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INDICE
II. STUDIO DELLA FALDA FREATICA DI TRE OASI DELLA PROVINCIA DI TATA:
OUM LAALEG, TIGGANE E TIGSMIRTE................................................... 7
A. Contesto generale della Provincia di Tata.................................................... 7
B. Contesto climatico e idrico di Akka e Tata................................................... 9
C. L’oasi di Oum Laaleg............................................................................... 13
D.L’oasi di Tiggane..................................................................................... 17
E. L’oasi di Tigsmirte................................................................................... 22
IV. BIBLIOGRAFIA................................................................................ 29
ALLEGATO A.
INTRODUZIONE ALLA IDROGEOLOGIA GENERALE E PRATICA..................... 30
A.1 Il ciclo dell’acqua............................................................................... 30
A.2 Distribuzione verticale dell’acqua sotterranea........................................ 31
A.3 Immagazzinamento dell’acqua. Falda acquifera...................................... 35
A.4 Evoluzione e scarico delle falde acquifere.............................................. 35
A.5 Ricarica delle falde acquifere............................................................... 38
ALLEGATO B.
TECNICHE PER LA RILEVAZIONE DEI DATI, STRUMENTI UTILIZZATI E
INDICAZIONI PER LA COSTRUZIONE DI CARTE
PIEZOMETRICHE.................................................................................. 39
B.1 Prelievo di dati.................................................................................. 39
B.2 Costruzione di carte piezometriche....................................................... 42
ALLEGATO C.
CARTE PIEZOMETRICHE ORIGINALI........................................................ 46
INDICE DI FIGURE.................................................................................. 47
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I. OBIETTIVO DELLO STUDIO
Questo studio intende continuare il lavoro iniziato con il precedente studio sulle risorse
idriche realizzato nell’oasi di Oum Laaleg presso Akka in Maggio 2009, nell’ambito del
progetto Rafforzamento delle capacità di intervento delle organizzazioni di base per la
preservazione degli ecosistemi delle oasi in Marocco, per poi estenderlo ad altre due
oasi nella Provincia di Tata, l’oasi di Tigsmerte e l’oasi di Tiggane.
La Provincia di Tata si trova nella Regione di Guelmim Es-Smara, a sud del Marocco,
ed è caratterizzata da un clima arido e con basse precipitazioni. Pertanto, la scarsità
dell’acqua é sempre stata un grave problema per lo sviluppo economico sostenibile ed
ha avuto delle importanti implicazioni socioeconomiche.
Perciò, si fa assolutamente necessario lo sviluppo di una gestione più accurata
dell’acqua che deve tenere in considerazione tutte le condizioni idrologiche e
idrogeologiche, e dare priorità all’utilizzo adeguato ed equilibrato delle risorse idriche
disponibili.
Allo scopo di fornire ulteriori informazioni identificative sullo stato attuale delle risorse
idriche sotterranee nelle tre oasi, e di conseguenza, migliorare la conoscenza sulle
stesse della popolazione locale, il presente studio idrico si concentra sull’analisi della
falda acquifera in queste tre comunità attraverso il prelievo di dati idrici e la
costruzione di carte piezometriche. Questi strumenti saranno fondamentali per
acquisire una conoscenza sul comportamento del ciclo idrologico della zona.
Consapevoli che per arrivare ad avere una conoscenza tale su questo ciclo idrologico e
i suoi impatti sullo sviluppo locale, c’è bisogno di una forte cooperazione
interdisciplinare (idrologia, geologia, topografia, meteorologia, botanica, agronomia,
ecc.), questo studio idrico sarà poi completato con uno studio idrogeologico delle falde
e uno studio fisico-chimico e microbiologico della qualità dell’acqua delle tre oasi
appartenenti alla Provincia di Tata.
Il lavoro ha anche l’obiettivo di fornire una base tecnica e strumenti semplici alle
associazioni ed ai tecnici locali che permetta agli stessi di monitorare periodicamente
questi livelli piezometrici, con il proposito di favorire la gestione locale sostenibile della
risorsa idrica sotterranea.
Il prelievo di dati per questo studio é stato fatto tra i mesi di maggio e novembre
2010.
Parte integrante di questo rapporto é anche una breve introduzione alla idrogeologia
pratica come parte di un percorso formativo che sarà svolto nelle tre comunità.
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II. STUDIO DELLA FALDA FREATICA DI TRE OASI DELLA PROVINCIA DI
TATA: OUM LAALEG, TIGGANE E TIGSMIRTE
La Provincia di Tata è situata nella Regione di Guelmim Es-Smara, nella zona pre-
sahariana a sud del Marocco (fig.1). Confina a nord-ovest con le Provincie di
Taroudant et Tiznit, a sud con la frontiera algerina, a sud-est con le Provincie di
Guelmim e Assa-Zag e a nord-est con le Provincie di Ouarzazate e Zagora. Ha una
superficie di 25.925 km2.
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Fig. 1: Carta con la divisione amministrativa1 del sud del Marocco
1 Etude des schémas régionaux dʼaménagement du territoire des provinces du sud, Janvier 2008
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B. CONTESTO CLIMATICO E IDRICO DI AKKA E TATA
30
Gradi º
20
10
0
Set Ott Nov Dic Gen Feb Mar Ap Mag Giu Lug Ag
2005
Fig. 2: Evoluzione della temperatura media a Tata durante il 2005
40
30
Altezza (mm.)
Altezza (mm.)
30
20
20
10
10
0 0
Sett Dic Mar Giugn Sett Nov Gen Marzo Mag Lugl
2004 2005 2006 2007 2008 2004 2005 2006 2007 2008
Fig. 3 e 4: Evoluzione delle precipitazioni annuali ad Akka e a Tata per gli ultimi cinque anni
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Pluviometria annuale
400
300
Altezza (mm.)
200
100
0
1985 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008
Akka Tata
Fig. 5: Precipitazioni annuali ad Akka e à Tata dal 2004 al 2008
Secondo il quadro del Piano Direttore Sud Atlasique, l’apporto medio d’acqua
sotterranea al bacino di Tata-Addis è circa 540 l/s, con una ritenzione media di 520 l/s
(il resto evapora dai palmeti). Invece, l’apporto medio di acqua sotterranea al bacino
di Akka è circa 640 l/s, con un ritenzione media di 200 l/s, cioè con una elevatissima
evaporazione dai vari palmeti.
Si ipotizza che dal 30 al 50% dell’acqua superficiale proveniente della piena degli
Oueds arrivi direttamente al Oued Drâa, situato a sud della Provincia di Tata. Perciò si
consiglia di regolare questi apporti d’acqua superficiale attraverso la costruzione di
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piccole dighe di ritenzione dell’acqua per migliorare la ricarica delle falde freatiche e
per approfittare di una parte di quest’acqua per scopi agricoli lungo gli Oueds.
Altre fonti di ricarica idrica dell’acquifero a livello locale sono l’acqua torrenziale
superficiale che scende dagli Oueds a grande velocità e che per una parte si infiltra nel
terreno, e per un’altra parte, viene deviata, a scopo agricolo, nelle khettaras di oued
che a loro volta ricaricano la falda. Ma, come evidenziato dalle grafiche precedenti,
l’acqua delle precipitazioni locali e quella che ritorna alla falda attraverso i canali di
irrigazione e le aree di coltivazione ha scarsa ripercussione sulla ricarica.
3 Etude des schémas régionaux dʼaménagement du territoire des provinces du sud, Janvier 2008
12
D’altra parte, la scarica dell’acquifero a livello locale si produce soltanto come
risultato delle attività domestiche e agricole. L’acqua viene prelevata attraverso pozzi
privati, pozzi comunitari e delle khettaras, nelle quali si riscontra un progressivo
prosciugamento dovuto al sovrasfruttamento della falda per gli eccessivi pompaggi
privati.
Secondo dati del ONEP (Ufficio Nazionale dell’acqua potabile) i fabbisogni d’acqua
potabile della Provincia di Tata sono totalmente coperti all’orizzonte del 2020.
Fig. 7: Particolare di carta topografica 4 del territorio di Oum Laaleg ( Mla Leg) in scala 1:100.000
a. Contesto geologico-stratigrafico
5 Carte géologique du flanc sud de lʼAnti-Atlas occidental et des plaines du Dra (Akka-Tafagount-Tata)
6 Buone pratiche e gestione sostenibile dellʼacqua, 2009.
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b. Contesto idrico
La carta piezometrica della figura 10 (in scala 1:5000, coordinate riferite al parallelo
29 N e al meridiano 8 O) evidenzia i livelli piezometrici misurati il 3 Giugno 2010. È
stato misurato il livello di 27 pozzi campione dispersi nell’oasi centrale di Oum Laaleg
(figura 9).
Si calcola che il livello piezometrico medio della falda è di circa 10 metri, e paragonato
al livello osservato l’anno precedente, si nota un abbassamento di circa 1 metro.
Tenendo conto dei differenti periodi di misura (il primo ad aprile 2009 e il secondo a
giugno 2010) si può attribuire l’abbassamento alla fluttuazione naturale della falda
freatica.
D’altra parte, la stessa tendenza del flusso sotterraneo si osserva da ovest verso est
con una brusca caduta (evidenziata in rosso nella figura 10) del livello freatico nei
pressi del pozzo n.18, il che può essere dovuto a un errore durante la misura oppure
all’esistenza di una frattura nel terreno che fa abbassare la falda dal livello 482 al
livello 476.
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Fig. 9: Posizione dei pozzi campione nell’oasi di Oum Laaleg
Flusso sotterraneo
Fig. 10: Carta piezometrica dell’oasi centrale di Oum Laaleg in scala 1:5000
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D. L’OASI DI TIGGANE
L’oasi di Tiggane appartiene alla Comune di Addis, che ha un’estensione di 1.000 km2.
È situata a sud-ovest della città di Tata, tra i meridiani 29º21’ e 29º22’ N e i paralleli
8º11’ e 8º12’ O. L’oasi di Tiggane ha una popolazione di 786 abitanti.
a. Contesto geologico-stratigrafico
Fig. 11: Particolari di carta geologica 7 nel territorio di Tiggane in scala 1:200.000
7 Carte géologique du flanc sud de lʼAnti-Atlas occidental et des plaines du Dra (Akka-Tafagount-Tata)
17
Dall’analisi della carta geologica del territorio, si evidenzia la presenza di materiale
calcareo, grès, scisto argilloso e calcareo nero nelle montagne accanto all’oasi.
Dall’altro si rimarca la presenza di materiale detritico, glacis, terrazze e materiale
calcareo nella zona dell’oasi. Non ci sono colonne litostratigrafiche di questa zona.
b. Contesto idrico
Fig. 12: Foto satellitare di due khettaras à Douar Tiggane (Khettara Ain Ait Oiazan a sinistra)
18
Fig. 13 e 14: Foto satellitare di due khettaras a Douar Tiggane
19
Fig. 15: Posizione dei pozzi campione nell’oasi di Tiggane
Flusso sotterraneo
20
Si osserva una tendenza di flusso sotterraneo da nord a sud, con una inattesa
distribuzione irregolare nella parte est della zona di studio, che può essere attribuita a
pompaggi avvenuti durante il periodo di arresto di 48 ore. Come si può vedere dalla
figura 17, dove sono rappresentati i livelli piezometrici durante la prima (5-6 Maggio)
e la seconda misurazione (28 Maggio), in effetti nei pozzi nei dell’area est (n.9, 10 e
11 ed evidenziati in rosso nella figura precedente) sono stati effettuati dei prelievi
durante il periodo di arresto, impossibilitando così l’elaborazione precisa della carta
piezometrica in quel area. Anche nel pozzo n. 23, per effetto di un presunto
pompaggio, si osserva una curvatura presumibilmente inesistente (evidenziata in
giallo nella figura precedente).
22,5
15,0
7,5
0
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 28 30 32 34
1º misura 2º misura
Fig. 17: Controllo degli errori di misurazione dovuti a presunti pompaggi durante il periodo di arresto
Fig. 18: Particolare di carta topografica 8 del territorio di Tigsmerte (Tigazmirt) in scala 1:100.000
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a. Contesto geologico-stratigrafico
Fig. 19: Particolare della carta geologica 9 riferito al territorio di Tigsmerte (Tigsmert) in scala 1:200.000
9 Carte géologique du flanc sud de lʼAnti-Atlas occidental et des plaines du Dra (Akka-Tafagount-Tata)
23
b. Contesto idrico
24
Fig.20: Posizione dei pozzi campione nell’oasi di Tigsmerte
Flusso sotterraneo
Questo studio intende continuare lo studio precedente, realizzato nel 2009, per
migliorare le tecniche e consolidare le buone pratiche per la gestione delle risorse
idriche nell’ambiente delle oasi nell’ambito di progetti di lotta contro la
desertificazione.
L’importanza di questo studio consiste nel proporre un analisi delle falde freatiche
(stato e disponibilità di risorse idriche sotterranee così come dinamica delle
fluttuazioni e flussi sotterranei) in maniera semplice e facilmente replicabile. In
essenza, si propone lo studio delle falde freatiche attraverso la costruzione e
l’interpretazione di carte piezometriche.
Pertanto, si deduce che è molto importante dedicare il tempo necessario per ottenere
dati di qualità, posteriormente elaborarli in maniera accurata ed interpretarli con
l’aiuto ed il confronto con altri elementi, come le carte topografiche.
La frequenza dello studio dipende del risultato al cui si vuole arrivare. Gli stessi
strumenti e tecniche ci forniscono diversi risultati secondo le diverse elaborazioni e
interpretazioni realizzate con i dati raccolti.
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Questa è l’elaborazione dei dati utilizzata in questo studio. Ci fornisce le curve di
livello della falda freatica in un momento particolare, cioè le altezze dell’acqua
sotterranea in tutti i punti di misura. Si realizza in maniera simile allo standard
classico per il disegno di carte di curve di livello topografico.
Questo tipo di carta si deve rifare in periodi particolarmente importanti del anno,
come ad esempio il mese critico (immediatamente prima o dopo la pioggia,
immediatamente prima o dopo i cicli irrigui), la media durante i periodi di crescita
delle colture, la media annuale, ecc.
Questo tipo di mappa ci fornisce le informazioni essenziali sul flusso dell’acqua
sotterranea. Realizzate regolarmente, ci forniscono gli elementi per conoscere le
fluttuazioni della superficie piezometrica e così calcolare il potenziale di ricarica
(portata e tempo di ricarica idrica) dell’acquifero.
2. Mappa di isoprofondità
27
2. Errori derivati delle condizioni di misura (effetti dei pompaggi, effetti del tempo
trascorso tra le varie misure di una stessa area: ricarica, scarica e variazione della
pressione atmosferica)
La mancanza naturale di risorse idriche della zona è un fattore limitante dello sviluppo
socioeconomico, che sommato all’avanzamento della desertificazione crea dei seri
problemi non solo di sviluppo ma di sussistenza delle oasi.
Le risorse idriche sono già abbastanza esauste, come evidenziato dalla pronunciata
discesa dei livelli freatici nei ultimi anni, perciò si fa assolutamente necessaria la
gestione accurata e sostenibile dell’acqua esistente. Questo passa per conoscere i cicli
idrologici e idrogeologici di circolazione dell’acqua onde riuscire ad aumentare la
ricarica delle falde acquifere e a diminuire la scarica delle stesse. Dunque, questo
progetto si prefigge la formazione basica degli agricoltori, per renderli consapevoli
della loro responsabilità in questo percorso, e offrirgli soluzioni semplici a livello locale
per l’uso razionale delle risorse idriche di cui dispongono.
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IV. BIBLIOGRAFIA
Buone pratiche sulla gestione dell’ acqua e gestione sostenibile della risorsa idrica
attraverso l’ uso di carte piezometriche della falda freatica: il caso dell’oasi di Oum
Laaleg, Marocco. Maggio 2009.
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ALLEGATO A. INTRODUZIONE ALLA IDROGEOLOGIA GENERALE E
PRATICA
L'acqua evapora, sotto l'azione della radiazione solare, a partire dal terreno, dalla
vegetazione e dagli specchi d'acqua, per poi essere trasportata, sotto forma di nubi di
vapore d'acqua, verso l'atmosfera.
Le nubi, in particolari condizioni di temperatura e pressione, tendono quindi a
ricondensarsi precipitando nuovamente al suolo o sugli specchi d'acqua sotto forma di
piccole goccioline d'acqua o cristalli di neve.
Se la precipitazione è solida tenderà ad accumularsi sulla superficie fin tanto che le
condizioni di temperatura e radiazione non ne consentano la fusione o la
sublimazione. Se invece la precipitazione è liquida si innesca un fenomeno piuttosto
30
complesso che permette ai suoli di trattenere temporaneamente tutta o parte della
precipitazione e che dipende dalla natura dei suoli, dalla vegetazione presente, dalle
condizioni di umidità iniziale e dalle condizioni meteorologiche.
L'acqua infiltrata al suolo verrà in parte richiamata dalle radici delle piante e rilasciata
in atmosfera sotto forma di traspirazione, in parte drenata dal terreno verso valle ove
vi sia un adeguato gradiente topografico, ed in parte andrà a ricaricare le falde
sottostanti.
La componente della precipitazione non infiltrata, dopo aver riempito le buche e gli
avvallamenti superficiali tenderà a scorrere lungo le superfici e i piani inclinati fino a
raggiungere un reticolo di rivoli e canaletti inizialmente effimeri ed intermittenti che si
raccolgono via via in canali di dimensione sempre maggiore. L'insieme di tutti questi
canali viene chiamato rete drenante.
Ai volumi transitanti nella rete drenante vengono poi a sommarsi, in tempi più o meno
lunghi ed in funzione della permeabilità dei suoli incontrati, i volumi di drenaggio
provenienti dai suoli non saturi in forma di deflusso ipodermico e dalle zone giunte a
saturazione sotto forma di deflusso di falda.
La rete drenante convoglia quindi le acque in canali, torrenti, fiumi sempre più grandi
fino a finire nuovamente a valle verso i mari e gli oceani a chiusura del ciclo.
Anticamente si pensava che le acque sotterranee venivano dal mare e avevano perso
la loro salinità per l’infiltrazione attraverso le diverse rocce. Oggi si sa che quest’acqua
proviene della pioggia.
Una certa quantità d’acqua delle precipitazioni si infiltra nel sottosuolo tramite pori dei
granuli del terreno o tramite fessure e fratture, e per gravità scende a varie profondità
sino ad incontrare una superficie impermeabile.
I sistemi di acqua sotterranea sono costituiti da rocce che contengono acqua. Le rocce
si possono classificare come consolidate e non consolidate.
I parametri che caratterizzano una formazione geologica dal punto di vista della
mobilitazione dell’acqua sotterranea sono due:
- Porosità: La porosità nelle rocce è compresa tra lo zero teorico (roccia priva di pori)
e 0,7 (argille), e può essere distinta in porosità assoluta e porosità effettiva o
interconnessa. Quest’ultima tiene conto solo dei pori in comunicazione tra loro, cioè,
indica quella frazione di pori che possono contenere acqua libera in grado di
muoversi sotto l’effetto della gravità. Costituisce quindi il parametro di interesse per
la valutazione dei volumi di risorse naturali contenuti ed estraibili da una roccia
serbatoio. Le argille costituiscono un caso limite in quanto la porosità assoluta può
31
essere molto elevata mentre la porosità interconnessa è prossima a zero. L’efficienza
dell’interconnessione tra i pori è uno dei fenomeni che controllano la permeabilità. La
differenza tra la porosità totale e quella efficace è chiamata capacità di ritenzione.
10
Pag 41. Introduction to hydrogeology
32
Le rocce permeabili sono quelle in cui, nelle condizioni naturali di pressione, le
acque si muovono a velocità tale da poter essere utilmente captate.
Si possono distinguere due tipi di permeabilità: per porosità e per fessurazione. La
permeabilità per porosità è tipica delle rocce porose le quali contengono numerosi
piccoli vuoti intergranulari tra loro comunicanti. La permeabilità per fessurazione è
tipica delle rocce fessurate le quali contengono generalmente pochi vuoti costituiti
da fessure grandi e piccole.
I diversi tipi di acque si ripartiscono in diverse zone di umidità secondo uno schema
fisso che può presentare varianti in relazione al clima, all’alimentazione ed al tipo di
acquifero.
11
Pag 44. Introduction to hydrogeology
33
L’acqua che circola nella zona di saturazione è chiamata falda. La superficie che la
separa dalla zona di aerazione è detta superficie piezometrica.
Nella zona di aerazione, dove i movimenti dell’acqua hanno una prevalenza verticale,
si possono distinguere tre sub-zone: la frangia capillare, la zona di transizione e
la zona di evapotraspirazione. La frangia capillare è caratterizzata dalla presenza di
34
Le acque di infiltrazione efficace sono soggette ad una circolazione sotterranea molto
complessa, con percorsi che variano soprattutto in relazione alle caratteristiche
idrogeologiche dei diversi acquiferi.
La falda acquifera o acquifero è l’acqua che circola nel sottosuolo, formando depositi
di acque sotterranee ferme o in movimento a seconda della permeabilità degli strati di
terreno che attraversano.
Si tratta di una formazione geologica satura ad alta conduttività idraulica. Si può
definire anche come un corpo idrico sotterraneo costituito dall’acqua che occupa un
certo quantitativo di rocce e/o sedimenti, saturando le fessure o i pori tra le particelle.
35
completamente ferma, ma si sposta ad opera della gravità e della permeabilità
(gradiente), se pur lentamente (cm per secondo fino a cm per giorno).
In molti casi i depositi d’acqua sotterranea costituiscono l’unica fonte di acqua potabile
disponibile. A volte, quando circolano sotto terra, conformano grandi sistemi di grotte
e gallerie. In altre situazioni, tornano in superficie, salendo dalla terra in forma di
fonte o sorgente. In altre ancora, si devono prelevare a diverse profondità attraverso
lo scavo di pozzi.
Pertanto, esistono varie forme di scarico dell’acquifero che si possono dividere in:
- Sorgenti: La sorgente è la via attraverso cui avviene la fase di discarica della falda
acquifera in modo del tutto naturale e di forma localizzata. Pertanto, non altera il
delicato equilibrio idrologico della falda che la alimenta. L’esistenza di una sorgente e
il suo regime di funzionamento sono determinati dalle condizioni geologiche e
morfologiche dell’acquifero e delle formazioni geologiche che lo delimitano nei dintorni
della stessa.
- Fiumi: Il livello del fiume a contatto con l’acquifero non confinato definisce il livello
freatico della falda in quel punto. I fiumi possono essere influenti ed effluenti, a
seconda della topografia (figura 26). Il fiume influente ricarica la falda freatica per
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infiltrazione, invece il fiume effluente si carica per effetto della gravità dell’acqua a
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livello freatico.
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Fig. 26: Fiumi effluenti ed influenti
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Scarico artificiale: attraverso la costruzione di opere idrauliche come le khettaras e i
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pozzi freatici SNV&
HAQABEFSAQMA& e artesiani.
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La khettara è un antico sistema di canalizzazione dell’acqua sotterranea. È costituita
EFNXDEFA@&IA&HBEXE@&KABSAEOFA@&GBAEIE@&KJB&AFFE@&SD@SE@>&
da una serie di pozzi scavati nelle rocce sedimentarie. I pozzi sono connessi tra di loro
&
attraverso gallerie orizzontali con una bassa pendenza costruite direttamente nella
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roccia. Le khettaras intercettano l’acqua al di sotto della superficie freatica e la
trasportano
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caratteristica fondamentale è che sono sostenibili dato che si autoregolano in funzione
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dell’altezza della falda acquifera.
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Il tunnel o galleria può essere suddiviso in due parti: la parte superiore (BC, figura
27), situata al di sotto della superficie di falda, che ha la funzione di galleria di
drenaggio; la parte inferiore (AB, figura 27) che ha la funzione di condotta.
Un pozzo freatico è un pozzo classico, che può essere considerato la versione moderna
del vecchio pozzo di campagna. La differenza tra uno e l’altro dipende unicamente dalle
caratteristiche dell’acquifero intercettato. Un pozzo freatico intercetta l’acqua in
condizione freatiche perciò ha bisogno dell’ausilio di motopompe per la risalita
dell’acqua.
12 Introduction to hydrogeology.
37
A.5 RICARICA DELLE FALDE ACQUIFERE
L’estensione del bacino ricettore ha anche un’influenza decisiva nella quantità d’acqua
infiltrata. La ricarica aumenterà se ci sono apporti d’acqua superficiale raccolta e
infiltrata sulle montagne, nelle quali l’intensità della pioggia è maggiore.
L’intensità di ricarica dovuta alle correnti superficiali influenti dipende in gran misura
dallo stato dell’alveo di questi torrenti. A prescindere dall’elevata permeabilità del letto
di un fiume, l’infiltrazione può essere ridotta per il fatto che il letto si sia
impermeabilizzato per il deposito di limo argilloso o di calcare. Quando il fiume è
soggetto di forti crescite, di solito la corrente porta questi depositi impermeabilizzanti,
aumentando così l’infiltrazione attraverso il letto del fiume.
38
ALLEGATO B. TECNICHE PER LA RILEVAZIONE DEI DATI, STRUMENTI
UTILIZZATI E INDICAZIONI PER LA COSTRUZIONE DI CARTE
PIEZOMETRICHE
39
Misure fatte 05-06/05/10
No. pozzo Latitudine Longitudine Altitud.Liv. piez. Prof. Stato misura Caratteristiche
Ha 3 pompe (1 diretta per la scuola, altre 2 per il
1 Pozzo acqua potabile N 29º36,608 W 8º0,926 549 6,0 15,2 Fermo deposito d’acqua del paese)
2 Pozzo DPA N 29º36,649 W 8º0,928 554 5,7 12,5 Fermo Ancora non funziona
Irrigazione 1 volta/gg. 2 ore e finisce l’acqua. 5 ore per
3 Mohamed Quami N 29º36,646 W 8º1,007 550 6,3 7,0 Funziona riempirlo. Piccolo bacino.
Irrigazione 1-2 volta/sett. Diretta al canale. Donna
4 Ahmad Mebarek N 29º36,702 W 8º0,829 550 6,7 10,5 Fermo vedova.
5 Ahmad Salem N 29º36,628 W 8º0,800 546 2,2 2,4 Fermo Senza pompa, a cubi.
6 Ouhmad Ali N 29º36,633 W 8º0,730 547 12,9 13,3 Fermo Irrigazione ogni 2 gg
7 Ouhmad Elhassan N 29º36,660 W 8º0,764 547 - - Fermo Pozzo in opere di ampliamento.
Irrigazione 2 volte/gg (1 ore di mattina, 3-4 ore di sera).
8 Ouhmad Meloud N 29º36,691 W 8º0,759 547 8,8 10,0 Funziona Bacino.
9 Ouhmad Abderrahman N 29º36,741 W 8º0,712 547 5,6 7,0 Fermo Senza pompa, a cubi.
10 Ouhmad Elmahjoub N 29º36,740 W 8º0,766 548 8,8 10,0 Fermo Irrigazione ogni 2 gg per 30 min.
11 Ouhmad Mhned N 29º36,740 W 8º0,801 549 7,2 7,7 Fermo Irrigazione ogni 5 gg per 15 min
12 Deposito acqua potabileN 29º36,373 W 8º0,968 551 - - 36 m. altezza
13 Brahim Oufkir N 29º36,591 W 8º1,233 493 4,9 9,8 Fermo Irrigazione 2 volte/gg
14 M’Bark Oufkir N 29º36,539 W 8º1,251 505 6,8 9,4 Fermo Irrigazione 2 volte/gg
15 Sondaggio N 29º36,535 W 8º1,317 512 - 25,0 Chiuso Dicono c’è molta acqua
16 Mohmed Ouali N 29º36,556 W 8º1,355 516 3,6 9,0 Fermo Irrigazione 2 volte/gg
17 Mohmed Ait Abdellah N 29º36,497 W 8º1,381 544 9,2 10,7 Fermo Appena irrigato. Irrigazione 2 volte/gg per 45 min
18 Lhoucine Ouhmou N 29º36,477 W 8º1,307 546 3,3 4,2 Fermo Abbandonato. Emigrato ad Agadir.
19 Ali Bouzit N 29º36,485 W 8º1,254 547 2,2 5,7 Fermo Ancora non irrigato. Irrigazione 2 volte/gg
20 Ouali Himde N 29º36,381 W 8º1,522 544 6,2 11,9 Fermo Non irrigato. Non funziona la pompa. Emigrati.
21 Oumourag Elhossain N 29º36,424 W 8º1,550 544 3,3 5,6 Fermo Abbandonato. Senza pompa.
22 Oumourag Elhossain N 29º36,445 W 8º1,571 544 5,4 14,3 Fermo Abbandonato. Senza pompa.
23 Oukhoti Kamal N 29º36,444 W 8º1,609 545 3,4 5,7 Fermo Ancora non irrigato. Irrigazione 2 volte/gg
24 Aitabdelah Maouloud N 29º36,513 W 8º1,794 549 7,3 13,7 Fermo Ancora non irrigato. Irrigazione 2 volte/gg
25 Elbalghiti Abdelmalek N 29º36,766 W 8º1,768 552 4,0 11,7 Fermo Abbandonato.
26 Mohamed Hammou N 29º36,594 W 8º1,631 549 3,6 9,8 Fermo Ancora non irrigato. Uso scarso.
27 Sondaggio N 29º36,612 W 8º1,512 549 4,5 25,0 Aperto
Non c’è contadino. Grande giardino. Interessato a fare il
27 Oufqir Mahfod N 29º36,612 W 8º1,512 549 4,5 7,0 Fermo goccia a goccia.
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Previamente è necessario consultare gli archivi di dati già esistenti, documentarsi con
studi precedenti e munirsi delle carte utili allo studio (topografica, geologica,
idrografica). In ogni caso, la vera conoscenza dell’acquifero si acquisisce sul terreno
attraverso l’ispezione oculare dell’orografia e attraverso le misure dei livelli piezometrici.
È di gran importanza la corretta misurazione in situ del livello dell’acqua del pozzo e
l’annotazione di tutte le caratteristiche del pozzo, così come le circostanze particolari
della misurazione.
Contemporaneamente si possono ottenere campioni d’acqua per posteriori analisi
chimici e misurazione di parametri fisico-chimici (temperatura, pH, conduttibilità,
contenuto di ossigeno e alcalinità, fondamentalmente).
Nella raccolta dati dei livelli piezometrici si possono utilizzare diverse alternative, in
maniera individuale e/o complementare, a seconda delle caratteristiche del particolare
progetto. Si effettua una rete di misura di cui possono far parte:
- Pozzi esistenti
- Superficie di acqua libera (laghi, fiumi, canali, vertenti, ecc.)
- Sondaggi
- Piezometri
In generale i pozzi esistenti sono i punti più convenienti per la misurazione. Ciò non di
meno, devono essere valutati accuratamente per quanto riguarda la loro attendibilità e
rappresentatività. Perciò è importante rispettare il tempo di arresto dei pompaggi di 48
ore per stabilizzare la falda freatica. In ogni pozzo si deve valutare la possibilità di non
avere rispettato questa pratica, tenendo in conto l’effetto sulla misura nei pozzi nei
dintorni.
41
Fig. 30: Misurazione di pozzo d’acqua potabile a Tiggane
È anche importante che le misurazioni di tutti i punti d’acqua del inventario si realizzino
in maniera “simultanea”, cioè, in un periodo di tempo tale da non poter prevedere
variazioni dovute a ricariche o pompaggi.
Con il inventario di punti d’acqua della zona oggetto di studio si disegna la carta
piezometrica o carta di linee isopieze. Eventualmente si devono levare tutti dati
erronei derivati dalle condizioni di misurazione.
La carta rappresenta attraverso le curve di livello (isopieze), la morfologia della
superficie della falda idrica in un determinato periodo, analogamente alle isoipse delle
carte topografiche. Le linee di flusso sotterraneo sono perpendicolari alle isopieze.
Prima si riportano le coordinate geografiche di tutti punti d’acqua su carta
millimetrata, assieme alla quota piezometrica (altitudine meno livello piezometrico).
Terminata questa fase si può iniziare la fase di interpolazione.
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ento PZ1 - PZ3, di 1,525 cm e quelle tra PZ3 e PZ2 di 1,13 cm.
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!" # 979
733333333333333:733333333333336773D
La Schema
Fig.6: procedura
per ilva ripetuta su
tracciamento ogni
delle segmento che unisce i diversi punti d’acqua (pozzi) e
isopiezometriche
la carta apparirà come una serie di linee spezzate che andranno opportunamente
arrotondate, primadra geol.
mano e poiFileccia
Alessio con curvilinee. Le Carte
cedura va ripetuta su ogni segmento che unisce i diversi punti d’acqua (pozzi) e la
come una serie di linee spezzate che andranno opportunamente arrotondate, prima
con curvilinee. !'.<6 Fig.7 A: i punti d’acqua van
G"#;
zione del flusso sotterraneo si determina tracciando la linea di corrente, normale ! reticolo a maglia triangolare
segmenti che si ottengono
lungo la direzione di massima pendenza; il flusso sotterraneo (+*(
si muoverà verso le procedura di costruzione del
etriche più basse. X (+
()*( isofreatiche) in blù e descri
precedente. B: terminologia
ca sono in genere sufficienti 5-10()*(
linee di corrente, si inizia dalle quote maggiori
assi di drenaggio od alimentazione in corrispondenza delle zone in cui le()isopieze
() ()
ore curvatura e si passa poi alle altre zone. @AB
4E.';'57%$*%(
(, (,*( (, '5":'6*6(C(<
(, -.*(
-.
Y
-. CA
-/*( 48.5 H."7%(:,&, 2'$
;
0 100 200 300 400 500
m. 49 H."7%(F%0;% DC
Fig. 32: I punti d’acqua vanno uniti con un reticolo a maglia triangolare e per i vari segmenti che si
versione aprileottengono
2009: geofile@libero.it
si applica la procedura di costruzione
1,(+':#'%$"
delle isopieze 8 Fig. 8: esempio
06
isofreatiche ottenu
+%5%
! di interpolazione,
/.5657#6 le direzioni di flu
1,(!"5&% alimentazione e
ruolo di ricarica –
dai corsi d’acq
1234
43
caratterizzazione
" rifiuti, Treviso, A.
nov. 2000)
La direzione del flusso sotterraneo si determina tracciando la linea di corrente,
perpendicolare alle isopieze, lungo la direzione di massima pendenza; il flusso
sotterraneo si muoverà verso le quote piezometriche più basse.
Fig. 33: Esempio di carta delle isopieze rilevata a Oum Laaleg (1:5000)
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ALLEGATO C. CARTE PIEZOMETRICHE ORIGINALI
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INDICE DI FIGURE
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Novembre 2010
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