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Qui vediamo che c’è anche un vaso sanguigno. Il nucleo è appiattito. Si vede
la parete del vaso e all’interno ci sono le cellule del sangue.
Il tessuto connettivo lasso lo troviamo in diverse zone, perlopiù avvolge gli organi e vi entra all’interno
andando formare un reticolo, lo stroma, cioè il tessuto di sostegno dell’organo. Il tessuto connettivo lasso
presenta fibre che mostrano abbondante sostanza intercellulare, fibre che possono formare una rete e in
cui vediamo che le cellule assumono un ordine sparso, non sono orientate.
Regolare se le fibre sono parallele tra di loro. Se I fasci sono tanti, più della sostanza amorfa, e quindi
anche l’orientamento dei fasci preme sulle cellule orientandole. Quindi vedremo come le fibre danno anche
una direzione, un orientamento alle cellule. Abbiamo detto che lo troviamo nei tendini, nei legamenti, lo
troviamo anche in quella parte dell’occhio che è la cornea. La cornea è un tessuto connettivo che è rivestito
all’esterno e all’interno da tessuto epiteliale. La cornea è rinnovabile, quindi ci sono degli interventi in cui si
usano delle cellule staminali di cornea che poi vengono messe in coltura e
infine applicate al paziente.
Invece il tessuto connettivo denso di tipo irregolare, che troviamo ad esempio nel derma e al di sotto
dell’epidermide, presenta delle fibre intrecciate tra di loro.
Si vedono in queste cellule rosse le fibre blu. In questi spazi è presente sostanza fondamentale amorfa.
E questa è l’immagine di un derma, sopra abbiamo il tessuto epiteliale, in seguito la lamina basale e lo
strato corneo. Si distinguono le fibre e le cellule.
Il tessuto connettivo può anche essere di tipo elastico, cioè un tessuto connettivo in cui sono presenti le
fibre elastiche. Le fibre elastiche si mettono in evidenza con una colorazione che si chiama orceina.
Il tessuto connettivo e in particolare quello lasso è costituito da fibre e da sostanza intercellulare amorfa, le
fibre si raggruppano in fasci e in questo tessuto circola il liquido interstiziale.
Con le nuove tecniche di endoscopia laser confocale che permette di osservare del materiale vivo al di sotto
di un certo spessore, per cui si ha un’immagine tridimensionale, si possono fare delle immagini a diverse
altezze.
Abbiamo detto nella prima lezione che per studiare un tessuto dobbiamo cercare il più possibile di
mantenere intatta la sua forma e impedire che le cellule muoiano e che gli enzimi contenuti nei lisosomi
digeriscano e quindi aprano la giuntura del tessuto , per fare ciò ricorriamo ai fissativi. Questi però
possono produrre degli artefatti, per esempio nel caso delle ghiandole esocrine miste (sia mucose che
sierose) si è visto che quella semiluna chiamata semiluna di Giannuzzi è in realtà poi un artefatto (….. parole
indecifrabili….). Nei preparati la parte sierosa si dispone come un cappuccio sopra o sotto quella mucosa ,
tale cappuccio sarebbe la semiluna.
Quindi quando fissiamo arriviamo ad un compromesso per osservare la struttura, invece utilizzando queste
tecniche di miscroscopia confocale si è visto che in questo tessuto connettivo, in particolare nel tessuto
connettivo lasso, esiste un interstizio, cioè esistono delle cavità che sono delimitate da fasci di tessuto
connettivo che si intrecciano. Sono dei fasci leggeri , non sono dei fasci grossi e delimitano le cavità in cui si
trova il liquido interstiziale. Queste cavità formano una rete comunicante tra tutti questi tessuti connettivi.
Tutti gli elementi che si trovano nel tessuto connettivo dunque non hanno bisogno di entrare nel circolo
sanguigno e poi fuoriuscire per comunicare, ma possono rapidamente circolare a livello del tessuto
connettivo.
Questo è molto importante per la migrazione delle cellule che formano un tumore poiché non hanno
bisogno di entrare e uscire dal circolo sanguigno, ma più rapidamente possono spostarsi attraverso il
tessuto connettivo per raggiungere gli altri distretti.
Ancora più importante dal punto di vista meccanico, descritto in un articolo uscito su Nature circa un anno
fa, è il fatto che questo tipo di interstizio si trova in tutti gli organi che sono soggetti a contrazione (a
peristalsi per l’intestino) e quindi questa morfologia deve essere rivista perchè è una morfologia che porta a
una fisiologia diversa.
Tutto questo lo vediamo in un tessuto non fissato in vivo, e queste cavità, questo interstizio, è delimitato da
fasci sottili che formano la rete e sulla parete di questi fasci si trovano delle cellule, i fibroblasti, che
possono anche essere visti con i marcatori delle cellule staminali.
Questo studio si è svolto studiando la parete di un dotto biliare. Hanno visto la mucosa che riveste la parte
interna, la membrana basale e il tessuto connettivo sottostante che si presenta a formare questa rete e le
cellule sono addossate alla parete ma non la rivestono. In mezzo c’è questo liquido che passa attraverso le
cavità comunicanti (non sono spazi isolati) perciò tutto quello che è all’interno di queste cavità diffonde
nelle altre cavità e queste cellule mostrano dei particolari marcatori ad esempio il marcatore CD34, ……
Questi sono due preparati che venivano da un pezzo anatomico congelato e questo è lo stesso pezzo
anatomico che è stato fissato, in quest’ ultimo non vediamo questa serie di cavità che sono presenti invece
nel corrispondente congelato
TESSUTO CARTILAGINEO
La cartilagine è un tessuto di sostegno, la troviamo a livello dell’embrione follicolare per esempio, a livello
del naso, a livello della trachea e poi all’estremità delle ossa dove forma una specie di cuscinetto ed è
quindi importante perché si trova sulle superfici articolari.
I fibroblasti sono libere nella sostanza intercellulare, le cellule cartilaginee rimangono all’interno di nicchie
costituite da sostanze che sono sempre glicosamminoglicani che poi diventano proteoglicani,i quali sono
prodotti da loro stessi.
Le cellule della cartilagine, quando sono proliferanti, le chiamiamo condroblasti, invece quando sono
quiescenti le chiamiamo condrociti. Queste cellule secernono la matrice o sostanza fondamentale e sono
responsabili delle sintesi delle fibre collagene.
Le fibre collagene della cartilagine sono costituite da unità di tropocollagene le cui tre catene sono le tre
catene alfa che troviamo nel collagene di tipo I, infatti nella cartilagine troviamo un tipo di collagene che è
di tipo II. Le fibre possono essere elastiche, ma mancano le
fibre reticolari.
Vediamo uno strato di epitelio pseudostratificato della trachea, poi sotto abbiamo del tessuto connettivo, e
infine abbiamo invece il tessuto cartilagineo separato dal connettivo da degli spazi che si sono formati a
seguito del taglio- in realtà questi spazi non dovrebbero esistere quindi sono artefatti .
Questo tessuto connettivo che avvolge questo tessuto cartilagineo lo chiamiamo pericondrio.
Queste si trovano dentro a delle nicchie e si può vedere che intorno alla nicchia la sostanza intercellulare è
più scura.
Se ci spostiamo dalla zona centrale, vedete che le cellule cominciano ad essere ovalari, rotondeggianti e
non raggruppate. La graffa vi indica l’estensione del tessuto cartilagineo (la graffa non si vede ma va dal
margine definito destro in rosa acceso al margine sinistro in rosa più chiaro poco definito poiché poi va a
frastagliarsi a causa della preparazione istologica)
Questa è una sezione dello stesso tipo di “pezzo anatomico”, parliamo sempre di una trachea, perché vedo
sempre questo tessuto che è pseudostratificato all’esterno. A
questo ingrandimento vedo le ciglia, le cellule caliciformi e al
di sotto c’è il tessuto connettivo.
Tornando all’origine, la cartilagine si forma a livello del mesoderma. Le cellule mesenchimali sono cellule
del connettivo dell’embrione. Le cellule del connettivo embrionale, che hanno forma stellata, cambiano
forma e diventano ovali, perdono i prolungamenti, proliferano, e in questo tessuto embrionale si vede
un’isola formata da cellule che hanno una morfologia diversa da quella delle cellule mesenchimali. Poi
queste cellule secernono la sostanza fondamentale propria della cartilagine che è sempre costituita da una
parte amorfa e una organizzata in fibre. Le fibre collagene però sono diverse. Qui ci sono
glicosamminoglicani solforati acidi, ad esempio i condroitin solfati sono molto abbondanti e sono una
caratteristica della sostanza fondamentale della cartilagine.
Attorno alla cartilagine abbiamo un tessuto connettivo che si chiama pericondrio, che ha anche la
funzionalità di formare nuova cartilagine. All’interno della cartilagine le cellule possono proliferare dando
luogo all’accrescimento interstiziale, mentre l’accrescimento dovuto al pericondrio è accrescimento per
apposizione.
Questo è uno schema di come avviene l’accrescimento interstiziale: la sostanza fondamentale della
cartilagine è in verde e queste 3 sono le cellule avvolte da questa sostanza intercellulare. Queste cellule
vanno incontro a mitosi, si possono vedere i cromosomi che si stanno portando all’estremità della cellula, la
cellula si divide in due e le due cellule figlie rimangono vicine e formano questo gruppo isogeno costituito
da 4 cellule.
I gruppi isogeni sono avvolti da sostanza fondamentale piuttosto densa che viene a formare la lacuna
all’interno della quale si possono trovare più cellule che poi fanno parte di questo gruppo che ha origine
I diversi tipi di cartilagine dipendono dalla sostanza fondamentale che essa presenta.
-La più diffusa è quella ialina. Le fibre sono disposte in fasci intrecciati e poco densi. La cartilagine ialina si
trova nella cartilagine costale, a livello del naso, nelle articolazioni, nella trachea, nei bronchi e le sue fibre
sono composte da collagene di tipo due e matrice basofila per la presenza di gruppi acidi. Le cartilagini che
si trovano a livello delle superficie articolari, non presentano pericondrio e si interpongono tra le superfici
delle ossa
.
-La cartilagine di tipo elastico presenta abbondanza di fibre elastiche. Si trovano in pochi distretti come
peresempio nell’orecchio ( immagine a destra) e nell’epiglottide (immagine centrale)
-La cartilagine fibrosa, presente nel tessuto connettivo denso regolare, mostra fibre orientate in fasci
paralleli tra di loro. La cartilagine fibrosa la troviamo nei dischi intervertebrali disposti tra una vertebra e
l’altra per formare un cuscinetto, nella sinfisi pubica e nella zona di intersezione tra i tendini e le ossa
permettendo l’aggancio dei primi sull’osso. Il collagene è di tipo uno con matrice acidofila. Nei dischi
intervertebrali c’è un residuo della notocorda che forma il nucleo polposo del disco.
Nell’embrione l’osso si può differenziare all’interno del tessuto connettivo embrionale oppure da un
modello creato da un tessuto cartilagineo che deve involvere, quindi le cellule cartilagine muoiono e
lasciano uno spazio libero all’invasione di cellule competenti a formare un tessuto osseo.