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QUADERNI DEL CENTRO DISTRETTUALE FG/32

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Grafica, fotocomposizione, fotoliti e selezioni
eseguiti negli stabilimenti grafici editoriali
della LEONE Grafiche- Foggia

In copertina:
Elaborazione grafica del piatto apulo
a figure rosse (fig. 3, pag. 110) proveniente
dalt'lpogeo dell' "oplita" (Canosa)
REGIONE PUGLIA
ASSESSORATO ALLA P.I. E CULTURA

\\Profili della Daunia Antica"


4° Ciclo di conferenze sulle più recenti
campagne di scavo

IN COLLABORAZIONE CON L'UFFICIO DI FOGGIA


DELLA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DELLA PUGLIA

FOGGIA, 6 MAGGIO - 3 GIUGNO


1988
Coordinamento Michele Loffredo

Organizzazione
e cura dell'edizione Daniela Mammana

Consulenza Marina Mazzei

Revisione testi Rosa Scarano

Duplicazione testi Angela Scaramuzzi

1988- Diritti riservati della Regione Puglia

La riproduzione part.iale dei testi è subordinata alla citazione della fonte

Pubblica zione fuori commercio des rinara a biblioreche pul>hliche e >eo/asri che, archi,•i,
centri di docu.tnenta zione, istituti to'liversitari
Prefazione

Il IV appuntamento con la Daunia Antica ha costituito un'ulteriore con-


ferma della benevolenza e dell'attenzione riservate a tale iniziativa. Una be-
nevolenza ed un 'attenzione che sin dalla prima edizione hanno accompagna-
to gli sforzi organizzativi del Centro Distrettuale FG/32.
Nessun merito particolare, tranne quello, forse, di aver saputo constata-
re l'esistenza di w1 'attenzione particolare, a Foggia e nella sua provincia, ver-
so lo studio delle proprie radici storiche e culturali.
Cinque sono stati gli appuntamenti predisposti, curati rispettivamente
dai professori Mire/la Cipolloni-Sampò, Anna Maria Tunzi-Sisto, Maria Lui-
saNava, Nino Lavermicocca e Palma Label/arte.
Nella giornata inaugurale è altresì imervenuto il Soprintendente A rcheo-
logo della Puglia dott. Giovanni Guzzo, che ha ufficialmente aperto i la vori.
La Sopri11te11denza Archeologica della Puglia peraltro, nella persona della
dott .ssa Marina Mazzei dirigente dell 'U fficio di Foggia , ha ancora una volta
prestato una preziosa ed insostituihile collaborazione.
Egualmente prezioso è stato il corztributo offerto dal Comune e dalla
Provincia di Foggia oltre che dalla Banca del Monte e dalla Camera di Com-
mercio, rispettivamente nelle persone del dott. Mariano Vitale , dell'avv. Leo-
nardo Russo, dell'avv. Giovanni Celentano e del dott . Alberto Cicolella.
La IV edizione del ciclo di appuntamenti con la Daunia Antica ha propo-
sto inoltre ww novità: due visite guidate, agli scavi di Herdonia, curata dal
pro f. Mertens, ed al Museo Nazionale di Manfredonia, condotta dalla dott.ssa
Mazzei. Una innovazione particolarmente gradita, sia per l'alto 1mmero dei
partecipanti che per la competente collaborazione prestata anche in questa
circostanza dal prof. Mertens e dalla dott.ssa Mazzei .
Un bilancio dunque positivo, che impone, oltre al doveroso ringrazia-
mento a tutti i partecipanti, il saluto e l'impegno per la effettuazione del V ci-
clo di conferenze su lla Daunia Antica.

Michele Loffredo
Direttore del Centro Distrettuale FG/32
Introduzione*

Sono molto lieto di essere con voi qui, oggi pomeriggio, in questa Sala
del Comune e di partecipare ad una manifestazione organizzata dalla Regio-
ne Puglia. Io rappresento un organo dello Stato, in una sede che si interessa
a fatti di cultura. Da quanto ho notato, mi pare di capire che questo campo
della cultura è quello che riesce a riunificare organizzazioni enti e persone
dedite generalmente ad attività del tutto differenti e talvolta anche contra-
stanti fra di loro, per cui se noi rappresentiamo a diverso titolo gli Uffici
pubblici che della cultura hanno fatto la loro ragione d'essere, la loro ragio-
ne d'esistenza e di lavoro, di servizio per la comunità, penso che potremo su-
perare lo shock talora paralizzante e le trappole burocratiche che spesso ci
legano le mani.
Tanto più ciò avverrà se riusciremo a capire che questa cultura non è
un concetto platonico che sta puramente nell'ideale del livello superiore,
ma che esso si concretizza in fatti ben precisi e reali, in oggetti che stanno
nei musei, in strutture che stanno nel territorio, in edifici che stanno nelle
città, cioè in cose contro le quali noi urtiamo, se volete, ma con le quali con-
viviamo giorno per giorno, nel corso di tutta quanta la nostra attività pro-
duttiva. Quindi questo impegno della cultura, che già per sé potrebbe essere
ed è in molti casi un elemento unificante, diventa ancora più concreto e pre-
ciso, se non si rivolge ad un livello puramente ideale, ma si rivolge alla cura
di quei manufatti, di quegli oggetti o di quei beni, come dice la legge, che
concretamente, realmente sono davanti agli occhi di tutti.
È in questa direzione che deve esistere una spinta di collaborazione an-
cora più forte, più efficiente di quella che già si è costruita e si sta costruen-
do in questi anni in Puglia, tra i diversi Enti e Uffici che di questa tutela cul-
turale si occupano. Se, come si vede stasera e come si vede in tante altre oc-
casioni, in tante altre città della Puglia, questi appuntamenti di comunica-
zione, di informazione e di scambio di idee su fatti concreti, che si riferisco-

* - Dall'intervento tenuto il 6 maggio 1988 presso la Sala Rosa del Palazzetto del! 'Arte.
no alla cultura sono così frequentati, così ,·ivaci, così ricchi, evidentemente
gli sforzi che gli enti compiono trovano un terreno fertile presso la pubblica
opinione. A questa noi dobbiamo sempre fare riferimento, proprio per non
correre il pericolo che pur partendo da cose concrete, come appunto sono i
beni culturali, ci rintaniamo poi in un'amministrazione di essi astratta dalle
esigenze della gente, cioè dalle esigenze di quelli che non sono tecnici di que-
ste cose. Se quindi, la pubblica opinione di Foggia trova interesse in queste
manifestazioni che si stanno conducendo da diversi anni, evidentemente
questi sforzi che si stanno facendo, da una parte hanno trovato una rispon-
denza in tutti quanti voi, dall'altra, permettetemi di dirlo, vuoi dire che so-
no stati condotti in maniera tale da motivare questa rispondenza.
L'impegno che noi tecnici dobbiamo oggi assumerci è quello di presen-
tare alla pubblica opinione in maniera chiara e il più diffusa possibile le no-
vità, mentre voi, che siete il nostro referente principale, dovete stimolarci,
criticarci, indirizzarci verso le necessità che prioritariamente sentite che
devono essere analizzate. Vi ringrazio di avermi ascoltato e mi auguro di
sentire la vostra voce come un appoggio, una critica, un indirizzo alle nostre
attività.

Pietro Giovanni Guzzo


Soprintendente An.:heolugo della Puglia
RELAZIONI
L'ETÀ DEL BRONZO NEL MELFESE

MIRELLA CIPOLLONI SAMPO'

FOGGIA- PALAZZETTO DELL'ARTE- SALA ROSA- 6 MAGGIO 1988


L 'e tà d e l IJrOil W nel M e /fese 13

Obiettivo di questo incontro è offri- no, finendo poi con l'incidere come
re un panorama sui risultati delle fattore tecnologico anche su cam-
ricerche condotte a partire dagli an- biamenti di carattere economico.
ni settanta in quell'area della Basi- Basti pensare al potenziamento
licata nord-orientale, il Melfese, che dello strumentario legato alle pra-
con i territori che costeggiano il tiche agricole.
margine destro del medio corso All'inizio del secondo millennio si
dell'Ofanto faceva parte integrante, forma un'omogeneità culturale che
in epoca storica, della Daunia. accomuna tutta l'Italia meridiona-
L'arco di tempo indicato, l'età del le e buona parte di quella centrale,
bronzo, che in Italia si può far coin- ma è soprattutto nell'Italia sud-o-
cidere approssimativamente con il rientale che il quadro culturale, so-
secondo millennio a .C., è un perio- ciale ed economico subisce una
do denso di avvenimenti e profondi delle più radicali trasformazioni
cambiamenti, durante il quale gli avvenute dopo l'affermazione
aspetti dell 'evoluzione sociale e so- dell'economia produttiva.
prattutto l'emergere di una strati- È evidente dall'interesse per le po-
ficazione sociale stabile, costitui- sizioni chiave prescelte per gli in-
scono uno dei caratteri salienti che sediamenti, sia sulla costa che
ricorrono in vario modo in tutta la nell'interno, che l'attività di scam-
preistoria europea. bio è divenuta ora molto più im-
Questo processo sembra stretta- portante che in passato, nell'ambi-
mente collegato al crescente svi- to di un 'economia che si sviluppa
luppo della metallurgia ed è molto in modo crescente tra gruppi con
probabile che il controllo dell'uti- risorse complementari.
lizzazione delle nuove risorse sia Questo fenomeno si avverte soprat-
stato un fattore chiave. Tuttavia tutto in Puglia e in quest 'area della
dobbiamo tener presente che all'i- Basilicata che già da allora era ad
nizio dell'età del bronzo le tecniche essa profondamente collegata. La
metallurgiche diffuse, non solo in regione a sud dell'Ofanto, in parte
Italia ma in gran parte dell'Euro- prolungamento naturale del Tavo-
pa, appaiono poco diverse da quel- liere, presenta una morfologia mol-
le già in uso nei secoli precedenti. to varia, in prevalenza collinare ma
È piuttosto verso la metà del se- che comprende anche l'area mon-
condo millennio che il metallo co- tuosa del Vulture, l'ampia valle
mincia ad avere realmente un ruo- pianeggiante e fertile del fiume
lo differente con l'utilizzazione per Ofanto e la più limitata conca pia-
oggetti e strumenti di uso quotidia- neggiante formata dall'antico baci-
14 MtRELLA CtPOLLONI SAMPÙ

no lacustre dell'Atella. La varietà menti risultano, dalle raccolte di


offerta dal paesaggio agrario e la superficie e dai rilevamenti fatti, di
possibilità di utilizzare risorse di dimensioni limitate e sembra che
ambienti diversi ha fatto sì che l'u- nessuno sia durato per l 'intero arco
tilizzazione del territorio sia muta- dell'età del bronzo ad eccezione di
ta considerevolmente ne l tempo, Toppo Daguzzo, in cui la frequenta-
sulla base di scelte largamente zione appare continua ed abbraccia
condizionate dagli orientamenti anzi un arco cronologico che va ben
dell'economia di sussistenza. oltre il secondo millennio.
Oltre che per le caratteristiche fisi- Il Toppo Daguzzo (fig. l) è una colli-
che dell'ambiente e per le risorse ne tta vulcanica cupolare (337
naturali di cui dispone, quest'area m.s.l.m.) la cui sommità, ben isola-
deve aver rivestito un inte resse ta da pendii fortemente scoscesi,
particolare per la sua posizione al forma una piccola acropoli natura-
vertice di quell'importante via na- le che sovrasta la confluenza tra
turale che seguendo la valle del due fiumare. Prima della formazio-
Bradano risale dal golfo jonico e si ne del bacino artificiale del Rendi-
unisce all'itinerario transappenni- na queste si riunivano proprio sot-
nico costituito dalle valli dell'Ofan- to il Toppo a formarne una unica,
to e del Se le. l'Olivento, affluente di destra
Le ricerche sistematiche in que- del l 'Ofan t o.
st'area si sono concentrate in due I fianchi della collina, per un disli-
direzioni : l) studio del territorio, vello di circa 40 m ., si presentano
distribuzione spaziale dei siti, so- molto ripidi, ma la pendenza, forte
prattutto vista in rapporto al pro- e costante, è intervallata da ripiani
blema della gerarchizzazione tra formanti delle cerchie concentri-
insediamenti, dell'individuazione che, chiaramente visibili sulle foto
di economie complementari, delle aeree, che conferiscono all'altura
produzioni artigianali specializza- una fisionomia particolare. Questi
te, ecc. 2) scavo di un sito pluristra- ripiani sono in parte il frutto di an-
tificato, la cui durata di occupazio- tiche erosioni, ma anche il risulta-
ne risultasse significativa per tutta to di adattamenti ad opera dell'uo-
l'età del bronzo. mo e su questi gradoni, ampliati
Il bilancio relativo al primo punto è con tagli artificiali, sono state si-
che attualmente nella zona sono stemate alcune delle strutture abi-
stati scoperti oltre una ventina di si- tative dell'età del bronzo (fig. 2).
ti riferibili a vari momenti dell'età Il territorio immediatamente cir-
del bronzo. Tutti questi insedia- costante l'abitato non offre terreni
L'età d el bro n zo ne l Me /fese 15

agricoli paragonabili come poten- L'ambiente circostante offre un


ziale a quelli della vicina valle certo potenziale per la pastorizia,
dell'Ofanto, tuttavia la collocazio- l'allevamento dei suini (per la pre-
ne del Toppa al margine tra entro- senza estesa di boschi e di forre
terra montuoso dell 'appennino lu- lungo i piccoli corsi d'acqua), la sil-
cano e pianura del Tavoliere, in un vicultura, la caccia (i resti di cervo
paesaggio agrario fortemente di- sono frequenti un po' in tutti i livel-
versificato permette di utilizzare le li sia del bronzo che del ferro) , per
risorse di habitat differenti. le culture arboree.

Fig. l· Top pu Daguzzo. Pa no ram ica co11 il m assiccio \"lllcm1icu de l Vultu re su llo s (o 11do.
16 MtRELLA CtPOLLONI SAMPÒ

È soprattutto però grazie alla carat- partire dalla seconda metà


teristica di essere un punto cruciale dell'VIII secolo, quando probabil-
di riferimento fra itinerari diversi e mente viene meno la sua importan-
a confine fra ambienti diversi che za economica e strategica, in con-
Tappo Daguzzo si configura, proba- comitanza con la presenza de i Dau-
bilmente già a partire dal III millen- ni, che si assicurano a sud del Ta-
nio, come un centro base nell'ambi- voliere i fertili territori di fondo-
to della formazione di una rete di valle ad ovest di Canosa ed i più im-
scambi a largo raggio. portanti centri e punti di passaggio
Le numerose peculiarità di questo sull'Ofanto.
sito appaiono infatti meglio inter- Continuerà ad essere abitato anche
pretabili se lo si esamina in funzio- in età romana e fino al Medioevo,
ne della sua marginalità territoria- probabilmente perché sulla sella
le, del suo valore di passo e del suo che separa Tappo Daguzzo dalla
carattere come punto di riferimen- collina adiacente passava il trac-
to stabile per lo scambio. ciato della via Appia.
L'interesse per una localizzazione Sembra per ora molto probabile,
di questo tipo è totalmente innova- anche se un'analisi territoriale ap-
tivo rispetto a quelle preferite fino profondita non è stata completata
ad un momento finale del neolitico. se non per piccole zone, che questo
Non possediamo per l'eneolitico insediamento occupi un ruolo cen-
dati di confronto precisi, ma ci trale ri s petto agli altri dal III agli
sembra di poter affermare che que- inizi del I millennio a.C.
sto insediamento si presenti strut- La struttura più antica finora rile-
turalmente con caratteristiche di- vata a Tappo Daguzzo è la fortifica-
verse rispetto a tutti quelli coevi zione eneolitica. Essa era compo-
indiziati nell'area circostante. Nei sta da vari elementi che possiamo
periodi successivi l'abitato conti- ritenere in gran parte coevi: una
nua a differenziarsi sia per le di- palizzata, indiziata da una serie
mensioni molto maggiori rispetto a continua di buche regolarmente di-
tutti gli altri, sia per la continuità stanziate per l'alloggiamento di
di vita anche in momenti in cui in grandi pali, correva immediata-
altri siti vi è interruzione o abban- mente al disopra di un largo fossa-
dono definitivo, sia per la presenza to (fig. 3), pochi metri più a valle
di strutture del tutto particolari del quale si sono messi in luce i re-
tanto nell'età del bronzo che nella sti di un muro, costituito da grandi
prima età del ferro . blocchi di tufo e pietre, il cui anda-
L'insediamento sembra decadere a mento è strettamente parallelo a
l. '<' l à del hnm :.o nel Mel/e s!' 17
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quello del fossato e della palizzata ma un'area particolare, la defini-


(figg. 4-5). zione della quale resta da chiarire.
La mancanza di depositi stratifica- È possibile ipotizzare ad esempio
ti, causata dalla forte erosione cui che la fortificazione racchiudesse
è soggetto tutto il pendio della col- un'area di mercato o un'area sacra,
lina, rende impossibile provare o piuttosto un luogo che combinas-
correlazioni certe di contempora- se insieme entrambe le funzioni,
neità fra queste tre strutture; ap- punto fisso di riferimento per gli
re tuttavia rilevante il fatto che scambi periodici .
tutte sono state riscontrate, con Alla fine dell'eneolitico il fossato
_orrispondenza perfetta, le stesse risulta completamente obliterato,
aperture, il che rende ovviamente non possiamo però sapere con cer-
assai improbabile che una tal e tezza se caddero in disuso contem-
coincidenza s ia soltanto casuale. poraneamente anche la palizzata
La fase di impianto del fossato va ed il muro, per quest'ultimo sap-
attribuita ad un momento inizial e piamo con certezza che nel bronzo
dell 'eneolitico, riferibile alla cultu- finale non esisteva più, in quanto
ra del Ga udo. in alcuni tratti era stato smontato
Le datazioni al radiocarbonio dci e le pietre erano state utilizzate al-
livelli più antichi del riempime nto, trimenti.
non calibrate, si collocano fra il Il carattere particolare di ques t'a-
2760-70 e il2570-80. cropoli emerge invece chiaramente
All'interno della fortificazione le agli inizi dell 'età del bronzo.
tracce relative al periodo eneoliti- Al bronzo antico sono in parte da
co sono finora scarse, esse sono co- attribuire due ipogei la cui funzio-
stituite da pochi frammenti cera- nalità si presenta estremamente
mici raccolti frammisti a materiali problematica.
di epoche successive, mentre nes- Durante lo scavo, al momento del-
suna struttura, abitativa o funer a- l'individuazione, in entrambi i casi
ria, è risultata strettamente con - si pensò trattarsi di tombe, data la
temporanea al fossato. La lettura tipologia delle strutture, ma nessu-
di questa situazione induce attua l- na delle due rivelò invece tracce di
mente a prospettare due ipotes i: una destinazione funeraria.
l'abitato eneolitico è stato in parte La struttura 4 (fig. 6), la prima ad
distrutto dagli impianti successi vi, essere stata scavata in ordine di
data la lunga continuità di vita tempo, è formata da un dromos ab-
nell 'insediamento, oppure la forti- bastanza lungo attraverso il quale
ficazione non recingeva l'abitato si accede ad un 'ampia camera e a
18 MIRELLA CJPOLLONI SAMPÙ

Fig. 2. Tappo Dagu zzo. Fo to aerea e ffe ttuata cu11 pelli cula infraro>sa.

due ambienti minori, intercomuni- Ridola nel 1920, nella quale, come
canti fra loro attraverso piccole nel nostro caso, non furono però
aperture circolari poste ad una cer- rinvenuti resti scheletrici e la cui fi-
ta altezza dal piano pavimentale. nestrina di comunicazione fra i due
Queste aperture ricordano da vici- ambienti risultava chiusa da pietre,
no i "fori oracolari" dei templi mal- al momento del rinvenimento.
tesi e in quest'area trovano confron- Anche nella struttura 4 le apertun
to nella cosiddetta tomba di S. di comunicazione fra l'ambientl
Francesco di Matera, scoperta dal maggiore, i due ambienti minori e
L 'e tà del bru11~0 11el Me /fese 19

Fi g. 3- Toppa Dagu: z.u. l/ fo ssato Clll'olitico.


20 MIRELLA CIPOLLONI SAMPÒ

Fig. 4 - Tuppu Dagu zzo. Accesso da/lato no rd. So no evide nti i due tratti ini ziali del fossato, in fa-
se di sca vo, e il passaggio cu 11 le bu che di palu pe r /'ancura?,giu di una chiusura m o bile.

il dromos erano state chiuse con la- che nei fuochi accesi nella camera
stre di pietra sigillate con argilla più grande, sembrano suggerire la
cruda, sistema semplice ed effica- possibilità che venisse riaperta pe-
ce per consentire una chiusura per- riodicamente in piena estate o ver-
fetta e nello stesso tempo una faci- so la fine dell'estate.
le rimozione delle lastre. La maggior parte dei materiali,
La complessa stratigrafia del dro- quasi esclusivamente ceramici, fu
mos e i resti vegetali carbonizzati, rinvenuta nel dromos, mentre all'in-
rinvenuti sia nei numerosi focolari terno degli ambienti i pochi oggetti
L'età del bron zo 11el Me/fese 21

presenti erano soprattutto vasi per Per tutta la durata dell'età del
bere e fra i resti di fauna erano ben bronzo quest'area dell'acropoli di
rappresentati il cervo e il maiale, ti- Tappo Daguzzo offrirà chiare testi-
pici animali da banchetto. monianze di una particolare desti-
La struttura 5 (fig. 7), adiacente al- nazione nell'ambito del tessuto
la 4 e orientata allo stesso modo abitativo.
(E-W), non presentava tracce di uti- Questo spazio sarà d'ora in poi vis-
lizzazione funeraria. Di dimensioni suto come spazio sociale, espres-
minori e con una pianta più sempli- sione e rappresentazione delle esi-
ce, ad una sola camera, è stata an- genze, a vario livello, di questa co-
ch'essa riaperta più volte e il suo munità.
uso risulta più o meno contempo- Agli inizi della media età del bron-
raneo a quello della 4. zo quasi al centro del pianoro viene
Si può ipotizzare per entrambe scavata una grande tomba ipogeica
queste strutture una destinazione a pianta complessa, purtroppo vio-
rituale, esse testimonierebbero al- lata e riutilizzata in età romana, la
lora l'esistenza di un luogo specia- cui cronologia è però abbastanza
le, separato dalle comuni abitazio- chiaramente definibile nell'ambito
ni, per le pratiche di un culto o di del cosiddetto protoappenninico B
un cerimoniale, il che implica la (fig. 8).
partecipazione della comunità o di All'incirca nello stesso periodo ac-
una parte di essa. canto ad essa viene scavata una
Queste considerazioni ci riportano tomba a fossa, anch'essa di dimen-
al ruolo che l'attività religiosa può sioni monumentali. Ma la struttura
aver svolto nell'ambito di società che meglio simboleggia l'emergere
di questo tipo nel ratificare o coor- in questo momento di gruppi domi-
dinare aspetti importanti che sta- nanti è la tomba 3.
bilizzano la struttura della comu- Situata non sulla sommità del pia-
nità. noro, ma all'inizio del declivio, pre-
Una particolare importanza questo senta una struttura monumentale
ruolo deve aver avuto in un mo- che ricorda molto da vicino le tom-
mento formativo come questo, in be a camera micenee (fig. 9).
cui i rapporti all'interno del grup- Un lungo dromos d'accesso ad una
po sono in via di trasformazione e vasta camera rettangolare, all'in-
la presenza di gerarchie stabili sta terno della quale il livello inferio-
consolidando, in modo irreversibi- re, intatto, ha restituito undici inu-
le, il processo di stratificazione so- mazioni distese, con un ricco cor-
ciale. redo che comprende armi di bron-
22 MIREL LA CIPOLLONI SAMPÒ

Fi g. 5 · Tappo /Ja g u ~~o. Ape rtura s ul lato s u d-un·st COli i l tratlo ini ~iale del fo ssato l' d e l muro
SO tlOS/Wll l'.

zo per gli uomini ed oggetti di or- che prevedeva tra l'altro una sepa-
namento, in ambra, quarzo e pasta razione nell'ambito della camera
vi t rea per le donne (figg. 10-11 ). tra area delle sepolture e zona de-
L'elevato rango sociale degli inu- stinata alle cerimonie.
mati è sottolineato non solo dal ca- Il ruolo sociale della produzione
rattere e dalla qualità del corredo, metallurgica doveva essere estre-
ma anche dalla grandiosità struttu- mamente importante, in quanto il
rale della tomba, dalla solennità e metallo era usato soprattutto per
complessità del rituale funerario, oggetti di prestigio, armi e orna-
L 'erà del bron zo nel Me/fese 23

Fig. 6- Toppa Dagu zzu. Accesso al drumos intemo della strwrura 4.


24 MIK E I.I.A CII'OLI .ONI SAMI' Ò
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Fig. 7 - Tappo Dagu ::.:o. Drom os es rc nw tic/la srruiiii nl S.

menti, che alla morte dei possesso- sivamente depredata e questo se-
ri venivano sepolti con loro. condo livello di deposizioni non
Sull'organizzazione della produ- conservava alcuna traccia di corre-
zione e sulla circolazione dei beni, do. Dovette comunque passare un
soprattutto su quelli di prestigio certo lasso di tempo tra i due epi-
come il metallo, l'ambra, ecc., non sodi perché i livelli erano separati
sappiamo nulla ma possiamo ipo- da uno strato di tufite polverizzata
tizzare che per questi ultimi si fos- formatqsi in seguito al lento disfa-
se istituita una rete di contatti, ge- cimento della volta.
stita dalle gerarchie, in quanto un Questo episodio di riutilizzazione,
controllo di questo tipo costituiva completamente staccato dal prece-
esso stesso una base per il potere. dente, non ha nulla a che vedere
La tomba fu riutilizzata più tardi con il rituale del tutto diverso che
per altre deposizioni in un momen- osserveremo nella tomba 743 di La-
to imprecisabile pe rché fu succes- vello.
·~-

Fig. R. T"f'fW nu~u:;u. Tlllllhll l. l'illll/(/ ,. di'Oli/l)\ <'\{t'n/()('()// i J>u.-:1'1/i iii!Cm!i in{()/(/ {aw i Ili·
;i11!.• dello "·u\·u.
26 MIRELLA CIPOLLONI SAMPÒ

Fig. 9- Tupp u Da gu ::o. Tomb a 3. Il d m m us es te m o.

Le sepolture dell'ac ropoli di Toppo nel tessuto insediativo, in posizio-


Daguzzo ci permettono, per la pri- ne emergente, accentua ancora di
ma volta, di porre in relazione ad più il significato simbolico che il
un insediamento un gruppo di tom- gruppo in esse inumato voleva pro-
be monumentali e ques to in un mo- porre al resto della comunità.
men!o. come la media età del bron- L'indagine archeologica di que-
zo, in cui l'emergere delle élites è st'area "monumentale" dell'acro-
chiaramente documentato. poli offre la rara possibilità di os-
La collocazione di queste tombe servare un abitato, e raccogliere
-------- - -- -- - ------
l. 'età del bnm :o nel :\Ile/fese
----- -
27

Fig. 10 · Tuppo Ua gu::u. To111ba 3. Il secu1ulo IÌ \T IIo tli depusi:i un i a//'illlt:rl/0 della CW it era.

quindi dati sul gruppo che in esso è riale, successivo alla prima fase di
vissuto, sia attraverso le strutture utilizzazione della tomba 3, sem-
che rappresentano la quotidianità, bra invece riferibile una struttura
che attraverso quelle con le quali circolare in parte ipogeica (fig. 12),
di volta in volta vengono espressi e situata al centro del pianoro, che
simboleggiati i rapporti sociali esi- non ha riscontri formali con le coe-
stenti al suo interno. ve abitazioni, note in altri settori
Ad un momento centrale della me- dell'insediamento. Essa presenta-
dia età del bronzo, in base al mate- va sempre, nei vari livelli, un foco-
28 MIRELLA CIPOLLONI SAMP Ù
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!are centrale, e date le dimensioni le comunità indigene, e di conse-


si può pensare che questo ambien- guenza l'emergere di gruppi domi-
te potesse servire come luogo di nanti.
riunione per un limitato numero di Tuttavia proprio le testimonianze
persone. delle tombe di Toppo Daguzzo indi-
Per la tarda età del bronzo, ben cano un livello di aggregazione so-
rappresentata nei ritrovamenti di ciale che in precedenza si attribui-
superficie, non si hanno per ora va a momenti cronologicamente
sull'acropoli che testimonianze di più avanzati.
superficie. L'emergere di una "classe dirigen-
Sporadica in quest'area, ma ugual- te" è stato messo in correlazione
mente significativa, è anche la pre- con l'intensificarsi della produzio-
senza di ceramica Mie IIIB finale e ne, come conseguenza sia delle esi-
Mie IIIC, che è stata invece rinve- genze che scaturiscono dai proble-
nuta in strato in altri punti dell'in- mi redistributivi, sia da un miglior
sediamento. sfruttamento e valorizzazione della
Le importazioni di ceramica mice- produzione.
nea, la cui cronologia nell'ambito Agli inizi della media età del bron-
del Mie IIIC è difficilmente precisa- zo si è stabilmente impiantato sul-
bile, sono a Tappo Daguzzo associa- la costa adriatica e jonica della Pu-
te a materiali del bronzo recente. glia un considerevole numero di in-
Queste presenze in un insediamento sediamenti che prolungano in mol-
interno, situato sull'asse di impor- ti casi la loro esistenza per tutta
tanti itinerari di traffico, ripropon- l'età del bronzo.
gono il problema delle relazioni in- Il fatto stesso di ricercare posizioni
tercorse fra Micenei e comunità in- privilegiate, sia come sbocchi per
digene dell'Italia meridionale. scali commerciali che come nodo di
Per cercare di chiarire la qualità di transito, denota un tipo particolare
un rapporto fra due ambienti cul- di interessi, ma anche una situazio-
turali nettamente distinti, e che ne di base che richiede da parte dei
dobbiamo ipotizzare profonda- gruppi emergenti la possibilità e ca-
mente diversificati sul piano socio- pacità di negoziare il consenso
politico, uno dei punti più impor- all'interno della propria comunità e
tanti appare la verifica dell'ipotesi di proporsi come valido interlocu-
che il contatto col modello sociale tore nei rapporti esterni .
più complesso, proprio dei centri Non abbiamo per ora i dati archeo-
micenei, abbia provocato l'impul so logicamente documentati per sape-
per un mutamento nell'assetto del- re se Toppo Daguzzo con i suoi con-
L 'età del bro nzu 11cl Me/fese 29

notati particolari e la configurazio- proprietario del terreno per motivi


ne dell'acropoli costituisca un fat- di sicurezza.
to isolato o altri siti del territorio Nel corso di questo lavoro ci si rese
presentino una struttura analoga. conto che il dromos dal quale era-
Sono stati individuati altri abitati no penetrati i clandestini non e ra
su altura, uno di questi è Melfi quello originario di accesso, ma un
stessa, dove nell'area del castello corridoio interno di comunicazio-
ci sono tracce di occupazione che ne fra più camere. Si chiarivano co-
risalgono al bronzo tardo. sì a mano a mano che lo scavo pro-
Nella valle dell'Ofanto, soprattutto cedeva, la pianta e la dinamica di
intorno alla collina di Lavello, sono utilizzazione di questa straordina-
presenti diversi insediamenti di ria tomba che non è stata ancora
pianura, tutti quelli finora indivi- interamente scavata, ma che trova
duati presentano però un'estensio- oggi un confronto nel vicino ipogeo
ne molto limitata, incluso quello di Trinitapoli.
che possiamo porre in relazione ad La camera depredata dai clandes ti-
una eccezionale tomba a camera ni comunicava con un'altra, all'in-
utilizzata per diverse decine di se- circa di uguali dimensioni, e con
polture. due piccoli ambienti laterali comu-
Come spesso avviene nella ricerca nicanti sia tra loro che con gli am-
archeologica, una delle scoperte bienti maggiori (fig. 13).
più importanti degli ultimi anni in Quasi tutte le deposizioni, una ses-
questa zona è avvenuta in modo del santina circa, avevano come corre-
tutto fortuito, ad opera di scavato- do vaghi di ambra o pasta vitrea,
ri clandestini. anelli di bronzo, fermatrecce, in al-
Si tratta della tomba 743 di Lavel- cuni casi armi , daghe e pugnali,
lo, una tomba ipogeica a più am- coltelli di bronzo, punteruoli col
bienti dalla quale provengono una manico in osso, ecc. (fig. 14).
trentina di bellissimi vasi appenni- Ma non sono solo la struttura e i
nici recuperati dalla Soprintenden- materiali di corredo a rendere tan-
za Archeologica della Basilicata. Il to eccezionale questa tomba, quan-
desiderio di documentare la strut- to il fatto che essa fu utilizzata per
tura dalla quale questo s traordina- un lunghissimo periodo, forse inin-
rio insieme proveniva e di tentare terrottamente, dal bronzo medio al
inoltre di recuperare altri dati ci bronzo finale.
spinse, fortunatamente, a riaprire La spada in bronzo tipo Pertosa di
la camera che nel fratt empo e ra una delle deposizioni più antiche e
s tata nuovamente inte rrata dal le fibule ad arco semplice di una
30 ---------------
MIR F. I.I .A CIPOLLONI SAMPÙ
- - -- - - - - -- -- - -

Fig. Il - T oppo /)a g ll :.:.u. To 111/w .l. l .<! il<'fWsi::.iolli .l-:i dal S<'CIJIIllo !i1 ·.-llu d.-Ila ca/1/Cra.

delle più recenti (fig . 15) ci aiutano ficativo.


a situare i limiti cronologici entro i Solo l 'analisi antropologica ci
quali si colloca l'utilizzazione potrà confermare quella che è
dell'ambiente maggiore da nOI l'ipotesi di lavoro attuale, c ioè che
scavato. la tomba sia stata utilizzata per po-
Quest'ipogeo ci documenta un fat- che persone, probabilmente dello
to del tutto nuovo: l'uso ininterrot- stesso gruppo familiare, nell'arco
to di una struttura tombale per un di parecchie generazioni.
periodo molto consistente, diverse In questo caso la tomba 3 di Toppo
centinaia di anni, e molto signi- Daguzzo con i suoi inumati che co-
L 'età del bron zo ne l Me/fe se 31

Fig. 12 · Toppa Dagu zzo. La CIIJ}{IIII'Ill c ircolare al ce 111ru de l/'a cropu li.

stituiscono un gruppo di parentela, 743 di Lavello: le ultime deposizio-


un genos, ci documenta l'emergere ni appartengono alla fine del se-
delle élites nel bronzo medio ini- condo millennio.
ziale, la tomba 743 di Lavello ci Anche a Tappo Daguzzo la fine
documenta invece il momento dell'età del bronzo appare caratte-
successivo. rizzata, da profondi mutamenti e
La stessa cesura che si è sempre ri- da una mancanza di continuità,
scontrata in quest'area negli abita- anche topografica, con ciò che
ti tra bronzo finale e prima età del precede.
ferro , si ritrova anche nella tomba Incendi e distruzioni segnano li-
32 MtRELLA CtPOLLONI SAMPÒ

velli del bronzo finale che sono cerche sul terreno in un territorio
contraddistinti dalla caratteristica definito possa portare in breve
ceramica protogeometrica japigia, tempo ad un gran numero di nuove
che qui può essere datata al X o acquisizioni.
forse al IX secolo a .C. Anche se siamo ancora ben lontani
A questo periodo appartiene un in- dal possedere una visione chiara e
teressante edificio con ambienti di dettagliata sulle vicende di questo
magazzino, contenenti dolii torniti, lontano passato, è evidente che
la cui fondazione è stata solenniz- l'archeologia del Melfese ha aper-
zata con un rituale complesso: poz- to, per l'età del bronzo, una serie di
zetti con sacrificio del cervo, di ca- prospettive nuove che inducono a
provini giovani e coppe di impasto rimeditare su varie problematiche
forse usate per libagioni rituali. e ci aiutano a ricomporre in un
È evidente da questo rapido excur- quadro complessivo le vicende di
sus come l'intensificarsi delle ri- questo lembo della Daunia antica.

FiJ!, . 13- Lal'l! llo. Tmnha 743. l'a rticolare del/ 'w nhie nte ;dfa in cunu eli su l\ ·().
l, 'e là del h ronzo nel J'v!elfese 33

Fig. 14- Lal'el/o. Tomba 743. !.e de pusi~io11i piiÌ anTiche dal Jil ·e llu i11feriore del/'amhie111e alfa.
34 MtRELLA CtPOLLONI SAMPÒ

Fig. 15 - Lavello. Tomba 743. Alc11lli oggetti di corredo: 1•asi di impasto co11 la tipica decora::.io11e
"appominica" e bronzi.
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TRINITAPOLI (FOGGIA): LA TOMBA DELL'ETÀ
DEL BRONZO DI MADONNA DI LORETO

ANNA MARIA TUNZI SISTO

FOGG IA- PALAZZ ETTO DELL'ARTE- SALA ROSA - 13 MAGG IO 1988


Fig. l . Mad u nna d i / ,u reto (T ri n ita p ()/ i). Fos sa tu neo liticu.

Agli inizi del 1973, i lavori per l 'im- cheologica destinata ad arricchire
pianto della fogna bianca alla peri- considerevolmente il quadro delle
feria Nord dell'abitato di Trinita- attuali conoscenze sul costume fu-
poli portarono alla luce una strut- nerario durante il II millennio a.C.
tura tombale, che venne solo in In quella circostanza, il tracciato
parte esplorata. della trincea fognaria sfiorò in più
Cominciava così casualmente la punti, e successivamente sventrò,
prima parte di una scope rta a r- una tomba "a grotticella", conte-
Fig. 2-3- Madu rwa di Lo re to (Trillitap u li ). Cnwr zica 11 eolitica d al rÙ' rll p illl e rl/ u d e l fo ssa to.
4-5- Mudunna di /,urctn (Trinitapoli). Ccra111ica neolitica dal ric111pi111e11to del fo ssato.
42 ANNA MARIA TUNZI SJSTO

nente sepolture multiple, accompa- crostati di pasta bianca; quella a


gnate da qualche oggetto di bronzo tremolo e dipinta a bande strette e
e da alcuni vasetti d'impasto. infine la figulina dipinta a bande
L'intervento d'urgenza della So- semplici, rosse o bianche.
printendenza Archeologica fu cu- L'industria litica, comprendente
rato da Ettore M. De Juliis, che in- strumenti in selce, è generalmente
dagò lo stretto tunnel che costitui- chiara e semi trasparente; è attesta-
va la tomba per m . 7,20 prima di in- ta anche la presenza di ossidiana.
terrompersi a causa della scarsa Entrambe le sponde del fossato so-
stabilità della volta (DE JuLIIs no occupate da numerose buche di
1975). palificazione (fig. 6), diverse per
A distanza di circa quindici anni, la larghezza (l'ampiezza del loro dia-
Soprintendenza ha ripreso e pro- metro oscilla da cm. 15 a cm. 30) e
mosso indagini sistematiche nella profondità (in media da cm. l O a
stessa località, denominata Madon- cm. 40), disposte secondo un alli-
na di Loreto dall'omonima chieset- neamento curvilineo a intervalli re-
ta poco distante. Le nuove ricerche golari di m. l. L'esiguità del tratto
hanno immediatamente rivelato la scavato non consente l'eventuale
complessità de lle vicende a t-cheo- ricostruzione della loro origmaria
logiche svoltesi n eli 'area. disposizione.
La zona ha infatti visto dapprima Accanto agli alloggi di pali, e spes-
l'impianto di un villaggio di capan- so sovrapposte ad essi, sono state
ne di età neolitica, cinto da un fos- inoltre messe in luce delle fosse di
sato visibile nelle foto aeree (fig. l). forma quadrata (cm. 80 di lato),
Il suo riempimento ha finora resti- anch'esse disposte in filari paralle-
tuito ceramica grossolana impres- li, allo stato di incerta interpreta-
sa con caratteri arcaizzanti, che ri- zione.
coprono tutta la superficie del vaso Lungo la sezione del margine inter-
(figg. 2-5); troviamo anche cerami- no del fossato, si è infine individua-
ca impressa-incisa fine depurata, ta una nicchia lunga m. 4,50 circa e
contraddistinta da una sintassi de- alta m. l, contenente una sepoltu-
corativa più ordinata e complessa ra. L'inumato era stato collocato in
(il cosiddetto aspetto Guadone- posizione fortemente contratta sul
Rendina); l'incisa a tremolo, quella fianco destro, ed era accompagna-
fine graffita, con le caratteristiche to da alcuni frammenti di ceramica
superfici accuratamente lisciate, impressa e da uno strumento litico
sulle quali spicca l'elaborata tra- (fig. 7).
ma dei motivi decorativi, a volte in- Il fossato e le altre strutture relati-
Trill i lapnli: la !UIIlha del/',•t<Ì dd hm11 : n di .\l adlillll!l di / , rl/ t'/ u 43

Fig. 6- Mado1111a di J.oreto ( Tri1 1itapo/i ). Particolare d i IIIW /m ('(l f!l' r pali di SOSII'_!!,IIO.
44 ANNA MAR I A TuNZI S 1sTo

Fig. 7- Madomw di Lore to (Trillitap"li ). S ep"ltura w •ulitica rinn ·ata lz111g" ilmlll); iw· i11t e mu
del fossato.
Tri11itapoli: la tomba d ell 'e tà d el bro 11 zo di Mado rma di Lo reto 45

ve all'abitato neolitico sono stati ri- si innesta sul tracciato del più anti-
cavati nel tenero banco carbonatico co fossato neolitico.
calcareo, tipico del Tavoliere, deno- Infatti la parete di fondo di que-
minato localmente "crusta", affio- st'ultimo ambiente, che presenta
rante a 50-60 cm. di profondità caratteri tali da poter essere chia-
dall'attuale piano di campagna. mato cella, è costituita da una sor-
A SO del tratto posto in luce del ta di chiusura con grosso pietrame
fossato neolitico, nel punto in cui a secco (a tratti incoerente perché
questo compie un'ampia curva ver- frammisto a pezzi di crusta stacca-
so S, si è individuata una comples- tisi dalla volta), poggiante su una
sa struttura tombale di tipo ipogei- stretta piattaforma che corre pa-
co ancora intatta, ricavata artifi- rallelamente all'andamento del
cialmente nel medesimo friabile fossato (fig. 13).
banco di crusta con orientamento Una fila di buche regolari lungo la
SO. La tomba, probabilmente per piattaforma farebbe pensare che la
un caso fortuito da imputarsi alla copertura della cella fosse sorretta
frequentazione intensiva della zo- nel suo tratto finale da una serie di
na, si sovrappone e si interseca per pali infissi nella piattaforma.
un certo tratto al fossato neolitico. Le pareti dell'ipogeo sono scabre .
La pianta dell'ipogeo consta di più La volta, a botte, è interessata in
ambienti (figg. 8-9): un corridoio più punti dal distacco di grossi
rettilineo, lungo e relativamente blocchi di crusta, che in alcuni casi
stretto, che si sviluppa in direzione hanno intaccato profondamente i
SO per m. 12,10 (altezza media del- livelli di deposizione, causando
la volta m. l ,60; larghezza al piano danni ai resti umani.
m. 1,50); all 'estremità S il corridoio L'interno è ingombro fino alla som-
si biforca in due rami (fig. 10), che mità del terreno di infiltrazione,
proseguono rispettivamente verso penetrato da alcune piccole aper-
O (scavato allo stato per m. l) e ver- ture irregolari della volta, che pro-
so E. Quest'ultimo, nel suo tratto babilmente ricoprivano la funzione
finale (scavato per m. 7,50), è risul- di prese d'aria.
tato essere la tomba esplorata nel Le deposizioni interessano tutti gli
'7~ (figg. 11-12). ambienti di cui è composta allo sta-
All'estremità O, invece, il corridoio to la tomba, un vero e proprio ossa-
conduce con una lieve pendenza rio con un numero elevato di sepol-
che si accentua nel tratto finale a ture, accatastate le une sulle altre
un ampio ambiente di forma ovale, a formare diversi livelli. Lo spesso-
esplorato allo stato per m. 7,20, che re medio degli strati sepolcrali va-
46 ANNA MARIA TUNZI SISTO

c
""" '

Fig. 8- Madonna di Loreto (Trinitapoli). lntemn dell'lpogeo dell'Età elci Brcm:.u.


Tri11irapoli: la romba dell'l' là del broww di ;'vlwluwra di /.un'IO 47
---------------------

Fig. 9 ·Madonna di /.orero !Trinililpoli). Pi1111W dc /1'/pogl'o ddi'Erà dd Rrun;.o.


48 ANNA MARIA T UN ZI SI STO

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Fig. 10- Madonna di Lo reto (Trinitapoli). Inte rno dell 'lpogeo: biforcazio ne del corridoio princi-
pale nei due rami late riali.

ria da cm. 70 a cm. 80. Soltanto nel- todi conservazione dei resti umani
la cella si è riscontrata una minore è stato molto spesso compromesso
concentrazione (spessore medio dall'umidità, conseguenza della
cm. 40)(fig. 14). ·presenza sul fondo della tomba di
I corpi sono stati deposti secondo il acqua salmastra che ha causato un
consueto rituale del ra nnicchia- inevitabile spostamento di parte
mento. Lungo il corridoio principa- del materiale osseo e del relativo
le si è notato un allineamento dei corredo funebre (fig. 17).
crani lungo la parete NE (figg. Per quanto sia stato spesso diffi-
15-16); in diversi casi è stato possi- coltoso distinguere i singoli inuma-
bile osservare la presenza di un cir- ti, sembrerebbe comunque che i
colo di pietre di proporzioni non seppellimenti più recenti non ab-
eccessive, concentrate a mo' di pro- biano determinato un accatasta-
tezione tutt'intorno ad essi. Lo sta- mento di sordinato dei precedenti,
Trinirapuli: la ro mba tle l/ 'e rà d el hru 11 ~u di Madu mw di Lore lu 49

ma siano stati semplicemente so- ridionale. Potrebbe trattarsi dei re-


vrapposti in livelli successivi a sti di stoviglie adoperate durante i
quelli più antichi. Il notevole nu- rituali connessi ai vari seppelli-
mero delle deposizioni (complessi- menti, deposte in frantumi assieme
vamente si sono riconosciuti i resti a consistenti resti di ceneri, carbo-
di settantadue individui) compren- ni e ossa bruciacchiate di animali.
deva soprattutto adulti di ambo i Tale situazione è particolarmente
sessi, alcuni adolescenti tra i quali evidente nella cella, al cui interno
una giovanetta e qualche bambino. si è evidenziata una vasta area di
La suppellettile vascolare, compo- bruciato che ha sensibilmente alte-
sta da circa cinquanta esemplari rato le deposizioni sottostanti con
rinvenuti quasi sempre integri, gia- il relativo corredo. Infatti tra que-
ceva commista alle sepolture. ste si sono rinvenuti i resti di alcu-
I vasi sono nettamente inferiori nu- ni vasetti quasi del tutto carboniz-
mericamente alle ambre e ai bron- zati, di cui non è stato possibile ri-
zi (monili e armi) che adornavano salire alla forma o al numero esat-
riccamente i defunti e che spesso to. Tra essi spiccano alcuni fram-
sono stati trovati ancora attaccati ·menti decorati con fitto motivo
ai resti ossei sui quali hanno lascia- puntiforme, eseguito a intaglio
to tracce d'ossido (fig. 18). profondo.
Il materiale vascolare è omogeneo, La ceramica costituente il corredo
se si escludono i frammenti spora- è in impasto compatto, a volte con
dici di ceramica neolitica mescola- inclusi bianchi, fitti e minuti. A
ti al terreno di infiltrazione, più parte pochi esemplari in impasto
frequenti nella cella per via della grossolano rossiccio, pareti spesse
contiguità col riempimento del fos- e superfici appena lisciate di colo-
sato neolitico. re prevalentemente bruno, la gran
Dappertutto nella tomba sono stati parte delle forme presenta impasti
raccolti, confusi tra il corredo e le semifini di medio spessore, con su-
deposizioni, molti frammenti non perfici nere o rossastre, chiazzate
ricomponibili di ceramica grosso- per effetto della cottura, steccate e
lana d'impasto, quasi esclusiva- lucidate. Rari gli esemplari in cera-
mente appartenenti a vasi di gros- mica fine, spessori sottili e di colo-
se dimensioni, decorati con ele- re prevalentemente camoscio o
menti plastici quali grossi cordoni rossiccio, con le immancabili av-
lisci o a pizzicato e bugne, spesso vampature da fuoco.
muniti di robuste prese a lingua, ti- Il repertorio dei tipi è abbastanza
pici dell'età del Bronzo medio mc- vario, composto soprattutto da va-
50 ANNA MARIA T UNZI SISTO

Fig. Il - Madonna di /,o reto (Trinilap oli). lnt e mo del/'lp ogeo: si h11e rcc 11a iltrallo di tmnha dello
sca vo De Ju/ii s '73.
Trinirapoli: la ron(ha d c f!'c tà dd hnm :.o di .\/a do1111a di l>u re to 51

Fi~. 12 - Madonna di Lorero (Trillirapoli ). l11t c r11 u d e ff 'l po,f!,eo: ,·eduta d el t'lll11o lat e rale E s t (sca \'O
De Julii s '73).
52 ANNA MARIA TUNZI SISTO

Fig. / 3- Madomw di Lo reto (Triniwpoli ). Jp ogeo dell 'E tti del Hnm : o: \'etiuta della ce lla che inter-
seca il fossato neolit ico.
Trinilapoli: la 10mha dell'elà del hm11 ~o di A-ta do w w di Lorelo 53
---------------------

Fig. 14 - Mado mta di Lore/o (Trini!ap o /i ). h11e n1o del/'lpogeo: sumi di sepolllml .
Fig. 15 ·Madonna di Lo-
reto (Tri11itapoli). 111/er·
110 dell 'lpogeo: allinea·
menti di crani lungo la
parete NE 11el corridoio
principale.

Fig. 16 · Madomw di Lo·


reto (Trinitapoli). /11/er·
no dell'lpogeo: partico-
lare dello scavo.
Tri11 ita poli: la tomha de ll 'e tà del b rm1 ;.u di Ma do llllll d i l.ore tu
- - - - - - - - -- - -- -
55
- - -- - - - - -

Fig. 17 . Mado mw di l .o re to (Trinitap o li ). lllte m o de /1 '/pugco: part ico lare d i alct 111i ugge lli de l
co rred o fun e bre.

-
/
l
/

Fig. 18- Mado 1111a di l .o re to (Trinita poli ). !11 tc nw d cll 'lp ugeo: ogge ui di co rredo i11 cera mica e
hror1 zo {ram111i>ti a rc>ti osse i.
56 ANNA MARIA TUNZI SISTO

Fig. 19 - Madonna di Loreto (Trinitapoli). Vasetto d'impasto con deco ra zione eseguita a intaglio
profondo.
Tri•titapuli: la tu111b11 dell'eta dd hrun : n eli .\ladm n w di l .<>retu 57
- - -- - - - - - - - --- -- -- - -- -- - - - -

Fig. 20 · Madumta di Lo re to !Trinilllpoli). Borchie l/c {<nate ciel curreclu {ttltelne.


58 ANNA MARIA TuNZl StsTo

si di piccole dimensioni in cui si os- no comuni dappertutto in un arco


serva una prevalenza delle forme di tempo che va dall'età dei Metalli
chiuse (tazze monoansate); tra le fino a tempi storici inoltrati. Quel-
forme aperte sono invece attestati lo che però caratterizza gli esem-
gli scodelloni carenati . plari di Trinitapoli, per i quali non
Il tipo di ansa più rappresentato è è stato possibile, allo stato, trovare
quello nastriforme ad anello, a vol- riscontri tipologici, è l'elemento di
te sopraelevato sull'orlo. Scarseg- raccordo dei due dischi che com-
gia la decorazione, sia plastica che pongono il monile. Infatti, contra-
incisa; per la prima sono frequenti riamente alla maggior parte di tali
le bugne, applicate in genere in nu- reperti, uniti da un raccordo a ser-
mero di tre sulle brocchette a cor- pentina, questi sono tenuti assieme
po arrotondato. Per la seconda, la da un grosso cilindro cavo realizza-
tecnica impiegata è quella dell'in- to anch'esso a spirale, che fa parte
taglio profondo (fig. 19). integrante del filo di bronzo che
Il ricco repertorio dei bronzi com- compone l'oggetto (fig. 21 ).
prende soprattutto oggetti di orna- Ai monili si aggiungono tre esem-
mento personale, quali pendagli a plari di armi da punta (un quarto è
doppia spirale, anelli, spilloni con in frammenti), che per le loro di-
testa a riccio, saltaleoni, una tor- mensioni sono assimilabili alle da-
que, borchiette forate (fig. 20), bot- ghe o corte spade. Sono a lama lun-
toni, cuppelle, chiodini; particolar- ga e assottigliata e tallone triango-
mente numerosi sono inoltre degli lare munito di tre robusti chiodi,
oggetti che, per quanto simili disposti anch'essi secondo un as-
nell'aspetto alle fibule a doppia setto triangolare. Rientranti tipo-
spirale, in realtà se ne discostano logicamente nel gruppo cosiddetto
per alcuni decisivi particolari. ln- Pertosa (BIANCO PERONI 1970), tro-
nanzitutto, per quanto ben conser- vano confronto in esemplari rinve-
vati possano essere, non presenta- nuti nello strato III del Grottone di
no in nessun caso elementi che con- Manaccora, sul Gargano, (BAUM-
sentano l'infilaggio nel tessuto e la GARTEL 1953) e nella tomba 3 di
chiusura (ardiglione, staffa, ecc.), Toppa Daguzzo, nel Melfese (CIPOL-
che solitamente completano tali LONI SAMPÒ 1986) (fig. 22).
oggetti. Si propende piuttosto per Con i medesimi contesti funerari
una loro diversa utilizzazione, for- sono istituibili confronti più inte-
se come ornamento per capigliatu- ressanti anche per quanto riguarda
re, ancora comunque da approfon- il resto del materiale bronzeo e ce-
dire. Le fibule a doppia spirale so- ramico.
Tri11itapuli: la tumba d ell 'e tà del brun zo di Mado1111a di l.ure tu 59

Numerosi sono gli oggetti di am- prattutto le riconoscibili appendici


bra e pasta vitrea, comprendenti delle anse delle tazze carenate, con
pendaglietti e soprattutto elementi le caratteristiche sopraelevazioni
di collana, di forma sferica o ovale romboidali e spatoliformi.
schiacciata, alcuni di dimensioni
ridottissime. Il corredo bronzeo offre inoltre
Il quadro dei monili è completato spunti di confronti con ambienti
da alcuni pendagli forati in pietra e del mondo egeo e dell'Italia centro-
in osso e da conchiglie con l'umbo- settentrionale, a dimostrazione
ne forato. delle relazioni a vasto raggio che
L'analisi del tutto preliminare del durante l'età del Bronzo videro
materiale recuperato nell'ipogeo protagonista la regione pugliese;
consente al momento solo un som- anche l'abbondanza di altri oggetti
mario, generico inquadramento di prestigio, come l'ambra e la pa-
cronologico dell'intera struttura. sta vitrea, che indurrebbe a pensa-
La tomba sembra essere stata fre- re all'esistenza di un ceto di ricchi
quentata lungo un arco di tempo possidenti capaci di accumulare
che va dal medio al tardo Bronzo, ricchezze, è un'ulteriore dimostra-
anche se non in modo continuativo. zione dell'inserimento della regio-
Una parte delle fogge vascolari è in- ne non solo nel vivace traffico me-
fatti attribuibile al Protoappennini- tallurgico, ma anche nel commer-
co B, quale ci è noto dai contesti re- cio dell'ambra, lungo la direttrice
gionali del medesimo periodo; altri che da Nord verso Sud trasportava
elementi, invece, sembrano riferibi- il prezioso materiale tra l'Europa
li a tradizioni subappenniniche, so- continentale e l'Egeo.

l gratificanti risultati di questo primo intervento sistematico sul sito di Madonna di


Loreto sono stati possibili grazie alla competenza e, in più di un 'occasione, allo spiri-
to di sacrificio dell'équipe di scavo della Soprintendenza Archeologica che mi ha af-
fiancato : G. Desantis, E. Arciuli, F. D'Angelo, D. Ursi e P. Barile (restauro); G. Caradon-
na (documentazione fotografica); R. Cappelli, V. Sena, V. Soldani (documenta zione
grafica); inoltre M. Langella, D. Davanzo, C. Morea. A tutti vadano i miei sinceri rin-
graziamenti.
La determinazione antropologica dei resti umani è stata curata dal prof. V. Scattarel-
la, dell'Istituto di Zoologia e Anatomia comparata dell'Università di Bari.
Lo scavo è stato finanziato dall'Amministra zione comunale di Trinitapoli e promosso
dalla sede locale dell'Archeoclub d'Italia.
Fi g. 21 - Madomza di Lo rew (Trilziwp o !i). Mo 11ili a spirale d el co rre d o fun e bre .
Fi g. 22- Madoww di Lureto (Trinitapoli). Spade di lno11 ~o col'! ch iodini a/l'imlll{ll'licatura.
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del IX Convegno Nazionale di Preistoria, Protostoria e Storia della Daunia (San
Severo 1987).

Fig. 23 ·Madonna di Loreto (Trillltap oli). Ruccheuo o "jo-jo" fiui/e .


L'INSEDIAMENTO PROTOSTORICO
DI MONTE SARACENO
GARGANO: I RISULTATI DEI PIÙ RECENTI STUDI

MARIA LUISA NAVA

FOGGIA- PALAZZETTO DELL'ARTE - SALA ROSA - 20 MAGGIO 1988


L'in sediame nto di Monte Saraceno - Gargww: risultati degli studi 65

L'intensificarsi delle ricerche sul nell'ambito della necropoli (Fusco


campo ha profondamente modifi- 1973), dall'altra per il ritrovamen-
cato, negli ultimi anni, il panorama to di frammenti ceramici relativi al
delle nostre conoscenze sull'ar- Protogeometrico Japigio prove- ·
cheologia della Daunia antica, con- nienti dall'aggere (DE Juu1s 1979).
tribuendo in maniera sostanziale a Nel corso delle prime ricerche ven-
chiarificare le modalità di occupa- nero esplorate una quindicina di
zione di questo territorio nelle dif- sepolture, ma nel contempo se ne
ferenti epoche. segnalò la presenza di almeno altre
In particolare, i risultati delle ri- 200 (CoRRAIN, RITTATORE, Fusco
cerche riprese sistematicamente a 1958-1959), riunite in nuclei abba-
partire dal 1981 nel sito di Monte stanza fitti che, dalla sommità del
Saraceno hanno posto in luce promontorio si estendono ad occu-
aspetti del tutto nuovi sul popola- pare le pendici settentrionali scen-
mento antico nel Gargano nel pe- dendo quasi allivello del mare.
riodo compreso tra la fine dell'età L'abitato connesso alla necropoli
del Bronzo e gli inizi di quella del risulta situato sulla sommità
Ferro (fig. l). dell'altura nella sua parte estrema
Come è noto, il promontorio costie- verso il mare, ed è separato dalle
ro di Monte Saraceno si colloca a aree cemeteriali da un'aggere (fig.
chiudere a Mezzogiorno la baia di 3), i cui caratteri costruttivi sono
Mattinata, ed ospita, sia sulla cima costituiti da un imponente mura-
che sulle pendici volte a Settentrio- glione di pietre a secco, con soste-
ne, una vasta necropoli, formata da gni lignei in origine, impostato su
centinaia di tombe scavate nella un fossato artificiale (FERRI 1970 e
roccia (fig. 2). 1978).
Dopo la prima segnalazione Questo tipo di struttura difensiva
dell'importanza archeologica del appare comune ad altri siti garga-
sito (BATTAGLIA 1956 e 1957), gli sca- nici attivi nelle fasi finali dell'età
vi vennero qui iniziati nel 1959, in- del Bronzo e, come Monte Sarace-
teressando dapprima la necropoli no, collocati su alture costiere (NA-
(CORRAIN, RITTATORI'., Fusco 1958- VA1984).
1959), e, in seguito sino al 1969, le Se le indagini condotte nel fossato
strutture difensive del villaggio di difesa del nostro abitato aveva-
(FERRI 1978). no posto in luce che il primo perio-
Fin da allora la rilevanza dell'inse- do di frequentazione del sito pote-
diamento risultò evidente da una va essere datato già nelle fasi finali
parte per la scoperta di sculture dell'età del Bronzo (DE JuLIIs 1977)
e ARPI

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Fig. l · Localizzazione del sito di Monte Sarace110.


LEGENOA :

e CENTRO ANTICO

Q CENTRO MODERNO

0 CENTRO ANTICO E MODERNO

T(;fiDO
SARACENO

f-\ C.. NO!>A


\:) (CAHU~IUM)
68 M ARIA L UIS A N AV A

Fi g. 2 - Mo11 te Sara ce w J 1-is ta da N \-\'.

Fig. 3 - Mo n te Sarace110. S tml/ ure dell 'ab itatu.


L'iiHediam e nto di Mont e S ara ce 110 - Gargano: risultati degli s tudi 69

(fig _4), per contro, allora, i dati for- ambra, pasta vitrea, oltre a cerami-
niti dallo scavo delle tombe non ap- ca sia di impasto che dipinta, con-
parivano altrettanto chiari_ sentivano una collocazione cronolo-
Le sepolture, infatti, mostravano gica delle sepolture dal VII al V sec_
contenere costantemente deposi- a .C. (CORRAIN, RtTTATORE, Fusco
zioni plurime ad inumazione, con 1958-1959) (fig. 5). Unica eccezione
defunti di età e sesso differenti, i era rappresentata da una tomba
cui corredi apparivano non distin- terragna, con muretto a secco di
guibili (CORRAIN, NALIN 1967; CoR- protezione, venuta in luce alle pen-
RAIN 1970; ERSPAMER 1982; CAPITA- dici del monte, in località Masseria
NIO, ERSPAMER in corso di stampa). Fandetti (RITTATORE WoNWILLER
I materiali di accompagno, costitui- 1970; DE J uuts 1979), che contene-
ti principalmente da oggetti di or- va, tra l'altro, anche materiali rela-
namento personale in bronzo, fe rro, tivi al Bronzo Finale - ponendosi

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Fig. 4 - Mo nte Sara ce no. Framm e 111i de l Protugeo m e trico Japigi o p rove nie nti dall'a ggere.
70 MARIA LUISA NAVA

cosi m pieno accordo con la fre- dagini condotte dal Ferri nell'area
quentazione del villaggio - ed alla dell'abitato e del fossato di difesa
prima età del Ferro. Il corredo indi- posto tra questo e la necropoli.
cava dunque una continuità d'uso Tale fossato (14m. di lunghezza 5-6
della sepoltura, continuità confer- m. di larghezza) era stato riempito
mata anche dalle analisi osteologi- agli inizi del nostro secolo con la
che che hanno permesso di ricono- terra proveniente dagli sbanca-
scervi almeno 26 individui (6 uomi- menti operati dalla Marina Milita-
ni, 6 donne e 13 bambini). re in località "Punta Rossa" , per
A queste prime ricerche, che inte- impiantarvi una postazione (fig. 6).
ressarono solo alcune aree di quel- Pertanto il suo scavo ha permesso
la necropoli già segnalata dal Bat- di recuperare, attraverso la lettura
taglia negli anni Cinquanta, fecero di una stratigrafia inversa, tutta
seguito, tra il 1962 ed il 1969 le in- una serie di dati relativi all'abitato

:~

Fig. 5 - Monte Saraceno. Mate riali dagli scavi 1959-62: o recchi no de lla ro mba 56; fibula della
tomba 59.
L 'insediamento di Monte Sara ce 11o - Gargano: risultati degli studi 71

che sono andati ad integrare quelli te sbozzati, di notevoli dimensioni,


forniti dalle poche tracce di capan- con colonnetta rastremata verso il
ne scampate alla distruzione. basso. Il secondo tipo di scudi, in-
Le indagini riprese nel1981 hanno vece, ha dimensioni molto più ri-
consentito di scavare circa 200 se- dotte, superfici levigate, faccia an-
polture, raggruppate in nuclei ab- teriore apicata al centro e colon-
bastanza fitti e relativamente di- netta cilindrica o poliedrica.
stanziati fra loro. Tali sepolture so- Tra i monumenti antropomorfi
no tutte scavate nella roccia calca- vanno annoverate le teste ed i po-
rea di cui è composta l'altura; han- chi esempi di stele, decorate e non.
no forma troncopiramidale e l'im- Recentemente le indagini condotte
boccatura circondata da una cana- nell'area della necropoli detta "U
letta per il deflusso delle acque. Signale" hanno consentito di recu-
Generalmente le dimensioni delle perare due di queste teste in tombe
tombe sono comprese tra i cm. databili rispettivamente alla fine
110-130 di profondità, con un'im- del X sec. a.C. (T. 14 sett. IV) e al
boccatura di cm. 40 x 70 ca. ed una passaggio tra il IX e l'VIII sec. a .C.
larghezza alla base di cm. 90 X 11 O. (T. 22 sett. IV). Ciò ha permesso
Spesso presentano sul fondo un cu- una migliore collocazione cronolo-
scino litico risparmiato per acco- gica dell'inizio della produzione
gliere il capo del defunto, deposto scultorea nel sito.
in posizione fortemente rannic- Nell'ambito delle teste possono es-
chiata (fig. 7). sere distinti tre differenti tipi : nei
Ciò che rende peculiare questa nc- primi due si tratta di sculture iconi-
cropoli rispetto ai si ti contempora- che od aniconiche, in cui il volto è
nei è la presenza in essa di una pro- ridotto ad un semplice piano liscio,
duzione scultorea in pietra di se- mentre nel terzo tipo l'aniconicità,
mata sepolcrali che possono essere portata al massimo livello, conduce
distinti in due grandi categorie: i anche alla scomparsa di tale piano.
monumenti antropomorfi e quelli Nel primo tipo la testa ha forma
di tipo geometrico-stilizzato (NAVA conica con la sommità della nuca
1987a, a cura). A questa seconda alquanto allungata, come a raffigu-
categoria appartengon~ gli scudi rare un'acconciatura "a chignon "
circolari costruiti in un solo pezzo (fig. 9). Il viso, di forma circolare o
con la colonnetta di sostegno (fig. sub-ovale, è impostato su un piano
8). Tali scudi possono essere di due verticale o leggermente obliquo. Il
tipi: nel primo caso si tratta di scu- collo è massiccio, cilindrico. Tali
di piuttosto rozzi, grossolanamen- esemplari possono essere sia ani-
72 MARIA LUISA NAVA

Fig. 6 - Mu nte Sara ce no. L'agge re.

conici che iconici, nel qual caso i piano del volto verticale e privo di
tratti fisiognomici sono realizzati qualsiasi indicazione fisiognomi ca ;
ad incisione e a rilievo, con una inoltre, rispetto alle teste iconiche,
ben precisa volontà di schematiz- sono meno rifiniti.
zazione. A rilievo sono eseguite le Suggestiva è l'ipotesi già avanzata
sopracciglia, il naso- stilizzato in dal Ferri che vedeva nell'assenza di
un cordolo verticale ·-, le orecchie volto in queste teste la volontà di
- costituite da larghi cilindretti rappresentare una "divinità della
schiacciati. Incisi sono gli occhi e morte" che assume, di volta in vol-
la bocca. ta, le sembianze dei diversi defunti
In due casi sono presenti anche de- (FERRI l 961 ).
gli orecchini circolari realizzati ad Ad un secondo gruppo, nume ri ca-
incisione. mente inferiore comprendente an-
Gli esemplari aniconici hanno il cora reperti sia iconici che aniconi-
L 'insediamento di Mo l1le Sarace rw- Gargano: ris11ltati degli sltldi 73

Fig. 7 - Mun te Saraceno. Le tombe del se ttore IV, in loca lità "V S igr1a le ".

ci, appartengono manufatti dalla di secondo tipo, ed eseguiti con cu-


forma sub-sferoidale schiacciata e ra minore rispetto ai manufatti dei
caratterizzati da un 'acconciatura a due tipi precedenti (fig. 10).
treccia posteriore. Per le stele si tratta di esemplari,
Un solo esemplare di questa serie iconici ed aniconici, in cui i rappor-
reca le tracce di un ornamento, for- ti volumetrici tra corpo e testa ven-
se un diadema. gono stravolti (NAVA 1987a, a cura).
Ancor meno numerosi sono gli Un solo frammento reca tracce di
esemplari, esclusivamente aniconi- una decorazione geometrica inci sa
ci, del terzo gruppo, dalla ca ratteri- e trova confronti, più c he con le
stica forma conica con sviluppo ver- stele della Piana di Siponto, con un
ticale, impostata su un collo largo e reperto proveniente da Cavallino,
tozzo, talvolta sfaccettato come le nel Salento (PANCRAZZI 1979).
colonnette di sostegno degli scudi In questo quadro generale, assu-
74 MARIA L UISA NAVA

mono una posizione di rilievo i ma- più precisamente, con le popolazio-


teriali restituiti dalla tomba n . 111 , ni illiriche, grazie alla mediazione
settore IV, che permettono di com- dei Liburni, pirati ed alleati dei
prendere meglio i rapporti tra l'in- Dauni; e se gli scudi della nos tra
sediamento di Monte Saraceno e le nec ropoli trovano confronto in
culture italiche limitrofe. analoghe sculture provenienti da
Se infatti alcuni orna menti perso- Castelluccio dei Sauri; un fra m-
nali rinvenuti nei vari corredi - mento di stele, restituito dalla sud-
quali distanziatori a navice lla e detta tomba ha aperto una nuova
pendagli antropomorfi (fig. 11) (BA- visione sui rapporti tra la scultura
TOVIC 197 5) - hanno permesso di indigena e quella abruzzese.
stabilire l'esiste nza di scambi non Il frammento in questione (NAVA
solo di idee, ma anche di mate riali 1987) costituisce la parte in feriore
con l'opposta sponda adria ti ca e, di una stele con un'unica visione

Fig. 8 · M o nte Sara ce n o. Scu do c i rco l a re su co /IJI!11 1! 1/a.


- - - -- l.-'iu-
s<" diall/<'1 1111 di .\l tllll <' Saran ·1111 · (;arg ano:
- --- - - - - - - -- - - - - dt',i;li
ri sulwr i
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Fig. 9 - Mo111e Sarace11o. Testa ico11ica.


76 MARIA LUISA NAVA

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Fig . IO · Mo111e Sarace 110. Testa 1111ico nica.


L 'insediamento di Monte Saraceno- Gargano: risultati degli studi 77

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Fig. Il- Pendagli antropom o rfi dalla Daunia e dal/'ll/iria .


78

frontale e reca la rappresentazione tipologia trova confronti, ad esem-


a rilievo, più o meno sino alle gi- pio, nella stele di Guardiagrele in
nocchia, di piedi umani, visti Abruzzo (CIANFARANI 1969; NAvA in
anch'essi in posizione frontale, in corso di stampa), ribalta le prece-
cui vanno notati i dettagli delle di- denze cronologiche sino ad ora ac-
ta e delle unghie (fig. 12). Tale cettate (fig. 13).
esemplare, che costituisce un uni- Poiché, infatti, le sculture abruzze-
cum nella produzione scultorea si, quali il Guerriero ed il torsetto
daunia, trova invece confronti femminile di Capestrano, che pure
nell'ambiente medio-adriatico del- hanno contatti con le sculture dau-
la nostra Penisola e, insieme ad un nie più tarde, sono tutte collocate
altro frammento recante la raffigu- cronologicamente nell'ambito del
razione di un cardiophylax circola- VI sec. a .C. , e poiché il nostro fram-
re decorato a spina di pesce, la cui mento proviene da una tomba, il

Fi g. 12 · Mont e Sara cow . Stele co11 fi gura (111/ro pomo rfa {ramm e 11taria de lla to mba III , se t·
to re I V.
/. 'insc di a n 1e 11IO d i Mc111/ c S cn acc> no · (;a rgano: risu lrari dc> gli _, rudi
- - -- -
79

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Fig. 13 · M<mfe Sarace110. Srele {rallllll ellraria co 11 cardiophy lax circolare (Maffil'lala , Cu li.
Sa 11SU11e).
80 MARIA LUISA NAVA

cui corredo la colloca nell'ambito Gargano, ma anche per l'intera Pu-


della prima parte del VII sec. a .C., glia settentrionale.
viene da chiedersi se non sia stata Dalle espressioni più proprie della
piuttosto la scultura daunia ad in- sua cultura- i monumenti antro-
fluire su quella abruzzese in epoca pomorfi - prendono le mosse le
posteriore e non, come si riteneva, stele della Piana di Siponto, che
il contrario. portano a compimento il processo
D'altra parte, contatti fra la Daunia di astrazione che ha origine
e l'area abruzzese erano già stati in- dall'idea di epifania del defunto di-
dividuati in passato (NAVA VInizzato, attraverso paradigmi
1978-1979; NAVA in corso di stam- culturali del tutto autonomi .
pa). Tale produzione scultorea, testi-
Il ritrovamento di quest'ultima monianza della fioritura degli stan-
scultura, di tipologia del tutto par- ziamenti della pianura, si colloca
ticolare, apre dunque nuove dire- in quello stesso ambito cronologi-
zioni per la ricerca e per lo studio, co - dalla fine del VII alla prima
proponendo problematiche che - metà del V sec. a.C. -che vede la
ci si augura- possano essere mag- decadenza dell'insediamento di
giormente chiarite dai risultati del- Monte Saraceno, destinato a con-
le prossime campagne di scavo nel cludere un capitolo della storia dei
sito, la cui ripresa è già program- Dauni, le cui ultime parole vengo-
mata per l'estate 1988. no scritte da una isolata sepoltura
Il quadro di Monte Saraceno, forni- del IV sec. a.C., quasi un epitaffio
toci dai materiali di corredo è quel- per un sito che larga parte ha avuto
lo di un sito egemone, durante la nell'ambito della protostoria me-
prima età del Ferro, non solo per il dio-adriatica.
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NUOVI SCAVI A PIANO S. GIOVANNI - CANOSA

NINO LA VERMI COCCA

FOGGIA· PALAZZETTO DELL'ARTE· SALA ROSA· 27 MAGGIO 1988


Nuovi scavi a Piano S. Giovanni - Cmwsa 85

Chi raggiunge Canosa è innanzitut- sa sia capace di opporsi così radi-


to colpito dal grave stato di abban- calmente alla propria storia, una
dono in cui versa la città. Si consta- storia che è scritta, che si può toc-
ta allora come sia davvero varia e care con mano, che ha lasciato
rapida la fortuna dell'uomo e delle tracce evidenti sia nei monumenti
cose, e come la città, che fino al che nelle fonti.
1100 era veramente magnifica, tan- L'incontro odierno, a metà fra sto-
to da poter essere definita la capi- ria e archeologia, riflette bene lo
tale della Puglia, si sia imbarbarita stato dei monumenti di Canosa,
a tal punto che, come dice un ma- che possono infatti vantare, oltre
noscritto della metà dell'800, a Ca- che un eccezionale stato di conser-
nosa si contavano più capre e peco- vazione, anche un'importante tra-
re che cristiani. Nel degrado gene- dizione scritta. Fra la numerosa bi-
rale sono stati travolti anche i mo- bliografia ricorderò soltanto i tito-
numenti, tra i quali - è questo il li che interessano più da vicino il
tema dell'incontro - il Battistero nostro Battistero: lo studio di Raf-
di S. Giovanni, importante sia per faella Cassano che, molti anni fa,
la sua lunga esistenza attraverso i nel1968 per prima ne rivelò l'im-
secoli (anche se è pervenuto a noi portanza; un articolo del Recchia,
come rudere, per giunta utilizzato che ha studiato gli "Atti di S. Sabi-
come frantoio), sia perché bene at- no", nell967, a cui seguì un aggior-
testato nelle fonti. Inoltre il Batti- namento da parte di Jean Marie
stero risulta legato alla vita di Sa- Martin, con la sua "note" sulla vita
bino, santo protettore di Canosa, di S. Sabino (1987); il contributo di
oltre che suo quinto vescovo, una Francesco Grelle "Canosa e la Dau-
delle personalità più eminenti che nia tardo-antica", nel quale si può
la città abbia avuto. A tal proposito toccare con mano la grandezza di
piace sottolineare ancora la strana questa città nell'età di passaggio
sorte delle cose: Bari ha potuto dall'antichità all'era cristiana.
fondare la sua fortuna su un santo Infine si ricordino una ricerca di
"forestiero", mentre Canosa, che Cosimo D'Angela, sulla ubicazione
ha avuto un santo "proprio", lega- e la dedicazione delle Cattedrali
to ad importanti personalità con- nella Capitanata dal V all'Xl secolo
temporanee, non ha potuto conser- e quello di Giorgio Otranto, che in-
varne nemmeno le reliquie ed il se- teressa più in generale la cristia-
polcro, oggi abbandonato dietro la nizzazione della Daunia Antica.
sagrestia. Non è comprensibile la Il vecchio Battistero di S. Giovan-
psicologia di questa città; come es- ni, come dianzi accennato, è giunto
86 NINO LWERMI COCC,\

Fig . l- Piano S. (;iuwullli (Ca1rusa). l11 g ress u :l/tua /e al Halli s tero.

a noi, trasformato in un frantoio; Nella configurazione generale del -


per fortuna i danni arrecati da tale la città, paradossalmente pochi so-
trasformazione non sono stati mol- no i luoghi di interesse archeologi-
to gravi, tanto che il monumento si co tuttora superstiti e soprattutto
è potuto recuperare quasi per inte- fruibili; la città nuova, crescendo
ro e, restaurato com'è oggi, è forse in fretta su quella antica, ha reso
l'unico complesso monumentale, pressocché irriconoscibile lo svi-
assieme a S. Leucio, che si può pre- luppo della seconda, nonostante le
sentare senza vergogna a Canosa. numerose testimonianze emerse.
87

Fig. 2 - l'ia11 o S. (;iu1·wu1i !Cminsa). Scala di accesso all"ur. ·a de llo su n ·u fm lllllraturt'


al IIJIIIC<flt l<' l "tifi .

A Canosa la conser·vazionc di una vuoti, occupati dai re s ti degli edifi-


serie completa di monumenti era ci romani, sino alle soglie dell'età
stata assicurata dal periodo di sta- moderna. Ciò rappresentava una
gnazione urbana c di povertà eco- condizione ideale per la ricerca ar-
nomica , susseguito allo sviluppo cheologica, ma anche per il recupe-
dell'epoca romana e di quella alto- ro di interi monumenti, conservati
medioevale e medioevale. L'abitato ben al di là de lle loro fondazioni. Ai
post-medioevale si era contratto e primi viaggiatori di scoperta, alla
perciò molti spazi erano rimasti fine del '700, Canosa appariva an-
88 NtNO LAVERMI COCCA

Fig. 3 · Pian o S. Giovanni (Canosa). Area dello scavo: abside della probabile hasilica
pa/eoc ristiana.

cora come un campo di rovine, al La ricchezza monumentale della


quale era possibile attingere per città doveva essere impressionante,
chiunque. Basta leggere le crona- nonostante le spogliazioni già subi-
che del Saint-Non, per vedere come te nei secoli precedenti, soprattutto
i Canosini erano in grado di offrire quando gli edifici pubblici di età ro-
ai propri ospiti anche cammei inci- mana avevano di fatto garantito il
si; lo stesso Saint-Non racconta di rifornimento di materiali solidi e
aver acquistato un anello d 'oro con pregiati, sculture, colonne e ogni ti-
cammeo. po di arredo, sia per le fabbriche ro-
N u UI•i scal'i a Piall o S. Gi o \'ll lmi · Clll wsa 89

Fig. 4 · Pianu S. Gio va n ni (Ca nosa). To mbe rin ve nute rece ntem ente.

maniche (ne troviamo testimonian- lità di valorizzazione, la città ha vi-


ze a Trani, il cui campanile è fode- sto svilire nell'arco di un secolo
rato di marmi canosini, ma anche a tutto il suo patrimonio, prima sot-
Barletta e a Bari stessa), sia per il to i colpi del mercato clandestino e
decoro di una intera città, come poi, pressocché improvvisamente,
Canne medioevale. sotto quelli di un 'avventata, estesa
Pressocché intatta nella sua impal- e assai mediocre espansione edili-
catura urbana e nei depositi ar- zia, il cui obiettivo è stato la distru-
cheologici, ricchi di grandi possibi- zione della città romana e medioe-
90
- - - - - - - - - -- -- - -
NlNO LWF:RMI COCCA
-- -- - - - - -- - - - - - - - -

vale, senza sostituirvi un modello to. Caratteristica della città è oggi


urbano altrettanto qualificato. Ta- la discontinuità delle aree archeo-
le devastazione è stata favorita dal- logiche residue, assediate da ogni
la mancanza di fondi e di norme di parte dali' ed i l izia residenziale. Si
tutela adeguate alla imponenza pensi ad esempio al Tempio di
delle cose da conservare, dall'as- Giove-Toro, l'unico podio di tem-
senza del Piano Regolatore e dalla pio romano conservato, impressio-
abdicazione della coscienza critica nante, tra l'altro, come opera ar-
cittadina. Oggi non si può che con- chitettonica e non ancora indagato
statare la perdita di molte aree ai·- completamente.
cheologiche e accorrere con tera- Spesso inaccessibili, o ridotti
pie d'urgenza al capezzale delle al- anch'essi a spazi condominiali, so-
tre in modo da favorirne la ripresa no alcuni monumenti paleocristia-
o almeno impedirne l'aggravamen- ni, tra i più importanti non solo

Fig. 5 · Piww S. Gio,•anni (Cano sa}. To111b c rardoaruiclt c (\i· VI se c. ) al 11l O III CI II o d el
riHl 'C ili111 C III O.
Nu u 1·i scaFi a Piano S . GioFanni - Can osa 91

della regione , ma dell'Italia meri- cofago, conservato attualmente nel


dionale, perché partecipi della castello di Barletta, ma provenien-
"Koinè" culturale mediterranea. te forse da Canosa, che rappresen-
Oggi essi rappresentano degli ta la serie di Apostoli con didasca-
ostaggi nelle mani della città, spes- lie in greco. Un altro vescovo cano-
so non esplorati, non restaurati, di- sino sicuramente attestato, Probo,
datticamente inefficaci e turistica- sottoscrisse gli Atti di un Sinodo
mente improduttivi. Da questo romano nel 465 insieme a Felice di
punto di vista Canosa ripercorre Siponto, Palladio di Salpi e Concor-
storicamente l'esperienza della fa- dia di Bari. Nel V secolo la configu-
se di trapasso dal tardo-antico al razione cristiana della città era or-
medioevo, quando alla rovina dei mai definita: oltre alla Cattedrale
templi e al cedimento del tessuto di S. Pietro, extramoenia, esisteva
edilizio romano, si sostituì capil- un Battistero, forse nei pressi di
larmente l'insediamento delle un'altra chiesa-Cattedrale, questa
grandi fabbriche cristiane, simbo- volta, entro le mura cittadine. Vi
lo · ;rnmagine della città. Sabino, era poi un "Martirium", un luogo
che fu a capo della Diocesi canosi- cioè dove era deposto il corpo di un
na, tra le più antiche della Puglia, martire, santuario extraurbano,
tra il 514 e 566, morì ultracentena- sui resti di uno dei più importanti
rio (un caso rarissimo anche per templi pagani di Canosa; una ne-
l'antichità). Prima di Sabino vi fu cropoli cristiana e una o più cata-
un'importante serie di vescovi, combe lungo le sponde dell'attuale
plausibilmente esistiti, fra i quali il canale di Lamapopoli. Molti di que-
più antico è Stercorio, che parte- sti edifici sono stati attribuiti dalla
cipò nel 342-343 al Concilio di Ser- tradizione letter·aria successiva al
dica (Sofia) in Bulgaria e ne aveva vescovo Sabino, per il rilievo che
sottoscritto gli Atti. Al tempo di egli ebbe nella storia cittadina, at-
Stercorio si può far risalire la pri- testato da un passo della sua "Vi-
ma Cattedrale di Canosa, dedicata ta" che lo celebra appunto come
a San Pietro, tuttora ricordata nel- costruttore di chiese a Canosa. In
la toponomastica cittadina, ma questo passo viene elogiata la fun-
non ancora indagata (via S. Pietro e zione pubblica del vescovo-funzio-
la relativa zona archeologica). nario, succeduto agli antichi "con-
Al 392 è datata la più antica iscri- sulares", che alloro tempo innalza-
zione cristiana e al IV secolo si as- vano statue all'Imperatore, templi
segna anche l'eccezionale fram- agli dei, acquedotti, mercati e tea-
mento di scultura, la fronte tli sar- tri per il popolo. Nel brano è anche
92 NTNO LAVERMI COCCA

Fig. 6- Piano S. Giovanni (Ca nosa). Tumha 11. l a cassa rettangolare: i111e mo.
Nuovi scavi a Piano S . Giovanni - Canosa 93

illustrata la situazione topografica Il brano degli Atti di S. Sabino che


di Canosa cristiana, rimasta so- ci riguarda è importantissimo,
stanzialmente immutata. perché permette di verificare, sulla
L'immediato riscontro tra la realtà base di esso, la realtà archeologica
presente e quella antica, così stret- dell'area di Piano S. Giovanni. Bi-
tamente legata ad un personaggio sogna precisare che nella prima
storico ed espressione della "cano- parte della "Vita di S. Sabino", che
sità" più radicata, avrebbe dovuto risale al VII secolo, vi sono molti
garantire la conservazione dei luo- passi estratti di sana pianta dalle
ghi della memoria storica, ripropo- "Lettere" di Gregorio Magno, men-
nendone la continuità delle funzio- tre in altri si avverte l'influenza
ni o l'adeguamento ad altre del tut- della tradizione locale, che il croni-
to nuove. sta recepisce a pieno.

Fig. 7- Piano S. Giovanni (Canosa). Area dello scavo: frammento di pavimento musivu pertinente
alla basilica paleocristiana.
94 NINO LAVERMICOCC A

"ERAT IDEM VENERABILIS VIR RE- Maria dovè probabilmente essere


STAURATOR ECCLESIARUM .... " antecedente a Sabino stesso, così
"NUMQUAM A DOCTRINA LINGUA ET RE-
STAURA TIONE VENERABILIUM LOCO-
come il San Salvatore non fu opera
RUM CESSABAT MANUS. QUAM PUL- di Sabino, ma gli viene attribuito
CHRO SIQUIDEM OPERE IN CANOSINA da una tradizione più tarda (la de-
CIVITATE IN HONOREM BEATORUM dicazione al San Salvatore, infatti,
MARTYRUM COSMAE ET DAMIANI, BASI- può essere un indizio di età longa-
LICAM EXSTRUXIT, EADEMOUE DIVER-
barda). Il brano citato ha comun-
SIS COLUMNIS AC MUSIVO DECORAVIT.
NECNON ET BEATI JOANNIS BAPTISTAE que costituito lo stimolo per la ri-
AC PRECURSORIS DOMINI NOSTRI JESU cerca archeologica, poiché il Batti-
CHRISTI, EXCELSO CULMINE CAMERAM stero non poteva coincidere con
IUXTA ECCLESIAM BEATISSIMAE ET quello funzionale all'attuale Catte-
SEMPER VIRGINIS DEI GENETRICIS MA-
drale; i due edifici infatti distano
RIAE CONDIDIT. SED ET ANTE ECCLE-
SIAM PRAEDICTI PRAECURSORIS DOMI- parecchio l'uno dall'altro e non
NO SALVATORI TEMPLUM MAGNO DE- sembra probabile un complesso
CORE INSTITUIT" . Battistero-chiesa a così grande di-
stanza. Pertanto l'espressione
Dunque il cronista lascia intendere "iuxta ecclesiam S. Mariae" deve
che Sabino fece costruire ex-nova intendersi come riferimento ad
la chiesa dedicata ai santi Cosma e un'altra chiesa che sorgeva presso
Damiano e, in seguito, anche quella il Battistero di S. Giovanni, a
di S. Giovanni Battista presso la tutt'oggi non ritrovata. Partendo
chiesa di Santa Maria. da questo presupposto si è formu-
A giudicare dall'avverbio "iuxta", lata l'ipotesi di interpretare alla
adoperato per la chiesa di S. Gio- lettera anche l'avverbio "ante"; si è
vanni, occorre intendere che la quindi cercato di verificare se
chiesa di S. Maria era già preesi- l'anonimo estensore degli Atti di S.
stente e che Sabino abbia soltanto Sabino fosse credibile o meno. Co-
completato il complesso ecclesiale sì, avendo considerato che il Batti-
aggiungendovi il Battistero. Di par- stero di S. Giovanni è inserito in un
ticolare interesse è il passo in cui si quadrato di 24 metri per lato all'in-
afferma che davanti al Battistero circa, si è pensato che un altro edi-
Sabino fece costruire un tempio ficio, se c'era, doveva essere con-
dedicato a San Salvatore. In realtà trapposto a quello e inserito
i tre luoghi di culto Santa Maria, anch'esso in un quadrato di analo-
San Salvatore e San Giovanni han- ga estensione, in asse con la porta
no probabilmente dei periodi di- del Battistero. In un saggio di sca-
versi di dedicazione: infatti Santa vo, nel 1981, si è ritrovata effettiva-
Nuovi scavi a Piano S. Giovanni - Canosa 95

mente l'abside dell'edificio, che do- Battistero, hanno portato alla luce
vrebbe identificarsi con la chiesa parte del transetto e le scalinate di
di San Salvatore di cui parla accesso all'edificio.
l'estensore degli Atti. È molto im- La chiesa deve aver subito, come
portante che si sia potuto recupe- tutti gli altri edifici religiosi cano-
rare questa chiesa, sia nell'abside sini, dei rimaneggiamenti, ma ci
che nelle altre murature; di essa si sono degli indizi che l'assegnano
conosce altresì il perimetro e la all'età sabiniana. All'interno della
pianta (centrale, come era il Batti- chiesa sono conservati alcuni
stero, il cui atrio, che prima si rite- frammenti di mosaico pavimentale
neva appartenere ad esso soltanto, uguali come stile, datazione e fat-
è possibile ora considerare comu- tura a quelli del Battistero; ne ri-
ne anche alla chiesa). Gli scavi at- sulta quindi un edificio comune e,
tuali, focalizzati sul lato destro del anche se i frammenti non sono

Fig. 8 - Piano S . Giovanni (Ca1wsa). Via S. Pie tro: area arclzeo/o~ica co11 resti della basilica paleo-
c ristiana di S. Pietro.
96 NINO LAV ERMI COCC A

Fig. 9 - Piano S . Giovanni (Can osa). Via S. Pietro: area archeologica cu 11 res ti della ba silica paleo-
cris tiana di S . Pi etro.

moltissimi, essi ci permettono di Qualche danno comunque Ca nosa


attribuire questo complesso epi- dovè subire con l'invasione dei
scopale ad un unico periodo. La Longobardi (qualche edificio " cat-
chiesa fu poi probabilmente di- tolico" potè andare effettivame nte
strutta ad opera dei Goti e più tar- distrutto); l'ultimo ricordo di una
di dei Longobardi ; i quali, al loro distruzione a Canosa risale al tem-
ingresso, non ebbero certo un im- po dell'emiro di Bari Sawdan e va
patto pacifico con la città. Infatti datato intorno all'842-845, anche
negli "Atti di S. Sabino" si dice che se in questo caso non si può parla-
questi abbia affrontato Totila, così re di distruzione totale della città.
come Gregorio Magno Attila, e sia Nel caso della chiesa di S . Giovan-
riuscito a stornare la distruzione ni, invece, la distruzione è attestata
da Canosa, così come Gregorio Ma- da tracce di incendio, ma soprat-
gno era riuscito a salvare Roma. tutto dall'opera del tempo e
N u ovi sca vi a Piano S . Ciova11ni - Call osa 97

dell'uomo. Cessate comunque le stata esplorata tranne che per una


fun zioni dell'antica Cattedrale, es- piccola parte, nella quale è stato
se passarono al vicino Battistero di trovato un pavimento a mosaico,
S. Giovanni che fu salvaguardato piuttosto tardo, formato da tasselli
come Cattedrale "nuova", mentre di 7 cm. per lato, con un disegno
la vecchia chiesa fu demo li t a le n la- molto semplice, a cerchi entro cui
mente, con la completa estrazione è iscritta una croce. Si abbandona
degli elementi archite ttonici; non la ricchezza dei motivi decorativi
c'è una colonna, non c'è un capitel- del VI secolo per un disegno e una
lo "in luco", tutti spiantati e reinte- tecnica che è molto più tarda. In
grati altrove . L'attuale chiesa-Cat- verità pavimenti a mosaico con tas-
tedrale dei SS. Giovanni e Paolo fu selli di 7 cm. per lato, piuttosto
probabilmente ricostruita demo- grandi, si sono trovati anche in
lendo proprio la vecchia chiesa del area barese, a Bitonto e Bari, e so-
S. Salvatore. no stati datati all'XI-XII secolo, da-
Complessi cultuali a tre corpi di tazione che però per questa chiesa
fabbrica sono attestati altrove in di Canosa sembra troppo tarda,
Puglia, ad esempio a Siponto e a considerato che la Cattedrale di S.
Monte Sant'Angelo, che conserva Giovanni e Paolo è attestata già nel
tuttora i tre edifici accorpati insie- 998 (successiva alla chiesa anti-
me: Santa Maria Maggiore, il Batti- stante il Battistero).
stero di S. Giovanni (comunemente Giova precisare che questi rifaci-
indicato come "Tomba di Rotari") menti di chiese sono molto fre-
e un altro tempio dedicato a S. Pie- quenti nell'età di passaggio tra
tro. Alla scarsa chiarezza della to- l'era antica e il medioevo. Canosa,
pografia religiosa di questa parte ad esempio, ha dovuto subire l'in-
della città di Canosa supplisce la vasione longobarda, ma un secolo
credibilità della fonte, che può es- dopo i Longobardi riprendono la
sere una guida affidabil e anche per costruzione o il restauro di quegli
la ricerca archeologica. Canosa, at- stessi edifici che avevano distrutto.
traverso la "Vita di S . Sabino", of- Abbiamo notizia di una principes-
fre un esempio molto interessante sa, Teodorada, che ricostruì il se-
di interazione tra archeologia e polcro di S. Sabino nella chiesa-
storia. Lo scavo, infatti, è stato ese- Cattedrale di S. Pietro (Cattedrale
guito seguendo le indicazioni della fuori le mura, tuttora non scavata).
fonte, che si è rivelata quanto mai Canosa, per quel che riguarda il
veritiera. Battistero di Piano S . Giovanni, de-
La parte centrale della chiesa non è ve ancora risolvere il proble ma del-
\ \ "' ' 1

Fig. 10- Canosa. Cattedrale di S. Sabino. Navata centrale (X 1-X Il sec.; parte anteriore del XVIII
sec.).
Fig. 11 - Canosa. Cauedra/e di S. Sabino. Cripta altomedioel'ale e luogo di depusi:.iur1e delle
reliquie.
100 NJNO LAV E RMI COCC A

la "triplice" Cattedrale. È infatti quale doveva rivolgersi era il Sabi-


una città che conta, stando alle fon- no che si trovava in Puglia, in una
ti e all'archeologia, almeno tre edi- città chiamata Canosa. Il pellegri-
fici con tale funzione. no allora vi si reca e guarisce, anzi
Esaminiamo in particolare almeno il miracolo avviene mentre il vesco-
la chiesa di S. Pietro, ricordata ne- vo canosino stava officiando una
gli "Atti", perché vi avvenne un mi- messa solenne . Interrotto per via
racolo. di rumori provenienti dalla sagre-
La storia, abbastanza curiosa, è la stia, egli manda a controllare un
seguente: un pellegrino spagnolo, diacono, che vi trova l'aquitano
molto malato, giunge in pellegri- guarito. In quella Cattedrale, quin-
naggio in Italia dall'Aquitania (at- di, ricostruita dalla principessa
traverso la strada "franca"). At- Teodorada, dovevano trovarsi le
tratto dalla fama di S. Sabino, ap- ossa di S. Sabino, delle quali non
pena varcate le Alpi, chiede dove si v'è più traccia due secoli dopo. Es-
trovi la tomba del Santo e gli viene se ricompaiono a Bari, pare nel
indicata Spoleto, città dove in ef- l 091, secondo una tradizione loca-
fetti è sepolto un altro Sabino, di- le, nella Cattedrale, sparendo subi-
verso, secondo la citazione degli to dopo fino al 1700 circa, fino a
"Atti", da quello canosino. Il pelle- quando cioè non si ritrova nella
grino si reca dunque alla tomba e Cattedrale di Canosa (quella attua-
prega, senza però ricevere la guari- le dedicata ai SS. Giovanni e Paolo)
gione; gli appare, invece, il vescovo il sarcofago con i resti di S. Sabino,
che gli spiega l'equivoco: il santo al anche se privo della testa.
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S. Sabino vescovo di Canosa », in Vetera Cristianorum, IV, pp. 151-184.
LA NECROPOLI PREROMANA DI CANOSA
ALLA LUCE DELLE RECENTI SCOPERTE

MIMMA LABELLARTE

FOGGIA- PALAZZETIO DELL'ARTE - SALA ROSA- 3 GIUGNO 1988


Lo spunto per questa conversazio- documenti di architettura funera-
ne è offerto da alcune recenti sco- ria e di cui t o.
perte verificatesi nella necropoli Circa le fasi antecedenti la roma-
preromana di Canosa, le quali, sep- nizzazione della Daunia, in assenza
pure compiute secondo modalità di riferimenti letterari, è ancora
differenti di intervento, riconduci- una volta l'evidenza archeologica,
bili, comunque, all'attività di tute- benché acquisita mediante ricer-
la che la Soprintendenza Archeolo- che discontinue ed occasionali, a
gica svolge, contribuiscono ad ap- confermare l'estrema vitalità eco-
profondire la conoscenza di alcuni nomica e culturale di Canosa che
aspetti della società canosina dei appare, già a partire dal VII secolo,
secoli IV e III a.C. e, più in genera- pienamente inserita in dinamiche
le, della civiltà daunia. di scambi legati alla esportazione
Le fonti letterarie, per la verità di manifatture ceramiche e di im-
scarse se si escludono quelle relati- portazione e lavorazione di beni di
ve alle vicende storiche collegate prestigio quali metalli e ambre.
alla penetrazione romana in Pu- Un ruolo non secondario nell'affer-
glia, concordano nell 'attribuire a mazione economica di questo cen-
Canosa, insieme ad Arpi, un ruolo tro svolge evidentemente la sua fa-
di città egemone nella Daunia; la vorevole posizione geografica, sul-
documentazione archeologica che le estreme propaggini murgiche
questo centro ha restituito, per che dominano il corso dell'Ofanto,
quanto dispersa e smembrata tra prossimo alla foce, crocevia di im-
le più importanti collezioni musea- portanti vie di comunicazione tra
li italiane ed estere, sembra confer- la costa tirrenica e adriatica.
mare tale tradizione. Anche del tes- Questa intensità di relazioni si
suto urbanistico antico, sul quale esprime a livello culturale con il
si è sviluppato con continuità inse- precoce adeguamento a modelli di
diativa quello moderno, rimango- matrice ellenica, provenienti dalle
no testimonianze relativamente colonie magnogreche della costa
scarse, tanto più se raffrontate alla ionica, (Taranto, Metaponto) attra-
estensione dell'abitato quale si de- verso le vie di penetrazione costi-
sume dalla lettura di un passo di tuite dalla vallata del Basento e del
Strabone che definisce Canosa Bradano. Esso si riflette nei muta-
Mé,taTCXt rwv'ITaÀtwT(bwv; esse si ri- menti del costume funerario che si
feriscono quasi esclusivamente, caratterizza per l'inserimento di
per il periodo cui rimandano le prodotti d ' importazione o ispira-
scoperte che saranno illustrate, a zione greca accanto a quelli della
106 MIMMA LAB E LLARTE

tradizione vascobre indigena. An- che, attraverso l'adozione di strut-


che nell'edilizia pubblica, i modelli ture complesse, intende manifesta-
architettonici si ispirano alle coeve re l'immagine del proprio stato so-
realizzazioni coloniali (impianto ciale privilegiato.
insediativo in località Toppicelli). Gli ipogei canosini, interamente
La progressiva romanizzazione del- scavati nel banco di tufo, si orga-
la Puglia non sembra incidere sulla nizzano secondo un impianto plani-
vita di Canosa che, in qualità di metrico abbastanza semplice negli
città federata, potè godere di un esempi più antichi, databili nella
lungo periodo di autonomia cultu- seconda metà del IV secolo a.C.; es-
rale e di stabilità sul piano politi- si si compongono di un corridoio di
co, anche nei periodi più critici de- accesso a gradini o a piano inclina-
terminatisi nello scorcio del Ili se- to in asse con la stanza deposizio-
colo a.C. in conseguenza delle vi- nale preceduta da un vestibolo. Da
cende annibaliche. questo impianto monocellulare
Nell'articolazione sociale che si de- originario si svilupperanno, nel
linea dalla interpretazione di alcu- corso del secolo successivo, im-
ni passi letterari emerge chiara- pianti di tipo più complesso risul-
mente in questo periodo l'esistenza tanti dall'aggiunta successiva di
anche a Canosa, come nei centri vani sepolcrali articolati intorno
dauni più importanti, di gruppi all'asse principale, ad attestare la
aristocratici locali , che basano le continuità d'uso, in un caso, alme-
loro notevoli potenzialità economi- no fino al I secolo a.C. (ipogeo La-
che sullo sfruttamento delle risor- grasta l).
se agrarie. Membrature architettoniche ravvi-
La conferma archeologica è fornita vate da stucchi policromi , inserti
proprio dalle espressioni della cul- di pitture parietali con soggetti or-
tura artistica legata alla sfera fu- namentali e scene figurate veniva-
neraria, che riflettono, attraverso no di frequente utilizzati per sotto-
la diversità delle soluzioni, l'artico- lineare il carattere aristocratico di
larsi della struttura sociale con i queste strutture funerarie.
suoi peculiari atteggiamenti ideo- Altrettanto sontuosi i corredi in es-
logici. si contenuti, composti da cerami-
L'aspetto più noto dell'architettu- che figurate e a decorazione poli-
ra funeraria canosina è rappresen- croma, oreficerie, vetri, la cui sco-
tato proprio dalle monumentali perta, già dai primi anni del XIX
tombe a camera di età ellenistica, secolo, ha condizionato per decen-
espressione dell'aristocrazia locale ni la ricerca archeologica a Cano-
La n ec ropuli pre rU111lltiQ di Canosa a lla lu ce d e lle rece 11ti scop e rte 107
----~--------------

sa, subordinandola ad un interesse d'angolo che fianche ggiano l' in-


esclusivamente antiquario. gresso, in origine chiuso da due
Proprio la penuria di dati di scavo blocchi monolitici in tufo.
dei più famosi ipogei canosini ha L'elemento di maggiore interesse
motivato l'indagine sistematica di di questa tomba che ripropone, in
uno di essi, segnalato dallo scavo versione monumentale, la tipolo-
abusivo negli anni '70, nel quadro gia tradizionale daunia della tom-
di un più ampio programma di in- ba a grotticella, è costituito dalla
tervento curato dalla Soprinten- decorazione scolpita a bassorilievo
denza mirante al recupero e alla sulla parete di fondo della camera
valorizzazione di questi importanti funeraria, raffigurante un guerrie-
complessi architettonici , attual- ro in armamento oplitico che pre-
mente sottratti alla pubblica frui- cede un cavaliere di cui è leggibile,
zione o per lo stato di grave degra- purtroppo, solo la linea di contor-
do (Monterisi-Rossignoli, S . AJoia) no; infatti la figura è stata scalpel-
o perché reinterrati dopo lo scavo lata probabilmente in seguito ad
(V arrese). un maldestro tentativo di recupero
L'ipogeo, denominato "dell'oplita" operato dagli scavatori di frodo
per il soggetto scolpito nella came- (fig. 1).
ra deposizionale, è situato s ulle L'assenza del corredo, trafugato,
propaggini sud-occidentali della costituisce un ostacolo alla defini-
collina dell'acropoli , in una zona in zione del contesto ideologico alla
cui la densità dei rinvenime nti base della scelta di tale soggetto,
tombali induce a localizzare l'area che potrebbe contenere tanto un ri-
principale della necropoli di Cano- ferimento alla effettiva apparte-
sa; infatti a breve distanza, lungo nenza del defunto al ceto equestre,
la stessa direttrice, sono ubicati appannaggio de Il' aristocrazia
pure gli ipogei di S . Aloia e Varre- nell'organizzazione mi li t are della
se. società daunia, quanto risolversi in
La strutturà, scavata interamente una generica esaltazione del ruolo
nel banco tufaceo, pres enta un'ar- guerriero, proprio del costume fu-
ticolazione planimetrica piuttosto nerario dei gruppi élitari apuli del
semplice composta da un dromos a IV secolo a.C.
gradinata in asse con l'ampio vano Il ricorso alla decorazione di tipo
sepolcrale, a pianta rettangolare scultoreo è piuttosto insolito negli
(m. 6 ,50 X 3 ,95), con volta a botte. ipogei canosini ed è finora attesta-
La facciata esterna, aperta sul ve- to in un altro caso, l'ipogeo Monte-
stibolo, è decorata da due paraste risi-Rossignoli, scoperto nel 1813,
108 MIMMA LAHELLARTE

Fig. l - Ca nosa. lp ogeo "de l/ 'o plita ": ime m o della cwne ra de posi2imwle.
La llecropuli pre runuma di Canosa alla luce delle recenti sco perle l 09

Fig. 2- Carzusa. /pug eo "dell'oplila": offer/a fun era ria all'es lemu de lla canrcra deposi~iunale.

al quale il nostro può essere assi- "dell'oplita", seppure operata in


milato anche dal punto di vista pla- un contesto ampiamente rimaneg-
nimetrico di tipo monoassiale: l'in- giato, ha tuttavia restituito dati di
terno dell'unica camera funeraria estremo interesse ai fini della rico-
è ornato con soggetti di animali (un struzione del rituale funerario che,
cinghiale ed un felino), scolpiti come già detto, non ha costituito
quasi a tutto tondo nella parete tu- per i primi scava tori della necropo-
facea. li di Canosa una traccia di ricerca
L'indagine sistematica dell'ipogeo specifica ma piuttosto un deposito
110 MIMMA LABELLART E

Fig. 3 · Canosa . lpogeo "de l/'op liw· ·: piallo apu lo a fi gure russe.

Fig. 4 - Canosa. /pof!. eo "del/ 'o p/i ta ": o lia co 11 labbro ad imbuto de lla fa se "m edio-lis llllll ...
La necrupoli preromana di Carwsa alla luce delle rece nti scoperte 111

\
\

Fi g. 5- Can osa. Ve d u ta ge 11e ra/e del llucle o di llec rop o li i11 lu ca /iui Cuslalllil w pu li.

inesauribile di ogge tti preziosi. provocando il parzial e schiaccia-


La tomba, dopo una fase di utilizzo mento di un'offerta funeraria de-
che l'esame dell e classi ceramiche posta nel vestibolo, ai piedi de lla
attestate e l'impianto planimetrico parasta sul lato destro; ne faceva-
inducono a ritenere piuttosto cir- no parte una serie di piccole olpai a
coscritta nel tempo, venne inten- vernice nera, databili intorno alla
zionalmente obliterata con un metà del IV secolo a.C. , una coppet-
riempimento di ciottoli fluviali ta monoansata a decorazione linea-
scaricati all 'interno del dromos, re ed un "nettaunghie" di bronzo,
112 MIMMA LABELLARTE

probabilmente contenuti in una ci- recuperati dali 'interno della came-


sta lignea, di cui si sono conservati ra funeraria, la classe più rappre-
i manici pensili e le guarnizioni in sentata è risultata essere quella
bronzo (fig. 2). apula a figure rosse, con forme ri-
L'uso di deporre oggetti all'esterno conoscibili del cratere a campana
della camera funeraria, probabil- ed a mascheroni, della oinochoe
mente dopo la sua chiusura, sem- forma l e 8, della lekanis e del piat-
bra una pratica piuttosto diffusa: to (fig. 3).
infatti, lo stesso rituale è stato ri- Di particolare rilievo un frammen-
scontrato per l'ipogeo Scocchera, to, riferibile a questa prima forma,
andato disperso dopo la sua sco- con scena di incoronazione di un
perta avvenuta negli ultimi anni atleta vicino stilisticamente alla
del secolo scorso, quindi "riscoper- scuola del Pittore dell' Ilioupersis.
to" nel 1979 e nuovamente edito Dettagli decorativi e motivi figura-
con la denominazione di ipogeo ti conservatisi su altri frammenti
"Boccaforno": una brocca a deco- permettono di riconoscere produ-
razione lineare venne ritrovata zioni attribuibili all'attività di arti-
all'interno del vestibolo, accanto ai sti della cerchia del Pittore di Da-
lastroni di chiusura della camera rio, com'è noto, operante a Canosa
centrale. negli ultimi decenni del IV secolo
Del corredo funerario, solo una a.C. Altrettanto ben documentate
considerevole quantità di fram- sono apparse le ceramiche di tradi-
menti relativi a varie tipologie va- zione greca, caratterizzanti i corre-
scolari, trascurati dagli scavatori di apuli, ed in particolare quelli ca-
clandestini, rimangono a testimo- nosini, del IV secolo a.C. quale
niarne la ricchezza ed il pregio; per quella con decorazione sovraddi-
quanto le condizioni di ritrovamen- pinta in rosso, di stile Gnathia e a
to impongano estrema cautela nel- vernice nera. A produzioni tipiche
la valutazione dei dati da essi desu- delle fabbriche di Canosa si riferi-
mibili, l 'attestazione di alcune clas- sce la ceramica "listata", presente
si di materiali e l'assenza di altre con la forma cultuale dell'olia con
sembrano convalidare recenti pro- labbro ad imbuto, della fase "me-
poste di revisione critica delle as- diolistata" (fig. 4), e quella con
sociazioni nei contesti provenienti scialbatura bianca che imita pro-
da complessi ipogeici utilizzati per dotti della toreutica. Certamente
successive deposizioni, come quelli ad un prototipo in metallo pregiato
canosini. si ispira anche una patera, di cui
Dall'esame dei materiali ceramici sono stati rinvenuti solo pochi
La necrupoli prerumana di Can osa alla luce delle recenti scope rt e 113

frammenti, realizzata in terracotta vello medio delle sepolture coeve,


e decorata con motivi impressi di quanto nelle informazioni scaturite
palmette e fregio di animali (tori e dal raffronto tra contesti prove-
cani affrontati) ricoperta da una nienti da un nucleo omogeneo di ne-
foglia di argento dorato. cropoli, che hanno fornito nuove in-
Significativa è apparsa, inoltre, la dicazioni sul rituale funerario e
sicura pertinenza all'originario sull'ideologia religiosa.
corredo di alcuni dolii (contenitori Su una superficie di poco più di
per derrate), chiara allusione alle 200 mq. sono venute alla luce sette
considerevoli risorse economiche tombe, appartenenti a periodi di-
del destinatario della tomba, in versi. La più antica, del tipo a fossa
adeguamento ad un rituale che, in troncopiramidale con copertura
altri casi di sepolture emergenti di costituita da pareti di dolio sigilla-
Arpi, Ascoli Satriano e Canosa affi- te con argilla cruda, conteneva i re-
da alle anfore da trasporto l 'indica- sti di due inumati, deposti in mo-
zione di emergenza sociale. menti successivi entro un arco cro-
Pur con i limiti imposti dalla qua- nologico compreso tra la fine del
lità lacunosa della documen tazio- VI secolo a.C . e la seconda metà del
ne archeologica recuperata, la fase seguente. Alla prima deposizione
d'uso dell'ipogeo "dell'oplita" sem- sembrano potersi riferire un ask6s
bra potersi collocare cronologica- con decorazione subgeometrica
mente entro la seconda metà del IV della fase del "Daunio" II ed uno
secolo, non oltre l'ultimo decennio skyphos parzialmente verniciato in
dello stesso, rientrando tra i com- arancio, di tipo "metapontino", la
plessi ipogeici più antichi sinora cui presenza in un contesto tipica-
conosciuti a Canosa, così come an- mente indigeno conferma l'apertu-
che la sua conformazione planime- ra della comunità canosina all'ap-
trica sembrerebbe confermare. porto culturale proveniente dalla
Di differente tipologia strutturale colonia magnogreca dell'arco ioni-
e connotazione sociale il gruppo di co.
tombe scoperte occasionalmente Alla deposizione più recente si rife-
nel primo autunno 1987, in località riscono invece i vasi decorati a fa-
Costantinopoli (fig. 5), durante i la- sce, della fase del "Daunio" III, con
vori di costruzione di un impianto le caratteristiche forme delle broc-
polisportivo. chette con labbro obliquo e delle
L'interesse della scoperta non risie- coppe mono e biansate.
de tanto nel dato materiale, poiché i Dopo una interruzione di circa un
corredi recuperati si adeguano alli- secolo, il sito risulta nuovamente
114 MIMMA LABELLARTE

Fig . 6 · Cal'!usa . To 111ba a g mll ice /la 2: ce lla a i 11 fa se di ., ca1·u.

occupato dalla necropoli, che si di esse rientrano nelle tipologie già


sviluppa a partire dalla seconda note a Canosa in questo periodo, ad
metà del IV secolo a.C., con una eccezione di una che, per l'adozio-
continuità di attestazione in quello ne del rito della semicombustione,
successivo, come documenta un si differenzia dalle altre caratteriz-
gruppo di sei tombe a grotticella, zate, invece, da quello inumatorio.
impiantatesi nella stessa zona La pratica funeraria della semi-
(figg. 6-10). Sotto il profilo struttu- combustione è attestata in una se-
rale e della composizione dei corre- poltura aristocratica canosina de i
Fig. 7. Canosa. Corredo della ro mba a grouicella 2. cella a.

Fig. 8 · CallOSa. Corredo della romba a g rouicella 3: cella b.


116 M!MMA LABELLARTE

Fig. 9- Ca11usa. Tumba a grutticella 3: cella h pri111a dl'il'aperlllra.


La r~ecropoli prerumana di Carwsa alla luce delle recenri scuperre 117

Fig. IO . Ccmusa. Tomba 3: i111emu della cl'ila b.


118 MIMMA LABELLARTE
----- -- ---------------- -- --

Fig. l l - Ca11osa. Tomba a r,rollicella 7: prima del/ 'ape r/llra.

primi decenni del IV secolo, nota monumentale della struttura tom-


come l'ipogeo dei " Vimini", conte- bale (fig. 11), nonché della qualità e
nente un ricco corredo con vasi ce- della quantità degli oggetti deposti
ramici e metallici. accanto ai resti di quattro indivi-
In realtà, anche la grotticella sca- dui, parzialmente combusti dall'a-
vata in questa OLcasione presenta, zione diretta del fuoco ma tali da
rispetto alle altre, connotati di conservare la connessione anato-
maggiore rilevanza sociale marcati mica (figg. 12 e 13). I corredi sono
dalla realizzazione più accurata e risultati composti prevalentemen-
La nec ropoli prerumana di Canosa alla lu ce de lle rece r11i scope rre l l9

Fig. 12 - Can osa. Tomha a grullicella 7: i11te nw clelia ct'lla al IIIIJIIII'IIIU cldl 'ap.:rtura.

te da ceramiche a figure rosse, at- di alabastro e un piccolo specchio


tribuibili a fabbriche locali parti- di bronzo deposto accanto ad una
colarmente attive nell 'ultimo tren- delle deposizioni ne individua l'ap-
tennio del IV secolo, decorati con il partenenza al sesso femminile. Di
generico motivo del volto femmini- incerta pertinenza, invece, il gran-
le di profilo, reso sulle forme carat- de bacino acromo, deposto in posi-
teristiche della oinochoe forma l e zione eccentrica rispetto alle depo-
8, del kantharos, delle pissidi glo- sizioni contenente un servizio fun-
bulari e cilindriche; un alabastron zionale composto da lekanai, piat-
120 MIMMA LABELLART E

ti, oinochoai, kantharoi a figure tecnica costruttiva piuttosto gros-


rosse, brocchette di tipo Gnathia e solana che impiega spezzoni di tufo
coppette monoansate a vernice ne- e calcare, ciottoli fluviali e f ram-
ra (fig. 14); accanto, l'associazione menti di laterizi.
cultuale tipica delle sepolture ca- La fase d'uso di questo impianto
nosine costituita dall'askos e sembra coeva a quella della necro-
dall'alla con labbro ad imbuto a de- poli.
corazione geometrica. Un asse viario con andamento N-S.
L'attestazione di questo particola- delimitato da spallette in muratu-
re rito funerario, sino ad oggi indi- ra e con fondo stradale in terra bat-
viduato in altri centri di stretta in- tuta sembra assicurare la comuni-
fluenza canosina del comprensorio cazione tra le due aree.
daunia gravitante sull'asse ofanti- Queste ultime scoperte, natural-
no, quali Canne e Lavello, rimane mente necessarie di ulteriori veri-
sostanzialmente isolato nel quadro fiche, rivestono un particolare in-
delle culture indigene apule e solo teresse storico-topografico dal mo-
future ricerche potranno collocare mento che costituiscono le prime
nella giusta dimensione storica e testimonianze relative all'abitato
sociologica questo fenomeno per daunia, finora riconosciute nel
ora episodico. centro urbano moderno.
Così pure la pratica della semicom-
bustione ha trovato nuove attesta-
AGGIORNAMENTO zioni nel corso dell'indagine di sca-
vo di un nucleo di necropoli, indivi-
La prosecuzione dell ' indagine, duato occasionalmente nell'estate
nell'inverno 1988, ha consentito di 1988, nel settore orientale della
evidenziare nello stesso sito l'esi- città.
stenza di un nucleo insediativo a Si tratta di tre tombe del consueto
breve distanza dall'impianto di ne- tipo a grotticella, una delle quali
cropoli e da questo separato da rinvenuta già depredata. Delle re-
uno spazio apparentemente privo stanti, la prima conteneva un'unica
di specifica destinazione funziona- deposizione con corredo databile
le. genericamente nel corso del III se-
Le strutture abitative parzialmen- colo a.C., l'altra, invece, con depo-
te messe in luce si articolano se- sizioni plurime, presentava una
condo ambienti a pianta rettango- continuità d'uso dall'ultimo tren-
lare, delimitati da murature di fon- tennio del IV sec . a.C., sino a tutto
dazione, realizzate a secco con una il successivo.
La necropoli preromana di Canosa alla lu ce de lle recen ti scope rte 121

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Fig. 13- Can osa. Tomba a gronice lla 7: particola re de lla de posizio 1·1e 11. l.
122 M!MMA LAB E LLART E

Fig. 14- Canosa. Tomba a grollicella 7: panico/are del cu rredu fww rario.
BIBLIOGRAFIA

BoTTINI A.- Guzzo P.G., 1986. «Greci ed indigeni nel sud della penisola dall'VIII sec.
a.C. alla conquista romana», in Popoli e civiltà dell'Italia antica, Roma, pp.
228-237 e 378-379.
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in La civiltà dei Dauni nel quadro del mondo italico, Atti del XII l Convegno di
Studi Etruschi e ftalici (Manfredonia, 20-24 giugno /982), Firenze, pp. 153-161.
DE JuLils E.M., 1988a. Gli Iapigi: Storia e civiltà della Puglia preromana, Milano, pp.
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LABELLARTE M ., 1988. «Canosa di Puglia (Bari). Via M.R. Imbriani - Via Lavello», in
Taras, (estratto anticipato), VIII, 1-2, pp. 31-33.
MAZZEI M.- LIPPous E., 1984. «Dall'ellenizzazione all'età tardorepubblicana IV e III
sec. a.C.: il panorama storico-archeologico», in La Daunia antica: dalla preisto-
ria all'altomedioevo, Milano, pp. 187-201 e 222-248.
PAOLETTJ M., 1985. «Canosa», in Bibliografia Topografica delle Colonie Greche
dell'Italia Meridionale, IV, Pisa-Roma, pp. 367-386.
YNTEMA D.G., 1985. The Matt-Painted Pottery of Southern ltaly, Utrecht.

Gli interventi di scavo sono stati svolti con la costante collaborazione dei sigg. M. Ci-
rillo, A. Papeo, A. Capacchione, S. D'Alessandro, A. Samele. La documentazione foto-
grafica si deve ai sigg. E. Arciuli, G. Caradonna, F. D'Angelo e A. Ugenti del Laborato-
rio fotografico del Museo Archeologico di Bari. Il restauro dei reperti è stato eseguito
dai tecnici del Laboratorio del Museo Archeologico di Bari, sigg. P. Barile, F. Spine/li
e D. Ursi.
APPENDICE
Regione Puglia
Assessorato alla P.I. e Cultura
Centro Distrettuale FG/32 - Foggia

4° Ciclo di Conferenze
"Profili della Daunia Antica"

Scheda di Partecipazione
Cognome e Nome .. ..
Professione .. H ... . .H.. ...
indus tria, artigianato, com mercio , se rvizi, scuola c cultura, non occupato, casa linga , altro

età .
residente a .... ........ in via .

È venuto a conoscenza del ciclo di conferenze per il tramite di:


manifesto O ; invito D; stampa D ; radio e televisione D; altro D

Giudizio sul ciclo di conferenze:


ottimo D; interessante D ; buono D;
sufficiente D; mediocre D ; insoddisfacente D

Eventuali suggerimenti :

Il sottoscritto, avendo partecipato al 4° Ciclo di Conferenze sulle più re-


centi attività di scavo riguardanti la Daunia Antica, chiede di ricevere
una copia degli atti al seguente indirizzo:

*L'elaborazione dei grafici è stata curata da Gennaro Ciaverella.


v

ELABORAZIONE DATI
RELATIVI ALLE SCHEDE Dl PARTECIPAZIONE

Come è noto agli "abitués" dei "Profili della Daunia Antica", nel corso dei cicli delle con-
ferenze vengono distribuiti ai partecipanti le schede di partecipazione, utili a chi organiz-
za l'iniziativa per meglio programmare la realizzazione della stessa, grazie anche ai sug-
gerimenti sia palesi che impliciti che le schede forniscono.
L'analisi dei dati rilevati ha appunto questo scopo, nonché quello di statistica miran-
te a verificare la composizione dell 'auditorium e quindi il tipo di interesse suscitato ed in-
fine la corrispondenza tra obiettivi prefissati e risultati raggiunti .
La pubblicazione dei dati riveste p0i sicuramente anche un carattere di "curiosità" sen-
za voler essere in alcun modo un "autoincensarsi", anche se il buon esitodell'iniziativanon
può non gratificare gli organizzatori, se non altro per la consapevolezza di non aver ope-
rato inutilmente.
Pertanto, come di consueto, in questa sezione vogliamo riportare i dati rilevati dalle
schede di partecipazione distribuite nel maggio scorso ai partecipanti al IV ciclo di con-
ferenza "Profili della Daunia Antica".

maschi femmine totale


1986 69 . 53,5 60 - 46,5 129
1987 94 .5 1,6 88 . 48,4 182
1988 102-54,8 84 . 45,2 186

2 m maschi

CJ femmine

o 20 40 60 80 100 120
VI

Anche quest'anno abbiamo scelto di confrontare i dati rilevati nel1988 con quelli rela-
tivi alle precedenti edizioni; si è potuto così notare che dopo la forte crescita registrata dal
1986 al1987, la presenza di pubblico si è attestata su valori stabili, anche in termini di
costante partecipazione all 'intera iniziativa piuttosto che alle singole conferenze; stabile
risulta anche in percentuale il rapporto tra pubblico femminile e pubblico maschile, sep -
pure con la leggera variante nei grafici evidenziata.
Di rilievo appare il fatto che il pubblico femminile sia al 71,4% composto da soggetti in-
seriti nel comparto scuola(60insegnanti), che costituisconoperaltroil60% dell'intero set-
tore P.I. e Cultura.
In particolare per quanto attiene la composizione del pubblico dal punto di vista del set-
tore occupazionale, si conferma la forte prevalenza di addetti ai lavori o comunque di com-
ponenti del settore Cultura e personale docente, mentre interessante è registrare la for-
te crescita del pubblico impiego.
Rilevante anche la presenza studentesca, che costituisce il60,7% dei non attivi all'e-
sterno (17 su 28), con una prevalenza comunque di studenti universitari (12 su 17) ed an-
cora una volta una maggiore presenza maschile (10M- 7 F).

tipo di attività 1986 1987 1988 var. 88 l 81


P. I e Cultura 80 105 100 -5
Servizi 21 38 24 - 14
Pubbi.Amm . 15 6 19 + 13
Agricoltura o 4 l -3
Artigianato l l 6 +5
Non attivi esterno Il 22 28 +6
Nonoccup. o 4 3 -l
Nessuna ind. l l 3 +2
Totale 129 181 186 +5
120

100

80 l\
60 1\~
40 ~\
~
20

o
P.l. c Culturd
'
Servizi
~~
Pubbl. Amm. Agricoltura
~~
L:l ~

Artigianato Non auivi Non occup. Nessuna indicaz.


esterno
Vll

L'analisi delle fasce d'età, per le quali abbiamo come unico termine di confronto i da-
ti del1987, evidenzia peril1988 una forte prevalenza delle fasce comprese tra i 31 ed i 50
anni, di contro ad un calo della fascia di età 51-65 anni, i cui dati appaiono per giunta di-
latati dal comprendere un maggior numero di anni. Curiosa appare la relativamente al-
ta percen tuale di dati omessi.

fasce di età 1987 1988 var. 88/87

fino a 18 6 3,3 5 2,69 - 0,61


19/30 36 19,78 34 18,28 - 1,5
31/40 40 21,98 47 25,27 +3,29
41/50 37 20,32 46 24,73 +4.41
51/65 40 21,98 33 17,74 -4,24
oltre 65 13 7,14 12 6,45 -0,69
omesso IO 5,49 9 4,84 -0,65

50
45
40 / ~
35 / ~
30 l ~

25
l
20
15 l
l ""'~
IO
v
l ""' \
~

5
o
18 19-30 31-40 41 - 50 51 -65 oltre omesso
VIII

Per quanto attiene alla residenza degli intervenuti invariato rimane il rapporto tra
Foggiacittàe la provincia(70,9%- 29,1 %), per la quale bisogna evidenziare la grande pre-
dominanza del Sub-Appennino Sud e del Basso Tavoliere (in particolare Trinitapoli). n
dato relativo alla residenza è quello comunque, a nostre avviso, più suscettibile di varia-
zioni negli anni, essendo probabilmente legato anche all'ambito territoriale degli argo-
menti trattati .
A tal proposito però dobbiamo anche ipotizzare, non fosse altro perché segnala taci, u-
na non efficace pubblicizzazione dell'iniziativa nei comuni della provincia, dato messo in
evidenza da alcuni partecipanti con l'auspicio di un incremento i n tal senso attraverso la
affissione dei manifesti.

residem.a 1986 1987 1988


Foggia città 81 132 132
Gargano 2 6 5
Sub-Appenninonord o 3 5
Su h-Appennino sud 13 20 17
Tavolicrc nord 19 3 3
Tavolicrc sud 8 13 19
Altre prov . 5 5 4
Omesso - - l

140

120

!GO

80

60

40

20

o
Foggia città Gargano Sub- Sub- Ta voliere Tavoliere Altre prov. Omesso
Appennino Appennino nord sud
nord sud
IX

n manifesto infatti, risulta essere, in base anche a quanto affermato nelle schede, il
mezzo di pubblicizzazione di maggiore efficacia di pari passo all'invito; rilevante appare
anche la non meglio definita voce "altro", nella quale si può certamente leggere anche "la
moltiplicazione dell'informazione" da persona a persona.

COIKX'ìCenza iniz.iativa 1986 1987 1988


manifesti 63 99 87
inviti 66 76 86
stampa 12 7 11
radio/TV IO 9 9
altro 13 20 19
omesso - 7

Il totale eccede l 86 perché alcune schede conlengono più di una risposta .

100

90
80
70
• 1986
60

50 [] 1987

40 D 1988
30
20
IO

o
manifesti inviti stampa radio/TV altro omesso
x

Confortanteanchequest'annoappare la positivitàdei giudizi espressi, visto che la mag-


gioranza dei partecipanti giudica l'iniziativa almeno interessante.
Alta comunque ci appare la percentuale di coloro che si astengono dall'esprimere giu-
dizi o suggerimenti .

giudizio iniziativa 1986 1987 1988


ottimo 34 76 75
interessante 56 90 92
buono 16 8 6
soddisfacente 4 o -
insoddisfacente o o -
nessun giudizio 19 8 14
litorale eccede l 86 perché alcune schede conJengono più di unr. risposta.

• 1986

CJ 1987
D 1988
100
90
80
70
60
50
40
30
20
IO
o , ...
__ L-----+--------+'~
ottimo interes~nte buono soddisfacente ins oddisfacente nessun giudizio

Infatti poca risposta ha trovato ancora una volta la voce "suggerimenti", laddove su 186
schede ben 134 non riportano alcuna indicazione: è nostra speranza che ciò equivalga ad
un buon gradimento dell'iniziativa così come è. Tuttavia la consistenza maggiore tra le
indicazioni pervenute è costituita dalla richiesta di un incremento delle visite guidate(18
con il 9, 7%), realizzate sperimentalmente per la prima volta proprio ne11988. Seguono
piuttosto articolate, ma ricorrenti, richieste di insegnanti finalizzate ad ottenere un inter-
vento più mirato per la scuola e nella scuola.
Indice

Prefazione (Michele Loflredo) Pag. 5

Introduzione (Pietro Giovanni Cu zzo) . )) 7

RELAZIONI
L'Età del Bronzo nel Me lfese (Mire/la Cipolloni Sampò) . )) 11

Trinitapoli (Foggia): la tomba dell'Età del Bronzo di Madonna di


Loreto (Anna Maria Tun zi Sisto) )) 37
L'insediamento protostorico di Monte Saraceno - Gargano: i ri-
sultati dei più recenti studi (Maria Luisa Nava) . )) 63
Nuovi scavi a Piano S. Giovanni- Canosa (Nino Lavermicocca) . )) 83
La necropoli preromana di Canosa alla luce delle recenti scoper-
te (Mimma Labellarte) )) 103

APPENDICE

Fac-simile della scheda di rilevazione dati utilizzata . )) li I

Elaborazione dati relativi alla scheda . )) v


Finit o di s tampar<'
ne l mese di giu gno 1989
pre sso lo s tab ilim ent o gra fi co ed it o ri a le
LEONE Grafiche - Fogg ia - T e l. (088 1) 23048

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