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Testo tratto da: Publio Ovidio Nasone, Metamorfosi, a cura di Bernardini Marzolla P., Einaudi,
Torino 1994, pp. 19-25
con tutto quel fuoco, e che bruciasse il lungo asse del mondo.
quando vide che di tante migliaia d'uomini che c’erano poco prima
e, dispersi i nembi con Aquilone, rimostrò al cielo la terra, e alla terra il cielo.
Cessò anche la furia del mare. Deposta la sua arma a tre punte,
E ancora non possiamo stare del tutto tranquilli per la nostra vita.
non ancora limpida, ma che già filava nel suo letto usuale.
Rimasero per lungo tempo ammutoliti dallo stupore. Poi Pirra ruppe
le pietre, che stanno nel corpo della terra: sono queste che