Sei sulla pagina 1di 3

– 7 Angeli tubicini nel “Giudizio Universale” e orchestra angelica nella “Gerusalemme celeste”

La lettera dell'Apocalisse di Giovanni, annuncia la fine dei tempi suonando le "Trombe del Giudizio":

“E subito dopo le tribolazioni di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna perderà il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo, e le forze del cielo saranno sconvolte. Allora si vedrà
nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; allora tutti i popoli della terra piangeranno, e gli uomini vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e
splendore. Al suono della grande tromba egli manderà i suoi angeli in ogni direzione. Da un confine all’altro del cielo essi raduneranno tutti gli uomini che si è scelti”. (Mt
24,29-31)

Visibili sono, all’interno del trittico memlinghiano, i 7 angeli musicanti. Questi ultimi sono collocati come segue: 3 li troviamo posti nella scena centrale del Giudizio Universale
(esattamente ai piedi Cristo), 1 lo osserviamo mentre, alle porte dell’ Inferno, avvisa i dannati del loro destino; i restanti 3 li troviamo dipinti tra le guglie della gotica architettura
simulante la porta della Gerusalemme celeste.
La tromba, nel libro dell'Apocalisse, potrà diventare dunque lo strumento deputato ad annunciare la fine dei tempi e l'imminente arrivo del giorno del Signore.

Sulle guglie nella zona della Gerusalemme celeste però, vi è la raffigurazione di un concerto vero e proprio: angeli cantori leggono libri corali e cartigli, altri angeli sono intenti a
far musica in una variegata orchestra di strumenti a corda, a fiato.

È suggestiva questa idea di una "musica silenziosa per la quale è necessario aprire una particolare sintonia o canale di ascolto. La musica, poi, per la Bibbia intride anche tutta la
storia umana, esaltandola e rivelandone le tracce divine. La sua è, dunque, una funzione teofanica, svela cioè la presenza di salvezza o di giudizio di Dio all'interno delle vicende
umane.

La stessa meta ultima della storia, simbolicamente raffigurata nella nuova Gerusalemme, sarà segnata dalla musica. Significativa al riguardo è la trama del libro dell'Apocalisse che
è una vera e propria palingenesi musicale per soli, coro e orchestra: basta soltanto evocare il grandioso concerto delle sette trombe che squillano nei capitoli 7-8 e 11,14.

Anche per la Bibbia il silenzio o il rumore sono segno di maledizione. La fede, perciò, dovrebbe essere armonia e canto, come si ripete ininterrottamente nel Salterio (Salmi 33,3;
92,2.4; 147,1; 149,3): «Cantate al Signore un canto nuovo, suonate con arte e con ovazioni...

È per questo che il tacere del canto è visto come un emblema di giudizio. Quando sulla Babilonia imperiale passerà la tempesta della condanna divina, «il suono degli arpisti e dei
musicisti, dei flautisti e dei suonatori di tromba non si udrà più in te... Il canto dello sposo e della sposa non si udrà più in te» (Apocalisse 18,22).

Classificazione della musica (iconograficamente rappresenta l’armonia):


~ MONDANA o CELESTE= Suoni delle sfere angeliche. È udibile solo da Santa Cecilia e dagli angeli.
~ HUMANA: è l’armonia tra anima e corpo, non udibile da orecchio umana, ma solo dal corpo celeste.
~ INSTRUMENTALIS: È prodotta dagli strumenti creati dall’uomo. Essa è l’unica musica udibile da tutti..

In sintesi:Con l’apertura del settimo sigillo, sette angeli ricevono sette trombe, mentre un altro riempie il suo turibolo col fuoco dell’altare e lo getta sulla terra, provocando tuoni,
folgori e terremoti. Il suono terrificante delle prime sei annuncia i flagelli che si abbatteranno sull’umanità alla fine del mondo: grandine e fuoco misti a sangue, la montagna
incandescente scagliata in mare, la caduta della stella Assenzio, la distruzione di un terzo del sole, della luna e delle stelle, l’invasione delle locuste, i quattro angeli che
uccideranno la terza parte dell’umanità. Con un inaspettato cambiamento di segno la settima tromba proclama la parusìa del Cristo e l’avvento del regno di Dio.

– DESCRIZIONE DEII PASSI DELLE 7 TROMBE DELL’APOCALISSE:

Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz'ora.
Poi vidi i sette angeli che stanno in piedi davanti a Dio, e furono date loro sette trombe. E venne un altro angelo con un incensiere d'oro; si fermò presso l'altare e gli furono dati
molti profumi affinché li offrisse con le preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro posto davanti al trono.
E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio insieme alle preghiere dei santi. Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco dell'altare e lo gettò sulla terra.
Immediatamente ci furono tuoni, voci, lampi e un terremoto.
I sette angeli che avevano le sette trombe si prepararono a sonare.
Il primo sonò la tromba, e grandine e fuoco, mescolati con sangue, furono scagliati sulla terra. Un terzo della terra bruciò, un terzo degli alberi pure e ogni erba verde
fu arsa.
Poi il secondo angelo sonò la tromba e una massa simile a una grande montagna ardente fu gettata nel mare. Un terzo del mare diventò sangue, un terzo delle creature viventi che
erano nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.
(Apoc. 8, 1-9)

Poi il terzo angelo sonò la tromba e dal cielo cadde una grande stella, ardente come una torcia, che piombò su un terzo dei fiumi e sulle sorgenti delle acque.
Il nome della stella è Assenzio; e un terzo delle acque diventò assenzio. Molti uomini morirono a causa di quelle acque, perché erano diventate amare. Quando il quarto angelo
sonò la tromba, fu colpito un terzo del sole, della luna
e delle stelle: un terzo della loro luce si spense e il chiarore del giorno, come quello della notte, diminuì di un terzo.
Guardai, e udii un'aquila che volava in mezzo al cielo e diceva a gran voce: «Guai, guai, guai agli abitanti della terra, a causa degli altri suoni di tromba che tre angeli stanno per
sonare!»
(Apoc. 8, 10-13)

Poi il quinto angelo sonò la tromba e io vidi un astro che era caduto dal cielo sulla terra; e a lui fu data la chiave del pozzo dell'abisso.
Egli aprì il pozzo dell'abisso e ne salì un fumo, come quello di una grande fornace; il sole e l'aria furono oscurati dal fumo del pozzo.
Dal fumo uscirono sulla terra delle cavallette a cui fu dato un potere simile a quello degli scorpioni della terra.
E fu detto loro di non danneggiare l'erba della terra, né la verdura, né gli alberi, ma solo gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte.
Fu loro concesso, non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi con un dolore simile a quello prodotto dallo scorpione quando punge un uomo.
In quei giorni gli uomini cercheranno la morte ma non la troveranno; brameranno morire ma la morte fuggirà da loro.
L'aspetto delle cavallette era simile a cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano come delle corone d'oro e la loro faccia era come viso d'uomo.
Avevano dei capelli come capelli di donne e i loro denti erano come denti di leoni.
Il loro torace era simile a una corazza di ferro e il rumore delle loro ali era come quello di carri tirati da molti cavalli che corrono alla battaglia.
Avevano code e pungiglioni come quelli degli scorpioni, e nelle code stava il loro potere di danneggiare gli uomini per cinque mesi.
Il loro re era l'angelo dell'abisso il cui nome in ebraico è Abaddon e in greco Apollion.
(Apoc. 9, 1-11)
Poi il sesto angelo sonò la tromba e udii una voce dai quattro corni dell'altare d'oro che era davanti a Dio.
La voce diceva al sesto angelo che aveva la tromba: «Sciogli i quattro angeli che sono legati sul gran fiume Eufrate».
E furono sciolti i quattro angeli che erano stati preparati per quell'ora, quel giorno, quel mese e quell'anno, per uccidere la terza parte degli uomini.
Il numero dei soldati a cavallo era di duecento milioni e io udii il loro numero.
Ed ecco come mi apparvero nella visione i cavalli e quelli che li cavalcavano: avevano delle corazze color di fuoco, di giacinto e di zolfo; i cavalli avevano delle teste simili a quelle
dei leoni e dalle loro bocche usciva fuoco, fumo e zolfo.
Un terzo degli uomini fu ucciso da questi tre flagelli: dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalle bocche dei cavalli.
Il potere dei cavalli era nella loro bocca e nelle loro code; perché le loro code erano simili a serpenti e avevano delle teste, e con esse ferivano.
ll resto degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli, non si ravvidero dalle opere delle loro mani; non cessarono di adorare i demoni e gli idoli d'oro, d'argento, di rame, di
pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare.
Non si ravvidero neppure dai loro omicidi, né dalle loro magie, né dalla loro fornicazione, né dai loro furti.
(Apoc. 9, 13-21)

Poi vidi un altro angelo potente che scendeva dal cielo, avvolto in una nube; sopra
il suo capo vi era l'arcobaleno; la sua faccia era come il sole e i suoi piedi erano come
colonne di fuoco.
Egli aveva in mano un libretto aperto e posò il suo piede destro sul mare e il sinistro sulla terra; poi gridò a gran voce, come un leone ruggente; e quand'ebbe gridato, i sette tuoni
fecero udire le loro voci.
Quando i sette tuoni ebbero fatto udire le loro voci, io stavo per mettermi a scrivere, ma udii una voce dal cielo che mi disse: «Sigilla le cose che i sette tuoni hanno dette, non le
scrivere».
Allora l'angelo che avevo visto con un piede sul mare e un piede sulla terra, alzò la mano destra verso il cielo e giurò per colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il
cielo e le cose che sono in esso, e la terra e le cose che sono in essa, e il mare e le cose che sono in esso, dicendo che non ci sarebbe stato più indugio.
Ma nei giorni in cui si sarebbe udita la voce del settimo angelo, quando egli avrebbe sonato, si sarebbe compiuto il mistero di Dio, com'egli ha annunziato ai suoi servi,
i profeti.
(Apoc. 10, 1-7)

Potrebbero piacerti anche