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I, vv 1-20 )
Madre degli Eneadi, piacere di uomini e dei, alma Venere, che, sotto le
stelle del cielo che scivolano, riempi della tua presenza il mare solcato
dalle navi e le terre ricche di frutti, poich per mezzo tuo ogni specie di
esseri viventi viene concepita e, una volta nata, vede i raggi del sole - te,
o dea, te fuggono i venti, te le nubi del cielo, e davanti al tuo arrivo,
sotto di te la terra buona artefice fa spuntare i fiori teneri, per te
sorridono le distese del mare ed il cielo rasserenato brilla di luce diffusa.
Infatti, non appena si dischiusa la vista di un giorno primaverile, e,
liberato, prende forza l'aria vivificante di Favonio, per prima cosa gli
uccelli dell'aria annunciano te, o dea, ed il tuo arrivo, colpiti nei cuori
dalla tua forza. Quindi belve e greggi balzano sui pascoli fecondi ed
attraversano i fiumi che scorrono impetuosi: cos, catturato dal fascino,
ogni animale ti segue con desiderio dove tu continui a condurre
ciascuno. Infine, instillando a tutti nei petti un dolce amore, per mari,
monti, fiumi impetuosi e frondosi nidi di uccelli e campi verdeggianti, fai
in modo che, stirpe per stirpe, con desiderio essi continuino le
generazioni.
E perch tu sei la sola a governare la natura, e senza di te nulla sorge
alle spiagge divine della luce, nulla avviene di lieto ed amabile, desidero
averti come compagna per scrivere i miei versi, che tento di comporre
sulla natura, per il nostro figlio di Memmio, che tu, o dea, sempre hai
voluto che eccellesse, ricoperto di ogni pregio: tanto pi concedi fascino
eterno ai miei detti. Fa in modo che, nel frattempo, le feroci opere della
guerra per tutti i mari e le terre in quiete riposino. Infatti tu sola puoi
giovare ai mortali con una pace serena, poich Marte possente in armi
governa le crudeli azioni della guerra, lui che spesso si abbandona sul
tuo grembo, colpito dalleterna ferita damore, e cos guardandoti,
reclinato il collo ben tornito sazia damore, guardando fisso verso di te,
gli sguardi desiderosi, e alla tua bocca sospeso il respiro ( di Marte )
supino.
Tu, o dea, volta su di lui che giace sul tuo corpo sacro, effondi dalla tua
bocca dolci parole, chiedendo, o gloriosa, la pace serena per i Romani!
Infatti, io non posso comporre questopera in serenit in unepoca di