Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Esempio Di Relazione Su Un'Impianto Elettrico
Esempio Di Relazione Su Un'Impianto Elettrico
1. Premessa ................................................................................... 2
9. Cadute di tensione...................................................................... 8
1. PREMESSA
L’immobile, ad una elevazione fuori terra e copertura piana, ha una superficie di circa 565
mq ed è costituito da un corpo centrale a doppia altezza collegato ai corpi di fabbrica laterali di
altezza interna media di circa 3.5 m.; la struttura portante è di tipo intelaiato in c.a..
Il cambio di destinazione d’uso da asilo ad uffici, comporta la necessaria riorganizzazione di
tutti gli ambienti, nonché una serie di interventi sistematici per il recupero degli attuali vani e delle
strutture degradate non solo dal tempo, ma in in particolar modo anche dalle infiltrazioni d’acqua
provenienti dalla copertura.
L’articolazione funzionale degli ambienti è stata così progettata:
• Ufficio Presidenza
• Ufficio Direzione
• 2 Uffici Dirigenziali
• Uffici 1-2-3-4
• Sala Riunioni e proiezioni
• Servizi igienici
• Archivio
• Locale tecnico
L’impianto elettrico esistente oggi non più idoneo ad essere utilizzato nel nuovo progetto di
adeguamento, per il cambio di destinazione d’uso da asilo ad uffici, ha determinato la scelta di un
progetto per Nuova Realizzazione Impianto Elettrico.
3. SCHEMA DI DISTRIBUZIONE
4. QUADRI ELETTRICI
I quadri , come tutti i componenti dell'impianto elettrico, devono rispondere alle relative norme di
prodotto ( CEI 17-13). In particolare, i quadri elettrici destinati ad essere installati in luoghi dove
personale non addestrato ha accesso al loro uso, devono rispondere alla norma particolare CEI 17-
13/3 “Quadri di distribuzione ASD”.
Tutti i quadri, ad esclusione del Q.G. sono in policarbonato, mentre il Q.G. è di tipo metallico, essi
hanno grado di protezione non inferiore ad IP 2XC♦
La protezione differenziale è realizzata nella zona a valle del sistema quadri con Idn 0,03 A.
♦
IP2XC significa che il dito di prova non tocca parti in tensione, che una sfera di 12,5 mm di diametro non entra
nell’involucro e che un filo rigido di 2,5 mm di diametro e 100 mm di lunghezza non tocca parti attive.
5. LINEE E PROTEZIONI
Le linee di alimentazione dei quadri e degli apparecchi utilizzatori sono state dimensionate in
base alla c.d.t. ammessa nel tratto considerato, tenuto conto della potenza da trasmettere.
Le linee utilizzate nel caso in esame sono tutte in tubi a vista o sottotraccia.
Le cadute di tensione ammissibili sono state contenute nell’ordine del 4% (vedi quadri elettrici).
6. IMPIANTO DI TERRA
Il terreno presenta un idoneo grado di resistività . Il sistema disperdente è costituito da un
picchetto in acciaio zincato a croce da 50x50x5 mm lungo 1,50 mt collocato in apposito pozzetto
ispezionabile e da una treccia nuda da 35mm2 lunga circa 40 mt, con conduttore elementare di
diametro 1,8 mm interrata ad una profondità di 0,50 mt. nel N.E.P., posto nella parte inferiore del
Q.G. ove converogono tutte le linee dei Nodi Secondari posti nei quadri di distribuzione secondaria.
Il sistema equipotenziale deve rispettare quanto segue: 1
1. Conduttore di terra :
2
cavo G.V. di sezione 25 mm , posato in tubo protettivo
2
pesante in PVC ( sezione minima =16 mm )
2. Conduttori di protezione :
Essi sono con isolante G.V. e sezione pari al conduttore di fase poiché fanno parte della stessa conduttura
essendo posati nello stesso tubo protettivo dei conduttori di fase.
3. Conduttori equipotenziali :
1
Barra in acciaio zincato o ottone nichelato munita di morsetti a serraggio per fissare i conduttori.
2 A) Se il conduttore di protezione non fa parte del conduttore di alimentazione la sua sezione non deve essere in ogni
2
caso: 1)< 2,5 mm se è prevista una protezione meccanica ; 2) < 4 se non è prevista una protezione meccanica.
B) Se il conduttore serve più circuiti, si considera, il conduttore, come riferimento, la sezione del conduttore di fase più
elevata.
2
- con un minimo di 6 mm Sp = Sp3/2
- con un massimo di 25 mm se
2 se collega una massa ad
il conduttore è di rame una massa estranea
7.1. PERSONALE
Il personale autorizzato dovrà avere a sua disposizione gli schemi generali e di montaggio
dell'impianto elettrico.
Gli schemi devono essere tenuti aggiornati e devono contenere tutte le indicazioni sulle
caratteristiche tecniche e funzionali dei diversi elementi che costituiscono l'impianto e sulla
posizione di tali elementi nei diversi ambienti.
Il personale autorizzato dovrà avere a sua disposizione gli strumenti necessari di misura, di
controllo e di lavoro.
Gli estintori per gli incendi devono essere idonei per spegnere gli incendi di apparecchiature
elettriche.
Almeno ogni 6 mesi dovrà essere controllata l'efficienza e l'autonomia degli impianti di sicurezza.
Prima dell'inizio della “stagione”, ed in ogni caso almeno una volta all'anno, tutto l'impianto
elettrico dovrà essere attentamente ispezionato.
1. E’ stato previsto un grado di protezione non inferiore ad IP44 per gli involucri delle
apparecchiature posti nei bagni e nella cucina e per le cassette di giunzione e derivazione, così
come per gli involucri posti all’esterno. Le condutture di protezione in tubo o canale isolante
dovranno in ogni caso avere grado di protezione minimo IP4X.
RELAZIONE SUL CALCOLO ESEGUITO
8. DIMENSIONAMENTO CAVI
Il dimensionamento dei cavi è eseguito secondo la tabella CEI UNEL 35024 [IEC 364-5-523],
in modo da garantire la protezione della conduttura alle correnti di sovraccarico.
In base alla norma CEI 64-8/4 (par. 433.2) il dispositivo di protezione deve essere coordinato
con la conduttura in modo tale che siano soddisfatte le condizioni:
a) Ib ≤ In ≤ Iz
b) If ≤ 1.45 Iz
Per soddisfare alla condizione a è necessario dimensionare il cavo in base alla corrente
nominale della protezione a monte.
Dalla corrente Ib viene scelta la corrente nominale della protezione a monte (valori
normalizzati) e con questa si procede alla scelta della sezione.
La scelta viene fatta in base alla tabella che riporta la corrente ammissibile Iz in funzione del
tipo di isolamento del cavo che si vuole utilizzare, del tipo di posa e del numero di conduttori attivi;
la portata che il cavo dovrà avere sarà pertanto:
Iz minima = In/k
dove il coefficiente k di declassamento tiene conto anche di eventuali paralleli. La sezione
viene scelta in modo che la sua portata (moltiplicata per il coefficiente k) sia immediatamente
superiore a quella calcolata tramite la corrente nominale (Iz minima). Gli eventuali paralleli
vengono calcolati, nell’ipotesi che essi abbiano tutti la stessa sezione, lunghezza, posa, etc. (par.
433.3), considerando la portata minima come risultante della somma delle singole portate
(declassate dal numero di paralleli nel coefficiente di declassamento per prossimità).
La condizione b non necessita di verifica in quanto gli interruttori che rispondono alla norma
23.3 IV Ed. hanno un rapporto tra corrente convenzionale di funzionamento If e corrente nominale
In minore di 1.45 e costante per tutte le tarature inferiori a 125A. Per le
apparecchiature industriali, invece, le norme CEI 17.5 e IEC 947 stabiliscono che tale rapporto
può variare in base alla corrente nominale ma deve comunque rimanere minore o uguale a 1.45. Ne
deriva che in base a queste normative la condizione b sarà sempre soddisfatta.
Le condutture dimensionate con questo criterio sono pertanto protette contro le sovracorrenti.
Dalla sezione del cavo di fase deriva il calcolo dell’I_t del cavo o massima energia specifica
ammessa dal cavo come:
I_t ≤ K_S_
La costante K viene data dalla norma 64-8/4 (par. 434.3), in funzione del materiale conduttore e
del materiale isolante:
9. CADUTE DI TENSIONE
cdt(Ib) = kcdt Ib (Lc / 1000 Vn) [ Rcavo cosφ + Xcavo sen φ] 100 [%]
dove:
La caduta di tensione da monte a valle (totale) di un’utenza viene determinata tramite la somma
delle cadute di tensione, assolute di un solo conduttore, dei rami a monte all’utenza in esame,
La norma CEI 64-8 (par. 524.2 e par. 524.3) prevede che la sezione del conduttore di neutro,
nel caso di circuiti polifase, può avere una sezione inferiore a quella dei conduttori di fase se sono
soddisfatte le seguenti condizioni:
Le norme CEI 64.8 (par. 543.1) prevedono due metodi di dimensionamento dei conduttori di
protezione:
La valutazione della temperatura dei cavi viene fatta alla corrente di impiego e alla corrente
nominale, tramite la seguente espressione:
Il calcolo dei guasti viene fatto in modo da determinare le correnti di cortocircuito minime e
massime immediatamente a valle della protezione (inizio linea) e a valle dell’utenza (fine della
linea).
Le correnti di cortocircuito minime vengono calcolate come descritto nella norma CEI 11.25
(par 9.3), pertanto tenendo conto che:
• la tensione nominale deve essere moltiplicata per il fattore di tensione di 0.95 (tab. 1 della norma CEI 11.25);
• la resistenza diretta e quella omopolare dei cavi vengono determinate alla temperatura ammissibile dagli
stessi alla fine del cortocircuito.
La temperatura alla quale vengono calcolate le resistenze sono date dalla norma CEI 64-8/4
(par. 434.3) in cui vengono indicate le temperature massime ammesse in servizio ordinario a
seconda del tipo di isolamento di cavo, precisamente:
La scelta delle protezioni viene effettuata verificando le caratteristiche elettriche nominali delle
condutture e di guasto, in particolare le grandezze che vengono verificate sono:
La selettività tra protezioni viene verificata tramite la sovrapposizione delle curve di intervento
di tipo magnetotermico.
CEI 11-25 1992 Ia Ed. (EC 909). Calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti trifasi a
corrente alternata.
CEI 11-28 1993 Ia Ed. (IEC 781). Guida d’applicazione per il calcolo delle correnti di
cortocircuito nelle reti radiali e bassa tensione.
CEI 17-5 Va Ed. 1992. Apparecchi a bassa tensione. Parte 2: Interruttori automatici.
CEI 23-3 IV Ed. 1991. Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti
domestici e similari.
CEI 33-5 Ia Ed. 1984. Condensatori statici di rifasamento di tipo autorigenerabile per impianti
di energia a corrente alternata con tensione nominale inferiore o uguale a 660V.
CEI 64-8 IIIa Ed. 1992. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a
1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua.