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Lingua Latina
Università degli Studi di Napoli Federico II
27 pag.
Non si innalzano le torri iniziate, la gioventù non si esercita nelle armi o(ve)
preparano(parant) i porti o fortificazioni(propugnacula) sicure(tuta) alla guerra (/per la guerra):
le opere che sono interrotte(opera interrupta) restano sospese(pendent), sia i grandi(ingentes) merli(minae*^)
delle mura sia i macchinari spianati al cielo.
Non appena(simul) si accorge dunque(ac) che la quale era afflitta(quam teneri) da un simile male(tali peste)
la cara moglie di Giove, e che nemmeno la fama si opponeva(obstare) alla passione,
la Saturnia aggredisce Venere con tali parole:
“Una gloria davvero straordinaria, e grandi bottini(ampla spolia) riportate(refertis)
tu e tuo figlio; grande e memorabile gloria(nomen),
se una sola(una) femmina è stata vinta dall'inganno di due dei(divom duorum).
Non mi inganna certamente che tu preoccupata(veritam te) (delle) nostre mura, [Né mi sfugge che tu temendo le nostre mura]
avessi avuto sospette le case dell'alta Cartagine.
Ma quale sarà il termine? O fino a che punto(quo; /dove) ora con una così grande contesa?
Perchè non (quin) piuttosto(potius) stringiamo(exercemus) una pace eterna e patti matrimoniali?
Hai tutte le cose(tota) che nella mente hai desiderato;
Didone arde amando, e la passione ha assorbito
Dunque questo popolo affabile(hunc populum communem) e con pari autorità(auspiciis) governiamo:(congiuntivo presente)
sia lecito essere sottomessa(servire) ad un marito Frigio,
e affidare(permittere) alla tua destra i Tiri dotali(/i Cartaginesi come dote).
Là(olli) – infatti si accorse poiché aveva parlato(locutam) con mente ingannevole,
perchè(quo) il regno d'Italia volgesse verso le coste libiche –
così in risposta(contra) Venere inziò (a parlare): “Chi pazzo tali cose(talia)
negherebbe? O preferirebbe(malit) combattere in guerra con te?
Se solo(si modo), quella che racconti(memoras), la sorte(fortuna) concedesse(sequatur) l'impresa.
voglia(velit) che ci sia una sola città(unam urbem) per i Tirii e per chi salpa(profectis) da Troia,
o(ve) che si approvi(probet) che i popoli siano mescolati, o che siano stretti i patti.
egli stesso [Apollo] cammina sui gioghi del Cinto, e stringe(premit) la chioma fluente(crinem fluentem)
ornandola(fingens) con una tenera fronda(molli fronde), e l'intreccia con l'oro;
le frecce(tela) risuonano sulle spalle: per niente più debole(segnior) di lui procedeva(ibat)
Enea: così tanta dignità risplende(enitet) nel nobile volto.
Dopo l'arrivo(ventum) sugli alti monti e alle impervie tane(invia lustra),
ecco le capre selvatiche allontanate(caprae ferae deiectae) dalla sommità della roccia
corsero giù(decurrere) dalle cime(iugis): dall'altra parte
attaversano di corsa(cursu) i campi aperti(/che si aprono; patentes campos) e i branchi di cervi(agmina cervi)
si mescolano(glomerant) in una faticosa fuga(pulverulenta fuga), e lasciano i monti.
E il fanciullo Ascanio in mezzo alle valli(in mediis vallibus)
gode del cavallo focoso(equo acri); e ora(iam) quelli ora questi supera di corsa;
e spera(optat) con preghiere(votis) che si mostri(dari) uno spumante cinghiale(spumantem aprum)
tra le bestie innocue(inter pecora inertia) o che un fulvo leone discenda(descendere) dal monte.
Nel frattempo(interea) il cielo inizia(incipit) ad essere scosso(misceri) da un grande boato(magno murmure):
segue(insequitur) una tempesta(nimbus) con grandine unita;
e i compagni Tiri(/Cartaginesi) e la gioventù troiana
e il nipote dardanide(/troiano) di Venere alla rinfusa(passim) ricercano(petiere)
per i campi ripari divisi(tecta diversa) per la paura(metu): i fiumi precipitano(ruunt) dai monti.
“oh nato della dea, ((come)) puoi condurre sonni sotto questa circostanza?
E quindi(deinde) non vedi(cernis) quali pericoli ti circondano,
oh folle? Ne senti spirare gli Zefiri favorevoli?
Ella nel cuore(in pectore) medita(versat) inganni e un terribile delitto(dirum nefas),
decisa a morire, ribolle per il valubile turbamento(vario aestu) delle ire. [solleva varie tempeste d’ira]
Non fuggi veloce(praeceps) da qui(hinc), finchè ((hai)) la possibilità(potestas) di accellerare(/fuggire)?
Ormai vedrai(videbis) il mare essere turbato(turbari) dalle navi(trabibus;/alberi) e
e le fiaccole crudeli(fax saevas) spelendere, ormai i lidi bruciare nelle fiamme,
se l'Aurora ti avrà toccato mentre indugi(morantem; indugiante) su queste terre(his terris).
Orsù(Eia) vai(age), rompi gli indugi: la donna sempre ((è)) ((un essere)) vario e mutevole.”
Detto quindi, si confuse alla notte scura.
Allora Enea, sinceramente(vero) atterrito dall'apparizione improvvisa
strappa il corpo dal onno e incita i compani.
“svegliatevi veloci, oh uomini, e sedetevi ai banchi25,
sciogliete rapidi le vele. Un dio mandato(deus missus) dall'alto etere
ad affrettare la fuga e a tagliare le funi ritorte
ecco di nuovo sollecita(stimulat). Ti seguiamo, oh santo degli(tra gli) dei,
chiunque sei(/tu sia), e obbediamo(paremus) esultanti al comando di nuovo.
Che tu assista(adsis), oh placido, e che tu aiuti, e che stelle favorevoli(sidera dextra) nel cielo
tu porti.” Disse; e la spada fulminea(ensem fulmineum) dal fodero(vagina) estrae,
e dopo aver impugnato il ferro(stricto ferro) colpisce gli ormeggi.
Un medesimo ardore(idem ardor) simultaneamente(simul) possiede tutti, e si affrettano e corrono:
lasciarono i lidi. L'acqua scopare sotto le navi.