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Ettore, principe di Troia, aveva ucciso Patroclo che era cugino, se non che
migliore amico di Achille, il quale aveva deciso di ritirarsi dalla guerra a causa
dei conflitti con Agamennone e dare le armi a suo cugino Patroclo.
Uccidendo Patroclo, Ettore aveva fatto un patto col destino, sapeva che lui
avrebbe dovuto affrontare Achille, che quando seppe dell’uccisione di
Patroclo decise di tornare in guerra e vendicarsi.
Quando Achille trova Ettore fuori dalle mura di Troia decise di fargliela
pagare, ma Ettore, preso dal panico, inizia a scappare attorno alle mura della
città. I due compirono tre giri interi delle mura della città, poi però ci fu un altro
segno di intervento divino che cambiò le cose, Athena, dea schierata dalla
parte dei Greci decise di intervenire e fermare Ettore: lei prese le sembianze
del fratello di Ettore e gli consigliò di combattere. Ettore allora si ferma e
decide di affrontare Achille, lui appena i due si scontrano, chiede ad Achille di
restituire il suo corpo alla famiglia nel caso fosse morto, ma Achille gli dice di
no e con molta abilità lo colpisce. Quando è moribondo Ettore, continua a
pregare Achille di restituire il suo corpo e dice al Pelide che anche lui avrebbe
avuto vita breve, queste erano appunto le profezie dei moribondi che nell’
Iliade giocavano un ruolo molto importante.
E l’Eterno disse a Noè: ‘Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, poiché
t’ho veduto giusto nel mio cospetto, in questa generazione.
3 e parimente degli uccelli dei cieli prendine sette paia, maschio e femmina,
per conservarne in vita la razza sulla faccia di tutta la terra;
4 poiché di qui a sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e
quaranta notti, e sterminerò di sulla faccia della terra tutti gli esseri viventi
che ho fatto’.
6 Noè era in età di seicent’anni, quando il diluvio delle acque inondò la terra.
7 E Noè, coi suoi figliuoli, con la sua moglie e con le mogli de’ suoi figliuoli,
entrò nell’arca per scampare dalle acque del diluvio.
8 Degli animali puri e degli animali impuri, degli uccelli e di tutto quello che
striscia sulla terra,
9 vennero delle coppie, maschio e femmina, a Noè nell’arca, come Dio avea
comandato a Noè.
10 E, al termine dei sette giorni, avvenne che le acque del diluvio furono sulla
terra.
13 In quello stesso giorno, Noè, Sem, Cam e Jafet, figliuoli di Noè, la moglie
di Noè e le tre mogli dei suoi figliuoli con loro, entrarono nell’arca:
14 essi, e tutti gli animali secondo le loro specie, e tutto il bestiame secondo
le sue specie, e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo le loro specie,
e tutti gli uccelli secondo le loro specie, tutti gli uccelletti, tutto quel che
porta ali.
15 D’ogni carne in cui è alito di vita venne una coppia a Noè nell’arca:
21 E perì ogni carne che si moveva sulla terra: uccelli, bestiame, animali
salvatici, rettili d’ogni sorta striscianti sulla terra, e tutti gli uomini.
Le piaghe d'Egitto sono le punizioni che, secondo la Bibbia, Dio inflisse agli
Egizi affinché Mosè potesse liberare gli Israeliti dal paese dello
schiavismo.Nel libro dell'Esodo si racconta l'uscita degli Ebrei dall'impero
d'Egitto sotto la guida di Mosè. Uno degli episodi più importanti di questo libro
è proprio l'invio delle 10 piaghe, o punizioni divine, contro il popolo egizio.
L'espressione «piaghe d'Egitto», benché di uso comune, non è però precisa,
in quanto il testo biblico applica il termine «piaga» solo alla decima mentre le
prime nove sono dette «prodigi» o «segni».[1] Questi dieci episodi derivano
dalla fusione redazionale di tradizioni più antiche ed erano inizialmente non
un decalogo, come presentato nella redazione finale del Libro dell'Esodo[2],
ma "liste, peraltro divergenti, di 7 od 8 piaghe"[Nota 1] e, come aggiungono gli
esegeti della École biblique et archéologique française (i curatori della Bibbia
di Gerusalemme)[Nota 2], tale narrazione "è una composizione letteraria; essa
ha subìto un processo articolato di crescita nel quale una buona parte del
testo appartiene a redazioni tardive [...] probabilmente la tradizione jahvista
interviene in quattro piaghe (prima, seconda, quarta e quinta), ma una buona
parte del racconto attuale è stato aggiunto, come sono state aggiunte anche
le piaghe".[3]
La redazione finale del decalogo riporta:
1. Tramutazione dell'acqua in sangue
2. Invasione di rane dai corsi d'acqua
3. Invasione di zanzare
4. Invasione di mosche
5. Morte del bestiame
6. Ulcere su animali e umani
7. Pioggia di fuoco e ghiaccio (Grandine)
8. Invasione di cavallette/locuste
9. Tenebre
10. Morte dei primogeniti maschi
Gli scopi delle dieci piaghe sono due: convincere il faraone a lasciar andare
gli ebrei e dimostrare la presenza di Dio agli ebrei e ai non-ebrei, come
chiaramente dichiarato in questo passo in cui Dio si rivolge a Mosè:
siddharta
Siddharta di Hermann Hesse, opera storicamente rilevante nella letteratura
mondiale del Novecento, è un romanzo che parla della ricerca di qualcosa
che sembra essere fuori, ma alla fine alberga dentro di noi.