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Il gladio
“I Romani, usando le loro spade diritte non di taglio
ma di punta – nella posizione cioè nella quale riuscivano
particolarmente efficaci – colpivano i nemici
al petto ed al volto”
di Fabio Massari
xxxxx
Q uesta la migliore descrizione dell’uso del
gladio che Polibio offre ai lettori delle “Sto-
rie” [II,32] . Lo Storico greco, nella descri-
zione dell’organizzazione militare presso i
Il periodo Repubblicano
Le origini del “gladius hispaniensis” sem-
brano ricondurre alla semplice locazione
geografica nella quale i Romani incontraro-
Romani [VI,23], ci dice inoltre che “gli asta- no per la prima volta una tale arma. Ma co-
ti sono armati di una spada che portano al sa di essa impressionò gli stessi a tal pun-
fianco destro e che chiamano iberica. Essa to da adottarla per i legionari è tutt’oggi sot-
Nella foto in alto a destra: è molto bene affilata e i fendenti sono ter- to la lente dei ricercatori. Seppure è chiara-
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx ribili perché da entrambi i lati la lama è re- mente riconosciuto un elemento di novità
sistente e solida”. nel sofisticato metodo di costruzione del
In sintesi, il soldato romano può servirsi gladio, non bisogna dimenticare che nella
della spada sia di punta che di taglio [ibi- Suda è chiaramente indicato che i Romani
dem, XVIII,30]. copiarono la particolare forma della spada,
Accompagnati dalle parole di Polibio trac- del tutto nuova rispetto a quel-
ceremo un percorso storico che dal “gla- la celtica o greca. Ciò che co-
dius hispaniensis” ci condurrà alla lunga munque appare chiaro ed in-
“spatha” del IV-V sec. d.c. controvertibile è l’adozione di
Con questo numero della rivista iniziamo a tale arma in conseguenza di un
descrivere il gladio sotto il profilo tecnico, mutamento tattico del combat-
ovvero le sue origini, i materiali utilizzati e timento corpo a corpo. Viene
le principali tipologie di lama, prendendo in dunque abbandonato il model-
considerazione il periodo tra la seconda lo del “duello individuale”, ba-
guerra punica ed il principato di Augusto, sato sull’utilizzo della lama lun-
rinviando al un successivo numero l’anali- ga con fendenti di taglio a favo-
si delle caratteristiche “artistiche” ed orna- re di un modello che predilige
mentali. la manovra di unità compatte
Occorre premettere che sotto il profilo ter- formate da più lame che opera-
minologico, contrariamente a quanto diffu- no di concerto.
samente conosciuto, il termine gladius è Un unico esemplare ben con-
usato dai Romani in via generica per indi- servato di gladio ispanico è sta-
care una spada, una lama, comunque un’ar- to rinvenuto presso l’isola di
ma da offesa in dotazione all’esercito. Sot- Delo, in Grecia, dove nel 69 a.c.
to il profilo delle dimensioni è opportuno furono sgominati i pirati che in-
sottolineare che il gladio, a dispetto dell’es- festavano il mediterraneo. L’e-
sere indicato quale arma “corta”, la cui la- semplare, di lunghezza com-
ma varia tra i 64 e 70 cm in media, era ma- plessiva di 76 cm e larghezza
neggiato da legionari la cui statura media di 5,7 com, presenta tracce del
sappiamo essere stata non elevatissima. fodero di cuoio e degli anelli di
Dunque seppure le dimensioni assolute nel sospensione. Del pomello del-
panorama europeo non erano di rilievo, le l’impugnatura rimangono 7 ri-
sue dimensioni relative erano di fatto note- vetti, probabilmente ornamen-
voli, al pari dell’abilità di coloro che lo ma- tali, molto simili alle rappresen-
neggiavano! tazioni iconografiche delle
tombe di alcuni
Siti di interesse:
si rimanda all’ormai noto
http://www.romancoins.info/Militar yEquip-
ment-Attack.html
http://www.historicalweapons.com/swordsca-
re.html
http://www.celtiberia.net/articulo.asp?id=1021
Il pugio o daga
Il pugio o daga, non ha mai rappresen- dero, attaccati con chiodi lungo i lati
tato per il legionario romano, un’arma, dello stesso e ribattuti.
poiché lo stesso era gia fornito di una Il sistema di sospensione era lo stesso
corta spada, il gladio, a doppio filo. del gladio. Mentre il gladio era porta-
Erano, piuttosto, quelle po- to appeso sul fianco destro,
polazioni che utilizzavano il pugnale era appeso ad un
lunghe spade ad un solo filo, autonomo sospensorio in- tologica e in un altro la scritta della le-
come i germani, a trovare crociato, sul lato sinistro gione di appartenenza del proprietario
utile, nel combattimento (ma in epoca più antica la (LEG XXII PRIMI). Lavori ad intarsio di
ravvicinato, una lama più cintura era unica. Verrà ottone e di niello (i solchi di incisioni
corta. raddoppiata successiva- su lamine d’oro e d’argento, venivano
Il “pugio” è un’arma di deri- mente, in epoca augustea, riempiti con speciali amalgame) provo-
vazione celtiberica, adotta- per equilibrare i pesi sui cavano un piacevole contrasto con il
to solo in tarda epoca e pro- fianchi). La posizione del colore dell’acciaio della lama. Pregia-
babilmente solo fino al III pugnale non è casuale, co- ti lavori di smaltatura producevano ef-
sec. d.C.. Non abbiamo, in- me nulla nell’organizzatis- fetti di contrasto cromatico straordi-
fatti, prove che nel corso del simo esercito romano. In nari. Un lavoro di tale raffinatezza da
IV secolo la daga fosse anco- una formazione serrata, i suffragare l’ipotesi che la daga non
ra in uso. Era adottato indif- legionari, ammassati gli uni avesse un uso bellico.
ferentemente dai legionari e agli altri, in un corpo a cor- Quindi, probabilmente veniva utilizza-
dagli ausiliari. po ravvicinato, impediti nei to in combattimento sporadicamente,
La daga nel corso dei secoli movimenti dallo scudo, po- e forse, solo in epoca più tarda, quan-
ha subito pochissime modifi- teva avere difficoltà nell’e- do con l’avvento della “spatha” si ren-
che tanto che esistono alcu- strarre il gladio dalla de- derà necessario anche per il legionario
ne differenze tra i modelli stra. Ecco che la posizione l’utilizzo di un’arma da corpo a corpo.
più antichi e quelli successi- a destra della daga, per- La stessa forma del pugio, triangolare,
vi adottati fino al III secolo. metteva al legionario di ar- aiutava ad ampliare le ferite che veni-
Principalmente, i secondi marsi velocemente. vano inferte dai potenti colpi del legio-
hanno decorazioni migliori, più raffina- I romani consideravano la daga più uno nario.
te sul fodero e su entrambi i lati del- strumento di prestigio che una parte Non dobbiamo, però fare l’errore di
l’elsa e la lama più larga: quest’ultima del loro equipaggiamento di armi. A considerare la daga come un coltello
evolve da un modello dritto ad un mo- partire dalla fine del primo secolo il pu- da campeggio ben decorato, ed anche
dello a foglia con un incavo nella par- gnale, o meglio ancora, il suo fodero, se poteva essere usato per scopi non
te centrale a dividerla in due parti. Era sarà particolarmente ricco e decorato, propriamente militari, va sempre con-
lungo dai 20 ai 35 cm con una lama mol- tanto che va considerato una vera e siderata un’arma. Purtroppo non siamo
to sottile. propria opera d’arte. I legionari, e non in grado di rispondere al quesito del
Era costruito con una tecnica semplice solo gli ufficiali, erano orgogliosi del lo- perché i legionari avessero questa da-
ma efficace. Aveva un’anima in acciaio ro aspetto e pronti a ga larga, oltre la corta
e che comprendeva lama e impugnatu- spendere forti somme spada, ne come questa
ra, due guance di corno applicate sui per migliorare l’estetica fosse utilizzata: le fon-
due lati dell’impugnatura e successiva- del loro equipaggiamen- ti non ci vengono in soc-
mente sagomate. Una sottile lamina era to. Basta notare che nei corso. Certamente in
applicata tramite rivettatura sull’im- vari bassorilievi funebri, molte occasioni risulta-
pugnatura. è quasi sempre presente. va più maneggevole del
Il manico che ricopriva la parte supe- Tranne rare eccezioni, i giavellotto o della spa-
riore della lama, era costituito da due disegni rappresentati da i quali richiedevano
parti metalliche piatte unite da rivet- erano figure geometri- spazio per essere ma-
tature. Normalmente era di metallo, che, tanto da produrre le neggiati. Ma probabil-
talvolta di avorio o osso. più fini e delicate trame mente la daga rappre-
Il fodero, di legno ricoperto o di me- damascate e smaltate sentava l’ultima risorsa
tallo (una unica placca ripiegata), ave- del periodo. In un caso di difesa del legionario.
va quattro anelli per sospendere il fo- troviamo una scena mi-