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LE LEGGI DELLO STATO E LE LEGGI REGIONALI.

• Le leggi statali ordinarie sono approvate dal Parlamento con una


procedura regolata dalla Carta Costituzionale artt70ss.
La legge ordinaria può modificare o abrogare qualsiasi norma avente valore di
legge, invece non può essere modificata o abrogata una legge successiva art 15
disp.prel.c.c. AD es. l’art 25 comma 2,Cost non possono essere regolate se non
mediante le leggi. Le leggi statali sono paragonate sia i decreti legislativi
delegati che i decreti legge di urgenza. Si tratta di provvedimenti avente forza
di legge emanati dal Governo e non dal Parlamento , avviene in virtù di una
legge di delega del Parlamento , che deve specificare l’oggetto della delega e i
principi e i criteri al quale il Governo deve attenersi , art 76Cost. , si
impone quindi il rispetto dei limiti della delega , altrimenti il decreto
legislativo risulta incostituzionale (eccesso di delega). In presenza di
necessità o urgenza è necessario che il decreto-legge del Governo venga
convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni , altrimenti perde la sua
efficacia. Art 77Cost.

• La legge ordinaria, può essere abrogata con il referendum popolare


art75Cost.
L’art 117 della Carta Costituzionale, approvata nel 1948,attribuiva alle regioni
un potere legislativo , ponendo il diritto di fonte regionale rispetto a quello
dello Stato. Tale articolo, regola i rapporti tra leggi dello Stato e leggi
regionali, definendo le rispettive competenze. Lo Stato ha potestà legislativa
esclusiva ………. Il criterio fondamentale cui si ispirano i rapporti tra legge
statale e legge regionale non è più quello della gerarchia, ma quello della
competenza.

C) I REGOLAMENTI.
• I regolamenti sono fonti secondarie,sottordinate alla legge, e possono
essere emanate dal Governo, dai ministri, e da altre autorità amministrative
anche non statali, come autorità indipendenti come all’attività dell’energia
elettrica e il gas. I regolamenti per es, disciplinano l’organizzazione e il
funzionamento dei pubblici uffici o degli organi costituzionali , per es i
regolamenti parlamentari ,( hanno rango di norme primarie.)ovvero regolano
specifiche materie in forza di una legge delega o autorizzazione contenuta in
una legge, che può fare rinvio , per completare la disciplina.
• Dall’art 4 co.1 delle preleggi, i regolamenti non possono contenere norme
contrarie alle disposizioni di legge. Qualora un giudice rileva rileva un
contrasto tra la norma regolamentare e la norma di legge, egli è tenuto a
disapplicare la prima , perché non terrà conto della controversia sottoposta al
suo esame, perché sarà risolta in base alla norma contenuta nella legge. Per
questa ragione , la Corte Costituzionale , ha escluso il proprio controllo di
legittimità sui regolamenti , potendo riguardare soltanto la legge e gli atti
avente forza di legge.
• Quando un regolamento è impugnato davanti ad un giudice amministrativo, ha
il potere di provvedere con sentenza all’annullamento del regolamento contrario
alla legge.
• La differenza tra l’annullamento e la disapplicazione consiste , se il
regolamento è annullato la sua efficacia viene rimossa, ed esso non è più
applicabile neanche nei casi diversi da quello che ha dato origine
all’impugnazione. Invece la disapplicazione opera solo nell’ambito di uno
specifico processo, ma il regolamento rimane in vigore e potrebbe essere
applicato in altri casi , se per es un altro giudice interpreta diversamente il
regolamento e la legge senza riconoscere un’incompatibilità tra le due fonti.

LE FONTI COMUNITARIE.
• L’ingresso dell’Italia avvenne prima nelle comunità Europee e poi
nell’Unione Europea , con l’adesione a trattati internazionali che si
identificano con il Trattato sull’Unione Europea con il trattato sul
funzionamento dell’Unione Europea e con la Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione Europea.
Dall’art 117 comma 1Cost. afferma che la potestà legislativa è esercitata dallo
Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli
derivati dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.
• La CGUE (corte di giustizia dell’unione europea) afferma che gli organi
nazionali di ultima istanza sono chiamati a fare tutto il necessario non solo
affinché venga applicato il diritto di fonte comunitaria, ma anche affinché
venga applicata l’interpretazione che viene fornita alla corte di giustizia.
• Le fonti derivate sono: I REGOLAMENTI, LE DIRETTIVE, LE DECISIONI.
I REGOLAMENTI: art288,comma2 del TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL’UNIONE
EUROPEA DETTO ANCHE FUE. Contengono norme applicabili dai giudici dei singoli
Stati membri, come se fossero leggi dello Stato. Prima la Corte di giustizia poi
la Corte costituzionale, hanno chiarito che nel caso di contrasto tra un
regolamento e una legge interna, il giudice italiano deve disapplicare la norma
interna e applicare , la norma regolamentare (norma interna posteriore a quella
regolamentare, pone in posizione gerarchica superiore a quella della legge
ordinaria dello Stato.)
• LE DIRETTIVE: art288 comma3 si rivolgono agli organi legislativi degli
Stati membri ed hanno lo scopo di unirsi alle legislazioni interne dei singoli
Paesi. A differenza dei regolamenti , le direttive non sono subito efficaci
nell’ordinamento dei singoli Stati, ma devono essere attuate tramite
l’emanazione di apposite leggi dei rispettivi Parlamenti. Per es la disciplina
dei contratti del consumatore venne introdotta nel nostro ordinamento in
attuazione della direttiva 93/13 CE (COMUNITA’ EUROPEA),il cui scopo era quello
che tutti gli Stati membri assicurano un livello di protezione dei consumatori
contro le clausole contrattuali vessatorie o abusive.
• Un direttiva se non ancora attuata non può fonde diritti tra privati e
non può essere applicata da un Giudice italiano per risolvere una controversia
tra singoli individui , qualora le norme della direttiva sono specifiche e sia
scaduto il termine per la sua attuazione , gli organi della Pubblica
Amministrazione vi si devono uniformare anche in assenza di un’apposita legge di
recepimento. Un cittadino che ha subito un danno a causa del mancato o tardo
recepimento della direttiva, può avvenire quando la direttiva è volta ad
attribuire specifici diritti al privato, che non li ha acquisiti a causa
dell’omesso recepimento nell’ordinamento interno, chiedendo il risarcimento allo
Stato.
• LE DECISIONI : Art 288comma4, disciplinano situazioni ben definite, e sono
vincolati soltanto per i soggetti destinatari specificamente individuati,
persone fisiche o giuridiche oppure Stati membri. Questo tipo di atto è stato
dotato dalla Commissione nell’ambito della concorrenza .La corte di giustizia
dell’unione Europea ai sensi dell’art 267 TRATTATO FUE in tema di
interpretazione dei trattati. Qualora un giudice nazionale ritiene che la
questione su cui debba decidere comporta l’applicazione di una norma
comunitaria, il cui significato sia dubbio, può sospendere il giudizio e
chiedere alla Corte di giustizia un’interpretazione alla norma.
• Le sentenze interpretative emesse dalla Corte sono vincolanti cioè
prevalgono pure sulle norme di legge incompatibili determinando la
disapplicazione. Per avere una tempestiva attuazione delle direttive è stato
elaborato lo strumento della legge comunitaria, ossia una legge generale
approvata anno per anno con la quale il Parlamento delega al Governo
l’emanazione dei decreti legislativi di attuazione di una serie di direttive in
scadenza del termine di attuazione.

LA CONSUETUDINE.
• Nella tradizione giuridica sono presenti sia la consuetudine che la legge,
quindi non vi è società organizzata senza la consuetudine e la legge, sono
presenti sia in misura maggiore che minore
• Una consuetudine nel linguaggio del codice civile in dottrina si usa
chiamare consuetudine assume il nome di uso. Esso sussiste quando:
• la ripetizione, generale e costante in un certo ambiente per un tempo
prolungato, viene osservato come regola di condotta tra i privati. ( è
l’elemento materiale e oggettivo della consuetudine denominato USUS.
• Atteggiamento di osservanza di quel comportamento in quanto ritenuto
DOVEROSO e non sempre conforme a prassi. Esprime la condizione di giuridicità
della consuetudine, l’uso viene recepito all’interno in una collettività di
individui come fonte di regole giuridiche dette coercitive.
• l’uso normativo, è norma giuridica che costituisce fonte di diritti tra i
privati , il singolo che lamenta la lesione di un proprio diritto, derivate da
una fonte consuetudinaria potrà rivolgersi al giudice per ottenere provvedimenti
di tutela di quel diritto.
• La consuetudine non è prevista e disciplinata dalla costituzione. Essa
costituisce fonte del diritto art1 disp.prel. In virtù di una disposizione di
rango legislativo. La consuetudine è fonte subordinata alla legge e può operare
solo nei limiti in cui la legge lo consente.
• L’ammissibilità della consuetudine cosidetta contra legem, se ne trova
conferma nell’art 15 disp.Prel.cc LE LEGGI NON SONO ABROGATE CHE DA LEGGI
POSTERIORI, è escluso che una legge possa essere abrogata tramite desuetudine,
cioè in forza di una consuetudine in contrasto con la legge stessa.
• L’art 8 comma 1, disp.prel.cc. Stabilisce che nelle MATERIE REGOLATE DALLE
LEGGI E DAI REGOLAMENTI GLI USI HANNO EFFICACIA SOLO IN QUANTO SONO DA ESSI
RICHIAMATI.
• Si dicono consuetudini SECUNDUM LEGEM quelle che operano in accordo con la
legge in quando ad esse la legge fa rinvio, sono infatti numerose le norme del
codice che per la regolamentazione di determinati rapporti. Artt1492,
1497,1510,1512,1517,1520,1521,1522,1527,1528,1535cc. Norma dispositiva
applicabile es art 1187cc.
• La consuetudine non richiamata da fonti scritte ma , possibilmente
rilevante come fonte integrativa della disciplina posta dalle fonti scritte è
detta consuetudine PRAETER LEGEM. l’art 12 comma 2 disp.pel.cc. Prevede quali
tecniche di integrazione del diritto lacunos, l’analogia e il ricorso ai
principi generali del diritto non menzionando la consuetudine.
• Il diritto consuetudinario in quanto non scritto è depositato nelle fonti
ufficiali di cognizione, sollevando delicati problemi di accertamento nel suo
contenuto. Per la consuetudine il principio iura novit curia ossia il principio
per cui l’esistenza di una norma non deve essere PROVATA dalla parte che ne
chiede l’applicazione, in quanto l’ordinamento giuridico dello Stato è noto ai
giudici dello Stato. Pertanto il giudice che deve applicare la consuetudine di
cui è a conoscenza. Però l’esistenza di una norma consuetudinaria, di cui una
parte pretende l’applicazione sia controversa debba essere accertata. l’attività
probatoria non è soggetta a forma legali. La prova può essere fornita facendo
ricorso ad ogni mezzo consentito per l’accertamento di fatti , documenti,
testimonianze. Esistono raccolte ufficiali di usi; es:quelle curate dalle camere
di Commercio che raccolgono gli usi commerciali praticati su una certa piazza.
Che non hanno nessun valore dii fonte normativa, ma determina l’esistenza degli
usi da esse documentati art 9 disp.prel.cc.
• l’uso è appunto un uso normativo e si distingue dagli usi negoziali o
contrattuali, che valgono solo per l’integrazione degli effetti del contratto
artt 1340 1374cc. usi interpretativi che assolvono ad una funzione
interpretativa del contratto art 1368cc.

IL CODICE CIVILE.
• Tra tutte le leggi ordinarie dello Stato ricordiamo i codici, infatti
abbiamo il codice civile, il codice penale, il codice di procedura civile, il
codice di procedura penale, e il codice della navigazione.
• il termine codice indicava un libro cucito sul dorso CODEX ha molti
significati: Nel linguaggio giuridico con il termine codice , si intendeva una
raccolta di materiali normativi com’è accaduto per il codex inserito nel corpus
iuris civilis di Giustiniano, che raccoglieva una serie di COSTITUTIONES
imperiali. L’evoluzione della teoria giuridica e dei sistemi normativi ha
portato ad individuare come codice non più una raccolta di leggi definiti
compilatio, ma una legge del tutto nuova che si caratterizza dalla
• ORGANICITA’, SISTEMATICITA’, UNIVERSALITA’ E EGUAGLIANZA. Per la funzione
uniformatrice e innovativa il codice implica l’abrogazione di tutto il
diritto precedente, vigente nella materia codificata e l’accentramento
della disciplina al tutto il territorio, senza favorire l’univocità delle
soluzioni e delle facoltà nel reperimento e consultazione del materiale
normativo .

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