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327-332)
Oh Venere nutrice, progenitrice degli Eneadi, piacere degli uomini e degli Dei, che affolli il mare carico di
navi e (affolli) le terre produttrici di frutti sotto gli astri vaganti del cielo,
poiché grazie a te ogni specie e genere animati (la specie di ogni cosa animata) è concepita e vede la luce
del sole:
oh Dea, i venti evitano te, le nubi del cielo (evitano) te e il tuo arrivo, la terra industriosa fa spuntare per
te dolci fiori e le distese del mare sorridono per te e il cielo sereno brilla di luce luminosa.
Infatti non appena il volto del giorno primaverile si rivela e il vento fecondatore dello Zefiro prende vigore
dopo essere stato liberato,
dapprima gli uccelli aerei annunciano te e il tuo arrivo, oh Dea, percossi dalla tua forza nel cuore.
Poi le bestie feroci e gli animali allevati dall’uomo saltellano in continuazione verso pascoli fecondi e
attraversano a nuoto i fiumi vorticosi.
Così (ogni creatura) conquistata dalla tua grazia segue te bramosamente dove tu intendi condurre
ciascuna.
Perciò per mari, per monti, per fiumi vorticosi e (per le dimore degli uccelli lett.) per gli alberi e per campi
verdeggianti, incutendo a tutti nel petto un blando amore fai che bramosamente le generazioni si
trasmettano specie per specie.
Poiché tu sola governi la natura e poiché senza di te nulla nasce sulle rive divine della luce né accade nulla
di lieto e amabile(senza te),
io desidero che te mi sia alleata nello scrivere i versi, i quali io tento di comporre sulla natura per il nostro
Memmio (discendente della stirpe dei Memmi), che tu, oh Dea, hai voluto che eccellesse ornato di tutte le
cose (virtù) in ogni tempo.
Oh Dea, concedi una tanto più eterna grazie (fascino) alle mie parole.
Fai in modo che nel frattempo le terribili azioni della guerra per i mari e per tutte le terre riposino sopite.
Infatti tu sola puoi giovare agli uomini con una pace tranquilla poiché Marte, signore delle armi, governa le
feroci azioni della guerra, il quale spesso si getta tra le tue braccia (nel tuo grembo) vinto dall’eterna
ferita dell’amore e così guardandoti con il collo ben tornito ripiegato all’indietro alimenta i suoi sguardi
avidi anelando verso di te, Oh Dea, e dal tuo volto pende il respiro (di lui) sdraiato.
Tu, Oh Dea, circondando questo sdraiato con il tuo corpo divino, effondi dolci parole dalla bocca chiedendo ,
gloriosa, una pace tranquilla per i romani.
Infatti né noi possiamo (io posso) portare a termine questo (il poema) in un periodo avverso alla patria
con animo sereno né l’illustra Discendenza di Memmio può in tali situazioni venire meno alla comune
salvezza.
Io temo questo in queste cose, che tu (Memmio/lettore) per caso pensi di essere iniziato ai principi di una
dottrina empia e che ti introduca in una via malvagia.
Al contrario anzi più spesso quella religione (ufficiale) ha generato azioni scellerate ed empie.
In questo modo in Aulide i capi scelti dei Danai, fior fiore degli eroi, macchiarono l’altare della vergina
Trivia con il sangue di Ifianassa ( Ifigenia) vergognosamente.
Non appena la benda che avvolgeva l’acconciatura virginale fu sciolta da entrambe le guance in modo
simmetrico,
e non appena si accorse che il padre stava triste davanti agli altari e che i servi nascondevano vicino a
questo la spada e che i soldati versavano lacrime alla sua vista,
ammutolita per la paura si lasciava cadere a terra piegata sulle ginocchia.
Né a lei misera poteva giovare in tale circostanza il fatto che aveva donato per prima il nome di padre al
re ( Agamennone).
Infatti sollevata dagli uomini e tremolante fu portata agli altari non affinché potesse essere accompagnata
dal Famoso Imeneo dopo che è stata portata a termine la solenne abitudine dei sacrifici
ma affinché fosse dato alla flotta una partenza felice e favorevole, in questo stesso momento del
matrimonio cadesse come triste vittima a causa del sacrificio del (dal) padre.
La religione poté convincere a tanti mali.