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Corso di

Sociologia generale
e del territorio

––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––
Cdl Triennale_A.A. 2018-2019 Prof. Guido Borelli
guido.borelli@iuav.it
1
Orario:
martedì 16.00-18.00 – Terese aula G
mercoledì 11.00-13.00 (idem)

Frequenza
La frequenza alle lezioni è vivamente
raccomandata.
Gli studenti non frequentanti possono interagire
con il docente attraverso la piattaforma dedicata
google classroom.

Studenti frequentanti/non frequentanti: il


programma d’esame è il medesimo.
Lezioni di Sociologia dell'ambiente - a.a. 2018/2019 - CdL Magistrale - Prof. Guido Borelli - Università IUAV di Venezia 2


Programma d’esame 1/2
Per sostenere l’esame è richiesto:

a)  iscrizione e interazione continua sulle tematiche


trattate durante il corso attraverso la piattaforma
Google Classroom dedicata. Il docente valuterà i singoli
contributi degli studenti. La valutazione positiva dei
contributi è condizione necessaria per accedere alla
produzione del saggio e alla prova scritta. Al termine
delle lezioni gli studenti che non avranno ottenuto una
valutazione positiva riceveranno un carico didattico
per sostenere l’esame.

b)  produzione di un saggio di 15.000 caratteri (spazi compresi)


sui temi inerenti le letture integrative. La valutazione
positiva del saggio è condizione necessaria per accedere
alla prova scritta. Consegna del saggio: 7 gg. prima della
prova scritta.
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Programma d’esame 2/2
Per sostenere l’esame è richiesto:

c)  esame scritto: gli studenti devono rispondere a tre


domande scelte dal docente da un elenco di circa
sessanta. L’elenco sarà pubblicato sulla piattaforma
Google Classroom in anticipo alla prima sessione
d’appello.

d)  valutazione finale: consiste nella media ponderata dei


punti a), b) e c).

Esenzioni
Gli studenti che frequenteranno con profitto il corso
«Diritto alla città e pratiche partecipative» (6 CFU, in
inglese) Prof. Gregory Busquet saranno esentati dalla
produzione del saggio [punto b)].
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Bibliografia
del corso
Testo di base:
Harvey, D. (2012), Introduzione al Capitale. 12 lezioni
sul primo libro e sull'attualità di Marx, La Casa
Usher, Lucca.

Letture integrative:
Lefebvre, H. (1973), La rivoluzione urbana, Armando, Roma.

Harvey, D. (2014), Città ribelli. I movimenti urbani dalla


Comune di Parigi a Occupy Wall Street, Il Saggiatore,
Milano.

AA.VV. (2018), Gilet Jaunes, il manifestolibri, Roma.


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Corso di
Sociologia generale
e del territorio

INTRODUZIONE

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La crisi del capitalismo
- - - - - - - - - - - - - - - - -

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https://youtu.be/3fH-_PHwBKw
Il modo di produzione capitalista
D - - - - - - - - - - - - - - - - -
= Denaro

FL
M = Merce
FL = Forza Lavoro
MP = Mezzi di Produzione
L = Lavoro
M’ = Merce lavorata
d = Profitto
t = tempo
s = spazio

D M L M’ D+ d

MP
t
8
LEZIONE 1
- - - - - - - - - - - - - - - - -
scambio
Me r c e e

9
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -

o c ie t à , n e l le
e z z a d e l le s
«La ric c h
d i p r o d u z ione
m in a i l m odo
quali d o
n ta c o m e u na
c o, s i
Mercep rees e
scambio
capital i s t i ; l a m er ce
a d i mer c i ”
a c c o l t
“enorme r ] com e l a s u a f orma
l a [ a p p a r e ce è
singo a lisi d e l l a m e r
t a r e . L ’a n e lla
elemen o d i p a r t e n z a d
il p u n t
quindi » ( p . 1 07).
a g i n e
nostra ind

10
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Harvey ci invita a prestare particolare
attenzione al linguaggio utilizzato da
Marx: «presentarsi» e «apparire» non
sono la stessa cosa di «essere».

La «forma elementare» della merce è


indifferente alla natura dei bisogni.
Per Marx è fondamentale l’atto
dell’«acquisto» della merce.

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx considera l’immensa varietà delle
merci da un unico punto di vista: il
loro VALORE D’USO.

o d e l l e m e rci si
d’us oè nel
«Il valore el l ’u s o , c i
e a l i z z a s o ltanto n ituiscono
r d ’u s o c o s t
alori
consumo. I v teriale della
ma
il contesto n q u e f o r m a sociale
qualu
ricchezza, e l la f o r ma della
a . N
essa rivest a l e c i d o bbiamo
la q u
società del s t i t u i s c o n o nello
ssi co ateriali
occupare, e p o s i t a r i m
o di de
stesso temp o » (p p . 1 0 8 -109).
e l v a l o r e di scambi
d
12

LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Prestiamo ora attenzione al fatto che
le merci costituiscono il SUPPORTO
MATERIALE del valore di scambio.

Essere il «supporto materiale di


qualcosa» non coincide con l’«essere
qualcosa».

Il valore di scambio può essere la


FORMA FENOMENICA di un contenuto
distinguibile da esso.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Non posso scomporre la merce e trovare
l’elemento intorno ad essa che ne rende
possibile lo scambio. ciò che la rende
scambiabile deve essere qualcos’altro e
questo qualcosa può essere scoperto
SOLO QUANDO LA MERCE VIENE SCAMBIATA.

La materialità della merce non può


dirci nulla sulla sua commensurabilità

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Se si prescinde dal valore d’uso di una
merce, non resta che una proprietà per
le merci: quella di essere prodotta dal
lavoro.

d ’u s o , l e m erci sono
valori ferente;
«In quanto u a l i t à d i f
r i m a d i t u tto di q o , p o ssono
p c a m b i
q u a n t o v alori di s f f erente;
in n t i t à d i
di qua
essere solo en g o n o n e ppure un
cont
quindi non d ’u s o » (p p . 110).
lore
atomo di va
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per spiegarsi precisamente, Marx cita
l’economista inglese Nicholas Barbon
(sostenitore nel XVII Secolo del libero
mercato):

«One hundred pounds worth of lead or


iron is of as a great a value as one
hundred pounds worth of silver and
gold».

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Ciò che le merci hanno in comune è
l’essere dei supporti materiali del
lavoro che le ha realizzate E IN ESSE SI
È OGGETTIVATO.
Quale tipo di lavoro si oggettiva nelle
merci?
Non può essere il tempo, altrimenti la
merce più pregiata sarebbe quella che
richiede processi produttivi più lunghi.

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -

«Consideriamo ora il
residuo dei
prodotti del lavoro.
Non ne è rimasto
che la stessa oggett
ività spettrale,
una pura e semplice
gelatina di
lavoro umano indiff
erenziato (…)
Oramai, queste cose
rappresentano
soltanto il fatto ch
e nella loro
produzione si è spes
a forza lavoro
umana; che vi è accu
mulato lavoro
umano» (p. 111).

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
È il valore di scambio che rende le
merci commensurabili. Tale valore è
nascosto nelle merci come una
«oggettività spettrale» e circola nel
processo di scambio.
«Con il carattere
utile dei prodott
del lavoro, svani i
sce anche il
carattere utile d
ei lavori in essi
rappresentati; sv
aniscono perciò
anche le diverse
forme concrete di
questi lavori; es
si non si
distinguono più,
ma sono ridotti
tutti insieme a l
avoro umano egua
lavoro astrattam le,
ente umano» (p. 11
1).
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Il lavoro che costituisce la sostanza
dei valori è LAVORO UMANO EGUALE,
dispendio della medesima forza lavoro
umana

o d e l l a s o cietà,
’in t e r a f o r za lavor d el mondo
«Qui l i v a l o r i
e s i r a p p r esenta ne sola e
ch c o m e u n a
, figura
delle merci u m a n a , b e nché sia
rza lavoro
medesima fo o l i f o r z e
p o s t a d a i nnumerev t e forze è
com a d i q u e s
i. Ognun ltre,
individual ana ident i c a a l l e a
l a v o r o u m e d i FORZA
forza a r a t t e r
a n t o p o ssiede il c
in q u
M E D I A » (p p . 112).
ALE
LAVORO SOCI
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Il concetto di «forza lavoro sociale
media» può essere inteso come INTERA FORZA
LAVORO DELLA SOCIETÀ che si rappresenta
nei valori del mondo dell merci. .
Si tratta di un concetto che rimanda
all’idea di mercato mondiale delle merci
(ciò che oggi noi indichiamo con il
termine GLOBALIZZAZIONE.
Non può essere il tempo, altrimenti la
merce più pregiata sarebbe quella che
richiede processi produttivi più lunghi.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Cosa vuole dire «socialmente necessario»?.
E come viene stabilito cosa è necessario e
da chi?

Marx ha sostenuto che alcuni valori sono


determinati da un processo che non
capiamo e che non è frutto di nostre
scelte consapevoli.

Bisogna quanalizzare il modo in cui tali


valori ci sono imposti.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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«In Inghilterra (…)
dopo l’introduzione
del telaio a vapore
bastò forse la metà
del lavoro di prima
per trasformare in
tessuto una data qu
antità di filo. In
realtà, per questa t
rasformazione, al
tessitore a mano ing
lese occorreva lo
stesso tempo che in
passato, ma adesso
il prodotto della su
a ora lavorativa
rappresentava solta
nto mezz’ora di
lavoro sociale» (p. 1
11).

Il valore è sensibile al progresso
tecnologico e al processo di produzione .
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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IL METODO D’ANALISI

a)  Marx analizza il concetto di merce e ne


stabilisce il carattere duplice: valore
d’uso e valore di scambio;
b)  il valore d’uso non ci dice molto sul
funzionamento del capitalismo, quindi
Marx si dedica allo studio del valore
di scambio;
c)  l’atto dello scambio presuppone che le
merci abbiano qualcosa in comune che
le rende commensurabili;
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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IL METODO D’ANALISI
d)  il carattere comune presente nelle
merci è relativo al fatto che tutte
sono il prodotto del lavoro umano;
e)  in quanto prodotti del lavoro umano, le
merci incorporano «valore»;
f)  il «valore» è il tempo di lavoro
socialmente necessario per produrre
una merce in condizioni determinate
g)  affinché il lavoro sia socialmente
necessario, qualcuno deve manifestare
una necessità. Rientra il valore d’uso. 25
LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Ancora: cosa significa socialmente
necessario? La risposta implica un
dualismo:
a)  lavoro concreto (effettivo);
b)  lavoro astratto (socialmente rilevante).
Queste due forme di lavoro convergono
nell’atto unitario dello scambio della
merce e implicano un altro dualismo:

a)  la forma relativa del valore;


b)  la forma equivalente del valore.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Valore relativo e valore equivalente
convergono nella «merce denaro» che
funziona come EQUIVALENTE UNIVERSALE
rispetto a tutte le altre merci.

Questo metodo è DIALETTICO e accompagna


tutta la trattazione de Il Capitale.

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Valore relativo e valore equivalente
convergono nella «merce denaro» che
funziona come EQUIVALENTE UNIVERSALE
rispetto a tutte le altre merci.

Questo metodo è DIALETTICO e accompagna


tutta la trattazione de Il Capitale.

Marx intende offrirci una comprensione


delle relazioni interne che tengono il
capitalismo in uno stato di unità
contraddittoria e in continuo movimento.
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l a s s e d o minante
l l a t e da una c
i t e s o no con t r o
s s i n o n solo nel rotto
n o s tr e v r i i n t e r e L ’i n i n t e r
e
«L
a i n v e s t ito i prop c r i s i e nel caos. c e r t ezza e
c h e h e l l a , l ’i n
m e n t o , m a anche n i t u a z i o n i sociali a s o cietà, in
muta l e s u e s t
o t i m e n t o di tutte
i c h é s o v vertire q vengono
scu e r n i , a n z I c r o l l i
nto et forzarla. luppo e
il movime c h e r a f u o v o s v i
n c r e t o n on fanno o p p o r t u nità di n forza di
co n l u c r o s e f u n g e d a o
ti i one co spettr
trasforma o; la disintegrazi n e . L ’u n i
rinnovam
ent
n d i d i i ntegrazio e d i r ig e nte e che
bi l i t a z i one e qui l l a m o d e rna class t a h a creato
mo e s u q u e s
h e d a v v e ro incomb o l o i l m ondo che l ’u n ica cosa
c p e r i c i o d a l
ette in ito propr ionali,
davvero m c o s t it u e t r a d i z
o p ri a i m magine è e , i n c i ò, le mass o di solida
a pr i
é l i t e t r adizional p r o l u n g a to period gnificare
che le a t o : u n s o l o s i
n n o s e m pre agogn n d o , s t a b ilità può d e l nostro
h a t o m o t e z z a
stabilità
. In ques
m e n t r e l ’unica cer d i p r o g resso e
, m o r te lenta, s t r a capacità
entr o p i a
c i v i e n e dall a n o
t r a s o c ietà si sta va
essere vi
vi
e r m a r e c he la nos f e r m a r e che è vi
di cresci
ta. Aff
l e s o l t a nto ad af
i s g r e g a n do equiva
d alute».
b u o n a s
e in

M. Berman (1982), All That is Solid Melts Into the Air 30


LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx considera il valore come unità
costituita da semplice lavoro astratto:
quest’unità di misura «muta carattere a
seconda dei Paesi e delle epoche della
storia della civiltà, ma in quella certa
società è dato».

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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I valori, essendo immateriali, non possono
esistere senza un mezzo di
rappresentazione. È quindi il diffondersi
del sistema monetario e della forma
denaro stessa come mezzo tangibile di
espressione, che fa del valore (in quanto
tempo di lavoro socialmente necessario) il
regolatore delle relazioni di scambio.
La forma denaro tende sempre più a
esprimere il valore unicamente come
relazione di scambio di merci.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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L’avvento dello scambio monetario ha
fatto sì che il tempo di lavoro
socialmente necessario sia divenuto una
sorta di forza motrice nel modo di
produzione capitalistico; il valore come
tempo di lavoro socialmente necessario è
quindi una peculiarità storica del
capitalismo.
Il fenomeno del valore si ha solo in una
situazione in cui il mercato di scambio
gioca un ruolo da protagonista.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Il valore è immateriale ma oggettivo.
Ciò pone non pochi problemi alla logica
che lo ritiene effettivamente misurabile.
Cercare il valore di una merce guardando
semplicemente a essa è come voler scoprire
la gravità cercandola dentro a una pietra.
Il valore esiste solamente nelle relazioni
tra merci e può essere espresso solo nella
contraddittoria problematica forma della
merce denaro.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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IL FETICISMO DELLE MERCI
Per Marx la merce è piena di sottigliezze
metafisiche. «La forma merce e il r
apporto di valor
i prodotti dei la e tra
vori in cui essa
non hanno assolu si esprime,
tamente nulla a
con la loro natu che vedere
ra fisica e con i
materiali che ne rapporti
discendono: è sol
rapporto sociale o il
ben determinato e
tra gli uomini ch sistente
e qui assume ai l
la forma fantasm oro occhi
agorica di rappo
cose (…) Questo io rto tra le
chiamo feticismo
aderisce ai prodo che
tti del lavoro no
sono prodotti com n appena
e merci, e che qui
inseparabile dal ndi è
la produzione di
150). merci» (p.

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LEZIONE 1 / Merce e scambio
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I produttori entrano socialmente in
contatto solo mediante lo scambio dei
prodotti del loro lavoro, per cui essi
manifestano le caratteristiche
specificamente sociali dei loro lavori
privati solo nell’atto dello scambio.
Detto diversamente, i lavoratori non sanno
e possono sapere quale sia il valore della
propria merce fino a che non la ritrovano
disponibile sul mercato e quindi la
possono scambiare.
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LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il risultato finale è che la nostra
relazione con l’altrui lavoro è travestita
da relazione tra le cose.
a s c r i t t o i n fronte
st
«Al valore non r e t r a s f orma ogni
v a l o
cos’è. Anzi, il i n u n g e roglifico
av o r o
prodotto del l , g l i u o m i n i cercano
ui t o
sociale. In seg o d e l l o r o p r odotto
’arcan
di penetrare l a d e t e r m i n azione
ch é l
sociale – giac o m e v alori è un
i d ’u s o c
degli oggett e » (p. 150).
ot t o s o c i a l
loro prod

Non possiamo vedere le condizioni sociali
(salario, orario e condizioni di lavoro) in
cui queste merci sono state prodotte . 37
LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - z- - - - - - - - - - - - - -
«L’analisi dei pre
zi delle merci ha
condotto alla det
erminazione dell
grandezza di val a
ore, e soltanto
l’espressione com
une delle merci h
alla fissazione a condotto
del loro caratter
valore. Ma è appu e di
nto questa forma
pronta del mondo bell’e
delle merci – la f
denaro – che vela orma
materialmente il
carattere sociale
dei lavori privat
quindi i rapport i, e
i sociali tra lav
privati, invece d oratori
i disvelarli» (p. 1
54).
e n e r e c o s t i t u iscono
to g
«Forme di ques e g o r ie d e l l ’ec onomia
e cat
precisamente l f o r m e d i p ensiero
so n o
borghese. Esse , q u i n di o g g ettive,
lid e
socialmente va o d u z i o n e propri di
di p r
per i rapporti d u z i o ne sociale
o d i p r o
questo mod a p r o d uzione di
d a t o: l
storicamente 38
i » (p . 1 5 0 ).
merc

LEZIONE 1 / Merce e scambio
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Gli economisti classici hanno trattato il
valore come una cosa naturale e non come
una costruzione sociale nata nel contesto
di un particolare modo di produzione.

A Marx interessa la trasformazione


rivoluzionaria della società: un
rovesciamento della forma valore
capitalistica, ossia la costruzione di una
struttura alternativa del valore, che non
abbia la forma specifica che questa ha
assunto nel capitalismo.
39
LEZIONE 1 / Merce e scambio
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Nei mercati mondiali sono all’opera delle
forze astratte che dominano la società. Si
tratta di una forma di feticismo che
impedisce di vedere e capire cosa
realmente accade nel processo di
produzione delle merci.

Si tratta di un processo che trasforma


tutte le relazioni sociali tra persone in
relazioni materiali tra persone e
relazioni sociali tra le cose.
40
LEZIONE 2
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il de nar o

41
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Da una parte il denaro opera come misura
del valore (…) così come il valore lo era
già del tempo di lavoro socialmente
necessario. In questo ruolo esso deve avere
delle qualità ben precise, come quella di
fornire un’accurata ed efficiente misura
del valore.

Dall’altro lato il denaro deve anche


agevolare la proliferazione degli scambi
nel modo più semplice possibile.
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LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx distingue il denaro in quanto:

1.  misura del valore;


2.  mezzo di circolazione.

I due concetti possono entrare in tensione


tra loro: si sviluppa allora una terza
possibilità per il denaro come:

3.  moneta di credito.

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LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
Il valore non è in sé materialmente
espresso ma necessita di una
rappresentazione per regolare gli scambi.
Il valore viene espresso (o, meglio, risiede)
nella relazione tra merce denaro come
«forma fenomenica» del valore e tutte le
merci che vengono scambiate con essa.

Il valore delle merci è inconoscibile in


assenza di tale forma fenomenica.
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LEZIONE 2 / Il denaro
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1. Il denaro come misura del valore
Quando produco una merce non conosco il
suo valore prima di averla scambiata sul
mercato.

Fino ad allora ne ho solo una vaga idea,


sulla base della quale appendo l’etichetta
del prezzo.

Sarà però il potenziale acquirente ad


avere l’ultima parola.
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LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
Qualsiasi «merce denaro» (oro, argento, ecc.)
è tuttavia a sua volta soggetta a
fluttuazioni che ne intaccano il valore
«Se il valore del
l’oro diminuisse
once d’oro contin del 1000 , 12
uerebbero ad ave
più valore di un re dodici volte
’oncia d’oro, e nei
tratta appunto s prezzi si
oltanto del rapp
fra varie quanti orto reciproco
tà d’oro (…) l’oro
fissa dei prezzi in quanto scala
rende sempre gli
comunque il suo stessi servigi,
valore muti. Ma l
valore dell’oro n a variazione del
on pregiudica ne
funzione di misu mmeno la sua
ra del valore. Co
simultaneamente lpendo
tutte le merci, ta
parità di condizi le variazione, a
oni, ne lascia in
valori reciproci» variati tutti i
(p. 180). 46

LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
La merce denaro è:

1.  la misura del valore come incarnazione


del lavoro umano;
2.  la scala dei prezzi in quanto peso
stabilito di metallo (pregiato).

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LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
Una operazione successiva consiste nel
regolare i nomi monetari, organizzando il
sistema monetario «Poiché la
scala di misura d
e rendendolo è puramente conven el denaro
zionale, essa ha
bisogno di validi
stabile. Si tratta regolata per leg tà generale, viene
ge, suddividendo
di un compito ufficialmente un
a data parte di d
i
peso del metallo
svolto dagli d’oro, in parti al
nobile, p. es. un’o
iquote che ricevo
ncia
no
Stati centrali n o m i di battesimo lega
sterlina, tallero li, come lira
, ecc. (…) Così i p
e/o dalle unioni ossia le quantità
d’oro in cui sono
rezzi,
idealmente trasf
sovranazionali. merci, v
ormati i valori d
elle
engono ora espre
monetari della s ssi nei nomi
cala oro» (p. 182). 48

LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
Se io metto sul mercato la mia merce e le
assegno un prezzo, una seconda persona
porta anche lei una merce simile con
associato un altro prezzo e altri fanno lo
stesso, ci ritroviamo un mercato pieno di
prezzi differenti per lo stesso tipo di
merce. Il prezzo medio che verrà raggiunto
in una giornata dipenderà da quante
persone vogliono tale merce e quante
intendono venderla. Il prezzo sarà il
risultato della domanda e dell’offerta.
49
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
È attraverso questo meccanismo che emerge
un equilibrio dei prezzi.

Tale equilibrio, raggiunto quando domanda


e offerta si equivalgono, è ciò che gli
economisti chiamano prezzo naturale.

Ciò che le fluttuazioni realizzano nei


prezzi è una convergenza verso il lavoro
mediamente necessario per produrre una
merce.
50
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1. Il denaro come misura del valore
Una volta assegnato un prezzo, lo si può
ripetere con tutto, compresi i beni
immateriali. «la forma pr
ezzo, oltre ad am
possibilità di un mettere la
’incongruenza qu
grandezza di val antitativa tra
ore e prezzo (…)
anche un’antitesi può racchiudere
qualitativa per
cessi in generale cui il prezzo
di essere espress
sebbene il denaro ione di valore,
non sia che la fo
delle merci. rma valore
Cose che in sé e
per sé non sono m
coscienza, l’onore erci, come la
, ecc., possono per
possessori divent i loro
are venali e così
loro prezzo, rice , grazie al
vere forma di mer
cosa può avere u ci. Perciò una
n prezzo senza e
valore» (p. 180). ssere un
51
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
Lo scambio è una transazione nella quale
il valore subisce un cambio di forma.

M-D-M
Ora tutti gli scambi sono mediati dal
denaro. Si noti la differenza rispetto alla
forma propria del baratto:

M-M 52
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione

M-D-M
A prima vista questa catena appare
simmetrica – e dunque equivalente.
In realtà ciò che si svolge in questo
passaggio è completamente asimmetrico.

53
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
La parte M-D dello scambio, la vendita,
implica il cambio di forma di una merce
specifica in un equivalente universale.
è dunque un movimento dal particolare
all’universale.

La trasformazione da M in D è complicata
dalle condizioni della domanda e
dell’offerta presenti su un dato mercato in
un dato momento.
54
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
La parte D-M dello scambio, l’acquisto,
comporta un movimento dall’universale al
particolare. NON è l’inverso di M-D.

Scambiare denaro in merce è più facile.


Se non trovate ciò che desiderate, potete
sempre acquistare qualcos’altro.

Nel processo di scambio il valore muta


dallo stato di merce in denaro, per poi
trasformarsi nuovamente in merce.
55
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
Per Marx in questi passaggi vi è una
contradizione potenziale.
Non si tratta di quella tra il compratore e
il venditore (si tratta di ruoli che
mutano).

La contraddizione risiede nella


metamorfosi delle merci che sono in
partenza un valore di non-uso per il suo
venditore e, dopo l’acquisto, un valore d’uso
per il suo compratore.
56
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
Dov’è la contraddizione nella circolazione
delle merci?

Una merce acquistata, essendo un valore


d’uso per il suo consumatore, può «uscire
dalla circolazione».
Il denaro, invece, non può uscire dalla
circolazione, ma continua il proprio
movimento.

57
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
2. Il denaro come mezzo di circolazione
Marx si interessa allora all’analisi della
circolazione del denaro e individua tre
fattori:

1.  il movimento dei prezzi;


2.  la massa di merci circolanti;
3.  la velocità di circolazione del denaro.

La quantità di denaro necessaria per fare


circolare una data quantità di denaro è
funzione di questi tre fattori.
58
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito

«Con i primi svil


uppi della circol
merci, sorge la n azione delle
ecessità e la pas
conservare, immob sione di
ilizzandolo, il p
prima metamorfos rodotto della
i, la forma trasm
merce, la sua cri utata della
salide aurea. Si
per comprare mer vende merce non
ce, ma per sostitu
merce la forma de ire alla forma
naro. Da pura med
ricambio organic iazione del
o, questo cambiam
diventa fine in s ento di forma
é (…) Così il dena
pietrifica in tes ro si
oro, e il venditor
diventa tesauriz e di merci
zatore» (p. 217).

59
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
LA TESAURIZZAZIONE «Come valore d’us
o la merce soddis
un particolare b fa
isogno e
Perché le persone costituisce un pa
rticolare element
della ricchezza o
si comportano così? valore della mer
materiale. Ma il
ce misura il grad
Per Marx ciò della sua forza
di attrazione su
o
tutti gli element
avviene sia per ricchezza e, quin
i di questa
di, la ricchezza
l’attrazione per il sociale del suo p
occhi del semplic
ossessore. Agli
e possessore
potere indotta dal barbarico, il val
ore è inseparabil
dalla forma valo e
possesso di denaro, del tesoro aureo
re; l’accresciment
o
è incremento del
sia per necessità valore » (p. 217).

sociali.
60
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito

«L’impulso alla tesaurizzazione è per natura


smisurato. Qualitativamente, per la sua forma, il
denaro non ha confini, cioè è il rappresentante
universale della ricchezza materiale, perché
immediatamente convertibile in qualunque merce.
Ma, nello stesso tempo, ogni somma reale di denaro
è quantitativamente limitata; perciò è anche solo
un mezzo d’acquisto di efficacia circoscritta.
Questa contraddizione fra il limite quantitativo
e l’illimitatezza qualitativa del denaro
risospinge continuamente il tesaurizzatore verso
la fatica di Sisifo dell’accumulazione» (p. 220).

61
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
L’impulso alla tesaurizzazione prefigura
un altro percorso di circolazione in cui i
passaggi M-D-M sono rovesciati:

D-M-D
L’accumulazione di denaro è fine a se
stessa. Il denaro è una merce che può
divenire proprietà privata di chiunque. La
potenza sociale diviene perciò potenza
privata della persona privata. 62
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Nello schema precedente (M-D-M), la questione
consisteva nelle attività private implicate
nella produzione dell’equivalente
universale.

Qui invece, Marx sta descrivendo il modo in


cui i singoli possono impadronirsi dell’equi-
valente universale per i propri scopi.
Iniziamo a capire come avviene la concentra-
zione del potere, sia privato, sia di classe,
della forma monetaria. 63
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Questo processo – secondo Marx – non porta
a risultati positivi.
«la società antic
a denuncia il
denaro come la m
oneta
dissolvente del s
uo ordine
economico e moral
e (…) La società
moderna (…) salu
ta nell’oro,
questo Santo Gra
al, la
scintillante inca
rnazione del
suo più intimo se
greto di
vita» (p. 220).

64
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito

È affascinante riflettere sulle


potenzialità illimitate dell’accumulazione
monetaria. C’è, infatti, un limite fisico
all’accumulazione di valori d’uso.

Questo spiega il carattere espansionistico


del capitalismo e il fenomeno che oggi
nominiamo «globalizzazione».

65
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito

Il denaro tesaurizzato costituisce una


riserva che può essere messa in
circolazione se c’è uno sbalzo o
un’irregolarità nella produzione di merce e
può essere ritirata quando la quantità di
denaro necessaria per la circolazione
diminuisce.

66
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Il denaro può essere utilizzato anche come
mezzo di pagamento, creando una distanza
temporale tra lo scambio di merci e lo
scambio di denaro: la risoluzione
dell’affare avverrà in un secondo tempo,
con modalità fissate dalle parti
interessate allo scambio.
Le merci circolano sulla fiducia. La moneta
diventa moneta scritturale. Per fare
circolare la merce serve meno moneta.
67
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Il risultato è un nuovo tipo di relazione:
quella tra debitori e creditori che dà
luogo un diverso tipo di transazioni
economiche e una diversa dinamica sociale.

I ruoli di debitore e di creditore possono


cristallizzarsi, dando così origine a dei
rapporti di classe.

Il denaro è scambiato per avere altro


denaro: D-M-D
68
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Il capitale nasce quando il denaro viene
messo in circolazione per ottenere una
maggiore quantità di denaro.

Lo sviluppo del denaro come mezzo di


pagamento rende necessarie accumulazioni
di denaro per i termini di scadenza delle
somme dovute. Mentre la tesaurizzazione
come forma autonoma di arricchimento
scompare, cresce di pari passo nella forma
di fondi di riserva.
69
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
L’analisi di Marx ci fa capire i complessi
legami tra il valore e i modi in cui esso
viene rappresentato all’interno di un
sistema monetario.

Marx svela gli elementi fittizi e


immaginari presenti in quelle
rappresentazioni e nelle risultanti
contraddizioni, per mostrare come mai il
modo di produzione capitalistico non può
funzionare senza tali elementi.
70
LEZIONE 2 / Il denaro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
3. Il denaro come moneta di credito
Marx sostiene che non possiamo abolire il
feticismo: siamo condannati a vivere in un
mondo capovolto fatto da relazioni
materiali tra persone e relazioni sociali
tra cose.

71
LEZIONE 3
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Dal c apita
le
alla forza lavo
ro
72
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Nello scambio tra beni equivalenti (D-M-D),
il processo ha senso solo se ne risulta un
incremento di denaro (D-M-D+ D).

Tale incremento sarà definito da Marx


plusvalore (surplus value).

Da dove viene questo plusvalore, visto che


i passaggi D-M e M-D descrivono uno scambio
tra equivalenti?
73
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per Marx il valore inizialmente anticipato
non solo si conserva nella circolazione, ma
modifica in essa la propria grandezza di
valore, le aggiunge un plusvalore, cioè si
valorizza.

Questo movimento lo trasforma in capitale.

74
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per Marx il capitale non è un’entità ma un
processo di circolazione di valori
«il processo D-M-D
deve il suo conte
differenza quali nuto non a una
tativa tra i suoi
infatti sono entr estremi che
ambi denaro, ma u
loro differenza q nicamente alla
uantitativa. Alla
alla circolazion fine, si sottrae
e più denaro di q
fosse immesso all uanto se ne
’inizio: il cotone
100 sterline, per acquistato per
esempio, è rivend
cioè 110 sterline uto a 100 + 10,
. La forma comple
processo è perciò ta di questo
D-M-D’, dove D’ = D
somma di denaro + D, cioè la
inizialmente ant
incremento. Quest icipata più un
o incremento (…)
plusvalore» (p. 242 io lo chiamo
).
75
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitale è denaro utilizzato in un certo
modo (p. es., messo in circolazione o
sottratto dalla circolazione).
Il capitalista è sia il possessore di
denaro (ma qui coincide con il
tesaurizzatore), sia «il veicolo cosciente
della circolazione del denaro».
Il capitalista non si preoccupa dei valori
d’uso: è sufficiente essi che gli assicurino
plusvalore. 76
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitale è «valore in movimento».

«il valore è il so
ggetto di un
processo in cui, m
utando
continuamente le
forme di denaro
e di merce, esso m
uta la sua
grandezza, e si s
tacca in quanto
plusvalore da sé
in quanto
valore originari
o; si
autovalorizza» (p
. 246).

77
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
A cosa è dovuta questa crescita (o questa
decrescita)?

La tendenza è quella di ritenere che ciò


sia insito nella natura del denaro.

Marx vuole capire cosa si nasconde dietro


a questo feticcio.

78
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per Marx il capitale non è un’entità ma un
processo di circolazione di valori
«il valore ha bis
ogno in primo lu
autonoma mediant ogo di una forma
e la quale venga
sua identità con constatata la
se stesso. E possi
soltanto nel den ede questa forma
aro. Questo costit
punto di partenz uisce perciò il
a e il punto di a
processo di valor rrivo di ogni
izzazione: era 10
è 110 e così via (… 0 sterline, ora ne
) Qui il denaro co
una forma valore nta solo come
(ma) il denaro no
capitale senza a n diventa
ssumere la forma
Il capitalista sa della merce (…)
che tutte le merc
che possano appa i, per cenciose
rire, per cattivo
mandare, sono in odore che posson
fede e verità den o
taumaturgici per a r o (… ) mezzi
estrarre da dena
(p. 246). ro più denaro» 79

LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitale «esce dalla circolazione, vi
rientra, vi si conserva, ne esce ingrandito
e riprende sempre daccapo il medesimo
ciclo». Il senso del fluire è palpabile: il
capitale è un processo.
Marx afferma che bisogna cercare una
risposta al problema dell’origine del
plusvalore all’interno di un modo di
produzione capitalistico perfezionato e
geograficamente chiuso.
80
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx si interessa a queste tematiche
(quelle dei mercati mondiali), quando si
dedica alla comprensione generale del
ruolo dello Stato, del commercio estero, del
colonialismo.

Il plusvalore non può avere origine dal


mercato di scambio, senza considerare le
condizioni storiche o geopolitiche.

81
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Gli individui possono imporsi gli uni sugli
altri, vendendo al disopra del valore. Un
singolo capitalista può avere la meglio su
un altro, ma in questo caso il guadagno di
uno corrisponde alla perdita dell’altro;
non c’è alcun plusvalore generale.
Bisogna invece trovare un modo nel quale
tutti i capitalisti creino plusvalore. La
stabilità economica è uno di quei fattori
che può garantire loro un tasso di profitto
costante e vantaggioso. 82
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Una volta che il capitale industriale sarà
divenuto dominante, esso avrà bisogno del
capitale mercantile per vendere il
prodotto, e di quello produttivo di
interesse per risolvere i problemi degli
investimenti a lungo termine in capitale
fisso. Per realizzare tutto ciò la forma
principale di circolazione del capitale
deve sottomettere sia il capitale
finanziario, sia quello mercantile ai
propri fini.
83
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Il cambiamento d
i valore del dena
trasformarsi in c ro che deve
apitale non può
stesso denaro, pe avvenire in ques
rché come mezzo d to
mezzo di pagamen ’a c q uisto e come
to, esso realizza
della merce che c soltanto il prezz
ompra o paga, men o
nella sua propri tre, persistendo
a forma, si irrig
pietrificazione d idisce in
i grandezza di v
(…) Per estrarre alore invariabil
valore dal consu e
nostro possessore m o d i una merce, il
di denaro deve av
scoprire, entro la ere la fortuna di
sfera di circolaz
una merce il cui ione, sul mercato
valore d’uso poss ,
peculiare propri i e de esso stesso la
età di essere fon
consumo reale fo te di valore; il c
sse quindi esso s ui
di lavoro e perci t e s so oggettivazione
ò creazione di va
possessore di den lore. E il
aro trova sul mer
specifica – la ca cato una merce
pacità lavorativ
(p. 260). a, o forza lavoro
»

84
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La forza lavoro consiste nelle capacità
fisiche e mentali dell’uomo che gli
permettono di «congelare» valore nelle
merci. Per essere essa stessa una merce, la
forza lavoro deve avere certe
caratteristiche.
Innanzitutto, affinché il suo possessore la
possa vendere come merce, egli deve poterne
disporre, quindi «essere libero proprietario
della sua capacità lavorativa, della sua
persona». 85
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il concetto del “libero” lavoratore diventa
cruciale.
Quest’ultimo non può cedere la propria
persona; tutto ciò che può vendere sono le
capacità fisiche e mentali con le quali
crea valore.

«Egli deve gestire queste capacità per


alienare (…) la sua forza lavoro» in modo
però che con tale alienazione «non rinunci
alla proprietà su di essa».
86
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitalista non possiede il lavoratore,
ne possiede la capacità di lavorare e di
produrre valore.
«(la condizione p
erché) il
possessore di den
aro trovi la
forza lavoro già
pronta sul
mercato come merc
e, è che il suo
possessore anzic
hé vendere merci
in cui il suo lav
oro si è
oggettivato, debb
a offrire in
vendita come mer
ce la propria
forza lavoro, che
esiste soltanto
nella sua corpor
eità vivente» (p.
246).

87
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò significa che i lavoratori non hanno
la possibilità di lavorare per se stessi.

e r t r a s f or m a r e denaro in
«P
ssore del
capitale, il posse
d e v e t r o v a r e s u l mercato
denaro o r e libero;
c i i l l a v o r a t
delle mer
senso che
libero nel doppio
ona dispone
quale libera pers
a s u a f o r z a l a v oro come
dell parte,
m e r c e e , d ’a l t r a
propria v e ndere, è
l t r e m e r c i d a
non ha a
e s p o g l i o, l i b e r o da tutte le
nudo
er la
cose occorrenti p
l i zz a z i o n e d e l l a sua forza
rea
).
lavorativa» (p. 262
88

LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò significa che il lavoratore deve essere
già stato espropriato dei mezzi di
produzione.

Le popolazioni indigene e contadine sono


state espropriate dall’accesso ai mezzi di
produzione e proletarizzate.

89
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx assume che la proletarizzazione sia
sia avvenuta e che il funzionamento del
mercato del lavoro sia già un dato di fatto.
Ma: «La natura non produce da un lato possessori
di denaro o di merci e, dall’altro, puri e
semplici possessori delle proprie forze di
lavoro. Questo rapporto non appartiene alla
storia naturale, né tantomeno, è un rapporto
sociale comune a tutti i periodi storici: è
chiaramente esso stesso il risultato di uno
sviluppo storico antecedente, il prodotto di
tutta una serie di rivolgimenti economici, del
tramonto di una lunga catena di più antiche
formazioni della produzione sociale» (p. 262).

90
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La forza lavoro è una merce particolare: è
l’unica capace di creare valore.

Il lavoratore fa parte del ciclo M-D-M,


mentre il capitalista di quello D-M-D’. Il
lavoratore può dirsi soddisfatto dello
scambio di equivalenti, perché ciò che
concerne il ciclo M-D-M è il valore d’uso.

Il capitalista deve invece guadagnare


plusvalore dallo scambio di equivalenti.
91
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Cosa stabilisce il valore della forza lavoro
come merce?
«Il valore
della forz
quello di a lavoro, c
ogni altra ome
determinat merce, è
o dal temp
necessario o di lavor
alla produ o
anche alla zione», qui
riproduzio ndi
articolo s ne, di ques
pecifico (… to
necessario ) Il tempo
alla produ di lavoro
lavoro si zione dell
risolve qu a forza
lavoro nec i n d i nel temp
essario a o di
mezzi di s produrre q
ussistenza uesti
della forz . O v v ero, il val
a lavoro è ore
di sussist il valore
enza neces dei mezzi
conservazi sari alla
one del su
o possesso
re (p. 264).
92
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il valore della forza lavoro è fissato da
quello di tutte le merci necessarie a
riprodurre le condizioni vitali del
lavoratore.

Sommiamo il valore del pane, delle


magliette, delle scarpe e di tutte le cose
necessarie al lavoratore per vivere e
questo insieme di merci è ciò che determina
il valore della forza lavoro.

93
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Il volume di cos
iddetti bisogni
necessari, così co
me il modo di
soddisfarli, è a s
ua volta un
prodotto della st
oria, quindi dipe
in larga misura nde
dal grado di civi
di un Paese, e, fr ltà
a l’altro,
essenzialmente d
alle condizioni i
cui, e dalle abitu n
dini ad esigenze
vita con cui, la c di
lasse dei
lavoratori liberi
si è venuta
formando. Contrar
iamente alle altr
merci, la determi e
nazione del valo
della forza lavo re
ro include un
elemento storico
e morale» (p. 265).

94
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Questo implica che il valore della forza
lavoro non è indipendente dalla storia
delle lotte di classe.

Il «livello di civiltà di un paese» varierà


in base al tipo di riforme borghesi.

Ogni società borghese ha dei valori civili,


e questi giocano un ruolo importante nello
stabilire il valore della forza lavoro.

95
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Detto diversamente, Marx sostiene il
principio secondo il quale esiste una
totalità di merci che fissa il livello di un
salario ragionevole, in una data società e
in un dato momento storico.

Diversamente dal fatto che il capitalista


paga le materie prime in anticipo alla
loro trasformazione, nei confronti della
forza lavoro egli paga i fornitori della
merce-lavoro solo al termine del lavoro.
96
LEZIONE 3 / Dal capitale alla
forza lavoro
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il valore della forza lavoro è estremamente
variabile non solo a seconda dei bisogni
dei lavoratori, ma anche della loro coscien-
za di classe e delle circostanze storiche.

Lo sfruttamento della forza lavoro in Cina


fa abbassare il volume di quella statuni-
tense, e ciò spiega la riluttanza della
classe capitalistica a erigere barriere o
fissare tasse doganali per le merci cinesi:
ciò vorrebbe dire innalzare il costo della
vita negli USA e aumenti di salario.
LEZIONE 4
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il proce sso di
lavoro e la
produzione di
plusvalore 98
LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -

99
LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il valore non è una categoria universale,
ma nasce con il capitalismo.

«il lavoro è (…) p


er l’uomo, una
condizione di esi
stenza a
prescindere da og
ni forma
sociale; una nece
ssità naturale
eterna per media
re metabolismo
fra uomo e natur
a e perciò la
stessa vita uman
a» (p. 273).

LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx non fa una distinzione tra uomo e
natura.

Nella visione di Marx non esiste una


separazione netta nel processo di lavoro.
Tutto fa parte, in modo dialettico di un
«metabolismo» nel quale è impossibile
separare l’umano dal naturale.
LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Non possiamo trasformare ciò che ci
circonda senza trasformare noi stessi e non
possiamo trasformare noi stessi senza
trasformare ciò che ci circonda.
c o n f r o n t i della
ce nei
«l’uomo agis n a t u r a l e come una
ria
stessa mate M e t t e i n m oto forze
tura.
forza di na r te n e n t i a lla sua
ppa
naturali a c i a e g a m b e, testa e
brac ia in
corporeità, i l a m a t e r
o , p e r a p p ropriars a sua
man b i l e p e r l
n a f o rm a utilizza vimento
u q u e s t o m o
o con
vita. Agend s t e r na, e
t u r a e
sulla na g l i m o d i f i ca nello
ola, e
modificand o p r i a n a t u ra» (pp.
o la pr
stesso temp
273-274).

LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx descrive il processo lavorativo come
condizione universale dell’esistenza umana.

Distingue tre elementi fondamentali:

1.  l’attività utile (il lavoro in sé);


2.  il suo oggetto;
3.  il suo mezzo.
LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx parte inizialmente dall’oggetto,
identificandolo nella terra.
Poi distingue tale natura dalle materie
prime (create o estratte dall’uomo), proprie
di un mondo che è già stato parzialmente
trasformato.
Ne consegue che gli esseri umani hanno
trasformato sia la terra, sia gli strumenti
del lavoro in base ai loro coscienti
propositi.
LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La trasformazione di oggetti in strumenti
di lavoro ha delle conseguenze per le
nostre relazioni sociali e viceversa: come
cambiano le nostre relazioni sociali, così
deve mutare la nostra tecnologia e come
questa cambia, mutano le nostre relazioni
sociali.

Questo significa che esiste una relazione


dialettica tra la tecnologia e le relazioni
sociali.
LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il processo lavorativo dipende non solo
dall’estrazione delle materie prime ma
anche dall’edificazione di terreni, strade,
infrastrutture urbane (la cosiddetta
“seconda natura”.
Il lavoro è un processo che trasforma
qualcosa in qualcos’altro.
Come il capitale è un processo di
circolazione il lavoro è un processo di
produzione di valori d’uso.
LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Nella nostra epoca una grande quantità di
lavoro passato è “conservata” nei campi,
nelle città e nelle infrastrutture.
Questo fenomeno è chiamato produzione
congiunta.
Si pone il problema di stabilire il tipo di
relazioni tra i prodotti del lavoro passato
e quelli di attività lavorative recenti. Il
problema si pone anche con le macchine:
«una macchina che non è attiva è inutile».
LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
È quindi il contatto con il lavoro vivo a
resuscitare il valore del «lavoro morto
congelato nei prodotti del passato».
Questo stabilisce una distinzione cruciale
tra il consumo produttivo e quello
individuale .
Il primo è lavoro passato che viene consu-
mato in un processo lavorativo presente per
creare un valore d’uso interamente nuovo; il
secondo, invece, è ciò che viene consumato
dalle persone per il proprio sostentamento.
LEZIONE 4 / Il processo di lavoro
e la produzione di plusvalore
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per Marx sono due le condizioni per la
compravendita della forza lavoro .
La prima è che il lavoratore lavora sotto il
controllo del capitalista, al quale il suo
lavoro appartiene.
La seconda è che tutto ciò che il lavoratore
produce appartiene al capitalista.
Queste due condizioni comportano un fenome-
no di alienazione e permettono al capitali-
sta di organizzare il processo di produzione.
Il modo di produzione capitalista
D - - - - - - - - - - - - - - - - -
= Denaro

FL
M = Merce
FL = Forza Lavoro
MP = Mezzi di Produzione
L = Lavoro
M’ = Merce lavorata
d = Profitto
t = tempo
s = spazio

D M L M’ D+ d

MP
t
110
LEZIONE 5
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La
giornata lavora
tiva

5
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Qui Marx focalizza la propria attenzione
sulla lotta di classe: il suo intento è
farci capire come un modo di produzione
(capitalistico) implichi necessariamente
delle lotte di classe.

Fondamentale, su questo punto, è la


distinzione tra:
1.  valore del lavoro;
2.  valore della forza lavoro.
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
1.  il valore del lavoro spiega come il
tempo di lavoro socialmente necessario
sia «congelato» nelle merci del
lavoratore;

2.  il valore della forza lavoro è invece il


valore di questa merce venduta sul
mercato come forza lavoro. Se è vero che
è una merce come tutte le altre, ci sono
tuttavia elementi storici e morali che
la rendono peculiare.
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il plusvalore – abbiamo già detto – nasce
dal fatto che i salariati lavorano un
numero di ore superiore a quello richiesto
per produrre l’esatto corrispettivo della
propria forza lavoro.
Quante ore in più?
Questo dipende dalla lunghezza della
durata della giornata lavorativa.
Questa durata non è negoziabile sul
mercato sotto forma di scambio di
equivalenti (come nel caso dei salari).
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Si tratta (nel caso della giornata
lavorativa) di una quantità fluida
L’estensione della giornata lavorativa
dipende dal livello di civiltà di volta in
volta raggiunto. ornata, la
p a r te della gi
«Durante u n a
m a n e r e i n riposo,
r o deve r i
f o r z a l a v o
r a , l ’u o m o deve
a nte un’al t
; d u r
dor m i r e
t r i b i s o g n i fisici,
al Oltre
soddisfare t i r s i , e c c .
a v arsi, ves
nu t r i rs i , l
u r a m e n t e fisico, il
mite p
a questo li e l l a g i o rnata
nto d
prolungame c on t r o b a rriere
urta
lavorativa -337).
l i » (p p . 3 3 6
mora

LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Il capitalista
ha comprato la
suo valore di u forza lavoro a
n giorno: a lui l
una giornata l appartiene, per
avorativa, il s
quindi acquisi uo valore d’uso
to il diritto d . Ha
sé l’operaio du i f are lavorare p
rante una gior er
giornata lavor nata. Ma cos’è u
ativa? In ogni na
giorno natural c a s o , meno di un
e di vita. Di qu
limite necessar anto? (…) Sul
io della vita l
capitalista ha avorativa, il
le sue brave id
capitalista, eg ee. Come
li non è che ca
personificato. pitale
La sua anima è
capitale. Ma il l’anima del
capitale conos
impulso vitale ce un unico
; la spinta a v
generare plusv alorizzarsi, a
alore, a succhi
parte costante are con la sua
, coi mezzi di p
più grande pos roduzione, la m
sibile di plusl assa
è lavoro morto a v o ro. Il capitale
che si rianima
vampiro, solo a , a guisa di
ssorbendo lavo
esso vive, quan ro vivo; e tant
to più ne succh o più
ia » (p. 337).
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Esigo una
giorna t a
, e
l a
l
v
a
o
e
r a
s i
tiva di
g o senza
normale é, in
lunghezza u o r e , p e r c h
e a p p e l l o al tuo c e n t o tace.
fa r s e n t i m
s t i o n i d i borsa, il o modello,
que c i t t a d i n
t r a i e ssere un
T u p o
d e l l a l e ga per la
magari soci
o
l i , p e r g i u nta in
e g li anima
prot e z io n e d
i n p e t t o alla cosa
o r e d i s a n tità; ma i c o n fronti,
od i m i e
t u r a p p r e senti ne igo la
che o r e (… ) E s
essun cu
non batte n o r m a l e p e r ché,
r n a t a l a v orativa n s igo il
gio n d i t o r e , e
ltro ve
come ogni a a m e r c e » (p. 339).
a mi
valore dell

I lavoratori rispondono a queste condizioni.
Notate che essi assumono la propria posizione
in base alle leggi dello scambio: Marx non sta
sostenendo l’abolizione del sistema dei salari
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«L’operaio, quan
do pretende di
giornata lavor limitare la
ativa a una ce
grandezza norm rta
ale, difende i p
diritti di vend ropri
itore. Si ha qu
antinomia, diri i una
tto contro diri
egualmente san tto, entrambi
citi dalla legg
scambio di merc e dello
i. ma fra egual
decide la forza i diritti
. Così, nella st
produzione cap oria della
italistica, la
regolamentazio
ne della giorn
lavorativa si ata
configura come
limiti della gi lotta per i
ornata lavorat
lotta tra il ca iva – una
pitalista colle
la classe dei c ttivo, cioè
apitalisti, e la
lavoratori» (p. classe dei
340).

LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il problema della lunghezza della giornata
lavorativa non può essere risolto attraverso
i diritti e le leggi dello scambio.
Questi problemi possono essere risolti solo
attraverso le lotte di classe, dove la «forza»
ha l’ultima parola sui «diritti».
Questo significa che molte delle questioni e
contraddizioni sociali non si possono
risolvere in termini di «diritti», ma vanno
riformulate nella prospettiva della «lotta
di classe».
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Forza» non significa necessariamente
forza fisica, ma soprattutto «forza
politica».
Ancora oggi assistiamo a battaglie
politiche sulla lunghezza della giornata
lavorativa, sulla questione delle «ferie»
pagate e sull’età pensionabile.
Il «tempo» è la dimensione centrale di
questo conflitto. Il suo controllo non può
essere scambiato: deve essere acquisito con
la forza.
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
t e m p o »
t o m i d i
t o d a a
co m pos
f i t to è
«Il p r o

I capitalisti cercano di catturare, nel


processo di produzione, ogni momento del
tempo del lavoratore
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La fissazione di una giornata lavorativa
normale è il risultato di una lotta
plurisecolare tra capitalista e salariato.

La nozione di temporalità, associata alle


lancette dell’orologio e all’idea di «atomi
di tempo» non è innata.

L’ora è stata fissata nel XII Secolo e i


minuti e i secondi divennero unità di
misura comuni solo nel XVII Secolo.
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Si tratta di invenzioni sociali, non di
grandezze naturali, frutto del passaggio
dal feudalesimo al capitalismo.

Quando Foucault (1978) parla della


governamentalità si riferisce al momento
in cui le persone hanno interiorizzato un
certo senso della temporalità. Da quel
momento in poi diventiamo tutti prigionieri
di questo specifico senso della temporalità
e delle pratiche che esso porta con sé.
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«(…) queste cla
usole minuzios
il periodo, i li e, regolanti
miti e le pause
con uniformità del lavoro,
militaresca, al
della campana, suono
non furono per
prodotto di arz nulla il
igogoli parlam
maturarono gra entari:
dualmente dai
modo di produz rapporti del
ione moderno c
naturali. La lo ome sue leggi
ro formulazion
riconoscimento e, il loro
ufficiale e la
proclamazione loro
da parte dello
furono il risu Stato,
ltato di aspre
classe» (p. 396). lotte di

LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Secondo Marx l’operaio tratta i mezzi di
produzione come semplice mezzo e materia
della propria attività produttiva.

Per esempio: in una conceria l’operaio


tratta le pelli come semplice oggetto del
suo lavoro. Non è al capitalista che egli
concia la pelle.
Le cose appaiono in una luce diversa non
appena consideriamo il processo di
produzione dal punto di vista del processo
di valorizzazione.
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Secondo Marx l’operaio tratta i mezzi di
produzione come semplice mezzo e materia
della propria attività produttiva.

Per esempio: in una conceria l’operaio


tratta le pelli come semplice oggetto del
suo lavoro. Non è al capitalista che egli
concia la pelle.
Le cose appaiono in una luce diversa non
appena consideriamo il processo di
produzione dal punto di vista del processo
di valorizzazione.
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Nel processo di valorizzazione i mezzi di
produzione si trasformano subito in mezzi
per succhiare il lavoro altrui.

Non è più l’operaio che utilizza i mezzi di


produzione; sono i mezzi di produzione che
utilizzano l’operaio.
Invece di essere da lui consumati come
elementi materiali della sua attività
produttiva, essi lo consumano come fermento
del loro processo vitale.
LEZIONE 5 / La giornata lavorativa
- - - - - - - - - - - - - - - - -
c h e i n g e n e r e di notte
fici
«Fonderie e opi o n s u c ch i ano lavoro
n d i n
riposano e qui i t a l i s ta “pura
r il c a p
vico sono, pe d e r i e e fabbricati
i ò f o n
perdita”. Perc o l o d i d i ritto al
un “t i t
costituiscono l l ’o p e r a i o . L a pura e
o” d e
lavoro notturn o n e d e l denaro nei
o r m a z i
semplice trasf p r o cesso di
e t ti v i d e l
fattori ogg m a q u e s ti ultimi in
r a s f o r
produzione, t t i t o l i d i imperio
to e i n
titoli di dirit l a v o r o a l t r ui » (p. 430).
l plu s
sul lavoro e i

LEZIONE 6
- - - - - - - - - - - - - - - - -
svalore
Il plu
relativo
23
LEZIONE 6 / Il plusvalore relativo
- - - - - - - - - - - - - - - - -
r e d el l a f o r z a lavoro si
«Il valo d i u na certa
l v a l o r e
risolve ne
di m e z z i d i s ussistenza.
somma o l valore di
c i ò v a r i a c
Esso per
è con la
tali mezzi, cio o di lavoro
z z a d e l t e m p
grande «Per
d
a loro forza iminuire
richiesto per l i
produzione» (p.
266). l’aum lavoro, è l valore
e n d
s’imp nto della ecessari ella
ad o
d’ind ronisca forza pro che
u d dutti
deter stria i c ei rami va
mina ui pr
forza no il odott
v i
appa lavoro e alore del
r q la
mezz tengono a uindi
i l
consu di sussis la cerchi
etudi te a dei
nari nza
» (p. 4
37).
LEZIONE 6 / Il plusvalore relativo
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il fenomeno Walmart e il prezzo al ribasso
delle importazioni dalla Cina sono accolti
positivamente, perché riducono il costo
della vita della classe operaia.
Lo scarso aumento dei salari degli operai
negli ultimi trent’anni è reso digeribile
dal fatto che la quantità di beni che essi
possono acquistare è cresciuta.
L’esitazione nel bloccare le importazioni a
buon mercato deriva dal bisogno di
mantenere stabile il valore della forza
lavoro.
LEZIONE 6 / Il plusvalore relativo
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Misure di questo tipo sono denominate
«strategie di classe» e sono direttamente
gestite dallo stato per ridurre il valore
della forza lavoro.

Per ridurre il valore della forza lavoro i


capitalisti possono manipolare il
plusvalore relativo.
LEZIONE 6 / Il plusvalore relativo
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il valore di una merce è fissato dal tempo
di lavoro socialmente necessario che, nelle
condizioni di produzione socialmente
normali e col grado sociale di destrezza e
intensità del lavoro di volta in volta
esistenti, si richiede per produrre un
valore d’uso qualsiasi.

Cosa succede se un singolo capitalista si


allontana dalla media e mette in piedi un
sistema di produzione super-efficiente?
LEZIONE 6 / Il plusvalore relativo
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Si determinerà:
-  un aumento della produttività di chi ha
investito in nuove tecnologie;
-  un calo dei prezzi;
-  una redistribuzione del plusvalore a chi
ha investito in nuove tecnologie;
-  un allineamento degli altri capitalisti;
-  una diminuzione del tempo di lavoro
socialmente necessario congelato nella
merce
-  la realizzazione di un plusvalore effimero
o plusvalore di classe. Esso matura per
tutti i capitalisti.
LEZIONE 6 / Il plusvalore relativo
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Questo è il dinamismo tecnologico del
capitalismo.
Ciò implica:
1.  La tecnologia è fonte di plusvalore
relativo;

2.  Un miglioramento degli standard di vita


(più facile accesso ai beni di consumo) è
perfettamente coerente con l’aumento del
tasso di sfruttamento ( p / v ).
LEZIONE 7
- - - - - - - - - - - - - - - - -
rivela
Cosa
la tecn o l o gi a

30
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx aveva letto L’evoluzione della specie
di Charles Darwin (1859) e ne era rimasto
impressionato.

Nella prefazione alla prima edizione del


Capitale (1867), Marx afferma che il suo
punto di vista «concepisce lo sviluppo
della struttura economica della società
come un processo di storia naturale e non
considera l’individuo responsabile di
condizioni delle quali egli resta
sostanzialmente il prodotto».
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Darwin ha ric
hiamato l’inter
storia della te esse sulla
cnologia natur
sulla formazio ale, cioè
ne degli organ
pianta e dell’a i della
nimale come st
produzione del rumenti di
la loro vita: n
forse eguale a on merita
ttenzione la st
formazione deg oria della
li organi prod
dell’uomo socia uttivi
le, che costitui
materiale di qu scono la base
alunque organ
della società? izzazione
E non sarebbe
ricostruirla, d più facile
al momento che
Vico, la storia , come dice
umana si disti
storia natural ngue dalla
e perché noi no
fatto la second n abbiamo
a e abbiamo fa
prima?» (pp. 502 tto la
-503).

LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Seguendo Benjamin Franklin, Marx ha
definito l’essere umano come un «animale
che fabbrica utensili». truttur
a
c h e la s
m p o r t a nz a
c o n o s c enza
sa i r la
«La stes ti ossei ha pe e c i e a nimali
er di sp
dei rep i z z a z i o n e
i m e z zi di
a n i d
dell’org anno i repert f o r m azioni
, h izio s u sa fa,
estinte l g i u d N o n c o
per i p arse.
lavoro o m i c h e s c om
d i l a v oro la
on zi
socio-ec con quali mez o n o m ic he.
ma come
e
l e e p o che ec a nto i
i n g u e n s ol t
ist no
si fa, d i lavoro sono d e l l a forza
I mezzi
d
l o s v i luppo
m e t r i del i n d i ci dei
gra d i
n a , m a gl i
m b i t o l’uomo
uma cui a
lavoro socia l i n e l
p p o r t i
ra ( p . 437).
»
lavora

LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Per Marx è molto importante l’idea che ci
sia stato un processo di evoluzione umana
nel quale possiamo distinguere cambiamenti
radicali non solo nelle tecnologie ma anche
nei modi di produzione nel loro complesso.

Il capitolo sulle macchine e la grande


industria dovrebbe essere letto come una
storia dell’evoluzione tecnologica dell’uomo.
In esso viene affrontato come una storia
dell’evoluzione tecnologica dell’uomo.
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
In questa proposizione
«La tecnologia
svela il ci sono alcuni
comportamento
dell’uomo nei c
attivo
onfronti
concetti importanti:
della natura, i
l processo di
produzione imm
ediato della
sua vita e, qui
ndi, anche
1.  la tecnologia;
dei suoi rappo
delle idee che
rti sociali e 2.  la natura;
ne
provengono» (p.
503). 3.  la produzione;

4.  la vita quotidiana;
5.  le relazioni sociali;
6.  le idee.
Questi concetti non sono statici, ma in
movimento
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx scrive che la tecnologia «svela», non
«determina». Ciò è compatibile con il suo
approccio dialettico.

le tecnologie e le forma organizzative


«interiorizzano» un certo rapporto con la
natura, determinati rapporti sociali, idee,
processi lavorativi e modelli di vita
quotidiana.

I concetti prima elencati «interiorizzano»


qualcosa legato alla tecnologia.
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx scrive che la tecnologia «svela», non
«determina». Ciò è compatibile con il suo
approccio dialettico.

Le tecnologie e le forma organizzative


«interiorizzano» un certo rapporto con la
natura, determinati rapporti sociali, idee,
processi lavorativi e modelli di vita
quotidiana.

I concetti prima elencati «interiorizzano»


qualcosa legato alla tecnologia.
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitalismo è tecnologicamente
innovativo: non abbiamo la possibilità di
scegliere se innovare o no, perché la
struttura del capitalismo ce lo impone.

L’unica domanda interessante è: «come


avverrà la crescita e con quali cambiamenti
tecnologici?».

Il capitalismo richiede un’organizzazione


legislativa adeguata per essere operativo a
tutti gli effetti.
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Solo con l’invenzione della seconda
macchina a vapore di Watt, o a doppio
effetto, si è trovato un motore primario che
produce esso stesso la propria forza
motrice alimentandosi d’acqua e di carbone;
il cui potere energetico è interamente
controllabile dall’uomo; che è mobile a
mezzo di locomozione, urbano e non rurale
come la ruota idraulica; che permette,
diversamente da questa, di concentrare la
produzione nelle città, invece di
disperderla nelle campagne; che è di
applicazione tecnologica universale, e non
è condizionato nella sua ubicazione, se
non in misura relativamente secondaria, da
circostanze locali» (pp. 508-509).

LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Via via che le invenzioni aumentavano e la
domanda di macchinario perfezionato
cresceva, si sviluppavano, da un lato la
differenziazione della fabbricazione di
macchine in molteplici rami indipendenti,
dall’altro la divisione del lavoro
all’interno delle manifatture per la
produzione di macchine.

I rapporti sociali erano in piena


trasformazione.

.
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
t t u r a l a b a s e tecnica
manifa
«Vediamo nella n d e i n d u s t r ia. Questa
a g r a
immediata dell i n a r i o , che ha
m a cc h
ha prodotto il o p p i a n t a r e l ’a zienda
sta di s
permesso a que u r i e r a n e l l e sfere di
nifa t t
artigiana e ma i e r a p e r la prima
c u i s
produzione di e g u e c h e l ’i n d ustria
ita. Ne s
volta impadron n a t u r a l m en t e su una
erett a
meccanica si è s a i n a d e guata; era
a e s
base materiale e , a u n c e r to grado di
bile c h
perciò inevita s se q u e s t a b a se, prima
uziona
sviluppo, rivol t a e p o i u lt eriormente
pr o n
trovata bell’e f o r m a o r ig i n aria, e se
a sua
elaborata nell v a , c o r r i s pondente al
n u o
ne creasse una u z i o n e » (p p . 508-509).
i pr o d
proprio modo d

LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Le contraddizioni che erano sorte nel
periodo manifatturiero e artigiano non
potevano risolversi a causa del tipo di
tecnologia esistente.

Vi era una pressione notevole affinché


emergessero nuove tecnologie.

Il capitalismo arrivò a creare una nuova


base appropriata al proprio modo di
produzione.
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Il rivoluzionamento del modo di produzione
di una sfera dell’industria determina il suo
rivoluzionamento nelle altre».

Marx ha utilizzato il termine modo di


produzione capitalistico per distinguerlo
da quello feudale.

In questo caso, si tratta del modo di


produzione all’interno di una industria
specifica.
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
I due modi di produzione (quello generale e
quello specifico) sono in stretto rapporto
tra loro.
Il modo di produzione specifico crea nuovi
modelli di macchina, che sono coerenti con
il modo di produzione considerato nella sua
accezione generale.
«La filatura meccanica ha reso necessaria
la tessitura meccanica, e tutt’e due insieme
la rivoluzione meccanico-chimica del
candeggio, della stampa e della tintoria».
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Effetti di ricaduta tra segmenti diversi di
un sistema produttivo creano trasformazioni
che si consolidano reciprocamente,
imponendo una rivoluzione anche nelle
condizioni generali del processo di
produzione sociale, nei mezzi di
comunicazione e di trasporto.

Questo introduce un tema che Marx, nei


Grundrisse, chiamerà: «l’annullamento dello
spazio mediante il tempo».
LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La capacità di produrre macchine con altre
macchine rappresenta la fondazione tecnica
del modo di produzione capitalista.
t a c o s tretta
s t r i a è sta
r a n d e ind u
u o m e z zo di
«La g n i r s i del s c h i na , e a
r o c
a impad e, la stessa ma chine: solo
r o d u z i on e c o n mac
p
u r r e m acchin ta una
prod i è c r e a a t a, e ha
s u
in tal
modo
t e c n i ca adeg e sue
t o s t r u ttura n a r e c on l
sot
p o t u t o cammi
quindi 437).
b e » ( p .
gam

LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Come macchinario, il mezzo di lavoro riceve
un modo di esistenza materiale che esige la
sostituzione della forza umana con forze
naturali, e la routine basata
sull’esperienza con l’impiego deliberato
della forza fisica». l’articolazione
«Nella manifattura,
sociale è
del processo produttivo
mbinazione
puramente soggettiva, co
sistema di
di operai parziali; nel
stria
macchine, la grande indu
di
possiede un organismo
oggettivo,
produzione totalmente
’e pronto
che l’operaio trova bell
e della
come condizione material
produzione» (p. 520).

LEZIONE 7 /
Cosa rivela la tecnologia
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Effetti di ricaduta tra segmenti diversi di
un sistema produttivo creano trasformazioni
che si consolidano reciprocamente,
imponendo una rivoluzione anche nelle
condizioni generali del processo di
produzione sociale, nei mezzi di
comunicazione e di trasporto.

Questo introduce un tema che Marx, nei


Grundrisse, chiamerà: «l’annullamento dello
spazio mediante il tempo».
LEZIONE 7
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Macch
ine
e gra
indus nde
tria
49
LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Le macchine – però –
il
«La tecnologia svela sono un bene che deve
comportamento attivo
dell’uomo nei confron
ti essere pagato. Se tale
esso di
della natura, il proc
produzione immediato
della durata è x anni, allora
che
sua vita e, quindi, an
ali e
1/x del valore della
dei suoi rapporti soci
delle idee che ne
macchina dovrà finire
provengono» (p. 503). ogni anno nel prodotto.

Questo pone un limite: il deprezzamento del


valore della macchina dovrebbe essere
minore del valore che essa rimpiazza

LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Se negli Stati Uniti i costi del lavoro sono
alti rispetto alla Gran Bretagna, allora in
America l’incentivo a impiegare la macchina
è maggiore. A partire dagli anni Settanta, il
potere dei sindacati nella Germania Ovest
ha tenuto alti i salari producendo forti
incentivi all’innovazione tecnologica.
L’economia tedesca guadagnò un plusvalore
relativo rispetto al resto del mondo grazie
alla superiorità tecnologica, ma le innova-
zioni connesse al risparmio del lavoro
produssero una disoccupazione strutturale
LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Le tecnologie non sono neutrali rispetto al
contesto sociale generale. Si pone il
problema della natura classista delle
tecnologie.

Quindi i capitalisti costruiscono


consciamente nuove tecnologie come
strumento di lotta di classe.

Marx introduce l’idea della disoccupazione


indotta dalla tecnologia.
LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Se attraverso la tecnologia i capitalisti
risparmiano capitale variabile assumendo
meno lavoratori, cosa fanno successivamente
del capitale risparmiato?
I capitalisti finiscono necessariamente per
produrre surplus i qualcosa e hanno poi il
problema di cosa farne. Se non riescono a
trovare il modo di utilizzarlo, avranno
seri problemi.
LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
I capitalisti
«Il primo risultato possono operare
dell’introduzione del
scere il attraverso
macchinario è di accre
esso
plusvalore e, nello st
tempo, la massa di pr
odotti in l’espansione del
ta;
cui esso si rappresen commercio estero o
, con la
quindi di ingrandire
sostanza e le sue app
endici si estendendo il
ceti
nutrono, questi stessi lavoro di industria
sociali» (p. 588).
in infrastrutture,
che receranno i
propri frutti in un
avvenire lontano
LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Una ulteriore soluzione al surplus è
realizzata attraverso spostamenti temporali
e spaziali.
nuova
«(il risultato è) una
ale del
divisione internazion
alle
lavoro corrispondente
ndustria
sedi principali dell’i
una
meccanizzata, per cui
trasforma
parte del pianeta si
e
in campo di produzion
ola per
prevalentemente agric
mpo di
l’altra parte quale ca
mente
produzione prevalente
industriale» (p. 595).

LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - -
I capitalisti preferiscono avere la
- - -
possibilità di scegliere tra i vari sistemi
del lavoro. Se non riescono a ottenere
abbastanza profitto dal sistema di
fabbrica, allora tornano a un sistema di
produzione domestico.
La competizione tra sistemi di lavoro
differenti diventa un’arma che il capitale
usa contro il lavoratore nella lotta per
ottenere plusvalore.
Il sistema di fabbrica non sempre lavora a
favore del capitalismo.
LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Lo sfruttamento «sfacciato» è la
caratteristica di queste forme «moderne» di
lavoro a domicilio, in parte perché «la
capacità di resistenza degli operai
diminuisce con la loro dispersione», in
parte perché «tutta una serie di parassiti e
predoni si inserisce fra il vero e proprio
datore di lavoro e l’operaio».
LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il grande capitale supporta spesso le
applicazioni rigorose di tutti i sistemi di
regolamento che riguardano, ad esempio, la
sicurezza occupazionale e la salute, in
particolare se le piccole imprese non
possono occuparsene; ciò lascia infatti
l’intero campo libero per le gradi aziende.

Le grandi industrie sfruttano la


regolamentazione per eliminare la
concorrenza.
LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La grande industria gioca un ruolo
importante nel dissolvere «la base economica
del vecchio regime familiare e del lavoro
domestico ad esso corrispondente», così come
nel dissolvere anche gli antichi rapporti
tra genitori e figli e ha limitato gli abusi
dei padri che derivavano dal sistema «di
nicchia» È stato il modo di sfruttamento
capitalistico a trasformare in abuso
l’autorità dei genitori sopprimendo la base
economica ad essa corrispondente.
LEZIONE 8 /
Macchine e grande industria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il capitale ha bisogno della fluidità del
lavoro e quindi deve educare i lavoratori e
allo steso tempo deve infrangere le vecchie
rigidità patriarcali.
LEZIONE 9
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Pl
usvalore e
accumulazione d
el
capitale
5
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Qui Marx considera il concetto di «operaio
collettivo»: il plusvalore prodotto non è
più considerato come una relazione di
sfruttamento individuale, ma come parte di
qualcosa di più grande che i lavoratori
producono collettivamente.

Il problema è stabilire dove inizia e dove


finisce il concetto di «operaio collettivo»
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il modo più semplice sarebbe quello di
considerare parte dell’operaio collettivo
ogni singolo lavoratore, inclusi gli
addetti alle pulizie, i custodi, i gestori
del magazzino e gli apprendisti, anche se
molti di questi non hanno un ruolo diretto
nella produzione effettiva di merci.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ma la maggior parte del lavoro non si
svolge nelle fabbriche, spesso ci si affida
a lavori esterni, subappalti.

Cosa dire poi della pubblicità, del


marketing, del design e dei servizi
commerciali che sono essenziali per la
vendita delle merci, ma separati dalla loro
produzione?
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx afferma che l’analisi sino a qui
«resta sempre vera per l’operaio collettivo
considerato come totalità nonostante ciò
non valga più per ciascuno dei propri
membri preso individualmente.

Il punto successivo è quello di


approfondire questa ampia definizione del
lavoro produttivo restringendo il suo
ambito: «produttivo è solo il lavoratore
che produce plusvalore per il capitalista».
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La definizione del concetto di produttività
resta comunque problematica.

Per Marx la produttività rimane legata a


condizioni naturali, perché «quanto
maggiori sono la fertilità naturale del
suolo e il favore del clima, tanto minore è
il tempo di lavoro necessario al
mantenimento e alla riproduzione del
produttore».
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
l t a p r e s u p posta la Abbiamo dunque
«Una vo a listica, a
produzi o n e c a p i
z
t
i o n i e a la
delle ragioni per
c o n d i
parità di l a giornata affermare che il
z z a d e l
lunghe , l a g ra ndezza
a
lavorativa
da
oro
t
v a r i er à con le pluslavoro varierà
del pluslav
condizi o n i n a t u r a li del egualmente a
n p a r t ic o lare, con
lavoro e, i
à d e l s u o l o» (pp. seconda delle
la fertilit
662-663). condizioni
sociali (ad esempio
della produttività
del lavoro
familiare.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il rapporto dinamico con la natura (o con
la vita quotidiana e il lavoro domestico)
forma uno scenario necessario ma non
sufficiente per i processi sociali e i
rapporti di classe per mezzo dei quali
viene creato il plusvalore.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx ci sprona a riconoscere che il
rapporto capitalistico nasce su un terreno
economico che è il prodotto di un lungo
processo di sviluppo e che quindi «la
produttività esistente del lavoro, che ne
forma la base di avvio, è dono non della
natura, ma di una storia che abbraccia
migliaia di secoli.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Affinché il lavoratore si serva
produttivamente del tempo libero per se
stesso, è necessaria tutta una serie di
circostanze storiche; affinché lo spenda in
pluslavoro per altri, si richiede una
costrizione esterna.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx si sposta da una micro-prospettiva in
cui l’immagine dominante è quella del
singolo lavoratore sfruttato da uno
specifico datore di lavoro capitalista, a
una macro-analisi dei rapporti di classe
in cui lo sfruttamento di una classe parte
di un’altra gioca un ruolo centrale.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx ci ricorda che che c’è un’enorme dif-
ferenza tra il «valore del lavoro» (termine
utilizzato dagli economisti classici) e il
valore della «forza lavoro.
s o r e d i d enaro si
posses
«Ciò che il e d i r e t t a m ente sul
ont
trova di fr l l a v o ro, ma il
n è i
mercato, no c h e q u e st’ultimo
C i ò
lavoratore. a l a v o r o. Il suo
e n d e è l a sua forz appena
v a v o r o , n o n
uo l
lavoro. Il s i z i o, ha già
e n t e i n
ha veram r t e n e r g l i , quindi
appa
cessato di e n d u t o d a lui. Il
ere v
non può ess a n z a e l a misura
so s t
lavoro è la a l o r i , ma esso
d e i v
immanente v a l o r e » (p. 691).
h a
stesso non

LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
r e d e l l a v oro, il
l ’e s p r e s s i one valo
«Ne l
o re è n o n solo
va l povolto
concetto di r a t o , m a c a
m p l e t a m e n te oblite s sione
co u n ’e s p r e
osto. È
nel suo opp h i d i c e s s e valore
r i a, come c
i m m a g i n a
q u e s t e e s pressioni
. Ma tessi
della terra n o d a g l i s
g i n a r i e s c aturisco a tegorie
imma n e : s o n o c
p p o r t i d i produzio he di
r a f e n o m e n i c
forme
designanti ia l i . C h e spesso,
sen z
rapporti es s e s i p r e s entino
l l ’a p p a r e n za, le co o i n tutte
ne a n o t
l t e , è a bbastanz
cap o v o
c h é n e l l ’e conomia
fuor
le scienze,
l i t i c a » (p . 692).
po

LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il valore del lavoro è un feticcio che
maschera l’idea del valore della forza
lavoro e in tal modo elude
convenientemente la questione cruciale di
come la forza lavoro sia diventata una
merce.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il lavoratore può essere retribuito in vari
modi – tramite una paga oraria, giornaliera,
settimanale o per pezzo fabbricato.
Ciò non è problematico, a eccezione del
fatto che dobbiamo sempre ricordarci il
modo in cui tutto questo si svolge sul
mercato, mascherando i rapporti sociali
sottintesi.
Il compenso salariale per pezzo costringe i
lavoratori a competere tra loro in termini
di produttività.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La competizione tra i lavoratori aumenta la
produttività e abbassa i salari, che sono
con molta probabilità, ben al di sotto del
valore della forza lavoro.

La competizione tra i capitalisti, invece,


spinge i salari verso l’alto.
Il risultato di tutto ciò è il
raggiungimento di un salario effettivo sul
mercato che rappresenta adeguatamente il
valore della forza lavoro.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Nel Volume primo de Il capitale, Marx
presuppone una struttura estremamente
semplificata del sistema capitalistico
(occorrerà aspettare il terzo libro).

Accenniamo qui che nel terzo libro


diventerà chiaro il ruolo del capitale di
interesse, del capitale finanziario, del
capitale mercantile e di quello terriero,
tutti di notevole importanza per
comprendere le dinamiche generali del
capitalismo.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò nonostante, il modello semplificato
costruito da Marx nel libro primo è
estremamente significativo e rilevante per
la comprensione della storia recente del
neoliberismo, che è stata caratterizzata
dalla deindustrializzazione, da una
disoccupazione strutturale cronica, da
un’insicurezza lavorativa in crescita
vertiginosa e dall’emergere di iniquità
sociali.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Negli ultimi trent’anni siamo venuti a
trovarci proprio nel modo descritto dal
libro primo.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
I lavoratori ricevono soldi per la forza
lavoro che vendono ai capitalisti, e
spendono quei soldi per ricomprare parte
delle merci che hanno prodotto
collettivamente.

Questo rapporto azienda-negozio è nascosto


dal sistema salariale e non è
immediatamente riconoscibile nel momento
in cui l’analisi si concentra solo sul
lavoratore individuale.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
In pratica, il corpo del lavoratore – dal
punto di vista del capitale – è un semplice
mezzo di trasmissione per fare circolare
una porzione del capitale stesso.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«Lo stesso opera
io produce cost
ricchezza ogget antemente la
tiva come capit
estranea che lo ale, potenza a l
soggioga e che ui
capitalista pro lo sfrutta; il
duce non meno c
forza lavoro fo ostantemente la
nte soggettiva
separata dai pr di ricchezza,
opri mezzi, sepa
mezzi di oggett rata dai propri
ivazione e estr
astratta, esiste insecazione,
nte nella mera
dell’operaio; in corporeità
somma, produce
operaio salaria l’operaio come
to. Questa costa
o perpetuazione nte riproduzion
dell’operaio è l e
qua non della p a conditio sine
roduzione capit
732-733). alistica» (pp.

LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Marx si sofferma poi sul modo in cui la
nozione di proprietà privata si trasformi
in un diritto all’appropriarsi del lavoro
altrui.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
«La forma è la c
ostante comprav
il contenuto è c endita della fo
he il capitalis rza lavoro:
del lavoro altr t a scambia sempre
ui già oggettiv una parte
incessantemente ato, che egli si
senza equivalen appropria
maggiore di alt t e , contro una quan
rui lavoro vivo tità
proprietà ci er . In origine, il
a apparso fonda diritto di
quanto meno, si to sul lavoro p
doveva ritener roprio:
quelli che si fr v a lida tale ipote
onteggiano sono si perché
merci dotati di soltanto posses
pari diritti, ma sori di
merce altrui è i l m ezzo per approp
solo la cession riarsi
non può essere e di merce prop
prodotta che me ria, e questa
proprietà ci ap diante lavoro. A
pare, dal lato d desso la
diritto di appr e l c apitalista, come
opriarsi lavoro il
ovvero il suo p altrui non retr
rodotto, e dal l ibuito,
impossibilità d a t o d e ll’operaio come
i appropriarsi
separazione fra il prodotto pro
proprietà e lav prio. La
necessaria di u oro diviene con
na legge, che in seguenza
dalla loro iden a p parenza scatur
tità » (p. 747). iva

LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
I diritti e le libertà borghesi mascherano
sfruttamento e alienazione.
Marx si è sempre opposto all’idea di
universalizzare i concetti borghesi di
diritto e giustizia.
Tentativi simili forniscono semplicemente
la necessaria copertura legislativa,
ideologica e istituzionale per la
produzione di capitale su scala sempre
maggiore.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
I capitalisti sono necessariamente
interessati – e dunque motivati –
all’accumulazione del potere sociale sotto
forma monetaria.

Anche il capitalista, secondo Marx, non è


veramente libero. I “poveri” capitalisti sono
semplici ingranaggi di un meccanismo, sono
obbligati a reinvestire a causa delle leggi
coercitive della competizione.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - - on ha scrupoli nel
de l va lo re , eg li n
rizzazione
«Fanatico della valo r a m or e de l pr od u rr e e, quindi
a produrre pe
pungolare l’umanità ci a li e a ll a cr ea zi one delle
o sv il u pp o de ll e fo rze produttive so ssono costituire
all u zi on e ch e so le po
della prod
condizioni materiali à su pe ri or e, il cu i principio
forma di societ
la base reale di una u pp o di og n i in di vi duo. Solo
en ta le si a il pi eno e libero svil
fon da m
e de l ca pi ta le il ca pitalista è
azion
in quanto personific co l te sa u ri zz a to re la spinta
sp et ta bi le . Co m e ta le, egli condivide a pp are come mania
ri ò ch e in qu es ti
imento. Ma ci
assoluta all’arricch o de l m ec ca n is m o so ciale di cui
talista è effett
individuale, nel capi In ol tr e, lo sv il u pp o ella produzione
granaggio.
egli non è che un in a u m en to co n ti n uo de l capitale
necessità l’
capitalistica eleva a la co n co rr en za im po ne ad ogni
ve st it o in u n’i m pr es a industriale, e di produzione
in m a n en ti de l m od o
le leggi im
singolo capitalista es te rn e. Lo co st ri n ge a espandere
ggi coercitive
capitalistico come le ta le pe r co n se rv a rl o; ed espanderlo
oprio capi
incessantemente il pr zi on e pr og re ss iv a » (p. 747).
te un’accumula
egli può solo median

LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Di fronte a questa finzione, gli apologeti
della borghesia hanno dato vita a una
nobile finzione.

I capitalisti – essi stessi affermano –


stanno creando il capitale e sono impegnati
nella nobile missione di realizzare «una
forma superiore di società».
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Quello che Marx ci vuole dire è: «il
capitalismo ha sempre a che fare con la
crescita».

A questo imperativo si lega un credo


feticistico, un’intera ideologia incentrata
sulle virtù della crescita. La crescita è
”naturalmente” inevitabile.

La crescita è la missione storica della


borghesia.
LEZIONE 9 / Plusvalore e
accumulazione del capitale
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Se i capitalisti non possono accumulare in
un modo, lo faranno in un altro. Se non
possono usare la scienza o la tecnologia a
proprio vantaggio, faranno razzie della
natura.

È un moto continuo, spinto dalla


«accumulazione per l’accumulazione,
produzione per la produzione».
LEZIONE 10
- - - - - - - - - - - - - - - - -
azione
a c c u m u l
L ’ t ic a
p i t al is
ca
37
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
In questo capitolo Marx vuole studiare le
implicazioni dell’accumulazione del
capitale sul destino della classe operaia.

Marx utilizza tre terminologie:

1.  composizione tecnica;


2.  composizione organica;
3.  composizione del valore.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La composizione tecnica descrive l’abilità
fisica del lavoratore nel trasformare in un
determinato periodo una certa quantità di
valori d’uso in merce.

È la misura della produttività fisica: si


riferisce alla produzione oraria del
lavoratore.

Le nuove tecnologie trasformano questi


rapporti fisici
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La composizione del valore è il rapporto
tra il valore dei mezzi di produzione
consumati nella produzione e il valore del
capitale variabile avanzato.

Convenzionalmente si rappresenta come c/v:


quantità di capitale costante divisa per il
capitale variabile.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
La composizione organica, anch’essa
misurata come un rapporto di valore di c/v,
viene definita come cambiamento della
composizione del valore che sorge a causa
dei mutamenti tecnici della produttività.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Se un capitalista cambia la produttività
fisica impiegando nuovi macchinari, allora
il rapporto c/v crescerà all’interno della
sua azienda.
Lo stesso rapporto cambierebbe anche se il
capitalista non facesse niente, perché il
valore del capitale costante e di quello
variabile è fissato dalle industrie che
producono i beni di consumo e della altre
industrie che producono i mezzi di
produzione.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò significa che i singoli capitalisti
possono intervenire direttamente sul
rapporto c/v, ma quello che avviene sul
mercato è al di fuori del controllo
individuale del capitalista.

Nel terzo libro Marx analizzerà la


tendenza a crollare del saggio di profitto.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Sono le le dinamiche del mutamento
tecnologico interne al capitalismo e la
ricerca del plusvalore relativo a
incrementare la composizione organica del
capitale – c/v.

In un’ottica di lungo termine ciò porterà al


crollo del saggio di profitto p/ [c+v]
secondo il presupposto limite del tasso di
sfruttamento p/v.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Il passaggio da una produzione artigianale
relativamente semplice a un processo di
produzione più complesso e integrato
implica in sé una tendenza storica
all’aumento nel tempo del rapporto c/v.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
IL PRIMO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE

Se i capitalisti prendono parte del


plusvalore di cui si sono appropriati ieri
e lo investono in una maggiore produzione
oggi, allora la forza lavoro necessaria
crescerà (assumendo che non ci siano
mutamenti tecnologici).

Quindi: «accumulazione del capitale è


aumento del proletariato».
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
IL PRIMO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE

Qui il modello è molto semplice.


L’accumulazione del capitale, dando per
scontata una produttività costante,
incrementa la domanda di lavoro. Se questo
porti o meno alla crescita dei salari
dipende dalla popolazione disponibile.

Via via che la popolazione disponibile


viene assunta, i salari saliranno, e ciò
farà diminuire il tasso di sfruttamento.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
- - - - - - - - - - - - - - - - -
IL PRIMO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE

Tuttavia, la massa di plusvalore può


continuare a crescere perché sempre più
lavoratori vengono assunti.

Se a un certo punto, per qualsiasi ragione,


la massa di plusvalore inizia a diminuire,
allora la domanda di lavoro scende, la
pressione sui salari si allenta e il tasso
di sfruttamento aumenta.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL PRIMO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE

Nel tempo, quindi, si vedranno oscillazioni


che si controbilanciano nei salari e nei
tassi di profitto. I salari aumentano,
l’accumulazione rallenta, i salari calano,
il profitto e l’accumulazione resuscitano.
Marx descrive qui un aggiustamento
automatico del sistema tra la domanda e
l’offerta di lavoro e le dinamiche di
accumulazione.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL
CAPITALE
Qui Marx avanza la possibilità che «con lo
sviluppo della produzione capitalistica si
possa formare una potenza del tutto nuova:
il sistema di credito».
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE

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LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL
CAPITALE
Qui Marx avanza la possibilità che «con lo
sviluppo della produzione capitalistica si
possa formare una potenza del tutto nuova:
il sistema di credito».
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE
Gli strumenti adeguati alla centralizzazio-
ne sono cruciali per le dinamiche
dell’accumulazione.
Questo genera la minaccia di un potere
monopolistico e contraddice la visione, così
cara all’economia politica classica e alle
teorie neoliberali contemporanee, di
un’economia di mercato decentralizzata,
caratterizzata da processi decisionali
dispersi e individuali
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE
Gli strumenti adeguati alla centralizzazio-
ne sono cruciali per le dinamiche
dell’accumulazione.
Questo genera la minaccia di un potere
monopolistico e contraddice la visione, così
cara all’economia politica classica e alle
teorie neoliberali contemporanee, di
un’economia di mercato decentralizzata,
caratterizzata da processi decisionali
dispersi e individuali.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE

Il capitalismo produce povertà creando un


plus valore relativo attraverso l’uso delle
tecnologie che lasciano i lavoratori senza
impiego. Una risorsa disponibile permanente
di lavoratori disoccupati da cui attingere
è socialmente necessaria per la continua
espansione dell’accumulazione.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE
«Se una
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0 6 ). vato
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE

Non è quindi la tecnologia in sé a


rappresentare la leva principale
dell’accumulazione, ma il gruppo dei
lavoratori in eccesso che essa genera.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE

Dal momento che il capitale, oggigiorno, non


vuole farsi carico dei costi indiretti dei
lavoratori a tempo pieno (benefici
pensionistici e sanitari), preferisce forzare
i lavoratori a fare straordinari, che lo
vogliano o meno, nonostante il numero
elevato dei disoccupati.
LEZIONE 10 /
L’accumulazione capitalistica
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IL SECONDO MODELLO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE

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813).
LEZIONE 11
- - - - - - - - - - - - - - - - -
I
l segret
dell’accu o
mulazion
originar e
ia 62
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
- - - - - - - - - - - - - - - - -
Quest’ultima parte de Il Capitale ricostrui-
sce la storia di come si sia realizzata la
(presunta) «libertà» dei lavoratori. Di come,
cioè si sia riusciti a separare i lavoratori
dai mezzi di produzione.

Ci troviamo di fronte a una pagina di


storia fatta di furti, razzie, violenze e
abusi che, avendo trasformato la forza
lavoro in merce, costituiscono le origini
storiche del modo di produzione
capitalistico.
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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Marx dimostrò che più ci avviciniamo a un
regime di libero mercato, più ci dobbiamo
confrontare con due conseguenze.
La prima è la decentralizzazione e
frammentazione di ogni forza antagonista
al mercato. Si tratta di un fenomeno che
permette la centralizzazione del potere
capitralistico.
La seconda è la polarizzazione asimmetrica
della ricchezza (immensa concentrazione di
beni da una parte, miseria dall’altra).
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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L’ideologia del libero mercato riesce a
illudere molte persone. Ciò fonda la
presunta superiorità morale e l’egemonia
del pensiero politico borghese e sostiene la
sua legittimità
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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«La natura non pr


oduce da un lato
possessori di den
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dall’altro lato, p
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possessori delle
proprie forze lav
Questo rapporto n oro.
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storia naturale, n a
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rapporto sociale
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periodi storici: è
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storico anteceden o
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tutta una serie d
i rivolgimenti
economici, del tra
monto di una lung
catena di più anti a
che formazioni
della produzione
sociale» (p. 896).

LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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L’accumulazione originaria spiega le
origini storiche del lavoro salariato e
chiarisce come avvenne l’accumulazione di
beni necessari ai capitalisti per impiegare
questo nuovo tipo di lavoratori.
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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Il passaggio dal feudalesimo al capitali-
smo fu «tutto ciò che si vuole, fuorché
idilliaco (…) scritto negli annali
dell’umanità a caratteri di sangue e di
fuoco».

Il capitale mercantile, il capitale


finanziario e l’usura aprirono la strada al
capitale industriale.
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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L’accumulazione originaria riguarda
l’espropriazione del controllo sui mezzi di
produzione ai danni di un’intera classe
attuata (anche) attraverso il ruolo dello
Stato e della «violenza di Stato».
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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L’appropriazione delle terre fu il primo
mezzo per espropriare i contadini e la
liberazione dei servi della gleba andò di
pari passo con il crescente potere
monetario che prese gradualmente il
controllo dell’ordine feudale (soprattutto
attraverso il capitale mercantile e l’usura).

«La nuova [nobilità] era figlia del proprio


tempo e vedeve nel denaro il potere di tutti
i poteri».
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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Il denaro ha dissolto la comunità
tradizionale e, in tal modo, è diventato di
fatto la comunità.

Il processo di espropriazione violenta


della massa del popolo ricevette un
terribile impulso nel secolo XVI e da quel
momento in poi la resistenza della società
tradizionale iniziò a indebolirsi sino a
sparire.
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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Lo Stato, invece di condannare le illegalità
e gli abusi del potere monetario, si alleò
con esso e sostenne attivamente il processo
di proletarizzazione.

Su queste basi fioriscono e si consolidano


nuove alleanze di classe. la nuova
aristocrazia fondiaria era la naturale
alleata della bancocrazia dell’alta finanza
appena uscita dal guscio, e dei grandi
manifatturieri che su dazi protettivi
poggiavano le proprie fortune.
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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e i b e n i e c c l e s iastici, la
«Il furto d i o n e d i terre
a l i e n a z
fraudolenta i o d e l l e proprietà
c c h e g g
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à f e u d a
della propriet e r n a , t r a s f o r m azione
ta mod
proprietà priva s m o s e n z a s crupoli:
err o r i
praticata con t i idilliaci
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ecco altr r i g i n a r i a . Essi hanno
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dell’accumulazi a l l ’a g ricoltura
l c a m p o
conquistato i n c o r p o r a to il suolo
a n n o i
capitalistica, h o r n i t o a l l ’i n dustria
nno f
al capitale, ha d otazione di
a n e c e s s a r i a
urbana l r v e » (pp. 918-919).
s e n z a r i s e
proletari

LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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Le popolazioni cacciate dalle loro terre
natie, se non riuscivano a trovare
immediatamente lavoro, diventavano, agli
occhi dello Stato, vagabondi, mendicanti,
ladri e rapinatori.

L’apparto statale rispose all’epoca con


metodi analoghi a quelli utilizzati oggi:
criminalizzò queste persone e le mise in
carcere, esercitando il massimo della
violenza.
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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La violenza statale fu in un primo momento
molto evidente e sotto gli occhi di tutti; ma
con il passare del tempo «la muta pressione
dei rapporti economici suggella il dominio
del capitalista sull’operaio».

La borghesia in ascesa continua ad avere


bisogno del «potere statale» per regolare i
salari e prevenire qualsiasi tipo di
organizzazione collettiva dei lavoratori.
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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Il capitalismo industriale si sviluppò in
Inghilterra in quelle zone che oggi
chiameremmo greenfield – aree verdi
extraurbane dove erano assai più deboli i
poteri di controllo operati dalle
corporazioni artigianali (le gilde).

Le aree verdi sono sempre state la meta più


ambita dal capitale per installarvi i suoi
distretti industriali.
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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Lo Stato ebbe un ruolo cruciale in tutto ciò,
sia come forza organizzata, sia come
fautore del sistema coloniale, senza
riconoscere l’importanza del sistema
creditizio. Questi rappresentarono i mezzi
con i quali il potere monetario poté
cominciare a controllare lo stato.
Dal XVI Secolo i bancocrati, finanzieri,
rentier, mediatori, agenti di cambio e lupi
di Borsa iniziarono a esercitare una
consistente influenza sullo Stato.
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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Il sistema coloniale permise ai «tesori
catturati fuori d’Europa direttamente per
mezzo del saccheggio, della riduzione in
schiavitù e dello sterminio per rapina» di
«rifluire nella madrepatria per
ritrasformarvisi in capitale», mentre «il
debito pubblico diventava una delle leve
più energiche dell’accumulazione
originaria».
LEZIONE 11 /
Il segreto dell’accumulazione originaria
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Le pratiche colonialiste ricreano i
rapporti sociali capitalistici su scala
sempre più ampia. Non potrà mai esserci una
soluzione coloniale definitiva alle
contraddizioni interne del capitale.

Quella che noi oggi chiamiamo


globalizzazione, non è altro che una
soluzione temporanea che risolve i problemi
dell’hic et nunc semplicemente proiettandoli
in uno scenario geografico più largo e
grandioso.

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