Lucrezio cerca di sostituire la retorica del meraviglioso con la retorica del necessario. Nuova visione della
natura che porta a un rinnovamento poetico e al recupero di una certa antica e genuina oggettività (da qui
l’eco dei versi omerici in alcuni passi).
DESCRIZIONE DELL’ETNA. Concezione epicurea di base: pure il mondo (aggregazione di atomi), si ammala.
vv. 639-646
Spiegherò adesso quale sia la ragione per cui, attraverso le fauci (crateri) del monte Etna, spirino a volte
fuochi con un grande turbinio. E infatti, la tempesta di fiamme, esplosa con immoderata rovina,
spadroneggiando per i campi dei Siculi, attirò su di sé gli sguardi delle genti vicine [lett. fece volgere alle
genti vicine gli sguardi a sé], quando, vedendo [cernentes, part. congiunto] tutte le regioni del cielo fumide
(piene di fumo) scintillare, riempivano [cum+indicativo] i cuori di pauroso affanno, [sott. domandandosi]
quali cose spaventose preparasse la natura.
INVITO A GUARDARE OLTRE: tutto ciò che vediamo è solo una minima parte dell’universo (CONSOLATIO)
vv. 647-657
In queste cose è necessario che tu veda [1° perifrastica passiva] ampiamente e profondamente (a fondo) e
(sott. è necessario) che scruti [2° perifrastica passiva] lontano in tutte le direzioni, affinché tu ti rammenti
che la somma delle cose è infinita e veda quanta piccola parte, di tutta la somma, sia il solo cielo e come
costituisca un’infinitesima (parte), neanche tanta parte quanto un solo uomo è (nei confronti) di tutta la
terra. Se osservassi bene e con attenzione questa premessa e la discernessi con chiarezza, smetteresti di
meravigliarti di molte cose [p. ipotetico del 2° tipo]. Infatti, forse tra di noi qualcuno si meraviglia se qualcun
altro ha contratto negli arti una febbre che sorge con bruciante arsura oppure un altro qualsiasi dolore
dovuto a una malattia (lett. di malattia) lungo le membra?
vv. 674-679
E certamente sembra grande il fiume che è sembrato grandissimo a colui che prima non ha visto qualche
(sott. fiume) maggiore, e grande sembra un albero e un uomo e tutte le cose che ciascuno ha visto come
grandissime di ogni genere, queste le immagini enormi, quando invece tutte le cose con il cielo, la terra e il
mare, non sono niente rispetto a tutta la somma di tutta la somma (= l’Universo).
CAVITÀ SOTTERRANEE
vv. 690-697
Quindi, diffonde il fuoco lontano e lontano disperde la scintilla (cenere) e volge una fumea di fitta caligine e
insieme scaglia fuori macigni di peso straordinario, affinché tu non dubiti che questa è la forza turbinosa
dell’aria. Inoltre, da una grande parte il mare frange i [suoi] flutti contro le radici di quel monte e assorbe il
riflusso. Da questo monte fino al mare delle caverne sottoterra (sotterranee) giungono fino alle alte fauci.
Da ciò bisogna dire che per questa via passi [lett. di qui si deve ammettere che transiti]
vv. 698-707
E la circostanza spinge (il monte) a penetrare profondamente in mare aperto e a soffiare fuori e perciò a
innalzare la fiamma e a precipitare massi e a sollevare nugoli (nuvoli) di sabba. Infatti, proprio sulla sommità
del monte ci sono i crateri, come gli stessi (abitanti) sono soliti chiamarli, cosa che noi chiamiamo fauci o
bocche. Ci sono anche alcune cose delle quali non è sufficiente indicare una sola causa ma molte donde poi
una sola è tuttavia (sott. quella giusta), come se tu vedi un qualche corpo esanime di un uomo giacere
lontano succede che convenga indicare tutte le cause della sua morte affinché sia detta una sola di quello (=
dell’uomo).
vv. 708-711
Infatti tu non potresti dimostrare né che quello sia morto con la spada né che sia morto a causa del freddo
né che sia stato ucciso da una malattia o per caso a causa di un veleno, ma sappiamo che qualcosa di
questo genere è ciò che è toccato a quello, ugualmente in molte circostanze dobbiamo dire ciò.