel
sospiro. Come se si stesse per andare in
apnea. Sarà perché Andrew The
Elephant Man vuol fare sempre pesare
il proprio QI, che del resto è
testimoniato da amicizie nel mondo
del calcio come quelle con Bobo Vieri e
Marco Materazzi. Fatto sta che certe
volte, leggendo i suoi pezzi, si viene
catturati dalle vertigini. L’incipit di
quello pubblicato nell’edizione del 26
marzo, a commento della vittoria della
Nazionale italiana contro la Slovenia,
era chiaro e limpido come un
geroglifico: “Se era una questione di
coraggio, come aveva detto Cesare
Prandelli, sono vittorie come quella di
ieri sera a darne ancor più di quanto ne
sia stato messo per ottenerle”. Da
rimanere annichiliti. E chiedersi se
leggere certi pezzi dia più coraggio di
quanto sia necessario per scriverli. Il
fatto è che in “Gazzetta” ormai tutti
quanti aspirano alla corona d’alloro.
Specie gli inviati al seguito della
Nazionale, come per esempio Massimo
Cecchini. Che nell’edizione del 27
marzo ha spiegato con parole alate il
momento del centrocampista della
Nazionale e della Juventus, Alberto
Aquilani: “Il futuro è in un ventre
liquido, in un contratto importante, in
una valigia sempre pronta. A 27 anni
ancora da compiere, però, Alberto
Aquilani ha imparato a guardare
davanti senza l’ansia di chi deve sempre
dimostrare di essere all’altezza di un
destino da predestinato cucitogli
addosso fin dall’adolescenza e troppo
presto incagliatosi nelle secche
d’infortuni frustranti... Una lezione di
vita, che ha compreso davvero quando
ha lasciato le morbidezze familiari per
andare al Liverpool, mettendo su
famiglia con l’attrice Michela
Quattrociocche. Una pagina voltata, un
nuovo giorno che aspetta solo l’Aurora.
A maiuscola, please, perché stiamo
parlando della bimba che fra un mese lo
farà diventare padre”. Il futuro è un
ventre liquido.

INVIATI E COMMENTATORI. TUTTI ORMAI IN

GAZZETTA ASPIRANO ALLA CORONA D’ALLORO
pagina 16 Martedì 29 marzo 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ degli altri paesi europei e
tutto finisce lì. E mentre di Fulvio Abbate
Adele,
grazie di tutto
“cattolicissima e borghesissi- Da quel momento Pasolini en-

Il “bagno continua la confusione del-

le notizie dal “fronte libico”
(le cronache ricordano
l’immortale Carosio:
“Gool! Anzi, no, quasi gol”),
Adeldele Cambria, lo diciamo
per gli provvisti di memoria
giornalismo accuratamen-
te “civile”, è un fiore raro del
ma” – parole sue – la signora
Cambria è “una che scrive da
oltre cinquant’anni”; prima “Il
Giorno” di Gaetano Baldac-
ci, poi “Il Mondo” di Mario
trò nel circuito della mia vita, e
cominciai a leggere le sue poe-
sie… Furono due anni felici”.
A “Paese Sera”, tra Pasolini ed
Elsa Morante, lei era l’unica

di folla” di B. questa è stata la giornata di

Berlusconi al tribunale di
Milano. La cronaca di Enri-
co Rotondi è stata talmen-
te asciutta, precisa e senza
patrimonio culturale naziona-
le, una margherita casualmen-
te prestata all’informazione, al
femminismo e addirittura al ci-
nema, come quando il suo ca-
Pannunzio, e perfino un botti-
no di ben otto dimissioni per
motivi politici – divenute nove
e mezzo nel 2010, come recita
il titolo della sua autobiografia
“gazzettiera” ammessa alle ta-
volate degli scrittori, fra Tra-
stevere o le trattorie attorno a
Piazza del Popolo. C’erano, fra
gli altri, Laura Betti, Elsa Mo-
un briciolo di propaganda rissimo amico Pier Paolo Pa- pubblicata da Donzelli, “Nove rante che con Alberto Moravia
di Paolo Ojetti che il Tg2 ha dovuto rimediare, rilanciando di solini la pretese nel ruolo di dimissioni e mezzo”, contan- litigava allo spasimo, un giova-
nuovo l’autoassoluzione del “premier” registra- Nannina “la Napoletana”, al do anche “l’Unità” con cui col- ne Enzo Siciliano, Carlo Levi,
g1 ta da Maurizio Belpietro. centro del bianco e nero cre- laborava dal 2003, curando an- Adriana Asti, allora fidanzata
T Come riuscire, in una battuta, a fare dire al
telespettatore: “Bravi, facciamo così”? Basta dirgli, g3
pitante e struggente poesia di
“Accattone”, e poi, pochi anni
che una rubrica che letteraria-
mente, come in una parafrasi,
con Bernardo Bertolucci…
In “Comizi d’amore” Cambria
come fa Giorgino: “La Francia respinge i migranti,
ma tanti paesi europei usano una politica di respin-
T Lampedusa è ridotta a un angolo di mondo
dove l’inerzia del governo ha innescato una
dopo, nel ruolo della servetta
innocente e silenziosa di “Teo-
portava il suo nome, “Adele va
in città”. Riguardo all’incontro
dalla terrazza dell’Excelsior al
Lido di Venezia – insieme a Ca-
gimenti”. Oh, ributtiamoli in mare. Ed ecco Enri- guerra dei poveri: poveri isolani e poveri immi- rema”. Adele Cambria, se qua- con Pasolini avvenne proprio milla Cederna e ad Oriana
co Castelli con il processo di Milano. Si parte dal grati che vengono intrappolati in quella che cre- si tutto questo non dovesse ba- negli anni dei suoi prodromi Fallaci – ci illumina sulla ses-
“bagno di folla dei sostenitori” e “qualche scara- devano la terra promessa. E, come si capisce be- stare, confermando una forma come cronista, nel 1956. “Un sualità degli italiani di cui, con-
muccia” provocata dai “militanti dell’Italia dei Va- nissimo dalle cronache del Tg3, innesca anche di sincera ribellione, era il giorno Goffredo Parise, uno fesserà anni dopo, ignorava al-
lori”. La Santanché, che ha organizzato il “bagno”, una guerra fra “nordisti-sudisti”, siciliani di 1972, si accollò gratuitamente scrittore di successo di cui mi l’epoca per intero le basi mi-
si fa del male da sola: “Lo sanno tutti che questo è Lombardo contro siciliani di Miccichè, la voce perfino l’ingrato ruolo di diret- ero invaghita, mi disse: stasera nime… Davvero il minimo
un processo mediatico”. Segue poi la replica del della tolleranza di Vendola e la razionalità del car- tore responsabile di “Lotta ti faccio conoscere un grande che una persona con un simile
monologo di Berlusconi a “Mattino Cinque”: sono dinal Bagnasco contro l’intolleranza di Borghe- Continua” . Dice lei: “Nel mo- poeta mio amico. Così incon- bottino di vissuto e di vivacità
perseguitato, sono il più processato del mondo, zio. “Come previsto, Berlusconi show davanti al mento in cui l’editoriale non trammo questo personaggio trovi un “cameo” dedicato a se
“non so niente di Mediatrade”. Altra zappata sui tribunale di Milano”, esordisce Giuliano Giu- firmato di “Lotta Continua” ri- timido, con la sua giacchettina stessa nel condominio della te-
piedi: allora sono i suoi coimputati, Piersilvio e bilei. E subito le immagini del “premier” sul pre- vendicava l’assassinio del di un verde stinto, in una pri- levisione. Bene, il miracolo ac-
Confalonieri, a saperne qualcosa? Unico merito di dellino, circondato da 200 simpatizzanti, con- Commissario Luigi Calabresi mavera ancora fredda, l’ap- cade tutti i venerdì su La7 a “Le
Castelli: sorvola sulle bionde urlanti. Alcune si so- vocati dalla Santanché (una simpatizzante, non come espressione della volon- puntamento era a Monteverde invasioni barbariche” di Da-
no già viste in passato. Replicanti. istruita a dovere, si agita con il pugno chiuso le- tà di giustizia del proletariato, Vecchio, ma prendemmo il ria Bignardi. Grazia, signora
vato al cielo), ma anche da antipatizzanti: “Fatti il mio era l’unico nome che ap- tram per andare nella borgata Cambria, perseveri così. Di-
g2 processare, codardo”. Elisabetta Margonari pariva sulle sue pagine.” Ne se- in cui Pier Paolo aveva inse- mostri che non tutto dell’anti-
T Lampedusa abbandonata è uno spettacolo
non dissimile da altri: un’alluvione, un terremo-
anticipa le trame di Pdl e Lega: trasformare i talk
show in tribunette politiche dove i “leader” pos-
guì un processo per direttissi-
ma il 22 maggio 1972 come
gnato appena arrivato a Roma. ca luce di rivolta e signorilità è
andato perduto, cancellati,
to e l’Italia mostra tutti i suoi limiti politici e or- sano srotolare le solite frasi fatte. Già visto: Ber- imputata di “apologia di rea- La giornalista Adele Cambria grazie bis, grazie ancora di tut-
ganizzativi. E mostra anche la nostra pochezza lusconi vuole tappare la bocca a tutti quelli che to”.” è opinionista a to.
internazionale: reclamiamo le “responsabilità” non riesce a stipendiare. Calabrese di Reggio, famiglia Le Invasioni Barbariche su La7 www.teledurruti.it

LA TV DI OGGI
11.00 NOTIZIARIO TG1
11.05 ATTUALITÀ Occhio
alla spesa
12.00 VARIETÀ La prova
del cuoco
13.30 NOTIZIARIO TG1
14.00 NOTIZIARIO TG1
Economia - TG1 Focus
14.10 ATTUALITÀ Se... a
casa di Paola
16.10 ATTUALITÀ La vita
in diretta
18.50 GIOCO L'eredità
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.25 ATTUALITÀ Qui
Radio Londra
20.30 EVENTO SPORTIVO
Calcio, Incontro amiche-
vole Ucraina - Italia
(DIRETTA)
23.10 ATTUALITÀ Porta a
Porta
0.45 NOTIZIARIO TG1
Notte - TG1 Focus
1.15 PREVISIONI DEL TEM-
PO Che tempo fa
1.20 ATTUALITÀ Qui
Radio Londra
14.00 ATTUALITÀ Pome-
riggio sul Due
16.10 TELEFILM La signora
in giallo
17.00 TELEFILM Top Secret
17.45 NOTIZIARIO TG2
Flash L.I.S.
17.50 EVENTO SPORTIVO
Calcio, Incontro amiche-
vole Germania - Italia
Under 21 (DIRETTA)
20.00 REALITY SHOW
L'isola dei Famosi 8
20.25 Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 REALITY SHOW
L'Isola dei Famosi 8
0.00 NOTIZIARIO TG2
0.15 RUBRICA Glam -
Essere e apparire
0.55 ATTUALITÀ TG Par-
lamento
1.05 TELEFILM Justice
1.45 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo 2
1.50 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3 - Meteo 3
14.50 RUBRICA TGR Leo-
nardo
15.00 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
15.05 TELEFILM Wind at
my Back
15.50 NOTIZIARIO TG3 GT
Ragazzi
16.00 DOCUMENTARIO
Cose dell'altro Geo
17.40 DOCUMENTARIO
Geo & Geo
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.10 TELEFILM Cotti e
mangiati
20.35 SOAP OPERA Un
posto al sole
21.05 ATTUALITÀ Ballarò
23.15 VARIETÀ Parla con
me
0.00 ATTUALITÀ TG3
Linea notte
1.00 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
19.30 NOTIZIARIO TG3
(REPLICA)
20.00 RUBRICA Il caffé -
Noi e loro (REPLICA)
20.30 RUBRICA Consumi e
consumi
20.57 NOTIZIARIO Agrime-
teo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Tempi
dispari
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Il punto
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 NOTIZIARIO News
brevi
23.33 ATTUALITÀ Inchiesta
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
11.00 REAL TV Forum
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 SOAP Beautiful
14.05 REALITY SHOW
Grande Fratello - Pillole
14.10 SOAP CentoVetrine
14.45 TALK SHOW Uomini
e Donne
16.15 ATTUALITÀ Pome-
riggio Cinque
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.30 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza
21.10 TELEFILM R.I.S.
Roma 2 - Delitti imperfet-
ti "Sayonara" "Via la
maschera"
23.45 ATTUALITÀ Matrix
1.30 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5 Notte
2.00 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza (REPLICA)
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
13.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
13.40 CARTONI ANIMATI
I Simpson
14.30 TELEFILM E alla fine
arriva mamma!
14.55 SIT COM Camera
Cafè
15.25 SIT COM Camera
Cafè Ristretto
15.35 CARTONI ANIMATI
16.35 TELEFILM Merlin
17.25 TELEFILM Smallville
18.15 RUBRICA Cotto e
mangiato - Il menù del
giorno
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
19.30 TELEFILM C.S.I. Mia-
mi
20.30 GIOCO Trasformat
21.10 VARIETÀ Fenomenal
0.15 FILM L'allenatore
nel pallone
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
12.00 TELEFILM Wolff - Un
poliziotto a Berlino
12.50 TELEFILM Distretto
di Polizia 8
13.50 REAL TV Sessione
pomeridiana: il tribunale
di Forum
15.10 TELEFILM Flikken
coppia in giallo
16.15 SOAP OPERA Sentieri
16.35 FILM Hombre
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Walker
Texas Ranger
21.10 FILM Uno sceriffo
extraterrestre... poco
extra e molto terrestre
23.15 RUBRICA I bellissimi
di R4
23.20 FILM L'ombra del
diavolo
1.30 NOTIZIARIO TG4
Night News
11.25 TELEFILM L'Ispettore
Tibbs
12.30 TELEFILM Due South
- Due poliziotti a Chicago
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 FILM Milady - I
quattro moschettieri
15.55 DOCUMENTARIO
Atlantide - Storie di uomi-
ni e di mondi
17.45 TELEFILM MacGyver
18.45 TELEFILM J.A.G. -
Avvocati in divisa
19.40 VARIETÀ G' Day
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ Otto e
mezzo
21.10 ATTUALITÀ Niente
di personale
0.00 NOTIZIARIO TG La7
0.15 TELEFILM NYPD Blue
"Una decisione difficile"
1.10 ATTUALITÀ Prossima
Fermata
1.25 TELEFILM Cold Squad
2.25 TELEFILM MacGyver
3.50 ATTUALITÀ Otto e
mezzo (REPLICA)

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Fa’ la cosa sbagliata
Luke, studente e spacciatore d'erba e il
dottor Squires uno psichiatra suo clien-
te, devono risolvere i loro problemi.
Luke pensa di avere tendenze suicide, si
lamenta della sua scarsa popolarità a
scuola e del fatto che la sua famiglia sia
sull’orlo dello sfratto. Il dottor Squires
e sua moglie si sopportano a mala
pena. Quando Luke individua la pro-
pria salvezza nelle medicine, il dottor
Squires lo rimprovera...
Sky Cinema 1 21,10
/ L’ombra del diavolo
In seguito all’ennesimo attentato, Fran-
kie McGuire, uno degli uomini al vertice
dell’IRA, vola a New York nell’attesa
che, in patria, si calmino un po’ le
acque. Grazie ad altolocati agganci,
Frankie, con il nome di Rory Devaney,
si fa ospitare nella casa del poliziotto,
di origini irlandesi, Tom O’ Meara.Tom
non può immaginare che quel ragazzo
in apparenza gentile sia in realtà un
terrorista.
Rete 4 23,20
 Ucraina - Italia  Niente di personale
Dopo la vittoria di misura ottenuta Antonello Piroso intervista in apertura
nella sfida di Lubjana con la Slovenia, Vittorio Sgarbi e la pornodiva Vittoria
l’Italia ha fatto un bel passo avanti Risi. Saranno inoltre ospiti i giornalisti
verso la qualificazione ai prossimi Cam- Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, au-
pionati Europei di Ucraina e Polonia. tori della pellicola che è diventata un
Gli Azzurri affrontano in una gara ami- caso “Silvio Forever”, le attrici Paola
chevole proprio l’Ucraina, dell’ex mila- Cortellesi e Lucia Ocone, la cantante
nista Shevchenko. Per Cesare Prandelli Noemi e l’attore Libero De Rienzo che
/ L’allenatore nel pallone  Ballarò
è un’ottima occasione per poter svolge- interpreterà un monologo tratto da
Film cult del 1984 diretto da Sergio In un paese impegnato nel conflitto in
re qualche “esperimento”prima dei Mammut, il primo romanzo di Antonio
Martino. Oronzo Canà un mediocre alle- Libia, alla prova sul fronte economico,
prossimi impegni ufficiali. Pennacchi.
natore foggiano, viene chiamato dal pa- spaccato sulla questione immigrazione,
tron della Longobarda per dirigere la
Rai 1 20,30 Berlusconi risale sul predellino e parla
La7 21,10
sua squadra appena promossa in serie di giustizia. Ospiti: il segretario del PD
A. Canà ignora che le mire del presiden- Pierluigi Bersani, il ministro dello svi-
te siano ben lontane dalla genuina ri- luppo economico Paolo Romani, l’eco-
cerca della gloria sportiva... Nel cast nomista francese Jean-Paul Fitoussi, il
della pellicola anche giocatori di fama vicedirettore del Giornale Nicola Porro
come Carlo Ancelotti, Roberto Pruzzo e e il vicedirettore di Repubblica Massi-
Ciccio Graziani. mo Giannini.
Italia 1 0,15 Rai 3 21,05
Martedì 29 marzo 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
PAUL BARAN, PADRE DI INTERNET
WEB
di Federico Mello
è GUADAGNARE NON È “DA COMUNISTI”
GLI ATTACCHI A SABINA GUZZANTI SUL SUO BLOG
“Ma è ancora aperto questo blog? Per raccogliere soldi ai gonzi di
sinistra?”. Questo uno dei livorosissimi commenti su
sabinaguzzanti.it, il blog dell’autrice satirica che, come altri attori e
personaggi noti della capitale, è rimasta vittima di una truffa (come
lei stesso ha raccontato sabato sul Fatto). Alcuni lettori accusano la
Guzzanti di aver cercato un rendimento del 12 per cento su un
Commenti al post
su ilFattoQuotidiano.it:
“Berlusconi chiama i
fan in tribunale.
Attorno al predellino
sono poche decine”
capitale investito di 400mila euro. Il tenore dei commenti è del tipo:

Addio al genio è NYTIMES.COM È A PAGAMENTO

DA IERI SOLO 20 ARTICOLI GRATIS AL MESE
È partito tutto ieri (anche da noi in Italia):
“Sabina Guzzanti comunista Doc (compagno lavora te
che io magno) ...great”, l’accusa insomma è quella di
aver guadagnato con film e spettacoli... “di sinistra”.
Col passare delle ore, però, numerosi lettori hanno
espresso solidarietà all’attrice, e sul blog è arrivata
è FINALMENTE si degna
per una volta a presentarsi in
un’aula di tribunale, ma prima
un passo a Canale 5. Tutto
normale no? Tutti i premier

dei “pacchetti” adesso il New York Times fa pagare i suoi

(finora) trenta milioni di lettori per accedere
al suo sito web. Su base mensile, bisognerà
pagare 15 dollari per
accedere a più di 20 articoli
anche una sua replica: “Ma siete così avvelenati
berluscones che non sapete leggere? Per questo votate
Berlusconi che vi inc...?”.
d’Europa prima di andare
(eventualmente) in tribunale,
passano prima sulla propria
TV a vomitare le solite
cazzate! Comunisti,
nternet è stato creato da mi- ferenze: quando telefoniamo, in- del portale; 20 dollari per
“I gliaia di persone. Il processo
di sviluppo della tecnologia, as-
fatti, possiamo non sentire una
parola a causa di qualche inter-
l’edizione per l’iPad; 35 dollari
per entrambe le opzioni.
comunisti, comunisti. É tutto
falso, l’ha giurato sui suoi
figli... lui questo Frank
somiglia alla costruzione di una ferenza, ma possiamo ricostruire L’editore del NYT, Arthur Agrama l’ha visto solo una
cattedrale”. Questa era una delle il senso della conversazione gra- Sulzberger, ha spiegato ai volta... sì come no! Aveva
frasi preferite di Paul Baran, inge- zie al contesto. Per lo scambio di lettori che “la società giurato che pure quel tale
gnere polacco naturalizzato ne- file, invece, ogni interferenza ri- contemporanea continuerà Mills non l’aveva mai visto e
gli States che si è spento sabato sulta fatale. Ecco l’idea di suddi- anche in futuro ad avere sentito in vita sua e sempre
dopo una lunga malattia all’età di videre, alla partenza, ogni file in bisogno di giornalismo di sui suoi figli che a questo
84 anni. Internet, sviluppato da- dei “pacchetti”, ognuno pronto qualità”. A breve si capirà se il punto saranno pieni di
gli anni Cinquanta in poi da cen- a prendere la strada più breve per NYTimes riuscirà a vincere amuleti credo...
tri di ricerca, università e aziende arrivare a destinazione e ugual- questa non facile scommessa. Mazine
private, è stato senz’altro un pro- mente pronto a “riassemblarsi”
getto collettivo. Ma fu di Baran la con gli altri pacchetti, all’arrivo. è A FORUM, deve essere
fondamentale idea della “com- Era l’uovo di Colombo, una rete processato a Forum così
mutazione a pacchetto”. Ai tem- “distribuita” che, in caso di attac- sembrerà ancora più ridicolo!
pi molti erano alla ricerca di un co, non avrebbe avuto alcun Sanzo
network di comunicazioni che “centro” come obiettivo dei ne-
potesse resistere a un eventuale mici. Baran propose senza suc- è IL PREMIER si
attacco nucleare. Baran nel 1961 cesso il suo progetto alla At&t presenterà in aula per fare
presentò la sua idea sviluppata al- ma, nel 1969, quando venne co- uno show! Provocherà i
la Rand Corporation, un think struita Arpanet, la prima rete di magistrati per fare la vittima! I
tank a disposizione dell’aviazio- computer tra il Mit e l’agenzia PM di Milano dovranno
ne americana. Il suo studio era della Difesa americana Darpa, fu essere sereni ma soprattutto
geniale e venne poi usata per il scelta proprio la sua rete “distri- inflessibili!
Tcp/Ip, il protocollo di comuni- buita a pacchetto”. Da lì, il Erny
cazione di Internet. Visto che le Tcp/ip, appunto, fino a Internet
comunicazioni tra computer (al- come la conosciamo oggi. Grazie è CON B. Uomini e Donne
lora grossi mainframe) avveniva- a Paul Baran e agli altri geni, padri in tribunale: …se non ora,
no via linea telefonica, bisognava della nostra rete. quando?
superare il problema delle inter- f.mello@ilfattoquotidiano.it Paul Baran; il blog di Sabina Guzzanti; Eliosum
un vecchio schema realizzato da Baran con
una rete “centralizzata”, “decentralizzata” è ASSISTEREMO al
e “distribuita”; Studenti.it solito comizio alla Cetto La
I FILM LO SPORT Qualunque. Cazzu cazzu iu
iu!
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
GRILLO DOCET Catilina
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
RISCHIATUTTO FUKUSHIMA
Sembra di essere al è CHE PROVE ha B. per
18.55 Ronin SCM 17.00 Rugby, Sei Nazioni 2011
“Rischiatutto” di Mike sostenere imperterrito che i
18.55 La prima cosa bella SCP Inghilterra - Francia (Sintesi)SP2
Bongiorno. Ci sono sei magistrati (solo quelli che si
19.10 Bingo Bongo SCC 17.00 Tennis, ATP World Tour
reattori nucleari: fonde prima il occupano di lui, beninteso)
19.20 Neverwas SCH Masters 1000 2011 Miami: terzo reattore numero 1, quello numero 2 o abusano da 17 anni del loro
19.25 Piovono polpette SCF turno (Diretta) SP3 il numero 3? Passiamo alla seconda potere a fini di lotta politica?
19.25 Operazione Spy Sitter SC1 17.30 Fan Club Inter Calcio, domanda. Se fonde il nocciolo di un reattore Non sarebbe il caso di
21.00 I Love You, Man SCC Serie A 2010/2011 Posticipo 8a cosa succede? Risposte cumulabili: muoiono subito cominciare a processarlo
21.00 Il mio amico Einstein SCP giornata ritorno Sampdoria - per le radiazioni migliaia di giapponesi? Muoiono entro anche per calunnia, come
21.00 Maximum Risk SCM Inter (Sintesi) SP1 alcuni mesi americani, cinesi e europei a grappoli? Il probabilmente si farebbe per
21.00 Spy Kids - Missione 3D 18.00 Basket, Serie A maschile Giappone del nord est non sarà più agibile? Veronesi un comune cittadino?
Game Over SCF 2010/2011 Anticipo 23a giornata ripeterà a Fazio in diretta televisiva che il nucleare Stefano Salvato
21.10 Sotto il sole della Benetton Treviso - Canadian italiano è sicuro? Il nocciolo aprirà una voragine di un
Toscana SCH Solar Bologna (Sintesi) SP2 chilometro che arriverà dall’altra parte della Terra? è MI DISPIACE di non
21.10 Prima tv Fa' la cosa 19.00 Wrestling, WWE Terza domanda: il pesce dell’Oceano Pacifico vivere a Milano altrimenti
sbagliata SC1 Experience Episodio 39 SP2 diventerà fosforescente e potrà essere servito anche sarei andato anch’io a
22.30 New Moon SCF 20.00 Wrestling WWE al buio? L’acqua radioattiva verrà imbottigliata con la ricevere il sultano e l’avrei
22.40 Crossing Over SCP Domestic Raw Episodio 40 SP2 scritta “Made in Tokyo”? Chicco Testa lancerà il Forum ricevuto come merita a fischi
22.45 Linea mortale SCM 21.00 Calcio, Incontro amiche- Nucleare di ultimissima generazione con esperti e pernacchie.
22.50 Un ragazzo tutto nuovo SCC vole Inghilterra - Ghana del calibro di Scajola e Casini? Se avete risposto Morgan
23.00 Prima tv Draquila - (Diretta) SP1 correttamente a tutte le domande avete vinto un
L'italia che trema SC1 22.15 Automobilismo, IndyCar biglietto di sola andata per Fukushima insieme a è STOP the clownish!
23.10 Valérie - diario di una 2011 St. Petersburg Sarkozy, vitto e alloggio a spese della Tepco. Mirko-san
ninfomane SCH (Replica) SP2 Partecipate numerosi. Ps: Le “Facce da nucleare”
0.25 4-4-2 - Il gioco più bello 0.15 Poker, European Poker Tour dell’opposizione che si sono assentate alla è IN ATTESA delle varie
del mondo SCC Episodio 6 SP2 votazione per l'accorpamento del referendum con proposte di legge infilate in
0.40 Il romanzo di un giovane 1.00 Wrestling WWE NXT le elezioni amministrative sono: Capano, Cimadoro, ogni proposta più disparata
povero SCP Episodio 39 SP2 Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi, Gozi, Madia, che lo salvino dai processi
Mastromauro, per decorrenza di termini o
Porcino, è STUDENTI.IT SI RINNOVA per limitazioni agli stessi (in
Samperi. NUOVA GRAFICA E NUOVI SERVIZI modo da poter poi dire che
RADIO - Scarica il
volantino delle
“Facce da
È da dieci anni il portale leader in assoluto
tra studenti di ogni ordine e grado.
Studenti.it, forte dei suoi 2.7 milioni di
mai è stato condannato come
ha fatto fino ad ora – solo
perchè le leggi che gli hanno
è WEB “IN FAMIGLIA”
A “Radio3 Mondo” il vertice di L’INIZIATIVA DI VODAFONE
nucleare” e diffondilo utenti unici al mese, è online con un
- Partecipa a “Spegni restyling della grafica e nuovi servizi. Il
salvato non permisero la
condanna definitiva)
Londra Una ricerca “Bambini e Nuovi Media”
condotta da People in collaborazione
il nucleare” con il nuovo sito (di proprietà del Gruppo incomincia la campagna
Passaggio di consegne ufficiale fra la “Coalizione dei referendum su FB Banzai), mantiene la sua sezione di elettorale!
con Terres des Homes Italia Onlus,
volenterosi” e il Patto Atlantico. I ministri degli Esteri “appunti” ricca di oltre 60.000 contributi Robarm
conferma l’esistenza di un “gap
dei Paesi coinvolti nel conflitto libico, affiancati dal degli utenti, ma offre anche un nuovo
generazionale” trai bambini (8-13
segretario generale della Nato si ritrovano a Londra per traduttore di latino, (disponibile è IL 6 APRILE ci vuole una
anni) con un elevato livello di alfabetizzazione tecnologico,
“dimostrare l’unità della comunità internazionale - gratuitamente anche come applicazione contro-manifestazione a
e i genitori, di cui solo il 18 per cento si considera a suo
come si legge nel comunicato della Nato - e istituire un iPhone), la nuova sezione Maturità, il favore della magistrtaura
agio nelle gestione del rapporto tra i propri figli e i nuovi
gruppo di Paesi che supportino il popolo libico anche in servizio Cerca master e Cerca lavoro, e sotto attacco da parte di
media. Vodafone Italia ha deciso di dare il suo contributo
termini di aiuti umanitari per una prossima transizione una sezione dedicata ai concorsi. Vogliamo questi figuranti da 20 euri da
per ridurre questa distanza. Nel nuovo portale
democratica”. Intanto i dissidi tra gli alleati continua- “soddisfare la duplice aspettativa del pubblico televisivo. Non
infamiglia.vodafone.it, genitori e nonni troveranno uno
no a rendere tesa l’atmosfera diplomatica. L’Italia sta giovane studente: quella di trovare aiuto e lasciate andare da solo Pietro
spazio di discussione in cui confrontarsi con un team di
mettendo a punto con la Germania un piano per il supporto per lo studio, ma anche quella di Ricca.
dopo Gheddafi e il presidente francese Sarkozy, che non
esperti che si occuperanno dei temi legati alla genitorialità
divertirsi nel tempo libero” fanno sapere Briz
rinuncia a un ruolo da protagonista, ha annunciato una e alla tecnologia . Spazio anche ai ragazzi che troveranno
dalla redazione. “Con questo rilascio
proposta franco-britannica a cui sta lavorando insieme sul portale dei video-tutorial (uno di questi con Luca e
speriamo di accompagnare alla maturità, è IL FATTO che B. si sia
al premier Cameron. Le idee italiane, francesi, inglesi e Paolo) e un forum per scambiare opinioni ed esperienze.
fino ai primi passi nel mondo del lavoro, presentato in tribunale fa
tedesche durante il vertice riusciranno a confluire in un ancora molte generazioni di giovani pensare che il caso è
piano comune? italiani” l’auspicio di Andrea Santagata destinato all’archiviazione.
Radiotre 11,30 Amministratore Delegato di Banzai Media. Peterdem
pagina 18 Martedì 29 marzo 2011

SECONDO TEMPO

NOI E LORO
PIAZZA GRANDE É di Maurizio Chierici

Ribellarsi. Ma in nome di chi?
di Paolo Flores d’Arcais
ibellarsi è giusto? Di-
molo) hanno per ora l’egemo-
nia. Rivolte che non hanno mo-
che su questi temi è sempre di
parola. Solo l’aviazione france-
se ha impedito l’annunciato
lidarietà nei loro confronti,
non l’ovvia ripulsa per le mo-
tivazioni dei Sarkozy. Cosa li
CLANDE STINI
COME NOI
L e ragazze rom che a Treviso allungavano la mano della carità
con un bambino accasciato fra le braccia, venivano portate
via dai poliziotti del sindaco Gentilini: sfruttamento di minore a
fine di lucro. Bisogna dire che la Lega ha imparato la lezione e la
rigioca a Lampedusa col cinismo dei suoi ministri. Ogni giorno, un
giorno dopo l'altro, arrivano barche di disperati. L'isola è un

R
pende contro chi, natu-
ralmente. E “in nome di
che cosa”, per il rag-
giungimento di quale obietti-
vo, perché il “contro” non ba-
sta, il “per” per cui ci si batte
può perfino essere peggiore.
O equivalente. Le persone
che per diventare cittadini so-
no entrate in rivolta in Egitto,
in Tunisia, in Libia, ora in Siria
e in Giordania, lo hanno fatto
contro Mubarak, Ben Alì,
Gheddafi, Assad, Abdullah II.
Che contro tali dittatori, dal
paternalista fino al mostruo-
so, sia giusto ribellarsi, non
credo possa essere materia di
discussione o dubbio tra chi
frequenta queste pagine.
In nome di cosa, però? Sono
davvero rivolte per la demo-
crazia? Se l’obiettivo dei ribel-
li fosse una teocrazia fonda-
mentalista, perché mai do-
vremmo sentirci coinvolti e
solidali? L’obiezione è sacro-
santa, ma questa volta suona
davvero speciosa. Quello che
ha sorpreso nel vento di rivol-
ta che scuote l’intera Africa
del Nord è la mancata egemo-
nia fondamentalista, che tutti
davano invece da anni come
inevitabile in qualsiasi som-
movimento nel mondo arabo.
Protagonisti sono stati, in pri-
ma fila, i giovani con elevato
livello culturale e altrettanto
elevato tasso di laicità, e il loro
strumento generazionale: In-
ternet. Sia chiaro, questi stessi
giovani e i “ceti medi riflessi-
vi” locali costituiscono anche
la forza più magmatica e meno
organizzata, che dunque ha
più difficoltà a giocare imme-
diatamente un ruolo rispetto
ai militari, alle fronde - più o
meno sincere – dei vecchi re-
gimi, ai “Fratelli musulmani” e
altre componenti di ispirazio-
ne religiosa.
PER QUESTO le rivolte non
sono affatto concluse, neppu-
re in Egitto e Tunisia, e covano
ancora (si spera) sotto la cene-
re di equilibri provvisori in cui
le componenti del privilegio e
dell’establishment (anche
economico, non sottovalutia-
strato alcun collegamento or-
ganizzativo, ma una relazione
ancora più profonda proprio
perché di contagio spontaneo.
Per cui è ragionevole ipotizza-
re che qualsiasi avanzamento o
arretramento, soprattutto se
drastico, della lotta in uno di
questi paesi continuerà per pa-
recchio tempo ad avere riper-
cussione sugli altri.
SI È TRATTATO ovunque di
sollevazioni spontanee, “a ma-
ni nude”, innescate da episodi
occasionali, la classica scintilla
che tante volte non provoca
nulla ma improvvisamente in-
cendia la prateria. Altrettanto
ovvio che in qualsiasi situazio-
ne di crisi, ben prima che pre-
cipiti, agiscono ed eventual-
mente “pescano nel torbido”
potentati internazionali multi-
nazionali e governativi, in pri-
mo luogo attraverso i servizi di
intelligence. Insomma, qual-
siasi rivolta corre il rischio di
“lavorare per il re di Prussia”,
come diceva il vecchio Marx.
Non può certo essere un alibi
per non lottare e per non
schierarsi.
In Libia, ancora pochi giorni
fa, la sollevazione rischiava di
essere schiacciata definitiva-
mente. Esplosa in tutto il pae-
se, era già stata repressa a Tri-
poli in un “venerdì di sangue”,
quando le masse uscite dalla
preghiera in moschea erano
state mitragliate dai corpi spe-
ciali gheddafisti. Assicuratosi il
controllo della capitale, il rais
aveva iniziato con successo la
controffensiva e ormai l’asse-
dio si stringeva intorno all’ul-
tima roccaforte di Bengasi. Il
centro della rivolta aspettava
nell’angoscia il “bagno di san-
gue” promesso dal colonnello,
esito di massacro, e non a caso
alla notizia della risoluzione
Onu Bengasi insorta è esplosa
nella gioia della ritrovata spe-
ranza.
Possibile che non sappiate per
quali motivi Sarkozy e gli altri
leader occidentali bombardi-
no, è la domanda (retorica) del
pacifismo “di principio”. Lo
sappiamo benissimo: per mo-
tivi abbietti. Lo sanno anche i
sassi: per danaro e potere, i
sempiterni motivi che, soli,
commuovono davvero gli esta-
blishment, i privilegiati, le de-
Ciò che ha
sorpreso nel vento
di rivolta che
scuote l’Africa del
Nord è la mancata
egemonia
fondamentalista,
che tutti davano
per scontata in ogni
sommovimento
nel mondo arabo
stre. Questi motivi abietti han-
no avuto però l’effetto collate-
rale di salvare una insurrezio-
ne - variegata e ambigua come
le precedenti di Tunisia e Egit-
to, ma rispetto ad esse con una
componente islamica inesi-
stente e una militare più forte –
che resta per quel paese unico
alambicco di speranza demo-
cratica.
A me pare che identificarsi con
i giovani laici, acculturati e
molto spesso disoccupati, che
di questa speranza sono i por-
tatori con le poche armi “strac-
cione” dei disertori e la loro
passione di blogger, dovrebbe
per un democratico italiano
esser quasi un riflesso condi-
zionato. E dunque ad orientar-
ci dovrebbero essere le loro ri-
chieste, i loro interessi, la so-
aiuta, i mirage francesi che vo-
gliono mettere la parola FINE
al regime del colonnello (spe-
riamo, visto che già la Nato di-
stingue: una volta protetti i ci-
vili, rispetto allo scontro arma-
to bisogna restare neutrali), o
un ponziopilatismo occidenta-
le che consentirebbe al macel-
laio di Tripoli di riprendersi il
paese? Cosa ne direbbero i gio-
vani democratici libici che so-
no insorti?
QUANDO SI SCRIVE, o
addirittura si scende in piazza,
rivendicando un obiettivo, ci
si assume la responsabilità mo-
rale di ottenerlo, comprese le
conseguenze immediate che
porta con sé. Non quelle suc-
cessive, più lontane: la storia è
un affresco di “eterogenesi dei
fini”. Ma quelle ovvie e inevi-
tabili sì. E se la rivendicazione
che si agita viene raggiunta bi-
sognerebbe essere colmi di
gioia. Ma quanti che hanno ma-
nifestano per la fine dei raid
francesi avrebbero gioito dav-
vero se la richiesta pacifista
fosse stata accolta? Nessuno,
credo, poiché ciascuno in
cuor suo avrebbe saputo che
in quarantottore Gheddafi
avrebbe concluso a Bengasi
quanto interrotto.
fazzoletto, chi la abita soffoca eppure noi popolo di navigatori,
traghetti vacanze, ammiraglie da crociera, per settimane non
riusciamo a trovare qualcosa che galleggi in modo da trasferire i
fuggitivi in un posto decente. Solo annunci per calmare le rabbie:
la San Marco parte da Augusta e fra poche ore è lì. Ma la
partenza scivola dal mattino al pomeriggio, dal pomeriggio ai
giorni dopo. Intanto gli sbarchi continuano. Dormono fra le
immondizie mentre le Tv di mezzo mondo accendono le luci per
documentare l'atrocità del loro cammino della speranza. Maroni
e Frattini non aprono bocca fino a quando l'Europa si arrende alle
immagini e apre la borsa, ecco i danè: in un lampo le navi saltan
fuori. Otto anni fa la Spagna aveva accolto 160 mila profughi
senza battere cassa a Bruxelles e senza piangersi addosso.
Insomma, sfruttare i bambini come li sfruttano certi clochard
funziona nella politica di certi nostri politici. Noi del G8 abbiamo
preso l'isola in ostaggio per la commedia di una solidarietà che i
popoli del nord non vogliono pagare. Adesso l'Europa tira fuori i
soldi anche per il viaggio di ritorno perché chi scappa è
clandestino e i clandestini devono essere rimpatriati, truffaldina
dimenticanza d'aver saltato il timbro dei consolati italiani nella
fuga da Tripoli: 75 mila tunisini vengono da lì. Criminali per le
burocrazie e come criminali giustamente respinti. "È la legge",
sussurrano le capinere del Cavaliere. Legge che esaudisce gli
interessi di chi la scrive. Come la legge Mussolini che strappava
dai banchi i ragazzi ebrei indegni di studiare assieme ai ragazzi
ariani. Nelle carrette che attraccano a Lampedusa i ragazzi sono
tanti. Nasce perfino un bambino. Bebè clandestino o bebè come
gli altri? La furbizia dei politici brianzoli seppellisce la memoria di
quando i lombardo-veneti giravano l'Europa come maghrebini.
Figli di frontalieri fino a quindici anni fa clandestini nella Svizzera
che proibiva la riunione delle famiglie. 15 mila, 22 mila piccoli
italiani nascosti alla perfidia dei vicini di casa e a poliziotti che
bussavano alle porte. Gli psicologi di Berna ne hanno studiato
l'evoluzione, adulti labili e taciturni: anche l'insegnamento dei
volontari che ne proteggevano la clandestinità li ha fatti crescere
come razza a parte. Qualche
(FOTO ANSA) tempo fa ho ricordato la storia di
due fratellini italiani trapiantati a
Winterthur da genitori bresciani.
Nascosti nel portabagagli come
cioccolata. Una spiata, scoperti:
ordine di "deportazione" in
Lombardia, parola implacabile di
una lingua che non sfuma. Ecco
che arriva la lettera di un signore
della Val Camonica. Era uno dei
bambini deportati e si commuove
ritrovando quel dolore. Ma
ringrazia per una cosa più
importante; perché non ne ho
ricordato il nome. "Sono vice
sindaco leghista del mio paese e
lei capisce che sarebbe
imbarazzante". Dopo l'imbroglio
di Lampedusa ho l'impressione
che Bossi and company non si
imbarazzano ormai di niente.
mchierici2@libero.it

Gli insegnanti si
La scuola fa, scoprono sempre
più spesso a
pretare il reale. Rifiuto per lo
più tecnicismi o nozionismi e
preferisco una didattica basata
sulla capacità di mettere in re-
ciente penetrare lo ieri medi-
terraneo. Se un brano di Sene-
ca, Dora Markus di Montale o
anche la visione e il commento

il mondo disfa prendere per

di Marina Boscaino sione sull’oggi; e – temo – ali-
mentando sempre più nei di-
amministrazione ciottenni l’idea di un mondo
mano generazioni
lazione – mediante concetti
organizzatori – le espressioni
culturali dell’uomo di ieri e di
oggi. Cultura come cittadinan-
za consapevole, l’obiettivo.
di La rabbia di Pasolini possano
stimolare domande, fornire ri-
sposte, indicare strade. Non si
tratta dell’efficacia di quei
messaggi, ma dello iato tra ore
smarrite, Oggi non so più: ho l’impres- di scuola e minuti del Gr. Della
ma così: ancora, sempre, for- sione di vivere una sorta di Ar- consapevolezza di appartene-
sopraffatte da altri se? – a un passo da noi e ovun- cadia occidentale, in cui parte re a una comunità educante

“L’
dello Stato, come la
tutela privata, deve
essere gestita nel-
l’interesse di coloro che le so-
no stati affidati, non di coloro
ai quali è stata affidata”. Sarei
certamente inserita tra i pro-
fessori sessantottini e comuni-
sti, che “inculcano principi” e
da cui bisogna guardarsi ricor-
rendo alle scuole private. Ma
non ho proposto la lettura di
un sovversivo; è Cicerone, De
officiis - Sui doveri, monumento
didattico-pedagogico destina-
to più di 2000 anni fa alla classe
dirigente di Roma. Traducia-
mo, i ragazzi ed io, trovando a
ogni passaggio spunti di rifles-
schizofrenico, dove la scuola
propone e altri dispongono in
modo opposto, sconfessando
contenuti, modelli, finalità. II
ora: Barocco e sentimento del
tempo; infinitamente grande e
infinitamente piccolo; l’oltre e
l’iperrealismo: quanta vicinan-
za con il ‘900 in un tempo lon-
tano e in linguaggi remoti, co-
me quelli di certi sonettisti. Mi
sposto in III: Primo Levi. Il pro-
getto è finalizzato alla riflessio-
ne su memoria e diritti umani: i
sommersi e i salvati, dicotomia
universale. È ancora impossi-
bile, per fortuna, leggere la
prosa sobria e asciutta di Levi
(nella foto) senza avvertire pal-
modelli, ai quali
diventa arduo
poter dire parole
incancellabili
pabile l’emozione: nell’aula e
nei visi dei ragazzi, così disabi-
tuati all’espressione di senti-
menti non ripresi da una tele-
camera e magari mercificati.
Giovenale e l’indignatio, musa
ispiratrice di fronte all’inarre-
stabile dilagare del vizio.
Esco da scuola, accendo la ra-
dio, Gr1. Il Mediterraneo è una
polveriera. La guerra – si chia-
que, senza condizionare le no-
stre vite, a parte il prezzo della
benzina. Negli ultimi 2 mesi
coloro che vivono dall’altra
parte del mare si sono trasfor-
mati, hanno detto basta. A chi,
a che cosa, in quale direzione i
miei studenti non l’hanno sa-
puto; e forse, non lo so nem-
meno io. Il reattore è sempre lì,
minaccioso. Andremo a votare
un referendum, andranno an-
che loro, alcuni per la prima
volta. Con quale consapevo-
lezza? Ruby e il 6 aprile che si
avvicina.
Il nostro lavoro è utile solo pie-
gando le discipline a sapere
critico, formazione e valoriz-
zazione di strumenti per inter-
della scuola – la maggior parte
– fa; e una parte del mondo – la
maggior parte – disfa. In cui pa-
role, chiavi di interpretazione,
raffinatezza e profondità dei
percorsi appaiono ridotti alla
celebrazione di se stessi, per-
ché non riescono più – contra-
stati da altri modelli, sopraffat-
ti da altre necessità e dalla lon-
tananza di spendibilità e utilità
immediate da sms – a dire pa-
role incancellabili. Il mondo
cambia vertiginosamente e
l’impressione è che i nostri lin-
guaggi non siano più efficaci
per intercettare quel cambia-
mento in modo significativo.
Mi chiedo se a capire l’oggi e il
domani globalizzati sia suffi-
che si sente priva di mandato;
che deve prendere per mano
generazioni sempre più smar-
rite, a cui non è più in grado di
garantire interpretazioni del
mondo solide ed efficaci. Dub-
bio moltiplicato, perché delle
notizie di quel Gr io per prima
capisco il significato, ma mi
sfugge il senso. Ogni volta è
più dura. Ma ogni volta riemer-
go più convinta: quelle parole,
immagini, formule dicono
l’uomo di sempre. Non è l’Ar-
cadia, ma il miracolo laico del-
l’esercizio della critica e della
divergenza. Che non di rado
mi pare di intuire negli sguardi
dei miei alunni, di leggere nel-
le loro parole.
Martedì 29 marzo 2011
MAIL
Il posto per le tendopoli
ve lo diamo noi
Mi faccio latore di una proposta
pervenutami da alcuni amici
dotati d'animo generoso. Co-
storo, disponendo di appezza-
menti di terra situati nell'estre-
ma provincia sud di Roma e in
altre regioni d'Italia, come ad
esempio Puglia e Basilicata, si
dichiarano disposti ad impian-
tarvi una tendopoli e relativi
servizi forniti ovviamente dallo
Stato, per ospitare i rifugiati in
fuga dal Maghreb. Non chiamia-
moli clandestini, per favore, co-
me si ostinano a fare esponenti
del nostro governo che li am-
massa a Lampedusa, senza
provvedere al loro trasferi-
mento in altri siti dismessi che
potrebbero fin d'ora contener-
ne fino a cinquantamila. Si tratta
di una scelta volta a creare mal-
contento tra gli isolani e ad ali-
mentare lo spauracchio dell'in-
vasione, originata da un razzi-
smo strisciante e dalla volontà
di arroccarsi in un'Europa-for-
tezza, gelosa della sua situazio-
ne privilegiata nei confronti di
tre quarti del mondo. L'egoi-
smo è duro a morire ed il pre-
cetto della condivisione, diffu-
so dai Maestri fondatori delle
varie religioni, purtroppo sten-
ta ad affermarsi nelle coscienze
e nella pratica quotidiana. Sarà
solo una goccia nell'oceano, pe-
rò....
Prof. Alfredo Stirati
Attenzione! Al referendum
bisogna votare sì
A proposito del referendum,
noi tutti in casa naturalmente
voteremo sì, sì e sì, ma non mi
sembra chiaro il messaggio che
arriva dai giornali. Voi stamat-
tina scrivete: “A Roma il corteo
del No al nucleare”: ecco, temo
che chi non si informa e dunque
non sa che si parla di referen-
dum abrogativo, possa essere
influenzato da questo NO che
è giusto contro il nucleare ma
sbagliato se vuole essere un'in-
dicazione di voto. Quindi, forse
sarebbe giusto invitare a votare
Contro il nucleare scrivendo Sì,
insomma evidenziare in ogni
modo il Sì, ed evitare il No che
potrebbe restare nella testa di
chi vuole votare contro e con-
fondere. Voi naturalmente sa-
prete trovare il modo migliore
... e poi un'altra richiesta: per-
ché non fate preparare dei gad-
get o meglio degli striscioni
proprio su questo tema, tipo:
contro il nucleare, contro la
privatizzazione dell'acqua e
contro il premier vai a votare il
12 e 13 giugno e vota Sì; li al-
legate per chi vuole, con un so-
vraprezzo al giornale, ma credo
che andranno a ruba e avremo
finestre, balconi, automobili
che ogni giorno ricorderanno
questo importantissimo ap-
puntamento.
Michela Macioci
Il Vangelo
secondo Ferrara
Giuliano Ferrara, nelle due pri-
me puntate di “Radio Londra”,
ha assolto Silvio Berlusconi da
tutti i peccati e i reati! Ognuno
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pagina 19
SECONDO TEMPO
BOX
LA VIGNETTA
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO
RIFUGIATI
NELL’ISOLA CHE NON C’È
aro Furio Colombo, non amo la i bambini, li lasci senza docce e senza bagni, li
C Lega e non parteggio per la Lega.
Ma il problema di Lampedusa è
lasci senza cibo in modo che diano fastidio, in
cerca di soccorsi e di rifiuti per sopravvivere, fino
gravissimo, è comprensibile che la a che la popolazione non perde la testa e va sul
popolazione abbia esaurito la mare a gridare ai rifugiati stipati sulle barche
pazienza. Gli arrivi continuano e lo che continuano ad arrivare di andar via, di
spazio non c’è. Possiamo far finta di sparire, di togliersi dai piedi, di togliersi dalla
niente? testa che potranno sbarcare. Che affoghino, ma
Luca basta gente sull'isola! Per quanto riguarda
Maroni, ministro della Repubblica ma prima di
CI SONO due gravi problemi, uno è la vita tutto agitatore della Lega Nord, il risultato è
nell'isola di Lampedusa, dove arrivano ogni raggiunto. Ma quando un politico ossessionato
giorno centinaia di profughi, certo un dramma dalla sua visione xenofoba del mondo ha tanto
per chi vive e lavora nella piccola isola. Non è potere a nome e per conto di un intero Paese,
“l’esodo biblico” annunciato tante volte con non si deve temere uno sbarco umanitario glio dare ottimo cibo alla mia jassa”, dalla definizione datale
enfasi, ma non è una convivenza facile, non per neppure nel caso che arrivi in porto una grande mente. Poco fa avevo tra le ma- dalla sua collega di partito Mara
chi vive e lavora a Lampedusa, non per chi nave regolarmente noleggiata in Marocco per ni la copia del 17 marzo e a Garfagna, e ripresa anche dal
arriva, stremato, dal mare. Poi c’è, ed è grave e lasciare la Libia (siamo nei primi giorni della pagina 26 ho letteralmente di- pacifico Fassino, non contenta
urgente, il problema del come accogliere e dove rivolta in quel Paese) con a bordo 1850 uomini, vorato l'articolo di Boldrin che degli sproloqui che periodica-
mandare i nuovi, disperati sopravvissuti alla donne e bambini in fuga che hanno pensato sposo in pieno. Sono un pro- mente propina, ha addotto co-
traversata in mare, molti uomini giovani ma all'Italia come a un Paese civile in cui attraccare, motore finanziario in attività da me motivazione certa, per
anche molti bambini. Ciò che accade, sbarcare e organizzare una nuova vita. Abbiamo oltre vent'anni, oggi più che mai chiedere con fermezza alla nota
soprattutto per l'instancabile lavoro sia politico visto molte fotografie dei passeggeri sul ponte: preoccupato di come vanno le industria telefonica di provve-
che di propaganda, della Lega Nord, è la adulti che probabilmente hanno lasciato, per cose nel settore. Il risparmio, il dere al licenziamento della Bal-
separazione dei due problemi, come se il salvare la vita, impieghi professionali e cariche cui valore per sé stessi e per la ti, che la modella avrebbe of-
secondo si potesse semplicemente abolire statali, hanno lasciato le loro case con le loro nazione motivò i nostri Padri feso la “maggioranza” degli ita-
eliminando le presenze ingombranti dei rifugiati. famiglie, niente che facesse pensare ai ripescati costituenti a dedicargli un ar- liani, affermando che all'estero
Per farlo bisogna, prima di tutto, cambiare le in mare. Ma è accaduto a Lampedusa ciò che ticolo, è oggi trattato (come ci prendono per i fondelli a cau-
parole. Questi esseri umani vivi per miracolo e a era accaduto – nel 1942 per il piroscafo Saint tante altre cose del resto...) alla sa del nostro premier, noto
volte portati a braccia fuori dalle barche, non Louis: aveva a bordo migliaia di cittadini tedeschi stregua di una pillola miraco- donnaiuolo a pagamento. E no,
devono essere chiamati profughi o rifugiati. in fuga, le ultime famiglie ebree che erano losa o di un prodotto dagli ef- onorevole Mussolini, il 30% o
Sono, lo dichiara il ministro dell'Interno che, riuscite a imbarcarsi. Nessun porto al mondo ha fetti speciali. Il suo investimen- poco più degli italiani, rappre-
nonostante l'alta carica, fa il propagandista della voluto quel carico di uomini, donne e bambini to è offerto al risparmiatore in sentano la maggioranza di nien-
suo partito, la Lega Nord, “clandestini”. Se sono condannati a morte. Nessuno, come Maroni, ha totale assenza di informazioni te. E noi, il rimanente 70 per
clandestini sono fuori legge e se sono fuori legge voluto sapere chi fossero. Precisa il nostro significative e, soprattutto, con cento, cioè la vera maggioran-
possono essere cacciati “secondo la legge” che è (nostro, pensate) ministro dell'Interno: “Venivano un permanere di conflitto d'in- za, siamo stufi di dover soppor-
la legge voluta e imposta a tutta la maggioranza dalla Libia e in Libia li abbiamo rimandati”. Uno teressi dato che, per guadagna- tare il peggior governo dalla fi-
del Parlamento italiano dalla suddetta Lega dei figli di Gheddafi, l'amico di Berlusconi, aveva re, devo pilotare il Cliente ver- ne della guerra in poi.
Nord tramite il ricatto: o votate il nostro appena detto: “Li cercheremo casa per casa”. so scelte ad alto contenuto di Delle due l'una: o Lei è bugiarda
“pacchetto sicurezza” o la maggioranza Tutto ciò ce lo ricorderanno, senza le rischio, più o meno consape- oppure in matematica il suo vo-
(dunque il festoso governo Berlusconi) non esiste falsificazioni attuali, i libri di storia: è avvenuto in volmente condivise, visto che to era 2! Se poi ha dei dubbi
più. questa Italia, ai nostri giorni. E non c’è stata la casa mandante solo quelle mi sulle parole della Balti, è suf-
Come fare a sovrapporre e impastare insieme i alcuna indignazione da ricordare, per la nave paga. Il cliente è molto esposto ficiente che vada all'estero e
due problemi in modo che appaiano una partita e rimandata in Libia mentre infuriava la data la sua scarsa cultura finan- s'informi, e scelga pure lei la de-
maledizione di cui è urgente liberarsi con guerra civile. Come per la nave partita e ziaria; ma approfittarsi di que- stinazione.
qualunque mezzo? Se sei ministro dell'Interno è ritornata ad Amburgo mentre il nazismo aveva sta sua ignoranza è l'unica cosa Pensi che anche a Katmandu,
semplice, benché disumano: lasci lì i corpi appena scatenato persecuzione e guerra. che abbiamo da insegnare ai dall'altra parte del mondo, un
esausti di coloro che sono scampati al naufragio nostri figli? gruppetto d'Italiani, è stato
o alla caccia in mare (si chiama Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano Giuseppe Dansi sbertucciato con le parole che
“pattugliamento” o “respingimento”) li lasci a 00193 Roma, via Valadier n. 42 ci identificano nel mondo:
dormire per terra un po’ in tutta l'isola, compresi lettere@ilfattoquotidiano.it Gli italiani, tra Bianca “Bunga bunga”. Se ne faccia una
ragione, la “maggioranza” degli
Balti e la Mussolini italiani, tra lei e la Balti, non
Che la nipote del duce, lo stes- avrebbe dubbi su chi scegliere,
so duce che ha promulgato leg- e soprattutto, a chi credere.
gi razziali, che ha portato l'Italia Paolo Sanna
IL FATTO di ieri 29 marzo 1922 è libero di peccare liberamen-
te. Non peccano tutti? Poi ha
allo sfacelo della guerra, non-
ché 6 milioni di italiani alla mor-
Sfarzosa, come tutte le grandi navi passeggeri europee citato il passo del Vangelo dove te, abbia ancora il coraggio di
degli anni ’20. Costruito nei cantieri di Glasgow e fiore Gesù perdona l’adultera. I parlare solo per dire autentiche
all’occhiello del Lloyd Sabaudo di Genova, il mitico grandi amici di Berlusconi che e provate stupidaggini, credo IL FATTO QUOTIDIANO
transatlantico Conte Rosso, nome in onore di Amedeo sbandierano valori nel momen- non sia una cosa bella. L'ono- via Valadier n. 42 - 00193 Roma
VII di Savoia, era partito per il suo viaggio inaugurale il to in cui li calpestano dovreb- revole meglio nota come “va- lettere@ilfattoquotidiano.it
29 marzo 1922. Destinazione Montevideo, Buenos bero ben specificare che poi
Aires. Prima rotta transoceanica per la nave gioiello
ognuno può liberamente pec-
care. E se Berlusconi va al Fa- Direttore responsabile
lunga 180 metri, alta come un palazzo di 12 piani,
mily day, la confusione tra sacro
interni firmati Fratelli Coppedé, celebri designer di Antonio Padellaro
e profano regna sovrana! Vor-
arredi navali. Un hotel di lusso galleggiante per 3000 rei da credente rimasta al Va-
ospiti, con arazzi, specchi, cristalli, fumoir déco, pareti Vicedirettore Marco Travaglio
ticano II, citare per l’intelligente
intagliate in legno. Bastimento di sogno fino al 1935, Ferrara, un altro passo del Van- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
quando, requisito dal governo italiano, diventerà, gelo: “Va, vendi quello che hai, Progetto grafico Paolo Residori
durante la Guerra d’Etiopia, mezzo di trasporto per dallo ai poveri e seguimi!”. Redazione
truppe e coloni e più avanti, nel ‘40, convoglio di guerra Giovannina Comparelli 00193 Roma , Via Valadier n°42
per militari diretti in Libia. Per la ex nave dei desideri, un tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
tragico destino in agguato. Attaccato dal sommergibile Io, promotore finanziario e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
inglese Upholder, il Conte Rosso, squarciato da due
siluri al largo di Siracusa, colerà a picco in poco più di e forzista Editoriale il Fatto S.p.A.
dieci minuti portandosi nel gorgo 1279 vittime. Era il 24 Carissimo Il Fatto, non avrei Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
maggio ‘41 e di quella tragedia bellica dimenticata mai pensato che io, presidente Presidente e Amministratore delegato
resterà solo il relitto, adagiato per sempre nel mare di di uno dei primi Club di Forza Giorgio Poidomani
Noto. Italia della Lombardia, sono og- Consiglio di Amministrazione
Giovanna Gabrielli gi “costretto” a leggerTi se vo- Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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