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Corso d i Social

Space and Urban


Design

Parte 1
Intoduzione a l
Capitale.
12 lezioni sul
primo libro

CdL Triennale
Urbanistica e
Pianificazione del
Territorio
A.A. 2020_2021

guido.borelli@iuav.it
Il modo di produzione capitalista
D - - - - - - - - - - - - - - - - -
= Denaro

FL
M = Merce
FL = Forza Lavoro
MP = Mezzi di Produzione
L = Lavoro
M’ = Merce lavorata
d = Profitto
t = tempo
s = spazio

D M L M’ D+ d

MP
t
8
LEZIONE 1
- - - - - - - - - - - - - - - - -
scambio
Me r c e e

9
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -

o c ie t à , n e l le
e z z a d e l le s
«La ric c h
d i p r o d u z ione
m in a i l m odo
quali d o
n ta c o m e u na
c o, s i
Mercep rees e
scambio
capital i s t i ; l a m er ce
a d i mer c i ”
a c c o l t
“enorme r ] com e l a s u a f orma
l a [ a p p a r e ce è
singo a lisi d e l l a m e r
t a r e . L ’a n e lla
elemen o d i p a r t e n z a d
il p u n t
quindi » ( p . 1 07).
a g i n e
nostra ind

10
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Harvey ci invita a prestare particolare
attenzione al linguaggio utilizzato da
Marx: «presentarsi» e «apparire» non
sono la stessa cosa di «essere».

La «forma elementare» della merce è


indifferente alla natura dei bisogni.
Per Marx è fondamentale l’atto
dell’«acquisto» della merce.

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx considera l’immensa varietà delle
merci da un unico punto di vista: il
loro VALORE D’USO.

o d e l l e m e rci si
d’us oè nel
«Il valore el l ’u s o , c i
e a l i z z a s o ltanto n ituiscono
r d ’u s o c o s t
alori
consumo. I v teriale della
ma
il contesto n q u e f o r m a sociale
qualu
ricchezza, e l la f o r ma della
a . N
essa rivest a l e c i d o bbiamo
la q u
società del s t i t u i s c o n o nello
ssi co ateriali
occupare, e p o s i t a r i m
o di de
stesso temp o » (p p . 1 08 - 109).
e l v a l o r e di scambi
d
12

LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Prestiamo ora attenzione al fatto che
le merci costituiscono il SUPPORTO
MATERIALE del valore di scambio.

Essere il «supporto materiale di


qualcosa» non coincide con l’«essere
qualcosa».

Il valore di scambio può essere la


FORMA FENOMENICA di un contenuto
distinguibile da esso.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Non posso scomporre la merce e trovare
l’elemento intorno ad essa che ne rende
possibile lo scambio. ciò che la rende
scambiabile deve essere qualcos’altro e
questo qualcosa può essere scoperto
SOLO QUANDO LA MERCE VIENE SCAMBIATA.

La materialità della merce non può


dirci nulla sulla sua commensurabilità

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Se si prescinde dal valore d’uso di una
merce, non resta che una proprietà per
le merci: quella di essere prodotta dal
lavoro.

d ’u s o , l e m erci sono
valori ferente;
«In quanto u a l i t à d i f
r i m a d i t u tto di q o , p o ssono
p c a m b i
q u a n t o v alori di s f f erente;
in n t i t à d i
di qua
essere solo en g o n o n e ppure un
cont
quindi non d ’u s o » (p p . 110).
lore
atomo di va
15
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò che le merci hanno in comune è
l’essere dei supporti materiali del
lavoro che le ha realizzate E IN ESSE SI
È OGGETTIVATO.
Quale tipo di lavoro si oggettiva nelle
merci?
Non può essere il tempo, altrimenti la
merce più pregiata sarebbe quella che
richiede processi produttivi più lunghi.

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -

«Consideriamo ora il
residuo dei
prodotti del lavoro.
Non ne è rimasto
che la stessa oggett
ività spettrale,
una pura e semplice
gelatina di
lavoro umano indiff
erenziato (…)
Oramai, queste cose
rappresentano
soltanto il fatto ch
e nella loro
produzione si è spes
a forza lavoro
umana; che vi è accu
mulato lavoro
umano» (p. 111).

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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È il valore di scambio che rende le
merci commensurabili. Tale valore è
nascosto nelle merci come una
«oggettività spettrale» e circola nel
processo di scambio.
«Con il carattere
utile dei prodott
del lavoro, svani i
sce anche il
carattere utile d
ei lavori in essi
rappresentati; sv
aniscono perciò
anche le diverse
forme concrete di
questi lavori; es
si non si
distinguono più,
ma sono ridotti
tutti insieme a l
avoro umano egua
lavoro astrattam le,
ente umano» (p. 11
1).
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Il lavoro che costituisce la sostanza
dei valori è LAVORO UMANO EGUALE,
dispendio della medesima forza lavoro
umana

o d e l l a s o cietà,
’in t e r a f o r za lavor d el mondo
«Qui l i v a l o r i
e s i r a p p r esenta ne sola e
ch c o m e u n a
, figura
delle merci u m a n a , b e nché sia
rza lavoro
medesima fo o l i f o r z e
p o s t a d a i nnumerev t e forze è
com a d i q u e s
i. Ognun ltre,
individual ana ident i c a a l l e a
l a v o r o u m e d i FORZA
forza a r a t t e r
a n t o p o ssiede il c
in q u
M E D I A » (p p . 112).
ALE
LAVORO SOCI
20

LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il concetto di «forza lavoro sociale
media» può essere inteso come INTERA FORZA
LAVORO DELLA SOCIETÀ che si rappresenta
nei valori del mondo dell merci. .
Si tratta di un concetto che rimanda
all’idea di mercato mondiale delle merci
(ciò che oggi noi indichiamo con il
termine GLOBALIZZAZIONE.
Non può essere il tempo, altrimenti la
merce più pregiata sarebbe quella che
richiede processi produttivi più lunghi.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Cosa vuole dire «socialmente necessario»?.
E come viene stabilito cosa è necessario e
da chi?

Marx ha sostenuto che alcuni valori sono


determinati da un processo che non
capiamo e che non è frutto di nostre
scelte consapevoli.

Bisogna quanalizzare il modo in cui tali


valori ci sono imposti.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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«In Inghilterra (…)
dopo l’introduzione
del telaio a vapore
bastò forse la metà
del lavoro di prima
per trasformare in
tessuto una data qu
antità di filo. In
realtà, per questa t
rasformazione, al
tessitore a mano ing
lese occorreva lo
stesso tempo che in
passato, ma adesso
il prodotto della su
a ora lavorativa
rappresentava solta
nto mezz’ora di
lavoro sociale» (p. 1
11).

Il valore è sensibile al progresso
tecnologico e al processo di produzione .
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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IL METODO D’ANALISI

a)  Marx analizza il concetto di merce e ne


stabilisce il carattere duplice: valore
d’uso e valore di scambio;
b)  il valore d’uso non ci dice molto sul
funzionamento del capitalismo, quindi
Marx si dedica allo studio del valore
di scambio;
c)  l’atto dello scambio presuppone che le
merci abbiano qualcosa in comune che
le rende commensurabili;
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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IL METODO D’ANALISI
d)  il carattere comune presente nelle
merci è relativo al fatto che tutte
sono il prodotto del lavoro umano;
e)  in quanto prodotti del lavoro umano, le
merci incorporano «valore»;
f)  il «valore» è il tempo di lavoro
socialmente necessario per produrre
una merce in condizioni determinate
g)  affinché il lavoro sia socialmente
necessario, qualcuno deve manifestare
una necessità. Rientra il valore d’uso. 25
LEZIONE 1 / Merce e scambio
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I valori, essendo immateriali, non possono
esistere senza un mezzo di
rappresentazione. È quindi il diffondersi
del sistema monetario e della forma
denaro stessa come mezzo tangibile di
espressione, che fa del valore (in quanto
tempo di lavoro socialmente necessario) il
regolatore delle relazioni di scambio.
La forma denaro tende sempre più a
esprimere il valore unicamente come
relazione di scambio di merci.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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L’avvento dello scambio monetario ha
fatto sì che il tempo di lavoro
socialmente necessario sia divenuto una
sorta di forza motrice nel modo di
produzione capitalistico; il valore come
tempo di lavoro socialmente necessario è
quindi una peculiarità storica del
capitalismo.
Il fenomeno del valore si ha solo in una
situazione in cui il mercato di scambio
gioca un ruolo da protagonista.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Il valore è immateriale ma oggettivo.
Ciò pone non pochi problemi alla logica
che lo ritiene effettivamente misurabile.
Cercare il valore di una merce guardando
semplicemente a essa è come voler scoprire
la gravità cercandola dentro a una pietra.
Il valore esiste solamente nelle relazioni
tra merci e può essere espresso solo nella
contraddittoria problematica forma della
merce denaro.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
IL FETICISMO DELLE MERCI
Per Marx la merce è piena di sottigliezze
metafisiche. «La forma merce e il r
apporto di valor
i prodotti dei la e tra
vori in cui essa
non hanno assolu si esprime,
tamente nulla a
con la loro natu che vedere
ra fisica e con i
materiali che ne rapporti
discendono: è sol
rapporto sociale o il
ben determinato e
tra gli uomini ch sistente
e qui assume ai l
la forma fantasm oro occhi
agorica di rappo
cose (…) Questo io rto tra le
chiamo feticismo
aderisce ai prodo che
tti del lavoro no
sono prodotti com n appena
e merci, e che qui
inseparabile dal ndi è
la produzione di
150). merci» (p.

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
I produttori entrano socialmente in
contatto solo mediante lo scambio dei
prodotti del loro lavoro, per cui essi
manifestano le caratteristiche
specificamente sociali dei loro lavori
privati solo nell’atto dello scambio.
Detto diversamente, i lavoratori non sanno
e possono sapere quale sia il valore della
propria merce fino a che non la ritrovano
disponibile sul mercato e quindi la
possono scambiare.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il risultato finale è che la nostra
relazione con l’altrui lavoro è travestita
da relazione tra le cose.
a s c r i t t o i n fronte
st
«Al valore non r e t r a s f orma ogni
v a l o
cos’è. Anzi, il i n u n g e roglifico
av o r o
prodotto del l , g l i u o m i n i cercano
ui t o
sociale. In seg o d e l l o r o p r odotto
’arcan
di penetrare l a d e t e r m i n azione
ch é l
sociale – giac o m e v alori è un
i d ’u s o c
degli oggett e » (p. 150).
ot t o s o c i a l
loro prod

Non possiamo vedere le condizioni sociali
(salario, orario e condizioni di lavoro) in
cui queste merci sono state prodotte . 37
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - z- - - - - - - - - - - - - -
«L’analisi dei pre
zi delle merci ha
condotto alla det
erminazione dell
grandezza di val a
ore, e soltanto
l’espressione com
une delle merci h
alla fissazione a condotto
del loro caratter
valore. Ma è appu e di
nto questa forma
pronta del mondo bell’e
delle merci – la f
denaro – che vela orma
materialmente il
carattere sociale
dei lavori privat
quindi i rapport i, e
i sociali tra lav
privati, invece d oratori
i disvelarli» (p. 1
54).
e n e r e c o s t i t u iscono
to g
«Forme di ques e g o r i e d e l l ’e c onomia
e cat
precisamente l f o r m e d i p ensiero
so n o
borghese. Esse , q u i n d i o g g ettive,
lid e
socialmente va o d u z i o n e propri di
di p r
per i rapporti d u z i o ne sociale
o d i p r o
questo mod a p r o d uzione di
d a t o: l
storicamente 38
i » (p . 1 5 0 ).
merc

LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Nei mercati mondiali sono all’opera delle
forze astratte che dominano la società. Si
tratta di una forma di feticismo che
impedisce di vedere e capire cosa
realmente accade nel processo di
produzione delle merci.

Si tratta di un processo che trasforma


tutte le relazioni sociali tra persone in
relazioni materiali tra persone e
relazioni sociali tra le cose.
40
LEZIONE 2
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il de nar o

41
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Da una parte il denaro opera come misura
del valore (…) così come il valore lo era
già del tempo di lavoro socialmente
necessario. In questo ruolo esso deve avere
delle qualità ben precise, come quella di
fornire un’accurata ed efficiente misura
del valore.

Dall’altro lato il denaro deve anche


agevolare la proliferazione degli scambi
nel modo più semplice possibile.
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LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx distingue il denaro in quanto:

1.  misura del valore;


2.  mezzo di circolazione.

I due concetti possono entrare in tensione


tra loro: si sviluppa allora una terza
possibilità per il denaro come:

3.  moneta di credito.

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LEZIONE 2 / Il denaro
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1. Il denaro come misura del valore
Il valore non è in sé materialmente
espresso ma necessita di una
rappresentazione per regolare gli scambi.
Il valore viene espresso (o, meglio, risiede)
nella relazione tra merce denaro come
«forma fenomenica» del valore e tutte le
merci che vengono scambiate con essa.

Il valore delle merci è inconoscibile in


assenza di tale forma fenomenica.
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LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
Quando produco una merce non conosco il
suo valore prima di averla scambiata sul
mercato.

Fino ad allora ne ho solo una vaga idea,


sulla base della quale appendo l’etichetta
del prezzo.

Sarà però il potenziale acquirente ad


avere l’ultima parola.
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LEZIONE 2 / Il denaro
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1. Il denaro come misura del valore
Una operazione successiva consiste nel
regolare i nomi monetari, organizzando il
sistema monetario «Poiché la
scala di misura d
e rendendolo è puramente conven el denaro
zionale, essa ha
bisogno di validi
stabile. Si tratta regolata per leg tà generale, viene
ge, suddividendo
di un compito ufficialmente un
a data parte di d
i
peso del metallo
svolto dagli d’oro, in parti al
nobile, p. es. un’o
iquote che ricevo
ncia
no
Stati centrali n o m i di battesimo lega
sterlina, tallero li, come lira
, ecc. (…) Così i p
e/o dalle unioni ossia le quantità
d’oro in cui sono
rezzi,
idealmente trasf
sovranazionali. merci, v
ormati i valori d
elle
engono ora espre
monetari della s ssi nei nomi
cala oro» (p. 182). 48

LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
Lo scambio è una transazione nella quale
il valore subisce un cambio di forma.

M-D-M
Ora tutti gli scambi sono mediati dal
denaro. Si noti la differenza rispetto alla
forma propria del baratto:

M-M 52
LEZIONE 2 / Il denaro
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2. Il denaro come mezzo di circolazione

M-D-M
A prima vista questa catena appare
simmetrica – e dunque equivalente.
In realtà ciò che si svolge in questo
passaggio è completamente asimmetrico.

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LEZIONE 2 / Il denaro
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2. Il denaro come mezzo di circolazione
La parte M-D dello scambio, la vendita,
implica il cambio di forma di una merce
specifica in un equivalente universale.
è dunque un movimento dal particolare
all’universale.

La trasformazione da M in D è complicata
dalle condizioni della domanda e
dell’offerta presenti su un dato mercato in
un dato momento.
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LEZIONE 2 / Il denaro
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2. Il denaro come mezzo di circolazione
La parte D-M dello scambio, l’acquisto,
comporta un movimento dall’universale al
particolare. NON è l’inverso di M-D.

Scambiare denaro in merce è più facile.


Se non trovate ciò che desiderate, potete
sempre acquistare qualcos’altro.

Nel processo di scambio il valore muta


dallo stato di merce in denaro, per poi
trasformarsi nuovamente in merce.
55
LEZIONE 2 / Il denaro
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2. Il denaro come mezzo di circolazione
Per Marx in questi passaggi vi è una
contradizione potenziale.
Non si tratta di quella tra il compratore e
il venditore (si tratta di ruoli che
mutano).

La contraddizione risiede nella


metamorfosi delle merci che sono in
partenza un valore di non-uso per il suo
venditore e, dopo l’acquisto, un valore d’uso
per il suo compratore.
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LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
Dov’è la contraddizione nella circolazione
delle merci?

Una merce acquistata, essendo un valore


d’uso per il suo consumatore, può «uscire
dalla circolazione».
Il denaro, invece, non può uscire dalla
circolazione, ma continua il proprio
movimento.

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LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
Marx si interessa allora all’analisi della
circolazione del denaro e individua tre
fattori:

1.  il movimento dei prezzi;


2.  la massa di merci circolanti;
3.  la velocità di circolazione del denaro.

La quantità di denaro necessaria per fare


circolare una data quantità di denaro è
funzione di questi tre fattori.
58
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito

«Con i primi svil


uppi della circol
merci, sorge la n azione delle
ecessità e la pas
conservare, immob sione di
ilizzandolo, il p
prima metamorfos rodotto della
i, la forma trasm
merce, la sua cri utata della
salide aurea. Si
per comprare mer vende merce non
ce, ma per sostitu
merce la forma de ire alla forma
naro. Da pura med
ricambio organic iazione del
o, questo cambiam
diventa fine in s ento di forma
é (…) Così il dena
pietrifica in tes ro si
oro, e il venditor
diventa tesauriz e di merci
zatore» (p. 217).

59
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
LA TESAURIZZAZIONE «Come valore d’us
o la merce soddis
un particolare b fa
isogno e
Perché le persone costituisce un pa
rticolare element
della ricchezza o
si comportano così? valore della mer
materiale. Ma il
ce misura il grad
Per Marx ciò della sua forza
di attrazione su
o
tutti gli element
avviene sia per ricchezza e, quin
i di questa
di, la ricchezza
l’attrazione per il sociale del suo p
occhi del semplic
ossessore. Agli
e possessore
potere indotta dal barbarico, il val
ore è inseparabil
dalla forma valo e
possesso di denaro, del tesoro aureo
re; l’accresciment
o
è incremento del
sia per necessità valore » (p. 217).

sociali.
60
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
L’impulso alla tesaurizzazione prefigura
un altro percorso di circolazione in cui i
passaggi M-D-M sono rovesciati:

D-M-D
L’accumulazione di denaro è fine a se
stessa. Il denaro è una merce che può
divenire proprietà privata di chiunque. La
potenza sociale diviene perciò potenza
privata della persona privata. 62
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Nello schema precedente (M-D-M), la questione
consisteva nelle attività private implicate
nella produzione dell’equivalente
universale.

Qui invece, Marx sta descrivendo il modo in


cui i singoli possono impadronirsi dell’equi-
valente universale per i propri scopi.
Iniziamo a capire come avviene la concentra-
zione del potere, sia privato, sia di classe,
della forma monetaria. 63
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Questo processo – secondo Marx – non porta
a risultati positivi.
«la società antic
a denuncia il
denaro come la m
oneta
dissolvente del s
uo ordine
economico e moral
e (…) La società
moderna (…) salu
ta nell’oro,
questo Santo Gra
al, la
scintillante inca
rnazione del
suo più intimo se
greto di
vita» (p. 220).

64
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito

È affascinante riflettere sulle


potenzialità illimitate dell’accumulazione
monetaria. C’è, infatti, un limite fisico
all’accumulazione di valori d’uso.

Questo spiega il carattere espansionistico


del capitalismo e il fenomeno che oggi
nominiamo «globalizzazione».

65
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito

Il denaro tesaurizzato costituisce una


riserva che può essere messa in
circolazione se c’è uno sbalzo o
un’irregolarità nella produzione di merce e
può essere ritirata quando la quantità di
denaro necessaria per la circolazione
diminuisce.

66
LEZIONE 2 / Il denaro
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3. Il denaro come moneta di credito
Il denaro può essere utilizzato anche come
mezzo di pagamento, creando una distanza
temporale tra lo scambio di merci e lo
scambio di denaro: la risoluzione
dell’affare avverrà in un secondo tempo,
con modalità fissate dalle parti
interessate allo scambio.
Le merci circolano sulla fiducia. La moneta
diventa moneta scritturale. Per fare
circolare la merce serve meno moneta.
67
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Il risultato è un nuovo tipo di relazione:
quella tra debitori e creditori che dà
luogo un diverso tipo di transazioni
economiche e una diversa dinamica sociale.

I ruoli di debitore e di creditore possono


cristallizzarsi, dando così origine a dei
rapporti di classe.

Il denaro è scambiato per avere altro


denaro: D-M-D
68
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
L’analisi di Marx ci fa capire i complessi
legami tra il valore e i modi in cui esso
viene rappresentato all’interno di un
sistema monetario.

Marx svela gli elementi fittizi e


immaginari presenti in quelle
rappresentazioni e nelle risultanti
contraddizioni, per mostrare come mai il
modo di produzione capitalistico non può
funzionare senza tali elementi.
70
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Marx sostiene che non possiamo abolire il
feticismo: siamo condannati a vivere in un
mondo capovolto fatto da relazioni
materiali tra persone e relazioni sociali
tra cose.

71
LEZIONE 3
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Dal c apita
le
alla forza lavo
ro
72
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Nello scambio tra beni equivalenti (D-M-D),
il processo ha senso solo se ne risulta un
incremento di denaro (D-M-D+ D).

Tale incremento sarà definito da Marx


plusvalore (surplus value).

Da dove viene questo plusvalore, visto che


i passaggi D-M e M-D descrivono uno scambio
tra equivalenti?
73
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per Marx il valore inizialmente anticipato
non solo si conserva nella circolazione, ma
modifica in essa la propria grandezza di
valore, le aggiunge un plusvalore, cioè si
valorizza.

Questo movimento lo trasforma in capitale.

74
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per Marx il capitale non è un’entità ma un
processo di circolazione di valori
«il processo D-M-D
deve il suo conte
differenza quali nuto non a una
tativa tra i suoi
infatti sono entr estremi che
ambi denaro, ma u
loro differenza q nicamente alla
uantitativa. Alla
alla circolazion fine, si sottrae
e più denaro di q
fosse immesso all uanto se ne
’inizio: il cotone
100 sterline, per acquistato per
esempio, è rivend
cioè 110 sterline uto a 100 + 10,
. La forma comple
processo è perciò ta di questo
D-M-D’, dove D’ = D
somma di denaro + D, cioè la
inizialmente ant
incremento. Quest icipata più un
o incremento (…)
plusvalore» (p. 242 io lo chiamo
).
75
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitale è «valore in movimento».

«il valore è il so
ggetto di un
processo in cui, m
utando
continuamente le
forme di denaro
e di merce, esso m
uta la sua
grandezza, e si s
tacca in quanto
plusvalore da sé
in quanto
valore originari
o; si
autovalorizza» (p
. 246).

77
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
A cosa è dovuta questa crescita (o questa
decrescita)?

La tendenza è quella di ritenere che ciò


sia insito nella natura del denaro.

Marx vuole capire cosa si nasconde dietro


a questo feticcio.

78
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitale «esce dalla circolazione, vi
rientra, vi si conserva, ne esce ingrandito
e riprende sempre daccapo il medesimo
ciclo». Il senso del fluire è palpabile: il
capitale è un processo.
Marx afferma che bisogna cercare una
risposta al problema dell’origine del
plusvalore all’interno di un modo di
produzione capitalistico perfezionato e
geograficamente chiuso.
80
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx si interessa a queste tematiche
(quelle dei mercati mondiali), quando si
dedica alla comprensione generale del
ruolo dello Stato, del commercio estero, del
colonialismo.

Il plusvalore non può avere origine dal


mercato di scambio, senza considerare le
condizioni storiche o geopolitiche.

81
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
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Gli individui possono imporsi gli uni sugli
altri, vendendo al disopra del valore. Un
singolo capitalista può avere la meglio su
un altro, ma in questo caso il guadagno di
uno corrisponde alla perdita dell’altro;
non c’è alcun plusvalore generale.
Bisogna invece trovare un modo nel quale
tutti i capitalisti creino plusvalore. La
stabilità economica è uno di quei fattori
che può garantire loro un tasso di profitto
costante e vantaggioso. 82
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Una volta che il capitale industriale sarà
divenuto dominante, esso avrà bisogno del
capitale mercantile per vendere il
prodotto, e di quello produttivo di
interesse per risolvere i problemi degli
investimenti a lungo termine in capitale
fisso. Per realizzare tutto ciò la forma
principale di circolazione del capitale
deve sottomettere sia il capitale
finanziario, sia quello mercantile ai
propri fini.
83
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Il cambiamento d
i valore del dena
trasformarsi in c ro che deve
apitale non può
stesso denaro, pe avvenire in ques
rché come mezzo d to
mezzo di pagamen ’a c q uisto e come
to, esso realizza
della merce che c soltanto il prezz
ompra o paga, men o
nella sua propri tre, persistendo
a forma, si irrig
pietrificazione d idisce in
i grandezza di v
(…) Per estrarre alore invariabil
valore dal consu e
nostro possessore m o d i una merce, il
di denaro deve av
scoprire, entro la ere la fortuna di
sfera di circolaz
una merce il cui ione, sul mercato
valore d’uso poss ,
peculiare propri i e de esso stesso la
età di essere fon
consumo reale fo te di valore; il c
sse quindi esso s ui
di lavoro e perci t e s so oggettivazione
ò creazione di va
possessore di den lore. E il
aro trova sul mer
specifica – la ca cato una merce
pacità lavorativ
(p. 260). a, o forza lavoro
»

84
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La forza lavoro consiste nelle capacità
fisiche e mentali dell’uomo che gli
permettono di «congelare» valore nelle
merci. Per essere essa stessa una merce, la
forza lavoro deve avere certe
caratteristiche.
Innanzitutto, affinché il suo possessore la
possa vendere come merce, egli deve poterne
disporre, quindi «essere libero proprietario
della sua capacità lavorativa, della sua
persona». 85
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il concetto del “libero” lavoratore diventa
cruciale.
Quest’ultimo non può cedere la propria
persona; tutto ciò che può vendere sono le
capacità fisiche e mentali con le quali
crea valore.

«Egli deve gestire queste capacità per


alienare (…) la sua forza lavoro» in modo
però che con tale alienazione «non rinunci
alla proprietà su di essa».
86
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
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Il capitalista non possiede il lavoratore,
ne possiede la capacità di lavorare e di
produrre valore.
«(la condizione p
erché) il
possessore di den
aro trovi la
forza lavoro già
pronta sul
mercato come merc
e, è che il suo
possessore anzic
hé vendere merci
in cui il suo lav
oro si è
oggettivato, debb
a offrire in
vendita come mer
ce la propria
forza lavoro, che
esiste soltanto
nella sua corpor
eità vivente» (p.
246).

87
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò significa che i lavoratori non hanno
la possibilità di lavorare per se stessi.

e r t r a s f or m a r e denaro in
«P
ssore del
capitale, il posse
d e v e t r o v a r e s u l mercato
denaro o r e libero;
c i i l l a v o r a t
delle mer
senso che
libero nel doppio
ona dispone
quale libera pers
a s u a f o r z a l a v oro come
dell parte,
m e r c e e , d ’a l t r a
propria v e ndere, è
l t r e m e r c i d a
non ha a
e s p o g l i o, l i b e r o da tutte le
nudo
er la
cose occorrenti p
l i zz a z i o n e d e l l a sua forza
rea
).
lavorativa» (p. 262
88

LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò significa che il lavoratore deve essere
già stato espropriato dei mezzi di
produzione.

Le popolazioni indigene e contadine sono


state espropriate dall’accesso ai mezzi di
produzione e proletarizzate.

89
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
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Marx assume che la proletarizzazione sia
sia avvenuta e che il funzionamento del
mercato del lavoro sia già un dato di fatto.
Ma: «La natura non produce da un lato possessori
di denaro o di merci e, dall’altro, puri e
semplici possessori delle proprie forze di
lavoro. Questo rapporto non appartiene alla
storia naturale, né tantomeno, è un rapporto
sociale comune a tutti i periodi storici: è
chiaramente esso stesso il risultato di uno
sviluppo storico antecedente, il prodotto di
tutta una serie di rivolgimenti economici, del
tramonto di una lunga catena di più antiche
formazioni della produzione sociale» (p. 262).

90
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
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La forza lavoro è una merce particolare: è
l’unica capace di creare valore.

Il lavoratore fa parte del ciclo M-D-M,


mentre il capitalista di quello D-M-D’. Il
lavoratore può dirsi soddisfatto dello
scambio di equivalenti, perché ciò che
concerne il ciclo M-D-M è il valore d’uso.

Il capitalista deve invece guadagnare


plusvalore dallo scambio di equivalenti.
91
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
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Cosa stabilisce il valore della forza lavoro
come merce?
«Il valore
della forz
quello di a lavoro, c
ogni altra ome
determinat merce, è
o dal temp
necessario o di lavor
alla produ o
anche alla zione», qui
riproduzio ndi
articolo s ne, di ques
pecifico (… to
necessario ) Il tempo
alla produ di lavoro
lavoro si zione dell
risolve qu a forza
lavoro nec i n d i nel temp
essario a o di
mezzi di s produrre q
ussistenza uesti
della forz . O v v ero, il val
a lavoro è ore
di sussist il valore
enza neces dei mezzi
conservazi sari alla
one del su
o possesso
re (p. 264).
92
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il valore della forza lavoro è fissato da
quello di tutte le merci necessarie a
riprodurre le condizioni vitali del
lavoratore.

Sommiamo il valore del pane, delle


magliette, delle scarpe e di tutte le cose
necessarie al lavoratore per vivere e
questo insieme di merci è ciò che determina
il valore della forza lavoro.

93
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
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«Il volume di cos
iddetti bisogni
necessari, così co
me il modo di
soddisfarli, è a s
ua volta un
prodotto della st
oria, quindi dipe
in larga misura nde
dal grado di civi
di un Paese, e, fr ltà
a l’altro,
essenzialmente d
alle condizioni i
cui, e dalle abitu n
dini ad esigenze
vita con cui, la c di
lasse dei
lavoratori liberi
si è venuta
formando. Contrar
iamente alle altr
merci, la determi e
nazione del valo
della forza lavo re
ro include un
elemento storico
e morale» (p. 265).

94
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
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Questo implica che il valore della forza
lavoro non è indipendente dalla storia
delle lotte di classe.

Il «livello di civiltà di un paese» varierà


in base al tipo di riforme borghesi.

Ogni società borghese ha dei valori civili,


e questi giocano un ruolo importante nello
stabilire il valore della forza lavoro.

95
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
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Detto diversamente, Marx sostiene il
principio secondo il quale esiste una
totalità di merci che fissa il livello di un
salario ragionevole, in una data società e
in un dato momento storico.

Diversamente dal fatto che il capitalista


paga le materie prime in anticipo alla
loro trasformazione, nei confronti della
forza lavoro egli paga i fornitori della
merce-lavoro solo al termine del lavoro.
96
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
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Il valore della forza lavoro è estremamente
variabile non solo a seconda dei bisogni
dei lavoratori, ma anche della loro coscien-
za di classe e delle circostanze storiche.

Lo sfruttamento della forza lavoro in Cina


fa abbassare il volume di quella statuni-
tense, e ciò spiega la riluttanza della
classe capitalistica a erigere barriere o
fissare tasse doganali per le merci cinesi:
ciò vorrebbe dire innalzare il costo della
vita negli USA e aumenti di salario.

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