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C’erano una volta un gessetto e una lavagna.


Quante ne avevano passate insieme, quanti bambini
avevano visto tremare al loro cospetto perché
impreparati o anche solo preoccupati di non
conoscere la lezione. 2
Una notte durante le feste natalizie, quando la scuola, si sa, resta
tutta sola, i due compagni decidono di fare un giretto e vedere un
po’ cosa c’era al di là della loro misera aula.
Entrano in una grande stanza piena di strane macchine, ma
all’improvviso queste cominciano a funzionare da sole: suonano,
cantano, proiettano immagini.
“Che diavoleria è questa?” dice il gessetto.
“Non so fermarle!” continua preoccupato e anche un po’ adirato. 3
Spaventati, scappano via e si spostano in un’altra stanza dove ci
sono tanti materiali per modellare e poi ancora tanti giochi.
I due si chiedono: “Ma è una scuola questa?”
“Che ci fanno i bambini con tutte queste cose?”
“Di certo non imparano amico mio” - dice la lavagna assumendo
un aria da vecchia maestra.
“Giusto!” - ribatte il gessetto - “Per imparare serviamo solo noi!”
“Ben detto, amico!” - continua la lavagna.
“Qui ci vuole un rimedio” - pensa il gessetto.
Pensa e ripensa e l’idea dopo un po’ arriva.

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“Bisogna buttare via tutte queste cose”- dice e subito si mettono al lavoro.
Faticano una notte intera per nascondere tutti quegli strani congegni che la
scuola considerava strumenti per imparare.
Intanto, alcuni disegni realizzati dai bambini affissi alle pareti, cercavano di
dissuadere i due amici, ma niente da fare, i due si sentivano spodestati e non
mollavano la loro idea.
Alla fine della giornata erano molto fieri del lavoro svolto.
In giro si vedevano solo aule, banchi, lavagne e gessetti e c’era anche più
spazio. “Ecco quel che serve” - pensò il gessetto. 5
Arriva il primo giorno di scuola dopo le vacanze.
Un vociare di bimbi accompagna l’ingresso nelle aule.
I due amici si fanno l’occhiolino sicuri di aver fatto un buon lavoro
e che il loro ruolo sarebbe tornato all’antica gloria.
In effetti al momento, nessuno si accorge del cambiamento, tanto
che i due si convincono ancora di più di aver fatto la cosa giusta.
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Ma giorno dopo giorno i lavori affissi alle pareti ingialliscono
perché i bambini non hanno più strumenti per realizzarne di
nuovi.
Non c’è più musica in quella scuola e nessuno impara a
suonare, a recitare e a costruire perché non ci sono
strumenti per farlo.
L’allegria e la voglia di imparare piano piano svaniscono.
I bambini e le maestre finiscono per non usare neanche più
la lavagna e il gessetto.
Che tristezza in quella scuola!

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“Una scuola dove non si impara più, dove nessuno vuole più
andare, questa è davvero una sventura” - pensa la lavagna.
Una notte i due amici in giro per quella scuola, ormai triste e
spenta, si imbattono in un grande libro e cominciano a sfogliarlo.
E, sfogliando sfogliando, dalle pagine macchie di colore cominciano
a proiettarsi sulle pareti della scuola.
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Era forse un libro magico?
Da quelle pagine cominciano a staccarsi fotografie che volteggiano come spinte
dal vento, cominciano anche a sentirsi suoni e risate di bambini: era come sentire
l’eco di momenti passati. Momenti vissuti in quella scuola prima della loro idea; si
insomma, quella di fare piazza pulita.
Se era magico questo non lo sappiamo, ma di sicuro si trattava del libro dei
ricordi.
Foto dopo foto sembrava quasi nevicasse. 9
La lavagna non faceva in tempo a guardarle tutte, ma non ci volle molto
tempo per rendersi conto con stupore che i bambini avevano imparato tante
cose anche senza di lei.
E il gessetto?, dove era finito il gessetto? Quasi incredulo si rende conto che i
bambini con quei congegni infernali riuscivano a farci cose originalissime
imparando senza accorgersene tantissime altre cose ben più importanti.
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“Sai qual è il problema amico mio?” - dice il gessetto con
grande amarezza.
“Siamo stati troppo tempo chiusi nella nostra aula e non ci
siamo accorti che i bambini avevano bisogno d’altro per
imparare. Abbiamo pensato di essere i soli conoscitori delle
regole del sapere e abbiamo spento il sorriso di questi
bambini”.
“Che ne dici di rimettere tutto a posto?” - propone la
lavagna; - “forse siamo ancora in tempo!”
Il gessetto non se lo fa ripetere una seconda volta.
Lavorarono tutta la notte e al mattino seguente, quando i
bambini rientrano a scuola, trovano ogni cosa al loro posto,
ma c’era qualcosa in più.

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Su ogni lavagna di ogni aula il gessetto aveva scritto un
messaggio ai bambini

Impara bambino
e per farlo usa
tutto ciò che puoi,
e un giorno
il mondo sarà
veramente tuo!

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Nuova collana per bambini: “O ascoltate i bambini o mi arrabbio”
Volume 1. La lavagna e il gessetto

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