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TRATTA T o
DEL GOVERNO
DE PRINCIPI
AD I S e A N T O M M - A S O D'A g v 1 No
/ e A'ngelico Dottore al Re di cipri -
a N F1o R E N 2 Ae
.Atpreſſº Giorgio Mareſcotti. MD Lxxvº
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A L L' IN CL I T O,
E SERENISSIMO
F R A N C E S C O
D E M E DI C I
ON è dubbio alcuno,
che colui, che opera
(Sereniſſimo Principe)
ſi propone ſempre nel
la mente per oggetto
qualche fine,buono in ſe,ò almeno in
apparenza, in cui riuolge, e indrizza
ogni ſua operatione. Il qual fine è
tanto migliore,e piu lodeuole quanto
è piu vicino alla cognitione del vero,
&alligioueuoli e virtuoſe operatio
ni.laonde vedendo io,che coſi ſi con
- t 2 uiene,
uiene, & hauendo molti giorni ſono
deliberato di tradurre in queſta no
ſtra lingua volgare il Reggimento de
Principi, el picciol Trattato del Go
uerno de Giudei, ambidua dell'Ange
lico Dottore S. Tommaſo d'Aquino,
(oltre al giouamento vniuerſale) per
fine di queſta mia fatica (quale ella ſi
ſia) lo indrizzarla,e dedicarla à V.Al
tezza Sereniſs. ſi per riconoſcerla con
pronta volontà (come Fiorentino na
tural ſuo vaſſallo) per padrone, come
anco per non ſapere in queſti tempi
Principe, a cui ſia piu carotalcogni
tione per ben reggere, 8 gouernare
con giuſtitia i ſuoi popoli. Et che con
ardente voglia moſtri conformarſi al
lo intendimento del Santo Autore, il
quale anch'eſſo dedicò il primo dei
dua Trattati al Re di Cipri, &l'altro
alla Ducheſſa di Brabantia. A lei dun
e
que indrizzo, e dono queſte mieciole
-
pic
ciole vigilie, la quale reputo, e tengo
non meno Reale di queſto, e pietoſo
di quella. E la prego ſi degni riceuer
le con quell'animo, che ella aggradir
ſuole chi con fede la ſerue, e con vir
tuoſe operationi la reueriſce, aſſicu
randomi certo,che ſe li piacerà mai di
farſitalhora per diporto leggere que
ſta operetta, Ellavi habbia (come in
chiaro, e lucido ſpecchio) à ſcorger
dentro, le ſupreme Gratie, e Doti del
bell'Animo, che N.S. Dio le ha con
ceſſe per riconoſcere prima lui, e poi
ſe ſteſſa, nell'Ottimo Gouerno delli
ſuoi popoli, li quali viuino felici ſotto
il ſuo Giuſto Imperio. Etio come mi
nimo delli ſuoi ſerui,bramo,e deſide
ro la ſua buona gratia, per poter con
piu ſicurtà di giorno in giorno ſem
pre piu reuerirla. Et con ogni humil
affetto amarla, 8 ſeruirla. pregando
continuamente il Signore Dio per la
-
Aº
i 3 lunga
lunga feliciſſima vita di S.A.Sereniſs.
& di tutti i ſuoi: ſotto la cui protet
tione con ogni maggior Reuerenza,e
humiltà, raccomando la ſua Congre
gatione di Vall’Ombroſa, 8 me con
eſſa vnito. Et le bacio con ogni mo
deſtia la mano. Di Fiorenza l'Anno
1 576. A di 8 . di Maizo.
P R O E M I C.
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TAVOLA DI TvTTA
L O P E R A.
L I B R O P R I M O.
OM E all'huomo, che viue in comune ſocietà
è di neceſſità ſia gouernato da altrui. Ca
pitolo primo. - afacce 1.
Come meglio ſi regge la moltitudine per one,
che per molti. Cap. 2. f. 8.
Come il Dominio giuſto d'on ſolo è ottimo, coſi l'ingiuſto oppo)
ſito è peſſimo. Cap. 3. f. Io.
Come il Dominio variò apo de Romani, e maggiormente creb.
beperilgouerno de piu, che dºvn ſolo. Cap. 4. f. 16e,
Come nel Dominio di molti, ſpeſſo ne inſurge il tirannico Doa
minio. Cap. V. f. 18.
Conclude, che il Reggimento d'un ſolo è ottimo, e dà molti,
auuertiméti per torvia l'occaſioni della tirānide.C.6.f 2o
Ricerca, che coſa precipuamente hà da muouere il Re è ben
reggerla Rep. Cap. 7. f. 26.
Qualſia il vero fine del Re, per cui ſi hà da muovere à regger
bene il popolo. Cap. 8. f, 32
Come il premio del Re,e principe tiene il ſupremo grado di ce
leſte beatitudine. Cap. 9. f, 36.
Come il Re,e Principe ſi deue ſtudiare di bengouernare pergio
uare a ſe ſteſſo, e per ſchifare il male, che proviene dal tiran
mico Dominio. Cap. 1o. f, 4o.
Come i beni anco temporali, come ricchezze, e ſimili pin pre
sto occorrano alli Regi che alli tiranni. Cap. 11. f. 45.
Dimoſtra con eſempi l'rfitio del Re. Cap. 12. 5 oa
- riglia
T” A V O E LA .
Piglia dall'oltima ſimilitudine il modo del gouerno Regio.
Capitolo 13. f, 51.
Qual ſia piu competite modo di governare al Re.C.14 f.54.
Come f" l'vltimo fine ſi ricerca, che il Re diſpone
ga e ſuoi ſudditi a viuere ſecondo la virtù, e coſi a fini me
kami. Cap. 15. i f, 6o.
-
z 1 a r o s e c o v p o.
Z I B R O 2 V -A R T e.
I L F I N E.
Errori occorſi nello ſtampare.
Frrori correttioni Facce verſi
imitiuo vnitiuo 4 2. I
Ritrouan Ritrouaſi - 7 - -- -I I
principio principe 13 - 6
in Vno 22 I 4,
ſtimano ſtimauo e 22 I6
ſuccedere ſuccederà 22 18
tornerebbe toccherebbe ;o s e 27
& che i 8o - . I 2,
ſtrumenti frumenti 83
pre - Per - -
no1 . . voi - - -
Ani5 Animo
quadriglie quadrighe º
quali - quelli - e 94 i ra
Fa Fu 28 1r ;
numero humero , , , 124 e 14
fignoreggiamo ſignoreggiano 127 -
azza;
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IL PR I M O LIBRO
| DEL REGGIMENTO
DE P R IN CI PI,
Opera dell'A ngelico Dottoresan Tommaſo
d'Aquino.
aradotto di latino in uulgare dal R.P. D.valentino
Aueroni di Firenze, Monaco dell'ordine
di vall 'ombroſa, e Abbate della
Badia di Santa Trinita
di Firen e.
ºf f.
dº -
c. A P1T o L o PR 1 M o.
- zibro Primo. -
l
Del Reggimento de Principi
re aggregabile come la Gru, la Formica, la Pec
chia, e ſimili. la onde queſto conſiderando il Sa
t ºp.4 uio diſſe. meglio è l'eſſer dua, che vno, merzè,
che câſegnano il giouaméto della mutua ſocieta.
Se adunque il viuere in compagnia di molti a
l'huomo è naturale, fa di meſtiero agli huomini
di coſa, per cui la moltitudine ſia retta, atteſo che
ritrouandoſi adunati inſieme di molti huomini,
ciaſcheduno dei quali, ſi prouedeſſi quel che gli
fuſſe comodo eſſa moltitudine diuerſamente ſi
diſpergerebbe; ſe intra di loro non fuſſi chi pi
gliaſſe la cura della moltitudine. Si come il cor
po dell'huomo, e di ogn'altro animale manche
rebbe ſe non fuſſi alcuna virtù reggitiua comune
nel corpo, la quale attendeſſi al comun bene di
tutte le membra, il che conſiderando el Sauio
Pºrot.
diſſe: oue non è il gouernatore, ne vien diſſipato
i... 1 I
il popolo, il che ragioneuolmente auuiene, con
cioſia che non è il medeſimo il proprio, 8 il co
mune atteſo, che in quanto è proprio è differen
te, e in quanto che è comune è bene imitiuo:à di
uerſi effetti ſono diuerſe cagioni, e però fa di ne
ceſſità, che in oltre al motiuo del proprio, e ſingu
lar bene di ciaſcheduno, ſia chi muoua alben co
mune di molti. e quindi deriua,che in tutte le co
ſe,che vengano ordinate in vno, l'vna ſi ritroua,
che ſoſtenta l'altra. nell'wniuerſalità delli corpi.
Certo è, che p il primo corpo celeſte gli altri cor
pi con certo ordine della Diuina Prouideza ſon
retti, & gouernati, e tutti li corpi per la creatura
-- - - iat
s - Libro Primo. 5
rationale. Anco nell'humano indiuiduo l'ani
ma regge il corpo, 3 nelle parti dell'animalaira
ſcibile, e concupiſcibile vengano rette dalla ra
gione. Appare etiandio in tra le membra del cor
ovno eſſere il principale, che muoue l'altre mé
i" il quore,ò il capo. Concludeſi adique
b in ogni moltitudine eſſere alcun Reggente. In al
cuni tal'hora auuiene, che ſono ordinati al fine, e
rettamente. ma non ci rettitudine incaminano,
il che procede per riſpetto, che nel gouerno della
moltitudine ſi ritroua el retto, e il non retto.
quello rettamente è indrizzato quado che al fi
ne conueniente è indotto: non rettamente poi,
duando che al fine non conueniente. Altro è il fi
ne delle libere perſone, e altro quello dei ſerui.
Libero diciamo eſſer quello, quale è per cauſa di
ſe ſteſſo, e per il côtrario ſeruo e colui, che il ſuo
eſſere è d'altrui. Se adunque la moltitudine delli
huomini liberi ſarà ordinata dal Reggete al ben
comune di eſſa moltitudine. Certo è, che talReg
gimento ſi può nominarretto, e giuſto, conus
niente alla moltitudine libera. Ma ſe non al bene
comune della moltitudine, na al ben priuato
del Reggente, fia indrizzato el reggimento, dive
ro, che eſſo ſarà ingiuſto, e peruerſo, e queſti cora
li Rettori non immeritamente da Dio per Eze s
chiel Profeta ne vengono minacciati. quando Go
ſigli dice. Guai a voi Paſtori, che paſcete voi ſteſ
ſi, quaſi cercando non li ſuoi propri commodi
del gregge, ma i loro particulari, e pure conuie o
- A 3 ne,
6 , Del Reggimento de Principi -
-
- Libro Primo. - - 9
Comendata l'Apoſtolo ſanto l'unità del fedel
popolo ſoggiugne. ſiate ſolleciti è conſerua
te lo ſpirito divnità nel legame della pace.
. Quanto adunque vn Reggimento ſarà piu
cace à conſeruare lavnita della pace, tanto giudi
cheremo, che ſia piu vtile, dico piu vtile quello,
che maggiormente al fine ne conduce Manifeſta
coſa è, che l'Vnità maggiormente la può fare chi
per ſe ſteſſo è vio, che gli piu, ſi come efficaciſſi
ma cauſa è del calore quel che per ſe ſteſſo è cal
do conchiudiamo adunque eſſer piu vtile el Reg
imento di vn ſolo, che quello di molti,
inoltre molti giamaicoſaruerebbano la mot
titudineſe al tutto in tra di loro diſſentiſſimo, ma
ſi ricerca in quelli molti certavnione, con cui
regge poſſino la moltitudine, atteſo, che molti
non potrieno condurre al porto la naue, ſe inal
cun modo in tra di loro non fuſſerovniti. Altro
di vero non è l'unirſi e congiugnerſi, che l'acco
ſtarſi ad vno. meglio adunque reggevno, che li
molti, poi che alli molti a voler reggere conuie
ne ſi approſſimino è vno. Di piu, quelle coſe,
che ſono ſecondo la natura ottimamente ſono
gouernate operante lei in ciaſcheduna coſa quel
che è ottimo, noi vediamo ogni ſuo natural Reg
gimento davno deriuare, nella moltitudine dei
mébrivno è, che tutti gli altri muoue cioè il quo
re: e nelle parti dell'anima vna virtù principal
mentegouerna, cioè la ragione. nelli bruti in tra
le pecchievn ſol Re domina. In tutto poi l'Vni
- i. - - uerſo
lo . . . . nel Reggimento de Principi -
-- ai
-
16 Del Reggimento de principi
coſi dicendo. L'orſo famelico,e lione rugiente,
coſi el Principe empio ſopra del pomero popolo,
e per queſta cagionegl'huomini da tiranni s'aſcó
dano come da crudeliſſime beſtie, parendo il me
deſimo eſſer ſuddito al tiranno, e ſottometterſi
-
alle beſtie.
-
-
- i t
- . - -
cap. I I I 1. ,
º-
zibro Primo. 17
i
ri è
come nelnio
nelchebomi
nico, di nomoltidi piuunpreſtº
gouer iº i
megltira
cadeò nel
ſolo eſiperci r:
ImCICce
-
so , pel reggimento de principi
mercè, che ſuſcitata la diſſenſione per il gouerno
di molti, ſpeſſo occorre vno ſuperargli altri, e a
ſe ſolo vſurpare el Dominio della moltitudine.
Il che per quanto ne ha dimoſtro il tépo ci è ben
manifeſto, concioſia, che quaſi ogni gouerno di
moltitudine è terminato in tirannia. Come ma
nifeſtamente nella Rep. Romana appare,la qua
lein mentre, che lungo tempo per piu Magiſtra
ti fu adminiſtrata, naſcendo diſſimulardiſſenſio
ni, e ciuil guerre, cadde in crudeliſſimi tiranni.
evniuerſalmente ſe vorremoli preteriti fatti, e li
i" conſiderare, ritrouerre
mo eſſerſi eſercitata la tirannide piu nelle terre,
che ſono rette da molti, che in quelle dominate
davn ſolo. Se adunque il gouerno, il quale è otti
mo, grandemente appare da euitarſi per fuggire
la tirannide, 8: eſſa non meno, anzi maggiormen
te ſuole auuenire nel gouerno delli piu che di vn
ſolo reſta adunque onninamente eſſer maggiore
eſpediente
no viuerſottovn Re, che ſotto ili -gouet
di molti. -
zibro Primo. 2r .
conuertire il Regio gouerno in tirannide. il che
è peſſimo (come è manifeſto per le ſopradette co
ſe) conuiene adunque alla moltitudine proue
derſi di Re, in guiſa, che non diuenga tiranno, al
che fare principalmente è neceſſario, che tal'huo
mo,à cui ſi aſpetta queſto vſitio di eſſer promoſſo
in Re, ſi ſcorga in luital conditioni, che appaia
probabile i non declinare nella tirannide. la
onde comendando Samuella prouidéza di Dio
nell'inſtitutione del Re.coſi diſſe, ha cercato Dio
vn'huomo ſecondo il quor ſuo. Dopoi è da di
ſporre il gouerno del Regno, in cui già è inſtitu
to il Re, che li ſia ſuttratta l'occaſione della tiran -
nide. Similmente ſia temperata la ſua poteſtà, ac
ciò facilmente non habbi vigore di declinare nel
la tiránide. Dopo queſto è da conſiderare in qual
maniera ſi habbi da rimediare quando, che il Re
diuenga tirino perche può per auuentura occor
rere, che quelli ſi oppògono al tiráno non ſieno
habilià preualerlo,e cofiliranno può preuale
re, qual prouocato, maggiormente incrudeliſca.
e ſe alcuno contro di " può preualere da que
ſto molte volte grauiſſime diſſenſioni nel popo
lo ne prouengano. Si quando s'inſurge cotro del
tiranno, come dopo, che è ſcacciato dalla tiran
nia,mediante la creatione del nuouogouerno,ſe
parandoſi la moltitudine in parte e talvolta oc
corre, che quando la moltitudine con l'aiuto di
alcuno diſcaccia el tiranno,eſſo acquiſtata la po
teſtà,ſivſurpa la tirannide, e temendo patire da )
. - - B - 3 - al- -
d i . . - - -
23 Del Reggimento de Principi
tri, quello, che ad altrui lui ha fatto patire, con
pigratic ſcruitù opprima li ſudditi. concioſia,
che nella tirannide queſto ſuole auuenire, che la
ſeconda ſia piu graue della prima, in mentre, che
non laſciandoli primi grauamenti, ma con la
malitia del ſuo quore eſcogitandone denouelli."
Tuttili Siracuſani la morte di Dioniſio tiranno
deſiauono, vma ſola vecchia continuamente pre
auali dei, che lui ſano lungo tempo viueſſe, il
" ſaputoſi volſe da lei intenderne
la cagione a cui ella coſi riſpoſe. Io quando ero,
fanciulla, eſſendo noi oppreſſi da vn graue, e cru
del tiranno gl'imprecauola morte, non vicorſe
- molto ſpatio, che lui fu ammazzato, a cui in piu
duro, eaſpro ſucceſſe che il detto finiſſi la vita, e
la tirannideſtimano gran coſa alla cui morte rice
uemote piu importuno delli duoi paſſati, onde
ſe manchi in tuo luogo ſuccedere vn peggiore di
te,grandiſſimo male in vero,è il tollerarla tiran
nide, per il che ad alcuni è parſo conuenire alla
virtù delli huomini forti ammazzare il tirino, e
ſe ſteſſo pela liberati e della moltitudine eſpor
ſi al pericolo della morte, il cui eſempio etian
rº. 3 dio nel vecchio teſtamento ſi ritroua. Aioth vn
certo Re Eglon Moabita, il quale congraue ſerui
tù premeui il popolo di Dio ferendolo con la
lancia, lo trafiſſe, e fu fatto giudice del popolo.
Ma queſto non è congruo alla Dottrina apoſtoli
ca,inſegna Pietro Apoſtolo nella prima ſua epi
capº ſtola eſſer reuerentemente ſudditi sonº a fi
- . - llOlll
-
i ribro Prime. - 23
buoni ma ancora alli diſcholi:atteſo che queſta è
la gratia ſe per la conſcienza di Dio alcuno con
patienza ingiuſtamente ſoſtiene le coſe auuerſe.
KQuandoli molti Imperatori Romani perſegui
rarono la fede di Chriſto tirannicamente e gran
moltitudine di popoli, 8 de nobili eſſendo con
aertiti alla vera fede, non reſiſtendo, ma la morte
atientemente, e quantunque alcuni armati ſoſte
nendo per Chriſto ſono celebremente laudati,co
menella ſacralegione delli Thebei manifeſtamen
te appare. Aioth piu preſto è da giudicare ha
Auere ammazzato el nimico, che il Rettor del po
polo quantunque titanno laondeſi legge nel vec
ichio teſtamento eſſer ſtati occiſi quelli che amaz
2orno Ioas Re di iuda, quantunque lui ſi fuſi Reg.
partito dal " Dio riſeruádo li ſuoi fi 4 cap.
gliuoli ſecondo il precetto della legge. Certamen iº:
te che ſarebbe alla moltitudine i pericoloſo
leali ſuoi rettori, ſcalcuni con priuata proſuntio
ne attentaſſino la mortedelli preſidenti, etia che
fuſſero tiranni. Vedeſi il piu " volte eſporſi a
tai pericoli maggiormente li cattiui, che li buoni
-perche alli cattiui ſuole eſſer graue il Dominio
non meno delliRegi, che delli tiranni, perche ſe
condo la ſentenza di Salamone il ſapiente Re dif Prao
i ſipagl'empi. Adunque da queſta proſuntione
piu preſto alla moltitudine genererebbe pericolo
della perdita del Re, che il rimedio di tor via el
iranno,piu preſto appare di prouederui con au
orità publica all'eſtirpatione della tirannica ſe
- - -- - - B 4 uitia,
24 Del Reggimento de Principi . .
utia, che con priuata proſuntione di alcuni, per
che ſi conuiene di giuſtizia ad alcuna moltitudi
ne di proucderſi di Re,non eſſendo dalla medeſi
ma ingiuſtamete inſtituto Re, e puo eſſer deſtrut
ta,orafrenata la ſua poteſta, quando che il Rela
Regia poteſta tirannicamente vſa, ne ſi ha da ſti
mare tal moltitudine infedele nell'abbandonare
il tiranno, ancora che per auanti ſe li fuſſi fatta
ſuggetta in perpetuo, atteſo che per queſto ha me
ritato non portandoſi nel gouerno della moltitu
dine fedelmente come ſi appartieneall'wffitio del
Re; laonde il patto dalla moltitudine né li è oſ
ſeruato,coſili Romani,Tarquin ſuperbo,il qua
le per lor Rehauendo riceuuto, per la ſua, e defi
gliuoli tirannideſcacciorno meritamente del Re
gno ſoſtituédo minor poteſta, cioè coſulare, coſi
ancora Domitiano, il quale ſucceſſe a Veſpaſiano
ſuo padre,e Tito ſuo fratello modeſtiſſimi Impe
radori in mentre eſercitaua la tirannide dal ſena
to Romano fu ammazzato, e tutto quello che
peruerſamente hauea fatto a Romani per conſul
to del Senato con giuſtitia ſalubremente fu reuo
cato,e caſſato, in cui tempo fu fatto, che il beato
GiouanniEuang. diletto diſcepolo di Chriſto,
er cui Domitiano hauea rilegato in eſilio nell'
Iſola di Pathmot, per tal conſulto fu rimeſſo ad
Epheſo. Se di ragione ſi appartiene ad alcuno ſu
veriore di prouedere di Re alla moltitudine da
i" ſi ha da ſpettare il rimedio contro alla nequi
zia del tiranno, coſi li giudei contro di Archelao
il quale
Libro Primo. 23
il quale in giudea pcr herode padre ſuo regnaua,
incominciando ad imitare la paterna malizia:
mandorno cotro di quello querimonie ad Agu
ſto Ceſare, per il che in prima gli fu diminuta la
poteſta, toltogli via il Regio nome è la metà del
Regno ſuo: diuidendolo intra dua ſuoi fratelli,
dopo non deſiſtendo neanco in tal maniera dal
la tirannide Tiberio Ceſare lo rilegò in eſilio nel
la Città de Franzeſi chiamata Lione. Quando né
ſi poſſa contro del tiranno hauere aiuto veruno
humano ricorraſi al Re dell'wniuerſo, il quale è
aiutore nell'opportunità nelle tribulazioni, mer
cè che puo conuertire con la ſua potenza il cru
del quore del tiranno in manſuetudine, eſſendo
come afferma il ſauio nelli prouerbi, el quor del
Re in mano di Dio, e in qualunque parte vorrà
lo inclinerà,la crudeltà del Re Aſuero, che para
ua la morte alli giudei, conuertìin manſuetudi
ne,& egli ſteſſo conuertì el crudele Nabucdono- -
- a º Libro -rimo. - 29
fenza premio. Piu oltre dalla cupidigia della glo
'ria pericoloſi maline prouiene, concioſia, che
molti mentre che immoderatamente nelle coſe
belliche cercano la gloria, ſe ſteſſi,e li ſuoi eſerci
ti, e la libertà della patria ſotto l'hoſtil poteſtà
hâno dato in preda,la onde che il Romano Tor
quato Principe in eſempio di euitar tal detrimé
to, il figlio proprio, qual contro al ſuo imperio
" dal nimico con giouenile ardore co
battè, quantunque vinceſſe, occiſe, è cauſa non
fuſſì eſempio di maggior male di preſuntione,
che la vtilità della gloria del nimico ſuperato, la
cupidigia della gloria ritiene ancora in ſevn'al
trovitio, cioè la ſimulatione, atteſo, che difficil
coſa è conſeguire le vere virtù, e pochi di loro ſi
adornano, a quali ſolamente ſi couien l'honore.
molti deſiderando la gloria diuengano ſimulato
iri delle virtù, per il che dice Saluſtio molti morta
1i l'ambitionesforza eſſer falſi. hauédo altro rac
chiuſo in petto, altro nella prontezza della lin
gua. e queſti, che fanno le buone opere è cagio
neſieno viſti dalli huomini, hipocriti, cioè ſimu
latori dal noſtro Saluatore ſono appellati. Si co
me adunque alla moltitudine è pericolo ſe i prin
cipe " ſuo premio cerca le voluttà,8 le ricchez
ze, che non diuenga rattore, & contumelioſo,co
ſi ancora è pericoloſo quando vien ritenuto dal
premio della gloria, che lui né ſi faccia proſun
tuoſo, 8 ſimulatore. Ma in quanto appare nel
l'intentione dei detti de ſapienti, né per quella
- - le
v
. 3e Del Reggimento de Principi
ragione l'honore, e la gloria per premio ſtatuir
nº al principe, come che a quello principalmeſi
ste affettaſſi la buona intentione del principe,
ma perche è piu tollerabile, ſe lui cerca la glo
iria, che l'eſſer cupido della pecunia, e che ſegua
le voluttà, merce che queſto vitio è piu propin
iquo alla virtù, la gloria percheproua Agoſtino
ſanto non eſſer altro che ci giuditio delli nuomi
ni nel ben penſare degli altri huomini. La cu
pidigia della gloria ritiene alcun veltigio del
la virtù in mentre che almeno gli uomini di e
iſa cupidi cercano l'approbatione de buoni &
ad eſſi diſpiacere ricuſano e perche pochi attin
i" tollerabile, ſe
igono alla vera virtù, apparsi
to
vien preferi all'im perio quello che formidan
do el giudicio delli huomi " da mani
feſtimali ſi ritrahe perche chi cerca gloria, è ve
. ro ſi ſforza oprare per via della virtù, accio ven
gha dalli huomini approuato: o ſi vero conſi
mulatione e fallacie contende di eruenire: ma
chi dominar deſidera, leli mancha la cupidità
i della gloria, non temendo aliretti giudicanti
diſpiacere, per apertiſſime ſceleratezze, talvolta
- cerchaottenere quelche eſſo brama onde che ſi
pera le beſtie,ò in crudeltà,ò ſinelli sfrenati viti
di luſſuria, ſi come appare in Neron Ceſare, in
cui come afferma Agoſt, fu tanta luſſuria, che
coſa veruna non ſi potella ſperare di virilità per
hauere a temere la crudeltà e tanta crudeltà, che
nulla
- :
effiminata operazione ſi poteua ſchorg
a - -
erº.
Queſte
-
- -
–
º zibro primo t 3i
ouetocopioſamente ſi eſprime nell'Etfi d'Ariſti
bue parlando del magnanimo coſi dice. lui non
cerca l'honore, e la gloria quaſi coſa grande per
ſufficiente premio della virtù, ma è ben vero,
che li huomini piu oltre di queſto non ponno ,
contribuirſi, mercè, che in tra tutte le terrene
“coſe appare precipuo. quando all'huomo dal
li huomini e reſo teſtimonianza della ſua vir
tù . . . . . . . . . . oi i
- , ci iº i so: iº a
gual ſta il prefne, per cui al reſidellamusaereº.
- ben regg re il popolo. cap. Va ſu
- i fo: 3 - i ri g
e
º zibro Primo. . º4
teattentano ogni impreſa: non può adunque il
-Dominio tirannico eſſer diuturno. Queſto non
-meno per eſempli, che per ragione appare. Se al
i cuno li geſti antichi,eli moderni conſidera appe
ma ritrouerrà il Dominio di alcun tiranno eſſere
ſtato lungo, onde Ariſt nella ſua Politica nume
-rando molti tiranni, dimoſtra el loro Dominio
in breue tempo eſſer finito, alcuni de quali piu
lungamente regnorno, perche non molto ecce
derno nella tirannide ma in quanto a molte co
“ſe imitiuano la Regal modeſtia. Ancora mag
giormente ſi manifeſta dalla conſideratione del
i" come è ſcritto in Giob,
IDio fa regnare l'hipocrità per li peccati depopo
li, non è vero hipocrita altro, che ſimulatore,
duell'huomo adunque, che piglia l'Vffitio di Re.
e diuien tiranno, hipocrita meritamente vien
chiamato, pche rappreſenta la perſona d'altrui,
permette adunque Dio regnare li tiranni per pu
nitionedelli peccati del popolo, la cui punitio
ne nelle ſcritture ſacre ſi coſtuma nominar l'ira
di Dio, la onde per Oſea Profeta diſſe Dio, io vi c.15.
darò vn Re nel mio furore. grande infelicità di
Nero è di quel Re, quale al popolo da Dio è con
ceſſo nel ſuo furore, mercè, che non può eſſere ſta
ſbile il ſuo Dominio, atteſo, che non ſi ſmentica
Dio d'hauer miſericordia, ne ſoſterrà nella ſua
ira le ſue miſericordie.anche Ioel di lui diſſe, che cap.i
è patiente, e concede molte miſericordie, e ſoffri
ſce ſopra la malitia humana, la onde ne ſegue,
º . “ “ c
46 pel reggimento de principi
- che non permette molto tempo regnare li tiran
ini, ma dopo la tempeſta per li tiranni al ſuo po
polo indutta, per loro eſterminio li riduce la pa
sce perciò diſſeel ſapiente Salamone, le ſedie del
ºli ſuperbi Duci, Dio diſperge,e per loro fa fede
reli manſueti. Appare ancora per eſperimento,
che li Regi piu ricchezze per giuſtitia conſegui
iſcano, che li tiranni per rapine. concioſia, che il
Dominio de tiranni di piu copia di ſatelliti han
no di biſogno diſpiacendo alla moltitudine, per
li quali contro deſudditi li tenghino ſicuri, oue
è di neceſſità piu ſpendere, che quel che "
no alli ſudditi, ma il Dominio Regio, che alli
ſudditi piace loro ſteſſi ſeruono per ſatellitià ſua
cuſtodia, nelli quali né occorre ſpendere,nema
cano nell'urgente neceſſità ſpontaneamente alli
Regi donare, piu che li tiranni non poſſon ruba
re, e coſi vien verificato el detto del Sauio nelli
IProuerbi, oue dice: che alcuni, cioè, liRe diui
dono el proprio benificandoli ſuggetti, e ne di
ruengano piu ricchi, altri (cioè) li tiranni rapi
º ſcono l'altrui,e ſempre ſono in egeſtà. Similmen
te per giuſto giuditio auuiene, che quelli che c&
'gregano le ricchezze ingiuſtamente, le diſperghi
no inutilmente,ò gli ſono tolte giuſtamente eco
diſi adempieel prouerbio del Sauio dicente, che
1'auaro non già mai ſi riempie di pecunia & chi
se a quelle ama non ne trarrà da loro il frutto, 8 inol
trenelli Prouerbi dice, che chi ſegue l'auaritia,
conturba la ſua caſa, ma alli Regi,
W., a - -
asse"le
º zibro Primo. s 47
e la giuſtitia gli ſono da Dio aggiunte etiandio la
ricchezze. ſi come a Salamone, il quale in men
a tre lui cercaua la ſapienza a fare il giuditio: ri
ceuette con quella l'abbòdanza delle ricchezze.
: de la fama è ſuperfluo dirne, impero che chi du
bita, che li buoni Regi non ſolo nella preſente
vita, ma molto piu nella morte quodimodo con
gla laudeviuino,e ſono hauuti indeſiderio: ma il
nome delli cattiui, ò vero ſubito mancare, è ſe
auuiene, che ſieno ſtati di eccellente malitia con
loro deteſtatione ſe ne fa memoria, la onde la me
moria delli empi putreſce, e quelli degiuſti ri
man con laude, atteſo, che rimane con fetore,ò
stoſto manca - ; - º e e lei
- - -- - - - -
; -
come etiandio in queſta vita piu conſeguiſcano le rie
i "" i" i li
s - li tiranni. Cap. X I. a o
:: :: : O3
l
48 pel Reggimento deprintipi
-vn huomo,& lo riduce in ſeruitù, è l'ºccide; nie
- rita maſſima pena al giuditio delli huomini, cio
- è la morte, 8 quanto al giuditio di Dio l'eterna
- dannatione quanto maggiormente è da penſare
-piu crudeli ſuppliti meritare el tiranno, che da
º tutte le bande à ciaſcheduno rapiſce, e ſi affatica
i contro alla libertà di tutti e oltre, che per libito
º di ſua volontà vecide gli piace, 8 auuiene, che ia
i li rare volte ſi pentono, gonfiati dal vento morti
fero della ſuperbia , per il demerito deloro pec
cati da Dio derelitti, & ripieni di adulatione
delli huomini rare volte ſatisfare poſſono re
ºſtituire quel , che eontre alla giuſtitia hanno
tolto, & nondimeno neſſuno dubita quelli alla
reſtitutione eſſer tenuti. e in qual maniera ri
compenſeranno gli oppreſſi, e quelli, che inva
rij modi hanno nociuto? aggiungeſi ancora alla
loro impenitenza il parerli lecito ciaſcheduna
coſa, tutto quel che ſenza reſiſtenza hanno poſe
futo fare impunitamente, la onde che non ſolo
delli ſuoi facinori appreſſo Dio ſon tenuti, ma
apo di lui etiá di quelli ch'hanno eiceſſa l'occa
ſione di nuocere, e di queſto non ſollecitano di
emendarſi di quelche male han fatto, ma la ſua
conſuetudine per l'autorità vſando traſmettano
l'audacia del peccare alli poſteri, aggrauaſi anco
rael peccato loro dalla dignità delpreſo vfficio.
satteſo, che come il terreno Repiù grauemente
puniſce i ſuoi miniſtri, quandoli ſon contrari.
coſi Dio maggiormente puniſce quelli eſecuto
i ri, &e
Libro Primo. 49
ri,& miniſtri del ſuo gouerno, che ha conſtituti,
ſe iniquamente ſi portano conuertendo el giudi
tio in amaritudine e per queſta cagione nella ſa
pienza alliſcelerati Regi è detto. perche eſſendo
miniſtri del ſuo Regno non rettamente hauete
giudicato, e non hauete cuſtodito la legge della
giuſtitia, e non câminaſti ſecondo la volontà di
Dio, preſto, 8 horribilmente vi apparirà percio
che fia giudicio duriſſimo in quelli, che regnano
e poco ſi concede miſericordia,S li potenti, po
tentemente ſoffrirranno li tormenti, 8 per Eſaia
è detto al profido dell'inferno ſarai tratto, e chi
a teſi achineranno, riſguardandoti, quaſi come
piu nelle pene ſommerſo in profondo. ſe adun
que alli Regi abbondano li temporali beni,eli è
preparato da Dio piu eccellente grado di beatitu
dine, e li tirannidelli temporali beni, che tanto
ambiſcano ſono fruſtati ancora ſottoiacendo a
molti pericoli, e quelche è piu priuati ſono de
gl'eterni beni, 8 riferuatià grauiſſime pene.Adi
que quelli, che pigliono l'ufficio del reggere, ſtu
diarſi debbono renderſi alli ſudditi Re, & non
tiranni che coſa ſia Re,et come ſia ſpediente al
la moltitudine hauere Re, 8 come ſia ſpedien
te al Principe eſibirſi alla moltitudine, 8 non ti
ranno tanto da noi ſia detto.
3o pel reggimento de principi
manifeſta il Re nel Regno eſſere come l' anima nel
corpo, e come oio nel Mondo.
cap. A 44.
FA di biſogno per le coſe dette conſequente
mente conſiderare qual ſia l'Vffitio del Re, e
qualconuenga che ſia Re. e pe che quelle coſe,
qual ſono ſecondo l'Arte imitano quelle, che
ſono ſecondo la natura, da cui pigliamo il po
tere oprare ſecondo la Ragione, quindi appa
rel vfficio del Retor la forma del natural gouer
no. Ritrouaſi nelle coſe naturali il particular
reggimento, è l'Vniuerſale. L'vniuerſale è ſe
condo, che ogni coſa vien contenuta nel go
ue no Diuino, qual con ſua prouidenza il tut
to gouerna e dipoi el particular gouerno ſimile
all'vniuerſale Diuino, 8 maſſime quello, che ſi
ritroua nell'huomo per il che minor mondo vie
ne appellato, concioſia che in lui ſi rimiri la for
ma dell'wniuerſal reggimento, e ſi come l'uni
uerſal creatura corporea, 8 tutte le ſpirituali
virtù ſono contenute ſotto il gouerno Diui
no, coſi le membra del corpo, 8 tutte le virtù
dell'Anima dalla Ragione vengono indrizzate, e
coſi quodamnodo ſi ha la Ragione nell'huomo
come Dio nel Mondo, ma perche come ſopra di
cemmo l'huomo è Animale per natura ſociale,
viuente intra la mo titudine, ſi ritroua la ſimili
tudine di Dio nell'huomo, non ſolo in quanto
- - - vn'huo
zibro Primo. - 51
vn'huomo ſe ſteſſo regge con la Ragione, ma an
cora,inquanto per quella lui regge la moltitudi
ne. il che maſſimamente appartiene al Re, in
mentre che in alcuni Animali, quali ſocialmente
viuono ſi ritroua certa ſimilitudine di queſto go
uerno, come nell'Api, in tra le quali ſi dice eſſere
li Regi, non che in quelli fia il Reggimento per
la ragione, ma per iſtinto della natura inſerto
dal ſommo reggente autore della natura, tale vf
ficio adunque il Re cognoſca hauer preſo, che
ſia nel Regno come l'Anima nel corpo, 8 come
Dio nel Mondo, il che ſe diligentemente cogite
rà ſi accenderà di vero zelo della giuſtitia in
mentre conſidererà cio eſſer poſto iui in luogo
di Dio, è cagione, che nel Regno eſerciti il giudi
cio, dall'altra ſimilitudine acquiſterà la virtu' del
la manſuetudiue, e clemenza, riputando tutti
quelli che gli ſono ſuggetti come propri ſuoi mi
bri. - -
I ,
'. -
65
IL SECONDO LIBRO
DEL REGGIMENTO
- D E PRINCIPI,
come al Re appartiene inſtituire città, o caſtelli e quali
- luoghi ſieno à ciò comodi e quali no, e che
otilità ſe ne tragghi, e quali
in comodità. -
i
C A PIT O LO P RI M O.
Libro secondo. . 75
“ huomini molto vacanti nelle Delitie, diuenga
no hebeti di ſenſi, concioſia che l'imoderato uſo
di quelle amenità imerge l'Anima nelli ſenſi, in
tal maniera, che nelle coſe delettante non pon
nohauere ellibero giuditio, e però ſecondo la
ſentenza d'Ariſt, la prudenza del giudice ſi cor
rompe per la delettatione.Inoltre le ſuperflue de
lettationi fanno partire l'huomo dalla virtù del
l'honeſtà, perche non è coſa alcuna, che piu in
duca all'immoderato viuere, per cui il mezzo
de la virtù ſi corrompe, che della delettatione,
mercè, che la natura è molto auida delle deletta
tioni, a cui ſe l'huomo coſente, ſi precipita nell'il
lecebre diſoneſtà ſi come le legne ſecche per poco
fuoco ſi accendano, ſi anco per le delettagioni
non ſi ſatia l'appetito eſſendo facilmente inue
ſchato, anzi guſtata, induce di ſe maggior ſete. ,
onde all'uffitio della virtù appartiene, che li huo
mini ſi aſtenghino dalle ſuperflue delettationi,
perche euitata la " , piu facilmente ſi
peruiene al mezzo della virtù, e in conſequenza
" ſuperfluamente ſon dediti alle delitie,
iuengano effeminati di Animo, e per attentare
le coſe ardue, ea tollerarle fatiche, e li horren
di pericoli ſi fanno puſillanimi, la onde che al
l'vſo della Militiale delitie grandemente nuoca
no, perche come dice Vegetio, manco teme la
morte chi meno cognoſcehauer delitienella vi
ta. In vltimo e diſſoluti nelle delitie ſpeſſo ſon
pigri, li quali intermeſſili ſtudi neceſſari,eli i
l
-
- zibro secondo. e 77
non ſono ordinate al fine:imo (come è detto) ſo
no ricerche, come fine in cui modo voleuanovſa
regl'empi dal Sauio citati nella ſapienza, oue
in perſona loro diceua non rettamente cogitan
do: venite e fruiamoli beni, che ſono il che ap
partiene al fine. Dimoſtraſi in vero l'imoderato
yſo di tal coſe delettabili corporee nella gioueni -
sietº riferirsi
78 . pd eggimentº di principi
che natural ſono, o ſi perche l'huomo natural
º v mente ne ha di neceſſità, come ſono vigne, bo
ſchi, ſelue, ediuerſi generi divccelli,3 altri Ani
mali, i quali Palladio Palantino ComiteaValen
tiniano Imperatore alle prefate eſortandolo colu
culentiſſimo ſtile, e diffuſamenteli da documétoi
zec.2 Ancora il Re Salamonevolendo paleſare la ma
i" del ſuo Regno,e reggimento diſſe che
iedificò caſe piantòvigne, fecedelli horti e giar
dini inſerendoui tutte le ſorte di Alberi.mi edifi
cai dice egli laghi, e ſtagni ad irrigare le ſelue del
li germinati frutti. " tre ragioni ſi poſſono
addurre.vna riſpetto all'vſo di quel, che par piu
delettabile, quando è ſua, che l'aliena,mercè, che
è piu vnitacome afferma Dioniſio quando dice:
l'vnione eſſer proprietà dell'Amore, al cui Amo
reſegue la delettatione.anco eſſa diligenza nell'
eſercitata opera grandemente l'huomo ſi com
piace in quanto che l'operazione è piu difficile:
perche maggiormente amiamo quelche con diffi
cultà conſeguiamo, e perciò quelle facultà che
conſeguiamo ci ſudore e fatica, ci ſon piu grate,
che l'aliene e ſegue che ſe piu grate, ancopiu de
lettabili ſieno pigliaſi la ſeconda Ragione per ri
ſpetto allivfficiali del Re, atteſo che ſe a loro fa
ceſſi di meſtiero ricorrere a conuicini per le coſe
neceſſarie della vita del ſuo ſignore alcune volte
i" ano di molti ſcadoli nelli ſudditi,
nel cambiar le mercè, in cui nuoce l'Auaritia
compagna del compratore, e vendente e ſiturba
-
con
ribro secondo. -
- -
- - gomo
-
v
N - e - e e
-
32 Del reggimentode Prlncipi. -
Diſtinº
- =
zibro secondo. - 9f
--- - - - - i
(siagº
sos bel reggimento de principi - -
- ,
- º
f
-
,
i - - - n 2 tº
IL T E R Z O LI B R O
DEL REGGIMENTO
DE PR I N CI PI,
. Dell'Angelico Dott.S.Tommaſo al Re di Ci pri,
Tradotta invulgare per Don Valentino
Monaco di Vall'ombroſa,
-
- Come
Il 22 pel reggimento de Principi
come ogni caldo participato, e ſecondario, de
pende da chi è caldo primieramente, e di ſua na
tura, come il fuoco, ſi come adunqueogri eſſere
depende dal primo, coſi ciaſcheduno Dominio
dal primo dominante.atteſo che quello è fonda
to ſopra l'eſſere, e tanto piu nobile eſſere, quan
to che a dominare ſopra li huomini in natura
coequali è prepoſto, la onde trae la cagione da
non inſuperbirſi, ma httmanamente el ſuo popo
logouernare, come dice Seneca nell'Epiſtola a
Lucullo, però è detto nell'Eccleſiaſtico ſe ſei po
ſto rettore non li innalzare,ma ſia con quelli qua,
ſi vno di loro. Adunque ſi come ogni eſſere dal
primo depende come da prima cauſa, coſi ogni
Dominio della creatura da Dio come da primo
Dominante, e primo eſiſtente. Inoltre la moltitu
dina qualunque la ſia procede da vino, e pervno;
è miſurara, come proua el ph. nell'ottauo della
ſua phiſica, in ſimil modo adunque è la moltitu
dinede dominanti davno ſoldominante il qua
leè Dio, ſi come vediamo nelle corti Regali, che
in diuerſiofitij molti ſono li dominanti, ma tut
ti dependano dal Re, quale è vno - Diceanco el
Ph che ſi come è Dio riſpetto a tutto l'uniuerſo,
coſieldtica all'eſercito, da cui tutta la Moltitu
dine delle ſchiere depende, queſta fu la cagione
che Moſe nell'Eſodo chiama Dio duce del popo
lo, dicendo tu ſei ſtato Duca nella Miſericordia
tua al popolo, quale hai redento adunque il do
minio ha il ſuo principio da Dio,
- - -
pº" º
R6Gige
r ritrorrze i 2,
medeſimo la virtù è proportionata all'eſſere e ad
eſſo ſi adequa, perche la virtù ha l'influenza dall'
eſſenza della coſa (come è manifeſto per il ph.)ſi
come adunque l'eſſer creato ſi ha dall'increato,il
quale è Dio,coſi la virtù o potenza di ogni eſſen
. za creata ha la virtù dall'increata, ".
erche tutto quel che è in Dio è l'iſteſſo Dio.Tra
i" adunque ogni creato eſſere dall'increata
eſſenza, da quella in conſequenza anco depende
ogni virtù, epotenza, e coſi ogni Dominio ſarà
dall'increata virtú,che Dio "idetto)
però ben dice l'Apoſtolo allihebrei, che Dio por Cap. I
tael tutto con il verbo della ſua virtù 8 nell'Ec
cleſiaſtico.vno è l'Altiſſimo Repotente, 8 gran
demente tremendo, ſedente ſopra il trono Dio
dominante nelle quali parole a pieno ſi manife
ſta da cui ogni creatura ha l'eſſere la potenza, e
l'operationi, e per conſequenza el dominio, e
molto piu elre(come ſopra ſi è detto) Prouaſi
dipoi
r- i con
:: la conſideratione del Moto. - a - --
-
- i
º ? . a
capitolo 11. -
\
- Librererzo. a 27
Paniello inſignito del lume di profetia fu detto.
a te fu dato ſpirito d'intelligenza per poter que
ſto interpretare à cio ſi verificaſſi e detto di Sala
monenelli Prouer. Mio è il conſiglio,mia l'equi
tà,mia la prudenza e mia è la fortezza, per mere
gnanoli Regi, &li conditori delle leggi diſcerna
noel giuſto, e per me ſignoreggiamoli potenti, e
li principi diſcernano la giuſtitia, e coſi è manife
ſto qualmente ogni Dominio è da Dio in conſi
deratione del moto. - :
- - -
-
I 42 Del Reggimento da principi -
/
zibro re Ro. i 49
tenuti ſuggetti, rimandandoli liberi in giudea
con li vaſi " tempio, commettendoſi reedificaſ
ſi el tempio, dalli quali beni, S opere virtuoſe
che lui eſercitò circa el Diuino culto, e nel po
polo di Dio, ottenne la Monarchia di tutto l'ori
ente, e il predetto Baldaſſar fu occiſo come appa
re per la ſentenza di Daniel profeta perche à Dio
fu ingrato. hauendo malevſato gli vaſi del tem
io Diuino, adoperandoli nel conuito, la onde
per Daniello gli fu detto, perche non humiliaſti cap.6
el Quor tuo, ma contro el dominatore del Cielo
ti innalzaſti, e li vaſi della ſua caſa nel conuito
profanaſti beuendoui tu,eli tuoi ottimati, e con
cubine il vino, impero Dio de cieli, quale ha il
tuo fiato nelle mani, perciò da lui e mandato lo
Articolo di ſua mano contro di te, il che altro
non fu che la Diuina ſentenza, come dipoi ne ſuc
ceſſe lo euento,perche come narra la ſtoria di Da
niello in mentre Baldaſſar Re di Babillonia, per
ſcueraua nella citumelia del ſignore dall'oppoſi
to della menſa di ſuo conuito vide le dita di vna
manoſcriuer nel muro, dalla cui ſcrittura ſpaué
tato quaſi che la fuſſe la ſua morte, la cui imagine
non vedea,ma ſolliditi della mano, per cui (co
me è detto) la ſua faccia ſiciturbò,eſo perturba
uano le ſue cogitationi, in tal maniera, che ne
vennero come diſſolute le congiunture di ſuo
corpo, e ſi percoteuano le palpebre deſuoi occhi.
tutti manifeſti ſegni d'ineſtimabili timore del fu
turogiuditio ſopra di quello, ma non ieri -
-- -- K
46 Del reggimento de Principi
iR- queſta ſcrittura, fu chiamato Daniello,
il quale interpretò la ſcrittura, che ſotto treno
mi, mane,techel, phares annuntiè douer lui mo
cap,5. rire. Mane,cioè Dio ha numerato il tuo Regno,
e quello è compito, e terminato, come coſa nu
merata, che ſi toglie via, ſeparandoſi dal monte
dell'altra pecunia.Teche cioè ſei a peſo nella bi
lancia e ritrouato leggieri, però degno di morte.
Phares, cioè diuiſo è il tuo Regno, e dato alli
Medi,eli Perſi. Da tutte le quai coſe manifeſta
mente ſi dimoſtra, che quelle clauſule non ſono
roprie ſignificatiue, ſecondo alcuno idioma di
i" ſecondo la diſpoſition Diuina, ſi co
me in alcun fatto, in cui el Profeta ciprende cir
ca di noi la Diuina volontà. Si conclude in ſom
ma, che Dio in quella ſcrittura promulgò la ſua
ſentenza cotro del principe di Babilonia, il qua
le perli peccati ſuoi era degno di morte, e priua
tione del Regal principato, e coſi fu in lui verifi
recle. cato il detto del Sauio dicente, che l'un Regno
Qo di gente ingente vien trasferito per l'ingiuſtitie,
e molti, 3 diuerſi inganni. -
- - - nO
ribrareras , 1 ſ9
no perfetta per la piu perfetta, e coſi nell'uſo delle
coſi naturali, poi che l'imperfette, cedono l'uſo al
le piu perfette: come le piante per ſuo nutrimeto
vſinolaterra, egl'animalilepiante, el'huomo le
piante, egl'animali, la onde ſi conclude, che natu
talmente l'huomo è Dominatore delli animali,
per il che come ſopra è tocco elphil. proua, che
naturalmete la cacciagione della ſilueſtri animali
e giuſta, per cui l'huomo naturalmente ſi vendi
sca quel che è ſuo. Appare ſecondario per l'ordine
della Diuina proudenza, la qual ſempre gouer
nale ſuſtanze inferiore per le ſuperiori. eſſendo
che l'huomo è ſopra tutti li animali, perche è
fatto à Imagine,e ſimilitudine di Dio, conuenien
temente tutti gl'altri animali ſono ſuggerti algo
Muerno dell'huomo, terzo appare el ſimile dalla
proprietà dell'huomo,edelli altri animali, atte
ſo, chenelli altri ſi ritroua ſecondo l'eſtimation
aaturale alcuna participatione di prudenza, "
alcuni particulari atti, ma nell'huomo inveroſi
ſcorge certavniuerſal prudenza, la quale è ragio
ne dell'operationi naturali. non è certamente da
dubitare, che tutto quello, che è per participatio
ne, ſia ſuggetto a quello, che è per eſſenza evniuer
ſale.laonde appare che naturalſuggettitudine è
delli altri'animali all'huomo, ma ſe il Dominio
dell'huomo ſopra dell'altro huomo ſia natu rale,
d da Dio permeſſo, è preuiſto,ſi può trarre da
quelchedi già è detto, perche ſe parliamo del Do
miniop modo di ſeruil ſuggettitudine, queſto è
iii - intro
v 54 , Del Reggimento de principi
introdotto per il peccato, come ſi è detto, ma par
lando del Dominio in quanto importa vſfitio di
conſigliare,e indrizzare, puoſſi chiamarquaſina
turale, merze, che anco ſarebbe aduenuto nello
ſtato dell'innocenza, il che manifeſta Agoſtino
nella città di Dio, ini prouando che tal Domi
nio era competente all'huomo in quanto che è
naturalmente ſociale epolitico, come è detto, e
tal ſocietà conuiene ſia ordinata e nelle coſe che
in tra di loro ſono ordinate, fa di biſogno eſſerui
alcuna coſa principale e primo indrizzate come
moſtra el phil. nella politica e la ſteſſa ragione, e
natura dell'ordine, perche come ſcriue Agoſtino
in predetto luogo,l'ordine è diſpoſitione che con
tribuiſce in le parti pari, e diſpari dando a cia
ſcheduno quel che ſigli conuiene, la onde che il
nome di ordine importa in equalita, e di ragion
del Dominio, imperò ſecondo queſta conſidera
tione il Dominio dell'huomo ſopra dell'altro ho
mo è naturale, ſi come anconelli Angeli, ne ſaria
mancato nel primo ſtato, e ritrouaſi di preſente,
di cui per ordine è da dire ſecondo la ſua Digni
ta, e grado.
a ; - ,
- -
. .. c
-
-
pominj. capitolo
- i r ;
x. - i -
i CO
zibro rerio. I6I
v,
ro di caualieri, non habbi molte moglie, che al
lettino l'Anima ſua,negran peſi di dro,& Argen
to, il che in qual modo ſi habbi da intendere di
ſopra é detto, deſcriuerraſſi el Reil deut, di mia
legge tenendola ſeco, leggendola tutti li giorni
di ſua vita, a cagione impari temere il ſuo Dio, e
cuſtodire le ſue paroli, 8 le ſue cirimonie, è ciò
poſſa indrizzare el ſuo popolo ſecondo la legge
Diuina, onde il Re Salamone nel principio di
ſuo gouerno chieſe à Dio queſta ſapienza a ca
gione rettamente gouernaſſi li ſuoi ſudditi in lo
rovtilità (come è ſcritto nel 3. de Re) ſoggiugne cap. 3
il detto Moſe ncl medeſimo libro non ſi eleuerà
il ſuo Quore in ſuperfluo ſopra delli ſuoi fratel
line declinerà in parte veruna è deſtra, o ſiniſtra
à ciò lungo tempo regni,lui,e il ſuo figliuolo ſo
pra il popolo d'Iſrael. Ma nel primo de Reſon
date le leggi del Regno piu preſto à vtilità del Re
come dimoſtrai nel ſecondo libro di queſta ope
ra, oue ſon poſte le parole al tutto pertinente alla
condition ſeruile,e nondimeno Samuello la leg
gegualdette diſpotica, l'appella regale elph.nel
l'ottauo dell'Eth.piu preſto concorda con le pri
meleggi,imperoche tre coſe pone del Re in quel
libro, cioè, che eſſo è legittimo Re, il quale prin
cipalmente intende il bene delli ſudditi. In oltre
quel che per ſe ſteſſo ſi ritroua eſſer ſuffitiente, 8.
chi in tutti libeni eccede, a ciò non graui li ſud
diti, ancora quello è Re, che ha cura delli ſuddi
ti,che operino bene, ſi come il paſtor delle peco
L relle,
-
r 62 pel Reggimento de principi
relle, da tutte le coſe è manifeſto, che ſecodo que
ſto modo diſpotico molto è differente dal Rega
le, come il medeſimo vedeſi dire el ph nel primo
della politica, cioè che il Regno non è per il Re,
ma ſi bene il Re per il Regno, perche a queſto
Dio prouedde , che il Regno regghino, e logo
uernino, e ciaſcheduno in ſuo douere conſerul
no,e queſto è il fine del gouerno, perche ſeadal
trotendano ritorcendo in ſe ſteſſi il comodo, né
ſono regi, ma tiranni, contro de quali dice Dio
C.34. in Ezechiel.guaialli paſtori di Iſdrael che paſca
no ſe ſteſſi. non hanno li greggi ad eſſer paſciuti
dalli paſtori? voi (dice egli) mangiauiel latte,
evi copriui delle lane, e quello, che era graſſo am
mazzaui,e non paſceui il mio gregge, quello, che
era infermo né conſolidaſti, e non ſanaſti l'infer
mo,il confratto non legaſti,e lo ſmarrito non ri
tornaſti, e quel che era perſo non cercaſti, ma con
auſterità,e con potenza a quelli comandaui. Nel
le quali parole a noi ſufficientemete la forma del
gouerno ci è data, riprendendo il ſuo contrario.
In oltre vien conſtituto il Regno di huomini, ſi
i come la caſa di parieti, e l'humano corpo di mé
bra come dice il Ph.il fine adique del Re ſi è, che
il gouerno ſi proſperi, e ſi conſeruino gl'huomi
ni per il Re, e quindi è il comun bene i ciaſche
dun principato, e la participatione della diuina
bontà la onde è detto dal Ph nel primo dell'Eth.
che il ben comune è quello, che ogn'huomo ap
petiſce, e l'eſſer bé diuino, che ſi come
-
pºi
" Cill
zibro rer 7o. I6 s t
- -
arm qual
174 Del Reggimento de Principi
C. I O» rn qualtempo cominciaſſi la Monarchia di chriſto, e
in qual maniera e per qual cagione ſtette celata.
cap. X I I I I
.
198 nel reggimento de Principi
lani, & altri pertinenti a Dignità ſecondo le di
uerſe conſuetudine delle Regioni. Sono ancora
di Dignità ſotto delli Regi li ſatrapi, de quali ne
fa mentione la ſacra ſcrittura. congregoronſi in
cap. 3 Babilonia (dice Daniel profeta) li ſatrapi del
Re,li magiſtrati,e li giudici, 8 iuianco ſi fa men
tione delli ottimati del Re. nel primo anco del
Cap.7 liMachabei ſi pone quattro nomi di Dignità,
oue è ſcritto che Giuda contro a Nichanore co
ſtituì al popolo DuchiTribuni, Centurioni, &
Decurioni, 8 nelli geſti Romani ſi troua delli lo
rorettori queſti particulari nomi, cioè Conſoli,
Dittatori, Magiſtrati, Tribuni, Senatori, Patriti,
e Prefetti,e Cenſori,eCéſorini di tutti li quali ſot
to doppio titolo è da trattare. In prima dellino
mi propri anneſſi allo ſtato degl'imperatori, e
Regi, d'onde traſono l'origine, e qual fu ilgouer
no di eſſi, dipoidelli apparteneti al politico prin
cipato li propri nomi delle Dignità, che ſeruano
alli Regi & Imperatori ſono li principi, cioè li ſi
nori delle prouincie quaſi teneti i primi luoghi
i" del Regal, 8 imperial dominio, li quali ſi
gnoreggiano ſopra delli Baroni, e Comiti, come
appare in Teutonia, e nel Regno di Sicilia, quatù
quela ſcrittura iſto nome ſpeſſe volte diſteda ad
ogni genere di Dominio,e precipue nobile, chia
mato coſi principato a ſimilitudine dell'Angeli
coordine, chiamato principato,pche dominano
cap.8. a tutte leprouincie, perciò è ſcritto in Daniello,
che il Principe delli Perſi fece ventun giorno reſi
a ſtenza,
zibro rerzo. I 99
ſtenza. Ioſepho che era ſecodo al Re dell'Egitto
ſe ſteſſo chiama principe, come è ſcritto nel Gene
ſi. Il ſecodo nome è quello de Comiti, il quale fu
primieramente preſo dal popolo Rom.ſcaccia
tiliRegi,imperoche eleggeuano dua Cóſoli.vno
de quali adminiſtrauale coſe militari, l'altro el ci
uile,e queſti dua Conſoli primieramente furono
chiamati Comiti, accomitando inſieme con ve
ra concordia, e in queſta guiſa fu accreſciuta la
Republica come dice Saluſtio debello Iugurti
no,in proceſſo poi di tempo queſto nome fu man
dato in obliuione dal Romano gouerno e traſla
toſſià ſtato deputato ſottoli Regi eImperatori, e
però ſon detti Comiti, a comitando, il che il pre
cipuo loro vffitio è di ſeguirli Regi e Imperato
rinella guerra, e in tutte le coſe militare, ce nell'
altre operationi per vilità di tutto il Regno. li
Duchi à ducato delli popoli ſon detti, e preci
puamente nella Militia,l'vffitio dequali è indriz
zare gl'eſerciti, e antecedere nella pugna, però
quando li figliuoli di Iſdrael erano impugnati
dalli Cananei, cercorono (ſi come è ſcritto nelli cap. -
giudici) chi haueſſi auanti di loro antecedere
contro de Cananei,e chi deuea eſſerlor ducha,il
qual nome di uero molto conuiene a tal Rettori
mediante la difficultà del gouerno,quando l'eſer
cito è in battaglia, dall'eccellenza di cui gouer
no congruètiſſimamente Duca è nominato, per
la qual Ragione Ioſueperchebellò le guerre del
ſignore Duca fu nominatoſi come di lui teſtifica
N 4 l'egre
2O O Del reggimento de Principi
l'egregio principe Mathatia nel primo delli Ma
cap.2 chabei dicendo:Ieſu, in métre " adempì le pa
role del ſignore fu fatto Duca del popolo d'Iſº
drael,coſi anco diſſeroli zelatori della legge giu
Cap. 3 daica. morto Ionata a Giuda Machabeo. noi ti
eleggiamo principe e Duca à combattere la no
ſtra guerra. L'altro nome di Dignità ſeruentealli
Regi, & Imperatori è il marcheſato detto coſià
marcha, che è ſingular peſo delli Ricchi, per cui
vié ſignificato, la retta, 8 rigida giuſtitia,il quale
vfitio ſi adegua al comitato,e ſortiſce queſto no
me dalla ſeuerità della giuſtitia, il che appare aſ
ſai coueniente in detti principi,perche comune
mente ſi ritrouano nelle Regioni à noi note tutti
queſti tali principi chiamati di cotali nomi; per
che ſono nelle prouincie aſpre, e detti luoghi
montuoſi, e rigidiapo di alcuni ſono chiamati
Marchie,o ſi nelle prouincie lazare, ciaſchedu
na delle due ſorti ſi conſeruano col il vigore del
la giuſtitia, è vnaltro nome che padrone è chia
mato, coſià labore,ſi perche nelle fatiche ſon for
ti come afferma Iſidoro nel comemorato libro
bara in greco, in latino graue, e forte ſignifica, e
queſto è propietà de principi che ſieno in conti
nui Ginnaſij, ſi com'è il ſolito nelle parti della
Gallia, e Germania, è vero nelle cacciagioni, o
vccellare,ò in gioſtrare come delli Antichi era il
coſtume ſi come ſcriue Amonio ſtorico, la cui
Ragione è poſta da Vegetio nel libro deReMili
tari, perche a quelli fa di biſogno eſſerli primi,e
- - combat
ribro rerzo. 2OI
IL
zo6 -
IL QVARTO LIBRO
DEL REGGIMENTO
D E P R I N CI PI,
-
zibro ouarto. 213
/
ceanco à queſto la ferocità delli animali, che ſon
fatti dopo la preuaricatione di Adamo nociui al
l'huomo, concioſia, che a maggior ſicurtà del
l'huomo è neceſſaria la comunità delli huomi
ni, pereuitare ogni timore, dalla cui comuni tà
ſi coſtruiſce la città, e per lei l'huomo ſi rendeſi
curo. Da queſto ſi moſſe Caino ad edificare la cit
tà (come è ſcritto in Gen.) In oltre è neceſſaria Cap.4
non ſolo per la conſerua del corpo ſano, ma etia
dio per li corpi infermi, al cui riparo l'huomo
per ſe ſolo non è ſuffitiente, come gli altri anima
li, a quali la natura ha prouiſto, che ſenza medi
cina delli huomini ſieno liberati, poichela loro
eſtimatiua periſtinto naturale cognoſce la condi
tione dell'herbe proficue allilor mali, S altreco
ſe ordinate alla loro ſalute,ma l'hnomo ignoran
te di queſto ha neceſſità del medico, e della medi
cina, e del miniſterio di molti, ſe qualcoſe ricer
scano la moltitudine delli huomini, e queſta fa la
“città.In vltimo percheli caſi ſon molti,nelli qua
li gl'huomini caſcano per inopinato euento, da
Eccl.
-che ſono riuelati dalla ſocietà però diſſe Salamo
ne. Guai al ſolo, che ſe cadrà né harà chi lo ſollie 4.
ui, ma ſe ſaranno duaſi porgeráno ambidua aiu
to, da tutte le " città eſſer
neceſſaria all'huomo per la comunità della mol
titudine ſenza della quale ciuenientemente non
- !" della città, che
c
l caſtello, è di altra villa, quanto che nella cit
stà ſi ritrouapiuarti, 8 artefici a ſufficienza del
- . Q 3 l'humana
214 Del reggimento de Principi
l'humana vita, che in detti delle qualcoſe ſi con
ſtituiſce la città. Il diuo Agoſtino nel primo del
la città di Dio dice, che la moltitudine delli huo
minièvn legame di ſocietà. Prouoſſi nel primo
libro l'humana ſocietà eſſer neceſſaria, &in que
ſto ſimilmente, ma diuerſamente l'Vna dall'altra
perche iui ſecondo che detta ſocietà è ordinata
al principe, e quì di preſente ſecondo che le parti
della moltitudine in tra di loro ſono neceſſarie,
per la cui cagione neceſſariamente ſono inſtitu
te le città, e caſtelli in quanto che ſono ordinate
al politico reggimento.
segue il medeſimo perla parte dell'anima, e ſue
potenOe, eſſer neceſſaria la città.
- Cap. I I. -
i i
i , . . . -
i - - - - - rn che
-
zilreguato. a 19
º
ii2 pel Reggimento de Principi
nelle poſſeſſioni, in comunication neceſſaria, per
che ſe alcuno vede il ſuo fratello poſto in neceſſi
tà, e chiuderà le viſcere a quello, in qual modo
rimane l'amor di Dio in lui è il che fu precipuo
delli ſtoici, li quali le coſe eſteriori come ricchez
ze, da quelli erano diſpregiate (ſi come di Socra
tereferiſce Girolamo ſanto) per queſto adunque
appare la riſpoſta all'obietioni,perche lavnione,
el'amore ha grande nelle coſe inferiori, mercè,
che piu perfetta è l'unione nel corpo ſe in diuerſi
organi la virtù dell'anima ſi diffunde à diuerſe
operationi vnite in vnaſuſtantia dell'anima, co
me nelli animali perfetti appare, piu che negli
inanimati, quali hano ſolo il ſenſo del tatto chia
mati dal Philanimali imperfetti, per la qual co
C'. I 2. ſal'Apoſtolo nella prima alliCorin.dice ſe tutto
il corpo è occhio,oue fial'audito? e ſe tutto au
dito,oue l'odorato?quaſi che neceſſario ſia in cia
ſcheduna congregatione, qual precipuamente è
la città a ſembianza d'vn corpo naturale, eſſendo
quello miſtico, eſſer diſtinti gradi in trali cittadi
ni, quanto alle caſe, e le famiglie, quanto ancora
all'arti, &vfitij, e nondimeno ogni coſa vnite in
vinculo di ſocietà, il che è l'amore delli ſuoi citta
dini (come è ſopra detto) l'Apoſtolo ancodice
alli Coloſſ a quali cònumerando certe operevir
tuoſe, alle quali li cittadini ſi obligano. Subito
ſottogiugne, ſopra ogni coſa hauiate charità,
quale legame è di perfettione e giubili la pace di
Chriſto nelli voſtri quori, in cui ſiate chiamati
- - - in Vil
ribro guarto. n 23
in vn diſtinto corpo, cioè per membri. Secondo
lo ſtato delli cittadini, dalla cui diuerſità d’arti,
& vffirij,quanto in quelli ſi multiplicano, tanto
maggiormente la città ne diuien maggiore, e piu
famoſa, perche la ſuffitienza dell'humana vita,
per cui è neceſſaria la coſtrutione della città,
maggiormente in lei ſi ritrouano, e ſe per auuen
tura fuſſi allegato l'eſempio delli Diſcepoli di
Chriſto, de quali ogni coſa fu comune non oſta
alla leggevniuerſale,auuéga che lo ſtato di quel
li traſcende ciaſchedun modo di viuere, concio
ſia, che la loro politia non era ordinata a mo
glie, e figliuoli, ma a celeſte ciuilità, in cui ne ſi
marita,ne ſi ſpoſa, ma ſono come angeli di Dio,
ma in quanto alle facultà li beni erano comuni,
il che è ſolo delli perfetti, come afferma Chriſto
nell'Euang ſe vuoi eſſer perfetto và, evendi il tut Mat.
to, e diſtribuiſci allipoueri, e ſeguitami, e queſto 19.
fernoli Socratici,ePatonici, come diſprezzato
ri delle coſe temporali (come ſcriue Mercurio
Trimegiſto di Plotino, e Macrobio ſopra del ſo
gno di Scipione) ma in vero negli altri cittadini
al comune ſtato di quelli eſpediente hauer diſtin
te poſſeſſioni per fuggire li litigij, e tanto ſi ſeri
ue nel Gen.di Abramo, che diſſe à Loth. io ti pre c. 1 4°
go (diceegli)à cagione non ſia litigio intrame,
e te,eli tuoi paſtori,elimia, percioche ſiamo fra
telli, ecco che tutta la terra è nel tuo coſpetto ſe
andrai alla ſiniſtra io terrò la deſtra: ſe eleggerai
tula deſtra caminerò alla ſiniſtra, per il che ha
- - - - - uiamo,
424 Del Reggimento de Principi
uiamo, che in trali cittadini alla conſerua in tra
di loro della mutua ſocietà fa meſtiero le loro ric
chezze, e facultà ſieno diſtinte, e coſi è manifeſta
la riſpoſta alle predette obietioni.
t- -
- ſi vediamo
Libro quarto. 22
ſi vediamo le legne verde, da quale l'humido vie
ne eſtinto, e " al mezzo piu fortemente ar
dono. Anconelli vecelli ſcorgiamo, in quelli ra
paci dico, che le femmine per ragione di ſuo mo
uiméto ſon di piu forte natura, e di maggior cor
pulentia,adunqueabondando nelle donne l'hu
mido, come ne fanciulli, per il moto ſi conſuma,
e viene al temperamento, e riceuonſi le forze, e di
ciò ci è l'eſempio dell'Amazzone, il cui Regno fu
nell'Oriente fortiſſimo, e quaſi tutta l'Aſia terza
arte del mondo ſoggiogorno, come affermano
- i" ſtorie, le quali traſſono origine dalli orientali
Sciti, la onde che apò di eſſi Sciti da quali anco
ſono diſceſili Tartari, le donne ſono eſpoſte alla
militia,eguerreggiano in compagnia delor ma
riti, da tutte le quai coſe per auuenturali prefati
Phil.ſi moſſono nella coſtrutione della politica,
che fuſſero forſe le donne eſpoſte alla militia.
Ma contro è queſta politia ci ſono fortiſſime ra
gioni, alle quali dificilmente ſi può dar riſpoſta,
dice Ariſtot.nel ſecondo della ſua politia, che né
è la medeſima ragione delli bruti animali, e delli
huomini concioſia che le beſtie non ſi ſottomet
tono al dominio Iconomico, ma ſolo l'huomo è
idoneo al gouerno della famiglia, il che non po
tria fare quando che le donne fuſſero eſpoſte alli
negoti dell'arme, percheſi come li politici vſiti
ſono diſtinti, coſi nell'Iconomica, attendendo il
padre di famiglia agli eſterni negotij, e dentro in
caſale donea gli eſerciti donneſchi, e domeſtici
- P della
2 26 Del Reggimento de Principi
della famiglia, il quale argomento potiamo pi
gliare dalla parte della Romana Repub.la quale
(come affermano le ſtorie) haueano duoi Conſo
li, vno, che attendea alle coſe militari, l'altro go
uernaua la Repub.il ſimile è ſcritto delle prefate
Amazzone, nel cui Regno, è Monarchia erano
diſtinti li vfitij, come de Rom. Conſoli è detto.
Pigliſi la ſeconda ragione dall'inettitudine al cô
battere delle membra delle donne, le quali diſtin
guédole il Phil.dalli maſti coſi afferma il maſtio
(dice lui) li ſuperiori membri ha piu groſſi, co
mele braccia, le mani,li nerui, e le vene, dalle qua.
li la voce piu groſſa viengenerata, il ventre dipoi
& altre ſue circunſtantie ſono piu ſottili,e ledon
ne per il contrario, e queſto acciò nell'atto del ge
nerare fieno piu atte, ancora le poppe per nutrire
la prodotta prole, le qual tutte coſe ſono impedi
mento alla guerra, e però dell'Amazzone è ſcrit
to, che alle fanciulle tagliauano le poppe deſtre,
coſtringendo le ſiniſtre, a cagione non fuſſero im
pediteà ſaettare, la terza ragione è per riſpetto
dell'anima, mercè, che Ariſtinelli geſti delliani
mali dice, che la donna è maſtio occaſionato, on
de che coſi come pate difetto nella copleſſione,
peſſer timide,e ſpauétoſa della morte, il che maſ
ſimaméte nella militia è da fuggire. Invero che
mediante il difetto della ragione mancano di mi
litari aſtutie, con le quali il piu delle volte ſi con
quiſta la vettoria (ſi come dimoſtra Vegetio de
ReMilitari) e perciò dicano le ſtorie, che Aleſ
- - ſandro
Libro Quarto. i 227
ſandro il Magno con certe aſtutie e allettamenti
ſuperò l'Amazzone più checò fortezza d'arme,il
Regno delle quali nelli ſuoi tempi in Aſia era
fortiſſ. e potentiſſimo, la qual ragione ſi piglia
dal pericoloſo commertio dell'huomo, e della
Donna, atteſo ch'ilvenereo Atto corrompe l'eſti
matione della prudenza (come ben dice Ariſt.)&
in eſſo impoſſibiie è alcuna coſa intendere, dalla
cui cagione l'Animo virile ſi enerua, i" il che
narrano le ſtorie, che Giulio Ceſare nella guerra
comandò ſeparare dal campo tutte le delitie, e
precipuamente le Donne.il Re Ciro ancora eſſen
do Re de Perſi: non potendo ſuperare li Lidi per
ciò che erano fortiſſimi e conſueti alle fatiche al
fine per giuochi,evenereo vſo, eneruati di virtù,
e forrezza li domò. ScrueVegetio delli Antichi
Rom nel principio di ſuo libro, che loro ſempre
erano perfetti nella guerra, perche da neſſuna vo
luttà, ne da Delitieſi laſciauano corrompere, e
perche ancoli fortiſſimi caualli, che altrimétiſo
no audaciſſimi al côbattere, 8 diſcoſto odorano
la guerra, dalla preseza poi delle caualle ſi diſtol
gano dalla pugna per il che eſſe Amazzone (co
me narrano le ſtorie) non riceueuano huomo ve
runo nelle loro ſchiere, adunque per tutto quel,
che è detto è manifeſto, che le Donne deuano eſſe
re eſcluſe dal martial conflitto.
P 2. riſpon
-228 pel Reggimento de Principi
riſponde in queſto capitolo alle ragioni indutte in con
trario dalli Phil. Cap. V I.
- - - ſegna
Libro quarto. 245
ſegna eleggere elnouitio nella militia piu preſto
del numero delli artefici, e contadini, che de citta
dini, perche ſono pù aſſueti alla fatica. Son dun
queda eſſere riceuuti e cittadini alla pugna, non
ſolo in ciaſchedun genere diſtinti. è ſieno con
figlieri, artefici, è contadini pur che habbino
diſpoſitione di corpo, che non ſieno d'impedi
mento al combattere , come ſono gl'huomini
corpulenti, 8 graui al caminare, e li cittadini
troppo aſſueti nelle Delitie. Li huomini di pro
uetta età, li quali apo delli Antichi Romani era
no benemeriti, e in vltimo quelli huomini, che
la Diuina legge prohibiſce il combattere,li qua
li appar coſa degna ſieno eſcluſi.i come appare
nel Deuteron. li quali la legge predetta prohibi
ſceiſtäte l'eſercito, & acclamante il pretore. oue
ſono quattro generi di huomini, che dal combat
tere vengano eſcluſi, cioè chi haueſſi edificata
nuoua caſa, e non haueſſi quella vſata, e chi pian
tata haueſſe nuoua vigna, e chi di nuouo haueſſi
tolto moglie, le quali tre coſe diſtraggano l'inten
tione del combattere, da che diuengano meno
audaci.la qual ſorte è di quelli, che troppo tema
no la morte, che dalla ſcrittura ſon chiamati for
midoloſi. Veg.ancora nel primo libro dice che
in trali Artefici ſono cinque ſorte d'huomini da
eſcludere dagl'Eſerciti, cioè li peſcatori, vecella
tori,li troppo dediti alle Deitie,e li troppo debo
li,e quelli che troppo ſon dediti alle Donne, del
reſtante, cioè dell'ordine delle ſchiere, e dell'Eſer
Q– 3 cito
246 Del Reggimento de principi
cito,e ſuoi rettori, non è vffitio di preſente nego
tio, perche non appare è noi eſſere l'inſegnare co
battere, ma ſolamente dimoſtrare la vera politia,
per cui ſe alla vera peruenghiamo, ci diſponghia
moà viuere ſecondo la virtù, e quaſi participia
mo della celeſte, la quale è la città di Dio - di cui
ſon dette coſe glorioſe.
2ue
2 5a Del Reggimento de Principi
Riprende
Libro guarto. 2 59
:i
vi r.da o
ra i º irr - ,ii ,
Eia certa coſuetudine nella politia delli Lace
= demoni, la quale per auuentura traeua origi
ne dalla medeſima cagione, che li principi non
ſicurauano della Rep. perche nelle ſolennità, 8e
ſoſtentationi di detti principi erano fatte l'eſatio
nine popoli per le ſpeſe di detta ſolennità, onde
grauati e poucri concitauano ſeditioni,e coſive- .
- - niua
2 66 nel Reggimento de principi
niua sneruata la politia, per il che elphi piu pre
ſto comendaua tali eſationi eſſer fatte dell'Erra
rio publico, la qual conſuetudine,ò vero talleg
ge afferma eſſere ſtata in Creta, inſtituta, percio
che l'eſationi, è vettouaglie moltiplicate nel po
polo ſenò per vrgéte cauſa, cioè per coſeruatione
della città, e Regione conturbano el popolo, 8.
ſon cagione nella città di diſſenſione, eliti, da
queſta ſimil ragione ne ſeguiuavn'altro inconue
niente, che il naual principe era diſtinto da eſſo
Reda che ſeguiua diſſenſionenelli Animi, e per
conſequenza diſſenſione nella politia, il che non
ſarebbe accaduto ſe il principe fuſſi ſtato perpe
tuo, perche ciaſcheduno che fuſſi ſtato Duca
della città a lui ogn'huomo ſaria ſtato ſuggetto.
fa il ph della guerra nauale perche li Lacedemo
ni molto erano potenti in mare. C6cludeſi adun
que dal medeſimo, che cattiua fuſſe la loro poli
tia, perche li huomini da quella né erano eletti
forti di virtù di fortezza, quale è vna delle quat-,
tro principali, con cui li cittadini per la " - ſi
eſpongano alla morte come Regolo apo delli
Cartagineſi, ma li loro ſoldati, e coſi e principi
erano vittuoſi in vna parte quale el ph. riprende,
nella ſua politia, percioche dice lui nel terzo del
l'Ethica, diſtinguendo due ſorti di fortezza, vna
delle quali, è quella del corpo, e queſta la doman
da parte di fortezza, la qual tal hora ſi ricerca nel
la vera virtù. L'altra è quando per cagion della
Rep.l'huomo ſi eſpone, e non cede, non fugge al
- - - creſcer
º,
e
zibro ouarto. 2 67
creſcer delli pericoli, di cuiSeneca parla nel libro
della prouidentia di Dio. coſi dicendo. Li forti
fortemente cercano li pari a ſe, come ſperimen
tò Mutio il fuoco, e Fabritiolapouertà, l'eſilio
Rutilio, 8 li tormáti Regolo, Socrate il veleno.
Ancora è detto nel primo de Machabei, che Ma
thatia parlando del ſuo figliuolo dicea, Giuda è
di forte virtù dalla ſua adoleſcenza, imperò ſarà
voſtro principe, e lui maneggerà le guerre del po
polo, per la cui fortezza, non cedendo allinimi
ci per amor della Rep. ma per lei coſtantemente
in battaglia ſoffrì la morte.E in vero la prima for
tezza imperfetta, ma la ſeconda perfettiſſima vir
tùà pigliarvn principe per combattere, e ciaſche
dun ſoldato, che non ſia forte della ſeconda for
tezza non è altrimenti vtile alla politia, perche
ſpeſſo tali è ſiconuertano in tiranni, è vero ſi ce
dano alli pericoli (come di ſopra è detto.) Anco
ra dalla medeſima cagione, perche il principe né
era perpetuo, e non erano trali Lacedemoni ſpe
ſe comuni per li ſoldati, la ondeauueniua, che li
ſoldati eſperti non maneggiauano rettamente le
guerre per il difetto delli ſtipendi, quali la Rep.
nópoteua prouedere, ma erano eſpoſti gl'ineſper
ti plebei, 8 anatori delle pecunie e queſto ripro
ua Ariſtin detto libro, perche ſpeſſo erano cagio
ne della rouina del popolo. e tanto ſia detto aba
ſtanza della politia de Lacedemoni.
ierº
2 68 Del Reggimento de principi
- - e ,,
In queſto capitolo parla della politia decretenſi, come è
diferente da quella de Lacedemoni i
- Cap. X VI I F. :
e º ; - :: :
277
Scriue il ph. molte altre coſe della politia Calci
donenſe, nulla dimeno in concluſione riprende
di lei due coſe, l'Vna che ſopportauano il princi
pe tener piu principati,il che Ariſt riproua, di
moſtrando eſſer molto meglio, e piu degna coſa,
º che molti conueniſſero avn principato. piu pre
ſto, che vno ne haueſſi piu principati. & queſta
era la Ragion del Ph. perche in diuerſi principa
-ti,l'operatione dell'wno, per l'altro era impedita,
onde da queſto principio, da cui piglia argomen
to cioè, che da vino,vna operatione ottimamente
a è fatta perfetta, di che ne pone dua eſempi 'vno
-del ſonatore, & delli ciabattini, li quali ſi contra
-riano nelle loro operationi, e nelli ſtrumenti pe.
-ro che la cetera ricerca l'huomo intelligente nel
-la melodia, e le mani agile, e ſottili, el'altro non
ricerca veruna delle predette coſe atteſo, che ba
ſta ancovn huomo ruſticano, e con le mani cal
doſe à fare il ſuo meſtiero, e coſi auuiene (dice
egli)delli diuerſi dominij, che ſi contrariano l'un
l'altro. Introduce ancovn'altro eſempio della
guerra nauale e della campale che l'una non è ci
sueneniente all'altra, imperò ad ambi dua non
: cóutenevn medeſimo rettore,non hauendo atio
ini ſimili, eſſendo altro il modo del combattere
in campo, altro quello del mare,diuerſi ancoſo
noli ſtrumenti l'uno dall'altro, e per conſeguen
za altre operationi conuiene all'wna, che non c&
-uiene all'altra, onde da lui ſi coclude eſſer incon
uenientevn ſol ſignore hauer piu gouerni, per le
- . S 3 dette
278 - Del Reggimento de principi
dette ragioni. Inoltre eſſendo che la virtù dell'A
éte è debile, mercè, che à pena è baſtante vn'huo
moà regger ſe ſteſſo,la onde che è dura coſa, che
quelche non può tenere la moderatione della ſua
vita habbi da eſſer giudice dall'aliena (ſi come re
feriſce il Diuo Gregorio)adunque ſarà molto difi
cile hauer piu gouerni per le già dette cagioni.
Della politia di Pittagora, quale aſſuefaceuagl'huo
mini alle virtù. Cap. X x 1.
O" alle dette politie quali tocca el Ph ſe ne
ritrouavna filoſofica, di cui Ariſt ne fa men
tione, cioè di quella di Pittagora,qual, precedet
teeſſo Ariſt perdua Età di huomini,da chi el no
medi Philoſofi hebbe principio come ſcriue Va
lerio Maſſimercè, che lui non fu ardito chiamar
ſi ſapiente, ne computarſi nel numero di detti ſa
pienti, quali furono auanti di lui, ma ſi chiamò
philoſofo, cioè amatore della ſapienza (queſto
adunque come afferma Giuſtino)fu ſpagniuolo,
& andò nell'Egitto ad imparare el mouimento
delle ſtelle, e l'origine del mondo, quindi ritorna
to in Creta,ne gi in Lacedemonia per cognoſcer
le leggi di Minoe, 8 di Ligurgo(de quali diſopra
è detto) e in loro fondò la ſua politia, & oltre
alle predette leggi, el prefato Giuſtino di lui refe
riſce, che venendo in Crotone, e trouato el po
polo caduto in luſſurie con la ſua autorità lo re
uocò all'Vſo honeſto.Laudaua il detto continua
- - pmCnto
Aibro Quarto. 279
º
mente la virtù, e riprendeuali viti; e annumera
uali caſi aumenuti delle perſe città per li vitij. &
con tanto ſtudio perſuaſe alla moltitudine l'ho
neſto viuere che in quelli fece gran frutto, la on
de dice Tullio di eſſo che con certe armonie li vi
tij della luſſuria eſtinguea,eauuenne, che vn cer
togiouaneThaurmitano molto dedito alla luſ
ſuria, ſentendo Pittagora all'wſcio della ſua ami
cameretrice,in cominciando a ſonare, e cantare
al ſuo ſalterio, in tal maniera lo riuocò a ſana mé
te. hebbe ancora dottrina di ſeparare le matrone
dalli huomini, e li putti dalli parenti ſi come ſpeſ
ſo auuiene nell'entrar nella Religione per l'info
cato parlare delli predicatori, 6 dalla virtuoſa
operatione, 8 eccellente vita del dottore. Inſe
gnaua à queſti la pudicitia,hora la modeſtia, e lo
ſtudio delle lettere alle matrone, che diponeſſero
le indorate veſte, 8 altri ornamenti ºrdignità.
come tutti ſtrumenti della Luſſuria le quali coſe
perſuadeua portaſſero nel tempio di Giunone, 8
à lei le conſecraſſero, affermando li veri orna
menti delle matrone eſſerla pudicitia. Queſti per
uenuto alli anni venti in Crotone, e in Metopon
to ſi trasferì,e quindi partendoſi ne fu tanta l'ami
ratione,che della ſua caſa ferno vn tempio, e co
me Dio lo adororno . Scriue anco Girolamo di
lui contro è Giouiniano, che lui hebbe vna fi
gliuola di tal pudicitia, che oſſeruando virginità
fu propoſto avn coro di vergini, le quali inſtruì
con dottrina di caſtità, quindi appare, che nella
- - S 4 ſua
18o Del Reggimento de principi -
l
v
zibro Quarto. - 289
z-ſufficienza delle parti integrali della politia d'ipo
domo,e Romolo. Cap. X x V.
Elli dua altri modi già detti ancora ſi può tol
lerare la diuiſione, perche ſono copreſi con la
prima, la cui ſuffitienza è gia dimoſtrata. Certa
mente, che nella diuiſione di Romolo oue tratta
delli ſenatori noi pigliamoli Rettori politici, e li
ſapienti con quelli aggiunti, è vogliamo dire aſ
ſeſſori e iuriſperiti. Atteſo, che ſono più li prin
cipi politici conſiliatiui, che li Regali, è impe
riali,ſi come è ſcritto de Romani nel primo del cap.8.
li Machabei, che conſigliauano cotidianamente
trecento venti della moltitudine, per agitare le
coſe degne della Rep.la cui ragione eſſer può, per
che il gouerno politico con le ſole leggi è corro
borato(come diſopra è detto)ma il Regale,S&im
periale, ſe bene vien retto per le leggi,nondimeno
nelli caſi opportuni, e in tutti li negoti da trat
tarſi el gouerno conſiſte nell'Arbitrio del prin
cipe,mercè, che il beneplacito del principe tiene
luogo di legge ſi come difiniſcano " giuriſti, on
dedouiamo concludere nel Dominio politico eſ
ſer molto neceſſario, el numero delli conſiglieri,
il quale includiamo nella parte e nome di ſena
tori, la onde dice Iſidoro nelle ſue ethimologie
che il ſenatore è detto, da conſigliare, e trattare
che coſi deue fare conſigli, ea neſſuno facci ingiu
ria, imperò Agoſt nella città di Dio mette livec
i - T chi
29o pel reggimento de principi
chi in trali ſenatori. Comprediamo anco nel nu
mero delli ſenatori li rettori, ſi come ci da el pre
fato Iſidoro nel prenominato libro delle parole
di Saluſtio, che i ce li ſenatori ſon chiamati pa
dri, per la diligente cura del gouerno, atteſo, che
ſi come li padri alli figliuoli coſi loro alla Re
pub, appare adunque, che nel nome di ſenatori
quali Romolo diſtinſe dalli ſoldati, e dalla plebe
comprendendo ancoli Rettori, e li conſiglieri, li
quali Socrate e Platone poſono nella loro poli
tia diſtinti, ma nel nome della plebeli Artefici, e
contadini potiamo pigliare, e appare che la diui
ſione nella moltitudine nella città per li prefati
Phil.non diſcorda dalla diuiſion fatta per Ro
molo.della Diuiſione poi d'Ipodomo appare eſ
ſer dubbio, percheiui non vi è mentione alcuna
di conſiglieri, e rettorineſi poſſono riducere alle
parti aſſegnate per detto ph.eſſendo,che li Atti,e
nature loro al tutto ſono diuerſe, ma ſe attendia
mo à quelle coſe, che dalla ſua ciuiltà ſon dette,
facilmente ſi ſoluerà la quiſtione autenga che de
giudici, e delli aſſeſſori, oue circa loro pone di
ſtintione, e noi da quella potiamo accettare licò
ſiglieri,8 li rettori, di che non fa lui piu che tato
mentione, quado diſtingue le parti della politia,
pigliando lui ſolduelle parti, che ſi appartenga
no alla neceſſità della corporal vita, la onde che
la ſua poſitione, quanto alla ſuſtanza non appare
eſſer differente da quella di Socrate. e Platone, 8.
tanto baſti in quanto alle parti della politia,delle
- quali
ribro guarto. 291
quali lui coſtituiſce reſta nondimeno a conſide
rare delli ſoldati, cicioſia, che ogni Rep. di loro
fa mentione, la cui ragione ſi caua da Vegetio de
re militari, oue dice, che tutte le ragioni per li ſol
dati ſono conſeruate in ſuo vigore, e concioſia,
che la Rep. Romana per la diſſuetudine del com
battere dopo la prima guerra punica per anni ve
ti ſtando in pace eſſendo loro per tutto vincitori,
in tal maniera ſi eneruano, che nel ſecondo con
flitto Cartagineſe non poterno eſſer pari ad An
nibale, ma in vltimo hauendo perſo tanti Conſo
li, & tanti eſerciti ne riportorno la vettoria, qui
do con l'eſercito militare bene apparorno, & poi
cóclude, che sépreligiouani deuono eſſere iſtrut
ti,& eſercitati concioſia che piu è alla Rep.vtile
imparare con le proprie armi, che con mercede
condurre le ſtranieri. Sono adique neceſſari per
ogni tempo nelle Rep.li ſoldati per conſeruare li
cittadini in pace, ſi ancora pereuitare l'inuaſio
ne delli nimici, la conſideratione della qual coſa
nella Rep. in trali cittadini conferiſce maggiore
honore, come piu neceſſari alla conſeruatione
della Repub.e mediante il pericolo è cui ſi deuo
no eſporre per la Rep. per la qual cagione è loro
ſoli vittorioſi è conceſſa la corona;quindi auuie
nc, che in Policrato ſono aſſembrati alla mano,
che ſecondo Ariſt.nel ſecondo dell'anima è orga
no di tutti li organi, le leggi ancora ſingularmen
te ſopra li cittadini gli priuilegiono, coſì nelle
donationi, e nelli teſtamenti, 8 altri negotij, ma
e T 2 preci
2 92 Del Reggimento de principi
precipuamente in mentre che ſono nelli eſerciti,
quando che eſeguiſcano il loro vſitio.
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L A v s D, E o.
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I N C O M I N C I A
IL TRATTATO DEL
G O V E RN O D E LL I
º G I V D E I,
Compoſto dall'Angelico Dottore S.Tommaſo
alla Ducheſſa di Brabantia,
Tradotto in lingua vulgare per D. valentino Monaco
di Vallombroſa e Abate di S. Trinita.
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