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POSTE ITALIANE SPA

Sped.in Abb. Post. - D.L. 353/2003


(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
Art. 1, comma 1/CN/BO.

n.
144 settembre - ottobre - novembre / 2017

Saline
Conti Vecchi
Il nuovo bene gestito dal FAI a Cagliari, in un paesaggio ricco di storia
che l’uomo (per una volta) ha cambiato in meglio

Ricordiamoci Il nuovo marchio Emergenza acqua:


di salvare l’Italia del FAI come combatterla

campagna di raccolta fondi la storia di un simbolo che cambia una risorsa sempre più in pericolo
e giornata fai d’autunno mantenendo la sua forza che ha bisogno di aiuto
Ozio operoso e rebranding
Esiste nel FAI un segreto genetico, simile a quei mutamenti
nel DNA che hanno consentito la rivoluzione cognitiva nell’Homo Sa-
piens. Quello del FAI sta nell’arrivo nel 1968 dell’idea del National Trust,
trasmessa da Elena Croce, e che in Milano e nei nostri fondatori ha tro-
vato l’humus adatto al suo attecchire e nel 1975 del suo crescere e fiorire
(il FAI ha commissionato un libro riguardo ai suoi primordi).
La mia idea è stata semplice: riprendere nel 2013 i contatti con
il Trust. Di qui un profondo ripensamento, ché il Trust non è più quel-
lo delle origini, perché ha favorito un rapporto molto più amichevole
delle persone con i beni, tramite una ricognizione dei loro più diversi
bisogni e un’attenzione ai vicini centri abitati, nel quadro di una or-
Andrea Carandini
ganizzazione non più centralizzata. I beni si risuscitano reinserendoli PRESIDENTE FAI
nella loro comunità (fulcri e sistemi) e rendendoli accessibili e desidera-
bili a fasce sempre più ampie della popolazione. Elitaria deve restare la
qualità del nostro lavoro, rivolto a tutto il popolo italiano e straniero.
INDICE
Nel primo triennio del piano strategico abbiamo introiettato
la nuova filosofia del Trust, studiando le caratteristiche del pubblico da
conquistare e ottimizzando l’attività fondamentale della rete - prima- 3
to del FAI che il Trust non dispone - ma solo nel triennio 2018-2020 i
grandi beni o i gruppetti di beni minori diventeranno piccole aziende
Ricordiamoci di salvare l’Italia
relativamente autonome, dedicate al modo più significativo e bello di
usare il tempo libero - rendendo l’ozio operoso - alle quali il FAI centra- 4
le darà solo regole e conoscenze. Giornata FAI d’Autunno
Tutta questa avventura che non conosce eguale in Italia, paese
per molti aspetti elitistico, presuppone anche quello che in linguaggio
tecnico si chiama rebranding: la missione non cambia ma muta il modo
6
di attuarla ringiovanendo l’organizzazione, il linguaggio e lo stile - dalle Il nuovo marchio del FAI
pubblicazioni al sito, fino al marchio - con la cura dell’immagine che il
nostro tempo vuole. Nel marchio abbiamo cambiato tornando alle ori- 8
gini e armonizzando il tono. Abbiamo scoperto che il nostro simbolo -
disegnato dal grande grafico Pino Tovaglia - che ricorda a un tempo un I beni del FAI
monumento e una foglia, troppo presto stancatosi, si è coricato su un Saline Conti Vecchi ad Assemini (CA)
lato perdendo così quel librarsi nell’aria che caratterizzava la sua prima
forma che abbiamo ripristinato. Con la severità industriale del simbolo 14
contrastavano lettere ingentilite da apici e così abbiamo scelto lo stile
più classico possibile, quello romano dell’iscrizione della Colonna Tra-
Emergenza acqua
iana (113 d.C.), tolte le grazie e reso attuale.
Alla grande reputazione del FAI dobbiamo aggiungere il suo 16
imbeverarsi delle diverse comunità, rispettando e anzi riscoprendo News
lo spirito dei luoghi nella conservazione, nella valorizzazione e nello
sviluppo. E chi meglio potrà aiutare i futuri manager responsabili dei
nostri beni a gestirli in stretta relazione con i territori e le popolazioni
18
se non la nostra meravigliosa rete? Le due facce del FAI, struttura con i Manifestazioni nei beni
beni e la rete, somigliano sempre più ai due volti di un’unica medaglia.

Periodico del FAI Stampa Data Mec S.r.l. Lavorazione grafica


Sede legale: La Cavallerizza Carlo Dante
via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano Direttore responsabile Hanno collaborato
Direzione e uffici Simonetta Biagioni Daniela Bruno,
La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 Coordinamento editoriale Francesca Decaroli,
20135 Milano tel. 02467615.1 Marco Magnifico Valerio Di Bussolo,
Registrazione del Tribunale Progetto grafico Serena Maffioli,
di Milano del 9.8.1980 n. 314 Studio Pitis Daniele Meregalli

editoriale 2
Ricordiamoci
di salvare l’Italia.
© Archivio FAI

Tutto il mondo ammira le nostre bellezze.


Noi le proteggiamo con il tuo aiuto.
Torna nel mese di ottobre la campagna nazionale di raccolta fondi del FAI “Ricordiamoci di salvare l’Italia”.
Da oltre quarant’anni per la nostra Fondazione si tratta di un impegno quotidiano, ma per potere continuare,
con la stessa dedizione, maggiore impegno e sempre meglio, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.
Partecipa insieme a noi alla cura, alla conservazione e alla valorizzazione
dello straordinario patrimonio culturale e paesaggistico italiano.

Partecipa Scopri
alla Giornata FAI d’Autunno. tutte le iniziative promosse
Il 15 ottobre riscopri l’Italia con i giovani del FAI. dalle aziende partner della campagna.
Cerca gli itinerari su www.giornatefai.it o scarica l’app Scopri i dettagli su www.aziendeperilfai.it

Invita Potrai dare il tuo contributo:


• donando con l’app Gimme 5 www.5gimme5.it
i tuoi amici a iscriversi al FAI sul sito! • in tutti gli ipermercati Iper, la grande I
Per il mese di ottobre • in tutti i supermercati Unes
tutte le quote di iscrizione • nei punti vendita Il Viaggiator Goloso
a -10 euro (29 anziché 39 per la quota singola) • scegliendo gli oli extra vergine Zucchi

campagna 3
Giornata FAI d’Autunno
Domenica 15 ottobre scopri l’Italia più bella con i giovani del FAI.
600 luoghi poco noti in 180 itinerari in tutta Italia,
3.500 volontari al tuo fianco. Contiamo sul tuo passaparola

Soffermare l’attenzione sulla piazza che attraversiamo ogni

© Foto di Alberto Fanelli e Andrea Segliani


giorno o scoprire come vivevano i proprietari dell’elegante palazzo
che vediamo dal balcone di casa. Se viste con occhi curiosi e incon-
sueti, le nostre città possono riservarci grandi sorprese e per questo
il FAI invita a rinnovare il nostro sguardo sull’Italia partecipando
domenica 15 ottobre alla Giornata FAI d’Autunno, realizzata dai
Gruppi FAI Giovani a sostegno della campagna di raccolta fondi
“Ricordiamoci di salvare l’Italia” attiva fino al 31 ottobre.
3.500 volontari accompagneranno i visitatori alla scoper-
ta di 600 luoghi spesso inaccessibili o poco valorizzati, legati da
tematiche comuni e punti di vista insoliti. Un giorno di festa per
celebrare la “grande bellezza” del nostro Paese, quella nascosta un
po’ ovunque, che si merita di essere guardata da vicino e che per-
mette agli italiani di riappropriarsi del loro patrimonio, in modo
spontaneo e coinvolgente.

DA NORD A SUD, 180 ITINERARI DA NON PERDERE


180 itinerari in altrettante città legheranno l’apertura di — Torre Hadid a Milano uno dei nuovi grattacieli
palazzi, chiese, giardini, quartieri, borghi. A Bologna, ad esempio, di CityLife.
sarà la storia delle feste musicali a raccontare la vita e il fermento
culturale che da cinquant’anni anima la città; a Napoli, l’itinerario
si snoderà da Piazza Mercato – teatro di episodi significativi per la
storia partenopea, dall’esecuzione di Corradino di Svevia nel 1268
per volere di Carlo d’Angiò alla rivolta di Masaniello nel Seicento,
oggi al centro di un progetto di riqualificazione UNESCO – fino a
Borgo Orefici, dove si concentrano le più antiche botteghe cittadi-
ne specializzate nella lavorazione artigianale di prodotti di orefice-
ria, argenteria e gioielleria.
A Roma si salirà da Via della Lungara sul Tevere alla som-
mità del Gianicolo per scoprire la storia di una parte dell’Urbe dove
l’abbondanza di acqua e la vista panoramica hanno favorito la crea-
zione di parchi, giardini, collezioni botaniche e sontuose residenze
che oggi ospitano importanti istituzioni culturali come Palazzo
Corsini, sede dell’Accademia dei Lincei, l’Orto Botanico o il com-
plesso conventuale di San Pietro in Montorio, sede dell’Accademia
di Spagna, che custodisce il tempietto realizzato dal Bramante.
Visioni della città dall’alto anche a Catania, dove si potrà
ammirare l’assetto urbano progettato all’indomani del terremoto
del 1693 dal Duca di Camastra, che significò la rinascita della cit-
tà e l’edificazione di splendide chiese barocche. Si passeggerà “tra
le nuvole”, dalle terrazze della Chiesa della Badia di Sant’Agata al
campanile “con vista” della Chiesa di Sant’Agata la Vetere, fino ai
camminamenti di gronda dell’imponente cupola di San Nicolò
l’Arena. A Milano si potrà entrare nella Torre Hadid, uno dei tre — Biblioteca Corsiniana nella sede
dell’Accademia dei Lincei a Roma.
grattacieli al centro del progetto di riqualificazione urbana dell’ex
Zona Fiera CityLife nonché sede degli uffici milanesi del Gruppo
Generali: progettato dall’architetto iracheno Zaha Hadid recente-

giornata fai d’autunno 4


STUDENTI... AD ARTE

Visite esclusive a misura


di studente: a novembre
torna l’evento nazionale
Mattinate FAI d’Inverno,
interamente dedicato
al mondo della scuola.
Da lunedì 27 novembre
a sabato 2 dicembre, le
Delegazioni FAI di tutta
Italia aprono in esclusiva
luoghi straordinari, per
una settimana di visite
accompagnate dagli
Apprendisti Ciceroni,
studenti appositamente
formati che, indossati i panni
di narratori d’eccezione,
raccontano ai giovani delle
scuole in visita il valore di
© Foto di Renato Esposito

questi beni e le storie che


custodiscono. Un’esperienza
di “educazione tra pari” che
privilegia la trasmissione
orizzontale del sapere e
la partecipazione attiva
degli studenti nel processo
— Basilica Santuario del Carmine Maggiore, a Napoli, una delle aperture dedicate in
esclusiva agli iscritti FAI. di apprendimento.
L’edizione 2017 vede una
più stretta collaborazione
mente scomparsa, l’edificio, alto 175 m per 44 piani, è soprannominato “lo tra FAI e Gruppo Autogas,
Storto” per la caratteristica torsione della struttura. A Venezia sarà possi- main sponsor dell’evento,
bile visitare la Torre di Porta Nuova, all’interno dell’imponente complesso attraverso l’integrazione
dell’Arsenale, costruita all’inizio dell’Ottocento con la funzione di macchi- di temi di sostenibilità
ambientale e del risparmio
na per alberare le grandi imbarcazioni.
energetico. Il progetto
All’ingresso di ogni luogo aperto è richiesto un contributo facoltati- si avvale inoltre della
vo, preferibilmente da 2 a 5 euro, a sostegno delle attività della Fondazione. collaborazione della
Rappresentanza regionale
I VANTAGGI PER GLI ISCRITTI E PER CHI SI ISCRIVE a Milano della Commissione
Numerosi ingressi saranno dedicati, in esclusiva, agli iscritti FAI europea, del contributo
o a chi si iscriverà nel corso della giornata. A Bologna, ad esempio, aprirà di Regione Toscana, del
il settecentesco Teatro Comunale progettato da Antonio Galli da Bibiena Patrocinio del Consiglio
Regionale della Lombardia e
e dotato di un’inconsueta macchina a pantografo utilizzata per muovere
della partecipazione di ANP
e far basculare l’intera platea, mentre a Catania si potrà visitare la cripta
- Associazione Nazionale
della Chiesa di Sant’Agata la Vetere con i colatoi per la mummificazione dei dei Dirigenti e delle Alte
cadaveri. Gli iscritti inoltre potranno godere di accessi prioritari e parteci- Professionalità della Scuola.
pare a eventi speciali a loro riservati. Chi deciderà di iscriversi al FAI per la
www.mattinatefai.it
prima volta durante la Giornata FAI d’Autunno potrà usufruire della quota
agevolata di 29 euro anziché 39.
L’edizione 2017 di Giornata FAI d’Autunno è possibile gra-
zie al contributo di CityLife, per il secondo anno sponsor dell’even-
to per la regione Lombardia, di Gruppo Hera che affianca la Fonda-
zione in qualità di sponsor per la città di Bologna, e di DHL Express
Italia che, come logistic partner, garantirà la movimentazione dei materiali.
Con il Patrocinio del MiBACT e di Responsabilità Sociale Rai.
Per l’elenco di tutte le aperture e le modalità di partecipazione vai sul
sito www.giornatefai.it

giornatafaid’autunno 5
Un nuovo marchio.
Che proprio nuovo non è
Sono passati più di quarant’anni dal primo simbolo della
Fondazione. Oggi il cambiamento recupera la tradizione.
Adeguandola al presente

Il marchio del FAI ha una bella storia. Nasce infatti a metà


anni ’70 dalle mani e dalla mente di Pino Tovaglia, uno dei più
grandi grafici italiani del secondo dopoguerra che aveva già colla-
borato con Renato Bazzoni, tra i fondatori del FAI, un decennio
prima in occasione di “Italia da salvare”, la mostra che segnò un
vero spartiacque nella consapevolezza generale dei rischi ai quali
era esposto il nostro patrimonio e che divenne motore generatore
della Fondazione.

C’ERA UNA VOLTA IL PRIMO MARCHIO DEL FAI...


Pino Tovaglia era uno dei più giovani esponenti della — Pino Tovaglia, il grafico che ha ideato il
“Scuola Svizzera”, che nel secondo dopoguerra diffuse a Milano marchio del FAI negli anni Settanta.
uno stile grafico sviluppato negli anni ‘20 a Zurigo e i cui punti
chiave erano chiarezza, semplicità, leggibilità e obiettività, senza
alcun accenno al decorativismo. Altre caratteristiche erano l’uso di
caratteri bastone e di gabbie e una preferenza tanto per la fotogra-
fia al posto delle illustrazioni che per la tipografia come elemento
di design.
Per il marchio del FAI Tovaglia prese ispirazione da ele-
menti architettonici, quali i bastioni della Cittadella di Alessan-
dria, e naturalistici, quali il profilo del fogliame, che trovarono
poi una sintesi nell’elemento grafico a sei cuspidi che nel corso di
quarant’anni si è indissolubilmente legato all’immaginario della
Fondazione.

... MA LA STORIA CONTINUA


Quarant’anni dopo il FAI ha sentito la necessità di rivedere
il proprio logo, all’interno di un percorso di comunicazione che si
è dato l’obiettivo di conquistare un pubblico sempre più ampio alla
missione della Fondazione. Il marchio originario però aveva subito
evoluzioni e manipolazioni, si è sentita quindi la necessità di torna-
re all’originale pulizia “svizzera” e ci si è rivolti a Massimo Pitis, che
di Tovaglia è attento cultore e studioso, come testimonia la mostra
da lui curata pochi anni fa sull’opera del grafico.
“L’occasione di riprendere, adattandolo al nostro quoti-
diano, il progetto di corporate identity di Tovaglia è stato una sfida
importante per me” spiega Pitis. “Uno di quei momenti in cui nella
professione senti di aver raggiunto un altro traguardo. Lavorare per
il FAI è per me un onore, oltre che una responsabilità. L’ho fat-
— Il primo logo della Fondazione, disegnato da
to con i ragazzi del mio studio a cominciare dal maggio 2016 con Pino Tovaglia nel 1975.
passione e serietà.  Abbiamo cominciato rivedendo il disegno del
marchio, ripartendo dai primi schizzi di Tovaglia”.

nuovo marchio fai 6


— Elementi a cui si è ispirato Pino Tovaglia per la realizzazione del primo
marchio del FAI.

Il lavoro sul logo ha implicato anche la progettazione di


un carattere tipografico che affonda le radici nella storia di Roma,
con proporzioni che richiamano esplicitamente quelle dei caratteri
che campeggiano sulla Colonna Traiana. “Si tratta di un progetto
ambizioso, delicato e complesso” continua Pitis. “L’organizzazione
ha le sue regole e pretende un ascolto attento. Ha una storia impor-
tante da rispettare. Ma anche la necessità di rinnovarsi, di guardare
a un pubblico nuovo e diversificato. Di ripensare alla propria co-
municazione innovando sempre senza per questo perdere contatto
con la propria tradizione. Una scommessa che abbiamo accettato
volentieri e che con il team del FAI stiamo provando a vincere”.

PER FARCI RICONOSCERE SEMPRE DI PIÙ


Le prime declinazioni della rinnovata identità visuale della
Fondazione elaborata dallo Studio Pitis sono la nuova veste grafica
del Notiziario che avete tra le mani e del sito del FAI (vedi box a
destra) online dallo scorso 2 ottobre. La speranza è che incontrino
il favore di chi segue da tanti anni l’impegno e l’evoluzione della
Fondazione, ma soprattutto che contribuiscano a rendere gli obiet-
tivi del FAI più riconoscibili e comprensibili a un numero sempre
maggiore di italiani.

— Il nuovo marchio della Fondazione ideato dallo Studio Pitis.

nuovo marchio fai 7


Saline Conti Vecchi
l’oro bianco di Cagliari
Viaggio nella storia del sale nel nuovo bene aperto al pubblico
grazie alla collaborazione tra FAI ed ENI Syndial

i beni del fai 8


Foto di Manuela Meloni, 2017 © Archivio FAI

Nel gennaio 1921 lo scrittore inglese David H. Lawrence — Veduta delle montagne di sale e
salpò con la moglie Frieda alla volta della Sardegna, per un viag- delle vasche salanti.
gio che divenne un capolavoro letterario “Mare e Sardegna”, lucida
osservazione e affascinante riflessione sullo spirito di questa terra,
forte e originale, indomito e sfuggente. A Cagliari i due risalirono
la città fin sui Bastioni, dove è ancora oggi un panorama che toglie
il fiato: da un lato “la pianura marina, dall’aspetto malarico, con
ciuffi di palme e case che sembrano arabe”; dall’altro una “lingua di
Saline Conti
sabbia che corre lontano attraverso le secche della baia”, tra il mare Vecchi, Cagliari
aperto e vaste lagune; alle spalle, montagne serrate e colline dalle
creste serpentine. “È un paesaggio davvero strano” - scrive Lawrence
– “come se il mondo finisse qui… Persa tra Europa e Africa, la Sar-
degna appartiene a nessun luogo… Come se non avesse mai avuto
un destino. Nessun fato. Lasciata fuori dal tempo e dalla storia”.
Nel luglio 1921, invece, appena sei mesi dopo, il tempo e la
storia si affacciarono all’orizzonte. Lo scrittore, infatti, vide la pia-

i beni del fai 9


Foto di Giorgio Gori e Andrea Mariniello, 2017 © Archivio FAI
STORIA DI UN SUCCESSO A OSTACOLI

La chiave che lega il futuro e la crescita è


la trasformazione, la capacità di evolvere
e cambiare pelle, immaginando nuove
prospettive e rendendole opportunità con le
— Fenicotteri nello Stagno di Santa Gilla, zona con elevato livello competenze e le tecnologie.
di biodiversità, una delle più importanti aree umide d’Europa.
A Venezia per esempio abbiamo riconvertito,
primi al mondo, una raffineria che lavorava
Foto di Giorgio Gori e
Andrea Mariniello, 2017
© Archivio FAI

petrolio e oggi è alimentata solo da oli


vegetali, parte dei quali esausti di frittura
e rigenerati. Ad Assemini invece abbiamo
portato avanti le bonifiche, ripensato
l’attività industriale e sviluppato insieme al
FAI un progetto innovativo per le Saline Conti
Vecchi. Qui siamo arrivati nel 1982, negli
anni in cui tutti i siti che avevano un legame
con idrocarburi, chimici o raffinazione, di
società fallite e che non si sono assunte
l’onere delle bonifiche, sono passate a Eni.

— I due edifici oggetto dell’intervento di restauro e valorizzazione Le Conti Vecchi sono oggi tra le più
del FAI.
importanti saline in Italia. Abbiamo
disegnato un progetto di riqualificazione
industriale, applicato le migliori tecnologie e
nura dall’aspetto malarico tra lo stagno di Santa Gilla e il mare ap- continuato a investire. È un esempio di come
pena prima che cambiasse volto: quella landa desolata e selvaggia di Eni promuova lo sviluppo sostenibile che,
lì a poco sarebbe divenuta un’area industriale moderna e produttiva, dal mare, crea ricchezza e si autoalimenta
la salina più longeva della Sardegna. Da anni, del resto, quello stesso sfruttando il sole. È questo lo spirito che ha
luogo era negli occhi e nella mente del vero protagonista di questa colto il FAI, che attraverso la riqualificazione
e il restauro degli spazi ha messo in luce la
storia: Luigi Conti Vecchi, il fondatore delle omonime Saline, in-
completa armonia di una realtà industriale
gegnere toscano, ex Direttore delle Ferrovie Reali della Sardegna. con una vera e propria oasi naturalistica.
Ormai settantenne, ma con inalterata intraprendenza, decise allora
di fare qualcosa per l’isola amata e in particolare per la pianura di Un progetto coerente con la mission di Eni di
Santa Gilla, che osservava dalla finestra del suo ufficio a Cagliari, promuovere sviluppo locale e di continuare
già immaginando una valorizzazione industriale. a crescere dando priorità al rispetto
L’industria, proprio in quegli anni, stava fiorendo alle porte dell’ambiente e delle persone. Qui come
di Cagliari dando inizio a una tradizione che avrebbe condiziona- altrove abbiamo scommesso sul nostro
to, nel bene e nel male, la storia moderna della Sardegna. Accanto passato, la nostra cultura, i nostri valori
come leva per costruire il futuro. È questa la
agli stabilimenti nascenti per la produzione di energia elettrica dal
nostra rivoluzione.
carbone del Sulcis, di cemento, ceramica e concimi chimici, l’Ing.
Conti Vecchi avanzò con coraggio - vero spirito d’impresa - il suo Claudio Descalzi
ambizioso progetto: bonificare la pianura di Santa Gilla con una AMMINISTRATORE DELEGATO ENI
moderna salina, per combattere la piaga della malaria e contribuire

i beni del fai 10


Foto di Giorgio Gori e Andrea Mariniello, 2017 © Archivio FAI
SONO BELLE? BOH!

Illustrando a colleghi, giornalisti o amici il


nostro impegno nell’apertura al pubblico delle
Saline Conti Vecchi a Cagliari, quasi tutti, un
po’ stupiti per la “novità” che un intervento del
genere rappresenta per il FAI, mi chiedevano:
“Ma sono belle?”; io, con la consueta
franchezza, ho sempre risposto: “Boh!”;
“Boh?” è sempre la sconcertata reazione.
La mia risposta, non priva di una punta
polemica, nasce da un fastidio verso l’abuso
e la banalizzazione del concetto di bellezza.
Quando nel lontano 1998 organizzammo a
San Martino al Cimino (luogo... bellissimo!)
un Convegno Nazionale dal titolo Il Bello:
attualità e futuro di un concetto accantonato
— L’ufficio del Direttore, riallestito dal FAI come negli anni ‘30.
fummo derisi da molti “intellettuali” (ne
ricordo i nomi ma li tengo per me... a fatica)
che ci diedero delle “signore perbene che si
occupano del bello”, nonostante all’incontro
allo sviluppo della Sardegna, restituendo a Cagliari il ruolo storico avessero partecipato personalità come
di emporio del Mediterraneo. Un’idea brillante, che valorizzava un Federico Zeri, Remo Bodei e il Maestro
territorio ai margini della città a partire dalle sue risorse naturali. Giuseppe Sinopoli. In seguito parlare di
Una visione fortunata e lungimirante perché le Saline Conti Vec- Bellezza, del mondo dostoevskijanamente da
chi producono da allora montagne di candido sale, l’oro bianco della lei salvato ecc. divenne man mano - e sempre
Sardegna. di più - un’abitudine e poi, addirittura, un
luogo comune, da qui una certa avversione...
e il “divertimento” alla risposta polemica.
1931, IL PAESAGGIO CAMBIA (IN MEGLIO)
Sono belle le Saline Conti Vecchi? Possono
Il progetto fu inizialmente osteggiato, ma nel 1920 lo Stato essere bellissime ma anche bruttine! Dipende
Italiano ne riconobbe l’utilità pubblica e nel 1931 accordò alla So- se è una di quelle giornate sarde di ponente,
cietà Anonima Luigi Conti Vecchi una concessione novantennale, con quel cielo blu cobalto con le vasche
che scadrà nel 2021. I lavori partirono subito e furono imponenti. evaporanti piene di fenicotteri, le caselle
La pianura si fece brulicante di uomini e mezzi: il terreno fu sban- salanti rosso sangue e le montagne di sale
cato con la dinamite, i bacini dragati, posate le tubazioni e tremila abbaglianti o se, invece è una giornata grigia,
eucalipti, costruiti moli, strade, ponti, capannoni e un villaggio ope- con le caselle salanti vuote e senza vita...
Ma non è sempre e solo la “banale” bellezza
raio sul modello delle grandi industrie ottocentesche. Una radicale
che deve guidare il nostro desiderio di
trasformazione del paesaggio, eppure basata sui cicli della natura e
conoscere un luogo!
anzi, talmente a essi connaturata, da costituire la migliore garanzia Le Saline Conti Vecchi sono molto di
possibile per la conservazione dell’ecosistema. Un modello precoce più; rappresentano il mutevole, scabro,
di sostenibilità ambientale, di virtuosa sintesi tra sviluppo industria- intenso mondo della palude, incarnano la
le e rispetto dell’ambiente, tanto che ancora oggi l’area industriale storia della secolare genialità dell’uomo
delle Saline Conti Vecchi può dirsi uno dei siti naturalistici d’Italia nell’utilizzo delle generose risorse naturali,
più ricchi di biodiversità, integro e protetto. raccontano l’intelligente e indefessa fatica
“La bonifica dello stagno non solo tende a rimuovere sta- degli uomini che l’hanno ideata, lavorando
con un quotidiano massacrante lavoro.
bilmente ogni ostacolo al progresso industriale, ma si fa essa stessa
Belle? Anche... ma non solo!
iniziatrice di tale progresso”: così scriveva nel 1940 Guido Conti Vec-
chi, figlio del fondatore Luigi, morto nel 1927 senza poter vedere la Marco Magnifico
prima raccolta del sale e l’ascesa rapida e felice dell’industria solida VICEPRESIDENTE ESECUTIVO FAI

nata dalla sua intuizione. Le Saline ormai davano lavoro a 400 di-
pendenti e registravano una produzione di 240mila tonnellate di
sale l’anno, oltre ai sottoprodotti per la chimica, con esportazioni
verso l’estero - Nord Europa, Sudamerica e Canada (per la salagione
del pesce) - che assorbivano il 40% del traffico del porto di Cagliari.

UN MODELLO A MISURA D’UOMO


Un successo che aveva più di un segreto. Il territorio, stori-
camente vocato alla produzione del sale (la Sardegna ha oltre venti
saline lungo le sue coste), ampio e libero, battuto da mare, sole e
vento, uniche materie prime necessarie alla produzione, e per giun-

i beni del fai 11


Foto di Giorgio Gori Andrea Mariniello, 2017 © Archivio FAI
— L’Officina delle saline. Cuore del complesso industriale, oggi è il fulcro della visita con la video proiezione immersiva “A misura
di Sardegna” che racconta la storia delle Saline Conti Vecchi.

ta risorse rinnovabili. Il progetto ingegneristico sapiente, con vasche


Foto di Manuela Meloni, 2017 © Archivio FAI

e bacini organizzati con pendenze e flussi studiati sulla gravità, per


risparmiare energia elettrica. Il processo produttivo innovativo, che
sfruttava l’acqua di mare senza produrre scarti, in una catena inte-
grata a sviluppo circolare dove tutto si riciclava. Uno stabilimento
all’avanguardia, autosufficiente, con officine, strumenti e professio-
nalità capaci di garantire ogni processo e perfino di innovarlo. Il
trasporto del sale facile, con chiatte ormeggiate nel porto privato
della salina, a breve distanza da Cagliari. I lavoratori, infine, dediti
e affezionati, grati di poter accedere a un benessere reale grazie a
un’industria che offriva, pur nella durezza del mestiere del saliniere
- un minatore o un “contadino di mare” - condizioni di lavoro e di
vita a misura d’uomo, privilegiate per la Sardegna di quegli anni.
La vicenda industriale delle Saline Conti Vecchi sorprende
per il successo e la modernità, ma l’aspetto umano è quello che più
commuove nel racconto di questa fortunata impresa. Lo testimo-
niano centinaia di documenti e fotografie, e le parole dei figli e dei
nipoti dei salinieri, che sono nati nel villaggio operaio della Conti
Vecchi, e che magari ancora vi lavorano, tramandando un sapere
antico - perché il sale si fa ancora oggi come duemila anni fa - e i
ricordi di una generazione che è partita da niente e qui, con la fatica
del lavoro, ha trovato un futuro.
Al di là della strada che ancora oggi dà accesso alle saline,
— Due eredi della famiglia Conti Vecchi tagliano un viale alberato conduceva al piccolo villaggio di Macchiareddu,
il nastro durante l’inaugurazione. dove ha vissuto ed è cresciuta la “comunità del sale”. Ville e palaz-
zine per i dirigenti e abitazioni in schiera per gli operai (dotate di

i beni del fai 12


comfort rari, come un orto e un bagno privato), un centro polifun-
zionale - Casa Macchiareddu - con chiesa, scuola, spaccio, inferme-
ria e dopolavoro, e un’azienda agricola. La proprietà della salina
pensava a tutto: dalla casa al cibo, dall’educazione dei bambini - che
crescevano insieme, figli di dirigenti e di operai - al tempo libero.
Come in una famiglia allargata, una comunità che tutti ricordano
unita e serena: “Sono nato a Macchiareddu” - racconta Gigi Lecca
- “perché mio padre faceva l’autista. Ho lavorato alla Conti Vecchi
fino al 1994 e ho sempre abitato nella salina. Tre rumori hanno se-
gnato la mia vita. Il rintocco delle campane della chiesa, che nei
giorni di festa chiamava a raccolta gli abitanti, è stato il suono più
atteso della mia infanzia. La sirena dell’allarme aereo mi ha terroriz-
zato durante la guerra. Il sibilo del vento e lo stormire delle fronde

Foto di Giorgio Gori Andrea Mariniello, 2017 © Archivio FAI


degli eucalipti sono stati il rumore di fondo della mia vita. Mi man-
ca ancora questo suono, ora che abito in città”.

UNA COLLABORAZIONE VIRTUOSA


Il FAI ad Assemini, a pochi km da Cagliari, ha aperto al
pubblico le Saline Conti Vecchi a fine maggio 2017, grazie alla col-
laborazione con l’attuale concessionario dell’impianto, Ing. Luigi
Conti Vecchi, Eni Syndial. Gli edifici storici industriali che costitui-
vano il cuore della salina – Direzione, Officina e Laboratorio Chimi-
co – sono stati recuperati e valorizzati e oggi, in parte riallestiti come
negli anni Trenta e in parte sfondi per tecnologici racconti video im-
mersivi, offrono l’occasione di scoprire un luogo diverso, una storia
diversa: l’altro lato della Sardegna, capace di trasmettere l’identità più
— Vasca salante in estate, quando l’acqua evapora e il
autentica di questa terra, ricca di risorse naturali e di fiero e operoso sale comincia a precipitare.
talento. Una visita ricca di contenuti e di esperienze, basata sul rac-
conto del luogo, perché ancor prima di visitarlo se ne possa conoscere
la storia, che insegna e ispira, e che molto ha a che fare con l’idea di
uno sviluppo moderno. E poi un itinerario guidato tra gli specchi di
acqua e sale che cambiano colore al variare delle stagioni, in cui si ri- 5 MODI PER VISITARE
flettono il cielo e le montagne bianche, dove vivono fenicotteri rosa LE SALINE CONTI VECCHI
e specie protette, tra argini ricoperti di rossa salicornia punteggiati
di camomilla di mare, dove ancora oggi lavorano gli uomini della 1. Salire su una piccola montagna di sale e
toccare con mano i suoi cristalli purissimi.
salina. Quando il portone di ferro dell’Officina si spalanca sul pae-
saggio, dopo averne ascoltato la storia, uditi i suoni e le voci, si resta
2. Visitare le vasche salanti che cambiano
attoniti di fronte al bagliore del sale, alla vastità degli spazi, all’ordi-
colore a ogni stagione.
ne astratto, quasi metafisico, dello spazio industriale, e si coglie con
immediatezza quel che più rimarrà memorabile: lo spirito del luogo. 3. Osservare i fenicotteri rosa e i falchi
“Lo spirito del luogo è una cosa strana” – scrive D.H. Lawrence in pescatori che popolano l’oasi naturale.
“Mare e Sardegna” – “La nostra epoca meccanica cerca di non tenerne
conto. Ma non ci riesce. Alla fine lo strano, sinistro spirito del luogo, 4. Conoscere la storia e la produzione del
così diverso e così avverso in luoghi differenti, manderà in frantumi sale attraverso le proiezioni immersive.
la nostra identità meccanica, e tutto quello che noi crediamo essere
la cosa vera esploderà con un botto, e noi saremo lasciati a guardare 5. Tornare agli anni Trenta negli spazi
riallestiti con mobili e documenti
con occhi sgranati”.
originali.
Daniela Bruno
RESPONSABILE UFFICIO VALORIZZAZIONE FAI

Saline Conti Vecchi Orari: Visite libere al complesso museale


Zona industriale Macchiareddu – 10-18 dal 27 maggio al 16 giugno e e visite all’area naturalistica con
Assemini (CA) - Tel. 070 247032 dal 4 settembre al 7 gennaio; trenino turistico
faisaline@fondoambiente.it 9-12.30 / 16.30-20.30 dal 17
giugno al 3 settembre Bookshop, wi-fi, parcheggio auto e
Apertura dal 1 marzo al 7 gennaio bici, bagni con fasciatoi, self-bar
Da martedì a domenica

i beni del fai 13


Emergenza acqua
Metà di quella che usiamo evapora. Gli acquedotti perdono
il 40% di quella potabile. Più di 6 milioni di italiani vivono
senza impianti di depurazione. Ma le soluzioni ci sarebbero...

L’estate appena trascorsa è stata molto calda e siccitosa e le sue


esasperazioni di calore, aridità e incendi (dolosi) hanno messo ancora
una volta in evidenza quanto sia preziosa l’acqua, soprattutto quando
manca o viene sprecata o peggio inquinata.
Secondo la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’a-
limentazione e l’agricoltura, ogni anno nel mondo “estraiamo” per il
nostro uso e consumo un enorme cubo di acqua dolce, il cui lato di 1,6
km contiene 8 volte piazza San Pietro. Quasi la metà di questa massa
evapora durante l’uso, soprattutto in agricoltura, mentre il rimanente
(56%) viene rilasciato in forma di acque reflue (scarichi comunali e
industriali) o viene drenato dal terreno dopo gli usi agricoli. Dati si-
gnificativi che raccontano l’inefficienza con cui oggi usiamo l’acqua: la
metà evapora prima dell’utilizzo e il resto manipolato dall’uomo, non
viene quasi mai recuperato, non sempre depurato e immagazzinato per
i momenti di emergenza.
Un problema quindi che non riguarda solo i paesi del Terzo
Mondo: i paesi ricchi depurano in media solo il 70% delle loro acque
reflue e per il nostro Paese i dati non sono incoraggianti tanto che la
Commissione europea ha chiesto alla Corte di Giustizia della UE di
© IStock

multare per 62 milioni di euro l’Italia perché in 80 città manca un


trattamento appropriato delle acque reflue urbane. A oggi, oltre sei
— Lago di montagna. milioni di italiani vivono in centri dove mancano sistemi di raccolta e
impianti di depurazione con potenziali ricadute negative sulla salute e
sulla qualità delle acque dolci (fiumi e laghi) e dell’ambiente marino. E
pensare che le acque trattate sarebbero un vero e proprio tesoro alter-
nativo all’acqua potabile: in ambito urbano potrebbero essere riutiliz-
zate per l’irrigazione di parchi, per le fontane, per il lavaggio stradale...

PERCHÉ SPRECARE L’ACQUA PIOVANA?


Se abbiamo dei problemi con la depurazione delle acque, l’Ita-
lia degli acquedotti non è messa meglio: su 100 litri di acqua potabile
trasportati, 40 si perdono lungo il tragitto, al punto che Utilitalia (la
federazione delle imprese di acqua, energia, ambiente) afferma che oc-
corre la cifra record di 5 miliardi all’anno per riparare la rete e per la
Foto di Vincenzo Cammarata, 2010 © Archivio FAI

successiva spesa di manutenzione. E pensare che siamo tra i maggiori


utilizzatori di acqua potabile in Europa: 245 litri all’anno procapite
contro una media di 190 litri degli stati del Nord Europa.
Anche la nostra capacità di immagazzinare l’acqua piovana è
insufficiente, il problema è evidenziato anche dal Ministro dell’Am-
biente Gian Luca Galletti che ha recentemente dichiarato “Le misure
strutturali sono necessarie... Viviamo situazioni di emergenza che si
verificano con cadenza che si avvicina alla normalità. Bisogna aumen-
tare gli invasi - nel nostro paese piovono ogni anno 300 miliardi di
metri cubi di acqua e ne riusciamo a intercettare solo l’11% -, utilizzare
meglio quelli che abbiamo e intervenire sulla dispersione idrica”.
— Canale di irrigazione nel Giardino della Prendiamo ad esempio le enormi possibilità offerte da un in-
Kolymbethra nella Valle dei Templi (AG).
telligente sbarramento costruito a valle del Lago Maggiore sul fiume
Ticino, le dighe del Panperduto, che ci potrebbe assicurare alcuni mi-
lioni di metri cubi d’acqua in più se solo potessimo tenere il livello del

ambiente 14
Foto di Enrico Cilli, 2017 © Archivio FAI

— Interramento delle cisterne di accumulo dell’acqua piovana a Podere Case Lovara, Parco delle Cinque Terre (SP).

lago 1,5 m sopra lo zero idrometrico come richiesto dal Parco del Ti-
cino e dal FAI. Livello non consentito da un “bizzarro” accordo con la
CON PRODI A BOLOGNA
Svizzera - e sostenuto dal nostro Ministero dell’Ambiente - che limita il
livello a +1,25 m. Una situazione paradossale che nelle ultime estati ha
I temi qui solo accennati
portato allo stremo l’economia agricola e l’ecologia, così strettamente
raccontano l’importanza
collegate allo scorrere delle acque del fiume. fondamentale dell’acqua,
vero e proprio bene
CHE COSA STA FACENDO IL FAI comune, per la nostra
Anche nei suoi beni il FAI affronta quotidianamente il tema qualità della vita e per la
del corretto uso della risorsa idrica, già dall’installazione di riduttori salubrità dell’ambiente in
di flusso ai rubinetti, per diminuire la quantità di acqua erogata al cui viviamo. Per questo il
minuto in modo da non sprecarla. Per il FAI l’acqua è un elemento qua- FAI ha deciso di organizzare
in novembre a Bologna
lificante inserito da subito nella progettazione del restauro di un bene.
un momento formativo,
È il caso di Podere Case Lovara a Punta Mesco nel Parco delle rivolto ai suoi Delegati
Cinque Terre: un progetto di recupero del paesaggio agricolo tradizio- regionali per l’ambiente
nale che ha previsto l’interramento di numerose cisterne di accumulo e il paesaggio, per far
delle acque piovane, realizzate con serbatoi in polietilene per efficien- crescere la consapevolezza
tare al massimo l’utilizzo dell’acqua per usi agricoli e per far fronte il e il presidio della propria
più possibile ai periodi di siccità. Allo stesso tempo il FAI ha installato, struttura sul territorio.
per gestire al meglio lo smaltimento delle acque reflue, un sistema di Questo appuntamento sarà
introdotto il 10 novembre,
membrane MBR (Membrane Bio Reactor) con cui le acque nere ven-
sempre a Bologna, da una
gono depurate e riutilizzate sia per gli scarichi igienici che per scopi
lecture aperta al pubblico
irrigui: un ciclo di depurazione che si chiude con i residui utilizzati di Romano Prodi.
come fertilizzante nelle coltivazioni. (Per i dettagli dell’iniziativa
Al Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi ad www.fondoambiente.it).
Agrigento il FAI ha invece saputo giovarsi di un sistema irriguo mil-
lenario, dove l’acqua proviene da condotti di captazione sotterranei,
scavati ben 2500 anni fa alla base dei due versanti rocciosi della valle.
Nel 2005 la Fondazione, ricorrendo a tubazioni in terracotta, ha com-
pletato il sistema in alcune parti dell’agrumeto e ha risanato il torrente
della Badia Bassa e il suo affluente, lavori che hanno messo in sicurezza
l’area, riducendo il rischio di inondazioni - già avvenute in passato - av-
viando processi di rinaturalizzazione delle sponde dell’alveo.

ambiente 15
Ultime notizie
dal mondo FAI
Mostre, concerti, appuntamenti dei prossimi mesi.
E a Recanati firmato un accordo per il colle di Leopardi

MANUALMENTE LEGNO… “IN MINIATURA”


Torna dal 25 ottobre al 7 gennaio 2018 a Villa Necchi
Campiglio a Milano la rassegna di mostre d’arte e alto artigianato
Manualmente, per questa sesta edizione dedicata al legno. Saranno
esposti oltre 150 preziosi modelli di mobili antichi in miniatura

© Brescia e Amisano
provenienti da collezioni private. Oggetti d’antiquariato e non solo,
sorprendenti per la fine lavorazione dei dettagli, per i materiali, i
decori e per la varietà tipologica, che forniscono una panoramica
sulla storia dell’arredo tra XVII e XX secolo. Prove d’artista o d’e-
same per gli ebanisti del Settecento, tipi da “campionario” da mo-
strare ai clienti nell’Ottocento, o solo curiosi oggetti in miniatu-
ra da collezionare. La mostra sarà anche l’occasione per ragionare WIENER PHILHARMONIKER
sul “modello” come strumento di lavoro e sul “modellista” come CON ZUBIN MEHTA ALLA SCALA
figura di straordinaria inventiva e abilità, fondamentale alla pro-
duzione artigianale e poi industriale nel campo del mobile fino Domenica 8 ottobre 2017 alle ore 20, grande
appuntamento al Teatro alla Scala con il
alla metà del XX secolo. A proposito di ebanisti “moderni”, la mo-
Maestro Zubin Mehta (nella foto) che dirigerà
stra accoglierà alcuni pezzi dei due più famosi ebanisti milanesi al
i Wiener Philharmoniker in un concerto di
servizio dei più grandi designer del XX secolo, Giovanni Sacchi e raccolta fondi a sostegno del FAI e di Villa
Pierluigi Ghianda, cui sarà dedicato anche lo spazio del sottotetto. Necchi Campiglio. In programma la Tragische
Dal 4 al 5 novembre la villa ospiterà anche un’esposizione con Ouvertüre op. 81 di Johannes Brahms, la
mercato dei manufatti di artisti-artigiani selezionati tra le eccel- Sinfonia concertante in si bem. magg. Hob.
lenze italiane ed europee, che presenteranno le loro creazioni. I: 105 per oboe, fagotto, violino, violoncello
Manualmente è una manifestazione ideata da Angelica e orchestra di Franz Joseph Haydn e il
Guicciardini e da Fondazione Cologni dei Mestieri d’Ar- Concerto per orchestra di Béla Bartók. Grazie
a Deutsche Bank, che dal 2009 affianca il FAI
te, main partner del progetto, con cui il FAI ha stretto un
nella sua attività di tutela e valorizzazione
accordo di reciproco sostegno e collaborazione in favo-
dell’arte e del paesaggio italiano. Con il
re dei mestieri d’arte e delle prossime edizioni dell’iniziativa. Patrocinio di Regione Lombardia, Città
Con il patrocinio di Regione Lombardia, del Comune di Milano e Metropolitana di Milano e Comune di Milano.
della Triennale di Milano.

6 BORSE DI STUDIO PER L’ABBAZIA

La Fondazione Ludovico degli Uberti, che


da anni sostiene generosamente il FAI,
ha deciso di sponsorizzare sei borse di
studio in collaborazione con l’Università di
Genova, per il progetto di valorizzazione
dell’Abbazia di S. Fruttuoso a Camogli, con
l’obiettivo di accrescere la conoscenza del
bene e indirizzare al meglio l’intervento.
La Fondazione nasce dalle volontà
testamentarie di Ludovico degli Uberti,
prematuramente scomparso nel 2004,
per promuovere e sostenere la formazione
culturale e professionale dei giovani.

news 16
OLGA PETRIN:
UNA FOLATA DI ARIA FRESCA

Era bella. Era simpaticissima. Era allegra.


Era vitale. Era sempre sorridente. Era
spiritosa. Era decisa. Era un’organizzatrice
nata. Era generosa. Era sempre... una
folata di aria fresca. Era innamorata
dell’Italia, e scelse il FAI per dimostrarlo.
Nel 1987 Olga Petrin (nella foto) fondò la
Delegazione di Portogruaro, città dove
© Archivio FAI

abitava con l’adorato marito Giano e poi,


per carattere, ascendente, spirito sociale e
capacità comunicative e organizzative, fu
una straordinaria Presidente Regionale FAI
— L’Orto delle Monache sul Colle dell’Infinito a Recanati (MC), affidato al del Triveneto dal 1991 al 2000. Da quando
FAI. Nel riquadro, ritratto di Giacomo Leopardi. Giano la lasciò non faceva che dire che
l’unico suo desiderio era di raggiungerlo...
e il buon Dio l’ha esaudita il 24 aprile
UN FUTURO PER “L’ERMO COLLE” DI LEOPARDI scorso. Con il sense of humor che la
Siglato a luglio tra il Comune di Recanati, il FAI, il Cen- caratterizzava preparò da sé l’annuncio
tro Nazionale di Studi Leopardiani e il Centro Mondiale della Poe- della sua morte, da pubblicare su La Voce
sia e della Cultura “Giacomo Leopardi” l’accordo che affida alla del Cittadino e affiggere in città. Unica! Nel
Fondazione la valorizzazione culturale di quella suo testamento, non dimenticando nessuno
porzione del Colle dell’Infinito, definita Orto con numerosi legati, nominò il FAI suo erede.
delle Monache. Un progetto che mette in relazio- Un significativo prossimo restauro le sarà
dedicato perché il suo spirito continui a
ne i due aspetti del luogo, quello paesaggistico e
incoraggiare nuovi successi.
quello filosofico e poetico per un lavoro di tutela,
conservazione e promozione del patrimonio im- Marco Magnifico
materiale costituito dal pensiero e dalla sensibili-
tà di Giacomo Leopardi. Un’opera dedicata a un
pubblico ampio perché possa vivere le emozioni
che da sempre suscitano i luoghi leopardiani e in
particolare il piccolo orto-giardino dove il poeta
concepì nel 1819 “L’Infinito”, la sua lirica più celebre e rappresenta-
tiva, ispirata dalla “siepe che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il
guardo esclude”. A un intervento di restauro, che restituirà a quello
spazio quel senso di semplicità che gli è connaturato, si affiancherà
un importante progetto di valorizzazione culturale che si concentre-
rà sulla creazione di un patrimonio di conoscenza che sarà al centro
di un videoracconto, con l’obiettivo di fornire al pubblico nozioni e
sensazioni per affrontare con consapevolezza la visita dell’orto.

grandi progetti di domani.


SOSTIENI IL FAI ANNO DOPO ANNO Scegli il sostegno continuativo e insieme potremo
costruire un’Italia più bella, più ricca, più
partecipata.
Iscrivendoti al FAI hai scelto di intrecciare la tua storia
Scopri come fare su www.insiemefai.it.
con quella della Fondazione. Una storia, spesso di
Per ringraziarti della tua fiducia riceverai
lungo periodo, che hai rinnovato anno dopo anno. Per
a casa un riconoscimento speciale!
questo a te, che sei protagonista ogni giorno della
nostra missione, oggi chiediamo di fare un passo in
più e di scegliere il sostegno continuativo.
Come un grande albero, il FAI può continuare a
crescere e a puntare i rami verso l’alto solo grazie
alle sue solide radici, costituite da tutti coloro
che condividono il suo impegno per la tutela e la
valorizzazione del patrimonio d’arte e natura italiano
e, confermando il loro sostegno ogni anno, possono
permettergli di pianificare in modo strutturato i

news 17
L’autunno nei beni
della Fondazione
I migliori vivaisti italiani a Masino. A caccia di streghe
in tutta Italia. Giocattoli, dolci e tante idee per il Natale

© IStock
Foto di Gabriele Barbero, 2015 © Archivio FAI

dal 28 ottobre al 1° novembre

Leggende e misteri
nei beni del FAI
da venerdì 20 a domenica 22 ottobre CASTELLO DELLA MANTA, CASTELLO E PARCO
DI MASINO, VILLA PANZA, VILLA DELLA PORTA
Due giorni per l’autunno BOZZOLO, MONASTERO DI TORBA, CASTELLO DI
CASTELLO E PARCO DI MASINO, CARAVINO (TO) AVIO, VILLA DEI VESCOVI, CASA CARBONE

Arbusti dalle foglie arancioni e rosse, sementi In occasione della festa più “spaventosa”
rare, rose a fioritura invernale, zucche dell’anno, cavalieri e fantasmi, gnomi e folletti
ornamentali, piante officinali e da orto, frutti animeranno con visite teatralizzate e attività
antichi, viole ibride, fiori di loto e molto per grandi e bambini numerosi beni della
altro... Un trionfo di profumi e colori nel parco Fondazione. Gli eroi, i mitici personaggi, le
ottocentesco del castello per la tredicesima nobili famiglie e gli umili inservienti che hanno
edizione dell’attesa mostra e mercato di piante abitato tra le mura di dimore, di castelli e di
e fiori insoliti, attrezzi e arredi per il giardino monasteri torneranno in vita e condurranno
organizzata con la regia dell’architetto Paolo gli ospiti alla scoperta delle vicende più antiche
Pejrone, fondatore e Presidente dell’Accademia e misteriose con racconti e storie di paura, tra
Piemontese del Giardino. In esposizione le realtà e leggenda, tra travestimenti e sorprese.
collezioni di 150 tra i migliori vivaisti italiani
Informazioni sulle singole date www.fondoambiente.it
ed europei, oltre a specialità gastronomiche del
territorio e prelibatezze e la possibilità di acquistare
prodotti dell’orto e del frutteto autunnale.

Il calendario “Eventi nei beni del ufficiale del FAI, e al prezioso contributo
FAI 2017”, è reso possibile grazie al di Pirelli che conferma per il quinto anno
significativo sostegno di Ferrarelle, consecutivo la sua storica vicinanza alla
partner degli eventi istituzionali e acqua Fondazione.

manifestazioni nei beni 18


Foto di Dario Fusaro, 2013 © Archivio FAI

— Sopra, espositori alla manifestazione “Due giorni per


domenica 5, 12, 19, 26 novembre l’autunno” al Castello e Parco di Masino a Caravino (TO).

Galuperie
CASTELLO DELLA MANTA, MANTA (CN)
18, 19, 25 e 26 novembre, 2 e 3 dicembre

Affreschi straordinari, melodie antiche e dolci Natale a Villa Bozzolo


delizie per pomeriggi autunnali davvero unici. VILLA DELLA PORTA BOZZOLO, CASALZUIGNO (VA)

Gli eventi possono subire variazioni: si consiglia


di verificare sempre su www.fondoambiente.it
Quattro appuntamenti per scoprire le splendide
sale del castello lasciandosi coinvolgere dalla L’eccellenza artigiana ed enogastronomica sarà al
musica. E per anticipare l’atmosfera del Natale centro della mostra e mercato allestita per tre fine
verranno allestiti laboratori per la creazione di settimana nell’affascinante dimora settecentesca. Si
addobbi e degustazioni di prodotti del territorio troveranno interessanti spunti per doni natalizi per
cuneese e di montagna, dal succo di mela alle tutti i gusti: da vini pregevoli a panettoni preparati
tisane alla cioccolata calda che accompagneranno da mastri pasticceri, da specialità regionali a rare
dolci alla nocciola, cioccolatini... L’occasione per tipologie di tè, dagli oli provenienti da tutta Italia
farsi prendere per la gola e soddisfare la propria al cioccolato in tutte le sue forme. E, ancora, una
voglia di arte, musica e cose buone! selezione di oggetti in ceramica, vetro e legno,
tessuti, gioielli, piante invernali e decorazioni. In
programma anche laboratori creativi per adulti e
piccini per realizzare addobbi per le feste e scoprire i
segreti per preparare un cenone perfetto.
sabato 25 e domenica 26 novembre

Le stanze dei giochi


VILLA NECCHI CAMPIGLIO, MILANO

Una mostra e mercato dedicata alle famiglie


per scoprire giocattoli fatti a mano e iniziare
a pensare ai regali per il Natale. L’ evento
Foto di Davide Poerio, 2015 © Archivio FAI

organizzato in collaborazione con la Comunità


Cenacolo - che si è occupata dell’ideazione e
della realizzazione artigianale dei giochi in
vendita - sarà l’occasione per riscoprire ciò
che stimola l’immaginazione, l’ingegno e la
voglia di inventare e di costruire. Ad arricchire
l’esposizione decorazioni per le feste, libri,
passatempi didattici, abbigliamento per bambini
oltre a dolci e specialità al cioccolato.

manifestazionineibeni 19
Ti amo,
perciò ti lascio.

UN LASCITO AL FAI.
PER L’ARTE, PER LA NATURA, PER SEMPRE.
Con un lascito o una donazione al FAI, proteggi i luoghi dove passeggeranno i figli dei nostri figli.

Sì, desidero ricevere la Guida ai Lasciti e alle Donazioni (senza alcun impegno e in totale riservatezza)
NOT 144

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