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La Scheda di Lettura delle narrative è stata creata appositamente per un lavoro di ricerca (Mittino,
Lasorsa, 2009) ed è nata dal desiderio di proporre uno strumento volto ad analizzare i testi narrativi,
evidenziando gli elementi utili a delineare i Modelli Operativi Interni (Bowlby, 1969, 1973, 1980).
La costruzione e la stesura di tale scheda è avvenuta dopo una riflessione teorica (cfr. bibliografia)
e una prima lettura del campione completo delle narrative in nostro possesso (277)2, dalla quale si
sono così evidenziate alcune aree di indagine che a parere nostro risultavano di particolare
importanza: Protagonista del Racconto, Contenuto e Funzionamento Mentale.3 All’interno di
queste sono state poi individuate alcune variabili da rintracciare nel testo dei racconti (cfr. fig. 1).
Protagonista Racconto:
Sé, Altro, Sé-Altro
Narrative Contenuto:
Episodio Peggiore
Relazioni, Temi, Emozioni
Episodio Migliore
Funzionamento
Mentale:
Adeguatezza e qualità Emozioni,
Adeguatezza Contenuto
Figura .1
L’area Protagonista Racconto ha come fine quello di comprendere e definire sia il ruolo attivo o
passivo giocato dal soggetto e oggetto, sia il riferimento alle emozioni che i bambini verbalizzano, e
prevede tre livelli mutualmente escludentesi: Sé, Altro e Sé-Altro.
1
Dipartimento di Psicologi, Università degli Studi di Torino.
2
Le narrative consistevano nell’Episodio Peggiore e Migliore raccontato da bambini di età compresa tra gli 8 e i 12
anni, provenienti dalle scuole e dai Servizi Sanitari Territoriali (questi ultimi presentavano patologie varie).
3
Nella prima stesura era presente anche un’area che faceva riferimento alle connotazioni spazio-temporali del racconto;
abbiamo scelto di lasciarla comunque indicata nella Scheda di Lettura presentata più avanti.
1
per le Narrative – Mittino, Lasorsa, Albasi
Per quanto concerne il Contenuto è stata pensata una sottoarea dedicata alle Relazioni, nella quale si
fa riferimento a quattro livelli mutualmente escludentesi:
“Si quando i miei genitori dovevano andare a fare la spesa e mi hanno lasciato a
casa da sola però dopo un po’, mi sentivo triste perché non ritornavano più,
erano già da un’ oretta.”
“Ehm…. la cosa più brutta che mi è successa è quando miei genitori sono andati
via per.. diciamo due settimane e mezzo e mi hanno lasciato da mia zia. Io lì ho
trovato molto dispiacere e comunque anche se ero con mia zia quando non ci
pensavo andava tutto bene, però quando pensavo a loro sempre provavo molto
dispiacere. Mi mettevo nel letto e pensavo ad altro.”
“Quando sono andata al mare da sola. Che ero col nonno e la nonna e mia
cugina. E i miei genitori erano a Torino. E allora a me mancavano. E nonostante
li chiamassi ogni sera mi mancavano tanto.”
“Ci sono dei giorni che bisticcio con mio fratello. Sono un po’ arrabbiata ma
anche un po’ triste e quando sono passati dieci quindici minuti gli andrei vicino e
gli direi di fare pace. Arrabbiata e perché mi fa arrabbiare lui allora mi sento
arrabbiata ma anche un po’ triste perché io gli voglio bene però mi arrabbio e,
certe volte bisticciamo per delle cose così e allora io mi metto da un angolo lui
si mette dall’altro allora andrei vicino e comincio a baciarlo.”
“Quando i miei genitori si sono lasciati. Dispiaciuta perché si sono lasciati e mio
papà ama un’ altra persona.”
2
– Mittino, Lasorsa, Albasi
“quando sono andato in centro una sera ho visto dei ragazzi che avevano una
siringa con la droga avevo paura che venissero da noi con il papà, mamma e
Luca mio fratello. Un po’ impaurito. Però mio papà è ripartito e gli ho detto di
non fermarsi”.
“A Natale, che..eravamo tutti riuniti. Mi è piaciuto quando siamo stai tutti riuniti
insieme. Sì, poi i nonni, gli zii. abbiamo fatto la cena di natale felicissimo!
Perché ho anche ricevuto dei bei regali.”
Vi è poi una sottoarea dedicata alle Emozioni, in cui si fa riferimento alla capacità del bambino di
verbalizzare le emozioni che possono essere relative a Sé, all’Altro oppure ad entrambi.
L’area del Contenuto si conclude con una sottoarea relativa ai Temi; in essa trovano spazio la Morte
e il Malessere fisico come unica variabile, e l’Immagine corporea, inteso come riferimento
all’immagine corporea del soggetto o dell’oggetto.4 Proponiamo alcuni esempi:
Morte/Malessere fisico:
“[…] Me lo ha raccontato mia madre, è morto mio padre per il cancro per il
fumo.”
“[…] La prima volta che sono andato in bicicletta e sono caduto e mi sono fatto
male. Mi sono sbucciato il ginocchio […].”
4
Questa variabile era stata pensata appositamente per i bambini obesi del campione clinico del nostro lavoro di ricerca
(Mittino, 2008); le analisi statistiche non hanno però evidenziato risultati statisticamente significativi relativamente a
questi dati in relazione a quelli degli altri strumenti inclusi nel disegno di ricerca.
3
– Mittino, Lasorsa, Albasi
“[…] Ero all’asilo che un bambino mi aveva spinto e ho battuto, mi era uscito
tanto sangue e mi ero spaventato.”
Immagine Corporea:
“[…] Mi prendono in giro. Perché sono grassa […].”
All’interno della parte dedicata al Funzionamento Mentale si trovano due sotto aree dedicate
all’Adeguatezza: la prima fa riferimento alle emozioni e la seconda al contenuto. Entrambe
misurano quanto ciò che viene raccontato, in un caso facendo riferimento alla verbalizzazione delle
emozioni e nell’altro all’episodio narrato, sia adeguato alla tipologia di racconto richiesto (episodio
peggiore o episodio migliore).
In questa area viene anche valutata la Qualità delle Emozioni, andando a discriminare se esse siano
positive o negative.
Per quanto riguarda la compilazione di questa scheda, è stata codificata la presenza nei protocolli
dei temi categorizzati nell’apposita griglia, sia per l’Episodio peggiore sia per l’Episodio migliore.
Va inoltre sottolineato come la brevità dei protocolli non sia stata considerata elemento di cernita
poiché un protocollo breve limitato all’esposizione di eventi, rappresenta comunque un correlato
della mancata consapevolezza soggettiva nel narrare e potrebbe essere correlato ad uno stile di
attaccamento.
4
– Mittino, Lasorsa, Albasi
5
– Mittino, Lasorsa, Albasi
7 Mancanza Emozioni
BIBLIOGRAFIA
• Albasi, C. (1997), Narrativo e psicoanalisi. Alcune riflessioni epistemologiche. Connessioni,
1, 96-111.
• Albasi, C. (2009), Psicopatologia e ragionamento clinico. Milano: Raffaello Cortina.
• Albasi, C., Brockmeir, J. (1997), La rottura della canonicità. In C. Gallo Barbisio, C.
Quaranta (a cura di), Trasformazioni e narrazioni. (155-163). Torino: Tirrenia Stampatori.
• Albasi C., Boetti A., Seganti A., Zuffranieri M., (2002), Processi dissociativi e molteplicità
del Sé nella tossicodipendenza. Studio dei modelli operativi interni in un campione di
tossicodipendenti dal punto di vista della psicoanalisi relazionale. In Abilitazione e
Riabilitazione, 1, pp. 30-66.
• Ammaniti M., Stern D.N., (a cura di), (1991), Rappresentazioni e narrazioni. Laterza,
Roma-Bari.
• Fonagy P., Target M., Attaccamento e funzione riflessiva. Tr. It. Raffaello Cortina, Milano
2001.
6
– Mittino, Lasorsa, Albasi
7
– Mittino, Lasorsa, Albasi
• Stern, D.N. (1985), Il mondo interpersonale del bambino. Torino: Bollati Boringhieri.