Sociologia generale
e del territorio
––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––
Cdl Triennale_A.A. 2018-2019 Prof. Guido Borelli
guido.borelli@iuav.it
1
Orario:
martedì 16.00-18.00 – Terese aula G
mercoledì 11.00-13.00 (idem)
Frequenza
La frequenza alle lezioni è vivamente
raccomandata.
Gli studenti non frequentanti possono interagire
con il docente attraverso la piattaforma dedicata
google classroom.
Programma d’esame 1/2
Per sostenere l’esame è richiesto:
Esenzioni
Gli studenti che frequenteranno con profitto il corso
«Diritto alla città e pratiche partecipative» (6 CFU, in
inglese) Prof. Gregory Busquet saranno esentati dalla
produzione del saggio [punto b)].
Lezioni di Sociologia dell'ambiente - a.a. 2018/2019 - CdL Magistrale - Prof. Guido Borelli - Università IUAV di Venezia 4
Bibliografia
del corso
Testo di base:
Harvey, D. (2012), Introduzione al Capitale. 12 lezioni
sul primo libro e sull'attualità di Marx, La Casa
Usher, Lucca.
Letture integrative:
Lefebvre, H. (1973), La rivoluzione urbana, Armando, Roma.
Lezioni di Sociologia dell'ambiente - a.a. 2018/2019 - CdL Magistrale - Prof. Guido Borelli - Università IUAV di Venezia 5
Corso di
Sociologia generale
e del territorio
INTRODUZIONE
6
La crisi del capitalismo
- - - - - - - - - - - - - - - - -
7
https://youtu.be/3fH-_PHwBKw
Il modo di produzione capitalista
D - - - - - - - - - - - - - - - - -
= Denaro
FL
M = Merce
FL = Forza Lavoro
MP = Mezzi di Produzione
L = Lavoro
M’ = Merce lavorata
d = Profitto
t = tempo
s = spazio
D M L M’ D+ d
MP
t
8
LEZIONE 1
- - - - - - - - - - - - - - - - -
scambio
Me r c e e
9
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
o c ie t à , n e l le
e z z a d e l le s
«La ric c h
d i p r o d u z ione
m in a i l m odo
quali d o
n ta c o m e u na
c o, s i
Mercep rees e
scambio
capital i s t i ; l a m er ce
a d i mer c i ”
a c c o l t
“enorme r ] com e l a s u a f orma
l a [ a p p a r e ce è
singo a lisi d e l l a m e r
t a r e . L ’a n e lla
elemen o d i p a r t e n z a d
il p u n t
quindi » ( p . 1 07).
a g i n e
nostra ind
10
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Harvey ci invita a prestare particolare
attenzione al linguaggio utilizzato da
Marx: «presentarsi» e «apparire» non
sono la stessa cosa di «essere».
11
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx considera l’immensa varietà delle
merci da un unico punto di vista: il
loro VALORE D’USO.
o d e l l e m e rci si
d’us oè nel
«Il valore el l ’u s o , c i
e a l i z z a s o ltanto n ituiscono
r d ’u s o c o s t
alori
consumo. I v teriale della
ma
il contesto n q u e f o r m a sociale
qualu
ricchezza, e l la f o r ma della
a . N
essa rivest a l e c i d o bbiamo
la q u
società del s t i t u i s c o n o nello
ssi co ateriali
occupare, e p o s i t a r i m
o di de
stesso temp o » (p p . 1 0 8 -109).
e l v a l o r e di scambi
d
12
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Prestiamo ora attenzione al fatto che
le merci costituiscono il SUPPORTO
MATERIALE del valore di scambio.
14
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Se si prescinde dal valore d’uso di una
merce, non resta che una proprietà per
le merci: quella di essere prodotta dal
lavoro.
d ’u s o , l e m erci sono
valori ferente;
«In quanto u a l i t à d i f
r i m a d i t u tto di q o , p o ssono
p c a m b i
q u a n t o v alori di s f f erente;
in n t i t à d i
di qua
essere solo en g o n o n e ppure un
cont
quindi non d ’u s o » (p p . 110).
lore
atomo di va
15
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per spiegarsi precisamente, Marx cita
l’economista inglese Nicholas Barbon
(sostenitore nel XVII Secolo del libero
mercato):
16
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò che le merci hanno in comune è
l’essere dei supporti materiali del
lavoro che le ha realizzate E IN ESSE SI
È OGGETTIVATO.
Quale tipo di lavoro si oggettiva nelle
merci?
Non può essere il tempo, altrimenti la
merce più pregiata sarebbe quella che
richiede processi produttivi più lunghi.
17
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Consideriamo ora il
residuo dei
prodotti del lavoro.
Non ne è rimasto
che la stessa oggett
ività spettrale,
una pura e semplice
gelatina di
lavoro umano indiff
erenziato (…)
Oramai, queste cose
rappresentano
soltanto il fatto ch
e nella loro
produzione si è spes
a forza lavoro
umana; che vi è accu
mulato lavoro
umano» (p. 111).
18
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
È il valore di scambio che rende le
merci commensurabili. Tale valore è
nascosto nelle merci come una
«oggettività spettrale» e circola nel
processo di scambio.
«Con il carattere
utile dei prodott
del lavoro, svani i
sce anche il
carattere utile d
ei lavori in essi
rappresentati; sv
aniscono perciò
anche le diverse
forme concrete di
questi lavori; es
si non si
distinguono più,
ma sono ridotti
tutti insieme a l
avoro umano egua
lavoro astrattam le,
ente umano» (p. 11
1).
19
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il lavoro che costituisce la sostanza
dei valori è LAVORO UMANO EGUALE,
dispendio della medesima forza lavoro
umana
o d e l l a s o cietà,
’in t e r a f o r za lavor d el mondo
«Qui l i v a l o r i
e s i r a p p r esenta ne sola e
ch c o m e u n a
, figura
delle merci u m a n a , b e nché sia
rza lavoro
medesima fo o l i f o r z e
p o s t a d a i nnumerev t e forze è
com a d i q u e s
i. Ognun ltre,
individual ana ident i c a a l l e a
l a v o r o u m e d i FORZA
forza a r a t t e r
a n t o p o ssiede il c
in q u
M E D I A » (p p . 112).
ALE
LAVORO SOCI
20
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il concetto di «forza lavoro sociale
media» può essere inteso come INTERA FORZA
LAVORO DELLA SOCIETÀ che si rappresenta
nei valori del mondo dell merci. .
Si tratta di un concetto che rimanda
all’idea di mercato mondiale delle merci
(ciò che oggi noi indichiamo con il
termine GLOBALIZZAZIONE.
Non può essere il tempo, altrimenti la
merce più pregiata sarebbe quella che
richiede processi produttivi più lunghi.
21
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Cosa vuole dire «socialmente necessario»?.
E come viene stabilito cosa è necessario e
da chi?
27
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Valore relativo e valore equivalente
convergono nella «merce denaro» che
funziona come EQUIVALENTE UNIVERSALE
rispetto a tutte le altre merci.
28
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Valore relativo e valore equivalente
convergono nella «merce denaro» che
funziona come EQUIVALENTE UNIVERSALE
rispetto a tutte le altre merci.
31
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
I valori, essendo immateriali, non possono
esistere senza un mezzo di
rappresentazione. È quindi il diffondersi
del sistema monetario e della forma
denaro stessa come mezzo tangibile di
espressione, che fa del valore (in quanto
tempo di lavoro socialmente necessario) il
regolatore delle relazioni di scambio.
La forma denaro tende sempre più a
esprimere il valore unicamente come
relazione di scambio di merci.
32
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
L’avvento dello scambio monetario ha
fatto sì che il tempo di lavoro
socialmente necessario sia divenuto una
sorta di forza motrice nel modo di
produzione capitalistico; il valore come
tempo di lavoro socialmente necessario è
quindi una peculiarità storica del
capitalismo.
Il fenomeno del valore si ha solo in una
situazione in cui il mercato di scambio
gioca un ruolo da protagonista.
33
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il valore è immateriale ma oggettivo.
Ciò pone non pochi problemi alla logica
che lo ritiene effettivamente misurabile.
Cercare il valore di una merce guardando
semplicemente a essa è come voler scoprire
la gravità cercandola dentro a una pietra.
Il valore esiste solamente nelle relazioni
tra merci e può essere espresso solo nella
contraddittoria problematica forma della
merce denaro.
34
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
IL FETICISMO DELLE MERCI
Per Marx la merce è piena di sottigliezze
metafisiche. «La forma merce e il r
apporto di valor
i prodotti dei la e tra
vori in cui essa
non hanno assolu si esprime,
tamente nulla a
con la loro natu che vedere
ra fisica e con i
materiali che ne rapporti
discendono: è sol
rapporto sociale o il
ben determinato e
tra gli uomini ch sistente
e qui assume ai l
la forma fantasm oro occhi
agorica di rappo
cose (…) Questo io rto tra le
chiamo feticismo
aderisce ai prodo che
tti del lavoro no
sono prodotti com n appena
e merci, e che qui
inseparabile dal ndi è
la produzione di
150). merci» (p.
35
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
I produttori entrano socialmente in
contatto solo mediante lo scambio dei
prodotti del loro lavoro, per cui essi
manifestano le caratteristiche
specificamente sociali dei loro lavori
privati solo nell’atto dello scambio.
Detto diversamente, i lavoratori non sanno
e possono sapere quale sia il valore della
propria merce fino a che non la ritrovano
disponibile sul mercato e quindi la
possono scambiare.
36
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il risultato finale è che la nostra
relazione con l’altrui lavoro è travestita
da relazione tra le cose.
a s c r i t t o i n fronte
st
«Al valore non r e t r a s f orma ogni
v a l o
cos’è. Anzi, il i n u n g e roglifico
av o r o
prodotto del l , g l i u o m i n i cercano
ui t o
sociale. In seg o d e l l o r o p r odotto
’arcan
di penetrare l a d e t e r m i n azione
ch é l
sociale – giac o m e v alori è un
i d ’u s o c
degli oggett e » (p. 150).
ot t o s o c i a l
loro prod
Non possiamo vedere le condizioni sociali
(salario, orario e condizioni di lavoro) in
cui queste merci sono state prodotte . 37
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - z- - - - - - - - - - - - - -
«L’analisi dei pre
zi delle merci ha
condotto alla det
erminazione dell
grandezza di val a
ore, e soltanto
l’espressione com
une delle merci h
alla fissazione a condotto
del loro caratter
valore. Ma è appu e di
nto questa forma
pronta del mondo bell’e
delle merci – la f
denaro – che vela orma
materialmente il
carattere sociale
dei lavori privat
quindi i rapport i, e
i sociali tra lav
privati, invece d oratori
i disvelarli» (p. 1
54).
e n e r e c o s t i t u iscono
to g
«Forme di ques e g o r ie d e l l ’ec onomia
e cat
precisamente l f o r m e d i p ensiero
so n o
borghese. Esse , q u i n di o g g ettive,
lid e
socialmente va o d u z i o n e propri di
di p r
per i rapporti d u z i o ne sociale
o d i p r o
questo mod a p r o d uzione di
d a t o: l
storicamente 38
i » (p . 1 5 0 ).
merc
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Gli economisti classici hanno trattato il
valore come una cosa naturale e non come
una costruzione sociale nata nel contesto
di un particolare modo di produzione.
41
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Da una parte il denaro opera come misura
del valore (…) così come il valore lo era
già del tempo di lavoro socialmente
necessario. In questo ruolo esso deve avere
delle qualità ben precise, come quella di
fornire un’accurata ed efficiente misura
del valore.
43
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
Il valore non è in sé materialmente
espresso ma necessita di una
rappresentazione per regolare gli scambi.
Il valore viene espresso (o, meglio, risiede)
nella relazione tra merce denaro come
«forma fenomenica» del valore e tutte le
merci che vengono scambiate con essa.
47
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
Una operazione successiva consiste nel
regolare i nomi monetari, organizzando il
sistema monetario «Poiché la
scala di misura d
e rendendolo è puramente conven el denaro
zionale, essa ha
bisogno di validi
stabile. Si tratta regolata per leg tà generale, viene
ge, suddividendo
di un compito ufficialmente un
a data parte di d
i
peso del metallo
svolto dagli d’oro, in parti al
nobile, p. es. un’o
iquote che ricevo
ncia
no
Stati centrali n o m i di battesimo lega
sterlina, tallero li, come lira
, ecc. (…) Così i p
e/o dalle unioni ossia le quantità
d’oro in cui sono
rezzi,
idealmente trasf
sovranazionali. merci, v
ormati i valori d
elle
engono ora espre
monetari della s ssi nei nomi
cala oro» (p. 182). 48
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
Se io metto sul mercato la mia merce e le
assegno un prezzo, una seconda persona
porta anche lei una merce simile con
associato un altro prezzo e altri fanno lo
stesso, ci ritroviamo un mercato pieno di
prezzi differenti per lo stesso tipo di
merce. Il prezzo medio che verrà raggiunto
in una giornata dipenderà da quante
persone vogliono tale merce e quante
intendono venderla. Il prezzo sarà il
risultato della domanda e dell’offerta.
49
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
È attraverso questo meccanismo che emerge
un equilibrio dei prezzi.
M-D-M
Ora tutti gli scambi sono mediati dal
denaro. Si noti la differenza rispetto alla
forma propria del baratto:
M-M 52
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
M-D-M
A prima vista questa catena appare
simmetrica – e dunque equivalente.
In realtà ciò che si svolge in questo
passaggio è completamente asimmetrico.
53
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
La parte M-D dello scambio, la vendita,
implica il cambio di forma di una merce
specifica in un equivalente universale.
è dunque un movimento dal particolare
all’universale.
La trasformazione da M in D è complicata
dalle condizioni della domanda e
dell’offerta presenti su un dato mercato in
un dato momento.
54
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
La parte D-M dello scambio, l’acquisto,
comporta un movimento dall’universale al
particolare. NON è l’inverso di M-D.
57
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
Marx si interessa allora all’analisi della
circolazione del denaro e individua tre
fattori:
59
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
LA TESAURIZZAZIONE «Come valore d’us
o la merce soddis
un particolare b fa
isogno e
Perché le persone costituisce un pa
rticolare element
della ricchezza o
si comportano così? valore della mer
materiale. Ma il
ce misura il grad
Per Marx ciò della sua forza
di attrazione su
o
tutti gli element
avviene sia per ricchezza e, quin
i di questa
di, la ricchezza
l’attrazione per il sociale del suo p
occhi del semplic
ossessore. Agli
e possessore
potere indotta dal barbarico, il val
ore è inseparabil
dalla forma valo e
possesso di denaro, del tesoro aureo
re; l’accresciment
o
è incremento del
sia per necessità valore » (p. 217).
sociali.
60
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
61
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
L’impulso alla tesaurizzazione prefigura
un altro percorso di circolazione in cui i
passaggi M-D-M sono rovesciati:
D-M-D
L’accumulazione di denaro è fine a se
stessa. Il denaro è una merce che può
divenire proprietà privata di chiunque. La
potenza sociale diviene perciò potenza
privata della persona privata. 62
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Nello schema precedente (M-D-M), la questione
consisteva nelle attività private implicate
nella produzione dell’equivalente
universale.
64
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
65
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
66
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Il denaro può essere utilizzato anche come
mezzo di pagamento, creando una distanza
temporale tra lo scambio di merci e lo
scambio di denaro: la risoluzione
dell’affare avverrà in un secondo tempo,
con modalità fissate dalle parti
interessate allo scambio.
Le merci circolano sulla fiducia. La moneta
diventa moneta scritturale. Per fare
circolare la merce serve meno moneta.
67
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Il risultato è un nuovo tipo di relazione:
quella tra debitori e creditori che dà
luogo un diverso tipo di transazioni
economiche e una diversa dinamica sociale.
71
LEZIONE 3
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Dal c apita
le
alla forza lavo
ro
72
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Nello scambio tra beni equivalenti (D-M-D),
il processo ha senso solo se ne risulta un
incremento di denaro (D-M-D+ D).
74
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per Marx il capitale non è un’entità ma un
processo di circolazione di valori
«il processo D-M-D
deve il suo conte
differenza quali nuto non a una
tativa tra i suoi
infatti sono entr estremi che
ambi denaro, ma u
loro differenza q nicamente alla
uantitativa. Alla
alla circolazion fine, si sottrae
e più denaro di q
fosse immesso all uanto se ne
’inizio: il cotone
100 sterline, per acquistato per
esempio, è rivend
cioè 110 sterline uto a 100 + 10,
. La forma comple
processo è perciò ta di questo
D-M-D’, dove D’ = D
somma di denaro + D, cioè la
inizialmente ant
incremento. Quest icipata più un
o incremento (…)
plusvalore» (p. 242 io lo chiamo
).
75
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitale è denaro utilizzato in un certo
modo (p. es., messo in circolazione o
sottratto dalla circolazione).
Il capitalista è sia il possessore di
denaro (ma qui coincide con il
tesaurizzatore), sia «il veicolo cosciente
della circolazione del denaro».
Il capitalista non si preoccupa dei valori
d’uso: è sufficiente essi che gli assicurino
plusvalore. 76
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitale è «valore in movimento».
«il valore è il so
ggetto di un
processo in cui, m
utando
continuamente le
forme di denaro
e di merce, esso m
uta la sua
grandezza, e si s
tacca in quanto
plusvalore da sé
in quanto
valore originari
o; si
autovalorizza» (p
. 246).
77
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
A cosa è dovuta questa crescita (o questa
decrescita)?
78
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per Marx il capitale non è un’entità ma un
processo di circolazione di valori
«il valore ha bis
ogno in primo lu
autonoma mediant ogo di una forma
e la quale venga
sua identità con constatata la
se stesso. E possi
soltanto nel den ede questa forma
aro. Questo costit
punto di partenz uisce perciò il
a e il punto di a
processo di valor rrivo di ogni
izzazione: era 10
è 110 e così via (… 0 sterline, ora ne
) Qui il denaro co
una forma valore nta solo come
(ma) il denaro no
capitale senza a n diventa
ssumere la forma
Il capitalista sa della merce (…)
che tutte le merc
che possano appa i, per cenciose
rire, per cattivo
mandare, sono in odore che posson
fede e verità den o
taumaturgici per a r o (… ) mezzi
estrarre da dena
(p. 246). ro più denaro» 79
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitale «esce dalla circolazione, vi
rientra, vi si conserva, ne esce ingrandito
e riprende sempre daccapo il medesimo
ciclo». Il senso del fluire è palpabile: il
capitale è un processo.
Marx afferma che bisogna cercare una
risposta al problema dell’origine del
plusvalore all’interno di un modo di
produzione capitalistico perfezionato e
geograficamente chiuso.
80
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx si interessa a queste tematiche
(quelle dei mercati mondiali), quando si
dedica alla comprensione generale del
ruolo dello Stato, del commercio estero, del
colonialismo.
81
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Gli individui possono imporsi gli uni sugli
altri, vendendo al disopra del valore. Un
singolo capitalista può avere la meglio su
un altro, ma in questo caso il guadagno di
uno corrisponde alla perdita dell’altro;
non c’è alcun plusvalore generale.
Bisogna invece trovare un modo nel quale
tutti i capitalisti creino plusvalore. La
stabilità economica è uno di quei fattori
che può garantire loro un tasso di profitto
costante e vantaggioso. 82
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Una volta che il capitale industriale sarà
divenuto dominante, esso avrà bisogno del
capitale mercantile per vendere il
prodotto, e di quello produttivo di
interesse per risolvere i problemi degli
investimenti a lungo termine in capitale
fisso. Per realizzare tutto ciò la forma
principale di circolazione del capitale
deve sottomettere sia il capitale
finanziario, sia quello mercantile ai
propri fini.
83
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Il cambiamento d
i valore del dena
trasformarsi in c ro che deve
apitale non può
stesso denaro, pe avvenire in ques
rché come mezzo d to
mezzo di pagamen ’a c q uisto e come
to, esso realizza
della merce che c soltanto il prezz
ompra o paga, men o
nella sua propri tre, persistendo
a forma, si irrig
pietrificazione d idisce in
i grandezza di v
(…) Per estrarre alore invariabil
valore dal consu e
nostro possessore m o d i una merce, il
di denaro deve av
scoprire, entro la ere la fortuna di
sfera di circolaz
una merce il cui ione, sul mercato
valore d’uso poss ,
peculiare propri i e de esso stesso la
età di essere fon
consumo reale fo te di valore; il c
sse quindi esso s ui
di lavoro e perci t e s so oggettivazione
ò creazione di va
possessore di den lore. E il
aro trova sul mer
specifica – la ca cato una merce
pacità lavorativ
(p. 260). a, o forza lavoro
»
84
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La forza lavoro consiste nelle capacità
fisiche e mentali dell’uomo che gli
permettono di «congelare» valore nelle
merci. Per essere essa stessa una merce, la
forza lavoro deve avere certe
caratteristiche.
Innanzitutto, affinché il suo possessore la
possa vendere come merce, egli deve poterne
disporre, quindi «essere libero proprietario
della sua capacità lavorativa, della sua
persona». 85
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il concetto del “libero” lavoratore diventa
cruciale.
Quest’ultimo non può cedere la propria
persona; tutto ciò che può vendere sono le
capacità fisiche e mentali con le quali
crea valore.
87
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò significa che i lavoratori non hanno
la possibilità di lavorare per se stessi.
e r t r a s f or m a r e denaro in
«P
ssore del
capitale, il posse
d e v e t r o v a r e s u l mercato
denaro o r e libero;
c i i l l a v o r a t
delle mer
senso che
libero nel doppio
ona dispone
quale libera pers
a s u a f o r z a l a v oro come
dell parte,
m e r c e e , d ’a l t r a
propria v e ndere, è
l t r e m e r c i d a
non ha a
e s p o g l i o, l i b e r o da tutte le
nudo
er la
cose occorrenti p
l i zz a z i o n e d e l l a sua forza
rea
).
lavorativa» (p. 262
88
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò significa che il lavoratore deve essere
già stato espropriato dei mezzi di
produzione.
89
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx assume che la proletarizzazione sia
sia avvenuta e che il funzionamento del
mercato del lavoro sia già un dato di fatto.
Ma: «La natura non produce da un lato possessori
di denaro o di merci e, dall’altro, puri e
semplici possessori delle proprie forze di
lavoro. Questo rapporto non appartiene alla
storia naturale, né tantomeno, è un rapporto
sociale comune a tutti i periodi storici: è
chiaramente esso stesso il risultato di uno
sviluppo storico antecedente, il prodotto di
tutta una serie di rivolgimenti economici, del
tramonto di una lunga catena di più antiche
formazioni della produzione sociale» (p. 262).
90
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La forza lavoro è una merce particolare: è
l’unica capace di creare valore.
93
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Il volume di cos
iddetti bisogni
necessari, così co
me il modo di
soddisfarli, è a s
ua volta un
prodotto della st
oria, quindi dipe
in larga misura nde
dal grado di civi
di un Paese, e, fr ltà
a l’altro,
essenzialmente d
alle condizioni i
cui, e dalle abitu n
dini ad esigenze
vita con cui, la c di
lasse dei
lavoratori liberi
si è venuta
formando. Contrar
iamente alle altr
merci, la determi e
nazione del valo
della forza lavo re
ro include un
elemento storico
e morale» (p. 265).
94
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Questo implica che il valore della forza
lavoro non è indipendente dalla storia
delle lotte di classe.
95
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Detto diversamente, Marx sostiene il
principio secondo il quale esiste una
totalità di merci che fissa il livello di un
salario ragionevole, in una data società e
in un dato momento storico.
99
LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il valore non è una categoria universale,
ma nasce con il capitalismo.
FL
M = Merce
FL = Forza Lavoro
MP = Mezzi di Produzione
L = Lavoro
M’ = Merce lavorata
d = Profitto
t = tempo
s = spazio
D M L M’ D+ d
MP
t
110
LEZIONE 5
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La
giornata lavora
tiva
5
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Qui Marx focalizza la propria attenzione
sulla lotta di classe: il suo intento è
farci capire come un modo di produzione
(capitalistico) implichi necessariamente
delle lotte di classe.
30
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx aveva letto L’evoluzione della specie
di Charles Darwin (1859) e ne era rimasto
impressionato.
.
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
t t u r a l a b a s e tecnica
manifa
«Vediamo nella n d e i n d u s t r ia. Questa
a g r a
immediata dell i n a r i o , che ha
m a cc h
ha prodotto il o p p i a n t a r e l ’a zienda
sta di s
permesso a que u r i e r a n e l l e sfere di
nifa t t
artigiana e ma i e r a p e r la prima
c u i s
produzione di e g u e c h e l ’i n d ustria
ita. Ne s
volta impadron n a t u r a l m en t e su una
erett a
meccanica si è s a i n a d e guata; era
a e s
base materiale e , a u n c e r to grado di
bile c h
perciò inevita s se q u e s t a b a se, prima
uziona
sviluppo, rivol t a e p o i u lt eriormente
pr o n
trovata bell’e f o r m a o r ig i n aria, e se
a sua
elaborata nell v a , c o r r i s pondente al
n u o
ne creasse una u z i o n e » (p p . 508-509).
i pr o d
proprio modo d
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Le contraddizioni che erano sorte nel
periodo manifatturiero e artigiano non
potevano risolversi a causa del tipo di
tecnologia esistente.
o a i s u o i primordi
di credi t
«I l s i s t e m a
a t t o c o m e molesto
i n t r u f o l a di soppi m e d iante
si o n e e
l i o d e l l ’a ccumulazi ani di
ausi r a n e l l e m
n v i s i b i l i fili atti a s s o c iati i
i l i o
i t a l i s t i i ndividua i n masse
cap s e m i n a t i
ari dis
mezzi monet l l a s u p e r ficie
i ù o m e n o grandi su o diviene
p b e n p r e s t
tà, ma a lotta
della socie i b i l e n e l l
va e tem
un’arma nuo a , e i n fine si
r e nz
alla concor d e r o s o m e ccanismo
n p o
trasforma i a l i z z a z i o ne dei
c i a l e p e r la centr
s o
. 798).
capitali» (p
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL
CAPITALE
Qui Marx avanza la possibilità che «con lo
sviluppo della produzione capitalistica si
possa formare una potenza del tutto nuova:
il sistema di credito».
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE
Gli strumenti adeguati alla centralizzazio-
ne sono cruciali per le dinamiche
dell’accumulazione.
Questo genera la minaccia di un potere
monopolistico e contraddice la visione, così
cara all’economia politica classica e alle
teorie neoliberali contemporanee, di
un’economia di mercato decentralizzata,
caratterizzata da processi decisionali
dispersi e individuali
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE
Gli strumenti adeguati alla centralizzazio-
ne sono cruciali per le dinamiche
dell’accumulazione.
Questo genera la minaccia di un potere
monopolistico e contraddice la visione, così
cara all’economia politica classica e alle
teorie neoliberali contemporanee, di
un’economia di mercato decentralizzata,
caratterizzata da processi decisionali
dispersi e individuali.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE
«Durante
i period
prosperi i
tà media di ristagno e d
industri , l’eserci i
ale di r to
sull’eser iserva p
cito ope reme
a freno r a io attiv
le prete o, e ne t
di sovra se duran iene
produzio te il per
sovrapop ne e par iodo
olazione os sismo. La
sfundo s relativa
ul quale è quindi
della do si muove lo
manda e la legge
Essa cos dell’offe
tringe i rta di l
questa l l campo di avoro.
egge en gioco di
assoluta tro i lim
mente pr iti
sfruttam o p izi alla
ento e a sete di
dominio lla bram
del capi osia di
tale» (p.
813).
LEZIONE 11
- - - - - - - - - - - - - - - - -
I
l segret
dell’accu o
mulazion
originar e
ia 62
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Quest’ultima parte de Il Capitale ricostrui-
sce la storia di come si sia realizzata la
(presunta) «libertà» dei lavoratori. Di come,
cioè si sia riusciti a separare i lavoratori
dai mezzi di produzione.
e i b e n i e c c l e s iastici, la
«Il furto d i o n e d i terre
a l i e n a z
fraudolenta i o d e l l e proprietà
c c h e g g
demaniali, il sa z i o n e u s u r patoria
fo r m a
comuni, la tras l e e d e i clan in
à f e u d a
della propriet e r n a , t r a s f o r m azione
ta mod
proprietà priva s m o s e n z a s crupoli:
err o r i
praticata con t i idilliaci
e t t a n t i m e t o d
ecco altr r i g i n a r i a . Essi hanno
on e o
dell’accumulazi a l l ’a g ricoltura
l c a m p o
conquistato i n c o r p o r a to il suolo
a n n o i
capitalistica, h o r n i t o a l l ’i n dustria
nno f
al capitale, ha d otazione di
a n e c e s s a r i a
urbana l r v e » (pp. 918-919).
s e n z a r i s e
proletari
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Le popolazioni cacciate dalle loro terre
natie, se non riuscivano a trovare
immediatamente lavoro, diventavano, agli
occhi dello Stato, vagabondi, mendicanti,
ladri e rapinatori.