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Museo Albani, Girolamo Cialdieri (Madonna Assunta e S. Crescentino - dettaglio)


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Prefazione

Accompagnare per Urbino i visitatori è il compito delle pagine di questa


guida; uno strumento documentato e leggero, che informa senza cedere
alle formule di una letteratura standard, pensato proprio per suggerire un
percorso che porta alla conoscenza progressiva della città, scoprendone
passo passo monumenti, musei, chiese e palazzi. Il testo rende conto anche
dell’insieme di vicende storiche che hanno disegnato nei secoli la città e la
sua fama e che ne hanno da sempre fatto una celebrata “capitale” rinasci-
mentale; in costante dialogo con il testo, il corredo fotografico fa ben capire
che è nel dialogo tra città e paesaggio che si fonda la suggestione di Urbino,
una città che, per le sue dimensioni e per la sua natura collinare rare volte
lascia il visitatore immerso tra edifici senza che da un vicolo, da una discesa
si possa vedere la campagna circostante.

Luigi Bravi

«Scalette, piazzette, giardini pensili: tutto vive in una dimensione di un’armo-


nia e di un equilibrio composto e parco. Ma poi all’improvviso, Urbino si apre
su scenari magici e favolosi.»

U. Piersanti
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indice
6-9 Introduzione storica

10-31 Dalla Fortezza Albornoz alla chiesa di S. Francesco


“La dolce vista d’Urbino”: la Fortezza Albornoz12-13
Monumento a Raffaello14-15
Casa natale di Raffaello16-19
Palazzo Albani20-21
- Museo dei Gessi21
Orto Botanico22-24
- La strana storia della statua di San Pietro Celestino25
Chiesa di Santo Spirito26-27
Chiesa di San Francesco28-31
- La Cappella Albani31

32-55 Da piazza della Repubblica ai quartieri Valbona e S. Giovanni


Piazza della Repubblica 34-38
- Gabinetto di Fisica: Museo urbinate della Scienza e della Tecnica38
- La Fonte del Leone o “Barberina” 39
I portici di corso Garibaldi ed il Teatro Sanzio40-41
- La Data: la rampa di Francesco di Giorgio Martini42-43
Sinagoga 44-45
Porta di Valbona e via Mazzini46-48
Oratori di San Giovanni Battista e San Giuseppe49-54
- Via Federico Barocci: case di artisti, architetti, poeti e scienziati55
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56-89 Il centro storico sul Poggio


Palazzo Comunale, piazza Duca Federico e 58-61
piazza Rinascimento
- L’oratorio della Morte e la casa di Laura Battiferri61
Duomo e Museo Albani62-69
Chiesa di San Domenico70-72
- Il Teatro romano73
Palazzo Ducale74-81
Dal Palazzo dell’Università all’ex convento di Santa Chiara 82-85
Da via Santa Chiara a via Valerio: 86-89
i Palazzi Passionei-Paciotti e Bonaventura-Odasi

90-95 Fuori le mura


Chiesa di San Bernardino92-95

Legenda
icone ingresso libero ingresso a MTB MTB facile
pagamento impegnativo

informarsi sui giorni e parcheggio trekking trekking trekking


sugli orari d’apertura nelle vicinanze impegnativo facile urbano
6 Introduzione storica

Dall’Urvinum Mataurense all’Unità d’Italia

U rbino, il cui centro storico dal


1998 fa parte dei siti patrimo-
nio dell’umanità UNESCO, ha origi-
alcune testimonianze archeologi-
che emerse nei secoli, si possono
ancora oggi riconoscere quelli che
ni lontane, un luogo abitato sin da un tempo erano il cardo (il tracciato
prima che fosse fondata la città ro- che va da porta Maia a via Saffi) ed
mana di Urvinum Mataurense. Il to- il decumano (da via Veterani sino
ponimo Urvinum parrebbe derivare alla porta nuova, tra il Palazzo Du-
dal latino urvus, ovvero ricurvo, in cale ed il Duomo), parte delle mura
relazione all’andamento della colli- urbiche e quello che rimane del te-
na ove sorgeva la città, il cosiddetto atro scoperto nei pressi della chiesa
Poggio. Della città romana, oltre ad di S. Domenico. La posizione strate-

Dall’alto verso il basso:


mappa storica del Ducato di Urbino

tipico paesaggio nei pressi della città


Introduzione storica 7

gica di Urbino fece sì che la città


fosse sempre al centro delle varie
lotte di potere per la supremazia
su questo territorio; si ricordi ad
esempio la presa della città da par-
te del generale bizantino Belisario,
che la conquistò nel 538 d. C., sino
alle aspre lotte durante il periodo
del feudalesimo ecclesiastico a se-
guito della nascita dello Stato pon-
tificio nel VIII secolo. In principio
Urbino si schierò con la fazione im-
periale, ghibellina, e risale proprio
a questo periodo l’entrata in scena
della famiglia da Montefeltro, che
ricevette dall’imperatore Federi-
co Barbarossa la nomina a Vicario te, riuscì finalmente ad instaurare
imperiale della città nella persona sulla città una più stabile signoria. Il
del conte Antonio da Montefeltro primo periodo urbinate della fami-
(1155). Dovremmo attendere il glia da Montefeltro fu tutt’altro che
1213 per la concessione, da parte semplice, a Buonconte succedette-
di Federico II di Svevia, a Taddeo e ro Montefeltrano e Guido il vecchio
Buonconte da Montefeltro del feu- e poi Federico che fu scomunicato
do urbinate, una concessione che dal papa ed ucciso, assieme al fi-
si concretizzò solamente nel 1234 glio maggiore, dalla popolazione
quando la famiglia, dopo le dure urbinate nel 1323; da quest’eccidio
reazioni della popolazione urbina- si salvò solo il figlio minore Nol-

Dall’alto verso il basso:


resti del teatro romano

fortezza Albornoz
8 Introduzione storica

il più celebre personaggio della fa-


miglia sono ancora ad oggi oscure
le notizie riguardo alla sua nascita,
forse figlio illegittimo, poi legittima-
to di Guidantonio da Montefeltro,
oppure nipote di questi, frutto del
matrimonio di Bernardino Ubaldini
della Carda ed Aura da Montefeltro,
ed adottato non avendo egli avuto
eredi dalla prima moglie Rengarda
Malatesta. Al di là della sua origine
come Montefeltro o Ubaldini, Fede-
rico per un breve lasso di tempo fu
designato da Guidantonio alla suc-
fo, cacciato dalla città per essersi cessione, questo sino alla nascita
messo contro il cardinale Egidio de nel 1427 di Oddantonio da Monte-
Albornoz. Alla morte dell’Albornoz feltro, figlio legittimo che il conte
la città fu ripresa dal figlio Antonio d’Urbino ebbe dalla sua seconda
da Montefeltro che ne ottenne nel moglie Caterina Colonna, nipote di
1390, finalmente, l’investitura pa- papa Martino V. Oddantonio diven-
pale e con il figlio Guidantonio la ne conte di Urbino alla morte del
famiglia consolidò sempre più il suo padre nel 1443 e, nello stesso anno,
potere. Il sette giugno 1422 nasce- riuscì ad ottenere per primo il titolo
va a Gubbio Federico da Montefel- ducale su concessione di papa Eu-
tro; su quello che può considerarsi genio IV. Il governo di Oddantonio
durò poco più di un anno, questo
giovane duca di appena diciasset-
te anni, visto mal volentieri dalla
popolazione per via delle pesanti
strette fiscali e per la vita dissolu-
ta, fu ucciso durante una congiura
ordita in parte anche da rappresen-
tanti della corte nella notte del 22
luglio 1444. Alla morte del fratella-
stro, Federico, che attendeva fuori
dalle mura di Urbino, si presentò
alle porte della città la mattina se-
guente e, dopo aver stipulato patti

Dall’alto verso il basso:


ritratto di Federico da Montefeltro

torricini di palazzo Ducale


Introduzione storica 9

con la popolazione che include-


vano l’immunità per i congiurati,
fu acclamato Signore. Ѐ da questo
momento che inizia uno dei perio-
di più esaltanti dello Stato, il nuo-
vo conte di Urbino (diventerà duca
solo nel 1474) pensò subito alla
costruzione di una sontuosa dimo-
ra, il Palazzo Ducale, che dovesse
assolvere non solo alla funzione di
ospitare la numerosa corte ma an-
che quello di celebrare la potenza e
la ricchezza della famiglia. Federico,
rimasto vedovo della prima moglie
Gentile Brancaleoni, si sposò con Urbino Francesco Maria I della Ro-
la quattordicenne Battista Sforza, vere, nipote del precedente duca e
figlia di Alessandro Sforza signore di papa Giulio II della Rovere. Il go-
di Pesaro, una splendida princi- verno dei della Rovere sul Ducato
pessa rinascimentale che, prima di ebbe termine nel 1631, allorché
morire prematuramente nel luglio con la morte del duca Francesco
del 1472, diede a Federico sei figlie Maria II, avendo egli soltanto una
femmine ed un unico maschio, Gui- nipote femmina, Vittoria, lo Sta-
dobaldo. Con Guidobaldo da Mon- to d’Urbino fu devoluto allo Stato
tefeltro avrà termine la gloriosa Pontificio, del quale fece parte sino
dinastia dei da Montefeltro poiché all’Unità d’Italia.
egli dalla moglie Elisabetta Gonzaga
non ebbe figli. Sotto il governo di
Guidobaldo da Montefeltro, con un
decreto del 26 aprile 1506, fu rior-
dinato il Collegio dei Dottori di Ur-
bino, che sta all’origine dell’attuale
Università degli Studi di Urbino
“Carlo Bo”, e un anno dopo fondò
la cappella del SS. Sacramento. Con
la morte di Guidobaldo nel 1508
e la conseguente estinzione del-
la famiglia feltresca, subentrò per
adozione nel governo dello Stato di

In alto:
busto raffigurante Guidobaldo da Montefeltro

studenti nei pressi dell’università “Carlo bo”


Dalla Fortezza Albornoz alla
chiesa di San Francesco
12 dalla fortezza albornoz alla chiesa di san francesco

“La dolce vista d’Urbino”


la Fortezza Albornoz

I l posto migliore da dove è possibile


ammirare la magnificenza d’Urbino
è quella terrazza verde che conoscia-
sino ai colli che cingono la città, sino
alla chiesa di S. Bernardino, gioiello
del Rinascimento eletto a custodi-
mo come la Fortezza Albornoz; da re le spoglie del grande Federico di
qui il palazzo di Federico, le innume- Montefeltro. “La Fortezza”, così vie-
revoli vie e piazze, i campanili delle ne semplicemente chiamata in Ur-
chiese urbinati son tutte racchiuse in bino, reca il nome del famoso Egidio
una “Dolce vista” che sconfina oltre, Alvarez Carillo de Albornoz (1310-

Dall’alto verso il basso: Nella pagina a fianco dall’alto verso il basso:


panorama sulla città dalla fortezza ingresso alla fortezza Alta

fortezza Alta panorama sulla città dalla fortezza Alta


fortezza albornoz 13

1367), il temibile cardinale incaricato


da papa Innocenzo VI, nei primi anni
cinquanta del Trecento, di restaura-
re l’autorità papale nei territori della
Chiesa in Italia, un’autorità che era
venuta in gran parte meno a seguito
del trasferimento della Corte papale
ad Avignone. Sebbene rechi il nome
dell’Albornoz alcuni studi, tuttavia,
propenderebbero ad attribuire la
sua costruzione al successore di que-
sti, il cardinale Anglic de Grimoard
(1320-1388) ed a datarla tra il 1367
ed il 1371. Nel 1673 il sito fu ceduto
ai padri carmelitani Scalzi che abi-
tavano il vicino convento, ora sede
dell’Accademia di Belle Arti. Oggi
l’edificio difensivo ospita al suo in- nel 1975, è dedicato alla Resistenza.
terno il museo “Bella Gerit” dedicato Dalla Fortezza Albornoz è possibile
ai rinvenimenti archeologici emersi scendere verso il centro d’Urbino
durante il restauro della struttura, e, prima di intraprendere la discesa
con una sezione dedicata alla storia di via Raffaello, nel sito di Piano del
dell’equipaggiamento militare in uso Monte, è impossibile non omaggiare
tra XIV e XVI secolo, mentre il parco uno dei cittadini urbinati più illustri,
che la circonda, aperto al pubblico Raffaello Sanzio.

INFO
www.urbinoservizi.it
Aperto tutti i giorni

All’interno del parco Fortezza Albornoz è presente la Fortezza Alta e Museo “Bella Ge-
rit”, con ingresso a pagamento, che segue i seguenti orari:
sabato/domenica e giorni festivi: 10:00-13:00 e 15:00-18:00
(in agosto aperto tutti i giorni)
14 dalla fortezza albornoz alla chiesa di san francesco

Monumento a Raffaello

I l grande monumento bronzeo


dedicato al Divin Pittore si erge
in tutta la sua maestosità su di un
la rappresentazione dell’artista
impegnato nel sovrintendere i la-
vori alle logge vaticane. La decora-
alto piedistallo di candido marmo zione della base è arricchita inoltre
arricchito dalle sculture allegori- da una serie di piccoli bassorilievi
che del Genio e della Rinascenza, bronzei con i ritratti di artisti con-
da due bassorilievi, il primo con le temporanei al Sanzio (Donato
raffigurazione del Sanzio intento Bramante, Timoteo Viti, Perugino,
ad eseguire il ritratto di papa Leo- Giovanni da Udine, Perin del Vaga,
ne X de’ Medici ed il secondo con Giulio Romano, Marcantonio Rai-

In alto: Nella pagina a fianco:


veduta del Monumento a Raffaello dettaglio statua di Raffaello
monumento a raffaello 15

mondi). Questa imponente scul- il monumento è ulteriormente


tura, in origine “protetta” da una arricchito da una serie di busti di
balaustra marmorea reimpiegata personalità urbinati o legate alla
come parapetto alla terrazza alle città, come ad esempio Giovan-
spalle del monumento, fu com- ni Pascoli (1855-1912). Lasciato
missionata allo scultore torinese il monumento dedicato al Sanzio
Luigi Belli (1848-1919) e realizza- non ci resta che incominciare a
ta tra il 1894 ed il 1897; si tratta percorrere la discesa di via Raffa-
del primo monumento dedicato ello; su questo lungo asse viario si
a Raffaello ed essere concepito e affacciano importanti edifici come
posizionato in uno spazio aper- quella che fu la casa di monsignor
to, a differenza della precedente Raffaele Fabretti (1618-1700) il-
scultura realizzata nel 1845 dal lustre archeologo e collezionista
romano Carlo Finelli, il primo vero d’antichità, l’attuale Tribunale,
monumento a Raffaello, che sin un tempo Ospedale della Mise-
dal suo arrivo ad Urbino tuttavia ricordia che conserva ancora un
non fu posta in uno spazio pubbli- delizioso portico rinascimentale a
co ma all’interno del duomo, dove tre arcate che si affaccia sulla via.
ancora oggi lo si può ammirare. Arrivando quasi ai piedi di via Raf-
La prima collocazione di questo faello, a fianco dell’antica chiesa
grande Raffaello bronzeo era il di S. Sergio, che fino al 1021 fu la
centro di piazza Duca Federico, prima sede vescovile della città,
tra il Duomo ed il Palazzo Ducale, quasi di fronte alla facciata set-
dalla quale fu traslato nel 1947 tecentesca di Palazzo Leoni-Bian-
per essere posizionato dove oggi calana-Luminati, troviamo la Casa
si trova. Il giardino che circonda natale di Raffaello Sanzio.

Aperto tutti i giorni

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