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L'ESPERTO RISPONDE Redazione
PUBBLICATO IL 03-09-2019
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Franco B. Chiudi
Gentile Franco, comprendo bene le sue dif coltà. Ma dovendosi basare su quelle che
sono le conoscenze scienti che, anche relativamente alle piante, nel suo caso
probabilmente non possiamo aspettarci risultati signi cativi, dal momento che è alle
prese con calcoli non di piccole dimensioni.
Qualche bene cio, rispetto ai calcoli di piccole dimensioni, può in effetti apportarlo,
come dimostra un lavoro pubblicato sulla rivista scienti ca Plos One da un gruppo di
ricercatori dell’Università di Urbino. I risultati confermano che la cedracca è una buona
fonte di antiossidanti in grado di ridurre in vitro la cristallizzazione dell'ossalato di
calcio e la morfologia dei cristalli. L'azione inibitoria è stata osservata soprattutto
rispetto alla crescita e all'aggregazione dell'ossalato di calcio monoidrato, sostituito
dalla aumento della formazione di ossalato di calcio diidrato: meno pericoloso in
quanto meno af ne con le cellule tubulari renali. Sulla base di questi dati, «il decotto di
questa erba potrebbe rappresentare un'attraente terapia naturale per il trattamento
dell'urolitiasi», è la conclusioneInformativa
degli autori.
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Anche un’altra pianta, questa tipica della medicina tradizione ayurvedica e del Sud
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America, è stata studiata dal punto di vistaChiudi
clinico in soggetti alle prese con la calcolosi
urinaria. Si tratta del Fillanto (Phyllanthus Niruri), utile per eliminare i frammenti di
calcolo dopo l'intervento di litotrissia e ne previene le recidive. Pure questa erba, nel
linguaggio popolare, viene chiamata «spaccapietra», ed è stata studiata in un trial
condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Modena. La sua assunzione,
leggendo i risultati della ricerca pubblicata sul Journal of Urology, si è dimostrata priva
di effetti avversi signi cativi, oltre che in grado di aumentare l'escrezione urinaria di
magnesio e potassio: da cui la riduzione dei livelli di ossalato urinario e acido urico nei
pazienti con iperossaluria e iperuricosuria. Il consumo di Phyllanthus niruri ha inoltre
contribuito all'eliminazione dei calcoli urinari.
I risultati positivi sopra descritti, confermati anche da altri studi, hanno comunque
mostrato un limite: la capacità di eliminare piccoli calcoli (inferiori a tre millimetri)
situati nel calice medio o superiore. Nel suo caso, quindi, è consigliato seguire i
consigli dell’urologo e adottare una dieta stilata sulla base della tipologia di calcoli da
cui è affetto. Quanto al ricorso alla toterapia, meglio consultare un esperto ed evitare il
fai-da-te.
FONTI
In vitro effects on calcium oxalate crystallization kinetics and crystal morphology of an aqueous extract from Ceterach o cinarum:
Analysis of a potential antilithiatic mechanism, Plos One
Can Phyllanthus niruri Affect the E cacy of Extracorporeal Shock Wave Lithotripsy for Renal Stones? A Randomized, Prospective, Long-
Term Study, The Journal of Urology
The pharmacological potential of Phyllanthus niruri, Journal of Pharmacy and Pharmacology