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Un semestre è breve per introdurre brevemente la materia. Le dispense: saranno “a puntate”, per
avere accesso al materiale, bisogna essere iscritti. È obbligatoria la familiarità con la versione ebraica
dell’ed. V Hebraica. Per quanto riguarda l’AT si può cominciare con qualche considerazione generica.
(prima pagina della Genesi: testo, masora nel margine sinistro, e poi due apparati critici). Se
guardiamo uno scritto ebraico masoretico (mostra 1) il testo si presenta in altra maniera. Testo
biblico disposto in 3 colonne, la masora è disposta in due modi diversi, la masora parva (piccola) che
si trova fra il testo, e la così detta masora grande si trova sopra oppure sotto. Che cosa significa la
masora vedremo in seguito. La questiono è come si parte da un manoscritto all’edizione critica. Che
cosa contiene l’ed. Critica. Lo scopo della critica testuale si può dividere in 2 parti, per restaurare un
testo danneggiato arrivare all’edizione dell’autore, rintracciare la storia della trasmissione e
sviluppo del testo scritto di cui abbiamo varie forme oggi. Si tratta di testi anche non danneggiati
ma che la forma ha subito delle modifiche. 1) Restaurare un testo, delle migliaia di manoscritti biblici
non ce ne sono 2 uguali, ci sono divergenze e se ci sono divergenze e non tutti possono contenere
necessariamente il testo originale, noi guardiamo queste divergenze per arrivare al testo più
affidabile e poi l’altro scopo 2) rintracciare la storia del testo.
Vediamo come funziona questo. Per ristaurare il testo danneggiato prendiamo 1Sam 17,23 qui
siamo nel racconto di Davide e Golia e il v. 23 recita “mentre egli parlava con loro ecco lo sfidante
chiamato Golia avanzava tra le schiere filistee..” La difficoltà è se guardiamo l’apparato critico
troviamo una serie di abbreviazioni. Mlt=molti Mss=manoscritti. L’apparato critico dice che molti
manoscritti ebraici. Cosa dobbiamo dire “dalle caverne o dalle schiere?”. Il Ketiv porta la
vocalizzazione del Qere. Queste sono 2 forme diverse la forma qere ha la sua vocalizzazione hanno
sovrapposto la vocalizzazione del qere alla forma del ketiv (forma scritta) per un motivo pratico. Le
edizioni elettroniche del testo ebraico mettono tra parentesi la forma qere e forma ketiv.
L’altro scopo della critica è di rintracciare la storia dello sviluppo del testo, ad esempio Gn 2,2, il
testo recita: “E Dio completò nel settimo giorno il lavoro che faceva e cessò il settimo giorno da ogni
lavoro che faceva” ma l’apparato critico della Stuttgartensia mette che la versione siriaca indicano
il sesto giorno, allora sesto o settimo giorno? Si può vedere nel Pent. Sam, LXX e siriaco una
correzione teologica per evitare di dire che Dio lavorava il settimo giorno, e quindi il TM
consonantico non andrebbe modificato. Se si comincia con l’ipotesi che il “sesto giorno” fosse il
testo originale o viceversa, procedendo per ipotesi, modifica introdotta per evitare di dire che Dio
lavorasse il settimo giorno.
Il testo ebraico dell’AT è il testo masoretico frutto del lavoro dei masoreti e dei loro antenati dal VI
al X sec. Dopo Cristo. I Masoreti erano eredi di un testo ebraico già in uso nel loro tempo, una parte
del nostro lavoro è rintracciare il testo prima del tempo dei Masoreti e ciò si può fare attraverso i
testimoni delle versioni antiche. Il Testo Ebraico nella Stuttgartensia è dell’undicesimo sec. Dopo
Cristo. C’è un po’ di distanza tra ciò che leggiamo e l’originale cerchiamo di colmare questa distanza.
Risalendo la storia del testo dell’AT. Risalendo si possono indicare 4 rami: 1) testo proto-masoretico;
2) la versione dei LXX II sec. A. Cristo che ha divergenze; 3) i documenti ritrovati come Qumram; 4)
e infine il Pentateuco Samaritano. Fra i testimoni di un testo pre-masoretico ci sono traduzioni fatte
dal II fino al VII sec. Possiamo parlare del testo originali e poi in due rami il testo proto-masoretico
e il testo della LXX il Vorlage LXX e la LXX (II-III a. C.). Non sappiamo in che momento il testo ebraico
fu scritto, con grande probabilità furono scritti tra il III-IV sec. A.C. Il Concetto di “testo originale” è
semplice e complicato, qual è il testo originale il testo scritto dallo Jahvista o deuteronomista o il
testo scritto alla fine dopo l’esilio verso il IV sec. Lo sappiamo che ci sono state aggiunte dopo questo
periodo, forse il testo che si trova a Qumran, questi testi non corrispondono al testo che abbiamo.
Possiamo dire che il testo originale è quello scelto dai rabbini e che poi diventò il testo masoretico.
Il concetto di testo originale forse dobbiamo lasciare qui questo concetto senza toccarlo troppo per
il momento vedere se si può parlare di un testo originale ma se non esiste un testo originale. I critici
del testo non sono amati da molti biblisti, il testo di testo originale è un concetto difficile da capire.
Sappiamo che il testo dell’AT ha conosciuto un lungo periodo di sviluppo e in quale momento di
questo sviluppo possiamo dire di avere il testo originale, però per noi adesso, bisogna vedere
possiamo cominciare con questo concetto con questi due grandi rami, tradizioni del testo. Perché
quando si fa un paragone tra il testo masoretico e il testo LXX ci sono evidentemente delle
divergenze, queste versioni hanno qualcosa in comune ma non sappiamo che cosa.
Poi per complicare le cose se guardiamo la tradizione del testo proto-masoretico vediamo che nel
II sec. Dopo Cristo ci sono delle traduzioni fatti da questa forma del testo ancora proto-masoretico,
i targumin, la traduzione siriaca e poi 3 traduzioni greche del II sec. D. C. Aquila, Simmaco e
Teodozione. Queste sono simili al testo proto-masoretico, e non sono molto diverse dalla LXX. Sono
traduzioni eseguite dopo la trad. della LXX ma da un’altra forma del testo. Poi abbiamo la traduzione
latina di San Girolamo del IV sec. Che ha come base la forma del testo proto-masoretico e
proeseguento in questa linea arriviamo alla versione del testo masoretico con tutti i segni aggiunti,
gli accenti e forse modificando un po’ il testo che è quello che diciamo oggi.
Guardiamo il ramo del testo greco. Qui vediamo che il testo greco LXX ha conosciuto uno sviluppo,
i manoscritti più antichi sono del IV sec dopo Cristo e la traduzione è stata eseguita tra il III e il IV
sec. a. Cristo. C’è uno sviluppo. Possiamo parlare di varie modifiche fatte al testo. Nel I sec. c’è una
forma del testo che si può chiamare il testo proto-teodozione o KAII’E poi nel IV sec. un certo signor
Luciano ha introdotto delle modifiche al testo, lui lavorava ad Antiochia, il suo testo è chiamato
anche testo antiochieno, ma il suo testo del IV sec. si vede quando si fa un paragone poi il testo della
LXX che con grande probabilità c’era già un lavoro di modifica del testo nel I sec. d. Cristo e Luciano
usò quella forma del testo per modificare il suo testo. Nel III sec. abbiamo le ESAPLA di Origine che
cercò di riconciliare le divergenze tra il testo ebraico e quello greco. Nel VII sec. abbiamo una
traduzione in siriaco del suo lavoro il SIRO-ESAPLA. Tutte queste varie forme e modifiche del testo
sono lavori fatti su un testo della LXX, il che vuol dire che non abbiamo oggi nessun manoscritto
greco che ci dà la forma originale greca della LXX. Bisogna passare attraverso tutte queste varie
modifiche per risalire al testo. Perciò ci sono le versioni critiche non solo del testo ebraico ma anche
di quello greco. Finora la questione è abbastanza semplice, adesso possiamo introdurre qualche
complicazione perché si vede che ci sono, anche se possiamo guardare questi due rami: proto-
masoretico e ramo LXX, si vede che già cominciando nel I sec. a. C. nel II sec. a. C. ci sono state
comunicazioni, il testo greco è stato modificato più volte portando sempre più vicino al testo ebraico
masoretico. Qui si vede che c’è un rapporto tra il testo masoretico e il proto-teodozione e il lavoro
degli esapla (in una colonna testo di Aquila in altra Simmaco, in altra Teodozione) ci sono queste
mescolanze, comunicazioni tra il testo masoretico, proto-masoretico e quello greco.
Se torniamo al ramo greco, vediamo che nel II sec. d. C. Abbiamo una traduzione latina la Vetus
Latina e la traduzione Copta e sono traduzioni fatte dalla LXX. Da una parte la Vetus Latina fatta dal
testo greco e il lavoro di Girolamo la Volgata che è una traduzione latina fatta dal testo masoretico.
Abbiamo traduzioni latine in forme diverse, la vetus latina (dalla LXX) e quella dal testo pre-
masoretico di San Girolamo.
C’è il Pentateuco Samaritano, altra complicazione. In molti luoghi, quando il Pentateuco Samaritano,
rassomiglia molto più alla LXX che non al testo masoretico perciò si pensa che il Pentateuco
Samaritano è il testo ebraico che sta dietro la LXX condividono almeno in parte certe origini. Quando
la comunità samaritana si è separata dalla giudaica nel IV sec. a. C. hanno portata una versione
propria del Pentateuco, e per loro l’unico ispirato era il Pentateuco. Tra il II e il IV sec. a. C. ci sono
state modifiche al Pentateuco Samaritano, quello che abbiamo oggi è del II sec. a. C.
I Manoscritti di Qumran. Complicano la situazione, più di 900 frammenti, più o meno 220 sono
frammenti biblici, di tutte le parti della Bibbia, eccetto Ester. L’unico rotolo che abbiamo completo
da Qumran è quello di Isaia. Talvolta il testo di Qumran va d’accordo con il testo pre-masoretico a
volte con la LXX, a volte con il Pentateuco Samaritano. Così è difficile collocare il testo di Qumran.
Questo è tutto. Il lavoro è studiare il rapporto tra tutte queste forme per giudicare e arrivare a una
scelta per vedere qual è la forma più affidabile di tutto il testo.
Riguardo il testo masoretico. Si tratta di una storia manoscritta si deve tener presente la possibilità
di errore nei manoscritti. L’invenzione della stampa ha cambiato essenzialmente il nostro lavoro,
perché con la stampa ogni copia è uguale alla precedente, mentre un manoscritto è diverso, perché
c’è sempre la possibilità di errori o di cambiamenti che uno scriba poteva introdurre nel testo. Si
vede che gli scribi introducevano dei cambiamenti. A volte nel margine del manoscritto si vede che
lo scriba scriveva frasi del tipo: “oggi fa molto freddo”. Possiamo parlare di 4 stadi: 1) produzione
scritta od orale del testo, gli originali, non esistono gli autografi. Autografo è la copia originale. Si
può arrivare a questo stadio attraverso un’analisi letteraria. L’analisi letteraria cerca di esaminare i
fattori di sviluppo del testo. Si può individuare nel Pentateuco testo sacerdotali o post-sacerdotali,
questo fa parte del testo ma non è il nostro lavoro. Altra forma testimonianza 2) rintracciare la storia
dello sviluppo delle varie forme, 3) testo ebraico consonantico, non si sa di preciso perché una forma
precisa del testo ebraico è stata scelta come testo normativo ma questo si pensa verso la fine del I
sec. d.C. Si pensa che furono i rabbini della Palestina che si erano messi d’accordo per scegliere un
tipo di testo perché fosse il testo proto-masoretico. Alcuni suggeriscono che a causa delle guerre
(Maccabei, Romani) che altre forme del testo ebraico furono distrutte. A Qumran sono state
conservate alcune forme di questo testo. 4) testo masoretico con la vocalizzazione scritta e con
l’insieme delle osservazioni elaborate dagli studiosi del testo. Quando si scrivono le vocali si fissa la
pronuncia si può pronunciare in diversi modi, questo fissa la pronuncia.
Indicazioni Bibliografiche. Sono moltissime, ma dovremmo leggere un libro: WEGNER. Guida alla
critica testuale della Bibbia. Stori. Metodi e risultati (Cinisello Balsamo 2009). Questa edizione è
abbastanza ben fatta. Questo libro è una buona introduzione.
Per un’introduzione più specializzata sul testo ebraico dell’AT quello di E. TOV, Textual Criticism of
the Hebrew Bible, Third Edition, Revised and Enlarged (Minneapolis 2012).
Testo Masoretico
Cominciando con il XV sec. fino ad oggi, possiamo indicare questo come il periodo critico. Qui
incontriamo le varie edizioni stampate. La prima Bibbia intera stampata fu eseguita editio princeps
fu eseguita a Soncino nel 1488. Abbiamo la Bibbia Computensia (elaborata tra il 1514-1517 Alcalà)
in 6 volumi, pubblicata nel 1522, il testo fu stampato con i segni vocalici ma senza accenti. Ci fu una
ragione perché nel 1516 Erasmo da Rotterdam ha pubblicato la prima edizione e ottenne dal Papa
un monopolio per 10 anni. Abbiamo poi una serie di Bibbie rabbiniche. 1° edizione stampata a
Venezia da Bomberg tra il 1524-1525. L’editore, conosciuto solo dal suo nome cristiano che prese
dopo la sua conversione, era Felx Praetensis (descritto come un uomo “trium linguarum scientia ac
solida eruditione ornatus”). Lui ha pubblicato una Bibbia rabbinica contiene il testo ebraico al centro
e ai margini ci sono commentari rabbinici al testo. È l’editio princeps della Bibbia di Jacob Ben
Chayim e contiene la massora. Il testo ebraico di questa edizione era quello in uso comune fino alla
3° edizione della Biblia Hebraica del Kittel (1937).
Già nel ‘500 e poi nel ‘600 si discuteva sull’origine delle vocali nel TM. Era una discussione
ermeneutico-teologica per sapere 1) a che epoca risalisse l’uso dei puntini per esprimere le vocali e
2) se le vocali godessero della stessa ispirazione delle consonanti. “Il testo ispirato non è
necessariamente il testo originale”. Elias LEVITA pubblicò un commentario sulla massora
mostrando che né il Talmud né il Midrash conoscevano il sistema massoretico di vocalizzazione e
così arrivava alla conclusione che i punti erano posteriori a quelle opere. Inoltre, sosteneva che le
varianti delle vocali danno la prova che i punti non risalgono al Sinai e quindi non sono di origine
divina. Infine mostrava che i nomi dei punti sono di origine Babilonese e aramaica e quindi furono
introdotti dopo l’esilio in Babilonia.
Johanness BUXTORF, Sr. Nel suo Tiberias sive commentarius masorethicus cercò di dimostrare che i
punti vocalici avevano un’origine divina.
Abbiamo la collezione di varianti nei MSS ebraici. Nel ‘700 facevano questa collezione, il Kennikott,
Vetus Testamentum Hebraicum cum variis lectionibus, pubblicò uno studio di 615 MSS ebraici e di
52 edizioni stampate per raccogliere le varianti consonantiche. La sua conclusione fu che tutti i MSS
presentano lo stesso testo, con pochissime varianti che possono servire per correggere
eventualmente il TM.
Lui non si rese conto che tutti i manoscritti consultati appartenevano alla tradizione masoretica per
quello tutti avevano pochissime varianti. Il lavoro fu portato avanti dal DE ROSSI. Consultò 1418
MSS. In questo periodo si vede la necessità, dentro uno spirito critico, di consultare il TM con lo
studio di altri MSS ebraici e con le versioni antiche per arrivare a un testo che fosse più fedele
all’originale.
Qumran
Sono sicuro che tutti abbiamo sentito parlare su Qumran e oggi è un fatto popolare, si è parlato di
Qumran. Come terminologia si usa “manoscritti del Mar Morto”. Qumran è un sito, per archeologia
biblica della regione. La pubblicazione ufficiale sono i manoscritti del deserto della Giudea. Qumran
è un sito tra tanti anche se per noi è importante perché fa vedere un po’ la regione, siamo vicini al
Mar Morto e al deserto. A volte succedono delle cose, la fortuna, il caso aiuta parecchio, se leggete
la storia come è avvenuta la scoperta. Il pastore getta sassi nella grotta e ascolta un rumore diverso
e va a controllare e trova parecchi documenti molto importanti per lo studio della Bibbia (grotta 1,
grotta 4 quella forse più importante per il numero dei manoscritti. Poi hanno continuato a cercare
nella regione ed hanno trovato altre 11 grotte, l’11° è l’ultima. I beduini erano interessati ai soldi e
sono stati più bravi degli archeologi entrando con i mezzi privati e problemi di conflitto politico nella
zona, è interessante da leggere. (foto del sito) In questo sito non sono trovati i manoscritti, ma è
vicino alle grotte, la teoria è che c’è connessione tra il sito e le grotte. C’è chi dice che i manoscritti
non hanno a che vedere con il sito. (foto di Masada) anche lì si sono trovati manoscritti importanti,
è una specie di fortezza quasi naturale, nello sfondo si vede il Mar Morto dove gli ebrei hanno fatto
resistenza ai Romani. È stata distrutta nel 70 d. C. anche lì si sono trovati manoscritti.
Bibliografia
Parli di testi per trovare bibliografia sugli studi dei manoscritti, “orion Center” edizione digitale, è
un sito che ha molte informazioni. Aggiornano ogni settimana questo sito con nuove pubblicazioni.
Leon Levy “Dead Sea Scrolls”.
Edizioni
AA.VV., Discoveries in the Judaean Desert (Oxford 1955-208), nel volume 39 c’è la parte dei testi
biblici, poiché non sono stati trovati solo testi biblici ma anche di letteratura; EISEMAN. Un testo
classico è F.M. CROSS – S. TALMON Qumran on the History of the Biblical Text quest’opera è il punto di
riferimento, citata in molti studi; un sussidio buono è J. A. FITZMYER, “The Qumran Scrolls and the
New Testament after Forty Years”. F. GARCIA MARTINEZ, “Estudios qumranicos…”. J. C. VANDERKAM, The
Dead Sea Scrolls…
Manoscritti biblici
Sono un po’ più di 200, il numero esatto si discute, siamo un po’ sopra i 200. Il numero totale circa
930, ricordatevi non sono tutti manoscritti biblici, questi sono la minoranza tra tutto il materiale
ritrovato. Oltre ai manoscritti biblici sono stati trovati anche manoscritti greci eppure in latino, per
cui, abbastanza ampia questa collezione ritrovata. Oltre il sito di Qumran sono stati trovati testi
anche in altri posti, Uadi Murabba’at (XII Profeti), Masada, Engheddi, Uadi Seyal ecc. A motivo del
modo della scoperta, alcuni manoscritti non si sa da dove vengono, perché ricomprati dai beduini,
così non si sa.
La questione del canone
La scoperta di Qumran cambia parecchio la situazione della ricerca. Quando studiavamo il testo
masoretico, con Qumram siamo andati dietro nella storia quasi un millennio, e quindi diverse
questioni, rispetto la situazione del testo, ma anche quella del canone sono uscito. I testi trovati del
canone ebraico, praticamente tutti i libri, eccetto Ester. Ma non si può concludere affermando che
Ester non sia un libro sacro, sappiamo che il problema del modo di ritrovamento è quello che è,
magari fanno un’altra scoperta e trovano anche il libro di Ester. I Salmi sono i testi sono più frequenti
39 copie, Dt 32, libro di Isaia tra 20-24. Esodo Genesi, Levitico, Numeri. Neemia c’è un po’ il dubbio,
non è stato trovato insieme a Ester, i testi non sempre sono completi, noi abbiamo frammenti,
quindi forse c’è. Fra i libri deutero-canonici mancano i Maccabei, Giuditta, Sapienza, Baruc (tranne
Bar 6). Ci sono libri non-canonici: Enoc, i Giubilei e il Testamento dei XII Patriarchi. Dunque la
discussione sul canone, quali sono i libri ispirati. Alcuni altri libri avevano un’altra autorità dalla Sacra
Scrittura, c’è una discussione su cosa era il testo sacro, la Scrittura Sacra.
La nozione di testo originale è un po’ difficile, qui si imparano dei criteri per avvicinarci al testo più
antico, ma l’originale può essere concepito in maniera un po’ diversa, ci sono 8 modi diversi di
definire questo testo originale. Alcuni autori lavorano su una nozione su cosa sia il testo originale.
“testo originale” della fonte incorporata da un autore antico o da uno che trasmette il testo. In
questo concetto è le addizioni orali, scritte, incorporate, inserite nel testo della fonte.
“Testo originale” il testo prodotto da un autore antico o da uno che trasmette l’opera.
“Testo originale” di un libro intero, riconoscibile come una forma di un libro biblico che era prodotto
dalla mano dell’ultimo autore o redattore (e.g. il libro dell’Esodo o di Geremia)
“Testo originale” com’era nel momento in cui è stato accettato (in una forma sviluppata) nel
momento di sviluppo quando una comuità l’accettò come libro autorevole.
“Testo originale” come testo consonantico della Bibbia rabbinica (il testo consonantico utilizzato
più tardi dai Masoreti)
“Testo originale” come la forma superiore del testo masoretico già con annotazioni, accenti,
punteggiatura, la vocalizzazione fatte dai Masoreti
“Testo originale” scome testo attestato pienamente nei manoscritti esistenti.
“Testo originale” come testo ricostruito a partire dai testimoni esistenti, nella misura in cui è
possibile, ma con delle emendazioni congetturali dove è riconosciuto comunemente che non c’è un
testimone esistente che ha conservato una lettura giusta.
Parablepsis
Iniziamo questa parte con questo fenomeno chiamato Parablepsis l’occhio dello scriba si sposta in
modo non dovuto, quando la stessa parola, la stessa frase viene ripetuta in un testo, l’occhio dello
scriba può saltare da una ricorrenza a un’altra e così lascia fuori tutto ciò che si trova tra le due
parole o tra le due frasi. Occhio nel testo che sta scrivendo, poi cade nel posto sbagliato e addio,
quando si parla di Parablepsis, si parla di Omoioteleuton: se la parola si trova alla fine di una frase.
Un’altra modalità è Omoioarcton: se la parola sta all’inizio della frase.
A volte troviamo esempio di comprensione diversa nel testo consonantico, quando ancora non
esistevano i segni masoretici. Ad esempio, Gn 15,11: abbiamo due racconti, uno in cui Abramo
scaccia gl’uccelli e un altro per cui Abramo si siede accanto agli uccelli, tutto dipende da una diversa
comprensione della vocalizzazione del testo consonantico. Stesso fatto per Genesi 47,31, c’è
confusione per l’interpretazione dell’ultima parola הַ ִמּטָּ הche è letto con la stesse consonanti che
potrebbero far intendere anche bastone מטה.
Qumran ha cambiato in modo sostanziale di vedere il testo stesso della Bibbia.
Come preparare il caso d’Esame.
Leggere e spiegare l’apparato critico dove c’è qualche variante, vedrete che se qualcuno fa un
paragone tra il primo testo. Non si basa sulla lunghezza del testo ma su quella dell’apparato critico.
Ovviamente bisogna saper leggere e tradurre i versetti per cui ci sono varianti e poi bisogna saper
leggere e tradurre le varianti. Se non si capisce che vuol dire il testo è difficile saper che cosa vuol
dire la variante. Tradurre il testo e poi spiegare le varianti e magari e vedere se siete d’accordo sulla
scelta della traduzione. All’inizio l’apparato critico sembra una cosa molto complicata e confusa, è
molto importante ricorrere all’elenco delle abbreviazioni che si trovano nella Stuttgartensia, perché
tutto è fatto con le abbreviazioni. Bisogna ricorrere spesso all’elenco delle abbreviazioni, delle sigle,
per capire l’apparato.
Perché studiare la critica textus? Ma la questione del testo è molto importante, l’esegesi si basa sul
testo, se cambia il testo cambia l’esegesi, cambia l’interpretazione, cambia la traduzione.
Continuiamo sul discorso su Qumran. Per Qumran alcuni libri sono stati di maggior impatto
sull’esegesi, adesso vediamo il bilancio che fa ULRICH, “The Bible in the Making: The Scriptures at
Qumran”. The Community of the Renewed Covenant.
Versione dei LXX: oggi prevale la teoria dell’unità, c’era una sola versione e poi ci sono state delle
varianti, ma principalmente c’era una sola traduzione.