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TRATTA T o
DEL GOVERNO
DE PRINCIPI
AD I S e A N T O M M - A S O D'A g v 1 No
/ e A'ngelico Dottore al Re di cipri -

Tradotto di Latino in volgare per il Reuerendo


Don Valentino Aueroni Monaco di Val
l'Ombroſa,e Moderno Abate
º di Santa Trinita.

a N F1o R E N 2 Ae
.Atpreſſº Giorgio Mareſcotti. MD Lxxvº
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A L L' IN CL I T O,
E SERENISSIMO
F R A N C E S C O
D E M E DI C I

Gran Duca di Toſcana Secondo.


7). Calentino. Aueroni
D. , S.

ON è dubbio alcuno,
che colui, che opera
(Sereniſſimo Principe)
ſi propone ſempre nel
la mente per oggetto
qualche fine,buono in ſe,ò almeno in
apparenza, in cui riuolge, e indrizza
ogni ſua operatione. Il qual fine è
tanto migliore,e piu lodeuole quanto
è piu vicino alla cognitione del vero,
&alligioueuoli e virtuoſe operatio
ni.laonde vedendo io,che coſi ſi con
- t 2 uiene,
uiene, & hauendo molti giorni ſono
deliberato di tradurre in queſta no
ſtra lingua volgare il Reggimento de
Principi, el picciol Trattato del Go
uerno de Giudei, ambidua dell'Ange
lico Dottore S. Tommaſo d'Aquino,
(oltre al giouamento vniuerſale) per
fine di queſta mia fatica (quale ella ſi
ſia) lo indrizzarla,e dedicarla à V.Al
tezza Sereniſs. ſi per riconoſcerla con
pronta volontà (come Fiorentino na
tural ſuo vaſſallo) per padrone, come
anco per non ſapere in queſti tempi
Principe, a cui ſia piu carotalcogni
tione per ben reggere, 8 gouernare
con giuſtitia i ſuoi popoli. Et che con
ardente voglia moſtri conformarſi al
lo intendimento del Santo Autore, il
quale anch'eſſo dedicò il primo dei
dua Trattati al Re di Cipri, &l'altro
alla Ducheſſa di Brabantia. A lei dun
e
que indrizzo, e dono queſte mieciole
-
pic
ciole vigilie, la quale reputo, e tengo
non meno Reale di queſto, e pietoſo
di quella. E la prego ſi degni riceuer
le con quell'animo, che ella aggradir
ſuole chi con fede la ſerue, e con vir
tuoſe operationi la reueriſce, aſſicu
randomi certo,che ſe li piacerà mai di
farſitalhora per diporto leggere que
ſta operetta, Ellavi habbia (come in
chiaro, e lucido ſpecchio) à ſcorger
dentro, le ſupreme Gratie, e Doti del
bell'Animo, che N.S. Dio le ha con
ceſſe per riconoſcere prima lui, e poi
ſe ſteſſa, nell'Ottimo Gouerno delli
ſuoi popoli, li quali viuino felici ſotto
il ſuo Giuſto Imperio. Etio come mi
nimo delli ſuoi ſerui,bramo,e deſide
ro la ſua buona gratia, per poter con
piu ſicurtà di giorno in giorno ſem
pre piu reuerirla. Et con ogni humil
affetto amarla, 8 ſeruirla. pregando
continuamente il Signore Dio per la
-


i 3 lunga
lunga feliciſſima vita di S.A.Sereniſs.
& di tutti i ſuoi: ſotto la cui protet
tione con ogni maggior Reuerenza,e
humiltà, raccomando la ſua Congre
gatione di Vall’Ombroſa, 8 me con
eſſa vnito. Et le bacio con ogni mo
deſtia la mano. Di Fiorenza l'Anno
1 576. A di 8 . di Maizo.
P R O E M I C.

le vs.AN D o in me ſteſſo qual


4 degna coſa io poteſſi a tua Regia
grandezza offerire, e che anco
jſ à mia profeſsione, e firio
contenere: mi cadde in mente eſſer congruo
dono i te Reloſcriuerti il Libro del Regno, in
cui leggeſil'origine del Regno,e le coſe perti
nenti all'ofrio del Re,ſeruendomi a queſto fa
re delle autorità della Scrittura Diuina,cº Dºg
mi Filoſofici, & eſempi de laudati Principi, il
v - - - - -

che hò fatto con ºgni diligenza , per quanto ſi


eſtende la facultà di mio ingegno del cui prin
cipio progreſſo,efinene aſpetto aiuto da quello,
-
ch'è Re delli Re, e Signor dei Signori,
per chi reggano li Regi, cioè da
D 1 o grande, Signore, 3'
Re ſopra di tutti.
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TAVOLA DI TvTTA
L O P E R A.

L I B R O P R I M O.
OM E all'huomo, che viue in comune ſocietà
è di neceſſità ſia gouernato da altrui. Ca
pitolo primo. - afacce 1.
Come meglio ſi regge la moltitudine per one,
che per molti. Cap. 2. f. 8.
Come il Dominio giuſto d'on ſolo è ottimo, coſi l'ingiuſto oppo)
ſito è peſſimo. Cap. 3. f. Io.
Come il Dominio variò apo de Romani, e maggiormente creb.
beperilgouerno de piu, che dºvn ſolo. Cap. 4. f. 16e,
Come nel Dominio di molti, ſpeſſo ne inſurge il tirannico Doa
minio. Cap. V. f. 18.
Conclude, che il Reggimento d'un ſolo è ottimo, e dà molti,
auuertiméti per torvia l'occaſioni della tirānide.C.6.f 2o
Ricerca, che coſa precipuamente hà da muouere il Re è ben
reggerla Rep. Cap. 7. f. 26.
Qualſia il vero fine del Re, per cui ſi hà da muovere à regger
bene il popolo. Cap. 8. f, 32
Come il premio del Re,e principe tiene il ſupremo grado di ce
leſte beatitudine. Cap. 9. f, 36.
Come il Re,e Principe ſi deue ſtudiare di bengouernare pergio
uare a ſe ſteſſo, e per ſchifare il male, che proviene dal tiran
mico Dominio. Cap. 1o. f, 4o.
Come i beni anco temporali, come ricchezze, e ſimili pin pre
sto occorrano alli Regi che alli tiranni. Cap. 11. f. 45.
Dimoſtra con eſempi l'rfitio del Re. Cap. 12. 5 oa
- riglia
T” A V O E LA .
Piglia dall'oltima ſimilitudine il modo del gouerno Regio.
Capitolo 13. f, 51.
Qual ſia piu competite modo di governare al Re.C.14 f.54.
Come f" l'vltimo fine ſi ricerca, che il Re diſpone
ga e ſuoi ſudditi a viuere ſecondo la virtù, e coſi a fini me
kami. Cap. 15. i f, 6o.
-

z 1 a r o s e c o v p o.

S o M E appartiene al Re coſtruircittà, è caſtella, o per


ciò fare elegger luoghi temperati. Cap. 1. f, 65.
Come li Regi hanno a fare eletta di Regioni, e città, è caſtello
per edificare, che vi ſia l'aria ſalubre, e in che conſiſte ſua
ſalubrità, e per quai ſegni ſi hà da cognoſcere.Cap.2.f.67.
Come è di neceſſità per coſtrutione di tal città, è caſtello haner
copia di vettonaglie, e molte altre coſe acciò pertinente.
Capitolo 3. - f. 7 I.
Come la Regione, che elegge il Re per conſtrurre città, è ca
-ſtelli deve hauere dell'amenità, nelle quali li Cittadini ſi hi
no da moderare,acciò il Dominio ſi mantenga. Cap.4 f74.
Qualmente ſia neceſſario al Re, e a ciaſchedun ſignore eſſere
abondante di ricche&Re temporali, che ſi domandono matu
rali, Cap. 5. f. 77.
Come è eſpediente al Re, e ciaſcheduno dominante hauere al
tre ricchezze naturali, come armenti ſimili. Ca. 6. f 8o.
Come comuiene al Reabondare di ricchezze artificiate, cioè
oro, e argento, o pecunie. Cap. 7. f, 33
Come algouerno Regio ſon neceſſari e Miniſtri,cº parimen
te à tutti gli altri gouerni, e incidentalmente diſtingue il
politico dal diſpotico Dominio. Cap. 8. f. 87.
Del principato diſpotico, che coſa ſia, e come ſi riduca al Re
gale. Cap. 9. f, 9 I
De Miniſtri ſecondo la differenza de ſignori e di alcuni Mini
ſtri comuni a tutti. Cap. 1o. f 95.
Come è neceſſario a ciaſchedun Dominio hauer fortiſſime mu
nitioni. Cap. 11, - f 99
s -
Comº
r LA V . O L LA'. -

come al buon gouerno di ciaſchedungouernº fa di neceſſità to


ner le ſtrade ſicure. Cap. 12. - f. 1o2.
Come in ciaſchedun Regno, e Dominio è di neceſſità hauer le
proprie monete. Cap. I 3. f, 1 o4.
Come al buon gouerno del Regno, e à ciaſcheduna politia ſºnº
neceſſarie li peſi,e miſure. Cap. 14. f. Io9.
come il Re, e ciaſchedun ſignore per conſerma de ſuoi ſtati con
uiem che dell'erario ſia prouisto a poueri, C. 15- f. 1 1 1.
Come fa di mestiero al Re,e a ciaſchedun dominante attendee
realDiuino culto e qual futto ſe ne tragga.cº.f º 3
E I B R O T E R Z C.

S i conſidera eprouaſi ogni Dominio eſſer da Dio conſidera


ta la natura dell'ente. Cap. primo à facce I 2 I
Prouaſi il medeſimo dalla conſideratione del moto di ciaſche
duna materia creata. Cap. 2. f. I23
Prouaſi il ſimile dalla conſideratione e delfine. C.3 f 127
Come il Dominio de Romani fu prouiſto da Dio mediante il loº
zelo della patria. Cap. 4. f. 131
come li Romani meritorno il Dominio per le ſantiſſime leggi,
che coſtituirno. Cap. 5. f 135.
Come da Dio gli fu conceſſo tal Dominio per la cinile beneue
len Xa. Cap. 6. f. 138a
Come Dio permette tal volta alcun Dominio è punitiene de
cattiui. Cap. 7. f. 142.
Cometal Dominio cede talhora in mal del Dominante. Cap.8.
facce - 146.
come l'huomo naturalmente bè Dominio ſopra gli animali ſile
ueſtri, e ſopra dell'altre coſe irrationali, o in qual moe
do. Cap. 9. f, 151.
pel Dominio dell'huomo ſecondo il grado, e dignità, e prima
del Dominio del Papa qualmente è preferito à ciaſchedun
Dominio. Cap. 1 o. f, 154.
Del Dominio Regale in che conſiſta, o in che ſia differente dal
politico. Cap. I 1. - f, 16o.
o si
V
T A v o z .A .
Del Dominio Imperiale, donde bebbe origine queſto nome,e di
altri nomi. Cap. I 2. f. 167.
Della Monarchia di Christo,qualmente eccede in tre coſe, e di
Ottau iano Augusto, in qual guiſa tenne il luogo di Chri
sto. Cap. 13. f. 17o.
In qual tempo incominciò la Monarchia di Chriſto, o come
ſtette celata, e la cagione. Cap. 14. f. 174.
seconda ragione per cui Chriſto aſſumè vita abietta, e occul
ta, quantunque fuſſe vero signore del mondo.C.15.f. 177.
Dimoſtra, che in questo fu accreſciuta la Rep. per li eſempi
degli antichi Rom dipoi ſegue di Costitino.C. 16.f. 181.
Come gl'Imperatori Costantinopolitani ſucceſſori di Coſtanti
no furono obedienti, e riuerenti alla Romana Chi eſa, o co
me per li quattro Concilii detti Principi ſi gli ſottopoſero.
Capitolo 17. f. I 84.
Delli duoi ſeguenti Concilii dopo li predetti quattro celebrati
nel tempo di Giuſtiniano Iuniore, e per qual cagione l'Im
perio fu traſlatato da Grect à gli Alamanni C. 18 f188.
Qualmente fu diuerſificato il modo dell'Imperio da Carlo Ma
gno inſino a otton Terzo, e di onde conuiene la pienezza
della poteſtà al Sommo Pontefice. Cap. 19. f. 138.
Comparatione del Regal Dominio con l'Imperiale e'l politico.
Capitolo 2 o. f. 194.
Del Dominio de Principi ſuggetti all'Imperadore.C. 21 f. 197.
Di certe ſingular dignità di nomi in alcune Regioni, o qual
ſia ilgouerno di tutti coſtoro. Cap. 22. . f. 2 o I e

Z I B R O 2 V -A R T e.

T Ratta della differenza in tral principato Regale, e'lpoli


tico, qual diuide. Cap. primo. a facce 2 o 6.
Dimoſtra la neceſsità di coſtituire la Città per il biſogno della
comune humana vita. Cap. 2. f. 21 I.
Proua il medeſimo per la parte dell'anima coſi per l'intelletto,
come per la volontà eſſer tal coſtrutione neceſſaria. Cap 3.
facce 2. I 4 e
- .. - In che
7 A P O Z LA «
In che conſiſta la comunità della Città, oue Ariſtotile referia
ſce l'oppinione di Socrate, e Plutone, e qui ſi dichiara.
Capitolo 4. - - - 2 I9 •
Dell'opinione di Socrate, e Platone circa le donne, come ſi deuo
no eſporre à gli eſerciti bellici. Cap. 5. f, 224.
Aſſume l'altraparte, cioè che non è comueniente eſbor le donne
alle guerre, e riſponde à gli argumenti adutti dall'altra par
te. Cap. 6. - f. 228.
Referiſce altre opinioni di detti Filoſofi in quanto al principa
to, qual volenano fuſi perpetuo circa che diſputa ad ambi
le parti. Cap. 7. - f, 231.
Conſente l'Autore eſſer meglio nella politia non perpetuare, or
riſponde all'oppoſita parte. Cap. 8. f, 234.
Diſputa l'Autor della comunità de beni in quanto alle poſſeſſio
mi,e adduce l'opinione di Phelas Filoſºfo, e di Ligurgo. C.9.
acce , - 238.
Di tuono tratta della politia di Platone, e di Socrate,in quan
to alli generi degli huomini, che ſon cinque, e diſputa ſopra
ciò. Cap. 1o. f. 241.
Tratta della politia d'Ipodomo Filoſofo, e lo riprende in quane
toalli generi degli huomini ma ponendo ſe no tre. Cap. 11.
facce - 246.
Referiſce etiam la opinione del predetto in quanto alle poſſeſe
ſioni, che diuide in tre parti, e lo ſalua in ciò. C.12 f.249.
Pene la ſua opinione circa li giudici. Cap. 13. f. 252.
Della politia de Lacedemoni, qual riprende circa ilgouerno de
ſerui, e delle donne,e ſoldati. Cap. 14. f, 55.
Riprende etiandio detta politia in quanto alle leggi de figliuo
li,e degiudici, mouendo quiſtione ſe li poueri ſono da elege
gerſi al gouerno. Cap. 15. f, 259.
Ritorna ſopra la politia de Lacedemoni in quanto al Re loro,
riprendendo il modo, che tengano circa eſſo, dimoſtrando
l'incomuenienze, che ne ſeguono. Cap. 16. f. 262.
Per la medeſima cagione pone alcune coſe in detta politia da
Lacedemoni degne di riprenſione, per eſſer nel popolo mate
ria di diſſenſione. Cap. 17. f. 265.
Pella politia de Cretenſi, e diferenza tra quella de Lacede
MioM •
2 eA V O L LA .
moni. Cap. 18. f, 268.
Della politia Calcedonenſe, quanto foſſe famoſa,e in che conne
niua con Lacedemoni, e Cretenſi, o in che diſconneniua.
Cap. 19. f. 271.
Come Arist.nella politia Calcedonenſe da documento dall'elet
tione del Principe, e ſe ſi hà da fare eletta del pouero, è del
ricco. Cap. 2o. « f. 275.
pella politia di Pittagora, sue ſi dimoſtra, che lui ſi sforzaua
condurgl'huomini alla virtù. Cap. 21. f. 278.
De documenti Pittagorici ſotto figure, o enigmi dati, e di dua
amiciſſimi Pittagorici. Cap. 22. f, 28c.
In che conſiſta la perfetta politia, da cui ſi trahe la politica fa
licità. Cap. 23. - f. 282.
Diuide la politia in tre parti, diſtinguendole ſecondo l'opinio
ne di Socrate, e Platone. Cap. 24. f. 286.
Dimoſtra la ſuffitienza dell'integralparti della politia d'Ipodo
mo, e di Romulo. Cap. 25. f. 289.
segue d'altre parti della politia riſpetto al gouerno,oue ſi eſpon
sono le parole di diuerſi fiti j. Cap. 26. f. 292.
Delle parti della politia in quanto alli ſoldati, quali lui diſtin
gue ſecando tre conſiderationi di dimerſe ſcritture.Cap.27.
facce 297.
Delli nomi de Duchi, e numero delle Corti, e che coſa ſignifichi
ciaſcheduno di loro. Cap. 28. f, 3oo.

I L F I N E.
Errori occorſi nello ſtampare.
Frrori correttioni Facce verſi
imitiuo vnitiuo 4 2. I

Ritrouan Ritrouaſi - 7 - -- -I I
principio principe 13 - 6
in Vno 22 I 4,

ſtimano ſtimauo e 22 I6
ſuccedere ſuccederà 22 18
tornerebbe toccherebbe ;o s e 27
& che i 8o - . I 2,
ſtrumenti frumenti 83
pre - Per - -

no1 . . voi - - -

Ani5 Animo
quadriglie quadrighe º
quali - quelli - e 94 i ra
Fa Fu 28 1r ;
numero humero , , , 124 e 14
fignoreggiamo ſignoreggiano 127 -

in tutta , intatta 139 23


eceue Riceue I 54
inſaltandoli inſultandoli 175 . . .. 2I
Ia --
della; 188 - 14
Riuelati Rileuati 113 as
"rincip1
P principij
dalla
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236 3
ſi ſe 2 26 29
appare appartiene 246 º
ad vn ad ogni 2 65 5
- , s . º

azza;
ºi -

Hoc opus de RegiminePrincipum authore Di 3


uorhoma ea quinate à R. Patre pon valentino 3
-

Auerone de Florentia ord: Valli, vmbroſehidio º


3 mate yulgari conſeriptum oidimus videndum , ;
3 cirauimus & cum nihil alieni èfide & bonismo
ribus inuenerimus,omnibus co-ſingulº per preſen
tes licentiam imprimendi concedimus ſul diepri
ma ottobris M D z x x r. , -

eſt F.Franciſcus de Piſis Generali, Inquiſitor i


i; Ita Dominj Florentini manupropria ſ. ;
3 - i
rººººoºººoººººoºººººº º
roººoºoºoºoºoºoºooºoºoºoºoººs

r
-s- --
- -
- -

IL PR I M O LIBRO
| DEL REGGIMENTO
DE P R IN CI PI,
Opera dell'A ngelico Dottoresan Tommaſo
d'Aquino.
aradotto di latino in uulgare dal R.P. D.valentino
Aueroni di Firenze, Monaco dell'ordine
di vall 'ombroſa, e Abbate della
Badia di Santa Trinita
di Firen e.
ºf f.
dº -

c. A P1T o L o PR 1 M o.

L principio di noſtra intentio


neſi hà da pigliare dal ſignifi
cato del nome Regio. Atteſo
che in tutte le coſe ordinate à
qualche fine, in cui occorra
in vari modi procedere, è di
neceſſità di Rettore, per il cui
indrizzo rettamente ſi peruengaà tal fine.
La Naue, che per il ribattere dei contrarijven
ti variamente è agitata, già mai arriueria al de
ſtinato fine, ſe non fuſſe indrizzata al porto dal
l'induſtria del prouido ſuo Nocchiero.
- A Certo
pel Reggimento de Principi
Certo è che all'huomo gliè alcun fine prefiſſo,
al quale tutta la ſua vita, 8 ogni ſua operatione
ne viene ordinata; Mercè ch'egli è agente per in
telletto, a chi manifeſtamente appartiene oprare
per il fine. Occorre alli huomini in diuerſe ma
niere incamminare al fine intento, il che ſi mani
feſta per varietà degli humani ſtudi, 8 operatio
ni. la ondegli huomini hanno di neceſſità del
l'inducente al fine non ſi può negare, che natu
ralmente nell'huomo ſia inſerto ellume della ra
ione, per cui ne li ſuoi atti ſi adrizzi al fine, e ſe
all'huomo conueniſſe viuete da ſe ſolo, come à
molti animali auuiene, di neſſuno altro dirigen
tegli farebbe di meſtiero a condurſi al fine, e coſi
ciaſcheduno ſarebbe Re e Signore, hauendo ſo
pra di ſe ſolamente il ſommo Re dell'wniuerſo
Dio benedetto; in quanto che per il lume natu
rale di ſua ragione da Dio inſertali: per ſe ſteſſo
nelle ſue operationi ſi reggerebbe. Ma perche è
naturale all'huemo eſſere animal ſociabile,e po
litico, e che viuein tra la moltitudine molto piu
di tutti gli altri animali,il che lo dichiara la na
tural neceſſità;Alli altri animali la natura ha pre
parato il cibo,el veſtito, e le armi difºſiue, come
ſon li denti, le corna, levgna,oſi la velocità della
fuga. Ma neſſuna delle prefate comodità la natu
ravolſe concedere all'huomo, dandoli in tal ca
biola ragione, per cui tutte le predette coſe con
l'vficio delle mani poteſſe prepararle; ea tal pre
paramento vn ſolhuomo non è baſteuole, "
- - - Cild
-

- zibro Primo. -

chevn ſingular huomo per ſe ſteſſo non è appie


no valeuole far queſto corſo di vita. Concludeſi
adunque eſſer naturale all'huomo viuere in com
pagnia di molti più oltre à gli altri animali è in
ſertanaturale induſtria à tutte quelle coſe, che gli
apportonovtilità,ò danno; come naturalmen
te la pecora cognoſce per nimico el lupo, e qual
cibo gli profitta, e certi ne ſono,che anco per ſtin
to naturale cognoſcano l'herbe medicinali, e al
tre coſe neceſſarie alla lor vita. Ma l'huomo quel
le coſe,qual ſono neceſſarie alla ſua vita ſol ne ha
cognitione in vniuerſale, quaſi che per la ragio
ne ſia baſtante dalli principiivniuerſali à pene
trare la notitia de particulari neceſſarii à l'huma
navita. e non è poſſibile, chevn ſol'huomo con
ſua ragione ſalga alla cognitione del tutto, la on
de fa di biſogno all'huomo viuerein tra la mol
titudine, a cauſa che l'uno venga dell'altro aiuta
to, e diuerſi, diuerſe coſe per la ragione inueſti
gando venghino in tal modo ad occuparſi vno
in medicina, 8 altri in altre coſe, e queſto ancor
manifeſtamente ſi dichiara per la proprietà, che
e data all'huomo del parlare, per cui l'uno huo
moall'altro totalmente può eſprimereel ſuo co
cetto. Eſprimono altresì ſcambieuolmente gli
altri animali le loro paſſioni,ma ſolo in comune
(come eſempigratia) il cane la ſua ira con l'abba
iare, e altri le ſue paſſioni in vari modi, per il che
ſi conchiude l'huomo eſſer comunicatiuo all'al
tro piu di ciaſcheduno altro animale, che appa
A 2 re

l
Del Reggimento de Principi
re aggregabile come la Gru, la Formica, la Pec
chia, e ſimili. la onde queſto conſiderando il Sa
t ºp.4 uio diſſe. meglio è l'eſſer dua, che vno, merzè,
che câſegnano il giouaméto della mutua ſocieta.
Se adunque il viuere in compagnia di molti a
l'huomo è naturale, fa di meſtiero agli huomini
di coſa, per cui la moltitudine ſia retta, atteſo che
ritrouandoſi adunati inſieme di molti huomini,
ciaſcheduno dei quali, ſi prouedeſſi quel che gli
fuſſe comodo eſſa moltitudine diuerſamente ſi
diſpergerebbe; ſe intra di loro non fuſſi chi pi
gliaſſe la cura della moltitudine. Si come il cor
po dell'huomo, e di ogn'altro animale manche
rebbe ſe non fuſſi alcuna virtù reggitiua comune
nel corpo, la quale attendeſſi al comun bene di
tutte le membra, il che conſiderando el Sauio
Pºrot.
diſſe: oue non è il gouernatore, ne vien diſſipato
i... 1 I
il popolo, il che ragioneuolmente auuiene, con
cioſia che non è il medeſimo il proprio, 8 il co
mune atteſo, che in quanto è proprio è differen
te, e in quanto che è comune è bene imitiuo:à di
uerſi effetti ſono diuerſe cagioni, e però fa di ne
ceſſità, che in oltre al motiuo del proprio, e ſingu
lar bene di ciaſcheduno, ſia chi muoua alben co
mune di molti. e quindi deriua,che in tutte le co
ſe,che vengano ordinate in vno, l'vna ſi ritroua,
che ſoſtenta l'altra. nell'wniuerſalità delli corpi.
Certo è, che p il primo corpo celeſte gli altri cor
pi con certo ordine della Diuina Prouideza ſon
retti, & gouernati, e tutti li corpi per la creatura
-- - - iat
s - Libro Primo. 5
rationale. Anco nell'humano indiuiduo l'ani
ma regge il corpo, 3 nelle parti dell'animalaira
ſcibile, e concupiſcibile vengano rette dalla ra
gione. Appare etiandio in tra le membra del cor
ovno eſſere il principale, che muoue l'altre mé
i" il quore,ò il capo. Concludeſi adique
b in ogni moltitudine eſſere alcun Reggente. In al
cuni tal'hora auuiene, che ſono ordinati al fine, e
rettamente. ma non ci rettitudine incaminano,
il che procede per riſpetto, che nel gouerno della
moltitudine ſi ritroua el retto, e il non retto.
quello rettamente è indrizzato quado che al fi
ne conueniente è indotto: non rettamente poi,
duando che al fine non conueniente. Altro è il fi
ne delle libere perſone, e altro quello dei ſerui.
Libero diciamo eſſer quello, quale è per cauſa di
ſe ſteſſo, e per il côtrario ſeruo e colui, che il ſuo
eſſere è d'altrui. Se adunque la moltitudine delli
huomini liberi ſarà ordinata dal Reggete al ben
comune di eſſa moltitudine. Certo è, che talReg
gimento ſi può nominarretto, e giuſto, conus
niente alla moltitudine libera. Ma ſe non al bene
comune della moltitudine, na al ben priuato
del Reggente, fia indrizzato el reggimento, dive
ro, che eſſo ſarà ingiuſto, e peruerſo, e queſti cora
li Rettori non immeritamente da Dio per Eze s
chiel Profeta ne vengono minacciati. quando Go
ſigli dice. Guai a voi Paſtori, che paſcete voi ſteſ
ſi, quaſi cercando non li ſuoi propri commodi
del gregge, ma i loro particulari, e pure conuie o

- A 3 ne,
6 , Del Reggimento de Principi -

ne,che il gregge ſia paſciuto dalli paſtori, cercan


do il ben del gregge,eli Rettori il bene della ret
ta moltitudine. Se l'ingiuſto reggimento ſia ſo
lo miniſtrato pervno, che li ſuoi comodi da eſ
ſo reggimento cerchi, e non il bene della moltitu
dineà ſe ſuggetta, tal Rettore nominiamo tiran
no: deriuato queſto nome dalla fortezza, atteſo,
che lui opprime per potenza il popolo,"
non lo regge per giuſtitia.laonde appreſſo gli an
tichi li tiranni erano chiamati potenti. Se l'in
giuſto gouerno non di vno, ma di piu ſarà. ſe di
pochi Oligarchia,cioè principato di pochi è det
to, quando che li pochi per loro ricchezze op
primano la plebe e queſti ſono differenti dalti
ráno ſolo nella pluralità. Ma ſe auuiene, che l'ini
quo reggimento ſia eſequito per molti, Demo
cratia, cioè potentato popolare è nominato:quà
do che il popolo plebeo per potenza di moltitu
dine opprime li ricchi, e in queſta maniera tutto
il popolo ſarà quaſi vn tiranno. tal diſtintioneſi
faanco nel giuſto reggimento, perche ſe fia admi
niſtrato per alcuna moltitudine co nome comu
ne, politia vien detto: come auuiene quando la
moltitudine nella Città, è Prouinciarettamente
Domina. ſe il gouerno ſara miniſtrato per po
chi, evirtuoſi, Ariſtrocratia, cioe ottimo poten
tato vien nominato,overo delli ottimi. La onde
ottimati ſono chiamati. Setal buon Reggimen
toadvn ſolo appartiene eſſo propriamente Re è
c.34 appellato, e per queſta cagione Dio per Ezechiel
diſſe,
, zibro primo. -

difeilſeruomio Daud ſara Reſopra tutti,e pa


ſtore vno ſopra di ciaſcheduno di eſsi.la onde dai
queſto ſi manifeſta che di ragione del Reſi e che
luidomini, e ſia paſtore cercando il cornuneb
ne della moltitudine, e non il ſuo comodo.
Eſſendo adunque conueniente all'huomo vi
merenella moltitudine,ne eſſendo per ſe ſteſſo bi
ſteuole alle neceſſità della vita ſe ſi ſta ſolitario:
ne ſegue, che tanto piu ſia perfetta la ſocietà del
la moltitudine, quanto maggiormente per ſe ſteſ
fa ſarà ſufficiente alle neceſſità del viuere. Ritro
uan di certo alcuna ſufficienza di vita invna fa
miglia divna ſola caſa,in quanto alli naturali at
ti della nutritione, e della gen eranda prole, che
deue naſcere, & altre ſimil coſe, ma invncaſtelloi
oltre a queſto vi ſi ritroua anco quel che appari
tiene alli artefici, nella città, quale certamente è
perfetta comunità, ſi ritroua ciaſcheduna coſa
neceſſaria alla vita, maggiormente dipoi nella
prouincià per la neceſſita del combattere, e del
mutuo aiuto contro alli nimici. Chi adunque
reggevna perfetta comunità, cioè Città, è Proa
uincia per antonomaſia ſi addomanda Rè. quel
lo, che reggevna caſa, non Re: ma padre di fa:
miglia dei domandare. Hanno di vero alcune
ſimilitudini li Re con li padri, per le quali talho
rali Regi dai popoli ſono ſtati chiamati padri
della Patra. Readunque diciamo quello, che
reggevna moltitudine in Città, è Prouincia, e
regge per il ben comune, però diſſe Salamone
- A 4 nel
3 pel reggimento de principi
nell'Eccleſiaſt che il Retiene l'imperio ſopra tut.
tele terre, che lo ſeruono. ,
- - - - - ,

come all'humana moltitudine è piu ytile l'eſſerguer


nata da Ynſolo, che da molti. cap. I 1 ,
P Reſu ppoſte le predettecoſe. riconuitein
ueſtigare qualſia piu eſpediente Reggimento ,
alla Città,ò Prouincia, quello di vn ſolo, è vero
depiu.il che ſi ha da coſiderare del finedelReg
imento: poi che l'intentione di ogni reggenti
è lui doue rimirare, à cagione, che compreſo il f
ne nel ſuo gouerno, procuri inuiare la ſuggetta
moltitudine à quello, come à porto di ſalute,
La proprieta del gouernatore della naue ſi è con
troalli pericoli del mare ſeruarla illeſa e condur
la al porto di ſalute. Il bene, e ſalute della con
ſociata moltitudine à cagione ſi conſerui in ſua
vnità è chiamata pace, la qual rimoſſa in verità
periſce l'utilità della ſocial vita, in tal maniera,
che la moltitudine in ſe ſteſſa diſcordando: ren
deſi per ſe medeſima graue, e noioſa. La onde à
queſto il Rettore della moltitudine precipuami
tedeue attédere di procurare la vnità della pace.
Non ſi conſiglia il medico ſe ha da ſanare ilcom
meſſo infermo- parimente non ſi ha da coſiglia
re il Rettore ſe ha da far pace nella ſuggetta mol
titudine mercè, che neſſuno ſi deue conſigliare
del fine, quale ha d'hauere nella intenſione, ma ſi
bene di quelli mezzi, che ſono via all'intéto fine,

-
- Libro Primo. - - 9
Comendata l'Apoſtolo ſanto l'unità del fedel
popolo ſoggiugne. ſiate ſolleciti è conſerua
te lo ſpirito divnità nel legame della pace.
. Quanto adunque vn Reggimento ſarà piu
cace à conſeruare lavnita della pace, tanto giudi
cheremo, che ſia piu vtile, dico piu vtile quello,
che maggiormente al fine ne conduce Manifeſta
coſa è, che l'Vnità maggiormente la può fare chi
per ſe ſteſſo è vio, che gli piu, ſi come efficaciſſi
ma cauſa è del calore quel che per ſe ſteſſo è cal
do conchiudiamo adunque eſſer piu vtile el Reg
imento di vn ſolo, che quello di molti,
inoltre molti giamaicoſaruerebbano la mot
titudineſe al tutto in tra di loro diſſentiſſimo, ma
ſi ricerca in quelli molti certavnione, con cui
regge poſſino la moltitudine, atteſo, che molti
non potrieno condurre al porto la naue, ſe inal
cun modo in tra di loro non fuſſerovniti. Altro
di vero non è l'unirſi e congiugnerſi, che l'acco
ſtarſi ad vno. meglio adunque reggevno, che li
molti, poi che alli molti a voler reggere conuie
ne ſi approſſimino è vno. Di piu, quelle coſe,
che ſono ſecondo la natura ottimamente ſono
gouernate operante lei in ciaſcheduna coſa quel
che è ottimo, noi vediamo ogni ſuo natural Reg
gimento davno deriuare, nella moltitudine dei
mébrivno è, che tutti gli altri muoue cioè il quo
re: e nelle parti dell'anima vna virtù principal
mentegouerna, cioè la ragione. nelli bruti in tra
le pecchievn ſol Re domina. In tutto poi l'Vni
- i. - - uerſo
lo . . . . nel Reggimento de Principi -

uerſo vno Dio fattore di ciaſcheduna coſa è Ret


tore,e queſto ragioneuolméte, poi che ogni mol
titudine deriua davno, Chiaro è, che quelle co
ſe, qual ſono ſecondo le arti imitano la natura, e
tanto maggiormen te l'opera artificioſa è miglio
re in quanto attinge la ſimilitudine di quel cheè
ſecondo la natura, per il che neceſſariamente è
da concludere, che nell'humana moltitudine ſia
ottimio quello Reggimento, qual pervn ſolo è
miniſtrato.” i i
-
-

- Appare queſta verità etiandio perli eſperimen


ti, perche ſe riſguardiamo le Prouincie,le Città;
che non ſon rette davno ſolo ſenza pace fluttua
no,e ſi affaticano in diſſenſióne, à cagione ſi adé
pia quel che diſſe Dio per il Profetali molti pa
ſtori (diceegli) hanno maltrattata la mia vigna.
e per il contrario le Prouincie, e Città, che ſono
rette dalli Regi rallegranſi nella pace, fioriſcano
di giuſtitia,e fruiſcano l'abondanza, la onde che
il Signore per vin gran dono per li ſuoi Profeti al
ſuo popolo promette
ſoi principe di porrevn
in mezzo di loro, ſol capo, evn - - i

-- ai

si come proua il Dottor ſanto, el pominio di vn ſolo


giuſto eſſere ottimo, coſi l'oppoſto ingiuſto eſſer
- peſſimo. cap. I I I -
-

I come el gouerno Regio è ottimo, coſtelti.


rannico è peſſimo opponſi alla politialaDe
mocratia l'wno, e l'altro eſſendo gouernato da
- - - - mole
i zibro primo r l

molti diſtingueſianco l'Ariſtocratia dall'Oligar


chia ambidua eſercitati da poche perſone ſi coe
meel Regno, e la tirania è miniſtrata davn ſolo.
L'ottima bita del gouerno Regio di già ſi è pro
uata per quanto di ſopra n'è detto. Se adunque
all'ottimo s'oppone il peſſimo di neceſſità è, che
la tirannia ſia peſſima. Maggiormente la virtù
vnita all'effetto che ſi ha da introdurre è efficace,
di quella, che è diſperſa,ò diuiſa; atteſo che mol
ti inſiemevniti tirano quel che diuiſi in parte cia
ſchedun per ſe ſteſſo non potrebbe tirare adun
queſi come piu vtile è la virtù operante il benes
coſi maggiormente è nociua la virtù operante il
male, quando dette forze ſono vnite, che diuiſei
la forza dell'ingiuſto preſidente opera al male
della moltitudine, quando che il comun bene di
detta ſolo in ſuo ſteſſo bene riuolge - ſi contenel
Reggimento adunque giuſto, quanto il Reggen
teè piuvno,tito è piu vtile il Reggimento.dima
niera, che meglio è il Regno, che l'Ariſtocratia,
ſcioè potentato di pochi, e queſto piu che la poli
tia, cioè gouerno della moltitudine. coſi in con
trario ſarà nell'ingiuſto Reggimento, mercè, che
quanto el Reggente ſarà piu vicino all'unità, tan
to piu ſarà nociuo. adunque piu è nociua lati
rannide del gouerno di pochi, e queſto della mol
titudine. Inoltre el Reggimento ingiuſto diuie
ne in quanto che diſprezzato elben della molti
tudine comune.cercidoſi il ben priuato del Reg
gente quanto piu ſivien lontanando dal comun
- bene,
12 Del Reggimento de Principi
bene, tanto il Reggimento appare ingiuſto,
piu ſi parte dal comun bene nell'Oligarchia,
in cui ſi ricerca el bene di pochi, che nella De
mocratia, oue ſi procura il ben di molti, ma
grandemente ſi allontana dal comun bene nel
la tirannide, in cui ſol ſi attende il bene del
la particular perſona, atteſo, che ad ogni vni
uerſalità piu s'accoſta la moltitudine, che li
pochi, e li pochi di vn ſolo. Adunque il Reg
gimento tirannico è ingiuſtiſſimo. ſimilmente
è manifeſto per l'ordine della Diuiua Prouiden
za in cui ottimamente il tutto viene diſpoſto,
atteſo, che il bene prouiene nelle coſe i Vna
erfetta cauſa, quaſi à tutti vnita, acciò al
i" ſi poſſino aiutare, e il male ſpetialmen
te naſce da particulari difetti. Non è di vero
beltà nel corpo, tuttauolta, che le membra non
ſono conueneuolmente diſpoſte, ma la brut
tezza iui in quel corpo ſi ritroua, per qualun
que ſuo membro mal diſpoſto. la onde, che
la bruttezza da piu cagioni diuerſamente na
4ſce, e la bellezza da vnione perfetta. e in tal
maniera auuiene in tutti li beni, & mali, coſi
diſponendo Dio, perche il bene da vma cau
ſa ſia piu forte, e il male da piu cauſe diuen
ga maggiormente debile. Adunque ſarà me
glio che l giuſto Reggimento acciò ſia piu for
relo eſequiſcha vn ſolo, 8 quando el Reggi
mento declina nell'ingiuſtitia, ſtarà meglio in
molti, acciò venga ad eſſere piu debole, º 4
- - va a Iii
14 rel Reggimento de principi
che quelli, quali appetiſcono di dominare, piu
che di giouares'ingegnano impedire tutto il be
nedelli ſudditi come quelli, che penſano ogni ec
cellenza loro cſſere in preiudicio dell'iniquo ſuo
ſignoreggiare e piu hanno li tiranni ſoſpetto del
li buoni, che delli cattiui, a quali ſempre e ſoſpet
tal'altrui virtù,8 per ciò ſi sforzano, che nelli
ſuoi ſudditi non ſi faccino delli virtuoſi, a cagio
ne non concepiſchino ſpirito di magnanimità,
per cui non poſſino ſoffrire la iniqua ſua domi
natione: Abhorriſcanoanco intradetti ſudditi
le confederationi dell'amicitie, e li emolumenti
- di pace, atteſo, che eſſi tirannideſiano, che l'uno
delli ſudditi non ſi fidi dell'altro, è ciò non ſieno.
veleuoli à machinare coſa veruna contro all'ini
quo lordominio. la onde in tra di eſſi ſemina di
ſcordie e nutriſce le pullulate, e quello, che alla
confederatione delli huomini, cioè li connubij,
eli conuiti prohibiſce, e ſimil'altre coſe, per le
quali in tragli huomini ſuol generarſi fiducia, e
familiarità. Si sforza ancora che non diuenghi
no potenti, ne ricchi, perche ſoſpettando ſecon
do la malignità della lor coſcienza delli ſudditi,
ſi come " potéza, e le ricchezzevfano ànuo
acb15 cere coſi temono, che la potenza, e ricchezze dei
ſudditi gli ſieno nociue, onde in Iob è detto del
tirino, che i terrore del ſuono ſempre è nelli ſuoi
orecchi e quantunque ſia pace e neſſuno tenti di
moleſtarlo, nédimeno lui del continuo ſoſpetta
inſidie, e coſi auuiene, chedeuendoli principi e
- - ſuoi
l zioro Primo. 15
ſuoi ſudditi alle virtù indurli, le inuidiano ini
| quamente e con ogni loro potere l'impediſcano.
La ondeauuigne, che ſotto queſti tiranni pochi
virtuoſi ſi ritrouano, mercè, che ſecondo la ſen
tenza del filoſofo appo di quelli ſi ritrouano gli
huomini forti, e gli fortiſſimi da loro ſono mol
to honorati, e come afferma Tullio ſempre eſſi ia
ciono,e poco verdeggiano in quelle virtù da det
ti reprobate, - - -

Inoltre è coſa naturale, che gli huomini ſotto


di ſeruil timore nutriti, degenerino l'animo, 8.
diuenghino puſillanimi ad ogni virile operatio
ne. il che lo dimoſtra l'eſperimento delle prouin
cie, ouelungamente gli huomini furono ſottoli
tiranni e per queſta cagione l'Apoſtolo sito diſſe
alli Coloſſ, padri non vogliate prouocarelivo- cap. I
ſtri figliuoli è indignatione, perche non fi facci
no puſillanimi. Queſti ecceſſiui nocumenti del
la tirannide cóſiderandoli il gra Salamone diſſe.
Regnando gli empi ſono la rouina degli huomi Pron,
ni. perche alla nequitia di eſſi, li ſuggetti manca 29.
no alla perfettione delle virtù, la onde di nuouo
dice, quando li empijaſſumono il principato, il
popolo negeme, come ridutto in ſeruitù. Quan
do adunquegli empi ſi eſaltano,li huomini per
euitare la crudeltà delli tiranni s'aſcondano non
e marauiglia, che il tiranno tanto male apporti
atteſo, che l'huomo ſenza ragione preſidendo ſe
condo la libidine di ſua volontà, in nulla è diffe
réte dalle beſtie, per tale è aſſimigliato dal s"
- - CO11

-
16 Del Reggimento de principi
coſi dicendo. L'orſo famelico,e lione rugiente,
coſi el Principe empio ſopra del pomero popolo,
e per queſta cagionegl'huomini da tiranni s'aſcó
dano come da crudeliſſime beſtie, parendo il me
deſimo eſſer ſuddito al tiranno, e ſottometterſi
-
alle beſtie.
-
-

- i t

an qual maniera ſia variato il Dominio de Romani, e


per qual Ragione
per ilſiaDominio
talhoradepus.
creſciuta tal Rep.
- i

- . - -
cap. I I I 1. ,

Conſiderando adunque l'ottimo, el peſſimo


nella monarchia cioe nel principato d'un ſo
º . y lo:è occorſo,
delli tiranni lache a molti
Regia popoli
Dignità perodioſa;
è ſtata la malitia
ad
altri per l'oppoſito è auuenuto, & che deſideran
do il regal reggimeto, ſono caduti nelle crudeltà
delli tirini, perche molti rettori eſercitando la ti
rannide ſotto preteſto di Regia Dignità. come
ne appare l'eſempio nella Romana Republica.
Eſſendo dal popolo Romano cacciati viali Re
gi, in mentre, che il Regio, anzi tirannico fauſto
non poteron ſoffrire, inſtituirnoli Conſoli, 8 al
tri Magiſtrati, per li quali incominciorno adeſ
ſeregouernati, e indrizzati, commutando el Re
no in Ariſtocratia, in cui (come referiſce Salu
ſtio) è coſa incredibile à quanta grandezza in
breuela Romana Republica, crebbe ottenuta la
libertà. E queſto il piu delle volte occorre, ". CIAG

º-
zibro Primo. 17

º che li huomini viuenti ſotto el Regio principa


to: piu pigramente ſi sforzano al ben comune,
perche ſi ſtimano quel, che ſi acquiſta, né douer
giouareà ſe ſteſſi, ma ad altrui, è quelli cioè: ſot
to cui poteſtà ſi ritrouano ſoggetti, ma quando
veggano el ben comune non eſſere in poteſtà di
vn ſolo, non attendano adello come quaſi ad al
trui appartenente, ma come à proprio di ciaſcu
no. la onde per eſperienza ſi vede, che vna Città
perli Rettori annuali amminiſtrata, piu può al
cuna volta, divn Re, che habbia tre, è quattro
Città, e però ancora auuiene, che li piccioli ſer
uiti dalli Regi imperanti,piu grauemente li po
politollerano, che li gran peſi, ſe dalla comuni
tà de Cittadini vengano impoſti. il che nella pro
motione delle coſe della Romana Rep. fu oſſer
uato. Atteſo,che la plebe era ſcritta alla militia,e
per li militanti ſolueuanoli ſtipendi, e quando
quelli non erano baſtanti del comune erario, le
facultà priuate veniuano in publico vſo di ma
niera, che in fuori alli anelli d'oro di ciaſchedu
no, e le bolle, cioè l'inſegne de trionfanti, coſa al
cuna di oro etiandio liSenatori ſi riſeruauano.
ma dopoi affaticata la detta Rep. con continue
diſſenſioni, che fecero inſino alle guerre ciuili;à
quelli la libertà, per cui molto ſi erano affaticati,
eſſendoli tolta di mano, incominciorno ad eſſe
re ſotto la poteſtà delli Imperadori, li quali da
principio non vollero appellarſi Re, atteſo, che
alli Romani il Regio nome era odioſo,alcuni de
-i - - B quali
-
18 pel Reggimentode principi - - - -

quali per modo Regio il ben comune fedelmen


te procurarono, per lo ſtudio de quali le coſe del
1a ". fu accreſciuta, 8 conſeruata.
ma molti di loro nelli ſudditi eſſendo tiranni, e
lenti contro delli nimici, detta Romana Rep.c6
duſſero al baſſo. ſimil proceſſo anco fu nel popo
lo hebreo primieramente leggiamo che quando
" o dalli giudici erano gouernati da
tutte le bande patiuano moleſtie dagli nimici.
Concioſia che ciaſcheduno quel che gli pareua
buono, quel faceua. Quando da Dio riceuerno
li Regiadiſtanza di eſſi Regi ſi partirnò dal culº
to Diuino, per il che furon ridutti in ſeruitù, e
condotti in Babilonia. la onde ſi può in verd
concludere da tutte le bande trouarſi imminenti
pericoli perche in mentre ſi teme il tiranno, ſi eſii
ta l'ottimo gouerno Regio, e nel procurare la
Regia poteſtà, ſi può cadere nella tirannica mai
- iitia. - - -, a r : ... : e -

i
ri è
come nelnio
nelchebomi
nico, di nomoltidi piuunpreſtº
gouer iº i
megltira
cadeò nel
ſolo eſiperci r:

« oti":ri º è quello delſo o. cap. p . º uº


º i ..: 5. : o :ri

QVandº in mezzo è dua eſtremi, da ciaſche


º duno dequali vi è il pericolo eminente fa
di meſtiero ſi elegga potiſsimamente quello, da
cui ne ſegue il minor male. Minor male ne ſei
gue quando la Monarchia ſi conuerte in tiran
nide, che quando el gouerno delli ottimatiCO1ſi
-
zitro primº a ,rt i?
corrompe, atteſo che la difenſione, che ne è
gue dalgouerno de piu contrariº alben della pa
lei che ei precipio nella ſocial " tudine, e
gueſta per la tiranni e nºn vi tolta via ma ſonº
impediti alcuni beni delli particulari ſhdomini,
ſe già non occorreſſivna ſprema tirannide, che
in tutta la comunità incrudeliſca per il che più
preſto è da " goticino divn ſolo, che
molti, quantunque (come è detto) ne ſeguino
pericoli. " in verità ideue, doue minori
ipericoli poſſono occorrere frequentemente ſe
i
Reggimento di molti,"
che non occorrano nel
gouerno d'un ſolo atteſo, che ſpeſſe volte aulic
"
tentione del ben comune, che ſolamente fayi,
ſolo la onde ciaſcheduno di eſſi preſidenti che
dinerta la ſua intentione dal comun "
ricolo nella moltitudine è eminente, concioſa, . .
che diſcordandoli capi in "
moltitudine ne ſegue diſſenſione. Maſeyndomi
ma il piu delle volte riſguarda al comun bene e ſe
pure ſua intentione i duerte dal comun bene,
non ſubito ſegue, che lui intenda la depreſſione
delli ſuddi ti, il che è proprietà del ſupremo tiran
no: tenente il maſſimo grado di " » COme

di ſopra è manifeſto Gridemente adunque ſon


da fuggire li pericoli, che prouengano dal gouer
nodi piu perſone, che quelli ponno ſeguire da
sºiº ºries"
-2: º, 2. , - v

ImCICce
-
so , pel reggimento de principi
mercè, che ſuſcitata la diſſenſione per il gouerno
di molti, ſpeſſo occorre vno ſuperargli altri, e a
ſe ſolo vſurpare el Dominio della moltitudine.
Il che per quanto ne ha dimoſtro il tépo ci è ben
manifeſto, concioſia, che quaſi ogni gouerno di
moltitudine è terminato in tirannia. Come ma
nifeſtamente nella Rep. Romana appare,la qua
lein mentre, che lungo tempo per piu Magiſtra
ti fu adminiſtrata, naſcendo diſſimulardiſſenſio
ni, e ciuil guerre, cadde in crudeliſſimi tiranni.
evniuerſalmente ſe vorremoli preteriti fatti, e li
i" conſiderare, ritrouerre
mo eſſerſi eſercitata la tirannide piu nelle terre,
che ſono rette da molti, che in quelle dominate
davn ſolo. Se adunque il gouerno, il quale è otti
mo, grandemente appare da euitarſi per fuggire
la tirannide, 8: eſſa non meno, anzi maggiormen
te ſuole auuenire nel gouerno delli piu che di vn
ſolo reſta adunque onninamente eſſer maggiore
eſpediente
no viuerſottovn Re, che ſotto ili -gouet
di molti. -

conclude il Dominio di vn ſolo eſſere ottimo, e che la


moltitudine cerchi di torli l'occaſione, acciò non
tiranneggi, o anco per euitar mag- ,
gior male in queſto è datole
rarlo. cap. v 1.
E Sendo adunque il gouerno del ſolo piu "
bile, perche è ottimo, e occorre taſuolta lui
COte.
-

zibro Primo. 2r .
conuertire il Regio gouerno in tirannide. il che
è peſſimo (come è manifeſto per le ſopradette co
ſe) conuiene adunque alla moltitudine proue
derſi di Re, in guiſa, che non diuenga tiranno, al
che fare principalmente è neceſſario, che tal'huo
mo,à cui ſi aſpetta queſto vſitio di eſſer promoſſo
in Re, ſi ſcorga in luital conditioni, che appaia
probabile i non declinare nella tirannide. la
onde comendando Samuella prouidéza di Dio
nell'inſtitutione del Re.coſi diſſe, ha cercato Dio
vn'huomo ſecondo il quor ſuo. Dopoi è da di
ſporre il gouerno del Regno, in cui già è inſtitu
to il Re, che li ſia ſuttratta l'occaſione della tiran -
nide. Similmente ſia temperata la ſua poteſtà, ac
ciò facilmente non habbi vigore di declinare nel
la tiránide. Dopo queſto è da conſiderare in qual
maniera ſi habbi da rimediare quando, che il Re
diuenga tirino perche può per auuentura occor
rere, che quelli ſi oppògono al tiráno non ſieno
habilià preualerlo,e cofiliranno può preuale
re, qual prouocato, maggiormente incrudeliſca.
e ſe alcuno contro di " può preualere da que
ſto molte volte grauiſſime diſſenſioni nel popo
lo ne prouengano. Si quando s'inſurge cotro del
tiranno, come dopo, che è ſcacciato dalla tiran
nia,mediante la creatione del nuouogouerno,ſe
parandoſi la moltitudine in parte e talvolta oc
corre, che quando la moltitudine con l'aiuto di
alcuno diſcaccia el tiranno,eſſo acquiſtata la po
teſtà,ſivſurpa la tirannide, e temendo patire da )
. - - B - 3 - al- -
d i . . - - -
23 Del Reggimento de Principi
tri, quello, che ad altrui lui ha fatto patire, con
pigratic ſcruitù opprima li ſudditi. concioſia,
che nella tirannide queſto ſuole auuenire, che la
ſeconda ſia piu graue della prima, in mentre, che
non laſciandoli primi grauamenti, ma con la
malitia del ſuo quore eſcogitandone denouelli."
Tuttili Siracuſani la morte di Dioniſio tiranno
deſiauono, vma ſola vecchia continuamente pre
auali dei, che lui ſano lungo tempo viueſſe, il
" ſaputoſi volſe da lei intenderne
la cagione a cui ella coſi riſpoſe. Io quando ero,
fanciulla, eſſendo noi oppreſſi da vn graue, e cru
del tiranno gl'imprecauola morte, non vicorſe
- molto ſpatio, che lui fu ammazzato, a cui in piu
duro, eaſpro ſucceſſe che il detto finiſſi la vita, e
la tirannideſtimano gran coſa alla cui morte rice
uemote piu importuno delli duoi paſſati, onde
ſe manchi in tuo luogo ſuccedere vn peggiore di
te,grandiſſimo male in vero,è il tollerarla tiran
nide, per il che ad alcuni è parſo conuenire alla
virtù delli huomini forti ammazzare il tirino, e
ſe ſteſſo pela liberati e della moltitudine eſpor
ſi al pericolo della morte, il cui eſempio etian
rº. 3 dio nel vecchio teſtamento ſi ritroua. Aioth vn
certo Re Eglon Moabita, il quale congraue ſerui
tù premeui il popolo di Dio ferendolo con la
lancia, lo trafiſſe, e fu fatto giudice del popolo.
Ma queſto non è congruo alla Dottrina apoſtoli
ca,inſegna Pietro Apoſtolo nella prima ſua epi
capº ſtola eſſer reuerentemente ſudditi sonº a fi
- . - llOlll
-
i ribro Prime. - 23
buoni ma ancora alli diſcholi:atteſo che queſta è
la gratia ſe per la conſcienza di Dio alcuno con
patienza ingiuſtamente ſoſtiene le coſe auuerſe.
KQuandoli molti Imperatori Romani perſegui
rarono la fede di Chriſto tirannicamente e gran
moltitudine di popoli, 8 de nobili eſſendo con
aertiti alla vera fede, non reſiſtendo, ma la morte
atientemente, e quantunque alcuni armati ſoſte
nendo per Chriſto ſono celebremente laudati,co
menella ſacralegione delli Thebei manifeſtamen
te appare. Aioth piu preſto è da giudicare ha
Auere ammazzato el nimico, che il Rettor del po
polo quantunque titanno laondeſi legge nel vec
ichio teſtamento eſſer ſtati occiſi quelli che amaz
2orno Ioas Re di iuda, quantunque lui ſi fuſi Reg.
partito dal " Dio riſeruádo li ſuoi fi 4 cap.
gliuoli ſecondo il precetto della legge. Certamen iº:
te che ſarebbe alla moltitudine i pericoloſo
leali ſuoi rettori, ſcalcuni con priuata proſuntio
ne attentaſſino la mortedelli preſidenti, etia che
fuſſero tiranni. Vedeſi il piu " volte eſporſi a
tai pericoli maggiormente li cattiui, che li buoni
-perche alli cattiui ſuole eſſer graue il Dominio
non meno delliRegi, che delli tiranni, perche ſe
condo la ſentenza di Salamone il ſapiente Re dif Prao
i ſipagl'empi. Adunque da queſta proſuntione
piu preſto alla moltitudine genererebbe pericolo
della perdita del Re, che il rimedio di tor via el
iranno,piu preſto appare di prouederui con au
orità publica all'eſtirpatione della tirannica ſe
- - -- - - B 4 uitia,
24 Del Reggimento de Principi . .
utia, che con priuata proſuntione di alcuni, per
che ſi conuiene di giuſtizia ad alcuna moltitudi
ne di proucderſi di Re,non eſſendo dalla medeſi
ma ingiuſtamete inſtituto Re, e puo eſſer deſtrut
ta,orafrenata la ſua poteſta, quando che il Rela
Regia poteſta tirannicamente vſa, ne ſi ha da ſti
mare tal moltitudine infedele nell'abbandonare
il tiranno, ancora che per auanti ſe li fuſſi fatta
ſuggetta in perpetuo, atteſo che per queſto ha me
ritato non portandoſi nel gouerno della moltitu
dine fedelmente come ſi appartieneall'wffitio del
Re; laonde il patto dalla moltitudine né li è oſ
ſeruato,coſili Romani,Tarquin ſuperbo,il qua
le per lor Rehauendo riceuuto, per la ſua, e defi
gliuoli tirannideſcacciorno meritamente del Re
gno ſoſtituédo minor poteſta, cioè coſulare, coſi
ancora Domitiano, il quale ſucceſſe a Veſpaſiano
ſuo padre,e Tito ſuo fratello modeſtiſſimi Impe
radori in mentre eſercitaua la tirannide dal ſena
to Romano fu ammazzato, e tutto quello che
peruerſamente hauea fatto a Romani per conſul
to del Senato con giuſtitia ſalubremente fu reuo
cato,e caſſato, in cui tempo fu fatto, che il beato
GiouanniEuang. diletto diſcepolo di Chriſto,
er cui Domitiano hauea rilegato in eſilio nell'
Iſola di Pathmot, per tal conſulto fu rimeſſo ad
Epheſo. Se di ragione ſi appartiene ad alcuno ſu
veriore di prouedere di Re alla moltitudine da
i" ſi ha da ſpettare il rimedio contro alla nequi
zia del tiranno, coſi li giudei contro di Archelao
il quale
Libro Primo. 23
il quale in giudea pcr herode padre ſuo regnaua,
incominciando ad imitare la paterna malizia:
mandorno cotro di quello querimonie ad Agu
ſto Ceſare, per il che in prima gli fu diminuta la
poteſta, toltogli via il Regio nome è la metà del
Regno ſuo: diuidendolo intra dua ſuoi fratelli,
dopo non deſiſtendo neanco in tal maniera dal
la tirannide Tiberio Ceſare lo rilegò in eſilio nel
la Città de Franzeſi chiamata Lione. Quando né
ſi poſſa contro del tiranno hauere aiuto veruno
humano ricorraſi al Re dell'wniuerſo, il quale è
aiutore nell'opportunità nelle tribulazioni, mer
cè che puo conuertire con la ſua potenza il cru
del quore del tiranno in manſuetudine, eſſendo
come afferma il ſauio nelli prouerbi, el quor del
Re in mano di Dio, e in qualunque parte vorrà
lo inclinerà,la crudeltà del Re Aſuero, che para
ua la morte alli giudei, conuertìin manſuetudi
ne,& egli ſteſſo conuertì el crudele Nabucdono- -

ſorReilquale dalla Diuina potenza fu fatto pre .


dicatore coſi dicente.Io Nabuchlaudo, e magni
fico e glorifico el Re de Cieli, per che l'opere ſue Dalmºe
ſon vere, e le vie ſue ſono giudizi, e quelli che ſi Cap.4
vanno inſuperbendo gli puo humiliare, li tiran
ni invero che lei reputa indegni dell'humana ci
uerſatione gli puo torvia di mezzo, o ſi vero ri
durli all'infimo ſtato invin momento ſecondo il
idetto eccleſiaſtico,la ſieda, diceegli delli ſuperbi
Duchi diſtruſſe Dio,e ſeder fece li manſueti in lor
vicelui e quello, che vedendo l'aſſitione del ſuo
popole
26 Del Reggimento de principi
A xo, popolo in Egitto,evedendo el ſuo clamore, il ti:
I4 ranno Faraone con il ſuo eſercito precipitò nel
mar Roſſo. eſſo ſteſſo è quello, che il prefato Na
buch in prima ſuperbendoſi, non ſolo lo ſcacciò
del ſolio di ſuo Regno, ma dal conſortio delli
huomini ancora, commutandolo in ſimilitudi,
Dan. ne di beſtia. Certamente, che non è abbreuiata la
mano del Signore, che non poſſa liberare el ſud
popolo dalli tiranni,atteſo, che lui promette per
Eſaia darli ripoſo della fatica, e concuſſione, 8.
dalla dura ſeruitù, in quale auanti ſeruia, & per
e 34 Ezechiel Profeta dice. Io libererò el mio gregge
dalle bocche loro, cioè dalli paſtori, che paſcano
ſe ſteſſi. Ma volendo, che il popolo di Dio meri
-è s
-

ti queſto conſeguire, deue ceſſare dalli peccati,at


teſo, che nell'wltione delli peccati gli empi dalla
Diuina permiſſione riceuano el principato: coſi
e 13. per Oſea affermando el Signore: io ti darò vn Re
nel mio furore. e in Iob è ſcritte, che Dio fa re
G-34. ºgnare l'hipocrito per li peccati dei popoli. com
uiene adunque torvia la colpa, a cagione ceſſi le
piaghe delli tiranni. . º
i ,

cerca il ſanto pottore, che coſa precipuamente deua


i mueuere il Re a reggere l'honore,ò la gloria, cy
determina in ciò quel, che ſi hà da tenere.
- ri Cap, V I I, i i ,
e

E sſendola proprietà dei Re (per quanto n'è


“dcito) cercare il bene della moltitudine gran
a demca
zibro primo. . 27
demente appare queſto vſitiohoneroſo, ſe a lui al
cun particular bene, quindi non li prouiene.
E adunque da conſiderare qual ſia il ſuo buono,e
conueniente premio. Ad alcuni è parſo non ſi li
conuenire altro premio, che l'honore,e la gloria,
la onde che Tullio nel trattato della Republica
diſfiniſce el principe della Città douerſi nutrire
di gloria la cui ragione appare , che aſſegni Ari
ſtotile nel libro dell'Eth dicendo. Al principe,
che non baſta l'honore, e la gloria in conſequen
za diuenta tiranno, Dalla natura è inſerto nel
l'animo di ciaſcheduno cercare il proprio bene.
Se adunque il principe non fiacòtento della glo
fia,ehonore: cercherà le voluttà, e ricchezze, a
coſì alle rapine, 8 alle ingiurie de ſudditi ſi con
uertirà. Se queſta ſentenza accettiamo, di vero,
che ne ſeguiranno molti inconvenienti, primie
ramente alli Regi ſarebbe gran danno ſe tante fa
tiche,e tante ſollecitudine patiſfino per tanta fra
gil mercede, chi non vede, che nelle coſehuma
ne non appare piu fragilcoſa, che la gloria,e ho
nore, & fauore delli huomini?
Quindi deriua, che Eſaia queſta gloria,chede
pende dall'opinione delli huomini la chiama c.4or
i" di fieno. In oltre la cupidigia della gloria ra
piſce la grandezza dell'animo: atteſo, che chi
cerca il fauore degli huomini, è di neceſſità, che
quel che dice, e fa, ferua alla loro volontà.e coſi
in mentre che lui ſtudia di piacere agli huomi
ni, duien ſeruo di ciaſcuno, per la qualcoſa il
- - - 121c
28 pel reggimento de principi
medeſimo Tullio nel libro delli Officii dice, che
è da guardarſi dalla cupidigia di gloria, mercè,
che gli toglie la liberta dell'anima pcui gli huo
mini magnamini debbon fare ogni cotentione,
perche non conuiene al principe nel bene oprare
coſa veruna,quanto che lagridezza dell'animo.
In competente premio adunque è all'wfitio Rega
le la humana laude,egloria. Similmente è noci
uo alla moltitudine ſe tal premio ſi ſtatuiſce alli
Principi: poi che all'wfitio di buono huomo ſi
appartiene diſprezzare la gloria, come gli altri
beni temporali, atteſo, che al virtuoſo, e al forte
di animo per la giuſtitia è tenuto diſprezzare la
gloria, ſi come la vita. E coſa mirabile, che indi
ne riſulta, che quantunque à gli atti virtuoſi ſe
gua la gloria, nulla dimeno i gloria virtuoſa
mente ſi diſpregia, e ne ſegue, che per declinatio
ne della gloria, l'huomo piu glorioſo appare, ſe
condo la ſentenza di Fabio, che dice. colui, che
diſprezza la gloria tanto maggiormente eſſo con
ſeguiſce la vera gloria, e di Catone affermaSalu
ſtio, che quanto meno domandaua la gloria, tan
to maggiormente la conſeguia. eſibiuanſili Di
ſcepoli di Chriſto miniſtri di Dio per la gloria, e
anco per ignobilità, per la infamia, e per la buo
na fama: non è adunque la gloria coueniente pre
mio albuono, quella che diſpregionoli buoni.
Se ſoldueſto premio fuſſe ſtatuito alli principi,
ne ſeguiria, che li huomini virtuoſi non accetto
rebbano il principato, e accettandolo reſtaſſero
ſenza

- a º Libro -rimo. - 29
fenza premio. Piu oltre dalla cupidigia della glo
'ria pericoloſi maline prouiene, concioſia, che
molti mentre che immoderatamente nelle coſe
belliche cercano la gloria, ſe ſteſſi,e li ſuoi eſerci
ti, e la libertà della patria ſotto l'hoſtil poteſtà
hâno dato in preda,la onde che il Romano Tor
quato Principe in eſempio di euitar tal detrimé
to, il figlio proprio, qual contro al ſuo imperio
" dal nimico con giouenile ardore co
battè, quantunque vinceſſe, occiſe, è cauſa non
fuſſì eſempio di maggior male di preſuntione,
che la vtilità della gloria del nimico ſuperato, la
cupidigia della gloria ritiene ancora in ſevn'al
trovitio, cioè la ſimulatione, atteſo, che difficil
coſa è conſeguire le vere virtù, e pochi di loro ſi
adornano, a quali ſolamente ſi couien l'honore.
molti deſiderando la gloria diuengano ſimulato
iri delle virtù, per il che dice Saluſtio molti morta
1i l'ambitionesforza eſſer falſi. hauédo altro rac
chiuſo in petto, altro nella prontezza della lin
gua. e queſti, che fanno le buone opere è cagio
neſieno viſti dalli huomini, hipocriti, cioè ſimu
latori dal noſtro Saluatore ſono appellati. Si co
me adunque alla moltitudine è pericolo ſe i prin
cipe " ſuo premio cerca le voluttà,8 le ricchez
ze, che non diuenga rattore, & contumelioſo,co
ſi ancora è pericoloſo quando vien ritenuto dal
premio della gloria, che lui né ſi faccia proſun
tuoſo, 8 ſimulatore. Ma in quanto appare nel
l'intentione dei detti de ſapienti, né per quella
- - le

v
. 3e Del Reggimento de Principi
ragione l'honore, e la gloria per premio ſtatuir
nº al principe, come che a quello principalmeſi
ste affettaſſi la buona intentione del principe,
ma perche è piu tollerabile, ſe lui cerca la glo
iria, che l'eſſer cupido della pecunia, e che ſegua
le voluttà, merce che queſto vitio è piu propin
iquo alla virtù, la gloria percheproua Agoſtino
ſanto non eſſer altro che ci giuditio delli nuomi
ni nel ben penſare degli altri huomini. La cu
pidigia della gloria ritiene alcun veltigio del
la virtù in mentre che almeno gli uomini di e
iſa cupidi cercano l'approbatione de buoni &
ad eſſi diſpiacere ricuſano e perche pochi attin
i" tollerabile, ſe
igono alla vera virtù, apparsi
to
vien preferi all'im perio quello che formidan
do el giudicio delli huomi " da mani
feſtimali ſi ritrahe perche chi cerca gloria, è ve
. ro ſi ſforza oprare per via della virtù, accio ven
gha dalli huomini approuato: o ſi vero conſi
mulatione e fallacie contende di eruenire: ma
chi dominar deſidera, leli mancha la cupidità
i della gloria, non temendo aliretti giudicanti
diſpiacere, per apertiſſime ſceleratezze, talvolta
- cerchaottenere quelche eſſo brama onde che ſi
pera le beſtie,ò in crudeltà,ò ſinelli sfrenati viti
di luſſuria, ſi come appare in Neron Ceſare, in
cui come afferma Agoſt, fu tanta luſſuria, che
coſa veruna non ſi potella ſperare di virilità per
hauere a temere la crudeltà e tanta crudeltà, che
nulla
- :
effiminata operazione ſi poteua ſchorg
a - -
erº.
Queſte
-
- -

º zibro primo t 3i
ouetocopioſamente ſi eſprime nell'Etfi d'Ariſti
bue parlando del magnanimo coſi dice. lui non
cerca l'honore, e la gloria quaſi coſa grande per
ſufficiente premio della virtù, ma è ben vero,
che li huomini piu oltre di queſto non ponno ,
contribuirſi, mercè, che in tra tutte le terrene
“coſe appare precipuo. quando all'huomo dal
li huomini e reſo teſtimonianza della ſua vir
tù . . . . . . . . . . oi i
- , ci iº i so: iº a
gual ſta il prefne, per cui al reſidellamusaereº.
- ben regg re il popolo. cap. Va ſu
- i fo: 3 - i ri g

ſcia che la gloria, &il mondano honore del


sili huomini alla Regia ſollecitudine non è ſuf
ficiente premio reſta di cercare qualſiaa lui ba:
4ſteuole, eſigli contenga. Eſſendo che il Re nel
gouernare il popolo eſercita il miniſterio di Dio
ſuo ſignore dicente l'Apoſtolo che ogni poteſtà e Rem
da Dio, e colui, che è miniſtro di Dio è vedicato I3e
re nell'ira a quello che male opera e per tali ſon
deſcritti nella ſapienza li Regi contiene adun
que che eſſi il premio di ſuo reggimento lo aſpet. i - -:
-

stino da Dio lor Signore,il quale talvolta gli re


munera del loro miniſterio con beni temporali,
ma tali premi ſono comuni alli buoni, e li catti
ui, la onde Dio per Ezechiel profeta diſſe: Na c.29.
buch Re di Babilonia fece ſeruire il ſuo eſercito
con gran ſeraitù contro di Tiro, e non li è ſtata
teſa. la Mercede, ne al ſuo eſercito per la ſerui"
º - Cino
32 Del Reggimento de principi
che mi fece contro di Tiro, cioè di quella ſerui
tù, a cui la poteſtà (ſecondo l'Apoſtolo) è mini
ſtro di Dio, vendicando in iraà chi male opera,
e però ſoggiugne del premio dicendo. Queſto di
zzec: ceel Signore. Ecco che io darò Nabuch Re di
29. Babilonia in terra d'Egitto,erapirolli le ſue ſpo
glie,e ſarà la mercede del ſuo eſercito. Se adique
li Regi iniqui contro degli inimici di Dio com
battendo, " nó con intentione di ſer
uireà Dio, ma per eſequireli ſuoi odii, e cupidi
tà: Dio gli rimunera di tanta mercede dandoli
vettoria controli ſuoi nimici, ſottomettendoli e
regni,e gli propone darli le ſpoglie di eſſi, che fa
rà adique allibuoni Regi, quali con pia inten
tione il popolo di Dio reggano, e impugnano e
“loro nimici? nò terrena, ma ſi bene mercede eter
na, à loro promette, nein altri quanto in ſe ſteſ
fo. dicente Pietro alli paſtori del popolo di Dio
e 15 nella ſua prima Epiſtola paſcete quelli che in voi
. . . è il gregge di Dio, acciò quando verrà el princi
pedelli paſtori, cioè il Re delli Re Chriſto rice
uiate la corona dell'immarceſſibilgloria. di cui
c.25. diſſe Eſaia ſarà Dio corona di eſultatione, e Dia
dema di gloria al ſuo popolo. Queſto ancocòra
gione ſi manifeſta. " mente di ciaſcheduno,
chevſa el giuditio, che il premio della virtù ſia
: la beatitudine, atteſo, che la virtù ſi deſcriue,co
mela fa buono il ſuo poſſeſſore, & rende buona
la ſua operatione, e ciaſcheduno, che bene opera
ſi sforza peruenir alla felicità, il che neſſuno può
- il0i i
zibro primo ºi 3 -

non volere. adunque queſto premio della virtù


conuenientemente è aſpettato facendo l'huomo
beato. ſe invero il bene oprare è operatione del
la virtù, l'operatione del Re è il ben Reggere li
ſudditi, queſto ancor ſarà il premio del Re, il qua
le lo faccia eſſer beato. che coſa ſia beatitudine
queſto reſta à conſiderare. Certo è che la beatitu
dine conſiſte nella conſecutione dell'wltimo fine
delli noſtri deſiderij, comeioſia che il moto del
li deſiderij noſtri non procede in infinito, atte
ſo, ehevano ſaria ogni noſtro deſio poi che l'in
finito non ſi puo attingere il Deſiderio dell'intel
letual natura è il benevniuerſale, e queſto in veri
tà conquiſtato fa beato l'intelletual deſio,nongli
reſtando indreto altro che deſiderare poſſa però
la beatitudine ſi chiama perfetto bene, quaſi che
ogni deſiderabile in ſe comprenda tale di uero
non è alcun temporal bene, atteſo, che chi è poſ
ſeſſore delle ricchezze, piu ancora ne deſidera, e
ſimil appare negl'altri temporali beni è ſegl'huo
minino cercano piu ample coſe, almeno deſide
rano lo ſtabilimeto di quelle, che poſſeggono, e
ciò né aduiene, perche nelle coſe terrene né ſiri
troua nulla permanete ne puo adique coſa alcu
na terrena quietare il deſiderioRegale. Inoltre la
perfettione finale di ciaſcheduna coſa è il ben'
compito, il quale da ſuperior ſuſtanza depende,
atteſo, che le ſuſtanze corporali ſi rendono mi
gliori nell'unione delle coſe migliori, e peggiore
fe ſi meſcolano con le peggiori, veputa ſe l'argen
! C tO
- Del reggimentode Principi
to ſi meſcola con l'oro ne diuenta mi gliore, e mi
ſtiandoſi con il piomboſi deputa. è coſa manife
ſta ogni coſa terrena eſſer di minor conditione
dell'humana Mente.eſſendo adunque la final per
fettione dell'huomo la beatitudine, 8 il bencò
pito a cui tutti deſiderano peruenire non puo di
neceſſità eſſer coſa veruna terrena, che poſſa far
beato l'huomo, ne terreno premio è ſufficiente à
ſatisfare elvirtuoſo Reli principi chriſtiani (co
me afferma Agoſt.) li quali lungo tepo hinoim
perato, è quelli Imperadori, che con placida
Morte laſciarono e figliuoli,ò vero che hanno di
minuto el numero " della loro Repe
coſi leuatoſili cittadini diſcoli, che perturbano
le Republiche hauendoli ſchacciati è vero op
preſſi, non queſti dician felici, ma ſi bene quelli,
che giuſtamente Dominano, e piu appetiſcana
È i" la loro cupidità, che ciaſcheduna
orte di gente, quando che il tutto faccino non
per ardor di vanagloria, ma per charità di vita
eterna. tali imperatori felici diciamo in preſente
in ſperanza futuri,quando auuerrà quel che ſper
riamo. In oltre che coſa alcuna creata non poſſa
far beato l'huomo, nepoſſi eſſer premio conue
niente al Re.ſi proua à queſto, che il deſiderio di
ciaſcheduno tende in ſuo principio, da cui il ſuo
eſſere è cauſato la cauſa dell'humana Mente cer
to è che non d'altronde deriua, che da Dio be
nedetto, il quale à ſua Imagine la fece ſolo Dio
adunque èe quelche regiatº:
, T . 10»
zibro Primo. 35
fio,etbeato farlo, è conueniente premio del Re.
Di piu la mente humana è cognoſcitiua dell'wni
uerſal bene per l'intelletto, & deſideratiua per la
volontà. certo è, che l'uniuerſal bene non ſi ritro
ua ſe non in Dio, nulla adunque può far beato
l'huomo, riempiendo cl ſuo deſiderio ſe né Dio,
di cui nel ſalmo è detto eſſo è quello che riempie
di beni el noſtro Deſiderio. Concludo adunque
che il Re deue ſtatuire il ſuo premio nell'ultima
felicità?il che be cóſiderádo il ReDauid diceua,
che coſa a me è in cielo che o da te ricerco io ſo
pra della terra ſolo a me(ſottogiunge)è buono è
mio Sig.Dio àte accoſtarmi,e in te riporre ogni
mia ſpeme.Dio adunque è quello, che alli Regi
da la ſalute non ſoltemporale, con cui comune
mente ſaluagl'huomini,eligiumenti, ma etian
dio tale, qual per Eſala deſcriuendo dice. la mia
ſalute ſarà in ſempiterno, con cui ſaluali Regi,
innalzandoli all'equalità degli Angeli. e coſi ſi
uerificherà, che il premio Regale è l'honore, e la
gloria. Qual'honor mondano, 8 caduco puote
eſſere ſimile a queſto? che fa l'huomo "
Domeſtico di Dio, e lo computa nel numero
delli ſuoi figliuoli, e lo conſtituiſce herede del cie
lo,& coherede di Chriſto. Queſto ſupremo hono
reauidamente deſiderandolo, con grande ſtupo
recóſiderádolo el Re Dauid diceua grâdemétein
vero li tuoi amici ſono honorati, alla cui gloria,
e honore, etiam ſopra humana qualſi può copa
rare,auuéga che non la fallace lingua delli adula
º C
--
2 tori
36 pel Reggimento de Principi
tori de detti huomini in oppinione proferiſce, A
ma vien produtta dal teſtimonio dell'interior ci
ſcienza, confermata dal teſtimonio di Dio, il qua
leà i ſuoi confeſſori promette di render teſtimo
nianza di loro nella gloria del ſuo padre nel co
ſpetto degli Angeli ſuoi, contrariaſi il modo di
conquiſtar queſta gloria a quella delli huomini,
perche nel cercarqueſta ſi ritroua, e acquiſtaſi, e
quella non cercata ſi conſegue, il che lo dimoſtra
reg.3 l'effempio di Salamone quale cercando la ſapien
za dal Signore la riceuette,e né chiedendo a Dio
cap.3, la gloria, el'honore fu fatto glorioſo ſopra tutti
gl'altri Re. - -
- i

come il premio del re, e altri principi tiene il ſupre


mogrado in cielo ſi proua con molte ragioni, o i
- - eſempi. cap. I X- º
i

pRouato eſſeri conueniente premio delli Re


* gi&altri preſidenti, quali il Regio vffirio
laudabile, 8 degnamente eſequiſcono la celeſte
beatitudine. Reſta conſiderare qual grado in
quella ſaranno li predetti Eſſendo (come è detto)
la beatitudine il premio della virtù in conſeque
za alla maggior virtù, maggior grado di beatitu
dineſi conuiene precipua e quella virtù, per cui
l'huomo non ſolo ſe ſteſſo ma ancora gl'altri huo
mini puote indrizzare è tanto maggiormente in
quanto di "
numero è reggitiua, atteſo,
cheancoſecondo
, i4 º
la virtù corporale, tanto alcun
ilO C
ribro Primo. 37
no è piu vigoroſo riputato quanti piu può vinca
re,ò maggior peſi leuare. coſi adunque maggior
virtù ſi ricerca al Re, che all'huomo reggente ſol
la ſua domeſtica famiglia,e minor chi ſol ſeſteſ
ſoha da regger, molto piu maggioral gouerna
tore di vna città, e di vn Regno. Adunque eccel
léte virtù è l'eſercitare bene l'ufficio Regio a cui i
adunque nella beatitudine eccellente premio me.
ritamente è conceſſo. In oltre in tutto l'arti,epo
tenze piu ſonlaudabili quelli che altri ben reg
gano che quelli, che peraltruireggiméto ſi por
tano bene, nelle ſpeculatitte maggior coſa è dar
la verità ad altri inſegnando che ciò che ſi appa
ra eſſerne ben capace. Nell'arti ancora pia è ſti
mato, e con maggior premio condotto l'Archi
tettore, che diſpone l'edificio che non è l'artefi
ce, qual ſecondo l'altrui diſpoſitione manual
mente opera, nella militia maggior gloria con
ſegua la prudenza del capitano, che la fortezza
delli ſoldati. A queſta ſimilitudine el Rettordel
la moltitudine in quel che ciaſcheduno ſecondo
la virtù è da farſi come dottor nelle diſcipline. -
Architettore nelli edifici, eDuca nella milizia.
Adunque il Re è di maggior prezzo degne ſeli
ſuoi ſuggetti gouernerà bene, che alcuno altro
delli ſuoi ſudditi ſotto del Re, che ben ſi portino
Di più eſſendo proprietà della virtù, che per eſſa
l'operatione dell'huomo buona diuenga di mag.
gior virtù eſſer appare quel maggior bene per cui
alcuno viene operando certamente, che gli è piu
- - - - - - C 3 Diuino
-
38 Del reggimento de principi a - º

Diuino, e maggiore il bene della moltitudine,


che il bene di vn ſolo. Laonde per queſta cagio
ne ſi ſopporta il male di vn particulare, quando
cede in bene della moltitudine, occideſiel ladro
per la quiete della moltitudine, ne permetterebbe
Dio nel Mondo eſſer il male, ſe da eſſo non ne tra
heſſe il bene a decoro, 8 vtilità dell'vniuerſale, al
Readunque procurante il bene della moltitudi
ne, maggior premio ſi gli conuiene per il buon
gouerno, che al ſuddito per la buona operatione
Queſto ancora piu manifeſto apparirà ſe ſi conſi
dererà piu ſpecialmente. E laudata ogni priuata
i" da Dio, e da gl'huomini ſe ſouuiene el
iſogno, ſe lui pacifica e diſcordanti, ſe liberagli.
oppreſſi di mano depotenti, e inſomma in tutte -
le maniere, che lui conferiſce giouamento,ò con
ſiglia è ſalute. Quanto adunque maggiormente è
laudabile dalli huomini, 8 degno apo di Dio di
premio, colui che tuttavna prouincia fa ſtar lie
ta in pace prohibendo le violentie, conſeruando
la giuſtitia, & diſponendo quel che ha da fare al
li ſuoi huomini con le leggi, e precetti?Quindi in
vero ſi ſcorge la grandezza della Regia virtù, oue
precipuamente riſplende la ſembianza del gran
de Dio, in mentre che lui opera nel ſuo Regno,
C-22,
i" nell'vniuerſo. La onde nell'Eſodo
ono appellati e giudici della moltitudine Dei.
anco gl'Imperatori apo de Romani Diui erano
cap,5 nominati però dice l'Apoſtolo alli Epheſi. ſiate
imitatori di Dio come figliuoli cariſſimi ma ſe ſe
condo
zibro primo 39 -
condo la ſentenza del Sauio, ogni animale ama il
ſuo ſimile ſecondo, che le cauſe alquanto tenga
nola ſimilitudine del cauſato, ne ſegue adunque
per conſequenza,cheli buoni Regi ſieno accettiſ
ſimià Dio, e coſi maſſimamente premiati. Vſan
dole parole di Gregorio Santo, che coſa è la tem
peſta del Mare, ſe non la tempeſta della mente?
Quieto il Mare, ogni imperito la naue indrizze
rà, ma ſe quello è turbato dalli venti tempeſtoſi,
il perito nochiero ancora ne vien confuſo, onde
che ſpeſſo occorre nell'occupazioni del gouerno
che l'uſo delle buone opere "perde, quel che nel
la tranquillità ſi tenea. Grandemente (come affer
ma Ariſt.) è perfetto quello, che infra le lingue
delli honorati,S: ſublimati, e con troppi ecceſſi
ui oſſequijhumilmente ſalutato non ſi eſalti, ma -
ricordarſi eſſer huomini però chiama beato l'Ec e 31,
cleſiaſt quell'huomo,che non va dreto all'oro ne
" nelli theſori delle ricchezze quello che può
enza punitione traſgredire,e non traſgrede,e far
male, 8 nol fa da che quaſi prouato nelle virtuo
ſe opere è trouato fedele, però ſecondo el prouer
bio di Biante el principato manifeſta l'huomo,
atteſo, che molti aſceſi all'altezza del principato
dalla virtù caſcano,li quali in mentre ſtauano nel
l'infimo ſtato appariuano virtuoſi. Adunque l'i
minente difficultà delli Principi al bene oprare
gli fa di maggior premio degni, è ſe talvolta per
infirmità peccano apo degli huomini ſon reſi e
ſcuſabili, e anco piu facilméte impetrano
i C 4 dalaveDio
4e: pel Reggimento de Principi
lavenia,ſegia(come afferma Santo Agoſtino) per
li ſuoi peccati humiliati, 8 con il ſacrificio della
miſericordia, & orationi al ſuo vero Dio non ri
corrano per negligenza ad offerire. Molto peccò
Acab Re d'Iſdrael ma percheè Dio ſi humiliò i
diſſe egli per Helia perche Acab ſi è humiliatoi,
per mia cagione, non indurrò talmalenelli ſuoi i
iorni. Conuiene adunque eccellente premio al
- li Regi non ſolo per ragione addutte, ma ciò ſi ci ,
c. 12 ferma con autorità Diuina, diſſe Zacheria profei
ta nel giorno della beatitudine in cui ſarà il Si-2
gnore protettore delli habitanti in Gieruſalem, o
cioè nella viſione d'eterna pace, le habitationi di i
quelli ſaranno, come caſe di Dauid, per che tutti :
ſaranno Regi, e con Chriſto regneranno come
membra con il capo, 8 la caſa di Dauid ſarà co- ,
.1 .. me habitatione di Dio, di maniera che ſi come t
fedelmente reggendo l'Vffitio di Dio nel popolo, ,
coſi nel premio ſarà piu propinquo a Dio, eſili
accoſterà.

come ſtudiarſi deue il Re, e Principe per ſuo proprio be


ne al buongouerno,che quindi ne ſegue il cui con- ,
trario, ne ſuccede per il tirannico gouer
720, Cap. X. ,
-

Oſcia che alli Regi gran premio nella celeſte


beatitudine è propoſto ſe rettamente nel go
uerno ſi portano con diligente cura invero deuo
no oſſeruare di non diuenir tiranni. Coſa veruna,
- nGIl
zibro Primo.
non li debba eſſer accetta piu che con l'honor re
gio con cui in terra ſono innalzati, con eſſo ſteſſo,
ſieno trasferiti nel Regno di gloria celeſte Ingan-:
nenſi invero di gran lunga li tiranni, li quali per
alcun comodo terreno abbandonano la giuſtizia,
priuandoſi di tanto premio qual ponno conſo-,
guire giuſtamente reggendo. Quanto è grande i
ſtoltezza per ſimil temporali beni priuarſi delli,
maſſimi, è ſempiterni,ſtolte,ò ſi infedele è quel-,
lo che tal coſa non prezza. Agiungaſi di piu, che
queſti temporali comodi, per li quali e tiranni ſi i
ſeparano dalla giuſtitia, maggior guadagno alli
Reprouiene, in mentre che eſſa giuſtitia conſer-o
uano: merce, che in tra tutte le coſe mondane,
che appaia di preferirſi è l'Amicitia,e lei è quella,
che li virtuoſi in vnità concilia, conſerualavir
tù,e la promuoue, di eſſa ciaſcheduno ha di biſo!
gno in tutti li negotij da farſi, la quale nelle pro-o
ſperità non ſi ingeriſce importunamente, 8 nel
l'auuerſegia mai s'abbadona: queſta apporta ma
ſima delettatione, in tal maniera, che ogni coſa
delettabile ſenza Amici in tedioſi conuerte.Lei,
ogni coſa aſpra facilità, ne ſi ritroua in tiranno i
veruno tanta gran crudeltà che non venga dilet
tato dell'Amicitia. Dioniſio il tiranno di Siracu
ſavolendo occidere Phitia amiciſſimo di Dami
nell'andare eſſo alla morte, impetrò dal prefato
Dioniſio tanto ſpatio di tépo, che lui poteſſi an
dareà caſa ſua adordinare le ſue faculta dandoli,
per fede di ſuo ritorno nelle mani il ſuo amico,
i s - Damon
-
42 pel Reggimento de principi
Damon, il giorno promeſſo approſſimandoſi ne
ritornando l'amico, da tutti era notato di pazzia
per hauer meſſa ſua vita in manifeſto pericolo:
ma ſtando eſſo coſtante affermaua non ſi difidare:
ll'amico, comparſe Damon l'hora ſteſſa, che
douea eſſervcciſo, il che ammirando el tiranno i
l'animo di ambidua per la fede dell'amicitia:per
donò il ſupplitio, chiedendo di piu di eſſere il ter -
zo nella detta loro Amicitia. Queſto bene quan
tunque li tiranni lo deſiderino, non dimeno nol
poſſon conſeguire imperochein mentre non cerº
cano il comun bene, ma il proprio,poca,ò nulla -
comunione può eſſer tra di loro,eli ſudditi.Cer
to è che ſia, che d'wna amicitia è fondata ſopra di
alcuna comunione atteſo, che quelli conuenga--
no per origine di natura o per ſimilitudine di co
ſtumi, è per qualunque comune ſocietà, per la
qualcoſa poco,ò nulla è l'amicitiain trali tiran
ni,eli ſudditi:&in mentre, che li ſudditi per l'in
giuſta tiranniacognoſchano non eſſer amati, ma
ſi ben diſpregiati eſſi ancora non amano, ne di
ciò li tiranni ſi ponno giuſtamente querelarſi del
li ſudditi ſe da loro non ſono amati, mercè, che o
fanno tali operationi per le quali non amati, ma
ſi bene odiati ſono dalli ſudditi. Ma li Regi in
mentre, che ſtudioſamente al comun bene profit
tano, ſentendo li ſudditi da tale ſtudio conſegui
re molti comodi,vengano ad eſſer amati da mol
ti,in mentre che eſſi dimoſtrano amare li ſudditi
mercè, che queſta è la maggior malitia, ei º
. . Cill
- zibro Primo. 43
ſchi nella moltitudine, che ſieno hauuti in odio
li amici, e che alli benefatori; ſia reſo mal per
bene, è da queſto amore prouiene, che il regno
delli buoni Regi ſia ſtabile. Il cui eſempio ap
pare in Giulio Ceſare, di cui Suetonio referiſce,
che li ſuoi ſoldati talmente amaua, che ſentita la
morte di alcuni non hauervolſuto li capelli, Se
barba abbaſſarſi, auiti che lui vedicaſſe la morte i
di illi: c& la cui arte ſi reſeli ſoldati deuotiſſimi,
& ſtrenuiſſimi, in tal maniera, che eſſendo alcuni i
di loro preſi, 8 conceſſali la vita con queſta con
ditione, che combatteſſero contro di Ceſare, il
che per non fare piu preſto ricuſarono la vita.
Similmente vſando Ottauiano Aguſto modeſtiſi
ſimamente l'imperio tanto era caro alli ſudditi,
che molti morédo,le vittime per loro ſalute imo
late à lui le indrizzauano,è cagione, che in lorvi- .
ce in vita fuſſe conſeruato. Adunque non è facile !
che ſia perturbato e Dominio del principe, il
. quale con tanto conſenſo dal popolo è amato la
onde diſſe Salamone nelli Prouerbi, che il Re, c.29.
qual giudica li poueri con giuſtitia, ſtabiliſce in
eterno il ſolio ſuo. Ma percontrario el Dominio .
de tiranni non può eſſer diuturno, eſſendo odio
ſo alla moltitudine.mercè, che quel che ripugna
à i voti di molti, non può lungamente conſeruar
ſià fatica ad alcuna parte la preſente vita ſi paſſa,
che non ſi patiſca alcuna auuerſità. Il tempo di
vero dell'occaſione dell'auuerſità non può man
care perinſurger contro al tiranno, 8 doueman
- - chi
º º

44 . pel Reggimento de Principi


chi l'occaſione à molti non mancherà, è a vno º
di trouarla. Quando inſurge tutto il popolo, fa i
cilmente ſuccederà l'effetto. e ſimilmente quan
dofia attentato da alcuno cd il fauore della mol- ,
titudine. a pena adunque che il Dominio del ti- :
ranno ſi dilunghi. Il che manifeſtamente appare ,
ſe ſi conſidera di donde vien conſeruato el tiran- ,
nico Dominio non ſi conſerua già con l'amore, i
eſſendo poca, è nulla amicitia tra il tiranno, eli,
ſuggetti (come è detto) non ſi debbono li tiran ,
ni fidarſi della fede de ſudditi, atteſo, che non ſi
ritroua tata virtù in molti, che ſieno repreſſi dal- ,
la virtù della fedeltà di nºi ſquotere il giogo del 9
laindebita ſeruitù potendo. Forſe che anconon
ſarà riputato da molti contrario alla fedeltà ou
uiare in tutti li modi alla tiránica nequitia. reſta ,
adunque, che ſolamente il gouerno del tiranno i
ſia ſoſtentato con il timore, la onde li tiranni ci
ogni loro intentione procurano dalli ſudditieſ-,
ſer temuti. Ma il timore certo, che è debil fonda
e mento, atteſo, che quelli qual ſon ſudditi colti
more, quando ſi porge l'occaſione, con cui poſ- ,
ſino ſperare la impunità, di botto contro delli ,
preſidenti inſurgano, 8 con piu maggiore ardo
rein quanto, che contro alla loro volontà dal ſo
lo timore erano rattenuti. ſi come l'acqua rac
chiuſa per violenza, quando è l'uſcita prouiene,
piu impetuoſamente fluiſce. ne manca al timore
il pericolo, quando che alcuni dallo ſmiſurato ti
more ſon caduti in diſperatione piu audacemen
i : -

e
º zibro Primo. . º4
teattentano ogni impreſa: non può adunque il
-Dominio tirannico eſſer diuturno. Queſto non
-meno per eſempli, che per ragione appare. Se al
i cuno li geſti antichi,eli moderni conſidera appe
ma ritrouerrà il Dominio di alcun tiranno eſſere
ſtato lungo, onde Ariſt nella ſua Politica nume
-rando molti tiranni, dimoſtra el loro Dominio
in breue tempo eſſer finito, alcuni de quali piu
lungamente regnorno, perche non molto ecce
derno nella tirannide ma in quanto a molte co
“ſe imitiuano la Regal modeſtia. Ancora mag
giormente ſi manifeſta dalla conſideratione del
i" come è ſcritto in Giob,
IDio fa regnare l'hipocrità per li peccati depopo
li, non è vero hipocrita altro, che ſimulatore,
duell'huomo adunque, che piglia l'Vffitio di Re.
e diuien tiranno, hipocrita meritamente vien
chiamato, pche rappreſenta la perſona d'altrui,
permette adunque Dio regnare li tiranni per pu
nitionedelli peccati del popolo, la cui punitio
ne nelle ſcritture ſacre ſi coſtuma nominar l'ira
di Dio, la onde per Oſea Profeta diſſe Dio, io vi c.15.
darò vn Re nel mio furore. grande infelicità di
Nero è di quel Re, quale al popolo da Dio è con
ceſſo nel ſuo furore, mercè, che non può eſſere ſta
ſbile il ſuo Dominio, atteſo, che non ſi ſmentica
Dio d'hauer miſericordia, ne ſoſterrà nella ſua
ira le ſue miſericordie.anche Ioel di lui diſſe, che cap.i
è patiente, e concede molte miſericordie, e ſoffri
ſce ſopra la malitia humana, la onde ne ſegue,
º . “ “ c
46 pel reggimento de principi
- che non permette molto tempo regnare li tiran
ini, ma dopo la tempeſta per li tiranni al ſuo po
polo indutta, per loro eſterminio li riduce la pa
sce perciò diſſeel ſapiente Salamone, le ſedie del
ºli ſuperbi Duci, Dio diſperge,e per loro fa fede
reli manſueti. Appare ancora per eſperimento,
che li Regi piu ricchezze per giuſtitia conſegui
iſcano, che li tiranni per rapine. concioſia, che il
Dominio de tiranni di piu copia di ſatelliti han
no di biſogno diſpiacendo alla moltitudine, per
li quali contro deſudditi li tenghino ſicuri, oue
è di neceſſità piu ſpendere, che quel che "
no alli ſudditi, ma il Dominio Regio, che alli
ſudditi piace loro ſteſſi ſeruono per ſatellitià ſua
cuſtodia, nelli quali né occorre ſpendere,nema
cano nell'urgente neceſſità ſpontaneamente alli
Regi donare, piu che li tiranni non poſſon ruba
re, e coſi vien verificato el detto del Sauio nelli
IProuerbi, oue dice: che alcuni, cioè, liRe diui
dono el proprio benificandoli ſuggetti, e ne di
ruengano piu ricchi, altri (cioè) li tiranni rapi
º ſcono l'altrui,e ſempre ſono in egeſtà. Similmen
te per giuſto giuditio auuiene, che quelli che c&
'gregano le ricchezze ingiuſtamente, le diſperghi
no inutilmente,ò gli ſono tolte giuſtamente eco
diſi adempieel prouerbio del Sauio dicente, che
1'auaro non già mai ſi riempie di pecunia & chi
se a quelle ama non ne trarrà da loro il frutto, 8 inol
trenelli Prouerbi dice, che chi ſegue l'auaritia,
conturba la ſua caſa, ma alli Regi,
W., a - -
asse"le
º zibro Primo. s 47
e la giuſtitia gli ſono da Dio aggiunte etiandio la
ricchezze. ſi come a Salamone, il quale in men
a tre lui cercaua la ſapienza a fare il giuditio: ri
ceuette con quella l'abbòdanza delle ricchezze.
: de la fama è ſuperfluo dirne, impero che chi du
bita, che li buoni Regi non ſolo nella preſente
vita, ma molto piu nella morte quodimodo con
gla laudeviuino,e ſono hauuti indeſiderio: ma il
nome delli cattiui, ò vero ſubito mancare, è ſe
auuiene, che ſieno ſtati di eccellente malitia con
loro deteſtatione ſe ne fa memoria, la onde la me
moria delli empi putreſce, e quelli degiuſti ri
man con laude, atteſo, che rimane con fetore,ò
stoſto manca - ; - º e e lei
- - -- - - - -
; -
come etiandio in queſta vita piu conſeguiſcano le rie
i "" i" i li
s - li tiranni. Cap. X I. a o
:: :: : O3

LAſtabilità della poteſtà lericchezze, l'hono


7 re,ò la fama ſuccedono a voto maggiormen
tealli Regi, chealli tiranni, per la cui indebita
concupiſcenza di eſſe el principe declinanellati
rannide, neſſuno invero dalla giuſtitia ſi parte,
ſen&è tirato dalla cupidigia di alcun comodo,
per cui non ſolo vien priuato delli beni monda
mi predetti, ma ancora dell'eccellentiſſima beati
tudine il premio, che ſi deuealli Regi e quel che
è piu greue, è il maſſimo tormento, che ſi con
quiſta
º :
nelle pene. Atteſo, che ſe alcuno ſpoglia
- - - V

l
48 pel Reggimento deprintipi
-vn huomo,& lo riduce in ſeruitù, è l'ºccide; nie
- rita maſſima pena al giuditio delli huomini, cio
- è la morte, 8 quanto al giuditio di Dio l'eterna
- dannatione quanto maggiormente è da penſare
-piu crudeli ſuppliti meritare el tiranno, che da
º tutte le bande à ciaſcheduno rapiſce, e ſi affatica
i contro alla libertà di tutti e oltre, che per libito
º di ſua volontà vecide gli piace, 8 auuiene, che ia
i li rare volte ſi pentono, gonfiati dal vento morti
fero della ſuperbia , per il demerito deloro pec
cati da Dio derelitti, & ripieni di adulatione
delli huomini rare volte ſatisfare poſſono re
ºſtituire quel , che eontre alla giuſtitia hanno
tolto, & nondimeno neſſuno dubita quelli alla
reſtitutione eſſer tenuti. e in qual maniera ri
compenſeranno gli oppreſſi, e quelli, che inva
rij modi hanno nociuto? aggiungeſi ancora alla
loro impenitenza il parerli lecito ciaſcheduna
coſa, tutto quel che ſenza reſiſtenza hanno poſe
futo fare impunitamente, la onde che non ſolo
delli ſuoi facinori appreſſo Dio ſon tenuti, ma
apo di lui etiá di quelli ch'hanno eiceſſa l'occa
ſione di nuocere, e di queſto non ſollecitano di
emendarſi di quelche male han fatto, ma la ſua
conſuetudine per l'autorità vſando traſmettano
l'audacia del peccare alli poſteri, aggrauaſi anco
rael peccato loro dalla dignità delpreſo vfficio.
satteſo, che come il terreno Repiù grauemente
puniſce i ſuoi miniſtri, quandoli ſon contrari.
coſi Dio maggiormente puniſce quelli eſecuto
i ri, &e
Libro Primo. 49
ri,& miniſtri del ſuo gouerno, che ha conſtituti,
ſe iniquamente ſi portano conuertendo el giudi
tio in amaritudine e per queſta cagione nella ſa
pienza alliſcelerati Regi è detto. perche eſſendo
miniſtri del ſuo Regno non rettamente hauete
giudicato, e non hauete cuſtodito la legge della
giuſtitia, e non câminaſti ſecondo la volontà di
Dio, preſto, 8 horribilmente vi apparirà percio
che fia giudicio duriſſimo in quelli, che regnano
e poco ſi concede miſericordia,S li potenti, po
tentemente ſoffrirranno li tormenti, 8 per Eſaia
è detto al profido dell'inferno ſarai tratto, e chi
a teſi achineranno, riſguardandoti, quaſi come
piu nelle pene ſommerſo in profondo. ſe adun
que alli Regi abbondano li temporali beni,eli è
preparato da Dio piu eccellente grado di beatitu
dine, e li tirannidelli temporali beni, che tanto
ambiſcano ſono fruſtati ancora ſottoiacendo a
molti pericoli, e quelche è piu priuati ſono de
gl'eterni beni, 8 riferuatià grauiſſime pene.Adi
que quelli, che pigliono l'ufficio del reggere, ſtu
diarſi debbono renderſi alli ſudditi Re, & non
tiranni che coſa ſia Re,et come ſia ſpediente al
la moltitudine hauere Re, 8 come ſia ſpedien
te al Principe eſibirſi alla moltitudine, 8 non ti
ranno tanto da noi ſia detto.
3o pel reggimento de principi
manifeſta il Re nel Regno eſſere come l' anima nel
corpo, e come oio nel Mondo.
cap. A 44.
FA di biſogno per le coſe dette conſequente
mente conſiderare qual ſia l'Vffitio del Re, e
qualconuenga che ſia Re. e pe che quelle coſe,
qual ſono ſecondo l'Arte imitano quelle, che
ſono ſecondo la natura, da cui pigliamo il po
tere oprare ſecondo la Ragione, quindi appa
rel vfficio del Retor la forma del natural gouer
no. Ritrouaſi nelle coſe naturali il particular
reggimento, è l'Vniuerſale. L'vniuerſale è ſe
condo, che ogni coſa vien contenuta nel go
ue no Diuino, qual con ſua prouidenza il tut
to gouerna e dipoi el particular gouerno ſimile
all'vniuerſale Diuino, 8 maſſime quello, che ſi
ritroua nell'huomo per il che minor mondo vie
ne appellato, concioſia che in lui ſi rimiri la for
ma dell'wniuerſal reggimento, e ſi come l'uni
uerſal creatura corporea, 8 tutte le ſpirituali
virtù ſono contenute ſotto il gouerno Diui
no, coſi le membra del corpo, 8 tutte le virtù
dell'Anima dalla Ragione vengono indrizzate, e
coſi quodamnodo ſi ha la Ragione nell'huomo
come Dio nel Mondo, ma perche come ſopra di
cemmo l'huomo è Animale per natura ſociale,
viuente intra la mo titudine, ſi ritroua la ſimili
tudine di Dio nell'huomo, non ſolo in quanto
- - - vn'huo
zibro Primo. - 51
vn'huomo ſe ſteſſo regge con la Ragione, ma an
cora,inquanto per quella lui regge la moltitudi
ne. il che maſſimamente appartiene al Re, in
mentre che in alcuni Animali, quali ſocialmente
viuono ſi ritroua certa ſimilitudine di queſto go
uerno, come nell'Api, in tra le quali ſi dice eſſere
li Regi, non che in quelli fia il Reggimento per
la ragione, ma per iſtinto della natura inſerto
dal ſommo reggente autore della natura, tale vf
ficio adunque il Re cognoſca hauer preſo, che
ſia nel Regno come l'Anima nel corpo, 8 come
Dio nel Mondo, il che ſe diligentemente cogite
rà ſi accenderà di vero zelo della giuſtitia in
mentre conſidererà cio eſſer poſto iui in luogo
di Dio, è cagione, che nel Regno eſerciti il giudi
cio, dall'altra ſimilitudine acquiſterà la virtu' del
la manſuetudiue, e clemenza, riputando tutti
quelli che gli ſono ſuggetti come propri ſuoi mi
bri. - -

Aſſime dallepredetteſimilitudini il modo delgouerno,


- diſtinguendo cora certo ordine, epropia operatione,
e luogo. cap. XI a 1.
SE miriamo quelche faccia Dio nel mondo,
quinci appareremo, quel che conuenga al Re
fare. ſono vniuerſalmente da conſiderare due co
ſe, che opera Dio nel Mondo. l'una che lui inſti
tui eſſo mondo, l'altra, che l'inſtituto gouetna
Queſte due opere, ancora l'Anima ha nel cor
D 2 pc,
52 pel Reggimento de principi
po, atteſo che in prima vien informato il detto
corpo dalla virtù dell'Anima, di poi per l'Ani
ma eſſo corpo è retto e moſſo. il ſecondo di que
ſti duo vffitijmaggiormente di vero appartiene
al Re, onde à tutti li Regi conuiene il gouerno,
& dal reggimento del gouerno preſe il nome di
Re. la prima opera non conuiene a tutti li Regi,
atteſo che non ogni Regno, o città inſtituiſcano
oueregnano, ma quel Regno, 8 città che già ſo
no Inſtitute quelle gouernano. Certo è, che ſe pri
ma non fuſſe preceduto chi inſtituto haueſſi la
città, e Regno: non harebbe luogo il gouerno
del Regno, però ſotto l'Vffitio del Re ſi compren
de ancora l'inſtitutione della città, e Regno, con
cioſia che alcuni edificorno città, nelle quali re
gnaſſero, cone Nino che edificò Niniue, & Ro
mulo Roma parimente all'wffitio del Reggimen
to conuiene che le coſe gouernate, anzi edificate
conſerui, e quelli vſi, che ſon conſtitute perche
l'vfficio del gouerno non pienamente ſi può co
noſcere non conoſciuta la Ragione dell'inſtitu
tione. L'inſtitutione del Regno ſi ha da pigliar
ne l'eſempio dall'inſtitutione del mondo. In cui
primieramente ſi conſidera la produttione delle
coſe, 8 dopoi l'ordinata diſtintione delle parti
del mondo. Inoltre in tutte le ſingular ſue par
ti diuerſe ſpecie ſi rimira, diſtribute come le
ſtelle in cielo, livccelli nell'Aria, li peſci nell'ac
qua, egl'altri Animali in terra. dopoi tutte le
coſea loro neceſſarie vediamo Dio abbondante
Imcnte
- zibro Primo. s;
mentehauerle prouiſte. Manifeſtò eſpreſſamen
teMoſe la Ragione di tale inſtitutione con ſot
til diligenza, proponendo in prima la produt
tione delle coſe coſì dicendo. In principio creò
Dio il cielo, 8 la terra. dopo denuncia l'ordine
conueniente diuinamente diſtinto. come la ſepa
ratione del giorno dalla notte, l'inferiore dal ſu
periore: il mare dall'arido. Quindi al cielo li lu
minari,a l'ariali vccelli, al marli peſci alla terra
per ſuo crnaméto c5ſegna gl'Animali. In vltimo
aſſegna el Dominio della terra,e delli animali al
l'huomo,l'uſo delle piſte denſitiando,è quelli, e
alli Animali.ſecódo l'inſtituto della Diuina pro
uidéza. non póno gia gl'huomini inſtituire cit
ta,& regni di nuouoproducedoli, 8 luoghi per
habitare, 8 altri ſudditi di vita, ma fa di neceſſi
tà vſare quelche di già in natura preeſiſtano ſi co
nae le operationi di tutte l'Arti la ſua materia co
uien torre dalla natura come il fabro el ferro, S&
l'edificatore il legno, 8. pietra in ſuo vſo riceue.
poiche l'edificatore gia non può produrre, ma ſi
benevſare le produtte ſuſtanze da Dio gli fa di
neceſſità nell'inſtituirevna città,o Regno primie
raméte eleggere luogo cogruo, qual conſerui ci
ſua ſalubrità gl'habitatori, e dopoi che al vitto
ſia ſufficietevberta'. dilettialli habitatori l'ame
nità,e communitione ſicuro lo réda dalli aduer
ſari & ſe alcune delle predette coſe mancaſſino,
tito ſarà piu côueniente luogo, quite piu di cſe
-
coſe
- i
neceſſarie ſarà fornito. 6uiéſidopoi
D 3 che ci
luogo
/

54 Del Reggimento de Principi


luogo hà eletto per città, è Regno che il ſignora,
diſtingua ſecondo che ricerca la perfettione del
la città, è Regno. come verbigratia ſe il Regno
da iſtituirſi biſogna prouedere qualluogo è at
to da coſtituirui la città, quel delle ville, doue,
ſi dee ſituare il caſtello, in qual parte li ſtudi del
le lettere, il ſito idoneo per l'eſercitio delli ſol
dati, oue hanno da negotiare li Mercanti, e co
ſi dell'altre coſe, che ſi ricercano alla perfettio-,
ne d'un Regno. ſe anco ſi darà opera all'inſtitu
tione d'una Città biſogna prouedere, qual ſia
luogo degno per le coſe ſacre. oueſi hà da tenere
Ragione. e doue gl'Artefici deono lauorare. e
- i" prouedere huomini, che ſieno congrui alli
uoghi, e gl'uffici. In vltimo prouedereà ciaſche
duno le coſe neceſſarie, ſecondo la conditione, e
ſtato di ciaſcheduno. altrimenti non ſi potrebbe,
ne Regno,ne città, ſtabilirſi. Queſte coſe ſomma,
riamente ſon dette pertinente all'ufficio del Re,
nell'iſtitutione di città, è Regno ſecondo la ſimii . .
tudine dell'iſtitutione del Mondo. -
-

gelMedad ouernare ſia competente al Re ſecondº


lai"ponendo anco .
la comparatione del Dominio ſacerdotale,
a cy del Regale. cap. x 4 a 1 r.
Si comela inſtitutione d'una città è regno dal
la forma dell'inſtitutione del Mödo conuenić
temente vienpreſa, coſi la Ragione del gouerna
- re è
- zibro Primo. - 55
re è la eſſere aſſunta dal Diuinogouerno nondi
meno è da conſiderare, che altro non ſuona il go .
uernare, ſe non che il gouernato ſia conueniené
temente guidato al Debito fine ſi come anco la
nauegouernar ſi dice in métre che per l'induſtria
delnochiero con retto viaggio ſenza leſione la
rappreſeta al deſtinato porto, però ſe coſa alcuna
vien ordinata al fine fuor di ſe come la naue al
porto apparterrà all'ufficio del gouernatore non -
ſolo, che la conſerui in ſe illeſa, ma che ancola
con uca al fine intento, ſe fuſi vna coſa, il cui fi
ne non vſciſſi fuordi ſe: è queſta ſo o attendereb
belaintentione del gouernatore, che tale in ſua
yerfettione ſi coleruaſè illeſa & quatunque nul
a ſi ritroui dopo Dio,il quale è fine di ciaſchedu .
na coſa, nondimeno il fine eſtrinſeco ſi ordina da
diuerſi in vari modi, mercè, che alcuni ſi affati
cheranno, che le coſe ſi conſeruino nel loro eſe
re altri che ſi peruenga a maggior perfettione.co
me manifeſtamente apparenella Ragione de go ,
uerno della naue, concioſia che è cura del legna
iuolo, che quelche ſi ritroua rotto in eſſa naue di
reſtaurarla, el nocchiere procura di condurla al
porto coſi ancora aduiene nell'huomo, per che
il Medico tien cura, che la vita dell'huomo in ſa.
nità ſi conſerui, l'Iconomico di prouedere le co
ſe neceſſarie alla vita. il Dottore di far cognoſce
re la verità, l'inſtitutore de coſtumi che l'huomo
viua ſecondo la Ragione.e ſei'huomo non fuſſe i
ordinato ad altro eſterior bene, le predette coſe
D 4 gli
5o pel reggimento de Principi -

gli farebbono a ſufficienza, ma all'huomo in


mentre che di quaviue. ſi gli conuiene ordin:à
piu alto fine che li predetti, qual nella preſente i
tanon può conſeguire cioè l'ultima beatitudine,
che conſiſte nella fruitione di Dio, che ſi aſpetta
dopo la morte, perche come afferma l'Apoſtolo
alli Cor. in mentre ſiamo nel corpo peregrinia
moal ſignore,laonde l'huomo chriſtiano, a cui è
conquiſtata l'eterna beatitudine per il ſangue di
Chriſto, & per lei conſeguire riceuette l'Arra del
lo ſpirito ſanto. imperò ha di neceſſità di vn al
tra ſpiritual cura, per cui ſia indrizzato al porte
doll'eterna ſalute, Miniſtrafi queſta cura alli fede
li chriſtiani per li conſtituti a tal miniſterio dalla
Chieſa di Chriſto.ſimil giuditio biſogna che ſia
del fine di tutta la moltitudine, 8 quella di vn ſo
lo. ſe adique il fine dell'huomo fuſſe qualche be
ne eſiſtéte in lui ſteſſo.elfine della retta moltitudi
ne,ſimilmente ſaria, che tal bene la moltitudine
acquiſterebbe, erin ſe etiam coſiſterebbe: e ſe tal'
vltimo fine,ò d'vn ſolhuomo, o,ſi della moltitu
dine fuſſe la vita corporale, e la ſanità del corpo,
ſarebbe vfficio del Medico, 8 quando il bene
della cognitione della verità fuſſe tale, à cui la
moltitudine poteſſe peruenire l'uffitio del Re
ſarebbe il Dottore. ſe conſiſteſſe queſt'vltimo
fine nelle ricchezze, tornerebbe al'Iconomo eſſe
re Re della moltitudine; ma perche l'ultimo
fine della moltitudine congregata è il minor ſe
condo la virtù, (poiche a queſto ſono con
- - gre
- zibro Primo. 37
sgregati gli huomini) perche inſieme ben vi
uino, il che non potria conſeguire ciaſcheduno
“ſingularmente viuendo, ne ſi ha dubitare, che la
buona vita ſia ſecondo la virtù, adunque la vir
tuoſa vita è il fine dell'humana congregatione,
di cui ſi vede manifeſto ſegno, tutta volta che
- quelli ſoli ſon parte della congregata moltitudi
ne,li quali ſcambieuolmente ſi comunicano nel
ben viuere. perche ſe ſolo per il viuere gl'huo
mini comueniſſero.altra ſarebbe la parte delli ſer
ui,altra della ciuil congregatione, ſe fuſſe per ſol
conquiſtarricchezze. tutti li mercanti ſarebbo
no pertinenti a vna città, ſi come vediamo ſol
quelli computarſi in vna moltitudine, quali ſot :
tovna fimillegge, 8 vnico gouerno ſono indriz
zati al benviuere. Ma perche l'huomoviuendo i
º ſecodo la virtù, è ordinato à piu alto fine che có
ſiſte(come è detto)nella Diurna fruitioneleonuie i
ne lo ſteſſo fine eſſer dell'humana moltitudine, i
quelcheanco c&uiene all'huomo ſingulare, non
“ſarà adiquel vltimo fine della cigregata moltitu
dine viuer ſecodo la virtù, ma per la virtuoſavita º
ſalire all'alta fruitione Diuina, al cui fine ſe ſi po
teſſe peruenire per virtù dell'humana natura, fa
rebbe di meſtiero, che all'uffitio del Re apparte
neſſi indrizzare gl'huomini a queſto fine atteſo,
che quello chiamiamo Re, à cui il ſommo gra
do di gouerno nell'humane coſe ſi commette,
perchetáto è piu ſublime il gouerno, in quanto
che à piu nobil fine è ordinato poſcia che ſem
pra
58 Del Reggimento de Principi
prevediamo quello a cui appartiene l'ultimo fi
ne comandare alli operanti le coſe da ordinarſi
all'vltimo fine.ſi come il gouernatore, di cui è la
cura del diſporre la nauigatione comanda a quel
lo, che coſtituiſce la naue, à cagione la faccia atta
à detta nauigatione il ciulle, che vſa l'arme co
manda al fabro, qual deue eſſer l'Arme per ſuo
vſo, ma perche il fine della Diuina fruitione non
conſegne l'huomo per virtù humana, ma ſi ben
Diuina, ſecondo l'Apoſtolica ſententiaalli Ro
mani quido dice, che la vita eterna è la gratia di
Dio la onde a condurre l'huomo a tal fine, non
himano, ma Diutnogouerno è neceſſario ap
partienſi adunque tal gouerno à quel Re ſolo,
che è huomo e Dio, cioè a Chriſto ſignore delli
huomini,facendoli figliuoli di Dio nella gloria,
celeſte, ottegli introduce. Queſto gouerno da
Dio conceſſoligiama fia corrotto,e però non ſo
lo, Re, ma ſacerdote nelle ſcritture ſacre è nomi
nato regnerà queſto Re.come dice ſeremia, e fia»
ſapiente, e perciò dal Regal ſacerdotioè deriua
to e quello che e piu,tutti li fedeli di Chriſto in
quanto, che ſono ſuoi membri. Regi, & ſacerdoti
ſon detti, il miniſterio di queſto Regno a cagio
ne fuſſi diſtinto dal terreno gouerno: non aliter
reni Regi, ma al ſacerdoti è ſtato commeſſo &
precipuamente al ſommo ſacerdote ſucceſſor di
pietro vicario di Chriſto Pontefice Romano, a
cui ogni Re del popolo Chriſtiano biſogna ſia.
ſuggetta, ſi come à Chriſto atteſo che à lui ap
par
- ribro Primo, 59
partiene la cura dell'wltimo fine, perche deuono
ſtare ſuggetti quelli, è quali appartiene la cura
delli antecedeti fini, per eſſere indrizzati col ſuo
imperio à detto vltimo fine. Il ſacerdotio delli
gentili, e tutto el loro culto Diuino era per con
ſeguire beni temporali, le qual tutte coſe ſono or
dinate al ben della moltitudine comune, la cui
cura à Re ſi conuiene,la onde debitamente li ſa
cerdoti degentili erano ſoggetti alli Regi, e per,
che nella vecchia legge eran promeſſi beni tem
porali, non dalli Demoni, ma dal vero Dio al po
polo religioſo,la onde che anco nella legge vec
chia leggiamoli ſacerdoti ſtar ſuggetti alli Regi,
ma nella nuoua leggeel ſacerdotio è piu ſublime
Per cui gli huomini ſono aſſunti alli beni celeſti,
e per queſta cagione nella legge di Chriſtoli Regi
debbono ſtar " alli ſacerdoti. la onde per
Diuina prouidenza mirabilmente fu fatto che
nella Romana città. ſeggio delli dominatori di
tutto il Mondo, " eſſer la ſedia principa:
le del chriſtiano popolo futura, da queſto aduen
ne, cheapoco apoco ſi aſſuefeceno li rettori del
la città a ſtar ſuggetti alli ſacerdoti, ſi come refe
riſce Valerio maſſimo quando coſi dice. tutte le
coſe la noſtra città reputa degne di ſottoporre al
la Religione, ancora in quelle coſe oueil decoro
della Maeſta ſi rimiraua, per il che non dubitano
gl'Imperadori ſeruire alle coſe ſacre coſi ſtiman
do riceuere gouerno buono dell'humane coſe,
quando ſeruiuano alla Diuina potenza, e perche
- e - clº
6o pel Reggimento de principi
sra futuro nella Francia la Religione del chriſtia
no ſacerdotio molto aumétare,fu permeſſo diui
namente, che ancora apo de Galli li facerdoti
ntili. quali Driades nominauano: la ragio
ne di tutta la Gallia diffiniuano come ben teſt fi-.
ca Giulio Ceſare nel libro intitolato debello galº
lico. e - - -

cm straniera a dirlſ dia via ſia


de la virtù, coſtali fini medi dimoſtrando quali º
e ſonº, e qualigli impediſcano, o del Ri
- medio contro alli impedimenti.
cap, x v.

S" vita, quale ſperiamo in cielo bea


“ta; Sono ordinate " come à fine, con le
quali in queſto Mondo gl'huomini ben viuono, º
coſi al ben della moltitudine ſono ordinati co
me à fine ciaſchedun bene " culare per li huo
mini procurato, come ricchezze,guadagni,ſani
ta, facondia, & eruditione. ſe adunque(come è
detto) l'ultimo fine chi ne ha la cura deue eſſer
preſidente di quelli, che hanno cura di ordinare
al fine, indrizzando quelli ſecondo il ſuo impe
rio, apparimanifeſto per il detto che il Re ſi co
meal dominio, 8 gouerno, il quale viene admi
niſtrato per l'Vfitio del ſacerdote, deue eſſer ſuddiº
to, coſi i principare a tutti gli humani vffi
cij, & quelli, 8 l'imperio di ſuo gouerno ordi
nare, à cui conuiene alcuna coſa
-- -
rº" QICAl
-
zibro Primo. 61
ordinarla ad altro, come in fine, ſi gli conuiene
di vero procurare che la ſua opera ſia congrua a
quelfine:ſi come il fabro fa le Arme conueniente
alla pugna, &l'edificatore in tal maniera diſpo
nela caſa che la ſia atta ad habitarſi, coſi la vita,
con cui in queſto ſecolo ben viuiamo è a fine
della beatitudine celeſte. adunque l'Vffitio del
Re per queſta Ragione è che la buona vita della
moltitudine procuri. ſecondo che la vien con
grua a conſeguire l'ultimo beatifico fine del cela
ſteregno,cioè comandi quelle coſe, che ne con
ducano a detta beatitudine, e quelle coſe, che à
cio contrariono, ſecondo il ſuo poſſibile le inter
dica, la cui cognitione, 8 di quelle che ſieno via
alla vera beatitudine, 8 quali ſieno li ſuoi impe
dimenti dalla legge Diuina ſi cognoſce, la cui
Dottrina ſi appartiene all'wffitio " ſacerdoti.
dicendo Malachia profeta le labra dei ſacerdoti Mala,
cuſtodiſcano la ſcienza, è la legge dalla ſua boc Cap. 2
ca cercherano:la onde comáda Dio nel Deutero C. I 7.
no, che il Requido che ſarà intronizato nel ſolio
di ſuo Regno deſcriua nel volume il Deuterono
mio di queſta legge,pigliando l'eſemplare dal ſa
cerdote della tribuleuitica, e ſecolatenga, 8 la
legga ogni giorno di vita ſua, 8 impari temere
il Signore Dio ſuo,e cuſtodire le ſue parole, e ci
rimonie comandate in ſua legge.e ſe ſarà iſtrutto
della legge Diuina, à queſto precipuo ſtudio de
ue intendere in qual maniera la moltitudine a ſe
ſuggetta ciduca al benviuere, in cui ci ſi ſcorgº
tIC
62. pel Reggimento de principi
tre operazioni; prima nell'inſtruire la moltitudi
ne nella buona vita; ſecondo, che la inſtituta con
ſerui, terzo, che quella; qual ſi ſtudia conſeruare
la promuoua advlterior perfettione. Al ben viue
redivn'huomo due coſe ſi ricercano,vna princi
pale, cioè che lui operi ſecondo la virtù, atteſo
che la virtù è, per cui ben ſiviue: l'altro ſecon
dario, è quaſi ſtrumentale, e queſto è la ſuffi
tienza delli corporali beni, il cui vſo è neceſſa
rio alli Atti delle virtù. nondimeno eſſa vnita
in vn huomo è cauſata per natura, ma la vni
tà della moltitudine, quale pace è nominata,
ſi procura per induſtria di reggimento, e coſi è in
ſtituirſi la buona vita della moltitudine ſi ricer
cano tre coſe, in prima che detta moltitudine
ſia conſtituita in vnità di pace, ſecondo che lei
vnita con legame di pace ſia indrizzata al bene
oprare,atteſo, che ſi come l'huomo non puo ben
oprare ſe non preſuppoſta la vnità delle ſue par
ti, coſì la moltitudine delli huomini non hauen
do in tra di loro l'unità della pace impugnando
ſe ſteſſa ſi impediſce al ben fare. Ilterzo ſi ricerca
che per induſtria del reggente le coſe neceſſarie al
ben viuere fieno prouiſte ſufficientemente, e coſi
la buona vita per l'uffitio del Re conſtituta nella
moltitudine ne ſegue che attenda alla ſua conſer
uatione.tre coſe certamente ſono, per le quali il
ben publico non ſi ſtabiliſce.vna delle quali pro
uiene dalla natura, perche eſſendo li huomini
mortali, non poſſono in perpetuo durare, nean
Co.
-
tibro primo, 63
co mentre che viuano ſon ſempre in vn medeſi
mo vigore, perche l'humana vita è ſuggetta è
: molte variationi la onde non ponno gl'huomini
per tutta la vita eſercitare li medeſimi effici non
eſſendo ad eſſi ſempre idonei l'altro impedimen
to alla conſerua del ben publico prouiene dalla
peruerſità dell'interiore volontà, mentre che è ſo
no pigrià far quelche ricerca la Rep.o vero ſono
diſturbatori della pace intra la moltitudine, in
mentre che traſgrediſcano la " . Il terzo
impedimento della conſerua della Rep. è cagio
nato eſteriormente, quando che dall'inuaſio
ne delli nemici la pace ſi diſſolue e per queſto im
pedimento talvolta occorre che la città, o Re
gno al tutto vien diſſipato, ſi conuiene adunque
al Re triplice cura contro a queſti tre impedi
menti. In prima della ſucceſſione delli huomini
e loro ſoſtitutioni di quelli, che ſeggono in diuer
ſi luoghi viciali, perche coſi come per il Diui
no gouerno nelle coſe corrutibili,qual non ſem
pre poſſono durare, è prouiſto per generatione al
tri ne " di quelli che mancano ſuccedereà
cagione ſi conſerui la integrità dell'wniuerſo,co
il per lo ſtudio del Re venghi conſeruato il be
ne della ſuggetta moltitudine,quan o che ſoleci
tamente cura in qual maniera gl'altri ſuccedino
ne luoghi delli defiti. ſºcòdario che ci ſue leggi
e precerti pene, e premi gl'huomini a ſe ſuggetti
li ritragga dall'iniquità, egli inuij all'operevic
tuoſe pigiando l'eſempio da Dio, che alli l'Ill
huo Ill
64. Del Reggimento de Principi
- mini diede "al li oſſeruan
ti la mercede, 8.alli traſgreſſori le douute pene.
i terzo curar deue il Re, che la moltitudine a ſe
ſuggetta renda ſicura dalli nimici, atteſo, che
nulla giouerebbe il rimedio contro gli pericoli
interiori ſe non difendeſſi la Rep.dalli pericoli
eſteriori. Coſi adunque all'inſtitutione del bene
della moltitudine reſta il terzo officio, pertinente
al Re, cioè che lui ſia ſollecito promuouere la
moltitudine ad aumento, di che farà in mentre
che le coſe predette, ſe alcuna ne diſordina, con
reggerla,ſe li manca ſupplire, 8 ſe meglio ſi può,
fare ſtudi di promuouere alla perfetione ſecon
dol'Apoſtolo, che ammoniſce la fedelmoltitu
dine, che ſempre ſieno emulatori di migliori case
riſmati, queſte auuertenze adunque ſono
pertinenti all'Vfitio del Re delle quali
l genza ente
particularm biſognacontrat
piu dili
tarC,

zine del primo libro -

I ,
'. -
65
IL SECONDO LIBRO
DEL REGGIMENTO
- D E PRINCIPI,
come al Re appartiene inſtituire città, o caſtelli e quali
- luoghi ſieno à ciò comodi e quali no, e che
otilità ſe ne tragghi, e quali
in comodità. -

i
C A PIT O LO P RI M O.

E potentiſſime nationi, &li,


| nominati principi neſſuna
gloria maggiore (per quanto
nedice Vegetio)poterno a ſe
quire, quanto che nel fonda
re nuoue città, o ſi quelle da
-
altrui diſtrutte in ſuo nome
con certa amplificatione trasferire, il che concor
da alli documéti delle ſacre ſcritture: peroche di
ce il Sauio nell'Eccleſiaſtico: che la edificatione C.4o.
della città confermerà il nome.Saria in vero hog
giel nome di Romulo incognito, ſe non haueſſi
edificato Roma, Imperò primieramente all'uffi-.
tio del Re deue eſſere la inſtitutione del Regno è
città in cui glorioſamente poſſa regnare. i
nell'edificatione della città è Regnoſe ſta in ſuo
potere eleggaſi regione, quanto temperata fa di
biſogno è mercè, che li habitatori dalla tempe
- - E rie
ce Del reggimento de Principi
rie della Regione molti comodi ne conſeguano. -
Il primo de quali è la incolumità delli corpi, e
lunghezza di vita, perche eſſendo la ſanità vna
temperanza di humori nel luogo temperato ſi
viene à conſetuare detta ſanità, auuenga che il ſi
mile ſi conferua col ſuo ſimile, ma ſe vi ſarà ecceſ
ſo caloreò ſuperfluo freddo,fa di neceſſità che le
i" de corpi ſi mutino ſecodo la conditione
ell'Aria, onde có certa naturale induſtria gl'Ani
mali in certo tempo frigido ſi trasferiſcono alli
luoghi caldi a cagione, che dalla contraria diſpo
ſitione del luogo al tempo conſeguino le tempe
rie. In altre eſſendo, che l'Animal viue per il cal
do,et humido ſe il calore fia intenſo, tantoſto il
naturale humido diſecca, e coſi manca la vita,ſi
come la lucerna preſto ſi eſtingue ſe l'infuſo hu
more preſto per la grandezza del fuoco ſi con
ſuma. la " che in certe caldiſſime Regioni
delli Ethiopi li huomini non trapaſſano e tren
ta anni, per quanto ſi dice nell'ecceſſo freddo el
naturale humido facilmente ſi congela, el calo
reſi eſtingue. Di piu all'opportu nità Militare,
per cui ſi rende ſicura l'humana generatione,
la temperie della Regione grandemente ligioua,
perche come referiſce Vegetio: tutte le nationi
che ſono vicine al Sole dal gran calore diſeccate
diceſi,che hanno di combattere, tenendo le feri
te,ſapendo hauer poco ſangue. & per il contra
ruoli ſettentrionali remoti popoli dalli ardori
del Sole piu inconſulti, ma
-
sinora" tl Cliº
zibro secondo. 67
ti di molto ſangue, ſono prontiſſimi alle guerre,
ma quelli che ſono habitatori di regione tempe
rate,neli manca la copia del ſangue al diſtretto
delle ferite, nela prudenza per oſſeruare la Mode
ſtianelli eſerciti, ne poco gioua l'vſo di lor conſi
glio nel combattere. vale in vltimo la temperata
regione alla politica vita come dice Ariſtotile.
nella ſua politica à ſchifare gli eſtremi, mercè,che
dice egli, che quelle gente che habitano nelli fri
gidi luoghi ſono piene di animoſità, ma rudi di
intelletto, e Arti, perche il che piu liberi perſe
uerano.non viuono politicamente » Inc poſſono
per la loro imprudenza ſignoreggiare li vicini.
Quelli popoli, che habitano e luoghi caldi ſono
di piu vigoroſo Intelletto,e ſecondo l'Anima Ar
tifitioſi, ma priui di animoſità per il che ſon ſug
getti & In tal ſuggettitudine perſeuerano. Quel
li, che ſono ne luoghi medii;participano di am
bidua. mercè, che liberi perſeuerano, e poſſono
maſſimamente viuere in politia,e ſanno domina
regl'altri adunque è da eleggerſi region tempera
ta, quando che ſi inſtituiſce città è Regno, i
l .

In qual maniera li regi deuono eleggere le regioni nel


coſtituire città, o caſtella,e in che modo ſi cogno
ſce laſalubrità dell'Aria,e per quaiſegni º
- - cap. I .

Dºpº la elettione della Regione alla coſtitutio


ne della città biſogna luogoEidoneo eleggere
t. - a in cui
68, Del Reggimento de Principi
in cui primieramente e da ricercarſi la ſalubrità,
dell'Aria,auuenga che alla conuerſatione della
vita ciuile ſi preſuppone la natural vita, qual per
la ſalubrità dell'aria ſi conſerua illeſa. Quello ſa,
rà(ſecondo Vegetio)luogo ſalubre, quando fia
eleuato, non nebuloſo, ne ſuggetto troppo alle
tempeſte, e ſpettante le regioni del Cielo. non
troppo caldo,ne frigido,ne vicino alle paludi.l'e
minenza del luogo ſuole alla ſalubrità dell'Aria
molto conferire, atteſo, che dalle inſuflationi de
venti, con le quali l'Aerdiuien puro, e li vapori
ſi riſoluano in virtù delli razzi ſolari nella terra,
e Acqua maggiormente ſono moltiplicati nelle
valli,e baſſi luoghi,chenelli eleuati,la onde, che
nelli alti luoghi ſi ritroua l'Aer piu ſottile , la
cui ſottilità porge più libera, e ſincera reſpiratio
ne all'huomo, qual viene impedita per le nebbia
e brinate, le quali ſogliono nelli luoghi baſſi hu.
midi abundare,la onde che queſti coſi fatti luo
ghi ſi ritrouano eſſer contrari alla ſalubrità e per
che li ſiti paduloſi di troppa humidità abonda
no,fa meſtiero, che le città, o caſtella ſi allontani
no da detti paludi,concioſia che l'Aura mattuti
na nelleuarſi il ſole, vedendoli ſuoi razzi è luo
go paludoſo e trouando in eſſo eſſer di già ſcatu
rite certe nebuletaggiunto il fiato delle venenoſe
beſtie miſto con queſte dopoi ſpargendoſi,fanno
cl luogo peſtilentiale, ma ſe aduiene, che le mura
«dificate nelli paludi ſieno vicine al Mare, e in
verſo el Settentrione,òiui in circa,e dette paludi
i s i - ſieno
- zibro secondo. 69
ſieno piu eleuate del lito Marino:piu ragioneuol
mente appariranno eſſer coſtrutte;merce, che l'e
ſito dell'Acqua per le foſſe andranno a litto, et
per la tempeſta del Mare il palude aumentato,
non permetterà naſcerui animali paluſtri, e ſe al
cuni altri Animali da luoghi ſuperiori vi an
dranno, dalla conſueta ſalſedine, ne reſtano eſtin
ti biſogna di vero,che il luogo deſtinato alla cit
tà ſia temperato al freddo, e caldo ſecondo lo
aſpetto delle plagediuerſe del cielo.atteſo, che ſe
le mura " vicine al Mare conſtitute, ſaran
no eſpettante al Meridiano non ſieno ſalubre,
poi che tali luoghi da mattina ſaranno frigidi,
non riſguardando al ſole.ſaranno al Mezzogior
uo feruenti, per riſpetto del ſole e quelle, che ſo
no ſpettante all'Occidente nel naſcer del ſolein
tepidiſcano,einfrigidano e nel meridie riſcalda
no,e nella ſera infiammano per la continuità del
calore, e aſpetto del ſole, ſe ſaranno ſituate all'o
riéte da mattina per l'oppoſition diretta del ſole
temperatamente ſcalderaſſi, ne molto nel meri
die ſi aumenterà il calore, non ſpettante diretta
mente il ſole a tal luogo li razzi ſolari auuerſi,
eſſo luogo ſi infrigida ſarà la medeſima temperie
nella città, che riſguarda ad Aquilone.il côtrario
di quel che è detto di chi riſguarda al mezzo
giorno.ilche ſi può cognoſcere dall'eſperimento
perche nel maggior calore manco ſalubremente
alcuno ſi traſmuterà, concioſia che quelli corpi
qual ſi trasferiſcano dallicaldinelli
- E
i
I 3 caldi
-
7o pel reggimento de Principi
caldi poi né poſſon durare, ma ſi diſſoluano, per
che il calore fugadoli vapori, diſolue le natural
virtù,onde che ancora nelli luoghi ſalubri nella
ſtate e corpi ſi infermano, e perche alla ſanità del
li corpi ricercaſi l'uſo della conuenienza delli ci
bifa di biſogno. conſiderare la conditione deci
bi, che naſcano in terra, da cui etia ſi inueſtiga la
ſalubrità del luogo. il che ſoleuano inueſtigare
gl'Antichi dalli animali iui nutriti, mercè, che al
li huomini e altri animali è comune l'Vſo del nu
trimento diquelle coſe, che naſcano ſopra della
terra, la onde ſe le viſcere delli Animali ſi ritro
uerranno eſſer ben valeuole, ancora li huomini
piu ſalubremente ſi poſſono nutrire, ma ritrouá
doſi dette viſcere infette puoſſi da queſto cogettu
rare, che neanco alli huomini quel luogo ſarà
buona habitatione, ricercaſi oltre all'Aria anco
l'Acqua ſalubre, da cui maſſimamente depende
la ſanità delli corpi,perche ſpeſſo ſono in vſo dal
li huomini dell'Aria è manifeſto, perche cotidia
namente reſpirandola introduciamo nelle natu
reinterior parte vitale, onde principalmente la
ſua ſalubrità conferiſce all'incolumità delli cor
pi.ſimilmente in tra quelle coſe, che noi piglia
mo per modo di nutrimento, l'acqua è quella,
che ſpeſſiſſime volte vſiamo tanto nel bere, quan
tonelli cibi, e perciò fuor che la purità dell'A
ria,non è coſa veruna, che maggiormente ſia per
tinente alla ſanità del luogo, quanto la ſalubrità
dell'Acqua vn'altro ſegno è per cui conſiderarſi
» può
zibro secondo. 71
uò la ſalubrità del luogo, cioè ſe le faccie delli
huomini, che iui habitano appariſcano ben co
lorate, elicorpi robuſti, e ben diſpoſti, nelle lor
membra, ſe vi ſono molti fanciulli, e viuaci. e ſe
vi ſi ritrouano molti vecchi e per il contrario ſe
le faccie delli corpi, ſe pochi, e infetti fanciulli,
e anco pochi vecchi non è da dubitare el luogo
eſſer mortifero. -

come è neceſſarie al se la copia di vettouaglie e la di


uſione di quelle. cap. 1 a 7.
E.Letto luogo di conſtituirſi la Città, non ſo
lo fa meſtiero, che ſia tale, che li habitatori,
con ſua ſalubrità côſerui,ma che al vitto ſia a ba
ſtanza la copia delle vettouaglie,atteſo, che non è
poſſibile la moltitudinehabiti, ouenò abonda la
copia delle vettouaglie, e perciò ſente elphiloſo
fo con Zenocrate peritiſſimo Architettore, il qua
le ad Aleſſandro il Magno.che moſtrauali vn cer
to Monte,eli dimandaua ſeiui ſi poteua conſtru
ire vna egregia città. ſi, diſſe egli, tutta volta che
ui fuſſi capi, qual poteſſero alla città miniſtrare
copia di frumenti, e perche iui mancauano, non
era da pen arui, mercè che gli aduerria a ſimilitu
dine di vn putto nouellamente nato, il quale non
può eſſer nutritoſenza del latte della nutrice, ne
condurſi alla perfetta età coſì la citta fenza l'Ab
bondanza de cibi non può hauer fequenza di
popolo e Dua ſono li modi per i quali vna città
E 4 può
72 pel Reggimento de principi -

può abbondare nella copia dei cibi. il primo è


detto, cioè per la fertilità della Regione il tutto
abondamente producendo, quelche fa di biſo
gno all'humana vita, l'altro per l'Vſo delli Mer
canti, da cui la neceſſità della vita da molte par
ti del mondo iui le ſon condotte. Il primo modo
non ſi puo negare eſſer piu conueniente, perche
tanto vna coſa è piu degna,quato per ſe ſteſſa co
pioſa ſi ritroua perche quello, che d'altrui ha di
biſogno, dimoſtra in uero eſſer pouero poſſiedeſi
meglio la ſufficientia della neceſſita del viuere,
che quella;qualdi altrui ha di biſogno di otte
nere per mezzo delli mercanti ſta anco piu ſicu
ra, perchelieuenti delle guerre, euarijimpedi
menti delle vie puo eſſer facilmente impedito il
porto delle vettouaglie, e coſi per il defetto del
levettouaglie, la città viene oppreſſa. e ancora
piu vtile alla couuerſatione ciuile, concioſia che
quella città biſognoſa di ſua ſuſtentatione me
diante la moltitudine delli mercitili è neceſſa
riopatire continua moleſtia delli eſtranei la cui
conuerſatione corrompe aſſai li coſtumi delli cit
tadini dicendo Ariſto. nella ſua politica, che è ne
ceſſario aumenire che l'huomini eſtranei nutriti
in altre legge, e conſuetudine in molte coſe agiti
no, che non ſono li coſtumi di quei cittadini, all'
eſempio de quali eſſi vengono prouocati a fare il
ſimile, e quindi la ciuil conuerſatione molto ne
uié perturbata. Inoltre, ſe eſſi cittadini ſaran de
diti alla mercatura,haranno adito molti virij,at
- teſo,
- zibro secondo. 73
teſo, che lo ſtudio delli negotiatori tende algua
dagno,la onde per l'uſo della mercatura nel cuor
dei cittadini ui ſi radica la cupidigia, da cui ne
deriua nelle città ciaſcheduna coſa farſi venale, e
“ſuttratta la fede, appreſo elluogo alla fraude, &
ſprezzato il publico bene, ciaſcheduno ſcrueal
ſuo particulare comodo, e perciò mancherà lo
ſtudio della virtù,la onde fia neceſſario in tal cit
tà corromperſi la ciuilconuerſatione è l'uſo del
la mercatura ſimilmente contrario alla Militia,
atteſo, che in mentre li huomini ſi ſtanno all'om
bra e ſi aſtengano delle fatiche, e fruendo le loro
delitie diuengano di Animo effeminati, elicor
pi ſi fanno debili e coſi inetti alla militia. e per
ciò ſecondo le leggi ciuilialli ſoldati è interdet
ta la mercatura. In vltimo quella città piu pa
cifica ſuole eſſere, il cui popolo di rado ſi con
grega, e meno quando riſiede entro alle mura,
concioſia che dal frequente concorſo delli huo
mini ne naſce occaſioni di lite, e ſi adminiſtra,
materia di ſeditioni, la onde ſecondo la dot
trina di Ariſt. piu vtile è che il popolo ſi eſerciti
fuori della città, che dentro le mura. Quella cit
tà che ſarà dedita alle mercantie ſarà maſſimente
neceſſitata che li cittadini iui riſeghino,oue eſer
citino le loro mercature. meglio è adunque che
alla città miniſtri la copia delle vettouaglie li
ſuoi campi piu preſto che lei totalmente ſia eſpo
ſta alla negotiatione, non per queſto diciamo eſ
ſer conueniente nella città eſcluderſi al
-
uºi Q
-
974 pel Reggimento de Principi
ſo delle mercantie per che non facilmente ſi puo
ritrouare luogo pienamente abondante di tutte
le coſe neceſſarie all'humana vita, che d'altronde
non habbi biſogno di alcuna coſa, e anco quelle
che ſoprabondano, ſe per l'uffitio delli mercanti
non ſi poteſſero traſferire fuori del paeſe: torne
rebbe gran danno alla città, ma concludo che fa
di meſterio alla perfetta città moderatamente
vſare mercatura.

che la città deuehauere amenità, nelle quali come per


la prudenza del re li cittadini ſieno artati ad
vſarle moderatamente per il cui immode
rate ſoſi cauſa diſſolutione del
- Aegne, cap. IIII,

DEbbeſi nella coſtitutione della città eleggerſi


* talluogo che la ſua Amenità apporti diletto
alli habitatori, mercè che non facilmente l'ame
ino luogo uié derelitto, ne facilmete a quel luogo
ui ſoprabondono li habitatori, a cui manca le
amenità, concioſia, che ſenza quelle la vita dell'
huomo non può molto dilungarſi alle quali
Amenità appartienſi, che il luogo ſia pieno di
“equalità di campi, copioſo di Alberi, vicino alli
rmonti, grato di boſcaglie, e irriguo di limpida
Acque..ma perche la ſoprabondante Amenità ſu
perfluamente attrahe gli huomini alla delitie; il
che grandemente nuoce alla città,laonde fa me
ſtiero quelle vſare moderatamente, atteſo " li
uQar
-

Libro secondo. . 75
“ huomini molto vacanti nelle Delitie, diuenga
no hebeti di ſenſi, concioſia che l'imoderato uſo
di quelle amenità imerge l'Anima nelli ſenſi, in
tal maniera, che nelle coſe delettante non pon
nohauere ellibero giuditio, e però ſecondo la
ſentenza d'Ariſt, la prudenza del giudice ſi cor
rompe per la delettatione.Inoltre le ſuperflue de
lettationi fanno partire l'huomo dalla virtù del
l'honeſtà, perche non è coſa alcuna, che piu in
duca all'immoderato viuere, per cui il mezzo
de la virtù ſi corrompe, che della delettatione,
mercè, che la natura è molto auida delle deletta
tioni, a cui ſe l'huomo coſente, ſi precipita nell'il
lecebre diſoneſtà ſi come le legne ſecche per poco
fuoco ſi accendano, ſi anco per le delettagioni
non ſi ſatia l'appetito eſſendo facilmente inue
ſchato, anzi guſtata, induce di ſe maggior ſete. ,
onde all'uffitio della virtù appartiene, che li huo
mini ſi aſtenghino dalle ſuperflue delettationi,
perche euitata la " , piu facilmente ſi
peruiene al mezzo della virtù, e in conſequenza
" ſuperfluamente ſon dediti alle delitie,
iuengano effeminati di Animo, e per attentare
le coſe ardue, ea tollerarle fatiche, e li horren
di pericoli ſi fanno puſillanimi, la onde che al
l'vſo della Militiale delitie grandemente nuoca
no, perche come dice Vegetio, manco teme la
morte chi meno cognoſcehauer delitienella vi
ta. In vltimo e diſſoluti nelle delitie ſpeſſo ſon
pigri, li quali intermeſſili ſtudi neceſſari,eli i
l
-

7e nel Reggimento de principi


biti negorij ſol pongono lor cura nelle ricchezze
nelle quali quelle, che da altrui di prima furon
congregate, profuſamente diſpergano, e poi ri
dutti in pouertà non potendo ſtare ſenza le con
fuete ricchezze, ſi eſpongano alli furti, e rapine
onde poſſino ſatiare le loro cupidigie,è adunque
nociuo alla città ſe dalla diſpoſitione del luogo,
ouero da qualſivoglia altra cauſane origina l'a
bondanza delle ſuperflue delitie. non ſi puo ne
gare non eſſer opportuno nell'humana conſerua
tione quaſi per condimento l'hauereondel'Ani
modelli huomini ſi recrei, per che come dice Se
neca. a ſereno della tranquillità dell'animo, è da
darſi remiſſione alliAnimi,atteſo, che migliori,
e piu atti ripoſati ſi ſuegliano, quaſi che gioui al
l'Animovſare temperatamente le delitie; come
la cocitura del ſale nelli cibi, che vi ſi aggiugne
per ſuauità di eſſi, il quale mettendoſi ſuperfluo
corrompe tai cibi. Se quelche è mezzo al fine ſi
cerca come l'iſteſſo fine, certo che ſi toglia e ſi di
ſtrugge l'ordine della natura, come ſe il fabro cer
caſſi el martello per lui ſteſſo, elegnaiuolo la ſe
ga,ò il medico la medicina, le qual cofe ſono or
dinate a ſua debiti fini, il fine invero, che deue
intendere el Re nella città di ſuo gouerno, è'lvi
uere ſecondo la virtù,tutte le altre coſe ſi conuie
nevſarle come ſtrumenti, e mezzi a tal fine,e qui.
to ſono neceſſarijà conſeguir il fine. Queſto non
già aduiene in quelli, che ſuperfluamente ſi ap
poggiano alle ſuperflue delitie, atteſo, che tali
- - - ilQia
-,

- zibro secondo. e 77
non ſono ordinate al fine:imo (come è detto) ſo
no ricerche, come fine in cui modo voleuanovſa
regl'empi dal Sauio citati nella ſapienza, oue
in perſona loro diceua non rettamente cogitan
do: venite e fruiamoli beni, che ſono il che ap
partiene al fine. Dimoſtraſi in vero l'imoderato
yſo di tal coſe delettabili corporee nella gioueni -

le etade,8 degnamente nella ſacra ſcrittura ſi ri


prende. e anco Ariſt nella ſua Eth.talvſolo aſſi
miglià all'wſo del cibo, di cui chi piu,ò meno di
quanto ſi copuiene ſi ciba, corrompe la ſua ſa
nita, e quelli che moderatamente l'uſano ſico
ſeruano, e aumentano, coſi aduiene dell'uſo cir
- « a - -
- -- - i !. . . . .

cale amenità, e le delittº delli huomini


-
- - -
- -- - - -- - - - -
;- º - ,
come è neceſſaria lalniekaddistinzaiaelitie
'. : : : al Re e cap, r.
- -

lº tal maniera riduttte le coſe, che all'eſſerſu


ºſtantiale della ciuili o polizia, ore al gouer
no ſi ricercano alla inſtitutione,o prudenza prin
cipalmente delle quali elRedeueintendere neſe
gue da trattarſi di alcune coſe appartenete al Re'
in relatione alli ſudditi onde " gouerno piu'
quietamente ſia gouernato, quantunque diſopra
in genere ne ſia alquanto detto, al preſente è da
trattarne in ſpecie per maggior dichi ratione di
quel che è da agitarſi per il principe Conuiene al
Reprimieramenteabondare in f " " c

sietº riferirsi
78 . pd eggimentº di principi
che natural ſono, o ſi perche l'huomo natural
º v mente ne ha di neceſſità, come ſono vigne, bo
ſchi, ſelue, ediuerſi generi divccelli,3 altri Ani
mali, i quali Palladio Palantino ComiteaValen
tiniano Imperatore alle prefate eſortandolo colu
culentiſſimo ſtile, e diffuſamenteli da documétoi
zec.2 Ancora il Re Salamonevolendo paleſare la ma
i" del ſuo Regno,e reggimento diſſe che
iedificò caſe piantòvigne, fecedelli horti e giar
dini inſerendoui tutte le ſorte di Alberi.mi edifi
cai dice egli laghi, e ſtagni ad irrigare le ſelue del
li germinati frutti. " tre ragioni ſi poſſono
addurre.vna riſpetto all'vſo di quel, che par piu
delettabile, quando è ſua, che l'aliena,mercè, che
è piu vnitacome afferma Dioniſio quando dice:
l'vnione eſſer proprietà dell'Amore, al cui Amo
reſegue la delettatione.anco eſſa diligenza nell'
eſercitata opera grandemente l'huomo ſi com
piace in quanto che l'operazione è piu difficile:
perche maggiormente amiamo quelche con diffi
cultà conſeguiamo, e perciò quelle facultà che
conſeguiamo ci ſudore e fatica, ci ſon piu grate,
che l'aliene e ſegue che ſe piu grate, ancopiu de
lettabili ſieno pigliaſi la ſeconda Ragione per ri
ſpetto allivfficiali del Re, atteſo che ſe a loro fa
ceſſi di meſtiero ricorrere a conuicini per le coſe
neceſſarie della vita del ſuo ſignore alcune volte
i" ano di molti ſcadoli nelli ſudditi,
nel cambiar le mercè, in cui nuoce l'Auaritia
compagna del compratore, e vendente e ſiturba
-
con
ribro secondo. -

rurba la fraudelaonde e ſcritto nelli Prouer che c.2o.


ogni comprator dice la mercantia, che vuol con
prare eſſer cattiua,e quando l'ha compra ſi parte
gloriandoſi hauer peruenuto in fraude il vendi
tore. nell'Eccleſiaſtico ancora ſiamo aduertiti di
guardarſi dalla corrutione delle vendite de nego,
tiatori, quaſi che nel mercatare ſia loro proprietà
Ancora dal commertio ſi contrahe famigliarità
con le femmine per cui è per incauto parlare, è
nell'iſguardo, è geſti ſi cagionano geloſie intrali
cittadini, onde ſi prouocono contro del gouer
no, coferma queſto anco la terza ragione coſide
rata in riſpetto alle vettouaglie. perche quelle il
piu delle volte ſi vendano deteriorate, e coſi non
ſono di tanta efficacia come le proprie al nutri
mento però il medeſimo Salamone nelli ſuoi Pro cap. 3.
uer, diſſe: beui l'Acqua della tua ciſterna, ſotto
di cui intende ogni nutrimento, ma precipua
mente il bere, mercè, che piu facilmente ſi può
falſificare, 8 eſſo alquanto remoto da ſua natu
ra, epurità, preſto fa paleſe la ſua malizia. Speri
mentaſi ancora maggior ſicurtà eſſer nelle pro-,
prie vettouaglie, per che piu facilmente l'eſtra
neeſon ſottopoſte alli veleni, che quelle riſpoſte
nel tuo granaio, e cantina onde Eſaia Profeta nel capº
l'eſaltatione, 8 retributione (dice egli) del giuſto
il pane, e le ſue Acque ſon piu fedeli, volendoſi
nificare, che li propri cibi, ebetiande ſono piu'
i
-
- ; e
ott
-

- -

- - gomo
-
v
N - e - e e

8o Del Reggimento de Principi


-
-- - 2 - - - - . - --

come il re ha di biſogno anco delle Armenti e greggi,


ſen(ali quali non può ben reggerla terra.
- - Cap. V I.

NOn ſolo le predette natural ricchezze appar


tengano alli Re, ma di piu le diuerſe ſorte di
animali per le medeſime Ragioni, e cauſe che ſi
ſon dimoſtrate,nelli quali al primo noſtro padre
come predominante tutta la natura humana fu
conceſſo el priuilegio di reggere, e dominare, ſi
come è ſcritto nel ſacro Gen. dopo il comanda
mento del creſcere, e moltiplicare, e riempirla
Cap.3 terra. gli fu detto dominateli peſci del mare, 8c
i vccelli del cielo, 8 tutti li animanti, 8 ſi muo
º e uano ſopra della terra.c6uiene adunque alla Re
gia maeſtà vſar di tutte queſte ſorti di Animali,
& eſſerne abondante, e quanto piu in detti ſi ſi
gnoreggia, tanto maggiormente del" do
minatore ſi tiene la ſembianza: eſſendo che cia
ſcheduna coſa fu deputata nel principio della
creatione in vſo dell'huomo. laonde diſſe el Ph.
nel primo della Politica, che la cacciagione delli
ſilueſtri Animali naturalmente è giuſta, per cui
si ,“, l'huomo ſi vendica quelche è ſuo,el ſimile aduie
ne della peſchagione,evccellagione però la natu
ta " vccelli rapaci,ecani per eſercitartal'
vf tio, ma perche nelli peſci non è attitudine del
luogo a tali eſerciti,in uece di cani, e vccelli l'
huomo ha ritrouato le reti, ha di biſogno adun
. . . que
- Libro secondo. . 81
queel Reper ſupplemento, & bellezza del ſuo
Regno delli ſopradetti Animali alcuni per vſo,e
cibo, come li peſci, vocellieli Armenti di buoi,
e gregge di pecore delle quali Salamone grande
mente abondò per ſua maggior magnificenza
hà di neceſſità di altri per ſuo miniſterio.comeli
caualli, Muli, Aſini, e camellià diuerſi eſercitij
deputati, ſecondo le varie conſuetudini delle re
gioni e di tutte ne deuehaueregran copia, quan
toli è poſſibile, ſi di quelli per cibo, come delli
atti all'eſercitio, e per la cauſa già detta dell'altre
ricchezze naturali, perche le coſe proprie con
piu delettabile(come ſi è dimoſtro di ſopra) e ti
to piu quanto hanno ragion di vita, onde mag
giormente ſi approſſimano alla Diuina ſembian
za che è maggior cauſa dell'amore. Sono altre ca
gioni oltre alle predette, mediante le quali il Re
deue poſſedernegrá copia in prima perche à que
ſte ne muoue la natura, qual ſi diletta di ſua ope
ra, métre cóſidera in quelli còtinuaméte nuouo
modo di procedere nelli ſuoi Atti, nel viuere, e
nel generare e nel partorire, da che ne riſurge nel
li principi admiratione e da lei ne ſegue il dilet
to in mentreche quelli da loro ſono nutriti, e che
la nutritiua ſia cauſa di diletione, e per coſequen
za ex delettatione:appare nella figlia di Faraone,
qual fece nutrire Moſe, dopo di cui ſe l'adottò
in figliuolo, per la qual ragione diſſe Dio in Oſea
Profeta. Io quaſi nutrito Efrain. dimoſtrando
in ciò il ſuo affetto al popolo. inoltre nella cac
F ciagione,
82 pel Reggimento de Principi -.

ciagione delli ſilueſtri animali, o di altri, perli


quali li principi, e regi ſi eſpongono a tali fati
che. è molto valeuole a conquiſtare la fortezza
del corpo, e conſeruar la ſua ſanità, e uigorare
la fortezza del quore pure che temperatamente
ſi vſi. ſi come nota el Philoſofo nell'Eth. & que
ſto è da farſi quando ſi ritrouano in pace. come
ſono ſoliti li Regi di Francia, e d'Anglia, e gli
Germani come ſcriue Amonio l'Vſo delli caualli
al ſimile tende, con cui li Regi deono eſſer per de
coro del Regno ornati. è per difenſione con
trodelli Inimici. li quali piu atti à ciò ſi renda
no,e piu eſpediti,tutta volta che hanno li armen
ti propri de caualli, come è il coſtume delli Re
gi, e principi orientali, di che fu abondantiſſel
Re Salamone quando fioriua nella ſua proſperi
3.c.4 tà. poſſedendo(ſi com'è ſcritto nel libro del Re)
i
quaranta mila preſepi di caualli curiali, evndi
ci mila equeſtri, tanto diciamo delli Animali
che ſi vſano per cibo, quali molto piu delettabil
méte l'huomo gli può vſareò quadrupedi, vccel
li, e peſci, mercè, che meglio ſono nutriti, 8 di
uengano piu atti al nutrimento, ſi perche la coſa
cognoſciuta nell'wſarla è piu gioconda, ſian co
perche con piu ſicurtà,e libertà ci ſi offeriſce il lo
rovſo, il che è atto maggiorm&te proportionato
alla noſtra natura, e però piu delettabilmète ope
ra. In oltre alla cagione gia detta, cioè pereuita
re elcomertio delli ſuoi cittadini, qual facilmen
te potria cagionareſcidoli da cuitarſi dallivfizial
Libro secondo, 3
f del Re.Invltimo deue il Rehauer tal copia per
la Regal magnificenza a cauſa, che alli foreſtieri
poſſa con gran facilità copioſamenre miniſtrare
cibi,ebeuande.il che aduiene piu facilmente ſe li
regi abondano di greggi, e Armenti, concludeſi
adunque per quanto e detto, che le ricchezzena
turali ſon neceſſarie al Re, è cauſa che in ognira
gione habbi. al gouerno del ſuo Regno propri
giouamenti - a -

come anco el Re ha neceſſità di ricche e Artificiale.


cioè Argento, oro, e ſimili. cap. VII.
- a -

Ono etiando neceſſarie per ſuſtentamento del


ºgouerno regale le ricchezze artificiale. come
e l'oro,Argéto, e altri metalli:imperoche preſup
poſto che ſia neceſſario el collegio ſecondo la na
tura à coſtituire il gouerno, è vero politia, e per
conſequenza il Re, e ciaſchedun principe che reg
ga moltitudine.biſogna concludere che habbi
no quello, che ſi li appartiene, e neceſſariamente,
e congruentemente l'oro Argento, e la pecunia
di eſſi fatta conuengono al gouerno Regio è ve.
ro politico in maniera, che ſenza quelli congrua
mente non ſi può eſercitare il che ſi puo manife
ſtare per molte vie, la prima riſpetto al Re.atteſo
che l'huomo nel fare le comutationi, vſa per in
ſtrumento l'oro,e l'Argento, e la pecunia, la on
dediſſe el Ph.nel quinto del Eth. chela pecunia
èvna ſicurtà delle future neceſſità, perche la con
F 2. tiene
84 pil reggimentº de principi
- tiene ogni opera, come prezzo di quella. ſe la pe
cunia è neceſſaria ad ogni huomo, molto mag
giormente al principe, perche la virtù è propor
tionata alla natura, 8 l'opera alla virtu.la natura
dello ſtato Regale ha in ſevna certa vniuerſalità,
eſſendo comune al popolo a ſe ſuggetto. adun
que è la virtu,eſimilmente l'operazione.coſiadi
que lo ſtato delli fignori ſecondo ſua natura è ca
municatiuo, coſi la virtu, &l'operazione. il che
non può eſſere ſenza la moneta, ſi COImC nca Il CO a
il fabro, elegnaiuolo ſenza li propri ſtrumenti.
In oltre teſtifica el filoſofo, che la virtu della ma
gnificenza riſguarda le ſpeſe magnifice, e queſte
alli grandi conuégano come è il Re.lo tocca eſſo
cap. 1. filoſofo, e nel libro di Heſter ci ſi rappreſenta lo
esépio di Aſſuero, il quale dominaua nell'oriete
cento, e venzette prouincie.lui nel conuito, qual
fecealli principi del ſuo Regno, erano miniſtra
ti " fecondo era conueneuole a tal
magnificenza regale, il che ſenza lo ſtrumento
della vita non ſi può fare. e queſto è la pecunia,
perciò ſi coclude per la parte del Reel teſoro arti
ficiato eſſer neceſſario. la ſecodavia ſi piglia in ri
ſpetto del popolo retto, nel genere, quanto nella
ſpecie: perche deueabondare el principe di pe.
cunia, à cauſa poſſa prouedere le coſe neceſſarie,
e nelle neceſſità prouederealli ſuoi ſudditi, atte
ſo, che come vuole el Ph.nell'Eth.coſi ſi deue(di
ce egli)portare, el Real popolo, come il paſtore
alle pecore, e come il padre alli figliuoli
-
"ICIlCIC
|
- ribro secondo. 8;
readè Faraone à tutta la terra dell'Egitto, quado
del publico erario comprò li ſtrumenti, il quale
dopoi nell'ingruente fame diſtribuì ſecondo la
prouidenza di Gioſeffe, à cagione, che il ſuo po
polo non periſſi di fame, narra ancora Saluſtio
la ſentéza di Catone nel Catelinario, in qual ma
niera la Rom. Repub. andò profitando, perche
con l'erario publico ſoſtentò Roma, il quale ma
cato, fu ridotta a niente, come accadde anco alli
tempi del medeſimo Catone. In oltre ciaſchedu
no Regno è città,ò caſtello,ò qualunque huma
no collegio è aſimigliato al corpo humano(co
me lo dimoſtra el prefato Ph.)e Policrate aſſimi
glia el publico erario regale allo ſtomaco, per
che ſi come in eſſo ſono riceuuti tutti li cibi, e
quindi ſi diffundano per tutte le membra, coſi
l'erario Regale ſi riempie del theſoro delle pecu
nie, e ſi comunica e " per le neceſſità dei
ſudditi, e del Regno. el ſimile aduiene anco in
ſpecie brutta coſa e molto diſconuiene alla Re
gal maeſtà torre in preſto da ſuoi ſudditi per le
" del Regno, perche da queſta ſuggettitudine
i preſtanze ſi ſopporta da ſignori, che per li ſud
diti, e altri fieno fatte ſopra del Regno indebite,
eſationi, la onde ne viene eneruato lo ſtato Re
gio,e in dette preſtanze il preſtatore patiſce ſcari
dolo, perche tale è la natura di chi riceue, che di
ficilmente rende la coſa preſtatali però diſſe Bian
tevno delli ſette ſaui che chi all'Amico preſta pe
sumia, lui e la pecunia ſi perde,e però di è
- F 3 16
86 pel Reggimento de Principi ,
neceſſario al Re congregare Artificial ricchezze
per le cauſe dette in comparatione del popolo
in genere;& in ſpecie, la terza via è pronare il me
deſimo ſi accetta riſpetto alle coſe fuori del Doi
minio, di cui ſono duoi generi. vno gl'inimici,
contro dequali biſogna l'erario publico regale
ſtia pieno, primieramente per le ſpeſe della ſua fa
miglia,ſecondario per lo ſtipendio delli ſoldati
da condurſi quanto muoue lo eſercito contro
del nimico.terzo per reſarcire li militari preſidij,
ò di nuouo ſtatuirne,perche gl'auerſari non pre
dino e confini del Regno, per cui fa di meſtiero
el teſoro. In oltre occorre talvolta, che le Regio
mi ſon grauate di gran debiti, è di penuria; è da
nimici, e ricorrendo al Re,biſogna, che perſou
uenirli lui habbi molto oro, e Argento, e pecu
nia,e per tal cagione ſottomettonſi al Re,laonde
el Regno ne viene aumentato. chiara coſa adun
due e le ricchezze artificiale eſſer neceſſarie al Re
per coſeruatione del ſuo reggiméto pre le prefa
te cagioni.e però è ſcritto in Iudith che Holofer
ne principe di Nabuch, quando aſſaltò le regioni
della Siria e di Cicilia col ſuo grande eſercito:
tolſe di molto oro,e Argento della caſa del Re,
preparato all'eſpeditione contro li ſuoi nimici
e tanto ſi ſcriue del Re Salamone, il quale ſopra
tutti li altri Regi fu magnifico e dimoſtrando eſ
ſer alla regal magnificenza neceſſaria gran copia
di teſori dicea. Io mi accumulai oro, Argento,e
la ſuſtanza de Regi, e delle prouincie, si
- ,. ' o,
A ! . . . . Libro secondo. 87
dola ſuſtanza il teſoro delle pecunie mediante li
tributi, da lui,e dal ſuo padre Daud riſcoſſi: co
me appare nel ſecondo de Re, e nel terzo ſono
adunque ſecondo el Ph.neceſſarie queſte ricchez
ze perche ſono ſtrumento dell humana vita, ne
queſto contradice al Diuino precetto dato da
Dio nel Deuteronomio per Moſe quanto alli Re
gi, e principi de popoli, atteſo, che iui è ſcrit
to del Re, che lui non habbi peſi immenſi d'oro,
& argento, il che ſi ha da intendere che né li ten
gaà pópa, e fauſto Regale come narrano le ſto
rie di Creſo Re de Lidi, per la cui cauſa patì roui
na, eſſendo preſo da Ciro Re dei Perſi e poi nudo
in alto monte fu crocifiſſo. ma debbe poſſederſi
il teſoro dal Re perſuuentione del ſuo Regno,
per cui onnimodamente è neceſſario.
- e
come algouerno Regio, o ad ogni altro Dominio ſono
i li Miniſtri e incidentalmente diſtingue
il Dominio Regio dal politico.
cap. V I I I.
» -
Non ſolamente el Redeue eſſer munito di Ric
i chezze, ma etiandio di Miniſtri, però Salamo
ne quel gran Re di ſe ſteſſo diſſe io ho poſſeduto
ſerui,e Ancille,e famiglia molta. Quelche è poſ
ſeduto in Dominio appare in vero eſſer del poſſe
ditore, onde occorre incidentalmente in queſto
luogo diſtin guere circa el Dominio. Pone Ariſt.
nella ſua " i". ciaſchedu
- - no
88 pel Reggimento de Principi .
no de quali ha li ſuoi Miniſtri. quantunque piu'
ne ponga nel quinto della ſua politica, come ſo
pra hauiamo diſtinto, e meglio per auanti ſi di
chiarerà. ſono adique queſti duoi il politico,el
diſpotico, è il politico quado la Regione,ò pro
uincia,ò città, o caſtella ſi regge per vno, è ppiu
ſecódoli ſuoi ſtatuti, come aduiene pelle Regio
ni d'Italia, e precipuamátein Roma come per Se
natori,e Cóſoli per la maggior parte da ſua edifi
catione è ſtato retta, il cui Dominio ha piu di ne
ceſsità di reggimento ciuile, perche in eſſo è fat
ta continua alternationedelli cittadini, e delli
ſtranieri. ſi come delli Romani è ſcritto nel pri
cap.8. mo delli Machabei oue ſi narra che per ciaſche
duno Anno commetteano il ſuo Magiſtrato à
vno huomo, che dominaſſe in tutte " CC1 Ice
e di tal Dominio ſe ne trahe due Ragioni: l'una
perche li ſudditi non poſſino eſſer corretti rigida
mente, come nel Regal Dominio,l'altra per par
te del Reggente, il quale è perà tempo il ſuo reg
gimento,da che ſi ſminuiſce la ſollecitudine del
li ſuoi ſuggetti, conſiderando el ſuo Dominio
terminare con ſi brete tempo.la onde gli giudi
ci, dell'Iſdraelitico popolo, quali politicamente
giudicauano.furon piu moderati nel giudicare,
che li ſequenti Regi però Samuello quale in cer
ti tempi giudicaua detto popolo volendo dimo
Reg. , ſtrarlielſuo gouerno eſſer politico coſi gli diſſe
c. 17. loro: parlate di me in coſpetto del ſignore. ſe io
ho tolto il bue,ò Aſino diveruno di noi, ſe neſſu
; - - Ino
- - Libro secondo. 89
no ho calunniato,ò vero oppreſſo e ſe io riceuet
ti do io di mano di perſona il che non fanno già
quelli, che ritengano il Dominio Regale, come ſi
dimoſtrerrà piu auanti,eanco il dimoſtrò il det
vo Profeta. Inoltre el modo di reggere nelle det
te parti oue è il Dominio politico, e mercenna
rio,concioſia, che quelli ſignori ſi conducano
per mercede, la onde doue la mercede ſi pone,
per il fine, non tanto ſi attende al gouerno delli
ſudditi e per conſequenza vien temperato elvi
gor della correttione,de quali diſſe el Signore in
ſan Giouani fugge il mercennario, perche è mer c.Io.
cennario,quaſi che non operi peraltro fine, che
per detta Mercede a cui poſpone li ſudditi, e pe.
rò li Antichi Duchi Romani come ſcriue Vale
rio Maſſimo con le proprie ſpeſe curauano la re
publica,come Marco Curio, e Fabritio & altri
li quali perciò erano piu ſolleciti, e Audaci alla
politica cura,quaſi, che in queſto fuſſe tutta la lo
ro intentione,el maggiore affetto,e in tali verifi
cala ſentenza di Catone recitata da Saluſtio nel
Catelinario oue dice che la Rep. di picciola fu
fatta grande, mercè, che in caſa loro era la indu
ſtria, di fuori el giuſto imperio,nel 'conſiglio l'A
nimo libero,ne quello implicato di delitto,e libi
dine. La ſeconda Ragione per cui el politico Do
minio biſogna ſia moderato, e in tal moderatio
ne eſercitato, ſi piglia in riſpetto alli ſudditi,per
che di eſſi ètal diſpoſitione ſecondo la natura
proportionata a tal reggimento. Proua Tolo
mCO
9o Del Reggimento de Prlncipi ,
meo nel Quadripartito le Regioni delli huomi
ni eſſer diſtinte ſecondo le coſtellationi di ierſe,
in quanto alli coſtumi, il gouerno circunſcritto
ſempre ſecondo eſſo Dominio delle ſtelle, e l'im
perio della volontà; & però le Regioni delli Ro
mani da lui ſon poſti ſotto Marte; quindi au
utene, che meno ſi ſottopongano, e per la meda
ſima cagione quella gente è inſueta al partire
con li ſuoi termini, e non ſi ſanno ſottometterſi,
ſe non quando non poſſono reſiſtere, e perche
ono impatienti dell'alieno arbitrio. per con
ſequenza ſono inuidi alli ſuperiori. in trali
preſidi Romani(come ſi legge nelli Machabei).
neſſuno portaua el diadema, ne ſi veſtiua di por
pora. Inoltre ſoggiace queſto effetto di humiltà,
per che non è inuidia, e zelo in ira di loro, con
vna certa per la Affabilità di Ani 6 come ricerca
la natura de ſudditi di quella regione, e proceſſo
humile gouernauano la Republica, perche co
me dimoſtraTullio nelli Filippici.neſſuno preſſi
dio maggiordi Arme è che la charità & beneuo
lenza delli cittadini, con cui el principe deue eſ
ſer munito, e non con Arme, e queſta ſentenza re
feriſce Saluſtio quanto alli Antichi padri Roma
ni.In oltre al medeſimo la confidenza delli ſuddi
ti ſi nello ſpogliarſi del Dominio delli reggenti,
overo nel dominare in ſuo tempo: rende quelli
alla libertà piu audaci da non ſottoporre li col
liali reggimenti perpetui. e però fa di meſtiero
el Reggimento politico eſſer ſuaue. Anco il mo
- dò del
v
º zibro secondo. 9i
do del reggere è certo, perche è ſecondo la for
ma delle leggi,ò comune, è priuate, a cui el ret
tore vien legato, per la qual cagione la prudenza
del principe ſi toglie via, mercè, che non è libe
ra,e meno imita la Diuina, e quatunque le leggi
tragghino la ſua origine dalla ragion naturale,
come prouaTullio nel trattato delle leggi, e la
ragion naturale,dalla ragion Diuina, come teſti
fica Dauid profeta quando dice:è impreſſo el lu
me del tuo volto ſopra di noiSignore, nulla di
meno nelli particulari atti mancano a tutte le
qualcoſe è legiſlatore non poteprouedere per l'i
gnoranza delle coſe future, e quindi ne ſegue la
diminutione nel gouerno politico per che il po
litico rettore ſolamente giudica el popolo con
le leggi, la qualcoſa per il Dominio regale vieni
ſupplito, perche non eſſendo aſtretto dalle leggi,
per quella che è nel petto del principe ſi rimedia
alli particulari difetti, a quali non aggiugne la
legge:per il che ſegue piu la prudenza diuina, a
cui ſi appatiene la cura di tutti; ſi come è ſcritto
nella Sap.è manifeſto adunque qualſia el princi
cipato politico, el ſuo modo di reggere: hora è
da conſiderare el principato diſpotico.
che coſaſia el diſposiico principato e come ſi riduce alre
gale è la comparatione che ha colpolitico, ſecon
do le diuerſe regioni,e tempi cap Ix.
Rincipalmente è d'auuertire che il principa
to diſpoſtico è detto in relatione del ſignori

-
32 Del reggimentode Prlncipi. -

al ſeruo, e queſto è nome grecc, la onde certi di


quella prouincia ancora hoggi ſon chiamati di
ſpoſti il principato potiamo ridurre al regale, co
me ſi manifeſta nella ſacra ſcrittura ma ci è que
ſta difficultà, che il filoſofo nel primo delle ſue
politice diuide el Regale contro al diſpoſtico. il
che piu oltre ſi dichiarerà, oue occorrerà Mate
ria di diffinirla, di preſente baſti prouarlo con la
Diuina ſcrittura, fu data la legge regale per Sa
muel profeta al popolo Iſraelitico, quale impor
taua ſeruitù, concioſia che quando eſſi popoli
chieſono è Samuello gia decrepito el Re perche
li ſuoi figliuoli non giuſtamente dominauono
per modo politico, come gli giudici paſſati: ri
reg. 1 ſpoſe Dio a Samuel che di ciò lo interrogaua,
cap.8 aſcolta la voce del popolo, ma proteſtali,e predi
- cili le ragioni, e iuriſditioni del Re, il quale à lo
rotorrà li figliuoli, ponendoli nelli ſuoi curri,fa
ralli carrettieri, caualieri, precurſori delle ſue
quadriglie,e coſtituirà agricultori delli ſuoi ca
pi e mietitori delle ſue biade,e fabri delle ſue Ar
mi, e le figliuole di eſſi torrà per concubine, vn
guentarie e ſartore,e coſì quello per parte di Dio
narrò a quel popolo molte altre conditioni per
tinenti alla ſeruitù, tutte le quali appaiono regi
“ſtrate nel primo de Re.peril che " dimoſtra
re, che il reggimento politico quale era quello de
giudici era pil ſuo popolo piu fruttuoſo, il cui
cótrario(com'è dimoſtro)era dânoſo, per dichia
ratione come il gouerno politico ſia propoſto al
Rega
rilroseeondo. 93
Regale. è da conſiderare che ſe vogliamo referire
cl Dominio allo ſtato integro dell'humana natu
ra, chiamato dalli ſacri Theologi ſtato d'inno
cenza, in cui non ſarebbe ſuto regal reggimento,
ma ſi ben politico, mercè, che non haureno ſoffer
to Dominio, ſotto di cui vi conueniſſi ſeruitù,
ma ſi ben preeminenza, e ſuggettione nel diſpor
re,egouernare la moltitudine ſecondo li meriti
di ciaſcheduno,in tal maniera, che influendo, o
riceuendo l'influenza: ogni perſona ſaria ſtata di
ſpoſta ſecondo la congruenza di ſua natura, la
ondeapo delli ſapienti,evirtuoſi huomini, ſi co
me furno li antiqui huomini Romani.viuenti ſe
condo la imitatione di tal natura:el gouerno po
litico a quelli fu migliore, ma, come afferma Sa
lamone, eſſendo che li peruerſi diffcilmente ſi
correggono, e il numero di quelli è infinito, e
coſi delli ſtolti adunque nella natura corrotta el
gouerno regale è piu fruttuoſo per che eſſa natu
rahumana coſi mal diſpoſta, fa di biſogno ragu
narla alli ſuo termini, e queſto lo fa il Regal faſti
gio,la onde è ſcritto nelli Prouer.el Re che ſiede C. 20.

nel ſolio del giuditio, diſſipa ogni male col ſuo


ſguardo,adique la verga della Diſciplina, qual
ciaſchedun huomo teme, 8 il rigore della giu
ſtitia ſon neceſſarie al gouerno del mondo, per
che la moltitudine delli popoli meglio per lei
vien retta,imperò l'Apoſtolo.parládo delli Ret
tori del mondo alli Romani. dicea, che non ſen c.13.
za cagione portauano el coltello, mercè, che li
prin
94 . . . pel reggimento de principi
f" ſono vendicatori nell'Ira Diuina, con
troa di chi maleopera e Ariſt nell'Eth afferma le
pene nelle leggi eſſer inſtitute per certe medicine,
er il cui riſpetto adunque il Regio Dominio ec
cellegl'altri:è coſa inuero manifeſta, che le Re
gioni, eſito della terra vengono diſpoſte ſecondo
l'Aſpetto delle ſtelle (come ſopra è detto,) la on
devediamo certe prouincie atte alla ſeruitù al
tre alla libertà, per la qual coſa Giulio Celſo, Sc
Ammonio quali deſcriuano e geſti de Franchi, e
de Germani, tutti li ſuoi atti attribuiſcano alme
deſimo nelli quali ancora perſeuerano.viſſono li
Romani alcun tempo ſotto li Regi da Romolo
inſino aTarquino il ſuperbo, il cui corſo di anni
ſecódo ci manifeſtan le ſtorie fu 264 coſili Athe
nieſi dopo la morte del Re Codra viſſero ſottoli A

magiſtrati, per che ſotto il medemo climate era


no coſtituti,atteſo, che quali, quali conſiderano
detta Regione maggiormente la giudicano, per
ledette cagioni,atta al politico gouerno.li Ro
mani reggerno la Rep. in politico gouerno inſi
no al tempo di Giulio Ceſare ſotto Conſoli, Se
dittarori,eTribuni, che fu Anni 444.in cui tem
po(come è detto)la Republica per tal gouerno
molto profittò.adunque per quanto è detto ſi ma
nifeſta per qual conſideratione el Reggimento
della politia al Regale, e il Regale alla politia
proponghiamo. -

Diſtinº
- =

zibro secondo. - 9f
--- - - - - i

zoi ingue la conditione delli signori e come a tutti è ne


ceſſario li miniſtri e di poi proua in alcuni laſer
uitù eſſer naturale. gap. X.
FA di meſtiero al preſente conſiderare deli mi
t niſtri, che ſono complemento del Re, atteſo,
che ſenza quelli, neſſuno Dominio puo eſercitar
ſi, ma per quelli ſecondo il grado delle perſone ſi
eſequiſcano gl'uffiti e ſi diſtribuiſcano l'opere, e
ſi adminiſtrano le coſe neceſſarie nel Regno, e al
treſi in ciaſcheduna Rep.e ſecondo li Mcriti del
li contenuti in quello fu il primo Duca Iſdraeli
tico nel popolo di Dio(di Moſe)da Iettro ſuo co C. 15.
gnato ripreſo e meritamente(come nell'eſodo ap
are)concioſia, che lui ſolo ſatisfaceua al ſuo po
i" ſenza li miniſtri con dirli che da ſtolta fati
ca veniua conſumato,lui,el popolo e attenti ſe
gue egli, coſa che è ſopra delle tue forze, e ne po
trai ſoſtenerle. prouedi adunque huomini poten
ti e ſapienti, e tementi Dio, ne quali ſia la verità,
e che habbino in odio l'Auaritia, & eſſi coſti
tuiſci Tribuni, Centurioni, 8. Quinquagenari,
che giudichino el popolo, ſimilmente ſi ritro
ua, che feciono li Romani, per ciò che ceſſan
do il gouerno regio alla città Bruto fu fatto co
ſolo, e poco nel conſolato reggè la città, ma mo
uendo guerra li Sabini, a lui fu aggiunto el Dita
tore, il quale precedeuain dignitali Conſoli. il
primo dequali fu nominato Lamio, in cui tem- .
po -
-

96 Del Reggimento de principi


po ancora fu aggiunto el maeſtro de Caualieri,
il cui miniſterio fuſſe oſſequire al prefato Ditato
re e fu el primo Spurio Caſſio. Dopo queſto in
torno al medeſimo tempo furon creati di nuouo
li tribuni, quali fuſſero infauore del popolo e
queſto ſia detto, a dimoſtrare, che il gouerno di
ciaſcheduno collegio, è prouincia, è città, è ca
ſtello ſenza il miniſterio di diuerſi vffitiali, non
ſi può ben reggere. de quali è da diſtinguere, ſe
condo la diuerſità degouerni, perche fa di me
ſtieroli miniſtri deſignori di ogni gouerno eſſer
conformi come membra al ſuo capo, la onde el
gouerno politico ricerca miniſtri ſecodo la qua
lità della politica, per il che hoggi nell'Italia tut
ti ſon mercenari,ſi come li loro ſignori, e coſi agi
tano come condotti per mercede, non avtilità
delli ſudditi, ma couertono il ſuo fine in guada
gno, e mercede. Quando gratuitamente mini
ſtrauano(come li antichi Rom.)la loro ſollecitu
dine indrizzauano alla Rep. come in fine, e coſi
profittauano (ſecodo narra Valerio Maſſ) di Cá
millo, il quale pregò, ſe alcuni delli Dei la feli
cità de Romani pareſſi troppa fatiaſſino la ſua
inuidia in diſcomodo, non della Rep.ma in ſuo;
Al gouerno regale alcuni ſono miniſtri in perpe
tuivffitijdeputati à miniſtrare al Reper ſuo frut
to,ede ſuoi popoli, come ſono liComiti, Baroni
e li séplici ſoldati feudatarij, quali di ſuo feudo
loro, e ſuoi ſuceſſori al gouerno del Regno perpe
tuamente ſono obligati,la onde appare li mini
zibro secondo, 97
ſtricſſer neceſſari a tutti e Dominij,e ſecondo la
conditione di eſſo Dominante li miniſtri douer
ſi coſtituire, per il che nella Chieſa ſi dice ſecon
doel Rettor del popolo, coſi li miniſtri ſuoi. e
quale è il giudice della città,e tali li ſuoi habita
tori.Diſtinguonſi ancora in altre quattro ſorti di
miniſtri dal Phil.nella politica, che poſſono ha
uerſi al gouerno piu côgiunti.Certi ſono, che ha
no il gouerno divſitiivili neceſſari al ſignore de
quali la natura prouedde, che ſieno nel grado in
trali huomini, come nell'altre coſe, atteſo, che ve
diamonelli elemáti il ſupremo, e l'infimo, nel mi
ſto ancovno elemento eſſer predominante agl'al
tri,nelle piante certe deputate al cibo humano,
alcune alle beſtie.ei nelli Animali. e
nell'huomo ancora, e in tra le membra del ſuo
corpo ſimilmente aduiene e in eſſe potenze dell'
Anima câparate l'una con l'altra, perche tale ſi
ordinate a comandare,e muouere, come l'Intel
letto,evoluntà, altre a ſcruireà loro ſecondo el
grado di eſſe, e coſi ſarà intrali huomini, quindi
ſi proua eſſer alcuni al tutto ſerui ſecondo la na
tura. In oltre alcuni mancano di ragione per di
fetto della natura, tali fa di biſogno "
per modo ſeruile, atteſo, che non li è conceſſo v
ſarla ragione, e queſto ſi addomada natural giu
riſditione,le qual tutte coſe il Ph.le tocca nel pri
mo della politica, ſono di uero altri miniſtri al
medeſimo vſitio deputati, ma per altra cagione
come ſono li vinti in battaglia qualcoſa la legge
UMTha
-

93 pel reggimento di principi -

humana né ſenza ragione coſi ha ſtatuitò a cau


ſa, cioè, per che li ſoldati per la Rep. fortemen
te ſi mettino a combattere, e li vinti ſieno ſu gget
ti alli vincitori con certa ragione, qual el Ph.nel
predetto luogo tocca la onde queſti tali quan
tunque ſieno vigoroſi di ragione nulla dimeno
allo ſtato delli ſerui cò certa militar legge per ec -
citare liquori alli ſoldati è fatta,e qſto modo oſe
ſeruanoli Romani però dicano le ſtorie che Tito
Liuio huomo di tita eloquéza preſo da Roma
ni fa ridotto inſeruitù, ma per la probita di Li
uio nobiliſſimo Romano, ſotto il cui dominio
fu poſto, da lui ſteſſo riceuè il cognome, onde fu
nominato Tito Liuio, il quale datolo alla liberta
per iſtruire e ſuoi figliuoli, nell'Arti liberali, la
qualcoſa non gli era lecito, ſecondo li ſtatuti de
principi. Comandaua ancora queſto medeſimo
la legge Diuina(ſi come è manifeſto nel Deut. no
mi)Sono etiádio duoi altri generi di miniſtri aſ
ſiſtenti nella famiglia,ò per mercè condotti, è ſi
vero ſeruenti per certa liberalità, e beueuolenza
e Amore-à cumulo di ſuo honore,o vero per pro
fittare in virtù come ſono li miniſtranti al princi
pe nella caſa i negoti; militari,ò vero nel caccia
te,evccellare, e in altre coſe familiare del palaz
zo de quali non è da dire al preſente di tutti ſin
gularmente, per li quali vſiti alcuni acquiſtano
l'Amicina,e gratia del principe, o ne riportano
la Mercede, è vero laude della loro virtù. onde
nelli Prouer è ſcritto, che l'intelligente Miniſtro
- - è ac
Libro secondo. 99
è accetto al Re, e nell'Eccleſiaſt. ſe hai (dice egli)
ſeruo fedele a te ſia caro come l'Anima tua però
dunqne è da concludere che al complemento
del Regno,e ſoſtegno del gouerno, oltre le prefa
te ricchezze, che il principe deue eſſer fornito di
miniſtri.e ben dice elPh.nell'ottauo dell'Eth.che
colui non è Re, che perſe ſteſſo non è ſuffitiente e
ſoprabondante di tutti li beni fu copioſiſſimo.el
Re Salamone (come appare nel 3 del Re)ma pre
cipuamente nell'ornamento, & ordinedelli mini
ſtri, di cui admirata la Regina Sabadiſſe. Maggio C. Io,
re e la tua ſapienza, che il romore di te ſentito,be
ati li huomini tuoi,e li tuoi ſerui,quelli, che ſtan
no al tuo coſpetto ſempre. S: aſcoltano la tua ſa
pienza, -

in qual maniera a ciaſchedun principe è neceſſario ha


uerfortiſſmanitioni, e la Ragione, cap. XI.
IN oltre alle predette coſe a corroboramºto del
Dom. regale, o politico,ſon neceſſarie le muni
tioni, alle quali ſi conferiſcano li domeſtici del
Re, &eſſo Re. di cui accettiamo el documento
dal Re Dauid, il quale dopoi che riceuette la
città di Hieruſalem. preſe il Monte Sion per ſua
fortezza, oue edificò la roccha, e le appellò la
città ſua. oſſeruano invero per tutto li Regi,
- che nelle loro città, 8 caſtella, hanno ſpecial
preſidio,ò fortezza, oue riducer poſſa la ſua fa
miglia, evitiali, di cui certamente molte ſono
G 2 A4
roo pel Reggimentº de Principi
le cagioni.vna per la parte de principi, a quali fa
di meſtiero habitare in luogo munito, e nel regº
gere e correggere,egouernare ſeno piu ſicuri, 32
nell'eſequirla giuſtitia, diuenghino piu animoſi
però li Romani Conſoli, e li Senatori eleſſono el
piu forte luogo. come il Campidoglio, di cui
narrano le ſtorie, che eſsido tutta la Città di Ro
ma occupata da nimici in lui ſi preſeruorno ille
ſi conuienſi ancora per maggiore honeſtà del Re
e di ſua famiglia, che non ſi auiliſca.ſtando in co
mertio con ſuoi ſudditi in coſpetto de popoli,
perche la loro Maeſtà,ò per incauto ſguardo oue
maſſ.pudicitia ſi ricerca, come li vecchi del Tro
iano popolo haueano inverſo di Elena come af
ferma el Ph.nell'Eth à cagione, che il popolo né
incorra nell'indignatione del Re,ò ſi i eſſo Re,
neanco li ſuoi non dieno occaſione nelli ſuddi
ti, di dehoneſtarli, nel quale inconueniente cad
2. Re. deel Re Dauid nell'Adulterio commeſſo in Ber
C.I I ſabee, moglie d'Wria ſcudier di Ioab vedendola
lauarſi li biondi capelli dal ſolario di ſua ca
ſa Regia (come è ſcritto nel ſecondo de Re).
pi liaſi dopoi la ſeconda ragione per riſpetto
delli popoli, li quali piu ſon moſſi " le coſe sé
ſibili, " dutti dalla ragione, perche quado veg
gono le magnifiche ſpeſe regali, 6 forti munitio
ni,piu facilmite dall'ammiratione ſono inclina
ti all'wbidićza, eparati ad eſequireli ſuoi regali
mandati.e queſto lo teſtifica ancoel Ph.nel 6.del
le ſue Politiche. Di piu minor cagioni hanno li
- popoli
- - - - rire secondi:
-- - io?
popoli di rebellarſi, è ſottometterſi alli ſuoi ni
mici, qnando grauemente ſono infeſtati,atteſo,
che quando li miniſtri regali ſtanno preſenti con
le munitioni,piu audacemente ſono ſolleciti al
la ſua difeſione. coſi fece Giuda il Machabeo del
la rocca di Sion, la qual ſuperata la cinſe di for cap.4
tiſſmura,e torri per la difenſion della patria con
troallinimici, come è ſcritto nel primo de Ma
chabei.ſimilmente in Beſſura eſtraſſe fortiſſime
monitioni contro alla faccia delli Idumei In ol
tre ſono neceſſarie le munitioni alli principi per
conſeruatione delli loro teſori, de quali come ſi
è detto, deuono eſſere abondariti,a ciò quelli con
la ſua famiglia poſſino piu liberamente vſarli, e
perche anco li ſuoi miniſtri ſieto piu pronti a
preparare le coſe neceſſarie, il che etiandio nella
caſa Domeſtica, e piu delettabile; 8 horreuole,
atteſo, che nelli humani atti è propietà che dal
debito ordine ſi cauſano la ſpecie, è vero bellez
za, come in coſa proportionata, e conmenſurata
alle ſue parti, la onde in noi ſi conſeguiſceſpiri
tualletitia,qual per ſe ſteſſa fa eſtaſi, cioè ecceſſi
ua admiratione qual pati la Regina Saba nell'a- 3.ré.
ſpetto dell'ordine de miniſtri della corte di Sala- c.1o,
mone come ſopra ſi è dimoſtro
1 o 2. Del Reggimento de Principi
come al buon gouerno regio, e di ciaſchedun pominie
appartiene hauer le ſtrade ſicure e libere in tutto il
ſuo ſtato Cap. XII.
Eceſſario è ancora al buon gouerno Regio, è
cui ſono ordinate le munitione, che le ſue ſtra
de fieno ſicure,S&attea caminarſi per quelle, coſi
per li foreſtieri, come per li ſudditi, e miniſtri
ſuoi atteſo, che le vie ſono comune à tutti, per
certa ragione della natura, S& legge delle genti,
per il che vien prohibito a ciaſcheduna perſona,
poterle occupare,ne per neſſuna perſcritione, ne
per corſo veruno di tempo è lecito occuparle la
C. 2. I onde nel libro de Num.lavia publica è nomina
ta regia,ù ſignificare la ſua dignità: oue Agoſt.
nella gloſa, eſponendo la parola diſſe che per tan
to viene appellata perche conuien ſia libera a via
danti tutti per ragione dell'humana ſocietà, la
onde nel citato luogo è ſcritto, che li Amorei
contradicenti al paſſo aili figliuoli d'Iſdrael, li
quali prometteuano paſſare nel loro tenitorio
per la via regia, cioè ſenza leſione alcuna del
la regione. el ſignore per talgiuſtitia comandò
fuſſero ſcancellati del mondo, a cagione le ſtra
de nella ſua comunità ſieno libere, e allivian
danti ſicure giuridicamente. nulla dimeno alli
principi è conceſſo le gabelle, e però gli oſſer
uanti e paſſialli viandanti le coſe predette li vf.
tiali de principi meritamente poſſono le gabel
- - - le
- zibro secondo. ro3
le, e dati riſquotere, e li viandanti per debito
ſono obligati a ſoluerli. Ancora la ſicurezza
delle ſtrade nel gouerno del regno de principi è
fruttuoſa, perche in eſſe concorrano mercanti
con le merce, e quindi el regno creſce in ricchez
ze per la cui cagione nella città di Roma fu agu
mentata la rep. per le vie circa le quali erano ſole
citi renderle ſpedite, e chiamanonſi ſtrade Roma
ne a cagione li huomini maggiormente ſi rendeſ
ſino ſicuri a portarle lor mercantie.anco ſotto a
ſtuta ſimulatione ſotto nome di librai permuta
ti, a cauſe che li ladroni ignoraſſino el tempo,co
me ſcriuono li computiſti quando ſi celebraua
no e Mercati nella città, coſi gli ingannauano.
certe ſtrade ancora fuori della città furono in
ſtitute per li principi Romani, intitolate dalli
loro nomi, da quali etteneſſero maggior forza,
e fermezza, e li luoghi ſi rendeſſero piu ſicuri al
liviandanti, ſi come el foro di Giulio, a cui ri
maſe il nome nelli confini di molte promincie, e
diuerſe regioni, molti Conſoli anco, e Senato
ri Romani hanno inſtitute vie, che ſi eſtende
uano à diuerſe prouincieli titoli delle quali de
rifiando da loro autori, porgeuano piu libero, e
ſicuro cammino alla città,ò vero è piu loro celo
bre memoria, come la Aurelia, da Aurelio ptin
cipe e la ſtrada Appia dal ſenatore Appio, i" pri
ma delle quali ſi eſtendeva in ver Reale, ouele
ſtorie pongano la prouincia Aurelia,hauea la ſe
conda il ſuo progreſſo in cipagna, e coſi dell'al
4 trg
1 o4 pel Reggimento de principi
tre delli Senatori, e Conſoli; come la Flaminia,
da Flaminio e da Emilio, da quali le ſtrade,e pro
uincie ſono chiamate per la predetta cagione. In
oltre el Diuin culto in queſto ſi accreſce, atteſo,
chepiu pronti ſono li huomini alla reuerenza
Diuina,tutta volta che è libero l'adito delle con
trade all'indulgetie, è vero all'adito del sito. la
onde che il precipuo motiuo delli Romani fu di
far le ſtrade ſicure per il diuino culto delli Idoli,
per cui molto Zelaua la rep, come Valerio Maſſ.
nel principio del ſuo libro deſcriue. Referiſce an
cola ſacra ſcrittura nell'Eſdra eſſere ſtata impedi
tala reuerenza del tempio da mimici in circuito,
eril che fu tardata l'edificatione del tempio, pe
(
a º
2. rò fu detto al Saluatore in ſan Giouanni eſſer ſta
to il tempio edificato in quarantaſei Anni, e tu
in giorni tre lo reedificherai.
come in ºgni Regno, e pominio è neceſſaria lagiº
moneta,e quanti comodi ſe ne tragg i hauendoli
e quanti incomodi per il contrario non l'ha
uendo. cap. XIII.

Spedite le predette coſe da trattaredellamo


neta in cui vſo la vita dell'huomo vien rego
lata,e coſi in confeguenza ogni Dominio, ma pre
cipue el Regno, mediante li vari prouenti, che il
Re riceue per mezzo delle monete, perciò el Sal
uatore cercando dalli fariſei, quali ſimulatamen
teli tentauano diſſe di cui è queſta Imagine, e ſu
- per
zibro secondo. iò i
perſcrittione " eſſi riſpoſero di Ceſare. la
ſentenza
do.rendete deladunque
queſito lui ritorſequelche
à Ceſare ſopra quelli
è di dicen
Ceſa- º ai
re,e le coſe di Dio a Dio, quaſi che eſſa moneta
ſia cagione in molti di ſoluereli tributi, e Della
materia di eſſa moneta, e in qual maniera ſia al
Reneceſſaria,ſopra abaſtanza ſe ne parlò, ma di
preſente ne ragioneremo come certa e terminata
miſura, per cui la ſoprabondanza,S: il difettoſo
no ridotti al mezzo.ſi come afferma el Phil. nel
quinto dell'Eth.quando dice che il denaio è tro
uato per torvia le liti nelli humani cometti, e
che ſia miſura delle comutationi, e quantunque
molti ſieno li generi delle comutationi(come
habbiamo dal Ph nel primo delle politiche)nul
la dimeno queſta è piu ſpediente in tra tutte, la
onde non imeritamente è chiamata numiſma; e
nella politia di Ligurgo, il qualdette le leggi alli
Parti,e Lidi,ne quali era prohibitala pecunia.ſo
la la permutatione di vna mercatia nell'altra era
permeſſa, ma dal Ph.è riprouata e perciò conclu
de,che il denaio è coſtituto per la neceſſità delle
comutationi, atteſo che per lui piu ſpeditamene
te ſi fa il mercato, e ſi toglie via la materia delle
liti, le quali habbiamo dal grande padre noſtro
Abramo che fu auanti di ligurgo molto tempo,
e di tutti li philoſofi,di cui nel Gen. è ſcritto che C. a 3.
compròvn campo per ſepultura de ſuoi conpre
gio di quattrocento ſicli publica, é approuata
moneta. è adunque neceſſaria la moneta per ſe
Ina,
1 o8 Del reggimento de Principi
ma molto piu nel gouerno, e precipuamente del
Re, di che due ſono le cagioni vna per riſpetto
adeſſo Rel'altra per il ſuo popolo, in quanto al
primo la ppria moneta è ornamento del Regno
e del Re,e di ciaſcheduno gouerno,perche in lei
ſi rappreſenta l'Imagine del Re, come di Ceſare,
e degl'altri, e però in neſſuna coſa può eſſer tanta
chiarezza di memoria, per cagione che null'al
tra coſa piu frequentemente va per le mani delli
huomini appartenente al Re,e ciaſchedun ſigno
re apertamente quanto la moneta, Ancora in
quanto che lei è miſura, e regola delle coſe ven
dibili, in tanto vien moſtrata la ſua eccellenza,
che la Imagine ſua ſia nel Dominio la regola del
li huomini nelli loro comerti; però è detta Mo
neta, perche ammoniſce la mente a cauſa la frau
de in tragl'huomini né ſi cometta eſſendo lei mi
ſura à cagione, che la Imagine Regale ſia nell'
huomo,quaſi Imagine diuina(ſi come eſpone A
goſt quando tratta di tal materia.chiamaſianco
numiſma,perche ci diſegna, e moſtra li nomi, e
l'Effigie delli principi)ſi come diſſe Iſidoro, per
il che manifeſtamente ſi ſcorge, che la maeſtà de
propri ſignori, da queſto deriua, che le città,eli
principi, è prelati per ſua ſingular gloria im
petrano dall'imperadore di hauere ſpecial mo
neta. Torna anco (come ſi è detto) l'hauer pro
pria moneta comodo non picciolo al princi 2.

pe, perche quello tributo, & eſattioni, quali:


fon nel popolo vengano miſurate dalla ſua, Se
- tlOl?
-

ribre secondo. 1o7


non dall'altrui miſura, Ancora la ſua fattuta è
cauſata medianre l'autorità del principe(como
dità in vero di eſſo)perche in tal guiſa a neſſuno
altro è lecito ſotto la medeſima figura, e ſuper
ſcritione ſculpire, ſi come comandano le leggi
delle genti nelle quali in verità ſe è lecito la ſua li
bertà vſare nello ſtampare la moneta, nulla dime .
no deue eſſer moderato ogni principe, e Reſi nel
mutare o vero nel minuire il peſo, è il metallo,
per che queſto cede in'detrimento depopoli, eſi
ſendo quello miſura delle coſe ſi come è detto, e
tanto è da dire della ſtadera, 8 altre miſure.il cui
mutamento in detrimento delli popoli, quanto
à Dio ſpiaccia lo dimoſtra el ſatio nelli Prouer.
oue dice peſo,e peſo ſtadera, eſtadera ambi ſono c. 11.
abominabili appreſſo Dio, di che grauemente fu
ripreſo el Re d'Aragona da Innocentio papa. per
che mutaua la moneta diminuendola in detri
mento de popoli, per il che el ſuo figliuolo obli
gandoſi per il giuramento di conſeruar detta mo
neta, da detto giuramento il Papa lo aſſolue e li
commeſſe, che quella moneta riformaſſe nel pri
ſtino ſtato, ſono fauorite anco le Ragioni nella
monete in ciaſchedun patto, e mercato, impero
che ſoluonſile preſtanze, eſeruanſi li patti ſecon
do,la Moneta di quel tempo in ciaſcheduna mi
ſura di qualità & quantità. concludeſi adunque
qualmente à tutti li regi il propio numiſma è ne
ceſſario. Reſta queſto prouare per riſpetto al po
polo, a cui è neceſſario lapropria moneta, i -

(siagº
sos bel reggimento de principi - -

che come è detto, nelle comutationi e miſura piu


ſpedita e perche è piu certa in trali popoli, con
cioſia che molti ſono, che non ſanno le altre mo
neteli quali facilmente come ſemplici poſſono
eſſere ingannati, il che è contro alla forma del
regal dominio à cui li principi Romani proued
dano. onde dicano le ſtorie, che nel tempo del
noſtro Signor Ieſu Chriſto. in ſegno della ſugget
titudine delli Romani vno ſolo era il numiſma
in tutte le terre del mondo, in cui era la Imagine
di Ceſare, qual ſubito cognobbero li fariſei inter
rogati da Chriſto per ſcouerta della loro fraude:
vale quella moneta dieci danari vſuali, la qual
pagaua ciaſchedutnoalli banchieri delli predet
ti principi, è a chi per loro faceuano nelle pro
uincie, città,e caſtelli. In oltre la propria mone
ta è fruttuoſa, concioſia che quando le ſtraniere
monete ſi meſcolono nelle permtitationi, biſo
gna ricorrere allibanchieri eſſendo che dette mo
nete non tanto vagliono nelle eſtranee Regioni,
quanto nelle proprie e queſto non può aduenire
ſenza danno, e queſto precipuamente occorre nel
le parti Teutonie,e Regioni circunſtante, per il
che ſono forzati quando vanno da luogo, a luo
go portar ſecovn pezzo di oro,ò Argento, e qua
to nelle comutationi delle coſe venali hanno di
neceſſità,tito ne vadano,la onde el Ph.nel 4.dela
le politiche diſtinguédo le ſpecie delle pecunie, è
vero dell'arti pecuniarie numiſmatica è campſo
sia che la chiama la prima ſolo dice eſſer º"

- ribra seconda. ro9
le, perche alla comutatione delle coſe naturali è
ordinata, il che fa el propio nnmiſma e non l'al
tro, come appare per il detto e queſto lei ſola co
menda diſprezzati gl'altri, deguali piu oltre ſi
tratterà. e adunque da concludere che in ogni
gouerno per conſeruatione del Dominio, e preci
puo el regale è neceſſario la propria moneta per
parte del popolo, e per il Re, e gouerno di cia
ſcheduno. - e l

come à tutti e buongouerniſon neceſſarie le miſure,


gr i Cap. XIIII. -

YOpo le predette coſe è da trattare delli peſi, e


º miſure come ſon neceſſarie al gouerno di tut
ti e Dominijper ſuo conſeruamento, ſi come la
moneta, perche con eſſi ſi ſoluanoli tributi, e ſi
minuiſcano le lite,e nelle vendite ſi oſſerua la fa
deltà e ſono ſtrumenri dell'humana vita come le
monete.anzi piu,perche imitano ſopra quelle le
naturali operationi onde è ſcritto nella ſapient.
nel 2.cap.che Dio diſpoſeel tutto in numero,pe
ſo,e miſura.ſe adunque tutte le creature ſon limi
tate da queſti tre termini, maggiormente appare
il peſo e la miſurache tragghino origine piu che
la moneta dalla natura, e però ſon piu neceſſari
nelle Rep.e Regni.Inoltre el peſo, e miſura in qui
to ſon tali sépre ſono ordinati alle coſe miſurate,
e ponderate, altrimenti per ſe ſon nulla, ma la
moneta quantunque ſia ancorlei miſura eſtru
- ImCnto
i 1o Del Reggimento de principi
mento nelle permutationi, nulla dimeno puo
eſſer per ſe ſteſſa alcuna coſa, come ſe ſi ſtruggeſa
rà oro, Argento adunq; non ſempre lei è ordina
ta alle permutationi. Ancora nella ſua ſpecie ſteſ
ſa, ſenza che ſi infunda può eſſere ordinata ad al
tro fine, che miſura delle coſe venale come in ſu
li banchi,oue propriamente è ordinata nelle per
mutationi delle monete. Item nell'oboloſtatica,
qual conſiſte circa l'ecceſſo del peſo nelle permu
tationi,li quali ritrouati ſopra il peſo ſi riſolua
no in metalli, come ſono li peſatori,nelli trabuc
chetti, e altri peſi. Ancora nel Cachos, cioe nell'ar
te del forno, quale piu preſto è ordinata alla mo
neta, come affine, eſcluſe le altre permutationi,
delle quali ſpecie tratta el Filoſofo nella politica,
come ſopra è detto, e piu oltre ſi dirà di piu quel
li Atti maſsimamente ſono neceſſari nelle Rep.e
Regni, quali procedono dalla natura, perche le
leggi inſtitute da principi, quindi hanno ori gine
altrimenti non ſarieno giuſte, ma ſono quelle di
ragion naturali, percheadequano la natural giu
ſtitia coſi parimente alla natura del regno opoli
tia, le miſure e li peſi ſono neceſſari, quindi è, che
il primo Iſdraelitico Duca Moſe come deſcriue
Iſidoro,dando le leggi Diuine, le quali furno pri
me inſieme con quelli peſi, e miſure, che coſtitui
per li cibi, ebeuande, come ephi. cioe miſura di
fruméto,& gomor, miſura di vino e modio, e ſe
ſtario,ò vero nelle terre, 8 panni quali hanno cu
bital miſura,oſi in oro, 8 Argento, e numiſma
tle
- zibro secondo I1 i
ti,a quali ſono le ſtadere, e ſimili altri, peſi la on
de quando il prefato Moſe nel Lcuitico eſortaua
el popolo a far la giuſtitia, ſubito ſottogiunge le
regole naturali della giuſtitia, dicido come eſpo
ne Origene, non fate alcuna iniquità nel peſo, e
miſura ma habbiate ſtatera giuſta, e peſo equale,
e giuſto modio,e ſeſtario equale. Referiſce anco
Iſidoro, che Sidonio Greco diede le miſure alli
Greci,oue all'hora fioriua el Regno delli Argiui
nelli tempi del prefato Moſe. Inoltre narrano le
ſtorie, che le miſure dell'agriculture, e defrumcn
ti le diede Cererealli Greci,la onde Dea fruméta
ria, e demetra fu nominata; da che appare natu
ralmente biſognare al Re, ea tutti li ſignori per
bene del gouerno Regio, e di tutti li Dominij li
peſi, e le miſure, come per riſpetto del popolo, e
delli Signori altreſi per le cauſe gia dette. -

Proua l' autore come per conſerua di ogni ſtato, e De


minio fa di biſºgno, che li principi del pa
blico erario prouegghino al poueri.
- capitoto. X V.

A" buon gouerno di Regno,ò" cita


“tà,ò caſtello appartiene che del comune era
rio ſia prouiſto allipoueri pupilli,evedoue,e fo
reſtieri, e peregrini. Atteſo, che ſe la natura non
manca nelle coſe neceſſarie ſi come dice el Fil.nel
terzo del cielo, e mondo, molto meno è l'arte, la
quale imita la natura. Certo che ia tra tutte l'atti,
quella
-
I z nel Reggimento de Principi
quella del viuere, & del Reggere è ſuperiore, e
piu ampla, come referiſce Tullio nelle Tuſcula
ne,Adunque li Regi e principi nelle neceſsità ni
deono manchare allibiſognoſi, ma piu preſto ſor
uenirli. Inoltre li Regi,e principi in terra tengo
no el miniſterio di Dio perli quali eſſo il mondo
gouerna, come per cauſe ſeconde la onde Samuel
D , Re.
profeta innalzato al dominio quando prepoſela
querela nel coſpetto del Signore, hebbe riſpoſta,
cap.8 che non luiel popolo giudaico hauea diſprezza
to, ma Dio in cui vice Samuel reggeua & nelli
prouer.è ſcritto: per me regganoli Regi,e li legi
ſlatori diſcernano la giuſtitia ha Dio cura ſpecia
le de poueri in ſupplire al difetto di lor natura la
cui prouidenza circa il biſognoſo è come quella
del padre in verſo li ſuoi figliuoli impotenti, de
i ne tiene maggior ſollecitudine, per cagio
ne della maggior neceſſità, e per cioel Signore è
ſe reputa ſpecialmente eſſer ſtato, quelche viene
e 2 ſe
operato nelli poueri quello, dice egli in ſan Mat
teo, che à vno delli miei minimi hauete fatto, in
me reputo eſſer ſeguito però dunque à ſupplire à
queſto defetto de pouerili Regi, e principi, eli
prelati ſono debitori come miniſtri in terra e in
vice di Dio come padri, quali sforza l'Vffitio eſſa
reaiutori delli ſuoi ſudditi come dice el Philo
ſofo nell'ottauo dell'Eth.che ci effetto ſpeciale
deuonohauer cura di eſſi. Hebbetalſollecitudi
ne Filippo Re de Macedoni circaFiſia, qual co
me ſcriueVegetio nel libro terzo di Re militari
quan
ribro secondo. 11;
quantunque eſſo l'haueſſi offeſo, vdendo che era
nobile, ma premuto grandemente dalla pouertà
con tre figliuole dimando ſe era meglio la parte
egra del corpo tagliarla, è piu preſto curarla e co
gnoſcendo il meglio, a ſe familiarmente il traſſe,
cpreſa della pecunia delle ſue domeſtiche facoltà
le ſouuéne,eperlauuenire gli fu piu fedele. Inol
tre per che li Regi e principi hanno comune atio
ne, &vniuerſal diligenza de ſudditi, non baſtado
vn ſolhuomo alle proprie Ationi, biſogna, che
in molte coſe manchino, per che il gouernare, e
giudicare el popolo, e prouedereà ciaſcheduno
ſuddito ſecondo li meriti ſuoi, traſcende la virtù
naturale, per la qual coſa è chiamato il gouer
no d'anime arte dell'arte, per che in vero è coſa
molto ardua, che quello il qual né sà tenere il fre
no di ſua vita,habbi da eſſere giudice dell'altrui,
per la cui cagione nell'aſſuntione di Saul, e nell'
Vintlon i per Samuel Profeta in Re gli fu co

mandato aſcendeſſi à luogo deprofeti,ù cagione,


che iui per eleuatione della mente profetando
con eſſi, circa al gouernare el popolo riceueſſi
dalla Diuina influenza la notitia di quelche ha
ueſſi à operare. il che fatto fu (come appare nel
i"rimo de Re)acciò ſi cognoſceſſi eſſer impoſſibi
alli Regi e principi non errare, ſe non ſi con
uertano à quello, che il tutto gouerna, e di eſſo è
conditore, e per queſta cagione ſi dice nel Eccl.
delli Regi dell'Iſdraelitico popolo Dauid, Eze
chia,e Ioſia, i quali quantunque fuſſero huomi
H ni
I I4 Pel Reggimento de Principi
nifpirituali,e illuminati da Dio tutti peccorn
per dimoſtrare la noſtra imperfetione, e difetti
uali ſi ſoutiene per il beneficio delle Limoſine.
londelipoueri ſono ſoſtentati,ſi come per Daniel
" fu detto a quel principe pagano Re di Ba
ilonia Nabuc.ilquale era monarca generale di
tutto l'Oriente riſcattati(diſſe il prefato Profeta)
dalli tuoi peccati con le limoſine, 8 le tue iniqui
tà conuertiſciin Miſericordia de poueri, ſono a
dunque eſſelimoſine quali " principi alli
biſognoſi, quaſi vno iſtruméto in coſpetto del ſi
gnoreà ſoluereli debiti de ſuoi peccati come di
ce el Ph delle monete in riſpetto delle coſe vendi
bile,eſi come la pecunia è miſura nelle i"
tioni per la vita corporale, coſi la limoſina nella
vita ſpirituale, per il che è detto nell'Eccl.eſſerla
limoſina dell'huomo come vn ſacco, che conſer
ua la gratia delli huomini. come la pupilla dell
occhio da queſte coſe dette à baſtanza è manife
ſto qualmente è opportuno alli Regi e principi
nellor Diminio del comune errario della Rep.al
li poueri prouedere, quindi aduiene che in ogni
rouincia città, e caſtella a tal eſercitio,e miniſte
rio ſono inſtituti hoſpitali per li Regi, e princi
pi,e gentilhuomini per " o dell'ino
piade meſchini, 8 non ſolo apo de fedeli, ma an
do appreſſo gl'infedeli, concioſia che iſtituiuano
à ſuſtitatione debiſognoſi, ſpedali, e gli nomina
uano e dedicauano a Gioue, come appare nel ſeco
dodc Mach, per l'effetto della benignità e º"GINO
ribro secondo. “ ºr;
che al pianeta di Gioue ſecondo li Aſtrologi at
tribuiuano. Affermano anco le ſtorie di Ariſt.
che lui mandò al Magno Aleſſandro lettere eſor
tatorie, che lui fuſſe ricordeuole delle neceſſità
de biſognoſi per aumento della proſperità del
ſuo Regno. - -

come a ciaſcheduno Dominante fa di neceſſità attende


re al culto Dinine. cap. x Va.
DI preſentedouiamo trattare del Diuino cul
º to, à cui li Regi e principi deuono ſtudiare
con ogni loro sforzo, e ſollecitudine.comeè De
bito fine, e perciò di queſto nell'ultimo capitolo
ſi tratta, di cui el magnifico ReSalamone nell'Ee Vlt. c.
cl. ſcriue coſì dicedo: tutti aſcoltiamo el fine del
parlare..cioè,temi Dio, 8 oſſeruali ſuoi coman
damenti perche queſto è veramente eſſer huomo,
e quantunque queſto fine à tutti ſia neceſſario,
cioè il Diuino culto, & la reueréza per la oſſerua
tione delli comádaméti (come già è detto) nulla
dimeno piu ſi appartiene al Re percheè Dio piu
è debitore delli altri per tre beni, che in lui ſi ri
trouano, cioè,perche è Re,eſſendo lui ſingular
mente da Dio creato tutte le altre creature dicen
dole fece, ma quando creò l'huomo diſſe faccia
molo ad imagine, e ſirmilitudine noſtra; la onde
l'Apoſtolo nelli Atti apoſtolici referiſce le parole
di Arato poeta dicente, che noi ſiamo del genere
di Dio, in queſta parte tutti noi huomini ſiamo
- i H 2, debi
p 16 pel Reggimento de Principi
debitori a Dio in generale alla Diuina Reueren
za e queſto è il primo precetto della prima tauo
la.onde fu detto nel Deut. all'Iſdraelitico popo
lo per Moſe, e conſequentemente à noi. Aſcolta
Iſdraelil tuo Signore Dio. quale è vn ſolo come
che diceſſi egli,è ſolo, a cui ſi deue reuerenza, Se
l'honore, per che da lui ſolſemo creati,e con cer
taſingular prerogatiua prodotti, per il che hanu
ta queſta conſideratione, di tanto benefitio ſot t
togiugne Moſe nel medeſimo luogo dicendo:
Ama il ſignore Dio tuo con tutto il tuo Quore,
anima,e forze,volédo in ciò dimoſtrare, che del
tutto noſtro eſſère ne ſiamo à Dio debitori, e per
tal ricognitione fu inſtituto el precetto delle De
cime, a cui ogni perſona e obligato, non in quan
tità del numero, ma di ciaſcheduna coſa per la
detta cagione, ma quantunque ogni perſona ſia
obligato a queſto, molto piu el principe etiam
dio come priuata perſona, in quanto che piu par
tecipa della nobiltà dell'humana natura per ra
ion di ſuo genere da chi trae origine, e ſua no
i" prouael Ph nella ſua Retthorica.
Moſſo Ottauiano Aguſto da queſta conſideratio
ne(ſi come narrano le ſtorie)non ſoffrendo e Di
uini honori quali dal Romano popolo li erano
dati per la formoſità di ſuo corpo, 8 probi
tà del ſuo Animo. cercò el ſuo fattore & creatore
dalla Sibilla Tiberina, il quale trouato adorò e
con publico editto prohibì, che neſſuno del po
polo per il tempo aducaitelo adoraſſe, ne
- e
ºi CC: 1
zibro seconde. V fi7
rei'chiamaſſe Secondario in quanto che è ſigno
re atteſo, che non è poteſtà ſe non da Dio come
-
v
v
v
afferma l'Apoſtolo alli Rom. la quale invece di
Dio lui eſercita in terra, per cui tutta la virtù del
Dominio ſuo depende e oue nel dominio è de
pendentia,iui è neceſſaria ia reuerenza al ſuperio
re, eſſendo, che l'inferiore per ſe ſteſſo non è nul
la, ſi come vediamo delli miniſtri nelle corti Rc
gali però nell'Apocal, tutte le volte che ſi tratta
del miniſterio delli celeſti ſpirti per ſe motori nel
le Ationi, e gli animali, li quali piu preſto ſono
agitati, che loro agitino da vehemente irradiatio
ne Diuina, & ſono diſegnati in miniſterio ſe non
di eſſi, e ſotto giugne che caſchorno nelle ſue fac
cie & adororno Dio,i quali certamente ſono dua
atti di latria, cioe, di Diuino culto, la onde d
ſcritto in Daniello di Nabuch gran monarcha
nell'oriente, perche lui non riconoſceua el ſuo
Dominio da Dio, fu in quanto alla ſua Imagina
tione trasformato in beſtia, e li fu detto ſopra di
te ſette tempij ſi muteranno, inſino che tu ſappi
l'eccelſo dominare nel Regno delli huomini, e
che quello da a chi li piace. Moſtrano anco le ſto
rie: che Aleſſandro fu admonito, per che andan
do lui in Giudea con propoſito di deſtruggere la
" , appropinquandoſi à Hieruſalemeira
to,ſiliapreſsò el ſommo pontefice in candida ve
ſte con li miniſtri del tempio, in tal maniera ſi fa
ce manſueto che deſcendendo da cauallo, lui in
vece di Dio reuerì,8 entrato nel tempio l'hono
-- - - 14 3 rò
i 18 pel Reggimento de principi
rò con maſſimi doni e tutta la gente per la Diui
na reuerenza dette alla libertà. vltimamente è oe
bligato al diuino culto non ſolo come huomo,e
ſignore, ma etiandio come Re, mercè che è vnto
con olio conſacrato, ſi come è noto delli Regi
dell'Iſdraelitico popolo, quali erano vinti per le
mani de profeti, per la cui cagione Chriſti del ſi
gnore erano nomati per la eccellenza della virrù
egratia nella coniuntione con Dio, di che douer
rieno eſler ornati,ſecondo adunque queſta vntio
ne conſeguiſcano ſpecial Reuer & delatione di
honore, la onde Dauid perche ſpezzò la clamide
di Saul Re percoſſe il ſuo petto in ſegno di peni
tenza, come è ſcritto nel primo de Re. Dauide
tiandio quando lamentabilmente piangeua la
Morte di Saul, e Ionata, in tal guiſa prepon la
querela dell'irrcuerenza delli Alienigeni, quali
hebbero audacia di occidere el Re Saul. come ſe
non fuſſevnto dell'olio ſacro manifeſtaſianco la
ſantità di queſto nelli geſti de franchi, e del bea
to Remigio ſopra Clodoueo primo Re chriſtia
no in trali Regi de franchi, il quale fu vnto di o
lio traſportato di ſopra per la colomba, e li poſte
ri ſono vinti con ſegni e portenti, apparenti per
lavntione predetta. Inoltre come " goſt.
in dettavntione era figurato elvero Re,e ſacerdo
te ſecondo Daniel profeta dicente, quando verrà
el ſanto de ſanti ceſſerà la voſtra vntione, in qua
to adunque tengano la figura in queſta vintione
di chi è Redelli Regi & ſignor delli ſignori, che
- º º i è Chri
zibro setendo. i 19
è Chriſto noſtro ſignore ſi come è ſcritto nell'A
pocal.ſono debitori li Regi ad imitarlo, a cio ſia
debita proportione della figura al figurato, e del
l'ombra al corpo, in cui il vero e perfetto culto
diuino ſi conclude, manifeſtaſi adunque per ciò
quatto ſia neceſſario a vn principe che lui ſia a
Dio deuoto,e reuerente, ma precipuamente al
Re per la conſerua del ſuo Reggimento, il cui e
ſempio cauiamo dal primo Re di Roma(Romo
lo dico)il quale ſecondo le ſtorie nel primordio
di ſuo gouerno nella città di Roma fabrico l'Aſi
lo, qual nominaua tempio di pace, e lo apliò di
molte & molte grazie, per cui tutti li ſcelerati,
quali in quello rifuggiuano gli rendeua immuni
chi dopoi fu negligente nel culto Diuino, e quel
li che furon feruenti lo ſcriue Valerio Maſſ. nel
principio del ſuo libro. che dirò io delli deicoli
Regi coſi nel nuouo come nel vecchio Teſtame
to impero che quelli quali furonſolleciti alla di
uina Reuerenza felicemente conſumorno el cor
ſoloro, e quelli che per il contrario furon negli
genti conſeguirno infelice eſito, dicano ancole
ſtorie che in ogni monarchia dal principio del
mondo tre coſe hanno hauuto comune ordine,
cioè el Diuino culto, la ſapienza ſcolaſtica, eſe
colar potenza, le quali certamente in tra loro tre
ſcambieuolmente per ordine ſono conſeguite,e
nel Re Salamone per li ſuoi meriti ſi con "
no,atteſo che per la Diuina reuer quando diſce
ſè in Hebron aſſunto quel luogo conueniente
H 4 pse
12 o Del reggimento de principi
er l'oratione, conſeguì la ſapientia e e dall'Vno,
i" in proceſſo di tempo nella Regal virtù
hebbe eccellenza ſopra tutti li Regi di ſuo tem
i; ma partendoſi poi dal vero culto Diuino,
ebbe infelice eſito. queſte coſe adunque perti
nente al gouerno di ciaſcheduno Domi
- nio, 8 precipue Regale in queſto li
bro ſia detto a ſuffitienza,
ºr se e se
- V
- , ºk e ºr
- º ir
v ir

il fine del ſecondo zibro.

- ,

- º

f
-
,
i - - - n 2 tº

IL T E R Z O LI B R O
DEL REGGIMENTO
DE PR I N CI PI,
. Dell'Angelico Dott.S.Tommaſo al Re di Ci pri,
Tradotta invulgare per Don Valentino
Monaco di Vall'ombroſa,

Come ºgni dominio è da Dio. cap. Primo.

Sſendo che il Quor del Re è in


Mano di Dio, e lo inclina(ſi
gl come è ſcritto nelli Prouer.)
º, ouegli piaceſi come publica
- per manifeſto editto quel gri
Monarcha dell'oriente, cioè
- - Ciro Re delli Perſi. concioſia
che dopo la vettoria conquiſtata di Babbillonia
ale inſino alli fondamèti deſtruſſe, occiſo Bal
daſſar Re di quella iui(ſi come narrano le ſtorie)
coſi diſſe. a me Ciro Rede Perſi tutti li Regni del
Módo mi ha dato il ſignore Dio del cielo,da che
p" manifeſtamente da Dio prouenire ogni
Dom.come dal primo ſignore e dominatore, Se
queſto ſi può prouare per tre vie accºnate dal Fil.
la prima in quato che Dio è, ſecondo come mo
tore, vltimo come fine, perche egli è il primo eſſe
te da cui fa di biſogno dependa ogni eſſere, coſi
- - -

-
- Come
Il 22 pel reggimento de Principi
come ogni caldo participato, e ſecondario, de
pende da chi è caldo primieramente, e di ſua na
tura, come il fuoco, ſi come adunqueogri eſſere
depende dal primo, coſi ciaſcheduno Dominio
dal primo dominante.atteſo che quello è fonda
to ſopra l'eſſere, e tanto piu nobile eſſere, quan
to che a dominare ſopra li huomini in natura
coequali è prepoſto, la onde trae la cagione da
non inſuperbirſi, ma httmanamente el ſuo popo
logouernare, come dice Seneca nell'Epiſtola a
Lucullo, però è detto nell'Eccleſiaſtico ſe ſei po
ſto rettore non li innalzare,ma ſia con quelli qua,
ſi vno di loro. Adunque ſi come ogni eſſere dal
primo depende come da prima cauſa, coſi ogni
Dominio della creatura da Dio come da primo
Dominante, e primo eſiſtente. Inoltre la moltitu
dina qualunque la ſia procede da vino, e pervno;
è miſurara, come proua el ph. nell'ottauo della
ſua phiſica, in ſimil modo adunque è la moltitu
dinede dominanti davno ſoldominante il qua
leè Dio, ſi come vediamo nelle corti Regali, che
in diuerſiofitij molti ſono li dominanti, ma tut
ti dependano dal Re, quale è vno - Diceanco el
Ph che ſi come è Dio riſpetto a tutto l'uniuerſo,
coſieldtica all'eſercito, da cui tutta la Moltitu
dine delle ſchiere depende, queſta fu la cagione
che Moſe nell'Eſodo chiama Dio duce del popo
lo, dicendo tu ſei ſtato Duca nella Miſericordia
tua al popolo, quale hai redento adunque il do
minio ha il ſuo principio da Dio,
- - -
pº" º
R6Gige
r ritrorrze i 2,
medeſimo la virtù è proportionata all'eſſere e ad
eſſo ſi adequa, perche la virtù ha l'influenza dall'
eſſenza della coſa (come è manifeſto per il ph.)ſi
come adunque l'eſſer creato ſi ha dall'increato,il
quale è Dio,coſi la virtù o potenza di ogni eſſen
. za creata ha la virtù dall'increata, ".
erche tutto quel che è in Dio è l'iſteſſo Dio.Tra
i" adunque ogni creato eſſere dall'increata
eſſenza, da quella in conſequenza anco depende
ogni virtù, epotenza, e coſi ogni Dominio ſarà
dall'increata virtú,che Dio "idetto)
però ben dice l'Apoſtolo allihebrei, che Dio por Cap. I
tael tutto con il verbo della ſua virtù 8 nell'Ec
cleſiaſtico.vno è l'Altiſſimo Repotente, 8 gran
demente tremendo, ſedente ſopra il trono Dio
dominante nelle quali parole a pieno ſi manife
ſta da cui ogni creatura ha l'eſſere la potenza, e
l'operationi, e per conſequenza el dominio, e
molto piu elre(come ſopra ſi è detto) Prouaſi
dipoi
r- i con
:: la conſideratione del Moto. - a - --
-

- i
º ? . a
capitolo 11. -

Nºn ſolo per ragione dell'eſſere, ma anco ſi


"proua per il motoprouenire el Dominio da
Dio,è prima pigliando la Ragione di Ariſt. che
fa nell'ottauo della ph. oue afferma ogni co
ſali momenti,
che ſi muoue,da
e moſſi qualchedunoeſſermoſa e nel
non darſi proceſſo in infinito º

per il che ſi ha da peruenire ad alcunomouen


- º rºse - - - -
primo - -
i 24 Del Reggimentº de principi
mouente immobile, e queſto e Dio chiamato da
Filoſ la prima cauſa. Certo è che tra tutti gl'huo,
mini che piu hanno della Ragione del moto ſo-,
noli Regi, e principi e tutti quelli che ſono ſu-,
periori a i"
nelgouernare,ò nel giudicare, e,
nel difendere, e in tutti e modi, che ſono perti
nenti alle cure degouerni, la onde Seneca coſi a
Polibio della conſolatione del fratello parlando
di Ceſare con eſortarlo al diſpregio del Mondo,
dice. Quando ti vuoi ſmenticar d'ogni coſa pi-,
lia nella tua cogitatione Ceſare, mira quanta fe.
e preſti à queſta vita, quanta induſtria comuien
- che habbia e coſi intéderai né eſſer lecito piu hu
miliarſi egliate, che tu à quello al cui numero,
ſi appoggia el mondo a Ceſare dico ſteſſo è cui è
lecito ogni coſa, ma mediante queſto molte coſe,
non gli ſono lecite, perche li biſogna difendere,
tutte le ſue caſe con vigilia, e la quiete di quelle
con ſua fatica, le delitie di tutti li ſuoi con la ſua,
induſtria la vacatione d'ognuno con ſua occupa,
tione, e da che Ceſare ſi ha dedicato tutto il mon
do,in queſta manieraà ſe ſteſſo l'hàtolto, e le ſtel
le che ſenza requie ſempre eſequiſcono el ſuo cor
ſo, mai non gia a lui ſi " , ne fatte
ſue.ſe adunque li Regi,e principi tanto hanno di
Ragione del moto, e non poſſon farlo perfetto,ſer
non per influenza, evirtù del mouente principa
le, il quale è Dio(come ſopra è prouato)per il che,
nella Sap.oueſ connumerano gl'effetti della Di-i
uina virtù per la ſua ſapienza, volendo l'Autore,
- - - -
- - -- - --
- - - zibro rerzo. 12;
dimoſtrare qualmente ogni coſa partecipe del
l'influenza del Diuino ſoggiunge dicendo che
di tutte le coſe mobile piu mobile è la ſapienza
concioſia(ſegue)che attinge per la ſua mondez
za il tutto, chiamandola aſſolutamete mádezza,
perche è " , è immiſta la Diuina virtù nel
muouere el tutto à ſembianza della corporea lu
ce,la quale in queſta parte imita la diuina natura.
Piu oltre ogni cauſa primaria piu influiſce nel
ſuo effetto, che la cauſa ſecondaria. Eſſendo che
3Dio è prima cauſa, adunque ſe in virtù di eſſa
prima cauſa el tutto ſi muoue, e l'influenza del
primo moto ciaſcheduna coſa riceue.ſara in con
cluſione el moto delli ſignori, e la lor'virtù da
Dio,e da Dio mouéte:Il ſimile vediamo nelli cor.
pi, nelli quali eſſendoui l'ordine delli lor moti,
molto maggiormente ſarà nelli ſpirituali, perche
vediamo nelli corpi, che gl'inferiori ſono moſſi
da ſuperiori, e tutti ſi riducano al moto ſupremo
il quale ſecodo Tolomeo nella prima diſtintione
del ſuo Almageſto è la nona ſpera, ma ſecondo
Ariſtotile nel ſecodo del cielo è l'ottaua. Se adun
queli corporali moti ſono regolati per il primo,
e da eſſo hanno l'influenza, molto maggiormen
tele ſpiritual ſoſtanze, per la maggiore aſſimila
tione, che hanno in tra di loro, che le fa piu atte?
riceuere l'influenza del primo, e ſupremo moto
re, quale è Dio. E queſto moto lo dimoſtra Dio
niſio Aurop.nel libro denomi Diuini, e della ce
leſte Hierarchia, diſtinguendo in quelli elmote,
- - - - - - -. - ſi come
22 º Del Reggimento da principi ra,

ſi come nelli corpi circulari el retto, e l'obliquo,


liquai moti ſono illuminationi, che riceuano gl'
inferiori dalli ſuperiori per operare(come eſpo
ne el medeſimo dottore)e per riceuere tal'illumi
natione è neceſſaria la diſpoſitione della mente,
in cui è fatta queſta influenza del moto. quelli
adunque che piu delli altri deuono eſſer prepara
ti ſono li Regi, e principi, e altri dominanti nel
mondo ſi per l'eſercitio quale hanno, ſianco per
l'uniuerſali operationi del gouerno,onde la men
te piu è innalzata alle coſe Diuine,ſianco perche
piu gli ſi conuiene, à cio la cura impoſta nel gor
uernare il gregge, el'altre coſe che ſon neceſſari
nell'ationi del gouerno,che ſopra le ſpalle loro è
poſto per quale eſcedendo la particular natura,
per tal modo dalla Diuina influenza piu ſuffi
tientemente fieno iſtrutti in tal maniera leggia,
mo ſi diſpoſe el Re Dauid per la cui cagione dal
moto della prefata illuminatione ſopra tutti li
Regi, e " meritò ne ſuoi ſalmi lo ſpirito di
profetica intelligenza, e per il contrario li princi
pi infedeli, di " de quali fa mentione Da
niel profeta come di Nabuc,e di Baldaſſar il par
dre,el figliuolo meritorno eſſere, da cui la influ
enza della Diuina Illuminatione moſſe la loro
fantaſia in uiſione imaginaria, è cio ſapeſſino
quelche era da farſi per loro nel gouerno Regale
ma perche la mente di quelli non era diſpoſta,
ma inuolta nelle tenebre delli peccati,gia non po
terno venire à quella notitia. Per la qual coſa è
Daniele

\
- Librererzo. a 27
Paniello inſignito del lume di profetia fu detto.
a te fu dato ſpirito d'intelligenza per poter que
ſto interpretare à cio ſi verificaſſi e detto di Sala
monenelli Prouer. Mio è il conſiglio,mia l'equi
tà,mia la prudenza e mia è la fortezza, per mere
gnanoli Regi, &li conditori delle leggi diſcerna
noel giuſto, e per me ſignoreggiamoli potenti, e
li principi diſcernano la giuſtitia, e coſi è manife
ſto qualmente ogni Dominio è da Dio in conſi
deratione del moto. - :
- - -

Proua elſanto Dottore il medeſimo per conſideratione


del fine cap, aiz.
APpare anco al medeſimo riſpetto al fine, atte
ſo che ſe per ragione dell'intelletto, dell'huo
mo è operare per il fine il quale ſi prepone in
i" atione, e in ciaſcheduna coſa ogni natura
adunque quanto è piu intellettiva, tanto mag
giormente opera per il fine: eſſendo Dio ſomma
intelligza,e Atto puro, la ſua atione Intellettua
le includerà ſupremamente elfine, però biſogne
rà confeſſare, che nel fine di tutte le coſe createſi
f" l'Atione dell'intelletto Diuino, qua
enominiamo Diuina prouidenza, per cui Dio
il tutto diſpone, che conduce in debito fine, no
minandola coſi el Diuo Boetio nel ſuo libro da
conſolatione, ſecondo la qual Ragione è ſcritto
nella ſap, che eſſa ſapienza attinge il fine, inſino
al fine con fortezza, diſponendo il tutto con i
- - U14
118 Del Reggimento de i 4

uità, per il che ſi conclude che ciaſchuna coſi


quanto viene ordinata à piu eccellente fine,tanto
piu partecipa dell'Ation Diuina, e tale è il Re
gno di qualunque communità, collegio politi
co,ò vero regale, e di ciaſcheduna conditione,
per il che dice el Ph. nel primo dell'Ethica inten
dendoſi nel gouerno nobiliſſimo fine, in quello
anco s'intende la Diuina Atione, e ſua virtù ſot
to di cui ſottoiace il gouerno delli ſignori, e per
auuentura quindi trahe origine el detto del prefa
to Fil.nell'Eth. dicente che il bene comune dalla
verità è chiamato potenza. In oltre nel gouerno
il gouernante deue attédere, che li cittadini ſieno
indrizzati nel viuer ſecodo la virtù,imo che quel
lo è il fine (come ben dice detto Ph. nel ſecondo
dell'Eth.) di eſſo legiſlatore, per il che afferma
l'Apoſtolo a Timor che il fine del precetto è la
charità, ma a queſto fine né potiamo aſcºdere ſen
zala diuina motione, ſi come neanco il calore
ſcaldar puote ſenza la virtù del fuoco ne riſplen
dere ſenza virtù della luce, e tanto è piu alta, &
eccellente la motione del primo mouente,in qui
tola Diuina virtù, ſale, e traſcende ogni virtù
creata, e ciaſchedun genere di operatione, é piu
forte influiſce, in tanto che diſſe Eſaia, che tutte
le noſtre opere in noi el Signore opera, e l'euange
lica voce intuona. Senza me (diceua Chriſto)nò
potete far coſa veruna. Muoue anco al medeſi
mo fine l'efficiente, e con tanta maggior effica
cia, quanto che il fine è piu nobile, e migliore, ce
- . me eſem
zibro rer? o. I 29 )
me eſempigratia el bene della gente in riſpetto
di vna città,ò divna famiglia.el fine di vero a cui
principalmente deue attendere il Re in ſe ſteſſo,e
nelli ſuoi ſudditi è la beatitudine, la qual conſi
ſte nella viſione di Dio e perche queſta viſione
perfetiſſimo bene maſſimamente deue il Re muo
uere, & ogni ſignore, che li ſudditi quella conſe
guiſchino. perche allhora ottimamente reggeſe
à tale fine è intero. In tal maniera reggeuali ſuoi,e
gouernaua quel Re,e ſacerdote Chriſto Ieſu, che
in ſan Giouanni diceua. Io dò la vita eterna a
quelli, e per queſta cagione affermaua eſſer venu
toacio haueſſero la vita, e abondatemente la poſ
ſedeſſero. A ſua imitatione lo fa il Requando ſo
pra del ſuo gregge, come buon paſtor vigila, per
che allhora ſopra di quello la Diuina luce ſpan
dei ſuoi razzia cio ben regga, a guiſa delli paſto
ri nella naſcita del noſtro Re,e ſacerdote.E le det
te illuminationi al buon gouerno nel principe, e
nelli ſudditi pigliano il moto circular, retto, &
obliquo,de quali è diſtinto di ſopra, e ne parla el
beato Dioniſio nel quarto libro de Diuinis.n.
atteſo che queſto moto ſi dice eſſer retto, perche
è fatto per diuina illuminatione ſopra del prin
cipeà ciò bé regga, 8 ſopra del popolo per il me
rito del principe, ma è chiamato obliquo quan
do per diuina illuminatione coſi regge li ſuddi
ti, che viuono virtuoſamente, e inſurge in eſſi la
Diuina laude, é il referire à Dio le gratie, che ſia
quaſivna figura arcuale diretta corda, 8: i
-- I cbli
1 3o nel Reggimento de Principi e
obliquo. Ma il moto circulare è delli Diuini "i
gi, quando la Diuina illuminatione irraggia el
principe, e li ſudditi, per cui ſi eleuano in con
templatione di Dio,el'amano, e viene per ciò cir
cular moto chiamato, perche procede dal mede
ſimo, in cui termina, e finiſce dal punto al pun
to, che è proprietà del circular moro, el quale po
ncil Ph.nel cap. 12. delle Meth. eſſer prima cau
ſa, è il primo motore Dio muouere l'altre coſe
come deſiderato, cioè per ragion del fine, che è
Pſ 71 lui ſteſſo, di cui parla el " : concedi il tuo
iuditio al Re, e la tua giuſtitia al figliuolo del
i" riceuino li monti pace al popolo,e la giuſti
tiali colli: le qual coſe ſon deprecatine del Re,
di ciaſcheduno ſignore ea Dio per il buengouer
no del popolo, a cui principalméteſi deono sfor
zare come è detto. e perche la mente coſi diſpo
ſta hanno dalla diuina influenza per riceuerela
ſalutedelli ſudditi, ſubito ſottogiugne: diſcen
derà come la pioggia ſopra la lana, e come goc
cie di acqua diſtillante ſopra della terra, e in quei
giorni naſcerà la giuſtitia e l'abondanza della pa
ce,le quai coſe quantunque primieramente fieno
dette per Chriſtovero, eſacerdote, nondimeno
alli reggiti per lui anco ſi adatta, la onde perque
ſto è manifeſto, che il dominio è da Dio in rela
tione al fine, è vero remoto, il quale è lui ſteſſo,o
ſi propinquo, quale è l'operare ſecondo la virtù.
- e - -
2 l Cºyºgg
zibro rero. 13 r

come il dominio romano fu da Dio prouiſto per il Cele


della patria. cap. I I I I.
Vronoli Romani in tra tutti li Regi e princi
pi del mondo alle predette coſe grandemente
ſolleciti la onde Dio gli ſpirò al buon gouerno,e
quindi degnamete meritorno l'imperio di tutto
il módo. lo proua Agoſtinella Città di Dio ci di
uerſecagioni,e ragioni.le quali di presete le ridur
remo tutte in tre. vna riſpetto all'amor della pa
tria, ſeconda per ilzelo della giuſtitia, terzo dal
zelo della ciuil beneuolenza, la prima virtù era
ſuffitienza degna del Dominio, con cui partici
pauano certa natura Diuina per ragione, che il
ſuo affetto era tranſportato alla comunità, atte
ſo, che ſi circunuolgea all'vniuerſali ationi del
popolo, ſi come Dio è cauſavniuerſale delle co
ſe, però afferma el Phil.nel 1.dell'Eth.che il bene
della gente è bene diuino,e per il regal gouerno,
& ogni Dominio importa comunità, onde vien
concomitato il premio ſecòdo la qualita del me
rito, e queſto ricerca la conditione della Diuina
giuſtitia a ciaſchedun rendere la mercede ſecon
do l'opera della virtù, a ciò ſi adempiquel, che è
ſcritto nell'A poc.che l'opere loro ſeguirno quel
li, & in San Matt. che Dio diede à ciaſcheduno
ſecondo la propria virtù. In oltre l'amor della pa 25.
tria è fondato nella radice della charità, la oueil
ben comune al proprio, e non il proprio al co
- 2. mune
1 3 2. Del Reggimento de Principi
mune è antepoſto, ſi come afferma eldiuo Ago
ſtino, eſponendo Paulo Apoſtolo quando parla
della charità. Veriſſimo è, che la virtù della cha
rità nel merito antecede ogni virtù, cicioſa, che
il merito di ogni virtù depende dalla charità.
Adunque l'amor della patria ſopra le altre virtù
merita grado di honore. e queſto è il Dominio,
dall'amor della patria adunque degnamente al
cun côſegue il principato, di cui dice Tullio nel
libro de officiis, che in tratutte le ſocietà, neſſu
na è più grata, nulla più cara, che quella, qual
perſeuera con la Rep.a tutti ſon carili paréti,ca
rili figliuoli, cari li propinqui, e familiari, ma
ogni propinquità di tutti abbraccia la ſua pa
tria, per cui neſſun buono è da dubitare apetirla
morte ſe per eſſa gli può profittare. Quanto dive
ro ſia ſtato nelli antiqui Romani l'amor della pa
trialoreferiſce Saluſtio nel Catelinario, connu
merádo alcune virtù di quelli in quali dett'amo
reſi include. Non crediate (dice egli) li noſtri
maggiori con l'armi la Rep. di piccola hauerla
ampliata, concioſia, che maggior copia di arme
ſi ritrouahoggiapo di noi, ma perche in eſſi era
in caſa l'induſtria, fuori il giuſto imperio, nel cd
ſiglio l'animo libero, non erano ſuggetti al delit
to, e libidine, 8 in queſti cambi noi hauiamo la
luſſuria, l'auaritia, la publica egeſtà, e la priuata
opuléza,laudiamo le ricchezze, ſeguiamo l'iner
-
tia, e in trali buoni, 8 cattiui nulla facciamo di
ſcrepanza, ma tutti li premi delle virtù p"
º - am
-
zibro rerzo. 133
l'ambitione. Di piu l'amore della patria appar
contenere el primo, e maſſimo comandamento,
di cui l'Euang. di Luca fa mentione, perche nel
zelare il comun bene aſſimila è ſe la diuina natu
ra, in quanto che in vece di Dio ha diligente cu
ra della moltitudine. Adempie ancora la diletio
ne del proſſimo, in mentre che di tutto il popo
lo a ſe commeſſo con paterno affetto vſa ſolleci
tudine, e in tal guiſa adempie e predetto coman
damento. di cui è detto nel Deut. ama il ſignore Cap.6.
tuo Dio con tutto il cuore, anima,e forze, cl proſ
ſimo tuo come te ſteſſo, e perche in queſto diuin
precetto non cade diſpenſatione: quindi aduie
ne, che Tullio della Rep. dice, che veruna cauſa
interuenir debbe, per cui ſi habbià derogare al
la propria patria. Di queſto amor patrio hauia
mol'eſempio di Marco Curtio (come ben dice
Agoſtino nel quinto della Città di Dio) il quale
come ſoldato nobile, eſſendo è cauallo armato
nella voragine della terra ſi dette precipite, è ciò
ceſſaſſi la peſtilenza della città. Similzelo hebbe
Marco Regolo, il quale la ſalute della Rep. pre
ferì alla ſua, eſſendo mediatore della pace in tra
il popolo Romano,e'l Cartagineſe cognoſcendo
cedere detta pace in detrimento della ſua patria
eleſſe ritornarſi, per la fede data alli Cartagineſi,
da quali fu crudelmente occiſo. Quanto ancora
haueſſero monde le mani dalli preſenti e princi
pi in conſerua della Rep. manifeſtare per Marco
- Curio, di cui ſcrive Valerio Maſſimo, che lui di
I 3 ſprezzò
-
3 34 Del reggimento de Principi
ſprezzò le ricchezze delli Sanniti, mercè, che ha
uendo di eſſi ottenuta la vettoria, hauendo lilo
ro legati hauuto adito è quello, ritrouatoloſe
dente in vno sgabello in ſulla piazza, che cenaua
invaſo di legno gli offerirno gran maſſa di oro,
a quali ridente voltò la faccia, dicendo dite alli
Sanniti che Marco Curio elegge piu preſto ſigno
reggiarli ricchi, che diuentar lui ſteſſo ricco, 8.
ſieui in memoria nella battaglia non poter eſſere
– vinto, ne con pecunia corrotto. Fabritio ancora,
il quale nell'honore, 8 autorità nella ſua età il
maggiore, e piu poueto di tutti ricerco dalli San
niti, quali in clientela riteneua. La pecunia, e li
ſerui, che gli donorno diſprezzò,e sbeffati in tal
– maniera gli rimandò, veramente huomo ricco
- - – ſenza pecunia, ma col benefitio della ſua conti
nenza, e zelo della patria, perche lo faceua ricco
il poco poſſedere,el poco deſiderare di tali ſi co
clude che non è conceſſa la poteſtà del dominare
ſe non dalla ſomma i Diuina quanto
- la giudica le coſe humane eſſer degne di tali do
minij, molte altre coſe dice Agoſtinel citato luo
go per le quali appare il dominio de Romani eſ
ſere ſtato legittimo, e da Dio a quelli conceſſo.
Anco à Mathatia nel popolo Iſdraelitico, e ſuoi
figliuoli, quantunque fuſſero di genere ſacerdo
tale per ilzelo della legge, e della patria nel popo
lo meritorno il Dominio come appare nel primo
e p.2. delli Mach,atteſo che eſſendo vicino a morte co
ſialli ſuoi figliuoli parlò Siate (diſs'egli)emula
CQI
Libro Terzo. , I35
tori della legge, e date l'anime voſtre per il teſta
mento delli padri e riceuerete gran gloria, e no
me eterno il che referiamo al principato delli fi
gliuoli,vno delli quali à l'altro ſucceſse, cioe Giu
da Ionata, e Simone tutti tre ſacerdoti, e Duchi
nel medeſimo popolo fiorirno. e
come li romani meritorno el Dominio per le leggi ſan
tiſſime che dettero. cap. V.
-

A ſeconda cagione per cui Degnamente li Ro


“mani conſeguirnoel Dominio fu il zelo del
la giuſtitia, con cui veramente ſi conſequirno el
principato con certa ragion di natura, da cui ha
eſordio ogni giuſto Dominio primieramente,
perche come ſcriue Agoſtino i conſigliauano
la patria con libero conſiglio: sbandeggiando
l'auaritta del dominio e ſenza illecito guadagno
gouernauano non ſi " à delitto, e libidi
ine, per le quali cagioni ſi mantenneroli Roma
nila onde gli huomini erano tirati all'amor di
quelli che per le giuſtiſſime leggi loro ſpontanea
mente à eſſi ſi ſottometteuano,e però Paulo A
iſtolo quando ſi ritrouo da troppa ingiuria veſſa
to dalli Giudei in coſpetto di Feſto principe cir
ca le parti di Ceſarea paleſtina ſi come hauiamo
nelli atti Apoſtolici,apellò a Ceſare, ſottometten c.35.
doſi alle leggi de Romani le quali quanto fuſſero
giuſte,eſante nelli medeſimi atti Apoſtolici appa
re nel prefato Feſto, perche eſſendo preſentito
- s - I 4 lisi

136 Del Reggimento de Principi


li principi de ſacerdoti, che lui era in Hieroſoli
ma, detti ſacerdoti chieſorono contro di Paulo
la dannatione della morte,a quali eſſo Feſto riſpo
ſe, che come ſuggetto alla legge de Romani per
cui non è lecito dannare alcuno,ò liberare ſe non
ſi ritrouano preſenti li accuſatori, e l'accuſatori
ceua luogo da difenderſi per ſcolpar ſua colpa,
- f"ottauo
la qual coſa dice el medeſimo Dottore nel
decimo libro della Citta di Dio che
piacque à eſſo Dio le terre del mondo per ".
mani debellare, a cio in vna ſcielta della Repub.
pacificaſſe. Ancora perche è di ragion natutale
che chi di altrui tien cura ne riporti la mercede,
perche come è ſcritto nelli prouer.Dio a ciaſche
duno ha commeſſo la cura del proſſimo per la
cui ragione le leggi concedono poterſi le coſe di
altrui contrattare, e fare ſpeſe,e cauarne il premio
ſecondo il merito dell'operationi, quando detti
beni ſon maltrattati dalli padroni, o da altri ret
tori per quanto è detto appare conſono alla natu
ra, che ſia conceſſo il Dominio per conſerua del
la giuſtitia,e pace,riſecati gl'inſulti, e diſcordie.
Inoltre appare eſſer prouiſto, che li cattiui ſieno
i" li buoni rimunerati, e queſto è vffitio del
i Signori facendo in cio l'vffitio del proſſimo,
à cio quindi ne riportino la lor i perche
da queſto riceuono le vettouaglie, e li tributi pe.
c.13. rò quando l'Apoſtolo alli Romani dimoſtrò da
Dio prouenire ogni Dominio, dicendo.non è po
teſtà
s -
ſe non. da Dio, e poi inultimo conclude,i
- QllCleº
- zibro rerzº. 137
ende eonuien preſtare e tributi, con cio ſia che li
Signori ſono miniſtri di Dio, che in queſta guiſa
a lui ſeruano. e però li huomini virtuoſi quan
do con ſua probità ſopra delli altrui vagliano,
e poſſono per il gouerno della moltitudine del
popolo, quale ha biſogno di eſſer retta e non hà
rettore, pigliono la cura, e indrizzano li popoli
ſotto le leggi il che fanno non tanto per iſtinto
di Dio, ma anco tengono in terra e luogo di eſſo
Dio,perche conſeruano la moltitudine delli huo
mini in ciuil ſocietà, di cui l'huomo ha neceſſità,
eſſendo Animal naturalmente ſociabile come af .
ferma el Phil.nel primo della polit. onde in que
ſto appare il Dominio eſſer legittimo il cheanco
proua Agoſtino nel quarto della Città di Dio
oue dice che ſe la giuſtitia ſi tralaſcia, oue queſto
aduiene.li Regni non ſono altro, che latrocinii
ma ſe vi è quella, appare ogni dominio eſſer con
ceſſo e prona queſto ſuo intento con l'eſempio di
vn pirata diamato Dionide, il quale eſſendo pre
ſo dal magno Aleſſandro, fu ricerco da lui per
qual cagione infeſtaſſi el mare a cui con libera
contumacia riſpoſe Io che con picciol nauilio in
feſto el mare ſon chiamato ladro, ma tu che gran
de Armata poſſiedi ſei nominato Imperatore. la
Ragione adunq; perche alli Romani fu da Dio
conceſſo el Dominio ſi è perche con ſantiſſime
leggi ſon ſtati mandati come à retta via alli hono
ri, Imperii, e gloria, ne ſi poſſono dolere della
-
giuſtitia del ſommo e vero Dio, atteſo, che rice
- ucrino
-
a 38 , Del Reggimento de Principi
auerno le loro mercede,giuſtamente dominando,
e legittimamétegouernádo. Quito che fuſſe apo
li antichi Romani Conſoli il zelo della giuſtitia
dótro alli cattiui ſi manifeſta p l'opera di Bruto,
“il quale né perdonò alli propri figliuoli la diſſen
fione, che cocitarno nel popolo dal cui vigor del
la giuſtitia meritauano la morte, vincendo in lui
come diſſe il poeta,l'amor della patria e la cupi
digia della gri laude.narra il ſimile di Torquato
che fece al figliuolo, il quale cotrafacédo all'edit
to paterno,aſſaltò il nimico prouocato da gioue
nil'ardore, e benche reſtaſſe vincitore mercè, che
lui eſpoſe l'eſercito a pericolo lo condanò à mor
seà cio né fuſſi alli poſteri di mal'esepio dell'Im
perio ſprezzato, che la gloria del nimico occiſo.
di cui parlado Valerio Maſſimo dice, che gl'eleſſe
mancarliel figliuolo piu preſto, che perdonare le
trasgreſſioni della Militar Diciplina: e coſi vien
º
manifeſto come per zelo della giuſtitiali Roma
ni meritorno il Dominio. -

come gli fu da pio conceſſo il Dominio per la ciuil


beneuelen a. cap. ri.
A terza virtù, per cui li Romani "
“il mondo, e meritorno il Dominio fu la ſingo
lar pietà, e la ciuil beneuolenza, perche come di
moſtra Valerio Maſſimo nel quinto libro la dol
cezza dell'humanità penetra gl'ingegni dellibar
bari,la onde è ſcritto nelli proner che la dolce "
º - - IQlà
ribro rerze. 139
rola multiplica gl'Amici, e mitiga e nimici;e piu
la riſpoſta molle, e ſuaue ſpezza l'Ira;el duro pare
late " furore e cio procede dalla generoſità
dell'animo humano come afferma Seneca, per il
che piu preſto è condotto, che tratto, mercè, che
la mente ha certa grandezza per cui è impatiente
di ſuperiore, ma da certa deletratione direueren
za è mitigata, e ſoggiogata, la onde el phil. nel
l'ottauo dell'Eth. dice : che la beneuolenza è
principio dell'amicitia, quanto di vero gl'anti
chi Romani ſieno in queſta virtù ſtati eccellenti,
per cui l'eſterne nationi traeſſero al ſuo Amore,
ſe ſe ſteſſe metteſſero ſpontaneamente el collo ſot
to di lorgiogo, non mancano gl'eſempi. primie
ramente di Scipione, il quale come referiſce Va
lerio Maſſimo nel quarto libro eſſendo in ſpagna
principe dell'eſercito Rom. contro della gente
di Annibale toccando il vigeſimo quarto anno
di ſua età hauendo in detto luogo ridutta Car
tagine in ſuo potere, la qual citta fu edificata dal
li Cartagineſi,intra le altre ſpoglie e prigioni pre
ſevna vergine di eſimia, e ineſtimabil bellezza la
qual cognoſcendo eſſer ſpoſata, e nobile in tutta
e imaculata la reſe alli parenti, aggiugnendo
l'oro, che gli fu dato per ſuo riſchatto alla dote
di quella, dal cui egregio fatto attraſſe e nimici
all'amor de Romani, ammirati di ſi continente,
e caſta moderatione atteſo che come referiſce el
medeſimo autore eſſendo lui nella giouenile età
prona alla libidine, in tanta libertà, da ſibella
CTCall Til
14o - , Del Reggimento de Principi
i creatura fi conteneſſ illeſo da ogni delitto, però
Tito Liuio nella punica guerra narra come Sci
pione parlò allo ſpoſo della prefata vergine, nel
cui parlare dimoſtrò la ſua pudicitia alli princi
pi imitabile, e meritoria di dominio. Scritte an
coilprefato Tito Liuio di detto certa beneuolen
zainduttiua nella prenarrata vettoria, cicioſia,
che mettendoli preſſi di Romani gli eſortò tutti
“primieramente ad hauer buon'animo à ciò obli
gaſſero piu gl'huomini con benefitij,che có pau
ºra,el'eſternegenti ridurle in lor poteſtà con fede,
e mutua ſocietà che hauerle ſuggette con triſto
ſeruitio. parla di queſto anco Agoſt. nel primo
' della città di Dio, che la proprieta delli Romani
era il perdonare alli ſuggetti, e debellare li ſuper
bi, eleggendo piu preſto perdonare le ingiurie
riceuute anzi che perſeguitarli. referiſce el mede
ſimo dottore in detto libro di Marco Marcello,
il quale pigliando Siracuſa, auanti alla ſua roui
na perla di lei compaſſione pianſe, 8 anco eſſo
fu di tanta pudicitia, e di continente animo, e di
benignamente, che auanti impugnaſſi la fortez
-za conſtituì con publico editto, che né fuſſe vio
lato alcun corpo libero, a che piu eſempi,còcio
ſia che etiandioli Machabei, Iuda, Ionata, eSi
mone del genere giudaico de quali è proprietà
schifare il côſortio di tutte le altre nationi ſi per
che ſono saturnini (ſi come afferma Macrobio
ſopra del ſogno di Scipione, ſianco perche gliè
vietato dalla legge, nondimeno eſsi
-
esisi iº,
zibro T-ero. I4I
la beneuolenza delli Romani contraſſero ſeco
amicitia com'è ſcritto nel primo de Mach.laoue cap.8
in tra le altre coſe memorabile di quelli onde li
popoli, e diuerſegenti traheuono al ſuo amore e
politica ſoggettitudine, ſotto compendio è inſe
rito che in trali preſſi di Romani neſſuno porta
ua il diadema, ne ſi veſtiua di porpora, per eſſer
magnificato in quella, e perche fecero la curia: e
cotidianamente ſi conſigliauano trecento huo
mini ſopra della moltitudine, acciò quella ope
raſſe opere degne, e commetteano il ſuo magiſtra
toà vn'huomo per ciaſchedun'anno in dominio,
di tutta la terra e tutti a vno obediuano, e nò era
inuidia,ezelo in tra di loro, la oue è da conſide
rare quanto in quel tempo era ordinato il gouer.
no politico nella città, il che era precipuo moti
uo di ogni natione, e delle ſue prouincie di appe
tire il Dominio loro, 8 a quello ſottoporre il col
lo, era anco in quelli altro prouocatiuo di ſug
gettitutine, perche dalla cupidigia del domina
re non ſi nominauano ſignori, ma compagni, e
amici, 8 però Giulio Ceſare in Suetonio hà ſcrit
to, che li ſuoi ſoldati non ſuggetti, ma copagni, e
comilitoni chiamaua, e parimodo gl'antichi Ci
ſoli ferno delli giudei, li quali con tutto che di
vero picciol Dominio haueſſero nell'Orićte, tut
tauolta ſi confederorno con li Romani in mutua
amicitia, & hauendo e Romani ampia Monar- .
chia nell'Oriente, e Occidente, 8 in tutte le par
ti del mondo, ſi come è manifeſto adunque dalle
a - dette -

-
I 42 Del Reggimento da principi -

dette coſe, che per merito delle virtù delli anti


chi Romani conſeguirno el Dominio, onde l'al
tre nationi attratte furno al loro Dominio,ſi per
la diletione della patria, per cui ogni coſa diſprez
zauane, ſi per il vigor li giuſtitia, mediante
la quale contro d'ogni malfattore, e perturbato
re della pace ſi opponeuano, ſi ancora per la ciui
le beneuolenza di eſſi in cui l'eſterne nationi tra
heuano in ſua beneuolenza, e per tutte le prefate
coſe dal merito di lor virtù, in quelli la Diuina
Bontà appare conſentanea al ſuo principato per
le cagioni,e ragioni aſſegnate, atteſoche come af
ferma el Filoſofo nell'Eth.non ſi permette l'huo
mo principare in cui è ſolla natura humana,ma
quello che è perfetto,e ſecondo la ragione, quel
lo in vero merita dominio come di già è detto.
come Dio permette alcun pominio è punitionedelli
cattini, il qualſerue per ſtrumento di Dio
contro li peccatori, cap. vai.
Ltra cagione è, per cui Dio permette Domi
**nio per il merito de popoli, il che lo riceuiae
mo dalle ſcritture, ne è già contraria alle ſenten
zedelli filoſofi,e ſapienti di queſto ſecolo,la qua
le aſſegna il beato Agoſtino nella città di Dio,
cueproua eſſere introdutta la ſeruitù per il pec
e 35. cato, e però la ſcrittura in Iob dice, che Dio fà re
nare l'huomo hipocrita per li peccati de popo
; e queſto appare, percheli primi dominati
22 i 2
nel
monde
-

- zibro rero. 143


mondo furono huomini iniqui come Caino,
Nembroth, Belo,Nino, e Semiramis ſua donna,
li quali (come narrano le ſtorie) hebbero Domi
mio nella prima, 8 ſecoda età del mondo e la cau
ſa di vero ſi può pigliare dalli ſudditi, cioè in lo
roriſpetto, perche li tiranni ſono ſtrumenti del
la Diuina Giuſtitia in punitionedelli delitti hu
mani, ſi come il Redelli Aſsirij ſopra del popo
lo Iſdraelitico, 8 il Re delle giti flagello di Dio
ſopra l'Italia,nemeno Dioniſio in Siracuſa,anzi
in tutta Sicilia, ſotto di cui fu cattiuato el popoa
lo, &al fine da eſſo ridotto in libertà come narra
Valerio Maſsimo come il Re di Aſsiria fuſſe de
ſtinato a punire li misfatti del " è chia
ro in Eſaia, la oue diſſe Dio: Aſſurlaverga del -
mio furore, eſſo è il baſtone, e nelle ſue mani ſi ri 3
troua la mia indignatione,e però alle fallace gen
ti quello deſtinerò, e lo manderò contro al mio
popolo in mio furore, a cauſa che rapiſcale ſpo
glie, diuida la preda, e ponga quella in deſolatio
ne come loto delle piazze, le qual coſe tutte ſi va
rificorno, quado Hieruſalem fu oſſeſſa dalli Cal
dei per NabuchRedelli Aſsirij, qual preſe,e ab
bruciò la città, menandone "i
con il ReSedechia, à cui fece cauar gli occhi, e
ammazzarli e figliuoli, ſi come è ſcritto nel fine
del quarto de Re. per il che è baſtanza ſi dimo
ſtra qualmente Dio puniſce il peccatore perma
no delli tiranni. Quindi appare invero eſsi eſſere
ſtrumenti di Dio,è ſimilitudine delli demoni, la
º- . . .
a -
-
s
poteſtà
-
144 pel Reggimento de Principi
poteſtà de quali da ſacri Dottori è detta giuſta,
ſtante nondimeno perpetua la iniqualor volon
tà, il che ci manifeſta el tirannico gouerno, per
che eſſo non viene ordinato ſe non a peſo, e mo
leſtiadelli ſudditi, mercè, che la proprietà del
tiranno è di cercare la ſola propria vtilità, e ſuo
comodo a ſembianza(come afferma el Ph. nell'
Eth.)del ſignore alli ſerui, e come l'artefice all'or
gano, e lo ſtrumento, e tutto queſtoalli ſudditi è
penale, e contro alla natura del Dominio(come
ſi è prouato)ma perlapartedelli Dominanti tal
Dominio ſi vede eſſer da Dio conceſſo per ſua di
ſpoſitione per miglior eſito delli ſudditi, quan
do per fermo el principe ſtudia al Diuino bene
placito, quantunque peccatore, come di Ciro è
ſcritto Rede Perſi da Eſaia coſi dicente: coſi ha
e 45.
detto el ſignore à chriſto mio Ciro di cui ho pre
ſala Deſtra, è cauſa ſottometta auanti la ſua fac
cia le genti, e riuolterò le poſteriori parti delli Re
gi, eauanti la ſua faccia aprirrò le porte, negli
fieno chiuſi gl'uſci, il che tutto fu adempito(co
menarrano le ſtoric)quando che fu diſeccato li
letti d'Eufrate, e Tigri li quali fiumi paſſauano
per mezzo Babilonia città,oueil detto Ciro en
erò, e occiſe Baldaſſar Re con la ſua gente eide
ſtruſſe la città trasferendo la Monarchia alliMe
di oue in tal tempo regnaua Dario propinquo
di Ciro come ſcriue Ioſeffo. Queſto coſi Dio di
ſpoſe,perche il prefato Ciro dimoſtrò humanità
aelli ſuoi fedeli giudei, li quali in Aſſiria eranº
º
a º
i - tCnulti
-

/
zibro re Ro. i 49
tenuti ſuggetti, rimandandoli liberi in giudea
con li vaſi " tempio, commettendoſi reedificaſ
ſi el tempio, dalli quali beni, S opere virtuoſe
che lui eſercitò circa el Diuino culto, e nel po
polo di Dio, ottenne la Monarchia di tutto l'ori
ente, e il predetto Baldaſſar fu occiſo come appa
re per la ſentenza di Daniel profeta perche à Dio
fu ingrato. hauendo malevſato gli vaſi del tem
io Diuino, adoperandoli nel conuito, la onde
per Daniello gli fu detto, perche non humiliaſti cap.6
el Quor tuo, ma contro el dominatore del Cielo
ti innalzaſti, e li vaſi della ſua caſa nel conuito
profanaſti beuendoui tu,eli tuoi ottimati, e con
cubine il vino, impero Dio de cieli, quale ha il
tuo fiato nelle mani, perciò da lui e mandato lo
Articolo di ſua mano contro di te, il che altro
non fu che la Diuina ſentenza, come dipoi ne ſuc
ceſſe lo euento,perche come narra la ſtoria di Da
niello in mentre Baldaſſar Re di Babillonia, per
ſcueraua nella citumelia del ſignore dall'oppoſi
to della menſa di ſuo conuito vide le dita di vna
manoſcriuer nel muro, dalla cui ſcrittura ſpaué
tato quaſi che la fuſſe la ſua morte, la cui imagine
non vedea,ma ſolliditi della mano, per cui (co
me è detto) la ſua faccia ſiciturbò,eſo perturba
uano le ſue cogitationi, in tal maniera, che ne
vennero come diſſolute le congiunture di ſuo
corpo, e ſi percoteuano le palpebre deſuoi occhi.
tutti manifeſti ſegni d'ineſtimabili timore del fu
turogiuditio ſopra di quello, ma non ieri -

-- -- K
46 Del reggimento de Principi
iR- queſta ſcrittura, fu chiamato Daniello,
il quale interpretò la ſcrittura, che ſotto treno
mi, mane,techel, phares annuntiè douer lui mo
cap,5. rire. Mane,cioè Dio ha numerato il tuo Regno,
e quello è compito, e terminato, come coſa nu
merata, che ſi toglie via, ſeparandoſi dal monte
dell'altra pecunia.Teche cioè ſei a peſo nella bi
lancia e ritrouato leggieri, però degno di morte.
Phares, cioè diuiſo è il tuo Regno, e dato alli
Medi,eli Perſi. Da tutte le quai coſe manifeſta
mente ſi dimoſtra, che quelle clauſule non ſono
roprie ſignificatiue, ſecondo alcuno idioma di
i" ſecondo la diſpoſition Diuina, ſi co
me in alcun fatto, in cui el Profeta ciprende cir
ca di noi la Diuina volontà. Si conclude in ſom
ma, che Dio in quella ſcrittura promulgò la ſua
ſentenza cotro del principe di Babilonia, il qua
le perli peccati ſuoi era degno di morte, e priua
tione del Regal principato, e coſi fu in lui verifi
recle. cato il detto del Sauio dicente, che l'un Regno
Qo di gente ingente vien trasferito per l'ingiuſtitie,
e molti, 3 diuerſi inganni. -

come talvolta il Dominio ſuccede in detrimento


g del Dominanti per la loro ingratitudine,
- - e ſuperbia cap. Va i 1.
t - - -

Al'hora per diuina prouidenza quando alcu


no piglia il principato che ſia virtuoſo, e poi
per ſpatio di tempo perſeueta nel bene, ma in ".
- - CCliQ
v
zibro rero. I 47.
ceſſo di tempo dall'humano fauore, e proſperità
delle coſe Regaliſilieua in ſuperbia,edelli bene-,
fiti da Dio riceuuti, à quello ſi rende ingrato, la
onde el Phil. nell'Eth. dice, che il principato di
moſtra l'huomo ſi come di Saul auuenne, di cui
è ſcritto nel primo de Re, che in tutta la tribu di
Beniamin non era huomo miglior dilui,ma do- G-ro
po duoi Anni ſi fece à Dio inobediente e per ciò
fu detto a Samuello di lui in ſino a quanto pian
gi Saul, hauendolo io ſchacciato perche non re- º º
gni ſopra Iſdrael? quaſi che per Diuina inrefra
gabil ſentenza fuſſe ripulſo, la onde che in vlti
mo detto principe fu con li ſuoi figliuoli ociſo, º 31
e tutta la ſua progenia eſpulſa dal Dominio, e
nel paralipomenon ſi conclude che mori per le
ſue iniquità, e ſe queſto accade ancoalgrà Re Sa
lamone, qual fu magnificato ſopra tutti li Regi
che furono auanti di lui, dimaniera che è ſcritto
nell'eccleſiaſtico, che ogn'homo deſideraua aſcol
tar la ſua ſapienza, ma come afferma Agoſt le ſue
3 Reg.
gran proſperità li furon noceuoli, perche caduto II.
" ſi precipito nell'Idolatria per cui
fu fatto al popolo abominabile, in tanto che li
ſuoi ſerui ſi li rebellorno, egli predorno le ſpo-,
lie delle ſue regioni, e guaſtorongli la terra
enza veruna reſiſtenza, quantunque di prima
tutti l'obediſſero avn ſolcenno, ſi come teſtifica ,
la Regina Saba,eſſendo adunque gran coſe nel 3ºgº
principio di ſuo reggimento per la Diuiua reue-ºº.
renza quale eſercitè, poi nel fine caſchò in coſe
E a vile
148 Del Reggimento de principi -

vile per li delitti commeſſi, perche il peccato fa


miſeri e popoli, nondimeno affermano gl'hebrei
come referiſce Girolamo nel comento ſopra l'ec
cleſiaſte, che lui nel fine della ſua vita eſſendo
grandemente veſſatoricognobbe il ſuo errore, e
ſe ſteſſo diſpoſe a penitenza, e compoſeel predet
'to libro, in cui come eſperto diffiniſce eſſer il tut
to ſuggetto alla vanità, ſottomettedoſi al Diuino
timore, e all'oſſeruanza delli ſuoi comádamenti.
A che lo dimoſtra elfine di detta opera, oue con
clude,aſcoltiamo dice egli, elfine del mio parla
re.temi Dio,oſſeruali ſuoi precetti mercè, che in
ciò conſiſte l'eſſer di ogni huomo, queſto appare
anconelli Regi Infedeli,li quali in mentre furonº
à Dio grati e cultori della virtù, fiorirno nel Do
minio, quando dopoi dalla grandezza del Domi
nio al contrario ſi diuertirno,finirno la vita loro
- con mala morte,ſi come aduenne al predetto Ci
roRe, e monarcha de Perſi, di cui affermano le
ſtorie, che hauendo ſoggiugata tutta l'Aſia, e col
ferro domata la Perſia, e Scitia, al fine hauendo
vinto, e occiſo el figliuol di Tamari Regina delli
citigiouanetto, non perdonando a età neſſuna,
e togliendo la vita a gran moltitudine di gente:
merce, chevſaua crudeltà nella Babilonia, enel,
Regno di Lidia: occidendo l'uno, e l'altro Re
con mala morte, el ſimil facendo nel Regno dei
Meſſageti ancor lui nel medeſimo giuditio da
Dio fu punito, perche detta Regina congregò
grand'eſercito
r -
contro di lui –di-
- – -
Sciti, Meſſageri
e Parti,
Libro Terzo. 149
e Parti, e ponendo in certi monti le inſidie aſſaltò
il ſuo
ce eſercito,
in tal e con
maniera, cheimpeto dell'armi
dugento mila deloſuoi
ſoprafe-
eſtin- I, i

ſe lui preſo gli taglio el capo, e la Regina lo meſ


ſe in Vaſo pieno di ſangue, iuidiuidendolo gri
dando dicea,perche ſei ſtato ſitibundo di ſangue,
ecco che di ſangue tiſatio, per cui molto bene di
i moſtrò la ſua ignominioſa morte argomento di
ſua efferata atrocità tutti li monarchi, che han
no ſeguitolo come in Grecia il grande Aleſſan
dro, in mentre che lui e ſuoi Macedoni trattò
con reuerenza chiamandoli comilitoni e li vete
rani Soldati padri come di lui piu antichi otti
mamente procedette nella monarchia, ma poi
ad'elli diuenendo ingrato dalla ſua ſorella fu
auuelenato e precipuamente perche dopo la vit
.toria di Dario, riceuuta la figliuola per Donna
cominciò a poſporre la militia al piacere, e ſmen
iticandoſi di ſe ſteſſo finì la vita con doloroſa mor
ste,e coſi ſi può addurre lo eſempio di molti prin
ºcipi infedeli come di Giulio Ceſare, 8 Anniba
le quali per l'Abuſo del Dominio con crudele
eſito furon condotti a morte, acioliconuengael
detto del ſauio, che alcuna volta Domina Phuo
mo ſopra i" ſuo detrimento,
nel detto profetico di Eſaia hanno luogo tutti
li tiranni, ouehauendo lui dimoſtro quelli eſſere
reſecutori della Diuinagiuſtitia contro delli pec
catori,comelicarnefici deſignori, qi diſſe Aſur c.1o.
verga del mio furore, 8 c. la oue immediate ſot-s: o
- , i - K 3 togiunge.
15e pel reggimento de principi -

togiugne.eſſo di uero non coſì penſarà el ſuo quo


c. 1o. rene ſtimerà di operare come ſtrumento di Dio,
quale lui muoue à punire, ma il ſuo quore ſia in
tento all'occiſione di non poche gente, imperò
diſſe forſe che li noſtri principi non ſon regi?attri
buendo non à Dio ma alla ſua virtù, il quale lo
muoue à punire li delinquenti delli Diurni pre
cetti. Queſta ingratitudine, e preſuntione delliti
ranni il Signore nel citato luogo grauemente ri
prende e poi debitamete puniſce onde ſottogiu
gneel Profeta Hauerà forſe la ſchuregloria con
tro di quello, che per lei taglia,ò ſi eſalterà la ſega
cötro di chi l'ha fabricata è in qual modo ſi innal
zerà la verga a chi quella maneggia?oue è da coſi
derare la ſimilitudine, perche grandemente è con
rua, atteſo, che coſì è la virtù del dominante ri
i; a Dio, come la virtù del baſtone in riſpet
to del percutiente, e come la virtù della ſega al
º l'artefice. chi non sa, che la virtù della ſega nel
l'artificio è nulla, ſe non per l'artefice mouente?
- coſi aduiene della virtù i dominante, quale è
º nulla ſenza il motore Dio, egouernante. adun
º que ſtolta coſa & preſuntuoſa è gloriarſi di ſua
virtù, la qual ragione ſi può trarre dalle ſopradet
te parole del Phil. merce, che la virtù di ciaſche
dun mobile ha dependenza dal primo Motore, e
coſi ſopra del ſuo ſtrumeto, quindi aduiene, che
in coſpetto di Dio tal gloria diſpiace perche con
quella ſi deroga alla ſua potéza, la onde è ſcritto
e 16 in Iudith.che Dio humiliali glorianti in ſua vir
- ... -- tù, e
- zibro rerzo. -
e
i 51
tù,e però ſottogiugne Eſaia. Dio dominator del
li eſerciti manderà la magrezza in tali opulenti,
conſumerà la ſua gloria come fuoco in cui ſigni
fica la pena ſenſibile, che è tali tiranni autierrà,
con la annichilatione di lor principato, come è
manifeſto delli predetti, concludeſi adunq; ogni
Dominio legittimo,ò tirannico etſer da Dio, ſe
l condo le varie e diuerſe vie della ſua inueſtigabil
prouidenza, º
come naturalmente l'huomo domina ſopra gl'animali ,
i bruti, e altre irrationali creature o in qual
i modo. - - capitolo a A . .
- - - - e

D" è da trattare di diuerſe ſpecie del


i 'Dominare, ſecondo li diuerſi modi e gradi .ºr.o
nelli huomini del Dominio,e principato. Il pri
mo in verità, è generale a tutti, cioè che conuiene
à ogni huomo per natura, ſi come prouail diuo
;Agoſtino nella Citta di Dio in cui ſentenza con
cordael Phil nel primo della politica e lo confer
ma ancola Diuina ſcrittura: quando è ſcritto, º
che diſſe Dio alla terra che germinaſſi le virente cap.1.
herbe, e poi all'huomo dominate, diſſe egli, alli
peſci del mare,vccelli del Cielo e tutti li animan
ti ſopradella terra, e per queſta cagione è manife
ºſta la dominatione del'huomo ſopra le altre crea
iture eſſer naturale,il phil.dice, che le cacciagio
ne,e peſcagioni fono è natura, e Agoſtino lo pro
ua per il Dominio delli antichi padri, li quali
- - - - K 4 GiaIAQ
15? nel Reggimento de Principi
erano paſtori di Armenti, e queſti dichiarano eſ
ſe richezze naturali, e quantunque tal Dominio
ſia diminuito per il peccato, atteſo che inſino li
vili animali hanno balia ſopra di noi, e ci ſon fat
tinociui, il che né aduieneſe non per la cauſa prº
detta, quato maggiormete ci accoſtiamo allo ſta
to dell'innoceza,tanto piu participiamo di detto
Dominio, il che ce lo promeſſe l'euang.voce ſe ſa
remo ſuoi imitatori ingiuſtitia e ſantità, quando
Marc à tali dicea: nel nome mioli Demoni ſcaccerete,
26 parlerete lingue nuoue, ſcaccerete di lontano li
ſerpenti e ſe coſa veruna mortifera beuerete, non
ſentirete nocumento, il che ſi è manifeſtato nelli
virtuoſi,e perfetti huomini come ſi legge nellige
ſti de ſanti padri del beato Paulo è ſcritto nelli
c.28. atti Apoſtolici, che la vipera non li fece leſione al
cuna, ne al beato Euang.Giouáni il veleno, e coſi
molti altri ſanti huomini ſopra cocodrilli beſtie
atrociſſime e velenoſi animali paſſauanoel Nilo,
à cagione in quelli ſi adempiſſiel detto Euang in
ſan Luca,la oue è ſcritto, che il Saluatore dicea al
cap.9 li Apoſtoli io vi ho dato poteſtà di calcare ſopra
li ſerpenti,e ſcorpioni e ſopra ogni virtù dellini
mici. Di queſto Dominio nella prima inſtitutio
ine dell'huomo riceuuto per congrueza di tre Ra
gioni ſi puo aſſegnare. In prima dal proceſſo di
seſſa natura, atteſo, che ſi come nella generatione
delle coſe naturali vediamo cert'ordine, per cui
dall'imperfetto, ſi procede al perfetto, a ſembiaza
della materia, quale è per la forma, e la forma me
-

- - - nO
ribrareras , 1 ſ9
no perfetta per la piu perfetta, e coſi nell'uſo delle
coſi naturali, poi che l'imperfette, cedono l'uſo al
le piu perfette: come le piante per ſuo nutrimeto
vſinolaterra, egl'animalilepiante, el'huomo le
piante, egl'animali, la onde ſi conclude, che natu
talmente l'huomo è Dominatore delli animali,
per il che come ſopra è tocco elphil. proua, che
naturalmete la cacciagione della ſilueſtri animali
e giuſta, per cui l'huomo naturalmente ſi vendi
sca quel che è ſuo. Appare ſecondario per l'ordine
della Diuina proudenza, la qual ſempre gouer
nale ſuſtanze inferiore per le ſuperiori. eſſendo
che l'huomo è ſopra tutti li animali, perche è
fatto à Imagine,e ſimilitudine di Dio, conuenien
temente tutti gl'altri animali ſono ſuggerti algo
Muerno dell'huomo, terzo appare el ſimile dalla
proprietà dell'huomo,edelli altri animali, atte
ſo, chenelli altri ſi ritroua ſecondo l'eſtimation
aaturale alcuna participatione di prudenza, "
alcuni particulari atti, ma nell'huomo inveroſi
ſcorge certavniuerſal prudenza, la quale è ragio
ne dell'operationi naturali. non è certamente da
dubitare, che tutto quello, che è per participatio
ne, ſia ſuggetto a quello, che è per eſſenza evniuer
ſale.laonde appare che naturalſuggettitudine è
delli altri'animali all'huomo, ma ſe il Dominio
dell'huomo ſopra dell'altro huomo ſia natu rale,
d da Dio permeſſo, è preuiſto,ſi può trarre da
quelchedi già è detto, perche ſe parliamo del Do
miniop modo di ſeruil ſuggettitudine, queſto è
iii - intro
v 54 , Del Reggimento de principi
introdotto per il peccato, come ſi è detto, ma par
lando del Dominio in quanto importa vſfitio di
conſigliare,e indrizzare, puoſſi chiamarquaſina
turale, merze, che anco ſarebbe aduenuto nello
ſtato dell'innocenza, il che manifeſta Agoſtino
nella città di Dio, ini prouando che tal Domi
nio era competente all'huomo in quanto che è
naturalmente ſociale epolitico, come è detto, e
tal ſocietà conuiene ſia ordinata e nelle coſe che
in tra di loro ſono ordinate, fa di biſogno eſſerui
alcuna coſa principale e primo indrizzate come
moſtra el phil. nella politica e la ſteſſa ragione, e
natura dell'ordine, perche come ſcriue Agoſtino
in predetto luogo,l'ordine è diſpoſitione che con
tribuiſce in le parti pari, e diſpari dando a cia
ſcheduno quel che ſigli conuiene, la onde che il
nome di ordine importa in equalita, e di ragion
del Dominio, imperò ſecondo queſta conſidera
tione il Dominio dell'huomo ſopra dell'altro ho
mo è naturale, ſi come anconelli Angeli, ne ſaria
mancato nel primo ſtato, e ritrouaſi di preſente,
di cui per ordine è da dire ſecondo la ſua Digni
ta, e grado.
a ; - ,
- -
. .. c
-

come il pmini del Papa: refrt a tuttiglalri -

-
pominj. capitolo
- i r ;
x. - i -

Eceue il Dominio quattro membra di diuiſio


ne dalla medeſima cauſa, e Ragione.vno è ſa
cerdotale, 8 miſto con il Regale,altro è ſolregale
- - - in
-
zilrorero. . 15,
in cui ſi complette il Dominio imperiale, edelli
altri ſi tratterà piu auanti,il terzo è politico, e l
quarto Iconomico. Il primo ſi antepone a tutti li
altri per molte ragioni ma la precipua è per la iſti
tutione diuina in Chriſto: concioſa che a lui ſe
condo ſua humanità ſia data ogni poteſtà, come
c. 16.
appare in Math e la comunicò al ſuo Vicario
quando gli diſſe Pietro ſopra queſta pietra foedi
“ficherò la mia chieſa,e ti conſegnerò le chiaui del
Cielo in maniera, che tutti quelli, quali tu leghe
rai ſopra della terra ſaranno legati, e quelli che
ſciorrai ſaranno diſciolti oue quattro clauſula
ſono ripoſte tutte ſignificante il Dominio di
Pietro, e ſuoi ſucceſſori ſopra tutti li fedeli, me
diante li quali meritamente il ſommo Pontifice
Romano ſi puo nominare Re,e ſacerdote, concio
ſia che coſi è chiamato el noſtro Saluatore come
ben proua Agoſtino nella Citta di Dio, e non ap
pare in congruo coſi chiamare el ſuo Vicario ſuc
ºceſſore. circunſcritte le Ragioni che ſi poſſono
addure,perche aſſai è chiaro. Ma ritorniamo alle
clauſule citate di ſopra, vna delle quali ſi piglia
dalla grandezza del nome impoſto, ſeconda dal
la fortezza del Deminio, terza dall'ampiezza di
eſſo Dominio,quarta dalla ſua pienezza la prima
conoſciamo nelle parole di Chriſto dicente à Pia
tro.io dico àte Pietro &c.atteſo che in queſto no
me,come vogliano e ſacri Dottori, come Ilario,
e Agoſtino,el Signore manifeſtò la potenza di Pie
ero,perche dalla pietra, che è Chriſto, come affer
ina
156 Del Reggimento de Principi
i ma l'Apoſtolo, la confeſſione di cui Pietro non
tacque fu appellato Pietro, a cagiong, che con cer
taparticipatione el nome conquiſtaſſi, e la pote
ſta, e meritaſſivdire,e ſopra queſta pietra edifiche
rò la mia chieſa, quaſi che tutto il Dominio in
tradelli fedeli da Pietro dependa, e da ſuoi ſuc
ceſſori. La ſeconda clauſula del Dominio impor
ta fortezza,ſignificata per le ſequenti parole. cioè
le infernali porte non " poteſtà contro di
quella preualente, quali ſono le corte de tiranni, e
altri perſecutori della chieſa,ſi come li ſacri Dot
stori,iui dichiarano, coſi dette, perche ſono cagio
ini di tutti li peccati nella militante chieſa, con
cioſia che à tali principi ricorrono tutti li ſcelera
ti,ſi come accadde nella corte di Federigo,e Cur
sradino, e Manfredi, ma tali non preuaranno con
strogiamai della " furno
.li prefagi tutti eſtinti con mala morte, perche co
tap.3 me è ſcritto nella Sap, ſono conſunte le inique
nationi. Certamente, che l'Ampiezza del Domi
nio ci ſi dimoſtra quando el Signore ſottogiun
ge. Io ti darò le chiaui del Regno de Cieli, mer
cè che in queſto vien dimoſtrato la poteſtà di Pie
itro è deſuoi ſucceſſori eſtenderſi in tutta la Chie
ſa militante, e trionfante ancora, diſegnata per il
Regno de Cieli, e che ſon rachiuſe con le chiaui
di Pietro, chiariſceſi la pienezza di tal Dominio,
quando è detto tutti quelli, che legherai ſopra
della terra, ſaranno legati nel Cielo, euerſauice
quelli, che ſciorrai in terra, fieno aſſoluti in ci
- a: O
i zibro rerke. 137
lo:e la ragione è, che il ſommo pontefice per eſſer
capo nel miſtico corpo di tutti i fedeli di Chri
ſto,e coſi come dal vero natural capo nel verona
tural corpo deriua ogni moto, e ſenſo, coſi è in
propoſito, per la qual coſa biſogna confeſſare nel
ſommo pontefice eſſere la pienezza di tutte le gra
tie, atteſo, che lui ſolo conferiſce la piena in
dulgenza di tutti li peccati, ea cagione gli ſia,
competente, quelche del primo principe Signore
diciamo che della ſua pienezza tutti noi altri ri
ceuiamo. Il che ſe alcun diceſſi intenderſi ſoldel
la ſpiritual poteſtà ſi dimoſtra, che queſto non
può ſtare, atteſo, che il corporale depende dallo
ſpirituale, e perpetuo,ſi come l'operationi del ca- ,
po dalla virtù dell'anima, mercè, che come il cor
po ha virtù dall'anima,8 il ſuo eſſere, eleopera
tioni, coſi la temporale iuriſditione de principi
per la ſpiritual di Pietro, e delli ſuoi ſucceſſori.
Il cui argomento ſi può prouare perli atti,e geſti
desómi Pötefici, e Imperatori fu creato Imperato
re Ottone primo, come narrano le ſtorie per Leo
ne Pontefice ſommo.Il primo fu Conſtantino, il
quale à Silueſtro cedette in oltre Carlo il Ma
gno,il quale Papa Adriano conſtituì Imperatore,
e degl'altri, ma della diſpoſitione de Principi ci
l'autorità apoſtolica fatta, abaſtanza appariſce la
loro autorità, ritrouiamo primieramente di Zac
cheria che queſta ſua poteſtà eſercitò ſopra del Re
di Francia perche lo depoſe del Regno e aſſoluet
te tutti li baroni dal giuramento della fedeltà. In
- - , oltre
148- nel reggimento de Principi
oltre non legghiamo noi,che Innocenzo terzole
uò via l'Imperio a Ottone quarto è ancora di Fe l
derigo ſecondo il medeſimo auuenne per Ho
norio ſucceſſore immediate d'Innocenzio, quan
tunque in tutti queſti predetti e ſommi Pontefici
non ſtendeſsino le mani ſe non per ragioni di De
meriti, auuenga che à queſto è ordinata la loro
poteſtà, e di ciaſchedun Dominio, perche gioui
no al gregge, la onde che meritamente paſtori vº
gono chiamati,la cui vigilanza deue eſſere in vti
lità delli ſudditi, altrimenti non ſono legitimi pa
ſtori, ma tiranni come proua elphil.imperò vſa
el Signore in ſan Giouanni quaſi importuna in
C.I I, terrogatione, cercando tre volte al ſuo ſucceſſor
Pietro ſe lui lo amaua, che paſceſſe il ſuo gregge,
quaſi che in queſto conſiſta tutta la paſtoral cura,
cioè l'util del gregge. Preſuppoſto adunqi, che
per la vtilità del gregge ſi operi ſi come Chriſto
intende, viene ad eſſere ſupereminente ad ogni
Dominio, il che anco è manifeſto per la prima vi
cap.2
ſione di Nabuch.nella ſtatua qualvedde, il cui ca
po era di Oro, il petto, e le braccia di Argento, el
ventre, e genitali di bronzo, le gambe di ferro,
vno delli piedi di ferro e l'altro di terra cotta. la
quale contemplando eſſo, vna pietra vſcendo dal
monie ſenza mani. tutta la ſtatua ſpezzò, & eſſa
ietra diuenne monte altiſſimo, di maniera, che
riépì tutta la terra, queſta viſione di Daniel profe
ta come Girolamo, S. Agoſtino Santi Dotto
ri eſpongono le adatta a quattro Monarchie,
2 per
, zibro rero. 1 ſ9
per l'Aureo capo intende la monarchia delli Aſſi
ri),quella delli Medi, e Perſi per il petto e brac- cap.a
cia d'Argento. Che il ventre e femore di bronzo -

la monarchia delli Greci,invltimo per legamba


di ferro, e li piedi parte ferro, e parte fittile inter
preta per la grandezza delli Romani, i le
qualcoſe diſſe el profeta, il Signore Dio del Cie
lo vn Regno che in eterno non ſia diſſipato, o
quale non ad altrui, che al ſuo popolo ſarà dato
ebutterà atterra tutti li altri "&eſſo ſtarà in
eterno, il che tutto à Chriſtoreferiamo, e in ſua
vice alla Romana Chieſa, ſe attederà àpaſcere il
ſuo gregge.Aſſianco da intendere che la Diuina
prouidenza mai abbadona quella, e perche ſola
mente li diſpenſatori, e Miniſtri fece ſuoi vicari
Chriſto (come diſſe l'Apoſtolo ſanto) coſi ogn'
huomo ci ſtimi come miniſtri di Chriſto e diſ
penſatori de miſteri di Dio, imperò che Chriſto
ſol fondò la Chieſa, il cui miniſterio piacque co
mettere è Pietro e neſſuno può porre altro fonda
mento fuori di quello, che di già è poſto, quale è
Chriſto Giesù,la onde li ſacri dottori attribuiſca
no à Chriſto certa poteſtà, quale non hebbe Pie
tro,ne meno li ſuoi ſucceſſori, e queſta poteſtà la
domandano poteſtà di eccellenza, e in tal guiſa
la Potenza di Pietro, 8 de ſuoi ſucceſſori non ſi
agguaglia alla poteſtà di Chriſto, imo al tutto
traſcende,atteſo, che pote Chriſto ſenza il batte
ſimo ſaluare,la onde dice Girolamo ſopra Math.
che Chriſto neſſuno ſanò nel corpo, che non lo
a
- -
- ſanaſſi
16o pel reggimentº de principi .
ſanaſſi in mente, e nondimeno il fece ſenza il bat
teſimo, e queſto non già potette far Pietro,e però
C. I Oe chiamato Pietro da Cornelio Centurione (come
fi legge nelli Atti Apoſtolici) con tutta la ſua fa.
miglia battezzò potette etiam dopo lauuenimen
to dello ſpirito ſanto Chriſto mutar la forma, e
fa materiadelli ſacramenti, il che ne Pietro, neli
ſuoi ſucceſſori non poſſono, e queſto ſia detto a
ſufficienza, laſciando di preſente l'intelligenze
piu " alli ſapienti, con le piu alte coſe
che vi ſi potria dire, e in queſta non dimeno ſi ſta
la concluſione del preſente capitolo, che il vica
rio di Chriſto à tutti deue eſſer antepoſto per le
già dette cauſe.
che coſa ſia il pominio regale e come ſia differente al
-
politico, e le ſue diuerſità.
tº , - -
cap. XI.
- -

PArlandº di preſente del Dominio Regale ſi


ha da diſtinguere ſecondo le diuerſe Regioni
ſi come variamente ſi ritroua eſſer referto. In pri
ma nella ſacra Scrittura altrimente ſi legge del
c. 17. regal Dominio per Moiſe nel Deuteronom. altri
cap.8 menti nel primo de Re per Samuel profeta, e pu
rel'uno, e l'altro in perſona di Dio differente
mente viene ordinato el Re a vtilità delli ſuddi
ti, il che è proprietà delli Regi come" el
Ph.nell'ottauo dell'Eth.Diſſe Dio a Moſe,quido
c. 17. ſia conſtituto il Re, non ſi multiplichi caualli ne
riduca el popolo in Egitto innalzato con nume
4 - -- -- - - - - - --

i CO
zibro rerio. I6I
v,
ro di caualieri, non habbi molte moglie, che al
lettino l'Anima ſua,negran peſi di dro,& Argen
to, il che in qual modo ſi habbi da intendere di
ſopra é detto, deſcriuerraſſi el Reil deut, di mia
legge tenendola ſeco, leggendola tutti li giorni
di ſua vita, a cagione impari temere il ſuo Dio, e
cuſtodire le ſue paroli, 8 le ſue cirimonie, è ciò
poſſa indrizzare el ſuo popolo ſecondo la legge
Diuina, onde il Re Salamone nel principio di
ſuo gouerno chieſe à Dio queſta ſapienza a ca
gione rettamente gouernaſſi li ſuoi ſudditi in lo
rovtilità (come è ſcritto nel 3. de Re) ſoggiugne cap. 3
il detto Moſe ncl medeſimo libro non ſi eleuerà
il ſuo Quore in ſuperfluo ſopra delli ſuoi fratel
line declinerà in parte veruna è deſtra, o ſiniſtra
à ciò lungo tempo regni,lui,e il ſuo figliuolo ſo
pra il popolo d'Iſrael. Ma nel primo de Reſon
date le leggi del Regno piu preſto à vtilità del Re
come dimoſtrai nel ſecondo libro di queſta ope
ra, oue ſon poſte le parole al tutto pertinente alla
condition ſeruile,e nondimeno Samuello la leg
gegualdette diſpotica, l'appella regale elph.nel
l'ottauo dell'Eth.piu preſto concorda con le pri
meleggi,imperoche tre coſe pone del Re in quel
libro, cioè, che eſſo è legittimo Re, il quale prin
cipalmente intende il bene delli ſudditi. In oltre
quel che per ſe ſteſſo ſi ritroua eſſer ſuffitiente, 8.
chi in tutti libeni eccede, a ciò non graui li ſud
diti, ancora quello è Re, che ha cura delli ſuddi
ti,che operino bene, ſi come il paſtor delle peco
L relle,
-
r 62 pel Reggimento de principi
relle, da tutte le coſe è manifeſto, che ſecodo que
ſto modo diſpotico molto è differente dal Rega
le, come il medeſimo vedeſi dire el ph nel primo
della politica, cioè che il Regno non è per il Re,
ma ſi bene il Re per il Regno, perche a queſto
Dio prouedde , che il Regno regghino, e logo
uernino, e ciaſcheduno in ſuo douere conſerul
no,e queſto è il fine del gouerno, perche ſeadal
trotendano ritorcendo in ſe ſteſſi il comodo, né
ſono regi, ma tiranni, contro de quali dice Dio
C.34. in Ezechiel.guaialli paſtori di Iſdrael che paſca
no ſe ſteſſi. non hanno li greggi ad eſſer paſciuti
dalli paſtori? voi (dice egli) mangiauiel latte,
evi copriui delle lane, e quello, che era graſſo am
mazzaui,e non paſceui il mio gregge, quello, che
era infermo né conſolidaſti, e non ſanaſti l'infer
mo,il confratto non legaſti,e lo ſmarrito non ri
tornaſti, e quel che era perſo non cercaſti, ma con
auſterità,e con potenza a quelli comandaui. Nel
le quali parole a noi ſufficientemete la forma del
gouerno ci è data, riprendendo il ſuo contrario.
In oltre vien conſtituto il Regno di huomini, ſi
i come la caſa di parieti, e l'humano corpo di mé
bra come dice il Ph.il fine adique del Re ſi è, che
il gouerno ſi proſperi, e ſi conſeruino gl'huomi
ni per il Re, e quindi è il comun bene i ciaſche
dun principato, e la participatione della diuina
bontà la onde è detto dal Ph nel primo dell'Eth.
che il ben comune è quello, che ogn'huomo ap
petiſce, e l'eſſer bé diuino, che ſi come
-
pºi
" Cill
zibro rer 7o. I6 s t

delli re, & Dominatore de dominanti, con cui


virtù li principi dominano(come ſopra è proua
to)noi regge, egouerna non per ſe ſteſſo, ma per
noſtra ſalute, coſi faccinoli Regi, e li altri domi
natori del Mondo, ma per che neſſuno milita
con li ſuoi ſtipendij, anzi per certa ragion natu
rale di ſua fatica, ciaſcheduno deue reportarne
la mercede come proua l'Apoſtolo nella prima
delli Corint. quindi tragghiamo eſſer lecito alli
principi riceuer dalli ſuoi ſudditi li tributi, e li
Annualcenſi, onde quando l'Apoſtolo alli Ro C. 13.
mani proua ogni Dominio eſſer da Dio preuiſo
in vltimo perſuadea quelli per la loro fatica eſſer
retribuito, imperò ſottogiugne,dateli tributi, al
legandone la Ragione ſegue, perche (dice egli)
ſono miniſtri di Dio che in queſto gli ſeruono.
Ancora Agoſt, trattando le dette parole nel li
bro deverbis Domini proua el medeſimo.Impe
rò è da concludere che il legittimo Re ſecondo
la forma data del Deut.non coſideue reggere, e
gouernare. A queſto ancora ſiamo ammoniti per
eſempi, concioſia che à tutti quelli, che hanno in
contrario dominato gl'emal ſucceſſo, primiera
mentealli Romani Regi, per che per la loro ſu
perbia, e violenza quale eſercitauano nelli ſud
diti furono ſcacciati del Regno, come aduenne
a Tarquino ſuperbo con il ſuo figliuolo. Anco
ra ad Acab Iezabel ſua Donna di mala morte pe
rirno, per la violenza che fecero a Naboth della cap.9
ſua vigna, come è ſcritto nel quarto de Re: oue
- L 2 anco
1.64 pel Reggimento de Principi
anco ſi legge, che li cani leccorno el ſangue delo
ro cadaueri nella predetta vigna in argomento
del malefitio commeſſo in Nabot,ma non coſi el
Re Dauid , il quale volendo conſtituire l'Altare
per placare Dio della troppa offeſa della numera
tione faſtoſa del popolo, comprò il luogo da
Orna Iebuſeo, il quale in dono offerendognene
c.21. il Relo recuſo,e come nel paralip. è ſcritto Da
uid gli numerò ſecento ſicli di oro di giuſtiſſimo
peſo, quindi ſi caua, che li principi deuono eſſer
contenti delli ſuoi ſtipendijne poſſono grauare
li ſudditi nelli beni loro ſe non in dua caſi, cioè
per ragion di Delitto, & per il comun bene del
ſuo gouerno, atteſo che nel primo modo li ſud
diti ſono per la ingratitudine priuati delle facul
ta, e con titolo di giuſtitia altrui ne inueſte, quali
gli ſono fedeli, per la cui cagione ſono conceſſi e
dominii.com'è detto di ſopra,enelli Prè ſcritto
c.29. che per la giuſtitia ſi ſtabiliſce el trono del Re, e
la legge Diuina e traſgreſſori delli Diuini precet
ti comanda eſſer lapidati, e con diuerſe pene cru
ciati,e queſto appare conſono, tutta volta cheat.
tendiamo à ciaſcheduna coſa creata, 8 precipue
al corpo humano, mercè che à far che ſi conſer
ui la parte piu nobile, togliamo via la meno no
bile, per che mozziamo la Mano a cio ſi conſerui
e Qiore, el ceruello, nelli quali principalmente
conſiſte la vita del'huomo, il che lo approua l'e
Mat. uangelica legge quando dice ſe il tuo occhio ti
ſchamdalezza, o la mano o il piede, il che ſecondo
- - - - Agoſt.
zibro Terzo. 165
Agoſt. ſi piglia per li gradi delli huomini)caua
telo, e ſeparalo da te, perche meglio ſi è entrare
in vita debile e ſtorpiato, che coi dua occhi, e ma
ni,e piedi eſſer poſto in geenna. In oltre che per il
bene della Rep. il Re poſſa trarre delle faculta
dalli ſudditi, come per difenſione del Regno, o
per qualunque cauſa pertinente alla Ragione del
ben comune di ſuo Dominio facilmente ſi pro
ua, perche preſupoſto che l'humana ſocietà ſia
naturale, ſi come è prouato, tutte le coſe neceſſa
rie alla comune conſeruatione di detta ſocietà ſa
ranno di ragion naturale, coſi poſto il Dominio
legittimo regale, puo di uero trarre il Re dalli
ſuoi ſudditi quel tanto che a loro beni ſi ricerca.
Di piu l'Arte imita la natura in quanto puo (co
me afferma el ph.)non manca la natura nelle co
ſe neceſſarie, adunque ne anco l'Arte. In tutte le
Arti certa coſa è che l'Arte del viuere è migliore,
piu,anco e ampia, e prouaTullio nelle quiſtione
tuſculane, che tutte le altre Arti ſono ordinate a
queſta, coſi nelle neceſſità del Regno, quelche e
pertinente alla Social côuerſatione dell'humana
vita, il Re, qual'è artefice Architetto di detta ſo
cietà non deue mancare, ma ogni difetto riſarcire
con detta ſocietà, e però è da concludere, che in
queſto caſo puo eſſer impoſto legittimamente,eſa
tioni,taglie,cenſi, e tributi pur che non traſcen
dino li termini della neceſſità: onde Agoſt eſpo
nendo el detto di Math.rendete quelche è di Ceſa c.22.
te a Ceſare, diſſe adique tolleriamo, e ſopportia
3 mo
I 66 Del Reggimento de principi
mo quelche Ceſare ci comanda, il che viene intol
lerabile, quando li eſattori accumulano la preda
per loro ſteſſi,e poi eſpone le parole di Giouanba
tiſta, che diſſe alli ſoldati, che non ingiuriaſſino
neſſuno, e ſteſſero contentialli loro ſtipendii in
tendere ſi può ſecodo il detto Agoſtino per li ſol
dati,e pretori, e per tutte le ſorti di rettori, atteſo
che ciaſchedun di qlli, che ci ſtipedio di publi
co decreto ſon premiati,ſe piu ricerca come cali
niatore,e cócuſſore ſecodo la ſentenza del precur
ſore è condennato, da queſta doppia parte adun
que el principato diſpotico ſi riduce al reale, ma
precipuamente per ragion del delitto, per cui è
introdutta la ſeruitù (come afferma A goſtino)c6
cioſia che quantunque nel primo ſtato fuſſeildo
minio,ſolo quello era in vſitio di conſigliare, &
indrizzarenò per libidine di dominare, e per in
tentione di ſottometterſi ſeruilmente li ſuggetti,
come è detto. Ma veramente che le leggi date del
regalDominio all'Iſraelitico popolo per Samuel
Prof per queſta coſideratione furondate, perche
detto popolo per ſua ingratitudine, e perche era
di dura ceruice meritò tallegge aſcoltare, impe
roche talvolta in mentre che il popolo non co
noſce il benefitio del buongouerno, fagli dime
ſtiero ſperimentare la tirannide, percheanco que
ſteſono ſtrumento della diuina giuſtitia, la on
de che certe Iſole, e prouincie, ſecondo referi
ſcano le ſtorie, ſempre hanno tiranni per la ma
litia de popoli, perche altrimenti che in virga
- ferrea
zibro Terzo. - 1 67
ferrea non poſſono eſſere retti. in tali popoli di
ſcoli è neceſſario el principato del Re eſſer diſpo
tico. non ſecondo la natura del regalDominio,
ma ſecondo li meriti pertinéti alli ſudditi. e que
ſta è la cagione di Agoſtino nel predetto libro &
anco il Ph. nel terzo delle politiche diſtingue li
generi deregni, oue dimoſtra apò di certe barba
renationi il regal Dominio eſſere al tutto diſpo
tico,perche altrimenti non potrebbono eſſer ret
ti, il qual dominio precipuamente viene eſercita
to in Grecia,e in Perſia, almeno quanto al gouer
no popolare, e tanto adunque del RegalDomi
nio ſia detto, e in qual maniera el principato di
ſpotico, adeſſo Regale ſi riduca, 8 come ſi diui
de contro del politico, qualcoſa nel capitolo del
dominio politico piu chiaraméte ſi dimoſtrerrà.
zoichiara il Dominio Imperiale,e onde queſto nome
hebbe origine, o di alcuni altri nomi, oue
incidentalmente parla delle Monar
chie. Cap. X a 1.

D Opoli predetti Dominijappar congruo che


parliamo dell'imperiale, perche tiene il mez
zo tra il politico, e regale, quatunque ſia piu vni
uerſale, e però in queſta parte douerria eſſere an
tepoſto al Dominio Regale. Ma altra cagione è
per cui lo poſponghiamo, quale di preſente pre
termettiamo. Circa di queſto tre coſe ſono hora
da conſiderarſi, vna del nome, perche queſto no
- - - - - -- - - -- -- - L 4 me
I 68 Del reggimento de principi
me dal ſupremo Dominio con fauſto, e ſuperbia
trahe origine, quaſi che denoti ſignor del tutto.
La onde che quel ſuperbo Nichanore eſsédo pre
gato dalli Giudei, che deſsi honore al giorno del
sabato, con arroganza da medeſimi cercò ſe era
potente in cielo quel che comandò eſſere ſantifi
cato tal giorno, riceuuto riſpoſta, che lui era po
tente in cielo, eSignore Dio, 8 io ſon potente ſo
pra della terra, che comando ſi pigli le arme, per
la cui impietà faſtoſa dopo per voler diuino brut
tamente da Giuda Machabeo fu preſo in batta
glia,e tagliatoli il capo,e la deſtra mano, qualcó
tro del tempio ſteſe (come è ſcritto nel ſecondo
cap.8. delli Machabei) con mala morte finì la ſcelerata
ſua vita. Certi altri nomi di queſto Dominio ſon
ſtati preſi da certi eccellenti huomini, detti prin
cipato per qualche prerogatiuaritrouata. come
Ceſareà Giulio (come dicano le ſtorie) coſi det
to, perche ſcriue Iſidoro nel libro delle ſue Eti
mologie, perche fu inciſo el ventre della morta
madre, 8 indi fu tratto fuori, è vero che nacque
con la Ceſarie, da cui li ſequenti Imperatori coſi
ſon chiamati, acciò fuſſero comati. Ma queſto
nome Aguſto fil detto dall'aumentare la Repub.
perche primieramente fu nominato Ottauiano,
come ſcriueil detto Iſidoro. El ſecondo che quì
attendiamo è del proceſſo di queſto imperio, per
che ſopra è tocco di quattro ſorte di monarchia,
ma ſi può aggiugnere la quinta, di cui piu oltre
diremo, la prima fu delli Aſſirij, il cui º" fu
- 1IlQ
p ribro rerzo. 169
Nino nel tempo di Abramo, la quale durò mille
dugéto quaranta anni, come ſcriue Agoſtino nel
--
quarto della Città di Dio inſino a Sardanapalle,
il quale per il merito muliebre perſe il principa
to,ma Arbace lo trasferì alliMedi, e Perſi, nel cui
temporegnò Procace Duca de Romani, come af
ferma il detto, la ſeconda Monarchia, cioè delli
Medi, ePerſi durò inſino al tempo di Aleſſandro cap. E
dugentotrentatre anni, quando Dario fu vinto
dal predetto principe. la Monarchia delli Greci
incominciò in Aleſſandro, 8 in lui finì, di cui è
ſcritto nel primo delli Mach. che Aleſſandro re
gnò anni dodici, e fu morto; ma quantunque li
Greci non haueſſero l'Vniuerſal Dominio, fu né
dimeno vigoroſo il regno delli Macedoni inſino
alla morte di Aleſſandro: di cui il predetto libro
fa mentione di anni quattrocentoottantacinque
come ſcriueil detto Agoſtino nella Città di Dio,
in qual tempo il predetto principe incominciò
il ſuo dominio ſuccedendo nel medeſimo al pa
dre (come affermano le ſtorie) dopo la qual Mo
narchia incominciò a fiorire il Romano princi
pato,atteſo, che nel tempo di Giuda Machabeo,
quale immediate quaſi dopo la morte d'Aleſſan
dro fiorì, con Tolomeo concorrendo. Molte co
ſe nel primo de Machabei de Romani è ſcritto,
nella potenza dequalià tutte le parti del mondo
cominciò a difunderſi ſotto de Conſoli. durò il
conſolato, immola Monarchia inſino al tempo
di Giulio Ceſare,il quale fu il primo, che ſi vſun
pa
17o nel reggimentode Principi
paſſi l'Imperio, ma poco in quello ſoprauiſſe, eſ
ſendo per l'abuſo del Dominio ammazzato dal
li Senatori. Dopo il quale Ottauiano figliuolo
della ſua ſorella ſucceſſe, e lui fece la vendetta del
li occiſori di Giulio, e vinto Marco Lepido, S&
Marco Antonio ſuoi compagni nell'Imperio,ſo
lo lui reſtò Monarca, e per la ſua modeſtia tenne
,
i lungo tempo il principato, e compito el quaran
teſimo ſecondo anno del ſuo gouerno, & giunto
il termine della ſettuageſimaſeſta hedomada ſe
condo Daniello, mancando in Giudea il regno,a
ſacerdotio del ſuo Dominio, nacque Chriſto, il
quale fu vero Re, e Sacerdote, S vero vniuerſale
Monarca, onde apparendo dopo la reſurrettione
AMdf. alli ſuoi Apoſtoli diſſe, mi è ſtata data dal celeſte
Tole. Padre ogni poteſtà in cielo, S in terra. Il che in
verità ſi ha da referire all'humanità,ſecódo Ago
ſtino, e Girolamo, perche della Diuinità non è
dubbio alcuno, che ſempre l'hebbe equale al Pa
dre,e Spirito ſanto.
Dichiaraſi della Monarchia di chriſto, come in tre caſi
eccelle, e di ottauiano in qual maniera tenne
il luogo di chriſto. cap. x 1 1 1. -
-

- -

Lº quinta Monarchia, qual ſucceſſe alliRoma


“ni,ſecondo la verità, tutte le prefate ſupera in
eccellenza da tre parti. in prima dalla quantità
degli anni, perche piu è durata, dura, S durerà
inſino alla rinouatione del Mondo (ſi come è ma
i
-
nifeſto
zibro Terzo. “17 i
nifeſto nella viſione di Daniello)e di preſente più
dichiareremo. Secondo appare la ſua eccellenza
dall'vniuerſalità del Dominio perche in tutta la Pſal.
terra è gito il ſuono loro, 8 nel fine delle terre 18.
del mondo ſon ſparſe le loro parole. Impero che
neſſuno luogo della terra del mondo è in cui
non ſia adorato el nome di Chriſto, atteſo che
ogni coſa ſottopoſe alli ſuoi piedi, ſi come mo
ſtra l'Apoſtolo nel fine dell'Epiſtola prima alli
Cor. Si moſtra queſto Dominio anconel princi
pio(ſi come i" Malachia in perſona di Chri cap.r
ſto) dal naſcimento del ſole inſino all'occaſo è
grande il nome mio intra legenti, 8 in ogni luo
go è ſacrificato, e offerto al mio nome, S& oblatio
ne monda, per che grande è il nome mio nelle
gente diceDio delli eſerciti. in qualparole àba
ſtanza appare, che il Dominio di Chriſto è ordi
nato a ſalute dell'Anime, e a beni ſpirituali, e
quindi aduiene che ſe ben Chriſto fu adorato
dalli magi, e glorificato dalli Angeli in ſegno del
ſuo Dominiovniuerſale, in humil non dimeno
luogo ſtette rinuolto in humili, evil panni, con
º cui viali huomini alle virtù ſon tirati, e non per
virtù d'Arme, e queſto lui intendeua ſe bene ſpeſ
ſe volte vſaua la potenza come vero Dio, ne per
queſta ſua humiltà, viene eſcluſo dal Dominio
temporale, viſſe adunque in humiltà e ſoſtituìel
Dominio in Angulo, è cio fuſſe deſcritto il mon
dovniuerſo nel ſuo naſcimento, in cui deſcritio
uºſi ſolcua il cenſo,òtributo (come dicano le "
º il
172 , nel reggimento de principi
rie) in ricognitione della debita ſeruitù, e non
ſenza miſterio, perche era nato il vero ſignore e
Monarcha, in cui cambio riſedeua Aguſto, quan
tunque eſſe di tal coſa ignaro,è ſembianza di Cai
pha che profetò, onde per queſto iſtinto Diuino
Ceſare in quel tempo comandò(come narrano le
ſtorie) che neſſun " popolo Romano lo chia
maſſe ſignore, tenne Agoſto in vece di Chriſto
la monarchia dopo la natiuità di Chriſto Anni
quattordici, hauendo ſoggiogato tutto il mon
do,perche come nelli geſti de Romani principi è
ſcritto detto Ceſare Aguſto cinquantaſei Anni,
e meſi ſei tenne il principato. AncoTiberio, che
li ſucceſſe volle (ſecondo narrano le ſtorie) tra
sferir Chriſto nel numero delli Dei, quantun
que fuſſe " dal ſuperbo, e faſtoſo ſenato
impatiente del Dominio di tutti, terzo appare
l'eccelleza della Monarchia di Chriſto ſopra l'al
tre quattro precedente dalla dignità del Domi
nante, il quale è Dio, e huomo ſecundo la cui
conſiderationel'humana natura in Chriſto parti
cipa infinita virtù, per cui ſupera ogni humana
fortezza e virtù, qual deſcriue Eſaia profeta,è na
to a noi el fanciullo, e ci è donato il figliuolo, S&
ii principato è poſto ſopra delle ſue ſpalle, ſuo
nome ſia mirabile cioè conſiglier di Dio forte,
padre del futuro ſecolo, e principe di pace;multi
plicheraſſi il ſuo Imperio la cui pace giamai ha
ura fine, nelle quali parole ſi tocca tutte le coſe,
che ſi ricercano ad vn vero principe,anzi usº"º
- v- - .
zibro rero. 173
deli termini de dominatori.come dichiareremo
nell'altro capitolo queſto " le mo
narchie, 8 Domini di vero traſcende,le annichi
la,ele ſpezza,mercè,che ogni Regno gl'è ſugget
to,il che è pronuntiato per il medeſimo profeta,
viuoio(dice el ſignore)percheà meſi achineran
no tutte le generationi, e l'Apoſtolo a Philip
i" di Gieſu(dice egli)ogni genere ſi cap.2.
umilij il celeſte,terreſtre, 8 infernale, conclude
il profeta Daniello di queſta monarchia eſponen
do la viſione di Nabuch, che in quelli giorni,
cioè dopo la quarta Monarchia delli Aſſiri Per
ſi,Medi: Greci, 8 Romani, che Dio ſuciterà el
Regno de Cieli, che in eterno non ſarà diſſipato,
el ſuo Regno ad altrui non ſia dato, e fiaccherà
tutti gl'altri Regni, e quello ſtarà in eterno, la Ra
gione di tale eternità abaſtanza è manifeſta, per
che queſto principato è congiunto all'eterno,eſ
ſendo che queſto Dominatore è Dio,ehuomo, e
coſi vien compito el circolo dall'Vn punto all'al
tro punto perche diſopra è prouato da Dio ogni
coſa trarre origine, in queſto vero principato eſ
ſendo precorſo il moto delli huomini vien ter
minato il principato in coſa immobile, oltre del
quale non è moto e coſi da quelcheè detto biſo
gna concludere, che queſto Dominio non pue
manchare.

arm qual
174 Del Reggimento de Principi
C. I O» rn qualtempo cominciaſſi la Monarchia di chriſto, e
in qual maniera e per qual cagione ſtette celata.
cap. X I I I I

Aſce quiſtione ſopra del principato di Chri


ſto quado incominciaſſi,pche è manifeſto do
po molti hauer lui dominato. & eleſſe vita abiet
ta,la onde è ſcritto che lui diſſe in ſan Math.han
nolegolpe letane, 8 li nidi gl'vccelli del Cielo,
ma il figliuol dell'huomo non ha oue il ſuo capo
. reclinianco è ſcritto in ſan Giouanni che quan
do cibò la moltitudine ſi aſcoſe,merce, che li po
poli lo vollero rapire per far Re. Inoltre nel me
deſimo Euang.diſſe di ſe ſteſſo il mio Regno non
c. 18. è di queſto mondo, a che ſi riſponde, che il prin
cipato di Chriſto incominciò immediante nella
ſua natiuità temporale, e queſto lo chiariſcano il
miniſterio, e denuntiationedelli Angeli fatta in
tal giorno, diſſe ( per quanto referiſce Luca
cap.2 Euang.)l'Angelo alli paſtori io gran giocondità
vi annuntio, perche vi è nato il Saluatore del
mondo, queſto etiam manifeſta l'adoratione del
cap.2 li magi, onde in Math. è ſcritto che nelli giorni
di Herode Re ecco che li magivengano dall'O
riente in Hieroſolima, &interrogano doue ſia el
nato Redelli giudei, atteſo, che in oriente hauia
mo veduto la ſtella,la onde ſiamo venuti ad ado
rarlo, in queſti atti aſſai ſi manifeſta el ſuo princi
pato &ilprincipio del tempo il quale invero fu
pro
- ribro rero. 17 y
profetato per Eſaia nelle predette paroleeſe ben ,
miriamo, cognoſceremo, che nella ſua infantia
piu apparue l'Eccellenza del ſuo Dominio di
virtù,epotenza, che nell'età adulta per dimoſtra
re la ſua infirmità eſſer ſtata volontaria, e non ne
ceſſaria, tutto quello che da lui fu aſsito,e queſto
nó l'vsò publicamente, per doppia cagione la pri
l ma per inſegnar l'humiltà nelli principi, per cui
ciaſcheduno nel gouerno ſi rende gratioſo,eſſen
do che l'humiltà merita gratia,etato più nel prin
cipe è neceſſaria, quanto che per l'eminenza di
ſtato dalli denti dell'inuidia, che non patiſce ſu
periorevič lacerato. L'humil di ſpirito, dice Sa
lamone, riceuerà la gloria, & inoltre afferma,
che nella manſuetudine fa perfette le ſue opere, e
ſopra la gloria degli huomini ſarà beato, e nella
canonica del beato Iacopo Apoſtolo è ſcritto,
che Dio fa reſiſtenza alli ſuperbi, 8 alli humili Cap.4,
concede la gratia, il che conſiderando il Re Da
uid della fauſtoſa figliuola del Re Saul cioè Mi
chol,quale inſaltandoli dicea. Hò bella coſa, che
il Re vada ſaltando in coſpetto delle ſue ancille.
Io (riſpoſe egli) lietamente ſalterò auanti a Dio, 2.re.
e mi humilierò, il quale mi ha eletto in cambio cap.6.
di tuo padre, e di tutta la tua caſa, commettendo
mi che io fuſſe Duca ſopra del popolo ſuo in Iſ.
rael&anco mi farò piu vile in conſpetto delle
mie ancille,e ſarò humile nelli occhi miei. Que
ſta regola adunque oſſeruarvolſe in ſe ſteſſo Chri
ſto conforme alla volontà del padre celeſte pro
nuntiata
176 Del Reggimento de Principi
cap.9 nuntiata dal profeta Zaccheria, quale lo Euang.
Matteo in Chriſto afferma eſſere adempita quan
C-21. do coſi dice. Ecco che a te viene il tuo Reman
ſueto ſopra dell'Aſina ſedendo, 8 l'indomito pu
ledro. Seli principi del mondo dell'humiltà ſon
comendati, e della pouertà, per quai coſe diuen
gano glorioſi,laondenediuien proſperato il ſuo
Dominio, perche non molto piu comenderemo
la perfetta humiltà di Chriſto? Scriue Valerio
Maſſimo del Re Codro Athenieſe, 8 Agoſtino
nella citta di Dio, che quando li Peloponenſi
combatteuano contro alli Athenieſi dalla con
ſultatione di Appolline ſi certificò, che quello
eſercito douea preualere, il cui Duca ſi dedicaſſe
alla morte:il Re Codro per la ſalute di ſua gite in
effigie di poueroſidiede in occiſione nelle mani
dellinimici.il che ſubito fatto, e morto gl'inimi
ci ſi diedero in fuga e per queſta cagionegl'Ate
nieſi diſſero, che lui fu tranſlatato in trali Dei,
& Agoſtino di certi Conſoli Romani come Lu
cioValerio, che eſſo morì in tanta pouertà, che --

furon forzati gl'amici far colletta di danari per


la ſua ſepoltura. Fabritio ancor lui Conſolo di
ciò maſſimamente fu comendato, e però ſcriue
il medeſimo Valerio Maſſimo, e Vegetio ancora
dere militari nel quarto libro, che eſſendo lui pa
rià ciaſci pouero,eli legati degli Epiroti,offeren
doli gra peſo di oro " i voler più
preſto comandare al poſſeditore delle ricchezze,
che poſſeder quelle, e che piu dimoriamo? tutti
- - ligran
- - zibro rero. 177
li gran principi, e monarchi con l'humiltà han
no ſoggiogato il mondo, ma con fauſto di elatio
ne lo perderno (ſi come di ſopra è detto) e perciò
diſſe Salamone, quanto ſei maggiore in tutte le
coſe humiliati, e ritrouerrai in coſpetto di Dio
la gratia. In oltre ſe la virtù dell'humiltà,e bene
uoléza in ciaſchedun principe è comedata,mol
to maggiormeteſi deue laudare nel principe no
ſtro Gieſu Chriſto, come conſtituto in ſupremo
grado di virtù, concludiamo adunque chel'hu- .
miltà di Chriſto, e la ſua pouertà fu conſona alla
ragione, quantunque lui fuſſe legittimo ſignore
per le cauſe già dette. -

aſſegna la ſeconda cagione perche chriſto eleſſe vita


abietta o occulta,quantunque ſia vero ſignor
del Mondo. cap. X v.
s
Econda ragione, per cui il ſignor noſtro ab
braccio l'humile ſtato, quantunque fuſſe del
tutto vniuerſal ſignore, fu per dimoſtrare la dif
ferenza in tra il ſuo Dominio, e quello delli mò
dani principi, mercè, che ſe bene temporalmente
era ſignor del mondo, nulladimeno il ſuo prin
cipato ordinò è ſpiritual vita, ſecondo ci manife
ſta in san Giouanni, perche (dice egli) habbino
la vita, e la ottenghino abondantemente, quindi
anco ſi verifica le parole ſue, che diſſe a Pilato, C. •
che il ſuo Regno non è di queſto mondo per que
ſta cagione adunque viſſe humilmente, perche li
º - - M ſuo
178 Del Reggimento de Principi
ſuo fedeli traeſſi col ſuo eſempio ad opere, ſec5
do la virtù,la cui via ſi rende piu atta per l'humil
tà,e diſpregio del mondo, come ancopoſonoli
ſtoici, e cinici, ſecondo referiſce Valerio Maſſi
mo,& Agoſtino ſanto, Seneca anco il medeſimo
afferma nel libro della prouidenza di Dio e della
breuità della vitaà Paulino per cui alcuni diuen
gano degni dell'eterno Regno, a che fu la princi
pale intentione del ſuo dominio percheli ſuoi fe
c 22. deli il conſeguiſſero. onde in San Luca alliApo
ſtolidicea.Voi ſete quelli, che conſtantemente ha
uete perſeuerato nelle mie tentationi, &io à voi
diſpongo, ſi come? me il mio padre diſpoſe il re
gno,à cagione mägiate,ebeuiate ſopra della mia
menſa nel mio regno. Volſe adunque il ſignore,
che li ſuoi imitatori humilmente viueſſero con
l'eſempio di ſe ſteſſo per la detta cagione impa
c.I I « rate (diceua egli in San Math.) da me, che ſono
manſueto,e humil di quore, 8 in tal maniera im
paraſſero è ordinare in queſta maniera el tempo
tal Regno, e però la vita ſpirituale delli ſuoi fede
li è dimoſtrato Regno " cieli, auuenga che è
diſſimile dal Regno mondano, e perche il ſuo ve
ro Regno è ordinato ad eterno Dominiò, e non
temporale, è toradunque la ſoſpitione de quori
humani, che lui quaſi pigliaſſe el principato, per
dominare nel mondo e queſto fuſſe il ſuo fine,co
mºdelli altriſignori,eleſſe vita abietta, quantun
i dimeno fuſſe vero Signore, e Monar
capº a, eſſendo(come afferma Eſaia)poſto ºri la
º ..º - Uld
ribro rero. 179
ſua ſpalla il principato, prima ponendolo humi
le & abietto, chiamandolo paruolo, e dato a noi,
e dopoi ſottogiunge con queſta pouertà la virtù,
& eccellenza di ſuo Dominio per cognuntione
dicendo,eſſià noi dato el figliuolo, atteſo che l'
humanità in Chriſto era congiunta alla Diuini
tà del figliuolo come ſuo ſtrumento di omnipo
tenza, & di virtù, la onde il profeta iui circun
ſcriue l'ineffabile ſuo Dominio con molte clau
ſule della ſua ſingular potenza, le quali tutte ſi
hanno da intendere diſtintamente come iui eſpo
ne Girolamo ſanto, prima quanta alla ſolidità
del Dominio, il cui principato è ſopra della ſua
ſpalla mercè, che quelle coſe, qual ſon portate ſo'
pra delle ſpalle, ſon piu ferme portandoſilipeſi
piu ſolidamente iui, che in altra parte del corpo
ſecondo in quanto alla nouità del Dominio, la
onde è ſcritto che ſia nominato ammirabile il
ſuo nome, coſa invero degna di ammiratione, eſ
ſendo lui humile,e pouero,e pure Signore, e Mo
narcha del mondo, terzo in quanto alla chiarez
za di ſua ſapienza, il che nelli principi è preci
puamente neceſſaria, perche guai a quella terra
di cui el Re èfanciullo(ſi come afferma l'Eccleſia
ſtico)Queſto auuiene quando che il principe per
ſe non puo niente, ma appoggiato all'altrui con
ſiglio agita,imo, che per meglio dire è agitato, e
però ſottogiugne el profeta, che ſarà conſigliero
quarto in quanto alla Dignità del Dominante,
percheè Dio, eſſendo in lui vn ſol ſuppoſito,
2, Vna
e
18o del Reggimento de Principi
vna perſona in cui ſono vnite la Diuina, e huma
na natura, il cui principato ſi eſeguiſce in virtù
Diuina,quale in eſſo perſonalmente ſi ritroua, la
cui potenza vsò Chriſto circa la paſſione, quan
do li giudei lo vollero occidere; e cercandolo
con la turba, dicendo Chriſto io ſono; alle qual
parole ſubito caddero in terra, ſi come è ſcritto
c. 18. in ſan Giouanni il che di vero eccede li termini
de ſuoi ſucceſſori, perche il ſuo vicario non è
Dio,è però la ſua potenza traſcende quella di det
ci.pote Chriſto circa l'ordinationi de ſuoi fedeli,
e del ſuo gouerno, che non ha potuto Pietro, ne
li ſuoi ſucceſſori. Da che lui era paruulone ſotto
giugne la ſeſta conditione del ſuo ſingular prin
cipato, e queſta è la benignità del gouernare, per
che è padre del futuro ſecolo, il che ſi può referi
re alla pienezza della gratia, di cui chi pieno ſi ri
troua, ogni giogo della legge ci facilità il porta,
cap. 5 la onde dicea l'Apoſtolo alliGalati ſe hauete per
guida lo ſpirito non ſiate ſotto la legge, e per reg
ger queſti non fa di meſtiero ſeruirſi della ferrea
verga, e queſto è ſingolare nel principato di Chri
ſto.Settimo, 8 vltimo ſi piglia dalla tranquillità
di ſuo reggimento. pero ſoggiugne douer lui eſ
ſer principe di pace, e ſe non del corpo, almeno
del quore, la quale in vero Chriſto alli ſuoi fede
liviuendo l'offerſe, & morendo la laſciò, hauete
(diceua egli)nel mondo preſſura, 8 in mepace,il
se que èChriſto
che ſingulare del Dominio
el ſuo ſuo principato. Fondò adun
nell'humiltà,pouer
- tà, &
i
ribro rerzo. - a 18 I

tà, &aduerſità, fatiche & erunne, In tal maniera


atico fu aggradita la Rep.Romana,e non per fau
ſto di ſuperbia, & pompa, ſi come referiſce Salu
ſtio nella ſentenza di Catone,e tanto proua Vale
rio Maſſimo.

gualmente la Repub. romana fu aggrandita per li


eſempi delli Antichi Romani, e poi ſi tratta
di Goſtantino. Cap. X V I.
PErmi Chriſtovero Re, Principe, 8 Monar
cha del tutto li principi del mondo domina
re eſſo viuente, e morite per tempo, cioè inſino è
tanto, che il ſuo Regno fuſſe perfetto, & ordina
tonelli ſuoi fedeli con le virtuoſe operation1, &
con il purpurelor ſangue. Se Regolo, che Marco
fu nominato, per zelo di ſua patria dalli Cartagi
neſi volſe eſſer occiſo, & Marco Curtio ſi precipi
tò nella voragine della terra per liberatione del
la patria, e ſe Brutto, S. Torquato occiſeroli fi
gliuoli per la conſerua della giuſtitia, & dicipli
na militare, per ilzelo de quali la Rep. di piccio
la ſi fece grande, 8 ſelli Seleuſi dominanti apo
delli Locrenſi(ſi come referiſce Valerio Maſſimo)
vno al figliuolo , el'altro a ſedelli occhi per l'a
dulterio commeſſo per il figliuolo è cagione ſi
conſeruaſſe la giuſtitia con temperamento di mi
rabile equità come miſericordioſo padre, egiu
ſto legiſlatore ſi compartì la pena, perche non
molto maggiormeteſi rendano laudabili e Chri
- - M 3 ſtiani
182 Del Reggimento de Principi -

ſtiani quando ſi eſpongano alle paſſioni, etor


menti per ilzelo della fede,e Amor di Dio, sfor
zandoſi fiorire in varie virtù.a ciò conſeguino l'e
terno Regno, e che il principato di Chriſto creſ
scanelli loro meriti. Queſte coſe Agoſt narra nel
la città di Dio " per tutto ſottilmente per la
qualcoſa fece detta opera l'egregio Dottore nel
mezzo del tempo dalla paſſion di Chriſto inſino
al tempo di Silueſtro, e Coſtantino, in cui ſpatio
di tépo infinita moltitudine di popoli per la mor
teà Chriſto ſuo ſignore ſi dedicò, e congiunſe ſe
guédo il ſuo principe dido principio a ſiſtoli ſan
ti Apoſtoli,egl'altri diſcepoli di Chriſto, e poi tut
tili ſuoi vicarij, e ſucceſſori di Pietro, e ſto fu in
ſpatio di Anni trecentocinquanta, nel ſangue de
quali, e nelli meriti della loro virtuoſa vita è fon
data la ſanta Chieſa, come in efficace fondamen
to di pretioſe, 8 viuepietre, contro di cui ne ven
tine pioggie, ne tutte le procelle di varie paſſio
ni,& perturbationi, giamai il potranno ſpianta
re,adunque inopportuno tempo a cagioneſima
nifaſſe nel Mondo il Regno di Chriſto coſi com
poſto, la virtù del noſtro principe Chriſto Gieſu
ſucitè del mondo vn principe, cioè Coſtantino,
percotendolo di lebbra, e da quella curandolo ſo
pra l'humana forza, la quale ſperimentata cedet
te il Dominio al Vicario di Chriſto Silueſtro Pa
pa,à cui di ragione ſi conuenia per le dette cagio
ni. In queſta ceſſione veramente, che allo ſpiri
tual Regno di Chriſto è aggiunto il temporale,
ſtante
- ribro rerzo. 183
ſtante non dimeno lo ſpirituale in ſuo vigore,
concioſia che quello per ſe ſteſſo ſi debba cercare
dalli fedeli di Chriſto, e il temporale come vn mi
niſterio dello ſpirituale, altrimenti ſi faria con
tro all'intentione di Chriſto. In quel tempo ſi
adempìel profetico detto di Eſaia. cioè ſi molti cap. 9
plicherà il ſuo Imperio, 8 non ſia termine alla
ſua pace, imperoche da quel tipo in poi ſi aprire
no le chieſe, e incomincioſi a predicar Chriſto
publicamente il cheauanti non ſi poteua ſenza
pericolo della morte e nel medeſimo anno, che fu
curato Coſtantino dalla lebbra, 8 c5uertito alla
fede ſi battezzorno nelle parti di Roma piu che
cento mila huomini per le virtù che fece il vica
rio di Chriſto, ma è da cºſiderare quel che dice il
profeta che né ſarà fine alla pace, concioſia che
dopo la morte di Coſtantino il ſuo figliuolo fu
infetto di hereſia Arrianna,e perturbò la chieſa,
donde ſotto di lui patirno eſilio li ſollenni dotto
ri della Chieſa come Illario Pittauenſe: Atanaſio
Epiſcopo Aleſſandrino, Euſebio verzellenſe, e
molti altri Dottori, e Cherici della Chieſa, e di
più Tiberio ſommo pontefice della Chieſa nella
verità della fede dalla molta perſecutione di Co
ſtantio, ſi come affermano le ſtorie, dopo cui fu
Giuliano apoſtatafratello di Gallo, eConſobri
no di Coſtantio,il quale dette la ſeconda perſecu
tionealli fedeli;ſotto del quale patirno. Giouan
ni, e Paulo fratelli in qual maniera adunqueſive
rifica la parola del Sig promulgata per il profeta
- - M . Eſaia?
I84 nel reggimento de principi
Eſaia: biſogna adunque la predetta pace ridurla
a quella del quore,e né del corpo di cui parlaua
il Saluatore in ſan Giouanni, quando diceua.
Io vi laſcio la mia pace, ma non a ſembianza di
quella del mondo, il che ci manifeſta la differen
za, perche furon dette queſte parole alli ſanti
Apoſtoli già vicina la paſſione ſua, nel qualtem
po è coſa chiara che eſſi patirno perſecutioni eſ
ſendo indetto tempo " ſe hanno me per
ſeguitato, e voi perſeguiteranno, ma non perciò
gl'eletti di Dio queſta pace poſſono perdere ſe
non vogliono, ſe adunque alli ſtoici fu lecito di
re, che li beni dell'huomo, quali chiamano virtù
nell'huomo ſempre reſtano, ne ſi può poterſi alli
virtuoſi far violéza(come referiſce Gellio nel lib.
delle notti Athice)per che non piu preſto dire
mo della mente de fedeli, che della pace loro non
ſarà fine, poi che ſi accoſtano è quel fine, che viue
ſenza ſine. -

an qual maniera gl'Imperatori orientali furon doppo


Goſtantino obidienti alla chieſa.
Cap. X VI I.

Signitº le predette coſe,e occiſo l'Apoſtata Giu


liano nella guerra perſiana fu reſa la pace alla
Chieſa per Giouiniano ſuo fratello, huomo cat
tolico, benche poco tempo regnaſſi. Queſto mi
rabile ſi ritroua, che da detto tempo inſino a Car
lo Magno in tra gl'Imperatori tutti quaſi furo
ii , IlO
, Libro Terzo. - 135
no obedienti, e reuerenti alla Romana Chieſa
come ſe lei teneſſi il principato ſenza riſpetto del
lo ſpiritual Dominio,ſi come la ſanta Synodo Ni
cena diffiniſce come del téporale,la onde Gelaſio
Papa ſcriſſe ad Anaſtaſio Imperatore, che il giu
ditio dell'Imperatoredepende dal Papa (come af
fermano le ſtorie) e non per il Contrario. Valen
tiniano ancora, qual'immediate ſucceſſe à Gioui
niano coſi diſſe (recitante la ſtoria eccleſiaſtica)
inſtante la eletione dell'Archiepiſcopato di Mila
noà tale in pontifical ſedia ſia coſtituito, di cui
adminiſtriamo l'Imperio, imperò ſinceraméte li
noſtri capi ſottomettiamo alli ſuoi ammonimeti
accioche métre come huomini falliamo,neceſſa
riaméte riceuiamo come da medico la medicina,
e perche queſta materia è fruttuoſa a dimoſtrare
la reueréza delli principi circa el Vicario di Chri
ſtodelli Imperatori inſinolal tempo di Carlo quì
è da trattare. Dico in oltre che da Carlo inſino è
Ottone primo, intra quali tempi è fatta diuerſità
in tre coſe, prima quato al " di eleggere,ſeci
do quato al modo della ſucceſſione, terzo in qui
to al modo del prouedere, &à cauſa che appaia.
direno del proceſſo di eſſi Imperatori dal tipo di
Goſtätino, quali furon ſuggetti della Chieſa fuor
che detti tiráni, atteſo che come narrano le ſtorie
dopo che Goſtitino cedè l'Imperio al vicario di
Chriſto, ſeco traduſſeli Satrapi, e principi ſuoi
nella prouincia di Tracia, oue comincia l'Aſia
maggiore, e termina l'Europa, iui eleggºdo la i
186 pel Reggimento de principi
tà nomata Biſantio, la quale in vero come affera
mano le ſtorie la fece quaſi eguale à Roma,8 del
ſuo nome la inſignì. In queſta città adunque fu
l'Imperial ſedia inſino a Carlo, in perſona di cui
Adrianop5teficesòmo, congregato el côcilio in
Roma l'imperio da Greci il tramutò neGermani
in qual fatto appare gl'Imperatori Coſtitinopo
litani dependere dal vicario di Chriſto, cioè dal
ſommo pontefice come ſcriue Gelaſio Papa al
l'imperatore Anaſtaſio. onde l'Imperio di eſſi ad
eſequire il gouerno delli fedeli, ſecondo el man
dato del ſommo pontefice è ordinato, di manie
ra, che meritamente loro ſi poſſono chiamare eſe
cutori, e cooperatori di Dio agouernare il popo
lo Chriſtiano, il che primieramente ſi dimoſtra
delli quattro imperatori, che in queſto mezzo
del tempo regnorno,e furon preſentialli quattro
concilij piu ſolenni, 8 vniuerſali di tutti, appro
uando li loro ſtatuti, 8 a quelli ſe ſteſſi ſottomet
tendoſi, fu il primo el Niceno nel tempo di Go
ſtantino di numero di trecento diciotto Veſcoui,
oue fu condennato Arrioprete Aleſſandrino, il
quale empiamente diceua il figliuolo eſſer minor
del padre,ouedi detto principe referiſcano le ſto
rie, che lui fece le ſpeſe di tutto quel concilio,
quaſi che in queſto ricognoſceſſe per ſuo ſignore
il vicario di Chriſto. in cui vice teneua tutto el
concilio, atteſo, che il beato Silueſtro da quello
era aſſente per cagione ſpeciale. Il ſecondo conci
lio fu coſtantinopolitano, ſotto Ciriaco Papace
e lebrato,
zibro rerzo. 137
lebrato, & altri dicano ſotto Damaſo preſente il
gran Teodoſio ſeniore, il numero de congregati
furon cento cinquanta veſcoui, in cui furono
condennate molte hereſie, ma precipue quella di
Macedonio veſcouo di Goſtantinopoli, qual ne.
gaua lo ſpirito ſanto eſſer pio conſubſtantiale al
padre e al figliuolo, fu queſto Teodoſio tanto re
uerente alla chieſa, che come ſcriue Gelaſio papa'
all'imperatore Anaſtaſio, prohibendoli elbeato
Ambroſio l'entrata della chieſa, non fu ardito di
entrarui,anzi,che il detto lo ſcomunicò, per che
conſentì nella morte della moltitudineTheſſalo
nica,la quale occiſe il ſuo giudice(come tocca la
ſtoria tripartita) il che tutto patientemente por
tò in pace come veramente catholico principe, 8.
in vltimo duriſſimamente eſſendo ſtato ripreſo
dal detto Diuo Ambroſio,in prima fece publica
penitenza, auanti che haueſſi il publico ingreſſo
nella chieſa. Il terzo concilio fu celebrato ſotto
Teodoſio Iuniore, figliuolo di Arcadio, appreſ
ſo di Epheſo nel tempo di Celeſtino primo con
numero di dugento veſcoui,oue non fu preſente
il ſommo Pontefice, ma in ſua vice ſedè Cirillo
veſcouo Aleſſandrino per la confidenza di Teo
doſio,qual fu di tanta honeſtà,edi ſi maturo con
ſiglio, 8 reuerenza al Diuino culto, che anco
nella ſua tenera Età fu permeſſo dominare(ſi co
(l me narrano le ſtorie) la predetta ſinodo fu con
gregata. contro di Neſtorio veſcouo Goſtantino
politano, il quale in Chriſtoponeua due perſo
incoO
188 pel Reggimento deprincipi
ne, e dua ſuppoſiti, per cui era tolta via la vera
vnione delle due nature. Il quarto Concilio fu ce
lebrato in Calcidonia da ſecento trenta Veſcoui
ſotto Leone primo, preſente il principe Marcia
no, di cui fireferiſce, che per reuerenza della Ro
mana Chieſa nella ſettima ſeſſione del prefato
concilio coſi diſſe.noi per confirmatione della fe
de,non per obſtinatione di potenza, ma a queſto
concilio, coll'eſempio del religioſiſſimo Coſtan
tino vogliamo eſſer preſente, acciò ritrouata la
verità, più oltre la moltitudine imperita con pra
ue dottrine attratta, non diſcordi. la onde che ſi
vede tutta l'intentione delli Antichi principi eſſe
re ſtata in fauorire la vera fede di Chriſto & ho
nor portare, e reuerenza alla ſua ſanta Romana
Chieſa. In queſto concilio fu condennato Euti
ce con Dioſcoro Veſcouo Aleſſandrino, il quale
ſi come Neſtorio, poneuale nature, & le perſone
coſi queſti aſſeriuano confuſe, e miſte.

Di Dua concili ſequenti dopoli altri quattro, e qualfu


la ragione dell'Imperio traſlatato.
Cap. X VI I r.

Molti altri furono li concilij, ſe ben queſti pro


*** nominati furono li principali del tempo di
Goſtantino inſino a Carlo, nelli quali e principi
ſi moſtrano eſſere ſtati ſuggetti,e fedeli alla Chie
ſa,ma precipuamente Giuſtiniano dopo il corſo
della quarta Sinodo di cento venti Anni preſi
- dente
- , zibro rero. 189
dente Giulio Papa. Queſti è manifeſto dalle ſue
legge, quale iſtituì in fauore dell'eccleſiaſtico ſta
to,e per la epiſtola,quale(celebrato il concilio in
Coſtantinopoli) indrizzò per tutte le parti del
mondo, nelle quali ſi ſottomeſſe à gl'iſtituti del
la Chieſa, comandando alli popoli in tutto obe
dire, replicando anco gli memorati ſtatuti de
quattro precedenti concilij, confermando le ſan
teleggi, ſottomettendoſi alli eccleſiaſtici ſtatuti,
e precipuamente nell'wſure, & nel matrimonio,
nelle quali tutta la vita ciuile circungira, queſta
Sinodo fu celebrata contro di Teodoro, e ſuoi ſe
guaci, che diceuano altra coſa eſſere il verbo di
Dio, & altra coſa Chriſto, negando ancola Bea
tavergine. Fu celebrata la ſeſta Sinodo nella Re
gia città di Goſtantinopoli imperante Goſtanti
no Iuniore con cento cinquanta veſcoui, per li
preghi di Agatone contro di Machario Veſcouo
Antioceno, e di ſuoi ſettatori,li quali vna opera
tione,evna volontà affermauano eſſer in Chriſto
a ſimilitudine della perfidia di Eutice nel cui Si
nodo il detto Goſtantino, che fu dopo Giuſtinia
no principe cento,e cinquanta Anni molto fauo
rì la fede, diſtruggendoli monoteriti heretici. de
quali furono fautori il padre ſuo, e l'Auo e riſta
urò le chieſe da quelli diſtrutte, e queſto ſia det
to,aciò ſi dimoſtri che gl'Imperadori di Goſtanti
nopoli furono alla Romana chieſa protettori, e
propugnatori inſino al tempo del magno Carlo.
In quel tempo grauata la chieſa da Longobardi,
º - ne
19o pel Reggimento de Principi
ne potendo l'imperio Goſtantinopolitano porge
re aiuto eſſendo diminuta la ſua potenza, chia
mò il Romano pontefice contro alli predetti bar
bari in ſua difeſa il Re de franchi primieramente
Stefano Papa ſucceſſor di Zaccheria contro di
Aſtulfo, il quale chiamò Pipino, di poi Adria
no, e Lione chiamorno Carlo Magno contro di
Deſiderio figliuolo di Aſtulfo, il quale ſuperato,
evinto, con la ſua gente mediantetal benefitio,
Adriano celebrato il concilio in Roma con cen
tocinquanta cinque Veſcoui,8 venerabili Abba
tilo Imperio nella perſona del magnifico Prin
cipe Carlo da Greci tranſlatò nelli Germani,
nel qual fatto a baſtanza ſi dimoſtra qualmente
la poteſtà dell'Imperio depende dal giuditio del
Papa. concioſia che inſino a tanto, che li princi
pi di Goſtantinopoli difeſero la Romana Chieſa,
come feceGiuſtiniano per Beliſario contro delli
Gotti,eMauritio contro a Longobardi, li quali
principi fauorirno la Chieſa, dopo che mancor
no, come nel tempo di Michele contemporaneo
di Carlo di altro principeſi prouidde per ſua
protetione, -

come è variato l'Imperio da Carlo inſine à ottone ters


Re, ecome la pienez(a della poteſtà ſia del ſom
ºgo Ponte cap. X l Xe

Ll'hora ſi diuerſificò, el modo. dirimpelio,


perche inſino al tempo di Carlo in Goſtanti
nopoli
- zibro rero. a 19r
" ſi oſſeruaua il modo antico, è perche tal
volte era aſſunto all'Imperio del medeſimo gene
re, e talvolta, d'altronde tal'hora era fatta la elet
tione per il principe, 8 alcuna volta per l'eſerci
to, ma iſtituto Carlo ceſsò la elettione, e per ſuc
ceſſione ſi pigliaua nel medeſimo genere, a ciò ſº
pre il primo genito fuſſe Imperatore, e queſto
durò inſino alla ſettima generatione,la quale mi
cata à tempo di Lodouico ſeparati da Carlo, nel
cui tempo quando la Chieſa era veſſata dagl'ini
qui Romani fu chiamato Otton primo Duca di
Saſſonia in ſuſſidio della Chieſa, la quale libera
ta dalla veſſatione de Longobardi, e delli empi
Romani, e dal tiranno Berengario, Fu coronato
Imperatore da Lione ſettimo di genere Aleman
no,il qualtenne l'Imperio inſino alla terza gene
ratione, e ciaſcheduno di dettiImperadori furon
nominati Ottone, e da quel tempo (come narra
nole ſtorie)Gregorio quinto ſimilmente di natio
ne Teutonico ſi prouedde l'eletione, cioè che
per ſette"pi dell'Alemagnia fuſſe fatta, la
quale inſino a queſto preſente tempo perſeuera,
che è lo ſpatio di dugento ſettanta Anni in cir
ca, e tanto durerà quanto la Romana Chieſa, la
quale il ſupremo grado nel principato delli fede
li di Chriſto tiene, giudicherà eſſere ſpediente,
incui caſo, come nelle parole del ſignore ſopral
legate è manifeſto, che per il buono ſtato della
Chieſa vniuerſale appare il Vicario di Chriſto
hauerela pienezza della poteſtà, a cui ſiconuie
a- - ne
192 pel Reggimento de principi
ne detta cura per tre ragioni, prima per ragione
Diuina, perche come ſi vede hauervolſuto Chri
ſto per le parole ſopranarrate e piu oltre da dirſi,
Secondo per ragion naturale, perche preſuppo
ſto eſſo Vicario tenere il primo luogo nel princi
pato, biſogna nominarlo Capo, da cui deriua
ogni mouimento,e ſenſo nel miſtico corpo, per
il chehauiamo ch'ogni influeza del gouerno da
lui dipende. Inoltre nella comunità fa neceſſità
attendere alla ſua conuerſatione, perche queſto
lo ricerca la naturahumana, la qual non può vi
uer ſenza ſocietà, ne conſeruar ſi può ſe non per
vn primo in ciaſcun grado delli huomini che ſia
regolatore, 8 nelli atti delli huomini. Il primo
Ierarca, quale è Chriſto, e primo indrizzante, e
conſultore, & mouente, la cui vice tiene il ſom
mo Pontefice. Di piu dicemmo nel primo libro
che il principe nel Regno è come Dio nel mon
do,e come l'anima nel corpo. neſſun deue dubi
tare, che ogni operatione della natura depèda da
Dio, come gouernante, mouente, e conſeruante,
perche come è ſcritto nelli atti Apoſtolici in lui
ci mouiamo, e ſemo, &il profeta Eſaia. ogni ope
ra noſtra (diceua) tu operiSignore in noi Simil
mente ſi può dire dell'anima, e queſto vediamo
in Dio, il quale gouernando, 8 indrizzando il
mondo permette la corruttione particular del
l'eſſenza, per conſeruarlºvniuerſale,coſi falana
tura per conſerua del corpo humano dalla virtù
dell'anima, Se coſi aduiene nel principe di tutto
- . -- - - - - -- - il Regno,
ribro reco. 193
il Regno, perche in conferuatione del gouerno
ſopra deſudditi ſi amplifica ſua poteſtà, impo
nendo le grauezze, diſtruggendo le città, e li eſer
citi per conſeruatione di tutto il Regno. Molto
maggiormente queſto conuiene al ſommo Pont.
e ſupremo principe, cioè al Papa per il bene di
tutta la Chriſtianità, per la cui cagione la prima
Sinodo Nicena preſente Goſtitino, a lui attribuì
el primato nelli primi Canoni da lui inſtituti, 8.
il detto Concil.li ſequenti ſtatuti, in queſto ſingu
larmente innalzorno detto principato del sémo
Pont. con dire che la ſua ſentenza, coſi deueeiſer
pregiata, come dalla bocca di Dio prolata,etan
toiui confeſſa il Magno Carlo. Inoltre alla ſua
ſentenza non è lecito appellare, anco perche eſſo
è quello, che non hà ſuperiore, è perche in terra
tiene il luogo di Dio. e queſta è la terza ragione,
per cui ſi dimoſtra, e ſi conclude il ſommo Pon
tefice in detto caſo hauerla ſomma pienezza del
la poteſtà. La quale ſi amplica (come ſi è detto) è
er ragione di delitto, è ſi perbenevniuerſale di
tutta la Chriſtianità, 8 queſto elegantemente lo
Ca
elucida Hieremia profeta, a cui in perſona del
Vicario di Chriſto fu detto. Io ti ho coſtituito
ſopra le genti, 8 Regni,a ciò tu ſpianti, diſtrug
ga, diſperga, & ipi, il che referiamo allara
gion del delitto, oue in quelli quattro generi
pigliamo quattro ſorti di pene, le quali ſi poſ
ſono imporre à ciaſcheduno ſuddito, quando
poi dice ſopra delle genti, 8 ſopra delli Regni,
- - N lo de
1 94 pel Reggimento de principi
lo denotano ſignore, quando dice edifichi,e pian
ti, ſi appartiene alla prouidenza del Vicario di
Chriſto per il benevniuerſale della Chieſa.
comparatione del Dominio Regale C072 l'Imperiale,
e Politico. Cap. X X.

Da vedere al preſente la coparatione nell'im


perial Dominio al Regale, e Politico, perche
(come è detto) conuienea l'vno, e l'altro, e pri
ma circa all'eletione, atteſo che come li Romani
Conſoli, 8 li Dittatori, li quali politicamente
reggeuano il popolo erano aſſunti per via di ele
tione dal popolo,ò da Senatori, il ſimile adueni
ua degli Imperatori quali erano innalzati all'Im
perio,ò dal Romano eſercito, come Veſpaſiano
in Paleſtina, e Foca nell'Oriente dalla militarſe
ditione fu aſſunto contro a Mauritio Imperato
re, e poi l'ammazzorno. Erano alcuna volta elet
ti dal Senato, come Traiano,e Dioclitiano, quan
tunque vno fuſſi di Spagna,l'altro della Dalma
tia, e ſimilmente Lelio Pertinace da ſenatori fu
eletto,e nò ſempre eleſſero gl'Imperatori di ſtirpe
nobile, ma d'oſcuro ſangue,
o come è chiaro di Ve
ſpaſiano, e Dioclitiano,Scaltri coſi de Conſoli, e
Dittatori Romani occorſe, come ſi dimoſtrò di .
Lucio Valerio,e Fabritio,e dice Agoſt.nella città
di Dio di Quinto Cincinato, come hauendo ſo
lo quattro iugeri di tertaà lauorare,fu fatto Dit
tatore maggiore. E altra ſimilitudine, percheil
Domi
zibro rero. 19 ;
Dominio loro non paſſaua nelli poſteri, onde
quello morto il ſuo Dominio ſpiraua, quanto a
queſti duoi hauiamo l'eſempio nelli moderni
tempi,oue ſono eletti Imperatori Ridolfo Sem
plice comite di Aſpurgh, qual morto, e ſtato in
ſuo cabio aſſunto all'Imperio Adulfo di Anaxo
ne,e adunque rito generale, ſegia per auuentura
per la loro probità occorre quelli eſſer aſſunti
per la gratia del paſſato padre, come di Arcadio,
e Honorio figliuoli dell'Antico Theodoſio, eſi
mile di Teodoſio Iuniore figliuol d'Honorio, at
teſo, che bene reſſono la Republica, e l'Imperial
caſa,la onde meritorno, che nel ſuo genere per al
quanto tempo perſeueraſſe il Dominio, e coſi ad
uenne nelli Romani Conſoli, che ſe bene ogn' -
Anno eleggeuano i Conſoli almeno quanto al
magiſtrato ſpeſſo, non dimeno adueniua, che per
la probità della perſona,ò del genere, paſſaua ne
oſteri, come interuenne à Fabio Maſſimo di cui
ſcriueValerio Maſſimo che riſguardando el con
ſolato cinque volte il ſuo padre Auo, e proauo
ſuoi maggiori ſpeſſe volte eſſere dal'loro miniſtra
to, quanto coſtantemente poté. con il popolo ope
rò, che ſi deſſi alla fabiagente qualche vacatione,
à cagione, che vn " non conti
nuaſſi ſolamente in vna famiglia. Alcuna volta
etiandio è occorſo per certa violenza eſſer vſur
patol'Imperio, e non per li meriti delle virtù co
me ſi narra di Gaio Callicula ſceleratiſſimo qual
fu nipote di Tiberio, ſotto di cui patì morte
- N 2 Chriſto,
196 Del Reggimento de principi
Chriſto,el ſimile aduenne di Nerone. Queſto an
co occorſe de Conſoli Romani, che con le loro
impietà alcuni ſi vſurporno el Dominio come
Mario, eSilla conturbatori di Roma, e del mon
do, da tutti li quali ſi manifeſta la conuenienza
dell'Imperial Dominio col politico.moſtraſian
co la ſua conuenienza per tre bande con il Rega
le primieramente nel modo del reggere, perche
hanno giuriſditione come li Regi, e à quelli per
certa ragion naturale come alli Regi ſono iſtitu
tili tributi,eprouiſioni, quali non poſſonſ traſ
gredire ſenza peccato, ſe non come ſopra ſi è difi
nito delli Regi, la qual coſa non poſſono e conſo
line alcuno altro rettore delle città d'Italia, qua
li reggano con gouerno politico, mercè, che li
tributi,evettouaglie ſono condotte al publico e
rario, e di queſto riferiſce Saluſtio, come Catone
nella ſua oratione riprende li Romani Conſoli
del ſuo tempo, concioſia che hauendoli comen
dati, che in caſa haueuano induſtria,e fuori giu
ſto Imperio, 8 l'animo libero nel côſigliare ſot
togiungne, ma in quel cambio oggi hauiamo la
luſſuria,el'Auaritia, e la publica Egeſtà e priua
ta opulenza. La ſeconda conuenienza delli Impe
ratori con li Regi è per la coronatione, come li
Regi,perche hanno doppia coronavna à Molza
i" a Milano, oue ſono ſepolti li Regi Longo
ardi,qual corona dicano eſſer di ferro, inſegno,
che il primo Imperator Germano, Carlo il Ma- t

gno domò l'alterigia delli Re Lo studi" C Or


zibro rerzo. 197
le lorgenti la ſeconda è corona di oro,qual rice
ue dal ſommo Pontefice, e ſi li porge col piede,
in ſegno della ſua ſuggettitudine, e fedeltà alla
Romana Chieſa, e di queſto faſtigio di dignità
neli Conſoli, e Dittatori hebbero in Romagia
mai, perche come è ſcritto nelli Machabei in tra e p.8.
li preſidenti Romani neſſuno portaua il Diade
ma, ne ſi veſtiua di porpora,e l'wno, e l'altro fan
no gl'Imperadori, e Regi. la terza conuenienza
che hanno gl'Imperatori, con li Regi e ſono dif
ferenti da Conſoli,e rettori politici, ſi è l inſtitu
tione delle leggi e la poteſtà arbitraria, quale han
no ſopra delli ſudditi nelli detti caſi, per la qual
cagione el Dominio loro è chiamato maeſtà, ſi
l'Imperiale, come il Regale, il che non aduiene
neConſoli, 8 altri politici rettori, perche il loro
soperare non è lecito, ſe non quanto la forma del
le leggi dateli gli concede, o ſi dall'Arbitrio de
popoli, oltre che non poſſono giudicare Adun
que dalle qualità dell'Imperial Reggimento ſe
condo la diuerſità de tempi e la ſua comparatio
ne al gouerno politico,el gouerno Reale.
Del Dominio deprincipi ſaggetti alli Regi e Imperado
ri. cap. X x 1. -

Eterminato quel che appartiene al gouerno


, Regale, 8 Imperiale, di preſente è da trattare
delli Dominijà loro ſuggetti, come ſono li Prin
cipi, comiti, Duchi,e Marcheſi,Baroni, e Caſtel
- N 3 lani,

.
198 nel reggimento de Principi
lani, & altri pertinenti a Dignità ſecondo le di
uerſe conſuetudine delle Regioni. Sono ancora
di Dignità ſotto delli Regi li ſatrapi, de quali ne
fa mentione la ſacra ſcrittura. congregoronſi in
cap. 3 Babilonia (dice Daniel profeta) li ſatrapi del
Re,li magiſtrati,e li giudici, 8 iuianco ſi fa men
tione delli ottimati del Re. nel primo anco del
Cap.7 liMachabei ſi pone quattro nomi di Dignità,
oue è ſcritto che Giuda contro a Nichanore co
ſtituì al popolo DuchiTribuni, Centurioni, &
Decurioni, 8 nelli geſti Romani ſi troua delli lo
rorettori queſti particulari nomi, cioè Conſoli,
Dittatori, Magiſtrati, Tribuni, Senatori, Patriti,
e Prefetti,e Cenſori,eCéſorini di tutti li quali ſot
to doppio titolo è da trattare. In prima dellino
mi propri anneſſi allo ſtato degl'imperatori, e
Regi, d'onde traſono l'origine, e qual fu ilgouer
no di eſſi, dipoidelli apparteneti al politico prin
cipato li propri nomi delle Dignità, che ſeruano
alli Regi & Imperatori ſono li principi, cioè li ſi
nori delle prouincie quaſi teneti i primi luoghi
i" del Regal, 8 imperial dominio, li quali ſi
gnoreggiano ſopra delli Baroni, e Comiti, come
appare in Teutonia, e nel Regno di Sicilia, quatù
quela ſcrittura iſto nome ſpeſſe volte diſteda ad
ogni genere di Dominio,e precipue nobile, chia
mato coſi principato a ſimilitudine dell'Angeli
coordine, chiamato principato,pche dominano
cap.8. a tutte leprouincie, perciò è ſcritto in Daniello,
che il Principe delli Perſi fece ventun giorno reſi
a ſtenza,
zibro rerzo. I 99
ſtenza. Ioſepho che era ſecodo al Re dell'Egitto
ſe ſteſſo chiama principe, come è ſcritto nel Gene
ſi. Il ſecodo nome è quello de Comiti, il quale fu
primieramente preſo dal popolo Rom.ſcaccia
tiliRegi,imperoche eleggeuano dua Cóſoli.vno
de quali adminiſtrauale coſe militari, l'altro el ci
uile,e queſti dua Conſoli primieramente furono
chiamati Comiti, accomitando inſieme con ve
ra concordia, e in queſta guiſa fu accreſciuta la
Republica come dice Saluſtio debello Iugurti
no,in proceſſo poi di tempo queſto nome fu man
dato in obliuione dal Romano gouerno e traſla
toſſià ſtato deputato ſottoli Regi eImperatori, e
però ſon detti Comiti, a comitando, il che il pre
cipuo loro vffitio è di ſeguirli Regi e Imperato
rinella guerra, e in tutte le coſe militare, ce nell'
altre operationi per vilità di tutto il Regno. li
Duchi à ducato delli popoli ſon detti, e preci
puamente nella Militia,l'vffitio dequali è indriz
zare gl'eſerciti, e antecedere nella pugna, però
quando li figliuoli di Iſdrael erano impugnati
dalli Cananei, cercorono (ſi come è ſcritto nelli cap. -
giudici) chi haueſſi auanti di loro antecedere
contro de Cananei,e chi deuea eſſerlor ducha,il
qual nome di uero molto conuiene a tal Rettori
mediante la difficultà del gouerno,quando l'eſer
cito è in battaglia, dall'eccellenza di cui gouer
no congruètiſſimamente Duca è nominato, per
la qual Ragione Ioſueperchebellò le guerre del
ſignore Duca fu nominatoſi come di lui teſtifica
N 4 l'egre
2O O Del reggimento de Principi
l'egregio principe Mathatia nel primo delli Ma
cap.2 chabei dicendo:Ieſu, in métre " adempì le pa
role del ſignore fu fatto Duca del popolo d'Iſº
drael,coſi anco diſſeroli zelatori della legge giu
Cap. 3 daica. morto Ionata a Giuda Machabeo. noi ti
eleggiamo principe e Duca à combattere la no
ſtra guerra. L'altro nome di Dignità ſeruentealli
Regi, & Imperatori è il marcheſato detto coſià
marcha, che è ſingular peſo delli Ricchi, per cui
vié ſignificato, la retta, 8 rigida giuſtitia,il quale
vfitio ſi adegua al comitato,e ſortiſce queſto no
me dalla ſeuerità della giuſtitia, il che appare aſ
ſai coueniente in detti principi,perche comune
mente ſi ritrouano nelle Regioni à noi note tutti
queſti tali principi chiamati di cotali nomi; per
che ſono nelle prouincie aſpre, e detti luoghi
montuoſi, e rigidiapo di alcuni ſono chiamati
Marchie,o ſi nelle prouincie lazare, ciaſchedu
na delle due ſorti ſi conſeruano col il vigore del
la giuſtitia, è vnaltro nome che padrone è chia
mato, coſià labore,ſi perche nelle fatiche ſon for
ti come afferma Iſidoro nel comemorato libro
bara in greco, in latino graue, e forte ſignifica, e
queſto è propietà de principi che ſieno in conti
nui Ginnaſij, ſi com'è il ſolito nelle parti della
Gallia, e Germania, è vero nelle cacciagioni, o
vccellare,ò in gioſtrare come delli Antichi era il
coſtume ſi come ſcriue Amonio ſtorico, la cui
Ragione è poſta da Vegetio nel libro deReMili
tari, perche a quelli fa di biſogno eſſerli primi,e
- - combat
ribro rerzo. 2OI

combattere per li ſudditi, e per detta aſſuefatio


ne diuengano più audaci, onde eſſo ſoggiunge:
che neſſuno dubita di attentare quel che ſi confi
dahauer bene apparato, e perche a tutti li prin
cipi ſi appartiene l'eſercitio faticoſo,impero que
ſto è nome Comune a tutti li principi, 8 Con
ti, & altri eſiſtenti ſotto il dominio Regale, S&
Imperiale,
di certi nomi di Dignitàſ" in certe regioni e
qualſia di tutti queſti el loro gouerno.
Cap. X X I I.

Sono altri nomi conſequenti al Regale, e Impe


rial Dominio in certe Regioni,ò vero prouin
cie, quali importano alcuna coſa, come apoli
Perſi,e Filiſteili ſatrapi,ottimati, il primo de qua
li ſignifica prontezza di " ſatrapi qua
ſi ſatisfattione parati, il che è vffitio del principe
per la fedeltà, qual giura al ſuo ſuperiore, è vero
ſotisfatione rapientes il che appare importi eſſo
nome.eſſendo faſtoſo come è manifeſto per la ſa
cra ſcrittura ottimato è nome, che appare ſignifi
care ſupremo grado ſotto el principe detto coſi
da ottimo, il magiſtrato è chiamato dalla premi
nenza del conſiglio, e dottrina, coſi chiamati nel
li gouerni, in qual modo nella corte Regia di
Francia coſi ſon chiamati, quaſi di ſtato maggio
re, percheſtero in greco in latino ſtatio vien det
to Giudici quaſi danti la Ragione nel popolo, li
t. - - - - quali
2O2 nel reggimento de Principi -

quali propriamente aſſeſſori ſono nominati, li


quali anco pretori quaſi, che più, che gl'altri ten
ghino luogo in corte. preſidente è nome della ſa
cra ſcrittura, coſi detto ſecondo Iſidoro, perche
di alcun luogo la tutela preſidentalmente tenga
no. Sono altri dua nomi pertinenti alla dignità
nella Regal corte,de quali è fatta mentione in tra
li vffitiali di Salamone nel terzo de Re, cioè de
comentari, e lo ſcriba, quali erano nell'wffitijdi
ſtinti, perchevno era ſopra le legioni inſtituto a
ſcriuere per il principe, che appare il medeſimo
del magiſtrato, l'altro era propoſto per riſponde
realli Regi, il quale hoggi dimandiamo cancel
liere, oltre a queſti ſono altri dua nomi vſati nel
le parti della Gallia, forſe dal proprio Idioma di
alcuna gente, da cui ſortirpotiamo l'Ethimolo
gia, come è il Mariſcalco, e Siniſcalco, li quali
i" ſono rettori eſpoſti allinegotijvni
uerſali della regione, il quale importa il nome
di ambidua, come Mariſcalco, cioè ſignore delle
fatiche,atteſo che maris in lingua ſirica domina,
vel dominus ſignifica in latino, 8 callus laboré
importate il Siniſcalco a ſene, mediante la matu
rità del gouerno,8 callus fatica mercè, che tale
vfitionò deue eſſere impoſto, ſenò a huomini di
grádeſperieza,e di aſſidua fatica. Apo delli Spa
gnuoli tutti li principi ſotto del Re ſono diuiti,
cioè ricchi appellati, e precipue nelle caſtella, e
tale è la ragione, perche il Re prouede delle pecu
niea tutti li baroni ſecodolilor meriti,ò "ll 1UIO
- ritrorerzo. 2o 3
il ſuo beneplacito deprimedo queſti, e quelli eſal
tando, imperò che e' piu non hanno monitioni,
e giuriſditioni ſe non dalla volontà del Re, S&
da queſto ſon chiamati diuiti huomini, perche
a chi gliè prouiſto per il Re maggiorsöma,quel
lo è maggior principe, perche ſi può prouedere
di maggior copia di ſoldati, il qual modo anco
t raoſſeruano le Romane militie, conciofia che vi
uono ſottoli ſtipendij. Sono altri che ſi chiama
no infanti, 8 altri infanſiones, li primi ſono di
ſtirpe Regia, figliuoli, è nipoti coſidetti dall'in
nocenza depopoli, perche non deuono alcuno
dannificare, ma conſeruare,e nella giuſtitia nutri
re, & al Re come infantivbidire in tutte le coſe,
il che hoggi malamente ſi oſſerua. Li ſecondi co
ſi ſon detti, perchedeuono imitare li primi, eſe
guire come ſuoi maggiori, perche quelli ſono no
bili, che hanno piu virtù delli ſoldati ſemplici, e
ſono ſignori di alcune ville, è caſtelli, li quali al
troue ſono chiamati caſtellani detti coſi infanſio
ni, perche meno poſſono nocere dalla infantia,
in trali altri principi, mediante la loro impoten
s za, come fanciulli, che ſi partano dall'infantia
Imperocheſe fanno leſione alli ſuoi ſudditi, ſi ri
bellano, 8 ſi accoſtano alli principi maggiori, e
in tal maniera perdano il dominio, non hauen
do la potenza li maggiori, ſi come auuiene al
putto riſpetto all'huomo, ſto à baſtáza ſia det
to delli principi ſuggetti, e ſubalternati alli Re
gi,e Imperatori, reſta dire quel che ſignifichino,e
s - --- -- - quel che
2 o4 pel Reggimento de principi
quel che importino le dignità ſopra promeſſe,
perche la maggior parte appartengano alla poli
tia, e come alcune ſieno comune ſarà dichiarato
nella ſequente opera. Di preſente è da conſidera
requal ſia il gouerno di tutti li principi, circa
del quale è da riſpondere ſecondo la ſentenza del
C. Io, le ſacre ſcritturedicente nell'Eccleſiaſtico. Secon
do il giudice del popolo, coſi ſono li ſuoi mini
ſtri,e quale è il Rettore della città, tali gl'habitá
ti in quella. Tali adunque principi hanno il mo
do del gouernare comunemente imperiale, è Re
gale, eccetto forſe in alcuni luoghi per l'Vſurpa
ta conſuetudine,ò dalla tirannide, è ſi per la ma
litia della gente, perche altrimenti non ſi poſſo
no domare, come è detto di ſopra, ſe non conti
rannico gouerno come nell'Iſola della Sardigna,
e la Corſica, 8 in altre Iſole della Grecia, 8 nel
Cipro, nelle quali dominanoli nobili con prin
cipato diſpotico, è vogliamo dire tirannico, la
onde dicano le ſtorie dell'Iſola di Sicilia, che lei
fu ſempre nutrice delli tiráni. Ma nelle parti d'I
taliali Comiti, 8 altri principi ſe non autuiene,
che per violenza tiranneggino, fa di biſognoli
ſuoi ſudditi reggerli con modo politico,eciuile.
Ritrouaſi ancoapo di quelli alcuni nomi di di
nità, che hanno dependenza dallaiuriſditione
i, perio, traſcendenti ſopra la ſemplice mi
litia vaſſalli,ecathani, quali proceriſon nomina
ti, perche hanno iuriſditione ſopra deſudditi,
quantunque hoggi per la potenza della città ſia
v
diminuta,
vibro rerzo. 2o5
diminuta, eſuttratta totalmente, valuaſſalli co
ſi nominati è value, perche erano deputati alla
cuſtodia del regal palazzo,ò imperiale, quali noi
domandiamo portinai. Cathani dall'wniuerſali
tà dell'opera nella curia de principi, 8 ſtrenuità
ſopra li altri ſemplici ſoldatiſon detti, quali pri
miceri, quaſi precedenti li altri ſon detti. Ingre
co cathano ſignificavniuerſale. Sono molti altri
nomi, ſecondo diuerſe regioni, e lingue à bene
placito de principi inſtituti, ma per al preſente di
queſto baſti, riſeruádo el reſtante al gouerno del
lapolitia, di cui deue eſſere ſpecial trattato, me
diâtela diffuſion della materia, la ouedelli nomi
delle dignità ſi tratterà, in quanto patirà la natu
ra del gouerno, ſecondo li diuerſi coſtumi
delle prouincie, come ci hanno la
ſciato li Filoſofi, 8 ſtorici
Scrittori.

alfine del rerzo zibro,

IL
zo6 -

IL QVARTO LIBRO
DEL REGGIMENTO
D E P R I N CI PI,

Dell'Angelico Dottore S. Tommaſo d'Aquino,


Tradotta in vulgare per Don Valentino
Monaco i Vallombroſa.
Della differenza tra il principato e gouerno politico
C A PI T O LO P R I M O.

Oſtituirai (diſſe Dio per Da


uid Profeta) principi ſopra
di tutta la terra, i quali ſaran
no ricordeuoli del tuo ſanto
nome. Quantunque ogni do
minio, è vero principato ſia
inſtituto da Dio (come nel
terzo è dichiarato, nulladimeno, in quello il mo
do dal Ph.è dato diuerſo, e per la ſacra scrittura
ſimilmente, perche adunque nel prefato libro ſi
è trattato della monarchia divn ſolo.vtputa del
dominio del sommo Pontefice, e del Regale, 8:
Imperiale, e della natura concomitante à quelli,
Imperò quì congruamente tratteremo del domi
nio di molti, il quale con nome comune politico
appelliamo, deſcritto nelle preaſsite parole dop
piamente, cioè quanto al modo dell'eſſere aſſun
-
to
zibro ouarto. zo7
to,e quanto al modo del viuere. Il modo di aſſu
mere in queſto grado, ſi è elettiuo in ciaſchedu
na ſorte d'huomini, non per origine di natura,
comedelli Regiauuiene, il che importa parola
di coſtitutione, dicendo Dauid. coſtituiſci quel Pſal.
li principi,e poi aggiugne ſopra tutta la terra, in 44
ciò dimoſtrando la generalregola del politico
principato è ciò ſia generale petvia di elettione,
& che ſieno eletti principi virtuoſi,onde ſoggiu
gne ſaranno ricordeuoli Signore del tuo nome,
cioè in conſideratione diuina delli ſuoi precetti,
li quali alli reggiti ſono retta ragione di quel che
debbe operare, per la qual coſa è ſcritto nelli Pro
uer.che il comandamento di Dio è lucerna, e la
luce. Ancora Valerio Maſſimo dice, che per la ce
leſte prouidéza,per il principe le virtù erano nu
trite,eli vitij vendicati. Di queſto adunque prin
cipato è da trattarſi nel preſente libro, quale il
Phil.coſi diſtingue nel terzo delle politiche,e di
ſopra nel terzo ſi è dimoſtro, che tal reggimento
gouernato per pochi evirtuoſi ſi nomina Ariſto
cratia come perdua Conſoli erano con ilDitta
tore in Roma, cacciati di già li Regi, ſe poi per
molti come perli Conſoli, Dittatori,e Tribuni,
come in proceſſo di tempo auuenne nella detta
Città. dopoili Senatori tal reggimento è chiama
to politiaapolis, che ſignifica pluralità, è vero
Città, perche queſto gouerno propriamente ap
partiene alla Città, come maſſimamente vedia
monelle parti dell'Italia, e di gia hebbe vigore
-
- apo
2o8 pel reggimento de principi
apòli Athenieſi dopo la morte di Coſdra(come
referiſce Agoſtino nella Città di Dio)oueallho
ra ceſſato il dominio Regale preſono il magiſtra
to,come in Roma. Ma in qualunque modo ſi di
uida contro del Regno,ò Monarchia, l'oppoſito
è contro all'oppoſito,i" ſe il propoſito, nel
propoſito, coſì l'oppoſito, nell'oppoſito,e concio
ſia che ambidua includino pluralità, queſti dua
adunque ſi eſtendano al politico, in quanto che
ſi diuide contro al Regale,e Diſpotico, come toc
cael Ph. nella ſua politia, e di queſto qui ſi ha da
trattare, e prima in che ſia differente dal Regale,
e Imperiale,o ſi monarchico, il che nelli ſopradet
ti libri, primo e terzo, alquanto ſe ne toccò, ma
di preſente è d'aggiugnerſi alcuna differeza, mer
cè, che ſono li Retori coſtretti (dicoli politici)
alle leggi, ne poſſono in altra maniera procedere
nell'eſecutioni della giuſtitia,il che de Regi,e del
li altri Monarchi principi non conuiene, atteſo,
che nelli lorpetti ſono aſcoſe le leggi ſecondo li
caſi, che occorrano, e per le leggi eſſi quel che pia
cealli principi (come dimoſtrano le ragioni del
le genti, ma delli Rettori politici non ſi trouaco
ſi, perche non harebbano ardire fare alcuna no
uità fuori della ſcritta legge, la onde nel primo
delli Mach. è ſcritto che li Romani fecerono cu
ria, e che trecentouenti cotidianamente faceua
noc5ſiglio di quel che era da farſi rettamente nel
la moltitudine, da che ſi ritrahe che nel gouerno
Romano dall'eſpulſione delli Regi
,
fºr"
inſino
Libro Quarto i 2o9
inſino all'uſurpatione dell'imperio, il che fu qua
do Giulio Ceſare ſuperati linimici. cioè Pom
peo,eli ſuoi figliuoli occiſi, e ſoggiogato il mon ,
doſi preſel'vniuerſal Dominio, facendoſi del tut
to Monarca, conuertendo il principato politico
in diſpotico. Poi che (come affermano le ſtorie)
dopo le predette coſe appariua, che attendeſſi al
diſpregio de Senatori, da che prouocati li mag
giori di Roma nel Campidoglio con ventitre fe
rite Bruto autore, e Caſſio, gli tolſero la vita, S&
l'Imperio. E anco d'auuertire, che quantunque
vno dominaſſi in ciaſchedun'anno (come è ſcrit
to nel ſecondo de Mach.) nondimeno tal reggi
mento dipendeua da piu (ſi come anco nelle cit
tà d'Italia) e perciò non regale, ma politico era
chiamato, ſi come degiudici Iſdraelitici occor
reua, li quali non regalmente, ma con gouerno
politico reggenano il popolo. Inoltre è da con
ſiderare, che in tutte le regioni (come in Germa
nia, in Sicilia, e nella Francia) le Città loroviua
no politicamente, ma circunſcritta dalla poten
za regale,ò delli Imperatori, a cui ſotto certe leg
gi ſono aſtrette. E anco differenza, che li rettori
ſpeſſo ſono ſottopoſti alle pene del mal giudica
to, per la cui cagione Samuel Profeta, come è -

ſcritto nel primo de Re, auuenga che il popolo c.12.


Iſdraelitico hauea retto in tal modo, ſi eſpoſe in
in tal ſenteza qualdi già era aſsiſto al regno Saul,
coſi dicendo. Ecco che io ſon quì preſente, par
-
late di mein coſpetto del Signore, e del ſuo
O
º"
ſto,
- - -
11o , Del Reggimento de Principi
Re. I . ſto, cioè di Saul, ſe io giamai tolſi ad alcuno il
bue,ò ſe hò calunniato, è fatto oppreſſione à per
C. I 2. • ſona, e ſe riceuei preſenti da veruno. Coſi anco
narrano le ſtorie " Romani Conſoli, per la cui
cauſa accuſato Scipione Africano dalli ſuoi em
pij emuli di eſſere ſtato corrotto con pecunia, &
perciò laſciata la città, per le cui falſe calunnie
in proceſſo di tempo ſi ſucitorno le guerre ciui
li, il che non ha luogo nelli Regi, & Imperatori.
ſe non che talvolta le Regioni à quelli ſi rebella
no, quido loro trapaſſano le ragioni del Regno,
ſi come frequentemente nelle parti della Spagna,
e dell'Vmgheria auuiene, & nell'Oriente ſpeſſeuol
te, perciò machinano la morte alli ſignori, come
nell'Egitto del Soldano, 8 in Perſia, & ne l'Aſſi
riade principi Tartari, della qual coſa, perche
li principi diuengano molte volte tiranni, certe
regioni giudicano eſſer coſa indegna, che li loro
principi ſi perpetuino nelle prouincie nelli loro
figliuoli, come anco narra il Ph. nella ſua polit.
cioè che li ſuoi figliuoli ſuccedino alli padri nel
regno, ma eſſo morto, il popolo elegge quel che
ritroua piu ornato di coſtumi, ſi come auueniua
degli Imperatori, e nell'Egitto ancora ſi oſſerua
nelli molerni tempi, impero che ſi ricercano put
ti elegati in diuerſe regioni, è precipue nelle par
ti Aquilonari, perche ſono di grande ſtatura, Se
idonei alla militar diſciplina, e queſti ſono nutri
ti dell'erario publico, 8 ſono eſercitati nelli Gin
naſij, & ſcolaſtice diſcipline, e nelli atti ciuili, &
-. COI
- Aibro Quarto. 2. Il

con militare artiſtino alla preſenza del Soldano,


à quello miniſtrido, e dopo la ſua morte, chi piu
viene approuato, quello è innalzato "
to, quantunque talvolta ſia impedito da violen
za,ò tirannide, e fauſto d'ambitione. Sono altre
differenze circa il gouerno in quanto al tempo
del reggimento, & altre circunſtanze, delle quali
fa mentione el Ph.nel quarto delle polit. ma que
ſtebaſtino, con quelle, che dette ſono nel ſecon
do, e terzo libro.

Dimoſtra la neceſſità di coſtituire la città per l'huma


na vita, in cui conſiſte precipuamente il poli
tico gouerno. Cap. I 1. - ----
– -

Oncioſia che il gouerno conſiſta nella Città


precipuamente(come per quanto ſopra è det
to)nella politia, mercè, che le prouincie il piu del
le volte piu preſto ſi vede, che appartengano al re
gal Dominio,eccetto Roma, la quale per Conſo
li,e Senatori, eTribuni gouernaua il mondo, 8
in certe città dell'Italia, le quali quantunque do
minino le prouincie,nulladimeno ſon rette poli
ticamente, e perciò di loro coſtitutioni al preſen
teè da trattarſi, e prima col dimoſtrare la neceſſi
tà di quelle, e qual ſia la ſua comunità. Seconda
riamente quanteſieno le ſue parti, o ſi di quanti
huomini ſi componga. Dico adunque che con
ſiderata l'humana indigenza, per cui è forzato
l'huomo in ſocietà perche come in Iob è ſcritto,
O 2. Viua
2. I 2. Del reggimento de Principi
c.13. Viuel'huomo nato di donna breuetépo, e ripie,
no di molte miſerie, la onde ſecondo la natura è
animal ſociale,ò vogliamo dire politico, per cui
conclude il Ph.la comunità della città eſſer neceſ
ſaria, per le neceſſità dell'humana vita. Inoltre
rouedde la natura à gli altri animali il veſtito,e
i" nel loro naſcimento, concioſia che
dalla virtù della natura la ſua eſtimatiua fugge,e
ſchifa le coſe contrarie, 8 appetiſce le conuenić
te, ſenza che altri glielo dimoſtri, perche la natu
raiſteſſa in quelli ſi è operatione d'intelligenza,
(come lo dimoſtra il Ph nel ſecodo delle polit.)
ma non coſì nell'huomo,imo che lui ha di biſo
gno di precettore ad eleggere le coſe proportio
nateà ſua natura, per il che alla nutrice conuie
ne queſto inſegnare. In oltre all'huomo gli man
cano le veſti,e coprimenti, con liquali gl'anima
li, e le piante ſi adobbano ſubito, che naſcano,
e queſto dimoſtra le ſue neceſſità, per le quali gli
conuiene ricorrere alla moltitudine delli huomi
ni,la onde ne vien coſtituta la città, in cui dimo
Mat. ſtra il noſtro Saluatore li fiori delli campi, 8 li
6. vccelli del cielo, e di tali ſimili eſſer di migliore
conditione dell'huomo, referendo queſta indi
gentia a quel magnifico Re Salamone, il quale
quantunque fuſſe ſi eccellentemente copioſo d'o
gni coſa, nulladimeno in ogni ſua gloria non fu
coperto comevno di quelli, quaſi che di maggio
re neceſſità fuſſe quanto al vitto, e veſtito, & co
primento, che le piante, e li bruti animali. Indu
- º s ..º Ce

-
zibro ouarto. 213
/
ceanco à queſto la ferocità delli animali, che ſon
fatti dopo la preuaricatione di Adamo nociui al
l'huomo, concioſia, che a maggior ſicurtà del
l'huomo è neceſſaria la comunità delli huomi
ni, pereuitare ogni timore, dalla cui comuni tà
ſi coſtruiſce la città, e per lei l'huomo ſi rendeſi
curo. Da queſto ſi moſſe Caino ad edificare la cit
tà (come è ſcritto in Gen.) In oltre è neceſſaria Cap.4
non ſolo per la conſerua del corpo ſano, ma etia
dio per li corpi infermi, al cui riparo l'huomo
per ſe ſolo non è ſuffitiente, come gli altri anima
li, a quali la natura ha prouiſto, che ſenza medi
cina delli huomini ſieno liberati, poichela loro
eſtimatiua periſtinto naturale cognoſce la condi
tione dell'herbe proficue allilor mali, S altreco
ſe ordinate alla loro ſalute,ma l'hnomo ignoran
te di queſto ha neceſſità del medico, e della medi
cina, e del miniſterio di molti, ſe qualcoſe ricer
scano la moltitudine delli huomini, e queſta fa la
“città.In vltimo percheli caſi ſon molti,nelli qua
li gl'huomini caſcano per inopinato euento, da
Eccl.
-che ſono riuelati dalla ſocietà però diſſe Salamo
ne. Guai al ſolo, che ſe cadrà né harà chi lo ſollie 4.
ui, ma ſe ſaranno duaſi porgeráno ambidua aiu
to, da tutte le " città eſſer
neceſſaria all'huomo per la comunità della mol
titudine ſenza della quale ciuenientemente non
- !" della città, che
c
l caſtello, è di altra villa, quanto che nella cit
stà ſi ritrouapiuarti, 8 artefici a ſufficienza del
- . Q 3 l'humana
214 Del reggimento de Principi
l'humana vita, che in detti delle qualcoſe ſi con
ſtituiſce la città. Il diuo Agoſtino nel primo del
la città di Dio dice, che la moltitudine delli huo
minièvn legame di ſocietà. Prouoſſi nel primo
libro l'humana ſocietà eſſer neceſſaria, &in que
ſto ſimilmente, ma diuerſamente l'Vna dall'altra
perche iui ſecondo che detta ſocietà è ordinata
al principe, e quì di preſente ſecondo che le parti
della moltitudine in tra di loro ſono neceſſarie,
per la cui cagione neceſſariamente ſono inſtitu
te le città, e caſtelli in quanto che ſono ordinate
al politico reggimento.
segue il medeſimo perla parte dell'anima, e ſue
potenOe, eſſer neceſſaria la città.
- Cap. I I. -

On ſolo per la parte del corpo, cioè in quan


to alla ſenſitiua virtù ſecondo la natura è ne
ceſſaria la coſtitutione della città, ma ancora per
la parte dell'anima rationale, e tanto più, in qua
tochel'huomo è rationale, il che maggiormente
dalla parte dell'intelletto prouiene, che ſi ricer
chi la ſocietà. Doppia è la potenza circa la par
terationale, cioé intelletto, 8 volontà. In quan
to alla parte intellettiua ſono dua atti appreſſo
de quali ſi circungira il politico gouerno, cioè
ſpeculatiuo, e prattico, racchiuggiſi invero nel
prattico le virtù morali, le quali non ſolo ſi reſe
riſcono al ſapere, ma etiandio all'operare (º:Qe
zibro Quarto. 2 15
ſono la temperanza, fortezza, prudenza, e giuſti
tia) le quali tutte ſi ordinano ad altrui, e coſi in
eſequirle ſi ricerca la moltitudine delli huomi
ni, de quali ſi coſtituiſce la città, come di ſopra è
detto. E quantunque le prefate virtù non tutte
habbino per ſubietto l'intelletto, atteſo, che la
fortezza è nell'iraſcibile, e la temperiza nella co
cupiſcibile, quali appartegano alla ſenſitiua vir
tù, n6dimeno participano della ragione in quan
toſon da lei regolare. E la prudenza direttiua di
quelle, concioſia che la prudenza è retta ragione
delle coſe da eſequirſi, ſi come lo dichiara el ph.
nel 6.dell'Eth. In oltre la ſacra ſcrittura dette vir
tù morali al medeſimo le ordina, concioſia che
di loro è ſcritto nella ſapienza, che la ſobrietà, e
ſapienza inſegnano la giuſtitia, e virtù, di quale
nella vita dell'huomo non ſi ritroua più vtile, Sc
dipoi immediate ſottogiugne del merito di eſſe
Eccl.
virtù. Io harò (diſſe Salamone) per loro ſcien
za,eſperieza,e clarità dalle turbe, & honore apò Cap.2,
delli" , & molte altre coſe iui ſoggiugne,
quali ſono" alla moltitudine delli huo
mini, ma dello ſpeculatiuo intelletto, anco è da
manifeſtare, il quale come vuole Ariſtotile nel ſe
condo dell'Eth. l'huomo maſſimamente piglia
argomento dalla dottrina, 8 generatione della
ſcienza,S ha biſogno di eſperienza, 8 ditépo,le
qualcoſe riſguardano la moltitudine degli huo
mini, di cui ſi coſtituiſce la città. Oltre di queſto
dua ſono li ſenſi diſciplinabili, ſi come ci mani
O 4 feſta
2 r& Del Reggimento de Principi
feſta il Phil.nel libro deſenſu,e ſenſato,cioè il vi.
ſo, el'Vdito; adunque ſi conclude il medeſimo.
Di piu dice il Phil.nella Methafiſica, che l'ordi
nare è vffitio del ſapiente, e queſto anco ricerca
moltitudine, poi che dice Agoſt, nella città di
Dio, che l'ordine è vna diſpoſitione tra pari, Si
diſpari, che à ciaſcheduno diſtribuiſce quel che
gli ſi ciuiene, il che ſenza moltitudine né ſi può
eſequire. In oltre il parlare quale è manifeſtatino
del quore appartiene alla parte intellettiua, co
me dice il Phil. & ad altri è ordinata, la onde?
C. 2O, ſcritto nell'Eccleſiaſt.che la ſapienza aſcoſa, 8 il
teſoro non viſto non apportanovtilità. il ſimile
ſi può dire della ſcrittura, perche riſguarda la
moltitudine, ſenza la quale ne farſi,ne dichiarar
ſi potrebbe. Se dalla parte della volontà, quale è
potéza rationale ci voltiamo, il medeſimo ſi può
affermare, dopoi che ſono due virtù in lei ordi
nate ad altri, e però ricerca la moltitudine. Vna
ſi è la giuſtitia, la quale riſpetto alla volontà è ra
gione coſi dalle genti diffinita, cioè. Giuſtitia è
perpetua, e coſtante volontà, di rendere à ciaſche
duno quello,cheſi gli conuiene,qual dal Filoſo
foè chiamata legale,e giuſta dominatione,oſi di
ſtributiua, è commutatiua, che ſono parti della
giuſtitia tutte politiche e precipuamente neceſſa
rie nella città,imo che ſenza eſſe né ſi poſſono ha
bitare,ne come afferma il Ph.conſeruare, la onde
ſi conclude la coſtrutione della città eſſer neceſſa
e a
ria ſecondo la natura riſpetto à dette virtù. La ſe
e conda
- ribro quarto. 217
conda che ſi pone nella volontà ancorlei ſi referi
ſce alla moltitudine, cioè l'amicitia,precipua co
ſa in vero che ſi ricerca nella comunità, ſenza la
quale non è virtù,di cui diſſe il Phil.nell'Eth che
quella maſſimamente è neceſſaria all'humana vi
ta, atteſo, che neſſuno eleggerebbe in vero ſenza
amici, onde che il medeſimo Ariſtot.c6numera
l'vtilità di queſta virtù nel dimoſtrare la ſua neceſ
ſità,e ſempre mai in riſpetto alla moltitudine. In
rimanegli infortuni, perche in tali ſi ricorre a
i amici, ſecondariamente nelle proſperità, atte
ſo, che per li amici ſi conſerua. onde precipuai
mente hanno di biſogno delli amici quelli, che
poſſeggono le ricchezze, e ſono nelli principati,
come dice il predetto Phil.ligiouani ancor loro
hanno biſogno di amici,acciò ſieno frenati dalle
concupiſcenze, 8 non pecchino, 8 li vecchi per
ºſſerſeruiti, e coſi ſi può diſcorrere di tutte le ſor
tedi huomini,p le quali coſe ſi vede la comunità -. -

della moltitudine di huomini eſſer ſecodo la na è


e
tura neceſſaria la coſtrutione della città, in cui l'a ss
micitia " vigore, e ſi nutriſca la cicordia;Cau
ſaanco la città armonia, e ſuauità dell'anima,co
me dice Agoſt nella città di Diop la moderatio
ne degl'ordini infimi, mezani,eſupremi ci quali
ſi modera,la onde diſſe il Profecco come è buoi Pſal.
no,e giocondo, che li fratelli habitinovniti: Coi 132.
ſtituiſce etiadio il prefato Agoſt.due città, ſecodo
dua amori. Oltre i queſto ecci altra ragione à di
moſtrarlacità della moltitudine dº"
Cg
a 13 Del Reggimento de principi
eſſer neceſſaria, cioè per l'appetito humano nel
comunicarle ſue operationi alla moltitudine, in
tal maniera, che li è moleſto eſſequire alcun atto
virtuoſo ſenza la ſocietà delli huomini. la onde
diſſeTullio nel libro de amicitia, che la natura
non ama coſa alcuna ſolitaria. Era Archito Ta
rentino ſolito dire, e dalli noſtri ſeniori ho vdi
to, che ſe alcuno ſaliſſi in cielo, e la natura del
Mondo, e la bellezza delle ſtelle riſguardaſſi non
li ſarebbe ſuaue ſenza l'amico, e'l compagno.
Se anco le ricchezze non ſono ſparte nella molti
tudine (come afferma Boerio) quelle non riſple
dono. Appare adunque per la parte del corpo, e
er la ſenſitiua virtù, e per la rational natura ha
uer l'huomo neceſſità di viuere in tra la moltitu
dine, da cui deriua la coſtrutione della città però
diſſe il Phi nella polit.che la natura è preſente in
tutti nella comunità della città, e quantunque li
primi iſtitutori delle città la ſcrittura referiſce,
Gen.4 che ſono ſtati huomini maluagi, come Caino fra
Ge., 1 ticida,e Nebrotte oppreſſore delli huomini,qua
le edificò Babilonia & Aſſur, che edificò Nini
ue, nondimeno ſi meſſono a coſtrurre le città per
la comodità degli huomini già detta, ritorcendo
con tutto ciò in ſuo dominio, per cui conſerua
tione li era neceſſaria la congregationevnita del
: la moltitudine. -

i i
i , . . . -

i - - - - - rn che
-
zilreguato. a 19

nn che conſiſta la comunità della città.


cap. I I I I.

PRousta la neceſſità del coſtituire la città per la


º comunità delli huomini,hora è da cercare in
che conſiſta talcomunità. Circa queſta materia
diuerſi Phil.e ſapienti coſtituirno varie politieri
ſpetto alla comunità, ſi come referiſce il Phil. in
ſua polit.oue primieramente narra l'opinione di
Socrate, e di Platone, come eſſi poneuano la co
munità in ſua politia. In quanto à ciaſcheduna
i
coſa, cioè che tutto fuſſea comune, coſi le ric
chezze, come le mogli,eli figliuoli. moſſi dal be
ne dell'wnione nella comunità, per cui la Repub.
ſi aumenta. Inoltre eſſendo il bene difuſiuo, e di
ſua natura comunicatiuo, quanto adunquevna
coſa più viene ad eſſere comunicatiua, tanto più
moſtra hauere in ſedi bene, adunque il tutto co
municare piu ha di ragione della virtù,e bontà.
Oltre di queſto l'amore è virtù vnitiua (come
diſſe Dioniſio) oue adunque è maggior ragio
ne di vnione, ini più vigoroſa ſarà la virtù del
l'amore, il quale coſtituiſce, e conſerua la cit
tà (ſi come di ſopra è detto.) Adunque hanere
coſa à comune tanto le ricchezze, quanto le mo
gli, e figliuoli effetto ſarà di maggiore bontà.
Sono queſte ragioni, con molte altre, quali referi
ſce el Phil.ſecondo il parer di Socrate alla quali
tà di detti, perche furono huomini dediti
-- VII
"
-5
º 26 pel reggimento de principi
virtù, ſopra gli altri mercè, che eſſi poneuano il
bene delli huomini eſſer la virtù, per il che non
appare credibile, che loro poneſſero tal comuni
tà, in quella maniera, che Ariſtot.moſtra à quelli
imporli, perche queſto piu preſto appare beſtia
le, che humano cioè, che le femmine ſieno a co
mune, in quanto alla commiſtione della carne.
la ſacra ſcrittura ſepara la madre dalli figliuoli,e
1a figlia dal padre, e congiugne la moglie al mari
to, e ſolo, con ſola, onde è ſcritto nel Geneſi, che
l'huomo laſcerà il padre e la madre, & ſi accoſte
ºra alla ſua donna, e ſaranno dua in carnevna, &
“non dice molte,ede figliuoli anco è impoſſibile,
atteſo che nell'atto della generationenon conué
“gano duoi ſemi,ma vn ſolo per la parte dell'huo
cap, 2, mo, e però è ſcritto nel Gen. vno advno copular
ſi, per il che ancora gl'animali cognoſcano e ſuoi
figliuoli, quato tempo è neceſſario al nutrimen
to di quello, come maſſime auuiene nelli figliuo
lidellivccelli, che non ſono laſciati infino per ſe
ºnon poſſono volare. Diremo noi adunque, che
detti Phil. ſieno ſtati men c&poſti delli animali?
certo che ſarebbeabſordo,li quali per comporre
di coſtumi, e correggerli ſpeſono tutta la loro vi
ta (come "i oſtino di Socrate) la cui dot
trinaPlatone ſuo di cepolo fedeliſſimamente ſor
tì, come ſcriueValerio Maſſimo, il quale eſſendo
ſapientiſſimo ſopra tutti di ſuo tempo, edalliſta
dioſi giouani di Atheneauidamente era cercato,
deſcendendo in Egitto dalli ſacerdoti di quella
4 i gente
- è Libro Quarto , 22 I
gente molti numeri di geometria di celeſte ragio
ni riceuette ad oſſeruare, e poi paſſando in Italia
fu iſtrutto da Archita, & Arione de precetti di
Pittagora. a tali adunque, e tanti huomini attri
buire tal politia, di onde ſi diſtruggerebbe l'ordi,
ne della natura non è ſenza admiratione, e di piu
eſſi comentatori d'Ariſtot. il ſimile attribuiſca
no, il che non pienamente referirno le operatio
ni degli altri, e precipue di Socrate e Platone (co
medice Euſtachio ſopra il primo dell'Eth circa
dell'Idea della bontà. E Simplicio nel fine del pri
mo libro del cielo,e della generatione del "
& Agoſtino nel nono della città di Dio il ſimile
referiſce dell'opinione delli ſtoici circa le paſſio
ni dell'animo, che alcuni attribuiuano i ſtoi
ci, il Principe de quali che fu Socrate, il che
non ſarebbe caduto nel ſapiente, come il medeſi
mo Ariſt nel ſecondo dell'Eth. impone al prefa
to Socrate, 8 nondimeno Agoſtino il medeſimo
dice eſſer falſo per ſentenza di Aulo Gellio nelli
bro delle Notti Attice, ma tutte queſte coſe ſono
da referirſi all'effetto dell'amore, perche adique
detti Phil.erano virtuoſi, 8 in queſto era il loro
sforzo, che la virtù dell'amore,e beneuolenza fuſ
ſe comendata, onde dice il noſtro Saluatore ama Mat.
il proſſimo tuo come te medeſimo, eſſendo che 6.
quelli erano ſoliti ſotto certe metafore parlarvo
lendo perſuadere alli cittadini l'amore, per cui la
città ſi augumenta, e però poſero la comunità nel
le mogli,e figliuoli, cioè in mutua
- -
diale" Il CI
-

º
ii2 pel Reggimento de Principi
nelle poſſeſſioni, in comunication neceſſaria, per
che ſe alcuno vede il ſuo fratello poſto in neceſſi
tà, e chiuderà le viſcere a quello, in qual modo
rimane l'amor di Dio in lui è il che fu precipuo
delli ſtoici, li quali le coſe eſteriori come ricchez
ze, da quelli erano diſpregiate (ſi come di Socra
tereferiſce Girolamo ſanto) per queſto adunque
appare la riſpoſta all'obietioni,perche lavnione,
el'amore ha grande nelle coſe inferiori, mercè,
che piu perfetta è l'unione nel corpo ſe in diuerſi
organi la virtù dell'anima ſi diffunde à diuerſe
operationi vnite in vnaſuſtantia dell'anima, co
me nelli animali perfetti appare, piu che negli
inanimati, quali hano ſolo il ſenſo del tatto chia
mati dal Philanimali imperfetti, per la qual co
C'. I 2. ſal'Apoſtolo nella prima alliCorin.dice ſe tutto
il corpo è occhio,oue fial'audito? e ſe tutto au
dito,oue l'odorato?quaſi che neceſſario ſia in cia
ſcheduna congregatione, qual precipuamente è
la città a ſembianza d'vn corpo naturale, eſſendo
quello miſtico, eſſer diſtinti gradi in trali cittadi
ni, quanto alle caſe, e le famiglie, quanto ancora
all'arti, &vfitij, e nondimeno ogni coſa vnite in
vinculo di ſocietà, il che è l'amore delli ſuoi citta
dini (come è ſopra detto) l'Apoſtolo ancodice
alli Coloſſ a quali cònumerando certe operevir
tuoſe, alle quali li cittadini ſi obligano. Subito
ſottogiugne, ſopra ogni coſa hauiate charità,
quale legame è di perfettione e giubili la pace di
Chriſto nelli voſtri quori, in cui ſiate chiamati
- - - in Vil
ribro guarto. n 23
in vn diſtinto corpo, cioè per membri. Secondo
lo ſtato delli cittadini, dalla cui diuerſità d’arti,
& vffirij,quanto in quelli ſi multiplicano, tanto
maggiormente la città ne diuien maggiore, e piu
famoſa, perche la ſuffitienza dell'humana vita,
per cui è neceſſaria la coſtrutione della città,
maggiormente in lei ſi ritrouano, e ſe per auuen
tura fuſſi allegato l'eſempio delli Diſcepoli di
Chriſto, de quali ogni coſa fu comune non oſta
alla leggevniuerſale,auuéga che lo ſtato di quel
li traſcende ciaſchedun modo di viuere, concio
ſia, che la loro politia non era ordinata a mo
glie, e figliuoli, ma a celeſte ciuilità, in cui ne ſi
marita,ne ſi ſpoſa, ma ſono come angeli di Dio,
ma in quanto alle facultà li beni erano comuni,
il che è ſolo delli perfetti, come afferma Chriſto
nell'Euang ſe vuoi eſſer perfetto và, evendi il tut Mat.
to, e diſtribuiſci allipoueri, e ſeguitami, e queſto 19.
fernoli Socratici,ePatonici, come diſprezzato
ri delle coſe temporali (come ſcriue Mercurio
Trimegiſto di Plotino, e Macrobio ſopra del ſo
gno di Scipione) ma in vero negli altri cittadini
al comune ſtato di quelli eſpediente hauer diſtin
te poſſeſſioni per fuggire li litigij, e tanto ſi ſeri
ue nel Gen.di Abramo, che diſſe à Loth. io ti pre c. 1 4°
go (diceegli)à cagione non ſia litigio intrame,
e te,eli tuoi paſtori,elimia, percioche ſiamo fra
telli, ecco che tutta la terra è nel tuo coſpetto ſe
andrai alla ſiniſtra io terrò la deſtra: ſe eleggerai
tula deſtra caminerò alla ſiniſtra, per il che ha
- - - - - uiamo,
424 Del Reggimento de Principi
uiamo, che in trali cittadini alla conſerua in tra
di loro della mutua ſocietà fa meſtiero le loro ric
chezze, e facultà ſieno diſtinte, e coſi è manifeſta
la riſpoſta alle predette obietioni.

Dell'opinioni di Socrate,e Platone circa l'eſporle donne


allaguerra. capitolo V.

Ritornando alla detta politia Ariſt nel prefato


libro attribuiſce alli predetti Phil. che loro
voleuano, che le dòne fuſſero eſercitate nelli eſer
citi militari, e tali (ſecondo il detto) erano le lo
ro ragioni. Vediamo (diceuano eglino)in tra gli
vccelli rapaci eſſer piu feroce le femmine,e piu ef
ficamente combattere, e'l ſimile anco d'altre be
ſtie appare,ſi come precipuamente negli inferio
ri animali è manifeſto. Inoltre il corporale eſer
citio conferiſce alle femmine, quanto alla virtù
del corpo, e fortezza, ſi com'è manifeſto nelle fan
teſche delle famiglie. & nelle donne ruſticane, le
quali ſon piu forte,e piu ſane, e la proprietà della
virtù è, che la fa l'huomo, è donna poſſeſſor di eſ
ſa buono,e rende buona ſua operatione, ſe adun
quenelli giuochi della lotta,enelli eſerciti; mili
tari piu ºconforta la virtù femminile, congrua
mente adunque appare li ſia conueniente l'eſerci
tarſi in guerra. Piu oltre la proportione delle pri
me qualità induce al medeſimo, cioè il caldo,hu
mido, freddo, 8 ſecco, li quali ridotti al mezzo
ſi fortifica il miſto nella ſua virtù,imperoche co
-

t- -
- ſi vediamo
Libro quarto. 22
ſi vediamo le legne verde, da quale l'humido vie
ne eſtinto, e " al mezzo piu fortemente ar
dono. Anconelli vecelli ſcorgiamo, in quelli ra
paci dico, che le femmine per ragione di ſuo mo
uiméto ſon di piu forte natura, e di maggior cor
pulentia,adunqueabondando nelle donne l'hu
mido, come ne fanciulli, per il moto ſi conſuma,
e viene al temperamento, e riceuonſi le forze, e di
ciò ci è l'eſempio dell'Amazzone, il cui Regno fu
nell'Oriente fortiſſimo, e quaſi tutta l'Aſia terza
arte del mondo ſoggiogorno, come affermano
- i" ſtorie, le quali traſſono origine dalli orientali
Sciti, la onde che apò di eſſi Sciti da quali anco
ſono diſceſili Tartari, le donne ſono eſpoſte alla
militia,eguerreggiano in compagnia delor ma
riti, da tutte le quai coſe per auuenturali prefati
Phil.ſi moſſono nella coſtrutione della politica,
che fuſſero forſe le donne eſpoſte alla militia.
Ma contro è queſta politia ci ſono fortiſſime ra
gioni, alle quali dificilmente ſi può dar riſpoſta,
dice Ariſtot.nel ſecondo della ſua politia, che né
è la medeſima ragione delli bruti animali, e delli
huomini concioſia che le beſtie non ſi ſottomet
tono al dominio Iconomico, ma ſolo l'huomo è
idoneo al gouerno della famiglia, il che non po
tria fare quando che le donne fuſſero eſpoſte alli
negoti dell'arme, percheſi come li politici vſiti
ſono diſtinti, coſi nell'Iconomica, attendendo il
padre di famiglia agli eſterni negotij, e dentro in
caſale donea gli eſerciti donneſchi, e domeſtici
- P della
2 26 Del Reggimento de Principi
della famiglia, il quale argomento potiamo pi
gliare dalla parte della Romana Repub.la quale
(come affermano le ſtorie) haueano duoi Conſo
li, vno, che attendea alle coſe militari, l'altro go
uernaua la Repub.il ſimile è ſcritto delle prefate
Amazzone, nel cui Regno, è Monarchia erano
diſtinti li vfitij, come de Rom. Conſoli è detto.
Pigliſi la ſeconda ragione dall'inettitudine al cô
battere delle membra delle donne, le quali diſtin
guédole il Phil.dalli maſti coſi afferma il maſtio
(dice lui) li ſuperiori membri ha piu groſſi, co
mele braccia, le mani,li nerui, e le vene, dalle qua.
li la voce piu groſſa viengenerata, il ventre dipoi
& altre ſue circunſtantie ſono piu ſottili,e ledon
ne per il contrario, e queſto acciò nell'atto del ge
nerare fieno piu atte, ancora le poppe per nutrire
la prodotta prole, le qual tutte coſe ſono impedi
mento alla guerra, e però dell'Amazzone è ſcrit
to, che alle fanciulle tagliauano le poppe deſtre,
coſtringendo le ſiniſtre, a cagione non fuſſero im
pediteà ſaettare, la terza ragione è per riſpetto
dell'anima, mercè, che Ariſtinelli geſti delliani
mali dice, che la donna è maſtio occaſionato, on
de che coſi come pate difetto nella copleſſione,
peſſer timide,e ſpauétoſa della morte, il che maſ
ſimaméte nella militia è da fuggire. Invero che
mediante il difetto della ragione mancano di mi
litari aſtutie, con le quali il piu delle volte ſi con
quiſta la vettoria (ſi come dimoſtra Vegetio de
ReMilitari) e perciò dicano le ſtorie, che Aleſ
- - ſandro
Libro Quarto. i 227
ſandro il Magno con certe aſtutie e allettamenti
ſuperò l'Amazzone più checò fortezza d'arme,il
Regno delle quali nelli ſuoi tempi in Aſia era
fortiſſ. e potentiſſimo, la qual ragione ſi piglia
dal pericoloſo commertio dell'huomo, e della
Donna, atteſo ch'ilvenereo Atto corrompe l'eſti
matione della prudenza (come ben dice Ariſt.)&
in eſſo impoſſibiie è alcuna coſa intendere, dalla
cui cagione l'Animo virile ſi enerua, i" il che
narrano le ſtorie, che Giulio Ceſare nella guerra
comandò ſeparare dal campo tutte le delitie, e
precipuamente le Donne.il Re Ciro ancora eſſen
do Re de Perſi: non potendo ſuperare li Lidi per
ciò che erano fortiſſimi e conſueti alle fatiche al
fine per giuochi,evenereo vſo, eneruati di virtù,
e forrezza li domò. ScrueVegetio delli Antichi
Rom nel principio di ſuo libro, che loro ſempre
erano perfetti nella guerra, perche da neſſuna vo
luttà, ne da Delitieſi laſciauano corrompere, e
perche ancoli fortiſſimi caualli, che altrimétiſo
no audaciſſimi al côbattere, 8 diſcoſto odorano
la guerra, dalla preseza poi delle caualle ſi diſtol
gano dalla pugna per il che eſſe Amazzone (co
me narrano le ſtorie) non riceueuano huomo ve
runo nelle loro ſchiere, adunque per tutto quel,
che è detto è manifeſto, che le Donne deuano eſſe
re eſcluſe dal martial conflitto.

P 2. riſpon
-228 pel Reggimento de Principi
riſponde in queſto capitolo alle ragioni indutte in con
trario dalli Phil. Cap. V I.

MA perche il motiuo di eſſi Phil.hebbe proba


bilità, come appare nelli argomenti fatti in
contrario, è dunque da ſoluere le loro ragioni, e
di vero trattarle coreuerenza, dico adunque che
quando eſſi pongano l'eſempio delli vocellira
paci,ò d'altre beſtie, nelle quali le femmine ſono
al combattere piu audace,e forte delli maſchi,S&
à predare piu habile, dunque ſimilmente aduer
rà delle donne, a queſto ſi riſponde, che non è ſi
mile delle donne, e dellivccelli, atteſo, che come
di ſopra è detto. L'huomo naturalméte è ciuile,
nel gouerno della famiglia; il propio atto della
donna è nel nutrireli figliuoli, eſeruare honeſtà
nella ſua caſa, e ben diuiſare le vettouaglie nella
famiglia.tutte le quali coſe non potrebbon da lo
ro farſi, tuttauolta che attendeſſero alli eſerciti
della guerra, e per queſta cagione la natura in tal
maniera le diſpoſe,acciò fuſſelor tolto via l'occa
ſion del combattere, perche come vuole il Phil.
nel libro delli animali,le donne hanno più debi
li corpi, che li huomini,e ſono di minor calore,
e ſe quelle membra ſon piu groſſe in loro, che al
l'atto della generatione ſono ordinate come il
ventre, le natiche, e per il nutrimento le mam
melle,tutte le altrelor membra hanno piu ſotti
le,edebile, che l'huomo, e meno neruoſe, ne qua
li
zibro Quarto. 229
li conſiſte la fortezza, come ſono le mani, piedi,
ginocchi,e braccia, e di tutti li membri, oue con
ſiſte la fortezza, come è detto. Quando poi dica
no,che la fortezza in lorº ſi accreſceria per l'eſer
citio queſto né ſide negare, ma per ciò ne ſegue,
che gli conuien combattere; è queſto ſi può ri
ſpondere, che non baſta la ſola fortezza a vince
re nella guerra, ma l'aſtutia del côbattere, di cui
mancano le donne, imperoche piu traportate
dalla volontà, che dalla ragione ſi moueriano à
combattere. e perciò le donne non debbono eſ
ſere eſpoſte nelli atti, nelli quali vengano adeſſe
re eſcluſe dalle virtù, il che verrebbe ſe fuſſero de
putate nelli atti bellici per l'incettiuo della libi
dine, che in quelle è riſpetto a ſe, e per il conſor
tio dell'huomo. però la natura prouidde alla dò
na molti freni, come è la vergogna, la quale è
il precipuo ſuo legame (ſi come ſcriueGirola
mo à Cellentia vergine) dipoi le veſte lunghe,
l'anello in dito, & la ſeruitù che ha all'huo
mo, il che lo teſtifica la ſacra Scrittura di Gen.3
cendo, Tu ſarai ſotto la poteſtà dell'huomo,
& eſſo ſopra ti dominerà. & per il contrario
quelli, che nelle Republiche attendano alla mi
litia meritano libertà, ſi come vediamo, che le
ragioni delle genti alli ſoldati concedano ſpe
ciali priuilegi. Il terzo, che opponeuano ſo
i" il medeſimo mezzo della fortezza al com
attere hauria hauuto luogo, ſe la ſola fortez
º
za fuſſe cauſa della Vettoria, & l'attitudine
-- - P 3 delli
23o Del Reggimento de Principi
delli membri fuſſe nelle Donne, come nelli huo
mini a combattere, il cui contrario è prouato, &
oltre di queſto la natura della Donna è di patire
dall'huomo, e non ſopraſtareà quello, e concio
ſia ch'il combattere ſia ſomma operatione, mercè
che è atto di fortezza, il quale ſolo ſe laudabil
mente viene eſercitato merta corona. adunque è
da concludere aſſolutamente la Donna non de
uerſi eſporre all'Arte militare, ma ripoſarſi in ca
ſa, hauer cura delle coſe familiare come di ſopra
è detto. però Salamone nel fine delli prouer. co
menda la fortezza muliebre, di cui particular
cantico ſotto Alphabeto di lettere hebree quaſi
il tutto referiſce circa l'operatione Domeſtica.
coſi dicendo per interrogatione, chi ritrouerrà
Donna forte, il pregio di quella ſarà di lontano,
alli vltimi confini,quaſi che ſarà molto degna di
comendatione ſe lei ſarà adornata di quelche ſe
gue. e prima pone l'arte del filare, cercato ha del
lino, e lana, 8 ha operato col conſiglio delle ſue
mani, perciò volendo dimoſtrare che queſto è il
proprio loro vffitio, per il che nelli geſti delli Ro
mani, anzi di Carlo Magno è ſcritto, che alle ſue
figliuole, quali intimamente amaua comádolli,
che attendeſſero alla rocca e'l fuſo, & lauoraſſe
ro. In oltre Salamone ſottogiunge gl'altri atti
Donneſchi, li quali ſi referiſcano alla Domeſti
ca caſa, come è l'hauer cura de figliuoli, diſpor
la famiglia,prouedere alla ſua caſa, honorare gli
amici del ſuo marito, ſupplire al ſuo difetto, i
- - - - - qu
ribro Quarto. 23 I
qual tutte coſe ſono operationi proprie della mo
glie appartenente al ben del matrimonio, come
Abigail moglie di Nabal Carmeli, di cui è ſcrit
to nel primo de Re. ma perche talſollecitudine C. 2 5.
patiſce molte perturbationi , come diſſe il Salua C. I Q.
tore à Martha. eſſendo queſto obietto di virtù, e
fortezza, però il prefato Salamonetal Donna no
mina forte, non intendendo forte all'operationi
militare, ma ſi bene appartenente al gouerno del
la famiglia come ſi è detto. - .

referiſce altra openione di dettiſ" voleuano el


principato eſſer perpetuo circa di che diſputa dell'
ina, e altra parte, cap. far
ATibui ſce el Ph.alla politia di detti Ph.vn'al
º tra conditione cioè, che il magiſtrato era ſe
condo il coſtume dell'Athica regione, il cui ca
po adAtene dopo la morte di Coſdra Re, eravn
numero de principali, il quale la Rom.Rep. chia
ma ſenatori e queſti li prefati Ph. volſero fuſſero
perpetui e tutti gli altri vfitiali coſtituti nella po
litiaſua, il motiuode quali era àimitationedella
natura, come a quelli impone Ariſt, atteſo che ve
deuano in terra, che le ſue parti nel medeſimo
modo ſempre ſtanno, come auuiene neminerali,
perche nella minera dell'oro nella medeſima par
te di terra ſempre ſi genera oro, e la Minera di Ar
gento produce Argento la onde in ſan Giouanni C. 28.
è ſcritto, che le vene di argento
- i P hanno
4 li ſuoi
prin
2 32 Del Reggimento de Principi
principij, e l'oro in luogo in cui vi è liquefatto,
e da qſto principio coſi cichiudano, che ſe il luo
go dell'oro mai ſi muta, e quel dell'argento, che
eſſi diuentino luogo di piombo, coſi deue auue
nire nelli principati, perche nelli principi,nepic
coli vfitiali ſi debbano mutare, mercè che l'arte
imita la natura in quanto la può. In oltre appro
uare il ſimile ſi può pigliare l'argomento tale. la
ſperienza (dice il Phil.) fa l'arte, e la ineſperien
za fa il caſo, e Vegetio de re militari dice, che la
ſcienza dell'arte militare nutriſce audacia, atte
ſo che neſſuno teme di fare quel che ſi confida ha
uer bene apparato, da queſte coſe ſi arguiſce, che
ſefia fatta mutatione di rettori, è principiò ma
i" talvolta viene indetti vfitijaſſunte per
ne ineſperte, da che procede nella politia molti
errori. Di nuouo al medeſimo, tal viciſſitudine
deroga il gouerno come è detto nel ſecodo libro,
che ſi dà occaſionealli ſudditi eſſer diſubidienti
dalla ſperanza di ſcappare dalle mani del princi
pe,ò vero di ſalire à detto principato, e coſi el
motiuo di detti Phil. cioè Socrate, e Platone ap
pare conſono alla ragione, ma per il contrario el
motiuo de ſapienti della città di Roma, 8 della
Romana Repub. perche dopo l'hauer ſcacciati
gli Re. ſtatuirno li Conſoli, 8 però nel primo
de Machabei in tra l'altre coſe commendabile
cap.8. de Romani è ſcritto, che comettono a vno huo
mo il ſuo magiſtrato per ciaſcheduno anno ado
minare in tutta la ſua terra, é tutti obediſcono
VnO
a.
zibro Quarto, 233
vno, e di queſto le ſtorie ne aſſegnano le ragioni.
cioè a cauſa non diuenga " dimorando
troppo,e piu moderatamente preſto ſoccorrere.
la qual cagione ancor tocca il Phil nel ſecondo
delle pol perche il mutare alle volte el principa
to,e la dignità del magiſtrato alle perſone idonee
diſtribuireè cagione di maggior pace nella città,
e in ciaſcheduna politia. l'altra ragione ſi piglia
davn principio i Ph. dell'Eth. ouefa mentio
ne,che il principato dimoſtra l'huomo, concio
ſia che talhora auuiene, che la perſona aſſunta è
dignità ſia virtuoſa in ſuo grado, ma dopo il ri
ceuuto principato ſi lieui in ſuperbia, & diuenti
tiranno, ſi come leggiamo di Saul nel primo de
Re, di cui è ſcritto, che quando fu aſſunto al re
gno non era in trali figliuoli di Iſdrael migliore c. 1o.
huomo di lui, e ſtette in quella innocenza ſola
mente anni dua dopo quali diuenne tiranno, e
inobediente è Dio, e però gli fu detto da Samuel
profeta,perche ti diſprezzaſti le parole del ſigno
re,e non vbidiſti alla ſua voce. Dio ti ha ſcaccia
to, acciò non ſia Re, piu oltre nella natura del c. 16.
l'huomo è certo grado in quanto alle virtù, 8 la
gratia,concioſia che alcuni ſono diſpoſti alla ſug
gettitudine, e meno vagliano al reggimeto, altri
per il côtrario, adique da tale opinione perche il
ſuddito è buono viene aſſunto, e poi reggido ma
le ſe ſi perpetua nel principato è cauſa nella città
di diuiſione couenientemète adique è da mutare
li rettori, di piu l'appetito dell'honore è i" ne
2 34 pel reggimento de Principi
nell'huomo,la onde che Valerio Maſſ. dice, che
neſſuna humiltà ſi troua, che non ſia tocca da
queſta dolcezza, e quindi ne ſegue, che altrui è
impatiente di ſuperiore: il dare adique el princi
pato à vn ſolo è cauſa nella moltitudine di ſedi
tione, è queſta è ancola ragione di Ariſt. nel ſe
condo della Pol.oue afferma, che Socrate ſem
prefuli medeſimi principi,il che è cauſa di ſedi
tione,apo di quelli, che non poſſeggano alcuna
Dignità, concioſia che vedendoſi al tutto man
cardi ſtato, ſe ſono pitovirili, 8 Animoſi ſi sfor
zano indurli i à Diſcordia, per la cui ca
gione referiſce Valerio Maſſ. che Fabio Maſſimo
come ſopra ſi diſſe, ſpeſſo hauendo hauuto il
conſolato nella ſua progenie, fece ſi col popolo,
che talvolta deſſero vacatione di tali honori al
la Fabia gente. E laudabile adunque quella poli
tia, in cui ſecondo li meriti di ciaſchedun citta
dino ſcambieuolmente ſono diſtribuiti gl'hono
ri, come fernogl'Antichi Romani, la quale ancor
piu preſto el Phil.comenda.
«-

zichiaraſi eſſer meglio nella politia non perpetuare li


- rettori. cap. razz. -

QVelo, che adducano li prefati filoſofi delle


minere non hanno ne ſimilitudine,ne neceſ
ſità in loro arguire, atteſo, che le minere di oro,
Argento, e ſimili riceuano impreſſione dal cor
poceleſte, da cui è terminata virtù advno,la on
de
zibro Quarto. 235
deſi come elfico ſempre producefichi, e non al
tro frutto, per li medeſimi principi, che in quel
lo ſono, e mediante la celeſte influenza, 8 coſi
la medeſima parte della terra, coſi diſpoſta è ac
ciò ſia ſempre minera di oro, è Argento e non fa
rà perciò altro, che oro, è Argento, ma non co
ſi aduiene della volontà dell'huomo, la quale
non è ſuggetta alle ſtelle, come proua Tolomeo
nel Centiloquio, percheè volubile, la onde li
humani atti ſon poſti dal Philoſofo nell'Ethica
di Materia contingente, quindi aduiene, che ſi
variano dal bene al male, e dal male al bene, 8
per ciò la perpetuatione è pericoloſa. Ma quel
che poi ſi dice dell'eſperienza, queſto ſi deue pre
ſupporre, che ſi debbe eleggere perſona eſperta,
che ſappia, e poſſa reggere, e indrizzare li citta
dini alle virtù, altrimenti ſe ſi eleggeſſi vno inſuf
fitiente, è per prezzo, è amore la politia ſarebbe
corrotta. Il modo di eleggere degnamente il die
de Iettro cognato di Moiſe (come nell'Eſodo è c. 13
ſcritto)parlando lui delli principi, e aſſeſſori del
popolo, prouedi (dice egli) huomini potenti di
tutto il popolo,ne quali ſia la verità, e che habbi
no in odio l'Auaritia, e di eſſi coſtituiſci Tribu
ni,e " e Decani, quali
giudichino elpopolo. eanco il Ph. nel quinto
dell'Eth dice chenon permettiamo principare l'
huomo, in cui ſol ſi ritroua l'humana natura,ma
chi è perfetto ſecondo la Ragione, perche ſe al
trimenti ſarà aſſunto al principato diuenterà ti
- - 12IllOe
2 36 Del Reggimento de principi
ranno. In vltimo quando dicano della derogatio
ne del gouerno ſe è imitato el principato. qui è
d'auuertire(come di ſopra è tocco)chele Ragion
ſon diuerſe quanto alli huomini,e nella compleſ
ſione, e nel modo del viuere come l'altre coſevi
uente ſecondo l'Aſpetto del cielo come narra
Tolomeo nel quadripartito,atteſo, che ſe le pian
te ſon trasferite in altra regione alia ſua natura ſi
conuertano, e coſi de peſci, S& altri animali. ſe
dunque deviuenti, coſi anco delli huomini. Li
galli che ſi trasferiſcano in Sicilia ſi accomanda-,
no alla natura de Siciliani, e queſto appare mani
feſto.perche come narrano le ſtorie, tre volte det
ta Iſola è ſtata depopolata di ſua gente. prima nel
tempo di Carlo ReMagno, ſecondo dopo Anni
treceto da Ruberto Guiſcardo,nel noſtro tempo
per il ReCarlo,li quali di già hanno preſo quella
natura queſto preſuppoſto è da dire, che il gouer
no e Dominio deue eſſere ſecondo la diſpoſitio
-2 ne della gente, come dimoſtra el prefato ph.Sono
certe prouincie di natura ſeruile, e tali deono eſ
ſergouernati con diſpotico principato includen
do nel diſpotico all'hora il Reale, quelli poi che
ſono di uirile Animo, e di quoreaudaci,e confi
denti in ſua Intelligenza tali non poſſono eſſer
retti ſe non con principato politico ſtendendoſi,
à comun nome ad Ariſtrocatico. e queſto Domi
nio ha gran vigore in Italia, oue ſempre furon
men ſuggetti per la detta cauſa, eſili voi trarre al
diſpotico principato, queſto non può eſſere ſe li
- - ſignori
zibro Quarto: f »

ſignori non tiranneggiano. onde le ſue parti Iſo


lare.le quaſi ſem pre hebbero principi,etRegi.co
me la Sicilia, Sardigna, e la Corſica, che furon
ſempre ſotto li tiranni nelle parti della Liguria,
& Emilia, e Flaminia, le quali hoggi ſi chiamano
Lombardia, neſſuno può hauer principato perpe
tuo ſe non per via tirannica, eccetto il Duge di
di Venetia,il quale ha temperatogouerno, onde
in ſopradette ragioni il principato a tempo me
glio è ſoſtenuto. Quando di poi ſi dice, che ſi de
roga alla politia non è vero, ſe ſono eletti Idonei
altrimenti (come ſi è detto) ſi corrompe la poli
tia Manifeſta le perſoneIdonee Ariſt, nel quarto
delle politie dicendo che li mediocri nella città
ſono molto idonei,atteſo, perche ſe ſono molto
potéti facilméte tiranneggiano ſe ſono di troppa
inferior coditione còſiderato ſe ſteſſi eleuati di ſe
imemorie come ignorati di gouerno véganos6
merſi nel baratro dell'errore, è ſi con preſuntuo
ſa Audacia grauano li ſudditi, la onde ne vie
ne inquietata, e corrotta la politia. Haſſi adun
queda eleggere nella politia rettori ſcambieuol
mente, li Conſoli, è vero Magiſtrati, è in qua
lunque altro modo ſieno chiamati, purcheſi ri
trouino perſone Idonee. Inoltre non ſi caſca in
pericolo, perche eſſi giudicano ſecondo le leggi
dateli,alle quali ſono con giuramento conſtretti
e però non è Materia di ſcandolo il punirli, per
che tali legge ſono inſtitute da eſſa moltitudine.
Inoltre non ſi deroga al Dominio, ſe lieuemente
- -- ſecondo
238 Del Reggimento de Principi
ſecondo la natura delle genti ſuggetteſi puniſce
perchetal'hora in quelle Regioni meglio ſi con
ſerua la politia diſſimulandola colpa, è perdoni
do la pena, nel cui fatto la virtù Epirea appare
hauer luogo, quale il giuſto legale diminuiſce,
nel cui gouerno ſono ancora d'attendere le Re
gole del simo Paſtore diuo Gregorio nel regiſtro
paſtorale, oue da il modo della corretione, ſecon
dolo ſtato, e qualità delle perſone.
eome Philea Ph.ooleua tutti libeni eſerà comune, le
poſſeſſioni e ben mobili. Cap. I X

E Perche la opinione delli predetti ph. ſi riuol


“taſſe circa la comunità delle poſſeſſioni, pare
conueniente dire delli altri, quelche circa eſſe
conſtituirno la lorpolitia per ciò che due furno
Philoſ li quali coſiderorno generarſi litigi nella
città, prima che vnoabondaua, el'altro gli man
caua, perciò volſero nella ſua politia agguaglia
renelle ſue città le poſſeſſioni,vnde quali fu Phi
lea Calcedonia, di cui parlò elPh. nel ſecondo
delle ſue polit.l'altro fu Ligurgo Re delli Sparta
ni, quale alli Lacedemoni coſtituì le leggi, co
me narra Giuſtino, accioche adequate le poſſeſſio
ni neſſuno ſi rendeſſi piu potente dell'altro. Il mo
do che volle tener Philea nella adequanza lo ſcri
ue el Ph.cioè, che nella città fuſſe fatta coſtitutio
ne, hauuta conſideratione della moltitudine de
cittadini,edelli campi, altrimenti giudicauai
- -
CR
i ribro quarto. : 239
ſer difficile, 8 è cagione, che queſto perſeueraſſi
ordinauali Matrimoni ſi contraeſſero li maggio
ri con li minori, e in tal maniera ſileuauano le li
te, e ſi rimoueuano le ingiurie, e ſi toglieua via la
materia d'Arroganza, e dell'inſuperbirſi, è que
ſto anco mouea l'eſempio nell'altre politie, per
che doue è l'inequalità de temporali beni, ſpeſſo
vi è perturbationi, per ciò che non è occaſione
di inudiare, la onde anco pullula la cupidigia,
quale ſecondo l'Apoſtolo è radice di tutti li ma
li Ligurgo ancor lui per queſta cagione nelle leg
gi, che dette alli Lacedemoni per conſeruatione
della loro politiaſuttraſſe le Artificiali Ricchez
ze, cioè le monete nelle comutationi delle coſe
vendibili,laſciando ſolo nelle naturali Ricchez
ze tali permutationi. Riproua in vero el Ph.que
ſta poſitione nel ſecondo de polit. dimoſtrando
queſta equalità al tutto impoſſibile, e per conſe
" di Ragione e primo per la parte
ell'humana natura, la qual non ſempre egual
mente moltiplica nella famiglia perche occorre
vn padre di famiglia hauer molti figliuoli, altri
neſſuno queſti duahauendo eguali beni, e poſſeſ
ſioni, ſarebbe impoſſibile l'equalità,perche àvna
famiglia mancheria vettouaglia, e altra ſopra
bonderebbe, e queſto ſarebbe contro alla proui
ſione della natura, perche la famiglia, qual piu
moltiplica in prole, piu cede allo ſtabilimento
della politia mediante il ſuo argumento, più di
quella, che manca nella generatione della prole.
- di certa
24o pel reggimento de principi
di certa Ragione di natura è che maggiormente
merita dalla Rep.e politia eſſer proueduto.Inol
tito non manca º natura nelle coſe neceſſarie (co
me è detto di ſopra) adunque nell'Arte che è ci
uil Reggimento, il che aduieneſe nelle famiglie
ſono adequatele poſſeſſioni," li cittadini ſi
muoiano di penuria, di onde la politia ſi ſtrug
fe parte
nell'equiparanza delle poſſeſſioni né ſolo per
della natura humana ne ſegue inconue
niente, ma etiandioli gradi delle perſone. atte
ſo che è differenza in trali cittadini, ſi come in
tra le corporali membra, a cui di ſopra com
paramo, & ſi come in diuerſi membri è variata la
virtù, e l'operationi. coſi è di neceſſità, che mag
iori ſpeſe ſia forzato farevn nobile chevno igno
i" la virtù della liberalità nel principe è chia
mata magnificenza, per li grandi ſumpti, e que
ſto non ſi potrebbe fare doue le poſſeſſioni fuſ
ſero eguali l'Euang, voce non dice ella, che quel
Re padre di famigia che camminò lontano, qual
mente li ſuoi beni diſtribuì alli ſuoi ſerui, ma non
già egualmente perche diede à vno cinque, 8 l'al
tro dua,& in vltimo tre talenti à ciaſcheduno ſe
condo la propria virtù. Inoltre neanco l'ordi
ne della natura lo patiſce, in cui le coſe create in
certa inequalità coſtituì,in quanto alla natura, è
in quanto al merito. è però il porre equalità nel
li beni temporali come ſono le poſſeſſioni è vn
diſtruggere l'ordine delle coſe, il quale difiniſce
Agoſt (come è detto) vna diſpoſitionedelli pari,
º e diſpari,
zibro Quarto. 24 I
e diſpari, dando ad ognuno quelche ſiliconuie
ne, e da queſto vien ripreſo Origene nel Periar
con, perche diſſe ogni coſa di ſua natura, eſſer
eguale, ma che ſon fatte ineguale per ſuo difetto,
cioè per il peccato,impero per eguare le poſſeſſio
ni non per cio ſi euitano li combattimenti, anzi
che ſi agumentano, in mentre che ſi diſtrugge
elieuaſi via le ragioni della natura togliendoſi al
biſognoſo quel che lui piu merita. E di piu per
che è contro alla Ragione l'eſſer ogni coſa eguale
nella politia, mercè che Dio inſtituì ogni coſa in cap.9.
numero, peſo, e miſura,ſi come è ſcritto nella ſa
pienza, le quali pongano inequalità nelli gradi,
e per conſequenza nelle politic.
seguita della politia di Platone e di Socrate, in quanto
i alle ſorti delli huomini, che in eſſa ſi ricercano.
Cap. X.

Itornando alla politia di Platone, e di Socra


te, li quali certe, altre coſe conſtituirno in
quella oltre alle predette. Atteſo che la ſua Ciui
lità diſtinſono in cinque generi d'huomini.cioè.
principi, conſiglieri, ſoldati, Artefici, e contadini
la qual diuiſione in vero abaſtanza appare ſuffi
tiente alla perfetione della città, mercè che com
prende ogni ſorte di huomini pertinenti al go
uerno politico. Ma Ariſtot. anco in queſto mo
ſtra riprenderli ſi perche il numero de ſoldati po
neuano ſoprabondanti la proportione della cit
- Q tà,
2 42 pel Reggimento de Principi
tà, perche almeno voleuano mille ſoldati, e al
piu cinquemila. Il ſecondo che riprende Ariſt è
che loro diſtingueuano li ſoldati in tal maniera
dalli altri cittadini, che in alcun modo quelli ſi
poteuano eſporre alle coſe militare, ma ſolo det
ti ſoldati. In quanto al primo di vero che non ap
pare poterſi mettere numero determinato, per
che non tutte le città ſono di egual virtù,e poten
za, la onde che è da cofiderare la moltitudine del
popolo nella città, e ſecodo il ſuo numero coſti
tuire li ſoldati.anco la larghezza della Regione
a ciò fia ſuffitiente depaſcholi,euettouaglie per
ciò diſſe Ariſt.che ſe tanta deue eſſere la moltitu
dine delli combattenti nella città biſogna ade
quarla alla città di Babilonia,la quale eccede in
gran moltitudine,e in larghezza di campi, ma ſe
attendiamo ad eſſo numero di Soldati, che è mil
le ſecondo che narrano le ſtorie, con la ethimolo
gia del vocabolo concorda Alla ciuilità di Ro
molo primo coſtruttore di Roma, da cui il no
me di militehebbe origine, onde Miles è detto
dal numero di mille cobattenti, perche erano
mille eſpoſtià combattere contro alli aduerſari
della città, come contro alliSabini prinicramea
te di poi contro delli Sanniti, e coſi in queſto
concordauano Socrate, e Platone con Romulo,
quantunque eſſo primo conduttore di Roma
per lungo tempo fuſſeauanti adetti Ph. In altro
è detto milite,quaſi vno de Mille, ſecondo la cui
intelligenza volendo comendarla ſcrittura di
- CO
- ribro quarto. 2 43
coſtanza, e fortezza Dauid il mio Diletto Candi
do,e rubicondo, eletto nelle migliaia,e in tal ma
niera importa certa eccellenza nel combattereli
quali la ſcrittura,gl'Appella vernacoli, onde nel
Gen. è ſcritto, che Abramo contro è quattro Re C. I 4
gi procedette con trecento eſpediti vernacoli,pe
rò che coſi preſe cinque Re, eſſendo di già preſo
Loth. da quelli nipote di elſo Abramo con tutta
la ſua famiglia, però a baſtanza par credibile che
maggior moltitudine haueſſi per combattere,
ma queſti ſono nominati, mediante la loro probi
tà nell'aſſaltare, coſi Gedeone eleſſe trecento del Ca.7.
popolo Iſdraelitico à combattere contro li eſer
citi de Madianiti (come è ſcritto negiudici) li
quali approuò il Diuino mandato per piu atti al
la pugna da queſto, che paſſando el popolo Certo
Aquebeendone tutto il popolo inginocchioni,eſ
ſi ſoli come li cani ſenza inginocchiarſi beerno.
3
tali adunque coſi eletti non appare poſſibile ritro
uarſene nella città Mille, e molto meno cinque
Mila. e coſi è vera la ſentenza d'Ariſt contro di
Socrate,e Platone ſe coſi intendano. El ſecondo
che reproua Ariſt. è della diſtintionedelli com
battenti quaſi che li altri cittadini fieno eſenti
dalla guerra come gli conſiglieri, e Artefici, il
che non è vero oue ſia grande aſſalto di moltitu
dine di nimici contro de cittadini, e quantun
que li ſoldati ſieno piu atti alla pugna, perche
hanno ſperienza,e l'arte del combattere, come af
ferma Vegetio,neſſuno teme di fare quelche con
Q– 2 fida
2 44 Del Reggimento de principi
fidahauer bene imparato, nulla dimeno l'impe
to della moltitudine non ſi può ſoſtenere, ſe non
con la moltitudine. Coſi mancò Giuda Macha
beo perche combattè con pochi contro alla mol
titudine di Bachide principe di Demetrio Re.
cap.6 partendoſi da lui la moltitudine della ſua gente
come è ſcritto nellimachabei il primo. Quindi
anco auuenne che quantunque Sauleleggeſſi tre
mila huomini per difeſa di ſe ſteſſo Re, impero
che dua mila erano con lui, oue teneua la corte.
in Machmas, &in Bethel,e mille cô Ionatha nel
la propria caſa come in Gabaa Beniamin,non di
meno contro alla moltitudine delli nimici, vſò
la moltitudine de ſuoi, atteſo che quando l'A
monita Re della medeſima Regione aſſediaua
con la moltitudine Iabes gala congregò nell'eſer
cito trecento mila de figliuoli di Iſdrael della tri
bu di Giuda per eſpugnare li prefatiamoniti,co
C. I 4. m'è ſcritto nel primo de Re, ma è d'auuertire che
militarl)iciplina di Vegnel terzo libro ſecondo
la ſentenza de Lacedemoni, è vero Athenieſi ri
ſtringe el numero nell'eſercito di Armati in dieci
mila pedoni, e dua mila caualli, e al più in vetimi
la " quattromila caualli, dimoſtrando la
gran moltitudine eſſer dannoſa ſi perche difficil
mente ſi regge e perche con gran fatica, e ſpeſa ſi
proueggano le vettouaglie,computa anco in det
to eſercito non ſolo li thironi, ma etiandio gli
Auſiliari, il che referiamo à gl'altri cittadini,
quali non erano deputati alla militia ma Veg in
-

- - - ſegna
Libro quarto. 245
ſegna eleggere elnouitio nella militia piu preſto
del numero delli artefici, e contadini, che de citta
dini, perche ſono pù aſſueti alla fatica. Son dun
queda eſſere riceuuti e cittadini alla pugna, non
ſolo in ciaſchedun genere diſtinti. è ſieno con
figlieri, artefici, è contadini pur che habbino
diſpoſitione di corpo, che non ſieno d'impedi
mento al combattere , come ſono gl'huomini
corpulenti, 8 graui al caminare, e li cittadini
troppo aſſueti nelle Delitie. Li huomini di pro
uetta età, li quali apo delli Antichi Romani era
no benemeriti, e in vltimo quelli huomini, che
la Diuina legge prohibiſce il combattere,li qua
li appar coſa degna ſieno eſcluſi.i come appare
nel Deuteron. li quali la legge predetta prohibi
ſceiſtäte l'eſercito, & acclamante il pretore. oue
ſono quattro generi di huomini, che dal combat
tere vengano eſcluſi, cioè chi haueſſi edificata
nuoua caſa, e non haueſſi quella vſata, e chi pian
tata haueſſe nuoua vigna, e chi di nuouo haueſſi
tolto moglie, le quali tre coſe diſtraggano l'inten
tione del combattere, da che diuengano meno
audaci.la qual ſorte è di quelli, che troppo tema
no la morte, che dalla ſcrittura ſon chiamati for
midoloſi. Veg.ancora nel primo libro dice che
in trali Artefici ſono cinque ſorte d'huomini da
eſcludere dagl'Eſerciti, cioè li peſcatori, vecella
tori,li troppo dediti alle Deitie,e li troppo debo
li,e quelli che troppo ſon dediti alle Donne, del
reſtante, cioè dell'ordine delle ſchiere, e dell'Eſer
Q– 3 cito
246 Del Reggimento de principi
cito,e ſuoi rettori, non è vffitio di preſente nego
tio, perche non appare è noi eſſere l'inſegnare co
battere, ma ſolamente dimoſtrare la vera politia,
per cui ſe alla vera peruenghiamo, ci diſponghia
moà viuere ſecondo la virtù, e quaſi participia
mo della celeſte, la quale è la città di Dio - di cui
ſon dette coſe glorioſe.

Dellapolitiad'podomo Ph.qualpone ſolo tregeneri di


ltº/07l/al, Cap X I.

Oltre alle predette quantunque el Ph. nel ſe


condo della politia tratti di molte politie,
nondimeno intragl'altri che trattorno fu Ipodo
mo figliuolo di Eurifonte, e di patria Mileſio, &
hebbe il ſuo origine da Thales. vnodelli ſette fa
pienti. Ordinò queſto Ph.nella ſua politia molte
coſe, e primieramente in eſſa terminò el numero
della moltitudine nella città, ponendo circa die
cimila huomini, il qual numero riputaua eſſe
reà baſtanza in ogni città. e forſe fu il ſuo moti
uo quel che di ſopra è detto delli eſerciti, perche
meglio ſono gouernati di vettouaglie, e perligo
uernatori piu congruamente ſono proueduti.
Queſta moltitudine riduceua à tre ſorte di huo
mini, cioè in ſoldati, Artefici,e contadini, in cui
diuiſione in tal maniera li poneua diſtinti, che
ne al ſoldato fuſſi lecito coltiuar la terra,ne nego
tiare, ne contadini andaſſero alla guerra. e dice
ua la ſuffitientia di tal ſorte d'huomini eſſer per
che
ribro Quarto. 247
che ſono ordinati a conuerſatione dell'humana
vita, li contadini in quanto al vitto, li Artefici
per il veſtito, e li ſoldati alla conſerua del tutto,
ma ſe in quelle coſe che ſon dette di ſopra, e per
quelle da dirſi, di preſente. Facilmente l'errore di
queſto ph.cognoſceremo,perche alla politia non
ſi può dare determinato numero, ma in detta ſi
moltiplica el popolo, è ſi per l'Amenita del luo
, ò per la fama della regione,ò per la fecondità
delle genti. In oltre non vediamo noi che la città
quanto più abonda di popolo, tanto più è poten
te,e più famoſa diuiene, ne per ciò s'impediſce il
gouerno ſe pervffitiali, e rettori bene è diſpoſto,
erche le pene inſtitute nelle leggi riſtringano la
malitia delli huomini, che ſono nella politia, co
mefano le medicine nelle infirmità, com'afferma
el Ph nel ſecondo dell'Eth. neanco deuono eſſe
re in tal maniera diſtinti, perche quando la op
portunità lo ricerca, biſogna ſieno permiſti, per
che occorre li contadini, e Artefici talhora eſſer
armigeri, eſſer che di queſte due ſorte precipua
mente ſi elegghanoli ſoldati come di ſopra è det
to di mente di Vegetio non è anco è ſuffitienza
la ſua Diuiſione, atteſo che laſciò e conſiglieri, e
li ſapienti, li quali ſono la principal parte della
politia, ſenza de quali conuenientemente eſſa
non vien retta, per ciò che come dimoſtrano le
ſtorie Demoſtene Athenieſe li prefati huomini
periti afferma, che appartengono alla politia,
come licani alla cuſtodia del gregge, da quali ſo
- Q– 4 no
248 Del Reggimento de Principi
no difeſe le pecorelle dalli lupi,coſi li ſapienti, e
aduocati nelle città.ondeTullio ſcriue nel libro
de officiis che Solone piu profittò alla Rep. della
citta Athenieſe con legge, 8 inſtituti, e documen
ti che Temiſtocle con ſua vettoria, la cui pugna
fu fatta col conſiglio del magiſtrato, è vogliamo
dire Senato ordinati dal medeſimo ſapiente, il
quale fu vno delli ſette ſapienti della Grecia.On
Cap.9 de è ſcritto nell'Eccleſiaſt. che meglio e la ſcien
za, che l'Arme belliche. Vegetio ancor lui e Vale
rio Maſſimo referiſcano di Ariſt, che eſſendo al
termine di ſua vita nelle ſenile reliquie, e rugoſe
membra in ſommo otio di lettere a pena cuſto
dendo in tal maniera egregiamente per la ſalute
della patria da quella hoſtile arme, quaſi ſolo in
letto Iacendo dalli Athenieſi libero.e però è ſcrit
C.9. to nella ſapienza che la picciola città, e pochi
huomini in quella venendo contro di eſſa poten
teRe,& aſſediandola ſi libera per li ſapienti. co
meauuenne di Athene impugnata da Filippo Re
de Macedoni, che ritrouandoſi in detta città co
me narrano le ſtorie vn huomo pouero, e ſapien
te come detti Ph. la propietade quali è diſprez
zare il mondo,e quaſi che elleggere vita religioſa
come ſcriue Girolamo. e di poi ſegue nel detto li
bro, che lui liberò la città per la ſua ſapienza,con
cludeſi adunque dalle predette coſe che li conſi
glieri non ſono da eſſer eſcluſi dalla politia, neli
rettori eſſendo quelli capo dell'wniuerſalità ciui
le, da cui tutto el corpo depende.
- Del
Libro Quarto. 249
Del detto in quanto alle poſſeſſioni quali diuide in tre
- parti. cap. X a I.
Ono ancora altre coſe, che il detto Ipodome
º poſe nella ſua politia come è della diſtintione
delle poſſeſſioni, quali diſtingueua in tre parti,
vna parte ne deputaua alle coſe ſacre, cioè a quel
li dedicati al culto diuino, come oggi ſono libe
ni eccleſiaſtici, altri ne aſſegnaua comuni, le qua
liveniuano diſpenſate alli ſoldati, certe di poi
proprie che ſi doueano alli contadini, neſſuna
parte ne aſſegnaua alliarteſici, riſpetto che per la
loro arte poteuanoviuere ſuffitientemente. Que
ſta diuiſione quantunque appaia eſſere inſuffi
tiente in molte coſe, nulla dimeno in alcuna è
laudabile,e maſſimo in quello, che referiua alla
Diuina Reuerenza, la quale in vero per ragion
naturale, e Diuina gli douiamo. Fu anco coſtu
meapo delli Antichi Rom.ouefiorìla Diſcipli Gen.
na, onde nell'Eſodo è ſcritto, che tutta la terra 47e
di Egitto nel tempo di Ioſeph, quando era la fa
me, fu venduta in ſeruitù del Re, eccetto la terra
delli ſacerdoti, la quale a Dio era dedicata, e per
ciò non ſi poteua alienare, ſi come oggi le poſſeſ
ſioni della chieſa ſe non per legittime cagioni.
- Referiſce ancoelph, nella Meth. che li Egitti fu
rono deprimi chiamati alla philoſofia, e preci
pue nell'artiMatematice, di che ne aſſegna la Ra
gione, quale è che la gente ſacerdotale piu pote
Ul8
2 5o nel Reggimento de principi
ua vacare,per l'Abondanza delli frutti, che trae
uano delle poſſeſſioni loro conceſſe, per cui ve
niua tolta la ſollecitudine di cercare elvitto, e
quantunque la legge Moſaica prohibiſca alliſa
cerdoti hauere trali ſuoi fratelli poſſeſſioni, non
dimeno piu gli conceſſe in mentre, che da tutte
le poſſeſſioni decittadini buona parte de frutti ri
ceueuano cioè le decime,però in Malachia è ſcrit
to portate(dice)ogni decima acciò ſia cibo in ca
ſa mia, e queſto quaſi che di perfetta opera ſi inſu
AMdt. peruiua el phariſeo, quando diceua. io di tutto
18. quelche poſſeggo ne do la decima, cioè alli ſacer
doti, ealli leuiti di tutto quelche poſſeggo. Era
anco ragioneuole quelche Ipodomo deſoldati
hauea ordinato, che loro riceueſſino gli ſtipendi,
delli beni del comune,ſi come eſſi ſeruono del co
mune. il cheanco feceroli Romani, che ſtatuir
noviueſſero del publico Errario. la onde diſſe il
AMdt. Diuo precurſor Giouambatiſta alli ſoldati ſiate
contenti delli voſtri ſtipendij. el'Apoſtolo nella
prima alli Cor. chi è quello, che guerreggi con li
ſuoi ſtipendijgiamai:Mancaua poi la ſua politia
in quanto alli contadini, a quali aſſegnaua pro
prie poſſeſſioni. ſe già perauuentura è detto alli
agricoltori per ragione che è proprio lor Atto,
da che ſi dice li contadini hauer proprie poſſeſ
ſioni, in quanto alla cultura, e li altri cittadini in
quanto all'wſo altrimenti ſaria politia imperfet
ta, perche come è detto di ſopra nel ſecondo li
bro lepoſſeſſioni ſono computate intrale "
- 1 al 1
ribro Quarto. 2 51
rali ricchezze, perche coſi ſon chiamate,hauen
done l'huomo naturalmente di neceſſità per ſua
vita, e per ſuo diporto, e recreamento dell'anima
e perciò il primo huomo per Diuino comanda
mento vsò quelle: il quale eſſendo poſto nel Para
diſo, piantato dal ſignore con diuerſi generi di al
beri,acciò in eſſo operaſſi, e lo cuſtodiſſi con ope
ra delettabile ſenza fatica, ſi come eſpone Agoſt.
nell'ottauo del Geneſi, la prima arte, che imparaſ
ſinoli primi figliuoli di Adamo (ſi come narra
no le ſtorie di caino, 8 Abel) fu il gouerno delle
naturali Ricchezze, perche Caino ſi fece huomo
Agricola, 8 Abel paſtore di pecore volendo in
queſto dimoſtrare, che ſono ſtate inſtitute per la
neceſſità della noſtra vita. e però non ſolo alli
contadini deuea aſſegnare le poſſeſſioni (come
dice Ipodomo)ma ancora alli altri, ſegia non in
tendeua nel modo ſopradetto anzi che piu gl'al
tri di poſſeſſione deuono abondare. in quanto
maggiore ſtato ſono collocati, ſi come di ſopra è
detto delli Re, e principi, acciò non per la trop
pa cura delle coſe temporali, ſi diſtragghino dal
gouerno della Rep.e dalla militia, ancoſi deuo
no guardare dalla troppa amenità perche non di
uenghino effeminati, il che cederia in non piccio
lo detrimento della politia, e perciò Ipodomogli
toglieua via le proprie poſſeſſioni acciò att
ſero li ſoldati ſolo all'Armi.

2ue
2 5a Del Reggimento de Principi

gualſala openione del prefato ipodomo circa ligiudi


ci, e aſſeſſori della politia. cap. X I I I.
Conioſa che il Ph.di detto Ipodomo fa gran
parlare circa la ſua politia, imperò ſotto com
pendio reciteremo la ſua tradutione che ci rima
ne atteſo che ſe tutte le politie di altrui voleſſino
referire, eſſendo che ogni città ha la ſua,e diuerſa
ſaria opera faticoſa,e faſtidioſa lo ſcriuerle, el'u
dirle.In quella(per tornare è Ipodomo)in cui lui
molto ſi difuſe fu nelli giuditij, ſi come dice
Ariſt.nel ſecondo delle polit. e primi degiuditi
riſpetto à ſuoi, perche tutti gli riduſſe à tre coſe
nelli quali gl'huomini litigano, cioè del Danno
delle facultà, e dell'ingiurie delle perſone, e que
ſto in dua modi occorre cioè nelle parole, è nelli
fatti, la quale Ariſt.chiama dishonorare, la ſecon
da leſione percotendo, è ferendo, il che elph.
chiamò morte, mercè che ſono ordinate alla mor
te, delle quali in Iure ciuili ſi fa lunga mentione.
Diſtingueua ancora degiuditi in riſpetto è giu
dicanti e queſti li referiua a duo generi, cioè al
l'ordinario padrone,el ſecondo prouocatorio, il
quale lui chiama principale in cui era il refugio
dell'appellatione e queſto come afferma elph. vo
leua fuſſ.ro coſtituti di eletti ſenatori della Città
li quali le coſe mal giudicate della città reuocaſ
ſero.e queſti li Toſcanili domandano Antiani, è
vero Priori,eà queſto fine ſon ritrouati, tal volta
- - -
-
- C
è conſtituto el
zibro guarto.
ſindaco a queſto medeſimo, 253
coſi
nominato, quaſi che habbia cura che le coſe del
la politia non ſieno leſe per ingiuſtitia. come fan
noli Economidelli collegi. ſtatuìetiandioeldet
toIpodomo nella ſua politia, che l'Vno, e l'altra
pretoria, tanto ordinario, quanto principale che
li giuditi, ſi faceſſero ſenza la ragunanza delli ſa
pienti, ma ciaſcheduno ſcriueſſe da perſe il ſuo
conſiglio,ſopra il darla ſentenza, la quale ſegre:
tamente porgeſſero all'ordinario,ò al giudice del
l'Appellationi, la cui cagione Ariſt.aſſegna di
cendo che lui faceua, perche li cittadini i" ti
more non ſi partiſſero dalla verità,ſi come hoggi
le politiede Toſcani oſſeruano, ponendo la faua
ò il Denaio nelli boſſoli deputati ad affermare,ò
negare ſopra l'Agitar le coſe della Rep.coſi ſopra
l'aſſoluere,e condennare el cittadino. Statuianco
rael detto Ipodomo nella ſua politia certe leggi
piene di pietà e conſentanee al douer naturale cir
ca certe forte d'huomini. In prima quanto alliſa
pienti in tal maniera, che ſe alcun di eſſi ordinaſ
ſe coſa, che fuſſe eſpediente alla città, è caſtello,
conſeguiſce il merito proportionato all'opera,
come fu fatto a Ioſeph per Faraone, ea Mardo Gen,
cheo per Aſſuero,perli benifiti che ambiduafer 4Ie
no.vno alla Regione, e l'altro al " mc Resta
deſimo comanda ancora delli ſoldati, che ſe alcu 6.
no di quelli moriſſero nella battaglia per la difen
ſione della patria,e per il bene della città i loro fi
gliuoli riceueſſero il vitto dall'Errario p"
\ - neu,
2 54 pel reggimento de Principi
nella qual coſa invero la Rep. Rom ci vsò ogni
sforzo di honorare in vita, 8 in morte li vitto
rioſi ſoldati, (come ben chiariſcano le ſtorie) ma
precipuamente nelli figliuoli,perche in quelli eſ
ſendo la loro ſimilitudine aſſai vien perpetuata
la memoria, acciò ſia vero quelche nell'Eccl è
ſcritto, che morto il padre. e quaſi che non ſia
morto, merce che dopo ſe laſcia ſua ſimilitudi
dine cioè nel benifitio riceuuto per cauſa del pa
dre. Ancora ſtatuì, che tutto il popolo, cioè tan
toli ſoldati, quanto li artefici e li contadini eleg
geſſino il principe, per cio che non voleua il
principe per ſucceſſione nel modo , che la mag
gior parte delle città d'Italia oſſeruano. In oltre
ſtatuì, che il principe particular cura haueſſe di
tre coſe cioè " Robe comuni delli pellegrini,
& delli orphani, chiamando orphani tutti gl'im
potenti, quali non ponno conſeguire le loro Ra
gioni e queſto ſpecialmente il comanda la Diui
ma legge, atteſo che tal ſorte di perſone facilmen
te ſono dannificate. per l'impotenza al far reſi
ſtenza. Queſte ſono adunque quelle coſe, che il fi
loſofo ci manifeſta della politia d'Ipodomo, e
quantunque lui lo riprenda in molte coſe, che ſo
no diſputabile nell'wna, e l'altra parte come hu
mani atti, eſſendo quelli di materia contingente,
nulla dimeno molte coſe laudabile ſcriue, le qua
li concordano con la Rom.politia, come piu ol
tre ſi vedrà, e queſto di preſente di lui ſieno dette
a ſuffitienza.
- - Della
- - - 2
zibro guarto.
- - ,
- - -- -
- -
255

zoella politia de zacedemoni ripreſa dal Dottore circa


- li ſertti, donne, e ſoldati. cap. X I I I I.
- e i -

A L preſente è da cóſiderare di altre politie mé


** tionate dal Philoſofo nel predetto ſecondo
libro, cioè delli Cretenſi, e Lacedemoni, le quali
politie erano tenute illuſtre per la fama delle Re
gioni, e per la loro antichità e per il loro autore,
e quantunque Ariſticomeridi la predetta politia,
riprédenulladimeno di qlla molte coſe, e prima
in quanto alla relaſſatione deſerui,quali non co
me ſudditi, ma come amici li haueano, e quindi
occorretta, che impeltroniuano, e diueniano ſu
perbi e concitauano nelli cofini delli Lacedemo
ni riſſe controalli tiranni in maniera, che ſi ben
ſiliadattata quel che nelli Prouer.è ſcritto. Chi
C. 29e
delicatamente à pueritia nutriſce il ſuo ſeruo di
poi lo ſentirà contumace e quel che dipoi ſotto
giugne, che il ſeruo non può eſſere emendato ci
parole, mercè che intende quel che gli dici, neti
vuol riſpédere, ma per autentura queſto alcuna
volta non autiene ſenza ragione, quado occorre
hauerſià combattere cotro denimici, perche al
lhorali ſerui ſi mettono a combattere, perche ſo
nobiu audaci nelli affronti, perciò è ſcritto nel
terzo libro de Re, che il Re Agab per li pedoni
della Città, per comidamento di Dio percoſſe
Siria,e fugò el nimico, per la qualcoſale Roma
ne ſtorie narrano come dopo il loro coflitto a Ci
s . - ne, che
256 Del Reggimento de Principi
ne, che tanta fu la loro ſtrage che forzati furo
no riuocare li rilegati, e proſcritti, 8 dare la li
bertà alliſerui, de quali fecero vno eſercito per
difenſione della città, percheli lacedemoni ha
ueuano nelli còfini delle moleſtie, per queſta ca
gione tollerauanoli ſerui ſuauemente.Erano(co
me afferma Ariſt.) li Lacedemoni a confine con
dua Regioni. cioè l'Arcadia, e la Teſſalonica, e
Miſene davna banda, dall'altra l'Acaia, e la The
baida, li quali popoli anticamete furono molto
virili. Son ripreſi adiiqueli Lacedemoni ſe li po
lari quali chiamano ſerui ſopportandoli, non
refrenando la loro ſtoltitia per la detta cagione,
ma in vero poſſono eſſer tollerati eſſendo graue
mente infeſtati nelli confini com'è detto, perche
alli predetti ſerui è conceduto Audacia per aſſal
tare e frenare la malitia dellinimici, per la mede
, ſima cauſa era ancor data libertà alle donne, di
ondene diueniuano laſciue, e perciò meritamen
te ſon ripreſi dal Ph.che le lor Donne non rafre
nauano dal diſcorrervagabonde, che alla Don
naèlegame di libidine come auuenne di Dina fi
gliuola di Iacob, qual fu oppreſſa dal figliuol
Gen. del ReSichen mercè che diſcorreua per la Re
34 gione ſenza cuſtodia. Però è ſcritto in Salamone
Eccle conferma la cuſtodia ſopra la tua figliuola ac
26, ciò ritrouata la occaſione non maculi ſe ſteſſa, il
che auueniua alliLacedemoni,che viueuanovo
luttuoſamente per la gran libertà. ma ſono da
Ariſt ſcuſati per il gran loro eſercitio delle guer
- º si TC,
zibro quarto. 257
re, che del continuo haueano, per la cui cagione
le lor Donne erano forzate diſcorrere per poter
gouernare la lor famiglia. Il terzo che diſputa
Ariſt.della politia delli Lacedemoni era circa de
ſoldati ſe doueano hauer moglie, mercè, che per
il coito ſi diſtraeuano dalla pugna,atteſo che dal
l'Atto delle carnali delettationi ſi mortifica l'A
nimo, & rendeſi men virile(come è detto)&è ſen
téza di Platone,ſi come referiſce Theofraſto, che
a quelli che qual ſono intenti alla Militia non
conuiene tor Donna. Ma Ariſt. reproba queſto
con dire che li ſoldati naturalmente ſono piu
roni alla luſſuria, la cauſa di ciò è aſſegnata in
vno libello di problemati indrizzato a Federigo
Imperatore, ma el ph. introduce la fauola di He
ſiodo poeta, qual congiunſe marte con venere,
perche ſe ſi aſterranno dalle Donne, ſi meſcole
ranno con li maſchi, e perciò Ariſt. in queſto re
proba la ſentenza di Platone, perche minor ma
le è carnalmente copularſi con le Donne, che de
clinare nelli ſodomitici flagitij. onde ben diſſe
Agoſt. che la meretrice nel mondo fa, quelche la
ſentina nella naue,e la fogna nel palazzo. Seiie
ui via dal palazzo la fogna, tutto ſi riempira di
puzza e coſi della ſentina. lieua del mondo le me
retrice e riempirai quello di ſodomie per le me
deſime cagioni Agoſt dice nella città di Dio, che
l'vſo delle meretrice nella terrena città fece leci
ta bruttezza. Ancora queſto vitio ſodomitico eſ
ſoPh nel 7.dell'Eth.diceauuenire, per la vitioſa
- R. iſlatura,
-

2 58 pel Reggimento de Principi


natura, 8 peruerſa conſuetudine, e di queſto
non è d'aſſegnare conuenienza, è in conuenien
za, perche né è per ſe delettabile all'humanana
tura, oue non può eſſere il mezzo della virtù, ea
queſto ſi accorda l'Apoſtolo alli Rom. li quali at
ti ignominioſi, chiama paſſione. Il quarto che
Ariſt. riprende nella politia de Lacedemoni, ſi è
dell'inegual Diuiſione delle poſſeſſioni, perche
vn cittadino occupa quaſi tutta la Regione con
la moneta, come ſpeſſo auuiene de ſenatori gl'al
tri cittadini di poi ſpogliati ſi fuggano, e coſi ri
mane dipoi la politiagnuda.Ancora circa le mo
glie, perche nelli beni del Defunto per ragion
della dote occupauano due parti. come auuiene
in Francia della metà debeni, e del reſto, che aua
zauaſi diſtribuiua alli heredi, è perli ſuoi lega
ti, ma di quanto fuſſe tolto appreſſo li Lacede
moni alli altri cittadini il diminuimento delle
poſſeſſioni,nondimeno non ſi douea ſopportare
in quanto alli ſoldati concioſia che per quelli la
città ſi conſeruaua in ſua virtù, e queſto dice
Ariſt, che auuennealli Lacedemoni eſſer per det
ta cagione ridotta à nulla. eſſendo nondimeno
ſoliti ritrouarſi diecimila ſoldati, il che appreſſo
gl'antichi non era poco. Queſti ſono quelliSpatº
tiati, de quali è fatta mentione nel ſecondo delli
Mach. li quali per virilità dell'animo con li Giu
dei, e Romani haueano ſpecial amicitia
.-

Riprende
Libro guarto. 2 59

armi a in quanto alle leggi de figliuoli, e de


giudici. cap. XV.
Iprende ancoelph.di detta politia circa la ge
neratione defigliuoli, perche hauea ordina
ro, che colui, il quale ſi ritrouaua tre figliuoli
fuſſi aſſunto alla Dignità delli publici negotij,
& quelli, che ne haueſſero quattro fuſſeroeſen
ti dalle grauezze, & queſto era cauſa di fare im
pouerire li cittadini onde diueniuano impoten
ti ad aſſaltare gli inimici,e anco fu cagione di diſ
ſenſione, e perciò la loro Regione diminuì di for
ze e che queſto fuſſereprenſibile ci ſono fondate
Ragioni che vno generi di molti figliuoli non è
coſa virtuoſa, per cui ſi meriti preminenza, co
me verbi gratia combatter per la patria, il che è
virtù di fortezza. è ſi nel dar buon conſigli alla
città, il che appartiene alla prudenza, o ſi nel reg
gere li cittadini, il che ſi conuiene alla giuſtitia,
& il conuerſare honeſtamente con tutti che è
proprio della temperanza, ma che nel generare
meriti premio nella Repub. queſto non è della
virtù,atteſo che ancovn vile huomo può hauere
virtù generatiua migliore. la onde che per tal ca
ione ſia honorato non è coſa degna, mercè che
i" non conuieneſe non alla virtù (ſi come
afferma el Ph. nell'Eth.) In tutti adunque li atti
della politia in tra cittadini deu'eſſere egual peſo
della fatica, 8 dell'honore fuori che nelle pre
- R 2. li
2 6o Del Reggimento de principi
dette coſe acciò ſia vero quel che diſſe Dauid nel
primo de Re.quando che ricuperate le ſpoglie di
c.27. Sicelag contro alli Amalechiti, eguale (diſſe
egli)ſarà la portione di quelli, che andorno a ci
battere, e quelli che ſono rimaſti alla cuſtodia
delle Robe, e quantunque la legge Moſaicaim
prechi maladitione allo ſterile, e fuſſi conceſſa
per la moltiplicatione della generatione delle
moglie, queſto non auuenne, ſe non à virtù refe
rendo ciò al culto Diuino come afferma Agoſt.
nella città di Dio,l'altro che riprende elph.nelli
Lacedemoni, di onde fu corrotta la loro politia,
e in quanto all'elettione delli giudici, quali era
eletti poueri, e in conſequenza forzati da neceſ
ſità venittano dalli maggiori corrotti con pecu
nia, per il che la giuſtitia ſi corrompeua, e ſi eſer
citaua la tirannide la comparatione adunque di
queſta politia elph. piu preſto comenda. la De
mocratia, atteſo che mancando nella città il go
uerno d'huomini virtuoſi, dequali coſtituiſce el
principato chiamato ariſtocratia, meglio ſi reg
ge per li ricchi cattiui, de quali ſi coſtituiſce el
principato chiamato democratia. non è adun
que ſpediente alla politia coſtituire li poueri, e
cupidi nel giudicare a queſto propoſito narrano
le ſtorie, che dua huomini per li Conſoli Roma
ni furono eletti al gouerno della Spagna vno de
quali era troppo pouero,& l'altro grandemente
auaro e quando fu notificato di eſſi in Campido
glio, perche di ciò litigauano, Diede se"
- - - la
zibro Quarto. 2 61.
Africano conſiglio che nel'uno, ne l'altro otte
meſſi il gouerno, perche ſono alla città come miº,
natte al corpo humano, delle quali è ſcritto nel
i Prouer. che le ſono due figliuole, che dicano,
aufer,aufer.quaſi che è queſto ſia el principal lo-,
ro intento, di trarre da altrui la pecunia. ma che:
diremo di Frabitio conſule; il quale come ſcriue,
Valerio Maſſimo fu poueriſſimo e Lucio Vale
rio, che morì in ſomma pouertà. e per cio fa di
meſtiero diſtinguere la pouertà. vna delle quali
è neceſſaria,l'altra volontaria.hebbe Chriſto no
ſtro Redentore la volontaria,eli ſuoi Apoſtoli.e
di queſta ſorte hebbeFabritio, el'altro detto con
ſule Rom.li quali acciò che fedelmente gouer
naſſero la Rep. diſpregiorno le ricchezze, elege,
gendo Fabritio piu preſto ſignoreggiar li ricchi,s
che lui(come già è detto)diuentar ricco. e queſta:
pouertà non è rifiutata nel gouerno, ma ſi lane
ceſſaria, perche detta rare volte, è non mai ben
reggerò conſiglia ſe non ſi ſatisfà ampiamente al
ſuo vacuo appetito, la cui ragione, e differenza,
di queſte due pouertà ſi può cognoſcere dalli di
uerſifini,mercè che il fine del pouero voluntario, . . º.,
è l'honeſto, e la virtù, elfine della neceſſaria po-,
uerta il bene vtile, a cui il ſuo appetito e prono.
e queſto (come afferma elph.)è lo ſcopo, per cui,
le altre coſe ſi agitano.laonde tutto quello, che
detti operano con tale indigenza, a queſto fine
tendano a cagione empino elventre, e la borſa.
Ma quelli che hanno la pouertà, volontaria, co
i , - R. 5 me
2 62 Del i" de Principi
me diſprezzatori delle ricchezze tutte le coſe or
dinano alla virtù e queſto quando reggano, è go
uernano li cittadini intendano ſempre il bene
della virtù il che è bene humano (come afferma
el ph. nel Eth.) in oltre la natura non opera coſa
alcuna in vano (come dice Ariſt, nel primo del
cielo)lo appetito adunque di quello, che non ha
delle Ricchezze per neceſſità, 8 non per volon
tà, ſempre tende in conſeguire quelle, ſe adun
que non conſegue, ſarà in darno il ſuo Deſio, 8:
perciò la natura dell'appetito a queſto ſpinge,
come fuggendo il vacuo,il qual nò può ſoſtenere
adunque difficilcoſa è " che lui non ſegua
in qualunque modo ad'hauer delle ricchezze, e
coſi ne ſegue eſſer pericoloſo nella politia, innal
zare al magiſtrato, per giudicare vno che ſia in
tal maniera pouero, ſe non quando la pouertà è
1.r 6 placida, perche allhora è riſecata la cupidigia,la
quale ſecondo l'Apoſtolo è radice di ogni male,
ma il gouerno del pcuero volontario è ottimo,
di cui è nell'Eccleſiaſte ſcritto eſſi ritrouato il po
uero ſapiente, che con la ſua ſapienza ha libera la
ap.9. città, mercè, che quella non è impedita da cupi
- digia veruna.

riproua el modo che teneuanoli zacedemoni circa del


Reloro. cap. X v1.
ANcori del gouerno delli Lacedemoni ci reſta
da vedere circa del Re, atteſo, che resº:
gli
zibro Quarto. 263
gli ſtoici (come Giuſtino ſpagnuolo afferma) che
quella città haueſſi Re e Ariſt. dice, che il Re era
riſpetto alla Regione, e la prouincia, come in Ro
ma auuiene, e queſto ancovediamo in molte par
i dell'Europa Occidentale, 8 Boreale, le quali
anno il Re,e ciaſcheduna città ha le ſue leggi, e
politia come la Francia, la Spagna, e la Germa
aia. li Lacedemoni adunque, quali Spartiati, è
ipartani erano detti,hebbero Revno dequalifu
Catullo, di cui Ligurgo(come afferma el prefato
Giuſt.) nella puerile Età preſe ſua cura (comelfia
ranifeſto)nella Cretenſe politia. elPh: adunque
rprende queſto Regio gouerno in molte coſe.
primieramente nella prouiſione del Re, perche
non ſopportauano(trouata occaſione) che il ſuo
guerno fuſſe perpetuo, ma neanco oſſeruarvole
uno el modo depolitici rettorià vita, il cheap
pre eſſer non picciolo pregiuditio del gouerno,
prche in ciò veniua ſneruata la loro poteſtà, la
oideſ daua occaſione alli ſudditi di fuggir l'oſ
ſeuanza delle leggi, e coſi non poteuanoli loro
Regifargl'huomini perfetti, 8 virtuoſi, per la
ci cagione quantunque el phil. non ne faccia
mentione,nondimeno le ſtorie moſtrano eſſer det
tinatione ſtata gente indomita, ſe né che per det
t Ligurgo con la maturità de coſtumi, e precla
rdeggi fu regolata, delle quali piu oltre ſi parle
ròſeguia ancor queſt'altro inconueniente, che ſe
atuna volta la città mandandoſi legati, come di
ceſſo ph, adaltra città, è prouincia. è Regione
e - R 4 certi
-- - -
– - - -

264 pel Reggimento de principi


certi di eſſi la pigliauano per il Re, alcuni altri
gl'erano contro, la onde era cognoſciuta la loro
diſſenſione, e per queſto erano ſtimati men cari,
& rade volte di loro legati ne riportauano l'in
tento loro, e piu ſi ha d'auuertire, che quantun
que nell'Alma città di Roma li Conſoli fuſſero
annuali (come di ſopra è detto) & aſſegnatane la
cagione come anco del magiſtrato Athenieſe nul
la dimeno del Re non era da far coſi, vno ſe non
ſia perpetuo è grandemente pericoloſo alli citta
dini per quanto è detto di ſopra, perche queſta è
la differenza che è in tra del Re, 8 il politico Ret
tore, che il politico giudica el popolo ſecondo le
leggi della città, ma il Regal principe oltre alle
leggi da lui ordinate, è auanti per altri ſtatutei.
opportunitempi, con la legge (qual ſi riſerua il
petto)vſa per miglior fine del ſuo gouerno,eſalti
te di ſua gente. ſe adunque tali principià tempº,
regnano auuiene che nel giudicare ſono preci.
f" , ò ſi contro alli cittadini li quali furon ſd,
ecitià rimuouerlo, è ſi per cupidigia di conſe
guire alcuna coſa, è vero per compiacere ali
Amici la qual coſa ſeregnaſſero non farebbono
In quanto al primo hauiamo l'eſempio di quelle
cap. che diſſe in San Luca (eſponendo per ciò comi
la lettera ſuona)quellinimici, quali non vollero
che io regnaſſi ſopra di loro conduceteli allami
preſenza, 8 ammazzateli auanti di me, in queſti
modo come affermano le ſtorie Herode molti o.
ciſede nobili di giudea, li quali ſi sforzaronot
- - - li
ribro quarto v 2 65,
li el Regno. In quanto al ſecondo eſempio ſi può
pigliare dal villico d'iniquità nel medeſimo
Euang, il che ſi può applicare advn grado di go
uerno perche tengano in terra la ſembianza di ſi
gnori quelche li principi del mondo fanno in ri
ſpetto di Dio,impero che quando temano eſſerri
moſſi dall'vffitio del publico errario del ſuo Do
minio, ſono ſolleciti conquiſtarſi delli Amici, e
da tutte queſte coſe ſi manifeſta che gl'è maſſimo
ericolo conferire ad alcun temporal rettore l'ar
fi del reggere a farla giuſtitia, ma ſe il Domi
mio fia perpetuo, il rettore harà cura delli ſudditi
come di coſa " -

è ſollecitato, quaſi che è ſue ricchezze naturali,8e


à teſoro ſicuro per la cui cagione lui gli gouerna
comefa " gregge,ea guiſa dell'horº
tolano la ſua pianta la leſione di ciaſcheduna al -
li detti padroni è ſcandoloſa. e
i:
prende dalla medeſima cagione lapolitia de zacede
i"" materia nel pºpolo di
diſſenſione,
i , i
º cap. - -

:i
vi r.da o
ra i º irr - ,ii ,
Eia certa coſuetudine nella politia delli Lace
= demoni, la quale per auuentura traeua origi
ne dalla medeſima cagione, che li principi non
ſicurauano della Rep. perche nelle ſolennità, 8e
ſoſtentationi di detti principi erano fatte l'eſatio
nine popoli per le ſpeſe di detta ſolennità, onde
grauati e poucri concitauano ſeditioni,e coſive- .
- - niua
2 66 nel Reggimento de principi
niua sneruata la politia, per il che elphi piu pre
ſto comendaua tali eſationi eſſer fatte dell'Erra
rio publico, la qual conſuetudine,ò vero talleg
ge afferma eſſere ſtata in Creta, inſtituta, percio
che l'eſationi, è vettouaglie moltiplicate nel po
polo ſenò per vrgéte cauſa, cioè per coſeruatione
della città, e Regione conturbano el popolo, 8.
ſon cagione nella città di diſſenſione, eliti, da
queſta ſimil ragione ne ſeguiuavn'altro inconue
niente, che il naual principe era diſtinto da eſſo
Reda che ſeguiua diſſenſionenelli Animi, e per
conſequenza diſſenſione nella politia, il che non
ſarebbe accaduto ſe il principe fuſſi ſtato perpe
tuo, perche ciaſcheduno che fuſſi ſtato Duca
della città a lui ogn'huomo ſaria ſtato ſuggetto.
fa il ph della guerra nauale perche li Lacedemo
ni molto erano potenti in mare. C6cludeſi adun
que dal medeſimo, che cattiua fuſſe la loro poli
tia, perche li huomini da quella né erano eletti
forti di virtù di fortezza, quale è vna delle quat-,
tro principali, con cui li cittadini per la " - ſi
eſpongano alla morte come Regolo apo delli
Cartagineſi, ma li loro ſoldati, e coſi e principi
erano vittuoſi in vna parte quale el ph. riprende,
nella ſua politia, percioche dice lui nel terzo del
l'Ethica, diſtinguendo due ſorti di fortezza, vna
delle quali, è quella del corpo, e queſta la doman
da parte di fortezza, la qual tal hora ſi ricerca nel
la vera virtù. L'altra è quando per cagion della
Rep.l'huomo ſi eſpone, e non cede, non fugge al
- - - creſcer
º,
e
zibro ouarto. 2 67
creſcer delli pericoli, di cuiSeneca parla nel libro
della prouidentia di Dio. coſi dicendo. Li forti
fortemente cercano li pari a ſe, come ſperimen
tò Mutio il fuoco, e Fabritiolapouertà, l'eſilio
Rutilio, 8 li tormáti Regolo, Socrate il veleno.
Ancora è detto nel primo de Machabei, che Ma
thatia parlando del ſuo figliuolo dicea, Giuda è
di forte virtù dalla ſua adoleſcenza, imperò ſarà
voſtro principe, e lui maneggerà le guerre del po
polo, per la cui fortezza, non cedendo allinimi
ci per amor della Rep. ma per lei coſtantemente
in battaglia ſoffrì la morte.E in vero la prima for
tezza imperfetta, ma la ſeconda perfettiſſima vir
tùà pigliarvn principe per combattere, e ciaſche
dun ſoldato, che non ſia forte della ſeconda for
tezza non è altrimenti vtile alla politia, perche
ſpeſſo tali è ſiconuertano in tiranni, è vero ſi ce
dano alli pericoli (come di ſopra è detto.) Anco
ra dalla medeſima cagione, perche il principe né
era perpetuo, e non erano trali Lacedemoni ſpe
ſe comuni per li ſoldati, la ondeauueniua, che li
ſoldati eſperti non maneggiauano rettamente le
guerre per il difetto delli ſtipendi, quali la Rep.
nópoteua prouedere, ma erano eſpoſti gl'ineſper
ti plebei, 8 anatori delle pecunie e queſto ripro
ua Ariſtin detto libro, perche ſpeſſo erano cagio
ne della rouina del popolo. e tanto ſia detto aba
ſtanza della politia de Lacedemoni.

ierº
2 68 Del Reggimento de principi
- - e ,,
In queſto capitolo parla della politia decretenſi, come è
diferente da quella de Lacedemoni i
- Cap. X VI I F. :
e º ; - :: :

TRatta ancora detto Ariſt.dellapolitia de Cre


tenſi, quale afferma ricetietteròno da Ligure
go fratello del Re de Lacedemoni, il cui nome
fu Polibita padre di Catullo (ſi come Giuſtino
referiſce. ) Ancora da Minoe Re di detta Iſola;
li quali furono in Grecia li primi inuentori dele
le leggione peruenne Pittagora per impararla, e
poi la inſegnò lui alli, Cretenſi (come afferma il
prefato Gruſt.) dequali duoi philoſofi fa métic
ne nel pred.libi e quatunque diuerſe ſtorie di Li
girgo variametedichino, nulladimeno per rela
tione del medeſimo Giuſt. piu preſtoà lui ci acco
ſtiamo, perche fu preclariſſimo ſcrittore antico
delle ſtorie e da qſto forſeauuenne che li Lacede
moni, con li Cretenſi haueſſero la medeſima poli
tia,perche da detti domettero riceuer le leggi, e ſe
bene in molte coſe conuengano, niente dimeno
ſono differenti in alcune coſe. come nelli conui
ti,e nelle feſte, le quali li Cretenſi faceuano del co
mune errario, il che erano date da contadini del
li frutti, e delle pecore, le quali erano offerte in
quelli ſacrifiti pertinenti alli dei, coſi come ſo
no ordinate le decime. Altra diferenza ancora
era delle donne, percheli Lacedemoni erano ze
lanti
a
della moltiplicatione della prole, ma non
già
zibro Quarto. 269
ià tantoli Cretenſi. La terza diferenza era nel
gricoltura, perche le terre delli Lacedemoni le
lauorauanoli ſerui, eliCretenſi faceuano lauo
rarleali contadini, per liquali erano fatte le pre
dette oblationi. La quarta differenza era, che apo
li Cretenſi ſi eleggeuano conſoli, è vero ſapienti
li quali nominauano Boſmoin, cioè vecchi orna
ti, non di tutte le ſorti, ma delli maggiori, 8 era
no in maggior numero, ma li Lacedemoni di
ogni ſorte perſone pigliauano al gouerno, quali
chiamauano aphorim. cioè procuratori della
Rep ma molto meno delli Cretenſi, e queſto
maggiormente comenda Ariſt.eſſendo minore
occaſione di concitar la turba. La Ragione apo
delli Cretenſi di diſſenſione, perche anticamente
haueano Re(di cui è detto di ſopra) ma nel tem
po di Ariſt non haueano ſe non ilDuce eletto da
detti ſapienti, la onde perche il popolo non ha
uea mai eletione, era fomento di Inuidia & per
conſequenza di odij, ma li Lacedemoni ſe hauea
no il Re, erano elettià beneplacito è tempo e pre
ſi di ogni grado di cittadini ſapienti, e queſto ap
pariua conſono alla Ragione, che con il conſen
ſo di tutto il conſiglio il Rc fuſſi aſſunto al go
uerno del popolo, come hoggi comunemente
fanno le città dell'Italia, atteſo che coſi importa
el nome della città, la quale ancora ſecondo Ago
ſti. nel primo della citta di Dio è moltitudine di
huomini collegata con il legame della ſocietà.
onde città, quaſivnità di cittadini. per il che el
- . InOtmº
27 o pel Reggimento de principi
nome di città include tutti li cittadini. Appare
in vero coſa ragioneuole, che nel ſuo gouerno ſi
ricerchi di ogni genere di cittadini, per quanto
però importano li meriti di ciaſcheduno, e lo ſta
to del ciuil reggimento. conuengano adunque
dette Regioni in molte coſe, e in molte ſon diffe
renti(come è detto,) e queſto baſti in quanto alla
olitia delli Cretenſi ſccòdo Ariſt. ma perche lui
mentione di Ligurgo, (il che la ſtoria delle ſue
leggi narra)per conuenientemete quì inſerirle,at
teſo che afferma Giuſt. che lui alli Lacedem.eCre
tenſi ſcriſſe canoni, all'oſſeruáza de quali obligò
li Lacedemoni ſotto giuramétoinſino al ritorno
di ſua peregrinatione, la cui legge al tepio di Ap
polline ſimulaua riceuere trasferiſſi el detto in
Creta,8&iui morédo, dando le ſue leggi, è quelli
comandò gettaſſero le ſue oſſe in mare a cagione
deſſi eternità all'oſſeruáza delle ſue leggi. Di que
ſteleggi (ſecodo el prefato Giuſt)ſottocòpendio
ne tratteremo. In prima lui tolſevia del popolo
la materia dell'Argento, e oro, dette al ſenato la
f" di creare & eleggere qual magiſtrato vo:
eſſe tutte le poſſeſſioni egualmétein tra tutti di
uiſe, acciò equiparati li patrimoni neſſun diue
niſſe piu potente dell'altro.comádò à tutti, che li
cóuiti ſi faceſſero in publico.acciò né fuſſe ne ric
chezze,neluſſuria in ſegreto. allegiouaninò per
meſſe piu chevna veſte per anno, ne che alcuno
andaſſe piu ornato " , ne conuitaſſe piu
ſplendidamente del compagno ... tutte le coſe ſi
doueſſe
zibro guarto. 271
doueſſero comprare non con denari, ma con
ricompenſa d'altre mercè. li garzoni sbarbati
non in piazza, ma nel capo comádò ſi midaſſero,
à cagione, che nelli primi anni,nò in luſſuria, ma
in fatiche ſi eſercitaſſero, e ſenza viuade ſi nutriſ
ſe la lor vita, ne mai ritornaſſero alla città, inſi
no à tanto che fuſſero huomini fatti. volſe che le
vergini fuſſero maritate séza dote. acciò le mo
glie né fuſſero elette per cagion di pecunia. Il maſ
ſimo honore né alli ricchi, e potenti, ma allivec
chi ſtatuì darſi, in neſſuna coſa volſe porre piu
honore, che nella vecchiezza e queſte sé le leggi
della politia di Ligurgo, delle quali el Ph non fa
métione, e diſputare di eſſe ſaria materialiga im
però di preſente non ſe ne dirà altro, nondimeno
nó cótradicano a qlle che si dette dal Ph,di eſſo.

guì dichiara dellapolitia de calcedoni e di ſua fama,


e come differente, o in che con l'altre conue
niua. Cap. X º X”.

Diremo al preſente della politia de Calcedonij,


la quale Ariſt molto comºda dicedo, che que
ſte tre politie, cioè de Lacedemoni,e Cretenſi, Se
Calcedonijapodelli Greci furon le piu famoſe,
perche maggiormete furono ordinate ſecodo la
virtù. La citta di Calcedonia è ſituata nella Tra
cia.laoue fu celebrato il 4.Conc. di 63o.Veſco
ui ſotto Leon I. presete Martiano principe, il che
nó fu ſenza grâ copia di faculta di quella Regio
ne alla prouiſione di tal moltitudine di prelati.
--- -
- --- -- - Queſta
272 Del Reggimento de principi
Queſta politia adunque Ariſt. nel terzo delle ſue
polit. la preferiſce all'altre quantunque le due
precedente, a queſta li ſieno molto propinque.tre
ſegni di ſua bontà, e perfetione dimoſtra Ariſt.
primo perche li ſuoivffitiali viueuano ordinata
mete, 8 ci tranquilità eſercitauano li loro vffiti
con certa ſtabilità di coſtumi. el ſecondo che in
tra di loro appariua nel miniſterio della Rep. eſ
ſerui aſſai concordia, ne mai vi fu concitata tal
diſcordia, che li ſcrittori ne habbino hautoà far
mentione. Il terzo argomento di ſua bontà, pi
glia el Ph. da queſto dominio perche giamai in
tra di loro ſileuò ſu ſignore, è nobile che iui eſer
citaſſe la tirannide di poi ſottogiugne Ariſt. che
la comunità, qualehaueano con li Lacedemoni,
& Calcidonenſi,era nelli conuiti,e feſte, le quali
erano fatte in dimoſtratione dell'honorate perſo
neambi faceuano per contributione, ma li Calce
donijcò piu honeſto modo, perche era ſenza op
preſſione delli poueri, il ſecodo in cui coueniua
no era nell'eletione de Re, ma in queſto erano dif
ferenti, che li Lacedemoni pigliauano ciaſchedu
na ſorte del popolo, e pochi eron quelli a chi ſi
apparteneſſila elettione del Re, e li Calcedoni pi
gliauano maggior numero,è de migliori, li quali
Ariſtidomandaua principi,S: erano cento quat
tro,nomati principi, per la virtù di ſuo Reggi
mento.e li chiama Ariſt.li medeſimi ancora geni
ſios,cioè honorati,l'vffitio dequali era di ſtare al
conſpetto del Re, e quello eleggereanco in º",
zibro guarto . 273
ſto erano differenti dalli Lacedemoni , perche
non elegge uano di tutte le ſorte, ma di quelli,
che erono da elegerſi ſecondo la virtù e la cagio
ne di queſto lo aſſegna Ariſt. perche gl'huomini
di villuogo innalzati al principato el piu delle
volte fanno detrimento alla politia,e nocerno tal
volta a detta città,ſecódo la ſenteza di quel poeta
che dice, che non è il piu aſpro, che quello, qual
d'humil luogo riſurge in culto, la onde è ſcritto
nell'Eccleſiaſtico vn male (diſſe Salamone) che
io viddi ſotto el ſole.ſi fu, che quaſi per errore vſ
cendo dalla faccia del principe poſto lo ſtolto
nella ſuprema dignità, che li ricchi ſegghino al
baſſo. veddi (ſoggiugne) liſerui caualcare, 8 li
principi caminare come ſerui per la terra. quaſi
che ſia in gran detrimento del gouerno. Non
eleggeuano anco ſempre del medeſimo genere,
perche la natura manca ſpeſſo in ſucceſſo della
ſua" ma ſi benedetti Calcedonij eleggeua
no doue poteuano trouare el miglior principe, e
li geneſi, cioè vecchi honorati, 8 in queſto imi
tauano la politia Ariſtocratica, il quale è princi
pato di pochi, e virtuoſi, il che era vero apo de
Calcedoni,perche il Re con alcuni huomini ho
norati, 8 virtuoſi trattauano quelle coſe, che era
no appartenete alla città, non ricercado el conſen
ſo del popolo come de Romani è ſcritto nel pri
modemachabei, quali faceuano el conſiglio di
trecento venti della moltitudine acciò faceſſero
le coſe degne per la Rep.e quantunque queſto Re
-
S COn
274 pel Reggimento de Principi
con li predetti honorati huomini poteſſi tutto
eſequire, nulla dimeno talvolta ricercaua el po
polo di certe coſe da trattarſi. & in tal caſo era le
cito al popolo coſentire, o diſentire in tal manie
ra che né hauea luogo la ciſulta ſenò fuſſi accet
tato dopo che fuſſi prepoſto al popolo. e all'ho
ra lo ſtato della politia era condotto al principa
to democratico, cioè in fauore della gite plebea,
alcuna volta era comeſſo a certi pochi, S in tal
guiſa il principato olgarico ſi chiamaua, atteſo
che erano eletti cinque in trali ricchi, li quali
Ariſt pétachos appella, à quali apparteneua eleg
gere quelli cento quattro honorati, e queſto fu
roprio de Calcedonij, il cui modo oſſeruano
fi le città dell'Italia, e precipuamente nella
Toſcana,queſto coſtume ancora fu oſſeruato tut
to il tempo in Roma che durò il conſolato, per
che in prima creorno duoi conſoli dopoi el
Dittatore, el maeſtro de Caualieri, a quali ap
parteneua tutto il Ciuil gouerno, & coſi con
principato Ariſtrocatico il Romano popolo ſi
reggeua,dopo aggiunſeroli Tribuni in fauor del
la plebe, 8 del popolo, ſenza liquali li conſoli, e
li altri predetti non poteuano eſercitare il gouer
no,e coſi fu aggiunto el democratico principato
In proceſſo di tempo li ſenatori riceuerno,la po
teſtà del gouerno, quantunque primieramente li
ſenatori fuſſero ordinati da Romolo, perche lui
diuiſe la città in tre parti, cioè in ſenatori, ſolda
ti e plebe. & allhora dominati li Regi teneuano
nel
zibro ouarto. 27 5.
nella città li Senatori predetti il luogo devecchi
come era in Lacedemonia, quali Aphorim noma
ti erano,e come in Creta boſmoiin, & in Calce
donia Geneſios(come di ſopra è detto) Quando
di poi la politia era corrotta per la potenza di al
cuni;ſi come nel tempo delle guerre ciuile allho
ra erano retti con principato Oligarico. E tanto
ſia detto a ſuffitienza del gouerno delli Greci.
molto concorde con il noſtro.

zoella politia de calcedonioue ſi tratta ſepouero, è ricco


deue eſſere il Principe. Cap. X X.

Rae il medeſimo Ph.vn documéto dalla poli


tia Calcedonia, circa la elettione del princi
pe, che non a ſorte, ma ſtudioſamente ſi eleggael
virtuoſo, perche accaſca tal'hora ſopra il pouero
il cui principato di uero che è pericoloſo, atteſo
che come lui dice, e ſopra ſi è dimoſtrato, eſſer
impoſſibile,chevno biſognoſo ſia buon principe
& legittimamente poſſa vacare allinegoti della
Rep. merce, che la neceſſita lo fa aſpirare al gua
dagno,e rifuggir dalla virtù, e coſi non può quie
tar l'Animo.e come afferma Saluſtio delli Anti
chi Romani l'Animo vuole eſſer libero nel conſi
gliare, ben è vero che il Ph. predetro auuertifce,
che ſe talhora occorreſſe ritrouarſi vn pouerovir
tuoſo. a tor viala occaſione à cagione non ſi in
golfi nelli guadagni illeciti, che la Rep.li proueg
ga nelle ſue neceſſità, il che afferma eſſerſivſato
S 2. nella
276 . Del reggimento de principi
nella politia de Calcedonij, la onde che in ogni
gouerno ſono iſtituti li ſtipendi del publico erra
rioſi come dice Agoſt deverbis Domini.a cagio
ne non habbino è macular la giuſtitia per ricer
care el proprio guadagno.li quali tributi, 8 vet
touaglie conuengano alli ſignori per certa Ra
C. I 3 - gion naturale, come proua l'Apoſtolo alli Rom.
oue rende la cagione perche comáda ſieno a quel
li dati i tributi, ſottogiungendo.mercè,che loro
ſono Miniſtri di Dio, li quali lo ſeruono in que
cap.9 ſta maniera, 8 nell'Epiſtola prima delli Corchi
è quello(diſſe egli)che militici li ſuoi ſtipendij?
chi paſce il gregge e né ſi ciba di ſuo latte? quaſi
voleſſi dire che neſſuno. & ciò ben fatto per tor
via al pouero l'occaſione dell'wſare per amor del
guadagno l'ingiuſtitia. Ma quà ci muoue Ariſt.
vn dubio cioè ſe ſi debbe sépre al principato eleg
gere l'huomo ricco, atteſo, che facendoſi queſto ſi
viene à porger materia alli huomini di farſi ama
tori delle Ricchezze in tutti li modi, concioſia
che l'humana natura ſempre è appetitiua d'ho
nore, (come ſcriue Valerio Maſſ.)à che eſſo ph.
molte coſe dice, facendo comparatione dell'oli
garchia, all'Ariſtocratia, perche ſecondo il primo
el principato è del Ricco, ma nel ſecondo ſempre
ſi elegge il virtuoſo,ò ſia ricco,ò pouero, più che
lui viua ſecòdo la virtù, ma minor pericolo è del
Ricco, perche ha li ſtrumenti dell'humana vita,
per li quali honeſtamente può eſercitare il ſuo
vfitio, ſalua nondimeno la giuſtitia delli ſudditi.
Scriue
ribro Quarto. e -

277
Scriue il ph. molte altre coſe della politia Calci
donenſe, nulla dimeno in concluſione riprende
di lei due coſe, l'Vna che ſopportauano il princi
pe tener piu principati,il che Ariſt riproua, di
moſtrando eſſer molto meglio, e piu degna coſa,
º che molti conueniſſero avn principato. piu pre
ſto, che vno ne haueſſi piu principati. & queſta
era la Ragion del Ph. perche in diuerſi principa
-ti,l'operatione dell'wno, per l'altro era impedita,
onde da queſto principio, da cui piglia argomen
to cioè, che da vino,vna operatione ottimamente
a è fatta perfetta, di che ne pone dua eſempi 'vno
-del ſonatore, & delli ciabattini, li quali ſi contra
-riano nelle loro operationi, e nelli ſtrumenti pe.
-ro che la cetera ricerca l'huomo intelligente nel
-la melodia, e le mani agile, e ſottili, el'altro non
ricerca veruna delle predette coſe atteſo, che ba
ſta ancovn huomo ruſticano, e con le mani cal
doſe à fare il ſuo meſtiero, e coſi auuiene (dice
egli)delli diuerſi dominij, che ſi contrariano l'un
l'altro. Introduce ancovn'altro eſempio della
guerra nauale e della campale che l'una non è ci
sueneniente all'altra, imperò ad ambi dua non
: cóutenevn medeſimo rettore,non hauendo atio
ini ſimili, eſſendo altro il modo del combattere
in campo, altro quello del mare,diuerſi ancoſo
noli ſtrumenti l'uno dall'altro, e per conſeguen
za altre operationi conuiene all'wna, che non c&
-uiene all'altra, onde da lui ſi coclude eſſer incon
uenientevn ſol ſignore hauer piu gouerni, per le
- . S 3 dette
278 - Del Reggimento de principi
dette ragioni. Inoltre eſſendo che la virtù dell'A
éte è debile, mercè, che à pena è baſtante vn'huo
moà regger ſe ſteſſo,la onde che è dura coſa, che
quelche non può tenere la moderatione della ſua
vita habbi da eſſer giudice dall'aliena (ſi come re
feriſce il Diuo Gregorio)adunque ſarà molto difi
cile hauer piu gouerni per le già dette cagioni.
Della politia di Pittagora, quale aſſuefaceuagl'huo
mini alle virtù. Cap. X x 1.
O" alle dette politie quali tocca el Ph ſe ne
ritrouavna filoſofica, di cui Ariſt ne fa men
tione, cioè di quella di Pittagora,qual, precedet
teeſſo Ariſt perdua Età di huomini,da chi el no
medi Philoſofi hebbe principio come ſcriue Va
lerio Maſſimercè, che lui non fu ardito chiamar
ſi ſapiente, ne computarſi nel numero di detti ſa
pienti, quali furono auanti di lui, ma ſi chiamò
philoſofo, cioè amatore della ſapienza (queſto
adunque come afferma Giuſtino)fu ſpagniuolo,
& andò nell'Egitto ad imparare el mouimento
delle ſtelle, e l'origine del mondo, quindi ritorna
to in Creta,ne gi in Lacedemonia per cognoſcer
le leggi di Minoe, 8 di Ligurgo(de quali diſopra
è detto) e in loro fondò la ſua politia, & oltre
alle predette leggi, el prefato Giuſtino di lui refe
riſce, che venendo in Crotone, e trouato el po
polo caduto in luſſurie con la ſua autorità lo re
uocò all'Vſo honeſto.Laudaua il detto continua
- - pmCnto
Aibro Quarto. 279
º
mente la virtù, e riprendeuali viti; e annumera
uali caſi aumenuti delle perſe città per li vitij. &
con tanto ſtudio perſuaſe alla moltitudine l'ho
neſto viuere che in quelli fece gran frutto, la on
de dice Tullio di eſſo che con certe armonie li vi
tij della luſſuria eſtinguea,eauuenne, che vn cer
togiouaneThaurmitano molto dedito alla luſ
ſuria, ſentendo Pittagora all'wſcio della ſua ami
cameretrice,in cominciando a ſonare, e cantare
al ſuo ſalterio, in tal maniera lo riuocò a ſana mé
te. hebbe ancora dottrina di ſeparare le matrone
dalli huomini, e li putti dalli parenti ſi come ſpeſ
ſo auuiene nell'entrar nella Religione per l'info
cato parlare delli predicatori, 6 dalla virtuoſa
operatione, 8 eccellente vita del dottore. Inſe
gnaua à queſti la pudicitia,hora la modeſtia, e lo
ſtudio delle lettere alle matrone, che diponeſſero
le indorate veſte, 8 altri ornamenti ºrdignità.
come tutti ſtrumenti della Luſſuria le quali coſe
perſuadeua portaſſero nel tempio di Giunone, 8
à lei le conſecraſſero, affermando li veri orna
menti delle matrone eſſerla pudicitia. Queſti per
uenuto alli anni venti in Crotone, e in Metopon
to ſi trasferì,e quindi partendoſi ne fu tanta l'ami
ratione,che della ſua caſa ferno vn tempio, e co
me Dio lo adororno . Scriue anco Girolamo di
lui contro è Giouiniano, che lui hebbe vna fi
gliuola di tal pudicitia, che oſſeruando virginità
fu propoſto avn coro di vergini, le quali inſtruì
con dottrina di caſtità, quindi appare, che nella
- - S 4 ſua
18o Del Reggimento de principi -

ſua politia ogni ſua intentione, 8 ogni ſuo sfor


zo fuſſi di contrar gl'huomini à viuere fecòdo la
virtù, S& ogni politiaſi corromperà, tutta volta,
che ſi partirà da tal fine,
Delli Documenti Pittagorici ſotto figure date, o di
dua fedeliſſimi amici. cap. X X II.

S Criue il Diuo Girolamo nel citato luogo cer


te legge pittagorice a conſeruatione della ſua
olitia ſotto certe parabole, 8 enigme nel modo
delli Antichi coſi dicendo. e prima, che ſono da
fuggir con tutti li modi, e torvia la malattia del
corpo, la imperitia dell'Animo, la luſſuria dal
ventre, la ſeditione dalla città, e dalla caſa la Di
ſcordia, & in genere da tutte le coſe la intempe
ranza.vuole anco il detto Pitth. che intrali Ami
ci tutte le coſe ſieno comuni, e l'amico ſia vn'al
tro ſe ſteſſo, 8 in queſto fu ogni ſuo sforzo. Nar
ra Valerio Maſſidi dua pittagorici Dione,e Phi
tia che tanta fu intra di loro l'Amicitia, che oc
corre a vno di eſſi eſſer condennato a Morte da
Dioniſio tiranno, da cui impetrò di andare pri
ma à ordinare le coſe di ſua famiglia ſe metteua
vn cambio in prigione inſino alla ſua tornata, en
trò per lui lietamente el compagno,la onde, che
approſſimandoſi el tempo di ſuo ritorno, cia
ſcheduno biaſimaua la temeraria promeſſa fatta,
e nondimeno il carcercato coſtantemete afferma
ual'Amico non eſſer per mancare di ſua promeſ
ſa
Libro ouarto. 281
ſa,nell'hora, e momento coſtituto da Dioniſio ri
tornò l'Amico,di che ammiratoſi il tirano perdo
nò ad ambidua,chiededoli di copularſi per terzo
a ſi fedele Amicitia. Scriue Girolamo altri docu
menti,e leggi quali dette Pittagora nella ſua po
litia, cioè, che in dua tempi maſſima cura ſi haueſ
ſi, cioè la mattina, e la ſera, volendo intendere
quelle coſe, chehauiamo operato e quelle ſi han
no per noi da operare,dopo Dio, ſeguire la veri
tà, la qual ſola approſſima gl'huomini a Dio. Re
feriſce ancora Girolamo ſanto ſopra l'Eccleſiaſti
co, che la Dottrina Pittagorica era, che li ſcolari
per cinque Anni taceſſero, e poi ammaeſtrati par
laſſero, altri documenti ſi ritrouano ſotto enig
me, le quali racconta il prefato Girolamo contro
a Giuſtiniano, quali eran che non ſi paſſaſſi la bi
lancia, intendendo non ſi traſgrediſſi la giuſtitia,
non nutrire (diceua egli)el fuoco con il coltello,
cioè l'huomo irato, e gonfiato né lo ſtimolare ci
parole malediche, non violentare la corona. cioè
le leggi della città ſi hanno da oſſeruare. Il quore
non ſi deue mangiare alludendo, che ſi ha da
ſcacciare la maninconia dal quore, non camina
re per la via publica,intendendo, che né ſi ſegua
gl'errori de piu, non hauere in caſa le rondine,
cioè li loquaci non tenere in tua compagnia, &
molti altri documenti, e legge che piu preſto ten
dano al gouerno dell'anima, che del corpo, la
qual regolata, facilmente le coſe corporali ſi di
ſpógano.e queſto per al preſente delle varietà del
º . la po
282 pel Reggimento de Principi
la politia ſia detto a ſuffitienza ragionando per
l'auuenire della vera vita politica di quella, che
tratta elph.& altri ſapienti.
rn che conſiſta la perfettapolitia, da cui ſi riceuelapoli
tica felicità. cap. X x 1 1 1.
Cosciºſa che quando ſi tratta della politiaſi
referiſce alla cittaatteſo che da lei depende il
modo, e qualità di eſſa politia non ſara inconue
niente riaſſumere con breuità la diffinitione del
la città, la quale come afferma il diuo Agoſt.nel
primo della città di Dio è moltitudine di huo
mini colegata con il legame della ſocietà, la qual
diuić beata per la vera virtù, non diſcorda queſta
diffinitione(diuero)dalla sétéza del ph.che pone
la politica felicità nel perfetto gouerno di eſſa(co,
me dimoſtra nel primo dell'Ethica)mercè, che la
virtù, per cui el rettore politico gouerna la città,
è architettrice in câparatione di tutte l'altre vir
tù, quale ſi ritrouano in trali cittadini,atteſo che
l'altre ciuili virtù ſono a queſta ordinate come
l'equeſtre,e ſagittaria alla militia,la onde, che nel
la ſua operatione eſſendo virtù ſuprema, in lei
conſiſte la politica felicità, come appare che vo
glia elph.nel prefato libro, mercè che della vera,
e perfetta politiaauuiene come del corpo ben di
ſpoſto in cui le virtù organice ſono in perfetto vi
gore,e ſe la virtù ſuprema, quale è la Ragione in
drizza l'altre inferior potenze, e ſi muouino al
- ſuo
ribro Quarto. 283
ſuo imperio ſubito inſurge certa ſuauità e perfet
ta delettatione delle potenze ſcambieuolmente
in tra di loro, qual meritamente nominiamo ar
monia. però dice Agoſt. nel terzo della città di
Dio che la Repub. overo città ben diſpoſta vien
comparata alla melodia della voce, in cui diuerſi
ſuoni in tra di loro proportionati ne riſulta ſua
ue, e diletteuol canto alli orecchi delli aſcoltati
Fu di uero queſta perfetta Rep.nello ſtato d'Inno
cenza regolata per virtù dell'original giuſtitia, ol
tre all'atto della Diuina cognitione, di onde ſica
gionaua la contemplatiua felicità, la quale nella
preſente vita è partecipata dalli huomini perfet
ti, che non altro bramano, ſe non quelche coman
da la Regola della Ragione, e quelchea Dio pia
ce, quindi deriua, che i ph.aſſimila la Rep. alma
turale, 8 organico corpo, in cui ſono tutti li mo
uimenti, ch'hanno dependenza davn mouente,ò
duoi come ſono il Quore, e il ceruello e nulladi
meno in ciaſcheduna parte del corpo vi è la ſua
propria operatione, che coriſponde alli primi
moti, e ſcambieuolmente miniſtrandoſi l'Vn l'al
tro, però dice che queſto corpo per benifitio del
celeſte Diuin dono è animato, e che per ſomma
equità di Dio vien gouernato con la moderatio
ne della Ragione, il che lo manifeſta alli Cor l'A prima
C. I 2 e
poſtolo, quando dimoſtra tutta la chieſa eſſervn
corpo diſtinto in parte, ma vnito con il vinculo
della charità. Concludeſi adunque, che alla vera
politiaſi ricerca, che li membri ſieno conformi
al
t
284 pel reggimento de principi
al capo, è che in tra di loro non fieno diſcor
danti, ma ſieno tutte le coſe nella ciuilità diſpo
ſte, come di già è detto. In oltre nelle cauſe, 8c
nelli cauſati, nelli motori, e moſſi coſì vedia
mo, che in tra di loro ſi ritroua debita propor
tione in quanto all'influenza, perche le coſe in
feriore ſon moſſe ſecondo il ſuperior mouimen
to, e li ſuperiori muouono quanto alli inferio
ri è conueniente, auuenga, che la natura non
i manchi nelle coſe neceſſarie. ſe adunque tale è
-l'ordinedelli ſuperiori all'inferiori, 8 è conuer
iſo in tutte le creature, molto maggiormente (in
“vero) deue eſſere nella natura intellettuale, tan
to quanto eccede l'altre ſuſtanze in perfettione.
Se adunque tal proportionata diſpoſitionenel
scontemplare partoriſce ſuauità nell'oprare; e per
sciò quindi ſi moſſeroli Pitthagorici à porre nelli
celeſti corpi la melodia(come afferma elph.nel ſe
condo del cielo)cioè mediante li ordinati moui
smenti, che hanno indefettibili, di onde ne riſulta
ſumma ſuauità, e perche diceuano, che erano ani
mati, e però in queſta parte gli dauano la felicità.
iCoſi parimente elviuer nella politia fa perfetta,e
felice vita. piu oltre l'ordine, e diſpoſitionedel
le coſe pari,e diſpari, che à ciaſcheduno quelche
ſiliconuiene diſtribuiſce(ſi come afferma Agoſt.
º nella città di Dio) per la cui difinitionehauia
emo diuerſi gradi nella politia tanto nell'eſecutio
snedelli vffitij,quanto nella ſuggettitudine, ove
rovbidienza delli ſudditi. Allhora ſarà perfetta
ia - quella
zibro guarto. . . 28 5.
quella Repub.quando ciaſcheduno nel ſuo ſtato,
ha debita diſpoſitione, e operatione.ſi come l'edi,
fitio è ſtabile, tutta volta che le ſue parti ſon ben
ſituate, e coſi parimente occorre della politia,
che ha fermezza, e perpetuita , quando che cia
ſcheduno in ſuo grado,ò rettore,ò vfitiale è ſud
dito debitamente opera come ricerca l'vfitio di
ſua conditione & la oue non vi è repugnanza,
conſeguentemente vi ſara ſomma ſuauità, e per
petua fermezza di ſtato. in cui conſiſte propria ,
mente, la felicità della politia come ( vuole el
Ph.) per conſeruare el popolo in pace Iettroco: exed.
gnato di Moſe. diſſe al detto. che lui prouedeſſi
della plebe husenini potenti,ne quali fuſi la veri
tà, haueſſero in odio l'Auaritia, & di eſſi coſtitui
ſci Tribuni, Céturioni, Quinquagenari, e Deca
ni, li quali in tutto il tépo giudichino el popolo,
e dopo ſoggiugne.ſe queſto farai adempirai elco
midamento del Signore, e li ſuoi precetti potrai
eſequire e tutto queſto popolo ritornerà in pace
alli ſuoi luoghi.quaſi volédo ſignificare che ogni
coſa conſiſta in certa ſuauita di mente, e pace del
tempo, da che ne deriual humana felicità e ſe ta
li ſaranno li gouernatori delle Repub nel modo,
che ordiniamo tali (dice Saluſtio) furno li ret
tori Romani, per li quali la Repub. di picciola ſi
fece grande mercè, che (come ſi è detto) in caſa
eſercitauano induſtria, di fuori giuſto imperio,
nel conſigliare haueano l'Animo libero, 8 quel
lo non era inuolto nelle libidine, e altri delitti,
imperè
286 pel reggimento de principi me.

imperò in detti ci ſi rapreſenta gl'attivirtuo


del gouerno, di onde la perfetta, e felicepolitia ſi
manifeſta.
T

Diude la politia in treparti ſecondo l'opinione di so


crate, e Platone. cap. xxi I I I.
I preſente tratteremo delle predette coſe ſpe
cialmente, nelle quali la ciuilità, è politia ſi
diuide, e ſi deuono conſiderare è in riſpetto à tut
tala ciuiltà, da cui le integrali parti riſpondono
ò ſi al ſuo gouerno,invltimo allinegotijordina
ti alla guerra perche ſecondo tal diuiſione ſorti
ſcano varijvocaboli da diuerſi ſcrittori delle ſto
rie,e Autori delle leggi. In quanto al primo mo
do di trattare la diuiſione potiamo, pigliare quel
la di ſopra tocca da Socrate, e Platone, li quali
tutta la politia diuidono in cinque parti, cioè in
Rettori, Conſiglieri, Soldati, Artefici, 8 Con
tadini. L'altra è di Romolo primo Principe
della città di Roma, il quale come referiſcano le
ſtorie diuiſe la moltitudine del ſuo popolo in
tre parti, cioè Senatori, Soldati, 8 Plebe.
Era la politia anco d'Ipodomo in tre ſorti d'huo
mini cioè ſoldati, Artefici, 8 Contadini (co
me di ſopra è detto) ciaſcheduna delle quali ſi
può ſoſtentare, imperochela prima qual compra
decinque generi di huomini pare aſſai ciuenien
te atteſo che ſe conſideriamo le virtù dell'anima,
in cui riſpetto ſi attende la noſtra neceſſità, la on
de
Zibro ouarto. 287
deſi caua la conſtrutione della città è manifeſto
detta diuiſione eſſer ſuffitiéte, cócioſia che l'huo
mopate indigenza nella parte intellettiua acciò
poſſa viuere ſecondo la virtù, per il che è proui
ſtolo indrizzo nell'operationi, al che è ordinato
il conſiglio, il quale dalli ph. è poſto in tra le vir
tu intellettuali, onde è ſcritto nell'Eccl.figliuolo C. 32,
non far coſa veruna ſenza il conſiglio, ne ti penti
re dopo il fatto, quindi auuiene, che nelleRepub.
li conſiglieri ſono la ſua ottima parte, e da Plu
tarco ſono aſsébratialli occhi, quali intrale mé
bra del corpo ſono li piu nobili.Dopo ha di biſo
gno l'huomo di virtù refrenatiua dalla concupi
ſcéza, è vero affettiua,mercè, che è inordinata co
mediceel ph.ele chiama nel 7. dell'Eth.infirmi
tà e però ſon neceſſari li rettori per correttione
della malitia delli huomini, la onde diſſe l'Apo- rom,
ſtolo che non ſenza cagione portono il coltello, I 3
eſſendo il rettore vendicatore contro di chi male
opera, per la cui ragione ſono inſtituite le leggi
perli principi, e Rettori. E poſta(dice l'Apoſtolo
alli Galati)la legge" li traſgreſſori e non algiu cap.;
ſto. Sono ancora altri biſogni dell'humana vita
corriſpodenti all'altre potenze dell'anima, come
è il coprimºto,ornaméto, e nutrimento, li duoi
primi ſuppliſcano al biſogno della parteſeſitiua
dell'huomo,il che è vffitio delli artefici, coſinelli
edifici, e nelli veſtiri,e calzare, & in ciaſcheduna
altra coſa artificiale,le quali dilettano l'udito, o
dorato el tatto, è a qlli còferiſcano ſupplemeto.
In quan
v.
- 3.88 Del Reggimento de principi
In quanto poi al nutrimento dell'humana vita,
qual riſponde alla parte vegetatiua. ſono perciò
ordinati li contadini nel pane, vino, olio frutte,
e anconelli Arméti,evccelli, le qual tutte coſe ſi
traggano dalle poſſeſſioni, e ſi adducano alla cit
tà. Li ſoldati conuenientemente ſono parte della
politia,mercè, che ſono ordinati contra alla vio
lenza delli nimici, e per difenſione di tutto il cor
po della politia, per il cui effetto è coſtituto el
ſoldato nella città à cagione, che ſe ſteſſo per la
ſua patria ſi opponga contro al nimico, quindi
deriua, che loro ſi coſtringano al giuramento.
quando, che aſcendano al grado della militia per
la Repub.non ricuſando la morte, come è ſcritto
in Policrate,oue ſi tratta del Sacramento Milita
re. E adunque il combattere nella Repub.neceſſa
rio. e parte precipua ſono li ſoldati della politia
li quali deuono aſſiſtere apo del principe per eſe
cutione della giuſtitia ſi come è notato nel prefa
to libro e fedele, e coſtantemente contro dellini
mici combattere per conſeruatione della patria
e coſi né ſolo alla parte della politia, ma è tutto
il grado militare nella Republica ſingularmen
te è neceſſario, da tutte le qualcoſe manifeſta
mente appare la ſuffitienza delle parti integrali -

della politia di Socrate, e Platone in quanto alle


ſue parti. - -

l
v
zibro Quarto. - 289
z-ſufficienza delle parti integrali della politia d'ipo
domo,e Romolo. Cap. X x V.
Elli dua altri modi già detti ancora ſi può tol
lerare la diuiſione, perche ſono copreſi con la
prima, la cui ſuffitienza è gia dimoſtrata. Certa
mente, che nella diuiſione di Romolo oue tratta
delli ſenatori noi pigliamoli Rettori politici, e li
ſapienti con quelli aggiunti, è vogliamo dire aſ
ſeſſori e iuriſperiti. Atteſo, che ſono più li prin
cipi politici conſiliatiui, che li Regali, è impe
riali,ſi come è ſcritto de Romani nel primo del cap.8.
li Machabei, che conſigliauano cotidianamente
trecento venti della moltitudine, per agitare le
coſe degne della Rep.la cui ragione eſſer può, per
che il gouerno politico con le ſole leggi è corro
borato(come diſopra è detto)ma il Regale,S&im
periale, ſe bene vien retto per le leggi,nondimeno
nelli caſi opportuni, e in tutti li negoti da trat
tarſi el gouerno conſiſte nell'Arbitrio del prin
cipe,mercè, che il beneplacito del principe tiene
luogo di legge ſi come difiniſcano " giuriſti, on
dedouiamo concludere nel Dominio politico eſ
ſer molto neceſſario, el numero delli conſiglieri,
il quale includiamo nella parte e nome di ſena
tori, la onde dice Iſidoro nelle ſue ethimologie
che il ſenatore è detto, da conſigliare, e trattare
che coſi deue fare conſigli, ea neſſuno facci ingiu
ria, imperò Agoſt nella città di Dio mette livec
i - T chi
29o pel reggimento de principi
chi in trali ſenatori. Comprediamo anco nel nu
mero delli ſenatori li rettori, ſi come ci da el pre
fato Iſidoro nel prenominato libro delle parole
di Saluſtio, che i ce li ſenatori ſon chiamati pa
dri, per la diligente cura del gouerno, atteſo, che
ſi come li padri alli figliuoli coſi loro alla Re
pub, appare adunque, che nel nome di ſenatori
quali Romolo diſtinſe dalli ſoldati, e dalla plebe
comprendendo ancoli Rettori, e li conſiglieri, li
quali Socrate e Platone poſono nella loro poli
tia diſtinti, ma nel nome della plebeli Artefici, e
contadini potiamo pigliare, e appare che la diui
ſione nella moltitudine nella città per li prefati
Phil.non diſcorda dalla diuiſion fatta per Ro
molo.della Diuiſione poi d'Ipodomo appare eſ
ſer dubbio, percheiui non vi è mentione alcuna
di conſiglieri, e rettorineſi poſſono riducere alle
parti aſſegnate per detto ph.eſſendo,che li Atti,e
nature loro al tutto ſono diuerſe, ma ſe attendia
mo à quelle coſe, che dalla ſua ciuiltà ſon dette,
facilmente ſi ſoluerà la quiſtione autenga che de
giudici, e delli aſſeſſori, oue circa loro pone di
ſtintione, e noi da quella potiamo accettare licò
ſiglieri,8 li rettori, di che non fa lui piu che tato
mentione, quado diſtingue le parti della politia,
pigliando lui ſolduelle parti, che ſi appartenga
no alla neceſſità della corporal vita, la onde che
la ſua poſitione, quanto alla ſuſtanza non appare
eſſer differente da quella di Socrate. e Platone, 8.
tanto baſti in quanto alle parti della politia,delle
- quali
ribro guarto. 291
quali lui coſtituiſce reſta nondimeno a conſide
rare delli ſoldati, cicioſia, che ogni Rep. di loro
fa mentione, la cui ragione ſi caua da Vegetio de
re militari, oue dice, che tutte le ragioni per li ſol
dati ſono conſeruate in ſuo vigore, e concioſia,
che la Rep. Romana per la diſſuetudine del com
battere dopo la prima guerra punica per anni ve
ti ſtando in pace eſſendo loro per tutto vincitori,
in tal maniera ſi eneruano, che nel ſecondo con
flitto Cartagineſe non poterno eſſer pari ad An
nibale, ma in vltimo hauendo perſo tanti Conſo
li, & tanti eſerciti ne riportorno la vettoria, qui
do con l'eſercito militare bene apparorno, & poi
cóclude, che sépreligiouani deuono eſſere iſtrut
ti,& eſercitati concioſia che piu è alla Rep.vtile
imparare con le proprie armi, che con mercede
condurre le ſtranieri. Sono adique neceſſari per
ogni tempo nelle Rep.li ſoldati per conſeruare li
cittadini in pace, ſi ancora pereuitare l'inuaſio
ne delli nimici, la conſideratione della qual coſa
nella Rep. in trali cittadini conferiſce maggiore
honore, come piu neceſſari alla conſeruatione
della Repub.e mediante il pericolo è cui ſi deuo
no eſporre per la Rep. per la qual cagione è loro
ſoli vittorioſi è conceſſa la corona;quindi auuie
nc, che in Policrato ſono aſſembrati alla mano,
che ſecondo Ariſt.nel ſecondo dell'anima è orga
no di tutti li organi, le leggi ancora ſingularmen
te ſopra li cittadini gli priuilegiono, coſì nelle
donationi, e nelli teſtamenti, 8 altri negotij, ma
e T 2 preci
2 92 Del Reggimento de principi
precipuamente in mentre che ſono nelli eſerciti,
quando che eſeguiſcano il loro vſitio.
m - -. -

rrattaſi dell'altre parti dellapolitia riſpetto al gouerno,


oue ſi eſpone il nome di due ſi ſtiali.
- cap. X XV 4.

D Elle parti della politia in riſpetto al gouerno


è da conſiderare la Rep.Rom.qual piu preci
puo ordine tenne dopo, che eſpugnorno Tarqui
nio il ſuperbo dal Regno, auuenga che primiera
mente initituirno e Conſoli, il primo de quali fu
Bruto, accio maſſimamente agitaſſe l'eſpulſatio
ne di Tarquino; il ſecodo fu Tarquino Colatino.
marito di Lucretia, coſi nominati, è ſi dal conſi
gliare i cittadini, o vero dal reggere il tutto con
conſiglio, li quali eleſſero da mutarſi ogn'anno,
(comeè detto) a cagione, che l'inſolente non di
moraſſe in tale ſtato molto tempo, ea ciò modera
tamente preſto ſi ſoccorreſſe, per la qual coſa era
no dua pari, perchevno le coſe ciuili, l'altro le
militare agitaua, ma in proceſſo di tempo, cioè
paſſati anni cinque da che furon cacciatili Regi
fu ritrouata la Dittatura preſa la occaſione da al
cuna nouita ſcorſa nella citta, perche in mentr
il genero di Tarquinio pervédicar l'ingiuria d
Re,hauendo congregato grande eſercito contro
della città à corroboratione della gente. Fu iſtitu
ta nuoua dignità chiamata dittatura, la quale
"era di maggiore autorità , &imperio del conſor
r- : - - - lato,
º
- - r
- zibro Quarto. 293
lato, ancora eccedeua il conſolato di tempo, per
che di quinto, in quinto anno ſi iraua el loro vfi
tio,el conſolato in vno anno. El medeſimo anno
narrano eſſere inſtituto il maeſtro de Caualieri,
il quale fuſſein obſequio del Dittatore, il primo
“Dittatore, come ſcritte Eutropio fu Lamio, & il
maeſtro de Caualieri Spurio Caſſio. Il ſeſto anno
dipoi, perche li C5ſoli troppo grauauano la ple
be, dal popolo furono inſtituti li Tribuni coſi
“detti ſecondo Iſidoro perciò che rendeuano ra
“gione al popolo, in cui luogo nelle Città d'Italia
tengano gli Anziani, ordinati per difenſione del
le genti plebee, ma è d'auuertire, che li Senatori
“ſempre furon mantenuti dapoi che Romolo gli
“inſtituì, la onde che dicono le ſtorie, che la cagio
ne, per cui furono ritrouatili Tribuni in fauore
della plebe. Fu mediante l'infeſtatione, che li Se
natori faceuano al popolo. Sono in verità nella
città di Roma altri nomi di vfitiali de quali le
ſtorie fanno mentione, e precipuamente Iſidoro
ſopradetto, come delli Cenſori,Patritij, Prefetti,
e Pretori, Padri coſcritti, Proconſoli, Conſoli,
“Cenſorini,eTabellioni, 8 di tutti queſti ſotto ci
endio è da dire. - - -

- La Cenſoria dignità certamente apo delli Ro


mani, era quella, che appreſſo de Modernièla di
gnità Giudiciale,imperoche cenſereè coſa appar
tenente al giudice. ſon detti ancor Cenſori delli
patrimoni, come dice il prefato Iſidoro, coſidet
ti dal cenſo delle monete, il che è vſitio nelle città
ie - T 2 di
2.94 Del Reggimento de Principi
di ſpecial cura,anco nel dare li tutori,o ſi attori,
è curatori, è finalmente in ciaſcheduna coſa, e
negotio de pupilli, e vedoue, &anco delli patri
moni, di diuerſi. Li Patriti ſon coſidetti, per
che coſi come li padri alli figliuoli,coſi quelli cit
tadini alla Rep. Romana haueſſero cura, come
di vero fu la caſa Fabia, di cui ſopra è detro.
Non era adunque il patritiato vſitio nella Re
pub.ma certa paterna reueréza del popolo ad al
cuna progenie della Città, per ilzelo della poli
tia Romana, che eſſi haueano, onde che le ragic
ni delle genti preferiuano il patritiato à ciaſche
duna eminenza, 8 principato, ſi come padre ad
ogni coſa tutoria. Li Prefetti erano coſi detti,
perche con pretoria poteſtà ſeggano, onde Preto
ri ſono il medeſimo, che Prefetti, atteſo che tale
vfitio importa onnimoda attione, quaſi che ſia
precipuo operario, S. eſecutore della giuſtitia,
nondimeno la ſcrittura Sacra referiſce all'opera
tioni eſteriori ſecondo è ſcritto nel primo dell'E
ſodo, che comandò Faraonealli Prefetti dell'ope
re,ealli eſattori del popolo coſi dicendo, non da
cap.5 rete piu per il tempo auuenire al popolo le coſe
neceſſarie in conſtrutionedelli muri. Erano adi
que queſti chiamati Pretori dalla proſecutione
della giuſtitia. Padri coſcritti erano appellatili
Senatori per ragion dell'wfitio, concioſia che Ro
mulo gl'inſtituìin dieci Curie, e di quelle gli eleſ
ſe, elilor nomi dette al popolo in tauole d'oro,
da che furonnomati Padri coſcritti, e li diſtinſe
113
- zibro Quarto. 295
in tre ordini, li primi erano chiamati illuſtri, li
ſecondi ſpettabili, li terzi clariſſimi, le quai pa
role faria coſa lunga dichiararle. Son detti li
Proconſuli Coaiutori dell Conſuli,quaſi aggiun
stià quelli, e non al tutto eſercitauano il Conſula
to, ſi come nel Procuratore, nel Curatore, e Atto
reeraanco detto Proconſule, quaſi, che aſſeſſore,
perche in vece del Conſulegiudicaua exconſule,
coſi era detto quando il Conſule era rimoſſo dal
l'vfitio fatto del ſuo anno,onde che exc6ſule qua
ſi fuora del Conſulato: hauea nondimeno alcuni
ſegni d'eminenza del ſuo Conſulato, per cui era
conoſciuto eſſere ſtato Conſule. Li Cenſorini
erano detti minor giudici all'atto Cenſorio della
Corte Regia deputati, di cui fu detto di ſopra,
quaſi che inferiori Cenſori. Li Decurionia tur
ti gl'atti dell'wfitio curiale coſi nominati, perche
ſono dell'ordine della Curia,e perche adminiſtra
no l'vfitio della Corte. Coſì è nominato Ioſeph º3
Abarimathia nobile di Corte, e huomo giuſto, e
buono, il quale per il noſtro Saluatore comprato
il Candido pannolino operò l'officioſiſſima, 8:
reuerendiſſima ſepultura ſua. Del Magiſtrato
nel fine del ſuperior libro aſſai ſe ne diſſe. reſta di
re dell'infimovfitio di ciaſchedun gouerno,cioè
delTabellione, coſi nominato per riferta del pre
fato Iſidoro,perche potiſſimamente riceue le car
ti, nelle quali ſi trattano le coſe della Rep.equel
leanco delle priuate perſone, ancora ſi chiama
ſcriuano publico, concioſia che lui ſolo ſcriue
- T 4 quel
296 Del Reggimento de Principi
quelle coſe, che ſono trattateſi publicamente.
Reſtacivn ſol nome di dignità da diffinire in
quáto al gouerno della politia appellato Scipio,
che ſecondo la proprietà del vocabolo è detto ba
ſtone, quaſi come a ſuo ducato ſi accoſta, e ſi ſu
ſtenta, di cui hebbe biſogno il padre di Cornelio
Scipione, mercè, che affermano lui eſſere ſtato cie
co, onde con il baſtone, è vero Sipione veniua in
piazza, per il che è quella ſimilitudine il ſuo fi
gliuolo Publio Cornelio,perche ſuſtentò la Rep.
contro d'Annibale,e Cartagine fu nominato Sci
pio,e perche lui tutta l'Africa ſoggiogò alliRo
mani fu nominato Scipione Africano a diferen
za dell'altro Scipione ſuo nipote, qualvinſe la
Spagna, e fu chiamato Lucio Cornelio Numan
tino, da Numantia,la qual ſoggiogò. Scriue an
cora Agoſtino nel primo della Città di Dio eſſere
ſtato il terzo Scipione chiamato Naſica fratello
del maggior Scipione, qual prohibì, che non ſi
diſtruggeſſi Cartagine, affermando lui eſſere la
medicina de Romani Da queſti adunque per la
probità di tanti huomini, conſiderato il princi
pio ondederiuò il nome di Scipione li legiſlatori
laverga che portano li principi chiamornoSci
pione, però Iſidoro nelle ſue ethimologie dice,
che li trionfanti veſtiuano di purpurea veſte, pal
liata,e togata,eScipione, cioè lo ſcettro portaua
in mano ad imitatione della vettoria di Scipio
ne, &queſto baſti in quanto al nome delle digni
tà in riſpetto al gouerno,
: - ADg
zibro Quarto. 297

pichiaraſi della parte della politia in quanto alli


-
-
- - ſoldati. cap. x X VI I.
-

E Parte di vero neceſſaria della politia li huo


mini ſpettanti alla militia, come ſopra ſi è di
“moſtro, imperò conuiene anco di lei trattarne.
“Se le parte ſue fieno ben diſpoſte certo che cagio
nano bellezza non mediocre e ornamento, ege
nerano diletto, da che gli huomini diuengano
d'animo audaci,e di gran cuore e nelli aſſalti fa
ticoſi, però Salamone nell'amoroſa ſua Cant.l'e cap.6
ſercito diſpoſto al combattere l'aſſomiglia al de
coro,e beltà della ſpoſa, coſi dicendo, Figlia di
Hieruſalem ſei bella, e terribile, come ordinata
ſchiera di ſoldati, auuenga che come attrahe la
(
bellezza in maniera, che fa eſtaſi, e non pauenta
di aſſaltare coſa alcuna, come vediamo nelli ecceſ
ſiuiamanti, parimente autuiene nelle ſchiere del
li ſoldati bene ordinate, quindi occorre, che la
chiama terribile referendo, è alla bellezza della
ſpoſa,ò ſi alla ſchiera ben ordinata per la predet
ta cagione, per cui non immeritamente di dette
parti è da trattare, le quali fanno adornamento
alla politia, & perche in battaglia precipuamen
te fa di biſogno di gouerno per le difficile, eterri
bili atti, che vi ſi conuengano, imperò appare
nelle ſchiere delli eſerciti eſſer diuiſione in certo
numero, aſſegnando a ciaſcheduno la guida, per
cui ſia retto, cindrizzato al combattere contro
º 98 Del Reggimento de Principi
denimici, E queſto ſi può torre da Vegetio nel
primo dere Militari, oue diuide l'eſercito in le
gioni, &ini dice baſtare dua a ciaſcheduno Du
ca,ò Conſule,e poi diuide le legioni in dieci Cor
te,la prima delle quali di numero, e merito ante
" , percioche ricerca huomini eletti di
nobiltà, e di lettere eruditi, la cui cagione dice
prouenire perche ſieno habilià conſiderare me
glio l'eſercito, perche maſſimamente ſi ricerca
maggior ſapienza,oueil pericolo depende di itut
to l'eſercito,e queſta corte piglia l'Aquila per fe
i gno precipuo in trali eſerciti Romani, e di tutte
le legioni, & in tal maniera è piu pregiato delli
altri ſegni, che è ſtato laſciato alli poſteri impera
rori per precipuo veſſillo, di che ſi può aſſegnare
la ragiene,auuenga che come dice Vegetiola mi
litar diſciplina Romana le prime ſchiere faceua
alate,epche in tra tutti gli vocelli le ali dell'Aqui
la ſono fortiſſime imperò preſero detto ſegno.
Anco ſi può dire, che alli Imperatori ſi dà el ſe
gno dell'Aquila dallapreeminenza del módo in
quanto al Dominio, per il celeſte, e Diuino effet
to, qual continuamente deono implorare, come
AM46.1
ben faceua quel principe Machabeo, che nel con
sap.3 flitto chiedeua aiuto dal cielo, il che precipuamº
te ſiliconuiene mediante il pericolo, al quale ſot
to ſi ſottopongano, o ſi perche meritano appreſº
ſo Dio di ottenere la vettoria, concioſia che ſi
ºſpógono al pericolo della morte per il popolo,
cap.1 della cui Aquila è detto in Ezechiel parlando di
e , - Na
ribro quarto. 299
ºNabucMonarca nell'Oriente. L'Aquila grande
diale grande, e compoſta di lunghe membra, e
è piena di piume e variata, venne à Libano,e tol
ſe la midolla del Cedro. Segue dipoi Vegetio il
numero della Corte, qualchiama milenaria eſ.
ſendo in eſſa mille pedoni, e Caualieri trentaſei.
L'altre chiama quinquagenaria, perche in cia
ſcheduna pon cinquecento pedoni e Caualieri
ſeſſanzei,ù cagione, che ogni Caualiere habbiſot
to di e certo numero di pedoni. Diſpone anco
ra nella quinta Corte ſoldati piu forti, a cauſa,
che ſi come la prima tiene il deſtro corno, coſi la
quinta il ſiniſtro. Molte altre coſe iuireferiſce Ve
getio,che ſarebbono inuſitatealli Moderni tem
pi, imperò baſtino le dette. Ma ſe la moltitudine
. de popoli nella politia ſotto certi termini ingra
do,e numero ſon diſpoſti in quanto al ſuo indriz
zo, molto maggiormente nelli eſerciti ne quali è
maſſima, e pericoloſiſſima dificulta del gouerno.
ſi perparte dell'opera, che ſi li conuiene la quale
è ordinata a fine di coſe terribile, come la morte
ſi ancora per la partedelli nimici infeſtati, la on
deſi come nell'Eſodo è conſigliato Moſe da Iet c. 18.
tro ſuo cognato, che lui diuideſſi e peſi per diuer
ſi vfiti nel giudicare il popolo, e coſi Giuda Ma Maci
chabeo eſſendo infeſtato dalli nimici, diuiſe il C• I ſe
ſuo eſercito nel medeſimo numero coſtituendo
Duchi per Céturioni, il qual numero a ſuffitien
za è proportionato nelli termini è diſtintione
dell'eſercito, onde l'uno, uien contenuto dall'al
tre,
3oo pel reggimento de principi
tro, quido la neceſſità del combattere lo ricerca.
la diſtintione, che fa Vegetio della diſpoſitione
delle ſchiere ſi attende di vero ſol nella campal
'guerra, quantunque lui dette Corte riduca à Cé
turie, e Decurie. -

zelli numeri de Duchi, e delle corti.


-
cap. X x V I I I. -

I N quanto al nome de Duchi è da vedere quan


º to la ſacra ſcrittura ne fa mentione, e la Roma
na Rep. eli Moderni ne deſcriuino, e prima del
Tribuno, il cui nome afferma Vegetiohauere ori
gine dalle Tribù,perche era preſidente alli ſolda
ti, quali Romolo eleſſe, queſti traſlano origine
dalle Tribu, come ho detto. e Iſidoro nel nono li
“bro delle ſue ethimologie dice, che li Tribuni sé
detti da il rendere ragione alla plebe,e però furo- -

no inſtituti in fauor ſuo in cambio delli Cóſuli,


altroue è detto, che Tribuni erano chiamati,per
- che erano preſidenti a mille ſoldati, li quali da
Greci ſono nominati Giliarchi,ſi come li Centu
rioni da cento ſoldati,delli Quinquagenari, cioè
Pentacotarchis, il che è il medeſimo, dequali la
ſacra Scrittura nel quarto libro de Re ne fa men
tione,oue per l'imprecatione di Helia(ſecondo li
lor meriti) la fiſima del fuoco conſumò. Li De
v
cani,ò vero Decurioni, coſi detti perche di dieci
ſoldati nell'eſercito teneuano cura,e Veget. ſotto
vncontubernio, 8cvn padiglione li diſpone L
º , a l
º
- a zibro ouarto. 3 or:
Lì nomi generali dell'armata moltitudine diſpo,
ſtaà cóbattere ſon queſti.cioè eſercito, dall'eſerci
tio,& eſercitatione detto, perchel vno, e l'altro,
ſi ricerca nella moltitudine predetta, ſon chiama,
ti ancora caſtra detti dalla caſtità, come afferma
Iſidoro percheiui ſi deuecaſtrarlalibidine,ctor
via dalli eſerciti le delitie, e laſciuie,e quando au,
uiene il contrario occorre, che ſon ſuperati, im-,
però le ſchiere delli figliuoli d'Iſdrael furóvinte.
da Madianiti,cicioſia, che loro fornicorno c5le,
loro figliuole, com'è ſcritto nelliNum.per la cui c., f,
cagion'è ſcritto nel Deut. che il Sig. caminauap.
mezoli eſerciti del popolo Iſdraelitico, "i -
º

fuſſero ſanti,eni appariſſi in loro alcuna fedità.


Erano anco detti caſtra, mediante la munitione
dell'eſercito nellimóti,e valli, 8 altre forte chiu
ſure, li quali e principi Rom. vſarono quando,
aſcoltauanolinimici, per la cui cagione conta i
dini.efabri e ſimili artefici erano aſſunti alla mi
litardiſciplina a cauſa haueſſero in pronto li ar
gefici neceſſari per la ſicurezza dell'eſercito. No,
minaſi ancora legione detta dall'eletione, come,
vuole Iſidoro, auuenga, che li ſoldati in quella,
cótenuti erano eletti da li altri, come piu eſperti.
Altri nomi ſono parte di legione, è di eſercito,
li quali dal piu volte citato " ſono appel
lati Manipuli , cioè numero di dugento ſolda
ti, coſi detto, acciò fuſſero di buona hora ſolle
citi aſſaltare li nimici, oue per il ſegno di certi
manipoli
e, a
d'erba, che ſecoportauano c5uocano
- (come
3oz. . Del reggimento de principi
(come vuol Lucano di ſubito gl'armati a ſegni
manipoli. Altri ſon chiamati veliti,auo itando
coſi per ſua agilità detti, concioſia che la Roma
ma Rep. certi giouani deſtii hauea nelle legioni
della militia,li quali aſſaltando e nimici ſedeua
mone le poſterior parti decaualli, & in vn ſubi
togettidoſi a terra, turbauano linimici, tali ſol
dati, (come ſcriue Iſidoro) furono molto mole
ſti ad Annibale, per li quali e ſuoi elefanti per la
maggior parte furono eſtinti, a queſta ſembianza
fu quello Eleazaro, di cui è ſcritto nel primo del
li Machabet,chevſcendo di mezzo le legioni co
trodelli eſerciti nimici del Re Antioco aſſaltò la
beſtia elefantina caricata di Arme Reale, e quel
la occiſe. Vn'altra ſorte di armati chiamata
Acies dall'acutezza (come dice Iſidoro) che im
rta audacia nell'aſſaltare li nimici, di quale
ſpeſſo la ſacra Scrittura fa mentione, nel Parali
pomenon è ſcritto di vna Tribu del popolo Iſ
draelitico, che con aſſaltamenti prouocornoli
nimici al combattere. Vn'altro nome è detto
Cuneo, quaſi coifeo, cioè colletta di moltitudine
vnita al combattere, e queſta è maſſime neceſſa
ria in battaglia, di cui è ſcritto nel Deuterono.
che ciaſcheduno il ſuo Cunco preparaua alla
uerra, da chi forſe il Conteſtabulo trahe il voca
i" lo, vſito apo delli Moderni quaſi capo di Cu
neo ſtabile, cioè coſtante, e forte. Vn'altro no
me, che è vulgato apo delli Thoſcani chiamata
drappello, e queſto è della prima Corte, e quaſi te
i acnto
- Libro Quarto. 3o3
nente la ſimilitudine della Corte Romana, alla
quale per genere, lettere, e forma eſplendente di
virtù li altri ſoldati a loro ſi accoſtauano (come
dice Veg.) à cui preſideua il Tribuno coſi chia
mata per forare le ſchiere denimici, imperò che
queſta parola trapellare importa trapanare delli
vfitiali delli eſerciti molte altre coſe dice Veg.nel
ſecódo libro de re Militari, ma queſte, che da me
ſon dette ſotto compendio per al preſente baſti
no,in quanto appartiene al trattato della politia
in queſto quarto Libro. Reſta dipoi del princi
i" Iconomico, cioè del gouerno della caſa,qua
e è del padre di famiglia,gouerno in vero diſtin
to dalli altri principati, la onde conuieneſi li cò
ponga Opera da perſe, diſtinguendola in libri, è
trattati con ſuoi capitoli in quanto ricerca la na
tura del fatto, nella qual materia il Filoſofo tiene
il medeſimo ordine, e modo. In vltimo delle vir
tù, che ſi ricercano alla parte del gouerno in tut
tili generi è ſieno ſudditi,ò ſi rettori, è vero prin
cipi,ò fedeli ſuggetti, perche coſi ricerca l'ordi
ne della dottrina nell'Arte del viuere, e non me
ſcolatamente, trattar di eſſi come hanno fat
to alcuni, perche è impedimento del
l'intelletto del diſcente, e contro
la norma del dicente.

F I N I 5,

L A v s D, E o.
y o ? 20 .
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, º - 3o5
I N C O M I N C I A
IL TRATTATO DEL
G O V E RN O D E LL I

º G I V D E I,
Compoſto dall'Angelico Dottore S.Tommaſo
alla Ducheſſa di Brabantia,
Tradotto in lingua vulgare per D. valentino Monaco
di Vallombroſa e Abate di S. Trinita.

ER AICEVE I lelettere dell'Eccellenza


è 59) il Voſtra, dalle quali elapia ſolleci
5 NGS citudine circa il gouerno delivo
2. Se ſtri ſudditi, e la deuota diletione,
- che hauete alli fratelli del noſtro
Ordine pienamente inteſi, rédendo di ciò gratie
à Dio, il quale nel voſtro quore iſpiratate ſemen
tedi virtù. Quel che da me nelle voſtre lettere ri
cercate, che à voi ſopra certi Articoli riſpodeſſi.
Certo che mi è ſtato molto dificile, ſi per le mie
occupationi, quali ricerca l'operatione della le
tione, ſianco perche mi piacerebbe, che ſopra tal
coſe ricercaſſi il conſiglio delli altri piu periti,
Ma perche riputai coſa indecente, ch'alla voſtra
ſollecitudine iofuſſi ritrouato negligéte coaiuto
re,ò vero ingrato alla voſtra diletione, imperò al
presétehò dato cura di riſpidere ſopra li prepo
ſtiArt ſenza pregiuditio però di miglior sétéza.
V . In
3o6 rrattato del Gouerno
In prima V.Eccel ricercaua, ſe a voi era lecito in
alcun tépo, e in qual maniera poteſſi imporgra
uami ſopra delli Giudei. Alla cui quiſtione coſi
aſſolutamente ſi può riſpondere, che qualunque
(come dicon le leggi) li Giudei per merito di lor
colpa ſieno,ò vero douerrebbono eſſere con per
etua ſeruitù aſtretti, e coſi le loro facultà, li ſi
gnori delle terre le poſſono torre come ſite (ſetua
to nondimeno tal moderatione, che li neceſſarij
ſuſſidi della vitaà quelli inverun modo li ſieno
ſottratti) ma perche ci biſogna caminarehone
ſtamente etiandio apo di quelli, che ſon fuori, è
cagione, che il nome di Dio non ſia biaſtemato
(come ammoniſce l'Apoſtolo in tra le genti)im
però ci fa di meſtiero ſiamo ſenza offenſione alli
Giudei, e Gentili,S&alla Chieſa di Dio, onde è da
oſſeruare quel tito, che terminano le leggi,le qua
li vogliono né ſi tragghi forzati ſeruiti, che per
il tempo paſſato non ſono conſueti ſoffrire, mer
cè, che le coſe inſolite, ſogliono maggiormente
perturbargl'animi delli huomini, adunque ſe
condo la moderatione di queſta ſentenza potrete
ſecondo la conſuetudine delli voſtri predeceſſori
farli l'eſationi (ſegià altro né obſta) Appare (per
quel che ho poſſutoritratre) circa queſto queſito
la voſtra dubitatione piu creſcere, da quel che ci
ſequentemete ricercate, perche li " nellevo
ſtre terre non appare, che habbino coſa veruna,
ſe non quanto hanno acquiſtato divſuraria pra
uità,imperò voi adunque ricercate, che douendo
dell'oiudei. . 3o7
eſſi reſtituire le coſe coſi maltolte,ſeli èloroieci
to riceuer coſa alcuna. Sopra di che coſi mi par
da riſpondere, cicioſia, che li Giudei tutto quel
lo, che hanno vſurpato per vſura non poſſono le
citamente ritenere, ne ſegue anco, che ancor voi
da loro pigliaſſi nen potreſti lecitamete poſſede
re, ſe già per aumentura fuſſi occorſo, che loro
Phaueſſero vſurpato è voi,ò alli voſtri anteceſſo
ri, ma ſe hanno altro che habbino ad altre perſo
nevſurpatotal coſetolte deuete reſtituire allipa
droni, a quali eſſi Giudei erano tenuti rendere,
quando ſi ritrouino le certe perſone, dalle quali
per vſura furorno, altrimenti ſi deuono dette fa
eultà conuertire in vſi pij, ſecondo il Dioceſano,
Epiſcopo, 8 altri probihuomini,ò ſi vero in co
mune.vtilità della terra, eſſendoui neceſſità ne ſa
rebbe illecito imporre alli Giudei nuoui taglio
ni ſeruata la coſuetudine devoſtri predeceſſori ci
queſta intétione,che ſi ſpedeſſino in predetti vſi.
iIl ſecondo, che ricercaui era ſe peccavn Giudeo
ſe lui ha da eſſer punito di pena pecuniaria, non
ſi ritrouando coſa alcuna fuori, che conquiſtata
dºvſure, a che parmi ſi poſſa riſpondere ſecodo le
predette, cioè, che fia ſpedientelui ſia punito di
a pecuniaria, a cagione non riporti comodo
della ſua iniquità, e mi pare, che anco il Giudeo
ſia da eſſer punito ci maggior pena,e ciaſchedu
no altrovſurario, che alcun'altro, in quanto, che
la pecunia qualſi gli toglie appare manifeſtamen
te manco appartenerſeli imperò è da aggiugnere
V 2 altra
go8 Trattato del Gouerno
altra pena ſopra la pecuniaria, perche non baſta,
che la pecunia debita ad altri manchi il reo di
poſſederla,imperoche la pecunia tolta dalli vſu
rai per lor pena non ſi può ritenere, ma in prefati
vſi ſi deue " ſe detti vſurai non altro, che
per via di vſure. Se mi diceſſi, che da qſtoli prin
cipi delle terre vengano dânificati, riſpondo, che
tal danno ſi ha da imputare a loro ſteſſi, perche
proniene da loro negligenza, adunque meglio ſa
ria, che eſſi forzaſſero detti Giudei a lauorare, &
guadagnarſi il proprio vitto, come fanno nelle
parti dell'Italia, piu preſto, che laſciarli viuere,
otioſi, & arricchire d'vſure di onde li ſignorivé.
gano defraudati di loro entrate, perciocheanco
raſarieno defraudati per ſua colpa ſe permetteſſi
no a ſuoi ſudditi col ſolo furto,elatrocinio arric
chirſi,auuéga che ſarieno tenuti a reſtitutione di
tutto quello, che loro a ſuoi ſudditi toglieſſero.
Il terzo, che ricercaui era ſe ſpontaneamentevi,
è lecito accettare pecunia, o altra coſa, che vi ſia
offerta dall'wſurario a che mi par da riſpondere,
che vi è lecito pigliare, ma in tal maniera, che ne
facciate reſtitutione à chi ſi appartiene, è ſivero,
ſieno ſpeſi, come di ſopra è detto, ſe il detto vſu
raio non ſi ritrouacoſa veruna ſe non acquiſtato
per vſura.
Quarto volete ſapere ſe piu ſi accetta dal Giu
deo, che dal Chriſtiano, quel che ſi debbe fare del
reſtante, è che appare la riſpoſta da quel che già è
detto, perche " Chriſtiani meno ricercano può
eſſer
-

| delli Giudei. zoº


eſſer perdua riſpetti,l'uno percheil Giudeo forſe
altro hauea oltre al guadagno vſuraio, e in tal ca
ſo è lecito ritener " la moderatione ſopra
detta, e coſi giudico poterſi dire ſe loro eſtorſono
levſure alli Chriſtiani,li quali dopoi con buona
volontà eſſi Chriſtiani gli donorno eſſendo però
che li Giudei prontamente ſi offeriſſino a reſtitui
rel'vſure,ò vero può occorrere che quelli da chi
riceuerne ſon morti,ò dimorono in altre terre, e,
allhorasótenuti reſtituire, come di ſopra, e quel
cheè detto delli Giudei, ſi ha da intendere di tut,
teleperſone, che attédano alla pratuità vſuraria.
«Quinto ricercaui delli voſtri vfriali ſe vi è leci
to véderli gli vſitij,a che mi par da dire, che quei
ſta quiſtione ha in ſe due dificultà, la prima ſi è
detta vendita delli vſiti, circa la quale appare dai
conſiderare le parole dell'Apoſtolo dicente, che,
nó tutto quello, che è lecito e ſpediente cicioſia.
che alli voſtri vſitiali non cémettendo ſe non vſi
tio di téporal poteſtà, non sò vedere per qualca
gione non vi ſia lecito vendertali vfitij, purchei
non ſiene venduti tal prezzo, che eſſi copratori,
non ſi poſſino riſcattare ſenza grauamento delli
ſudditi nondimeno tal vendita non appare ſpe,
diente primieramente perche ſpeſſo occorre, che
quelli quali fuſſero piu idonei a tali vſiti, ſendo
poueri non poſſono coprarli,e ſeanco ſon ricchi
quelli, che ſono migliori, tali vſitijné gli deſide
rano ne ſono auidià conquiſtarli con ricchezze,
da che ne ſegue, che il piu delle volte tali vſitivi
s gane
3ro Trattato del dollarne
gano nelle mani alli peggiori, cioè ambitioſi, &
amatori di pecunie, li quali anco è probabile op
priminoli voſtri ſudditi, e li voſtri comodi non l
coſi fedelmente procurino,onde appare piu ſpe
dićte, che li idonei elegghiate in talevfitj.li qua
lianco facendo di meſtiero gli sforziate accetta
re,attoſo, che per loro induſtria, e bontà maggior
coſe à voi, e li ſudditi acquiſteranno, che dalla
predetta vendita tal conſiglio anco, com'è detto
fu dato a Mosè di i timéti Dio,
e che odiono l'auaritia, la ſeconda dubitatione è
circa la preſtaza di detti vſitialià che riſpondo, ſe
loro vi preſtano danari, perche riceuino l'wfitio
ſenza dubbio il patto è vſurario, e in ciò date oc
caſione di peccare e loro ſon tenuti riſegnare l'Vfi
tio in tal maniera acquiſtato, ma ſe liberaméte có,
cedete loro gl'ufini e dipoi gli richiedete di pecu
mia. queſto può eſſer ſenza colpa, o ,i
Seſto ricercani ſe vi è lecito imporgrauezze alli
voſtri ſudditi Chriſtiani, in che douete cóſiderar
lºvtilità comune de popoli, acciò non ſiate(come
dice Ezechiel Pr.) in mezo di loro come lupora
pace diſtruggºdo le facultà del voſtro gregge, per
queſta cagione ſono coſtitute alli principi le rédi
- te delle terre acciò di quelle viuendo ſi aſteghino
di ſpogliarli ſudditi, ond'è ſcritto, che al princi
peſarà la poſſeſſione in Iſdrael, e coſi non piu li
principi depopuleranno il mio popolo. Nondi
meno auuiene alcune volte, che li principi non
hinoſufficiente rendite per cuſtodia della terra e
-
-
2 mol
- delli Giudei. , 311
molte altre coſe, che ragioneuolméte appartéga
no alli principi, 8 in tal caſo è coſa giuſta, che li
ſudditi cotribuiſchinoè quelli, onde ſi poſſa pro
curare la lor'vtilità comune, quindi audiene, che
in alcune terre per antica conſuetudine li ſigno
rialli ſuoi ſudditi pongano certe collette, le qua
li ſe non ſono immoderate, ſenza peccato veru
no ſi poſſono riſcuotere, auuenga che ſecondo
l'Apoſt.neſſuno militi con ſuoi ſtipendij.Il prin
cipe adunque, che milita all'Vtilità comune, può
delle coſe comune viuere, e procurarli comuni
negoti per entrate deputate, e ſe quelle macano,
ò non ſieno a ſuffitienza, ſi poſſon prouedere, cor
me è detto, 3 ſimilmente ſe viene alcun caſo di
nuouo, in cui faccia biſogno ſpender piu del ſor
lito per vilità comune, è ſi per conſerua dell'ho
neſto ſtato del principe, è cui non fieno baſtante
le proprie entrate, elegrauezze ordinarie vt pu
ta ſe fuſſi aſſaltata la città dallinimici, è altroca
ſo, allhora poſſono li principi lecitamente im
porre altre impoſitioni, ma ſe vorranno torre, ol
tre allorſolito per libidine di auaritia,ò per inor
dinate e immoderate ſpeſe in conto alcuno non
gliè lecito, perche diſſe Giouanbatiſta alli ſoldati
º non fate violenza, ne calunnia ad alcuno, eſtate
contenti delli voſtri ſtipendij, e tali ſono le rendi
tedelli principi, di quale deuono ſtar contenti,
non ricercando piu, ſe non per le predette cagio
ni, e ſe ridunda in comune vitilità.
Settimo ricercaui ſe li voſtri vſitiali ſenza ragio
- Ino
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312 rrattato del Gouerno delli Giudei


ne di ordine torranno coſa alcuna alli ſudditi, il -|
che peruenga in voſtre mani,ò nò, quel che circa
queſto douete fare ſopra di che chiara è la riſpo
ſta, perche ſe vi peruengano alle mani, douetere
ſtituire alle certe perſone ſe potete, è ſi ſpenderli
in pijvſi, è pervtilità comune non potendo ri
trouarle certe perſone, quelli, che non peruenga
no in voſtre mani douete forzare li voſtri vfitiali
a ſimile reſtitutione, ancora, che a voi non fuſſe
ro note le determinate perſone à quale ingiuſta
mente hanno tolto, acciò non ritorni in como
doloro la ſua iniquità, anzi che piu da voi eſſi
deuono eſſer puniti, per eſempio delli altri.
In vltimo ricercate ſe gliè bene, che nella voſtra
rouinciali Giudei ſieno forzati portare diſtinto
ſegno dalli Chriſtiani è che vi riſpondo ſecondo
lo ſtatuto del general Concilio, che li Giudei in
tutte le prouinciede Chriſtiani, 8 in ogni tem
po cóuienehabbino habito diuiſo dalli altri po
poli,e queſto anco è loro comádato nella lor leg
ge, cioè, che faccino finbrie per quattro parti del
le lor veſte, per li quali ſi diſcernino dalli altri
opoli. - -

E queſte ſono Illuſtre, 8 Religioſa Signora quel


che alle voſtre quiſtioni mi occorre riſpondere 9
º
nelle quali à voi non coſi ingeriſco la mia ſenten
za in maniera, che non piu preſto vi perſuada a
tenere la ſentenza delli piu periti.
Sia felice la voſtra Signoria per tempi lunghi.
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