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EFFETTI DEL VINO NELLA SACRA SCRITTURA

‫ְהלַ כְ ֔ ִתּי לָ ֖נוּﬠַ ﬠַ ל־הָ ﬠֵ ִ ֽצים׃‬


֣ ָ ‫�הים וַאֲ נ ִ ָ֑שׁים ו‬
֖ ִ ֱ‫ֹושׁי ַ ֽה ְמ ַשׂ ֵ ֥מּחַ א‬
ִ ֔ ‫ת־תּיר‬
֣ ִ ֶ‫ַו ֤תּ ֹאמֶ ר לָ הֶ ם֙ הַ ֶ֔גּפֶ ן הֶ חֳ ַ֨ד ְל ִתּי֙ א‬
Gdc 9,13: Ma la vite disse loro: Resterei io di produrre il mio mosto, che rallegra Iddio e gli uomini, per
andar vagando per gli altri alberi?

‫יהם וְ ֵ֨את ֤ ֹפּ ַﬠל יְ הוָ ֙ה ֣ל ֹא יַ ִ֔בּיטוּ‬


֑ ֶ ‫תּף וְ ָח ִ ֛ליל וָ ַי֖ יִ ן ִמ ְשׁ ֵתּ‬
ֹ ֧ ‫ימי ַב ֖בֹּ ֶקר ֵשׁ ָכ֣ר יִ ְר ֑דּ ֹפוּ ְמ ַא ֲח ֵ ֣רי ַב ֔ ֶנּ ֶשׁף ַי֖ יִ ן יַ ְד ִלי ֵ ֽ קם׃ וְ ָה ָ֨יה ִכנּ֜ וֹר וָ ֗ ֶנ ֶבל‬
֥ ֵ ‫֛הוֹי ַמ ְשׁ ִכּ‬
‫וּמ ֲﬠ ֵ ֥שׂה יָ ָ ֖דיו ֥ל ֹא ָר ֽאוּ׃‬
ַ

Is 5,11: Guai a coloro che si levano la mattina a buon’ora, per andar dietro alla cervogia, e la sera
dimorano lungamente a bere, finché il vino li riscaldi! E ne’ cui conviti vi è la cetera e il saltero; il
tamburo, e il flauto, col vino; e non riguardano all’opera del Signore, e non veggono i fatti delle sue
mani!

Is 5,22: “ Guai a coloro che son valenti a bere vino e prodi a mescer la cervoglia!

Is 22,13: “ed ecco allegrezza, e letizia; ammazzar buoi, e scannar pecore; mangiar carni, e ber vino,
dicendo: Mangiamo e beviamo; perciocché domani moriremo”.

(ci potrebbe essere un senso ironico quando Dio nella Sacra Scrittura parla di Calice? Cioè se così pensa
lo stolto, allora il Signore verserà il calice, è quello che, del resto lo stolto si è scelto)

Is 24,11: “Vi è grido per le piazze, per mancamento del vino, ogni allegrezza è scurata, la gioia del paese
è andata in cattività”

Is 28,1: “Guai alla corona della superbia degli ubriachi di Efraim; la gloria della cui magnificenza è un
fiore che appassa; i quali abitano nel sommo delle valli grasse, e sono storditi dal vino!

Is 28,7: “Or che costoro si sono invaghiti del vino e son traviati nella cervogia; il sacerdote e il profeta si
sono invaghiti della cervogia, sono stati perduti per lo vino, e traviati per la cervogia; hanno errato nella
visione, si sono intoppati nel giudicio”.

Is 29,9: “Fermatevi e vi meravigliate; sciamate, e gridate: essi sono ebbri, e non di vino; vacillano, e non
di cervogia.

Is 65,11: “Ma quant’è a voi che abbandonate il Signore, che dimenticate il monte della mia santità, che
apparecchiate la mensa al pianeta Gad, e fate a piena coppa offerte da spendere a Meni,

Ger 23,9: “Il mio cuore è rotto dentro di me per cagion de’ profeti; tutte le mie ossa ne sono scrollate; io
son come un uomo ebbro, e come una persona sopraffatta dal vino; per cagion del Signore, e per
cagion delle parole della Sua Santità.

Os 4,11: La fornicazione, e il vino, e il mosto, tolgono il senno


Os 9,4: “Le loro offerte da spandere di vino non son fatte da loro al Signore, e i lor sacrificio non gli
son grati, sono loro come cibo di cordoglio; chiunque ne mangia si contamina, perciocché il lor cibo è
per le lo persone esso non entrerà nella casa del Signore”

Gl 4,3: “Ed han fatta la sorte sopra il mio popolo, ed han dato un fanciullo per una meretrice, e venduta
una fanciulla per del vino che hanno bevuto”.

Am 2,8: “E si coricano sopra i vestimenti tolti in pegno, presso ad ogni altare; e bevono il vino delle
ammende, nelle case dei loro Iddii.

Mic 2,11: “Se vi è alcuno che proceda per ispirazioni, e menta falsamente, dicendo: io ti profetizzerò di
vino, e di cervogia; colui è il profeta di questo popolo”.

Abacuc, 2,5: “E inoltre, il vino è perfido; e l’uomo superbo non sussisterà; perciocché egli ha allargata
l’anima sua, a guisa del sepolcro, edè stato come la morte, e non si è saziato, ed ha accolte a sé tutte l
genti, ed radunati a sé tutti i popoli”.

Zac 9,15: “Il Signor degli eserciti sarà lor protettore; ed essi mangeranno, e ribatteranno le pietre delle
frombole; e berranno, e romoreggeranno, come per lo vino; e sarn ripieni, come il bacino, come i canti
dell’altare”.

Zac 10,7: “E que’ di Efraim saranno come un uomo prode, e il cuor loro si rallegrerà, cme per lo vino; e
i lor figliuoli lo vedranno, e si rallegreranno; il cuor loro festeggerà nel Signore”

Sal 60,5: “Tu hai fatte sentire al tuo popolo cose dure; Tu ci hai dato a bere del vino di stordimento
(vertigine)”

Sal 75,9: Perciocché il Signore ha in mano una coppa, il cui vino è torbido; Ella è piena di mistione, ed
egli ne mesce; Certamente tutti gli empi della terra ne succeranno e berranno le fecce”.

Sal 78,65: “Poi il Signore si risvegliò, come uno che fosse stato addormentato; come un uomo prode,
che dà gridi dopo il vino”.

Sal 104,15: “Egli rallegra il cuor dell’uomo col vino, Egli fa risplender la faccia coll’olio, e sostenta il
cuor dell’uomo col pane”.

Pr 23,31-32: “Non riguardare il vino, quando rosseggia. Quando sfavilla nella coppa, E cammina diritto.
Egli morderà alla cine come il serpente, E pungerà come l’aspide”

Ne 13,12: “E tutto Giuda portò le decime del frumento, del vino, e dell’olio, nei magazzini”

IL VINO NEL NUOVO TESTAMENTO


Mt 9,17: “Or vi dico, che da ora io non berrò più di questo frutto della vigna, fino a quel giorno che io lo
berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”
Mc 14,22: “IO vi dico in verità, che io non berrò più del frutto della vigna, fino a quel giorno che io lo berrò
nuovo nel regno di Dio”

Mc 15,23: “E gli dieder da bere del vino condito con mirra; ma egli non lo prese”

Lc 5,39: “Niuno ancora, avendo bevuto del vin vecchio, vuol subito del nuovo, perciocché egli dice: il
vecchio val meglio”

Lc 10,34: “Ed accostatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra dell’olio, e del vino, poi lo mise sopra la sua
propria cavalcatura, e lo menò all’albergo, e si prese cura di lui.

Lc 22,18: “Perciocché, io vi dico che non berrò più del frutto della vigna, finché il regno di Dio sia venuto”

Gv 2,3.9-10: “Ed essendo venuto meno il vino, la madre di Gesù gli disse: Non hanno più vino.”

Rm 14,21: “Egli è bene non mangiar carne, e non ber vino, e non far cosa alcuna, nella quale il tuo fratello
s’intoppa, o è scandalizzato, o è debole”

Ef 5,18: “E non v’inebbriate di vino, nel quale vi è dissoluzione; ma siate ripieni dello Spirito;”

Ap 14,8.10: “Poi seguì un altro angelo, dicendo: Caduta, caduta, è Babilonia, la gran città; perciocché ella ha
dato a bere tutte le nazioni del vino dell’ira della sua fornicazione… anch’egli berrà del vino dell’ira di Dio,
mesciuto tutto puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco, e zolfo, nel cospetto dei santi
angeli, e dell’Agnello”.

Ap 16,19: “E la gran città fu divisa in tre parti, e le città delle genti caddero; Dio si ricordò della gran
Babilonia, per darle il calice dell’indignazione della sua ira”.

Ap 17,2: “con la quale hanno fornicato i re della terra; e del vino della cui fornicazione sono stati inebbriati
gli abitanti della terra”.

Ap 18,3: “Perciocché tutte le nazioni hanno bevuto del vino dell’ira della sua fornicazione, e i re della terra
hanno fornicato con lei, ei mercanti della terra cono arricchiti della dovizia delle sue delizie”.

Ap 19,15: “E dalla bocca d’esso usciva una spada a due tagli, acuta, da percuoter con una verga di ferro, ed
egli stesso calcherà il tino del vino dell’indignazione, e dell’ira dell’Iddio onnipotente”.

IL SIGNIFICATO DELLA METAFORA


Anzitutto il calice viene sempre associato a ciò che vi è dentro.

Dentro vi è sempre del vino = ira di Dio, vertigine (effetto su chi viene versato), desolazione, perdita di
senno (inebria).

Vino = ira

Calice = ciò che trattiene l’ira di Dio

Versare il calice = punizione divina a motivo della Sua Ira

Effetti dell’ebbrezza in San Tommaso


d’Aquino
IIa-IIae q. 150 a.1 co Italiano (traduzione)
Respondeo dicendum quod ebrietas dupliciter RISPONDO: Per ubriachezza si possono intendere
accipi potest. Uno modo, prout significat ipsum due cose. Primo, la menomazione seguita alla
defectum hominis qui accidit ex multo vino potato, bevuta di molto vino, che rende privi di ragione. E
ex quo fit ut non sit compos rationis. Et secundum da questo lato l'ubriachezza non è una colpa, ma
hoc, ebrietas non nominat culpam, sed defectum castigo che accompagna una colpa.
poenalem consequentem ex culpa. Alio modo Secondo, per ubriachezza si può intendere l'atto
ebrietas potest nominare actum quo quis in hunc col quale uno cade in tale miseria. E l'atto può
defectum incidit. Qui potest causare ebrietatem causare l'ubriachezza in due maniere. Prima di
dupliciter. Uno modo, ex nimia vini fortitudine, tutto per l'eccessiva forza del vino, non prevista
praeter opinionem bibentis. Et sic etiam ebrietas dal bevitore. E anche in questo caso l'ubriachezza
potest accidere sine peccato, praecipue si non ex può capitare senza colpa, specialmente se non c'è
negligentia hominis contingat, et sic creditur Noe stata negligenza: così si pensa che si sia ubriacato
inebriatus fuisse, ut legitur Gen. IX. Alio modo, ex Noè, come narra la Scrittura. - In secondo luogo
inordinata concupiscentia et usu vini. Et sic per la brama e per l'uso disordinato del vino. E in
ebrietas ponitur esse peccatum. Et continetur sub tal senso si dice che l'ubriachezza è peccato,
gula sicut species sub genere, dividitur enim gula in rientrando nel peccato di gola come una specie nel
comessationem et ebrietatem, quae prohibet suo genere. Infatti la gola si suddivide in crapula ed
apostolus in auctoritate inducta. ubriachezza, come accenna l'Apostolo nelle parole
riferite.

Ia q. 19 a.11 co Italiano (traduzione)


Respondeo dicendum quod in Deo quaedam RISPONDO: Parlando di Dio, certe cose si dicono in
dicuntur proprie, et quaedam secundum senso proprio, altre in senso metaforico, come è
metaphoram, ut ex supradictis patet. Cum autem chiaro da quanto fu detto in precedenza. Ora,
aliquae passiones humanae in divinam quando alcune passioni dell'uomo si attribuiscono
praedicationem metaphorice assumuntur, hoc fit metaforicamente a Dio, si parte dalla somiglianza
secundum similitudinem effectus, unde illud quod degli effetti; cosicché, rispetto a Dio, si esprime
est signum talis passionis in nobis, in Deo nomine metaforicamente col nome di una data passione,
illius passionis metaphorice significatur. Sicut, apud quello che in noi è segno di tale passione. Gli
nos, irati punire consueverunt, unde ipsa punitio uomini, p. es., son soliti punire quando sono irati;
est signum irae, et propter hoc, ipsa punitio perciò la punizione stessa è segno di ira: e così
nomine irae significatur, cum Deo attribuitur. chiamiamo ira la punizione stessa quando si
Similiter id quod solet esse in nobis signum attribuisce a Dio. In modo analogo, talora, si
voluntatis, quandoque metaphorice in Deo attribuisce a Dio metaforicamente come volontà
voluntas dicitur. Sicut, cum aliquis praecipit aliquid, quello che in noi di solito è un segno della volontà.
signum est quod velit illud fieri, unde praeceptum P. es., quando uno comanda qualche cosa, è segno
divinum quandoque metaphorice voluntas Dei che vuole che tale cosa si faccia: quindi il precetto
dicitur, secundum illud Matth. VI, fiat voluntas tua, divino talvolta, metaforicamente si chiama volontà
sicut in caelo et in terra. Sed hoc distat inter di Dio, come nel passo evangelico: "sia fatta la tua
voluntatem et iram, quia ira de Deo nunquam volontà, come in cielo così in terra". Ma tra la
proprie dicitur, cum in suo principali intellectu volontà e l'ira c'è questa differenza, che l'ira non si
includat passionem, voluntas autem proprie de dice mai di Dio in senso proprio, perché nel suo
Deo dicitur. Et ideo in Deo distinguitur voluntas significato principale include una passione; mentre
proprie, et metaphorice dicta. Voluntas enim la volontà può dirsi di Dio in senso proprio. Perciò
proprie dicta, vocatur voluntas beneplaciti, si distingue in Dio una volontà propriamente detta,
voluntas autem metaphorice dicta, est voluntas ed una volontà in senso metaforico. La volontà
signi, eo quod ipsum signum voluntatis voluntas propriamente detta, si chiama volontà di
dicitur. beneplacito; la volontà, invece, in senso metaforico
si chiama volontà signiflcata, perché il segno stesso
del volere è detto volontà.

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