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DETTI DEI SETTE SAPIENTI

I. Cleobulo figlio di Evagora, di Lindo, disse:

1. La misura è la cosa migliore. 2. Si deve rispettare il proprio padre. 3.


Bisogna stare bene nel corpo e nell’anima. 4. Bisogna essere desiderosi di ascoltare,
e non chiacchieroni. 9. Consigliare le decisioni migliori ai concittadini. 10.
Mantenere il controllo sul piacere. 11. Non fare nulla con la violenza. 15.
Considerare come nemico l’avversario del popolo. 16. Non litigare con la moglie e
non manifestare troppo affetto verso di lei quando sono presenti degli estranei:
infatti, il primo atteggiamento può implicare stoltezza; il secondo, invece, follia. 17.
Non punire i servi sotto l’effetto del vino: altrimenti, sembrerai comportarti in
modo sconveniente a causa dell’ubriachezza. 18. Bisogna sposarsi con una donna
proveniente da una famiglia di pari condizioni; infatti, se ne sposerai una
proveniente da una famiglia di condizioni superiori, acquisirai padroni, non
parenti. 19. Non ridere alle battute di chi prende in giro la gente, poiché sarai
detestato da coloro che vengono presi in giro. 20. Quando le cose ti vanno bene,
non essere superbo; quando ti vanno male, non avvilirti.

II. Solone, figlio di Essecestide, ateniese, disse:

1. Nulla di troppo. 2. Non sedere come giudice, se no risulterai nemico


dell’accusato. 3. Fuggi il piacere che produce dolore. 4. Mantieni la virtù della
condotta più affidabile di un giuramento. 5. Poni il sigillo ai discorsi con il silenzio,
e al silenzio con il momento opportuno. 6. Non mentire, ma di’ la verità. 7. Curati
delle cose oneste. 8. Non avere più diritti dei genitori. 9. Non acquisire amici in
fretta, e quelli che hai acquisito, non lasciarli in fretta. 10. Imparando a essere
comandato, imparerai a comandare. 11. Se consideri giusto che gli altri rendano
conto del loro operato, assoggéttati anche tu al rendiconto. 12. Consiglia ai
concittadini non le cose più piacevoli, ma le migliori. 14. Non metterti in
compagnia di viziosi. 17. Non dire quello che non sai. 18. Quando sai, sta’ zitto.
19. Sii mite con i tuoi. 20. Fornisci indizi visibili per le cose invisibili.

III. Chilone, figlio di Damageto, spartano, disse:

1.Conosci te stesso. 2. Mentre bevi, non fare molte chiacchiere, poiché


sbaglieresti. 5. Va’ lentamente ai banchetti degli amici; va’ invece incontro
velocemente alle loro sventure. 6. Celebra nozze alla buona. 7. Dichiara beato chi è
morto. 8. Onora chi è più vecchio. 10. Scegli una perdita, piuttosto che un
guadagno turpe: la prima, infatti, addolorerà una sola volta; l’altro, invece, sempre.
11. Non ridere di chi è sfortunato. 14. La tua lingua non corra avanti rispetto al
pensiero. 15. Cerca di contenere l’ira. 16. Non desiderare cose impossibili. 17. Per
strada, non affrettarti ad andare avanti. 18. Mentre parli, non gesticolare, poiché
denota follia. 19. Obbedisci alle leggi. 20. Se subisci un’ingiustizia, fa’ pace; se
subisci un oltraggio, véndicati.

IV. Talete, figlio di Essamia, di Mileto, disse:

1. Garanzia porta sventura. 2. Ricordati degli amici, presenti e assenti. 3.


Non adornare il tuo aspetto esteriore, ma sii bello negli atti. 4. Non arricchirti
malamente. 6. Non esitare ad adulare i genitori. 8. Quali servigi tu abbia reso ai
genitori, tali aspettati di ricevere dai figli tu stesso, in vecchiaia. 9. È difficile
conoscere se stesso. 10. Piacevole in massimo grado è ottenere quello che desideri.
11. La pigrizia è una sciagura 12. L’intemperanza è una cosa dannosa. 13. Cosa
molesta è l’ignoranza. 15. Non essere pigro, neppure se sei ricco. 16. I mali,
nascondili in casa. 17. Fatti invidiare, piuttosto che commiserare. 18. Usa misura.
19. Non credere a tutti.

V. Pittaco, figlio di Irra, di Lesbo, dice:

1. Riconosci il momento opportuno. 2. Non dire quello che hai intenzione


di fare, poiché, se non avrai fortuna, sarai deriso. 4. Tutto quello che disapprovi
nel tuo prossimo, non farlo tu stesso. 6. Rendi i depositi. 8. Non dire male
dell’amico, e nemmeno bene del nemico, poiché un simile comportamento è
illogico. 10. La terra è una cosa affidabile, il mare è una cosa infida. 11. Insaziabile
è il guadagno.

VI. Biante, figlio di Teutamide, di Priene, disse:

1. Tra gli uomini, i più sono cattivi. 2. Guardandoti allo specchio: se appari
bello, devi fare cose belle; se appari brutto, devi correggere con la virtù le
mancanze della natura. 3. Accingiti con lentezza a fare qualcosa; ma persevera con
costanza in ciò che hai incominciato. 5. Non essere né sempliciotto, né di cattivi
costumi. 8. Riguardo agli dèi, afferma che esistono. 10. Ascolta molto. 11. Cerca di
parlare a proposito. 12. Se sei povero, non criticare i ricchi, a meno che tu non ne
ricavi un grande giovamento. 13. Non elogiare per la sua ricchezza un uomo

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indegno. 14. Cerca di ottenere in forza della persuasione e non della violenza. 15.
Tutto ciò che tu fai di bello, attribuiscilo agli dèi, non a te stesso.

VII. Periandro, figlio di Cipselo, di Corinto, disse:

1. Abbi cura di tutto. 2. La tranquillità è una cosa bella. 3. La temerarietà è


una cosa pericolosa. 6. La democrazia è migliore della tirannide. 7. I piaceri sono
mortali; le virtù sono invece immortali. 8. Quando hai fortuna, sii moderato;
quando hai sfortuna, sii assennato. 10. Renditi degno dei genitori. 11. Cerca di
essere lodato da vivo e considerato beato una volta morto. 12. Comportati allo
stesso modo con gli amici fortunati e sfortunati. 14. Non rivelare discorsi segreti.
15. Rimprovera in modo tale da essere subito un amico. 16. Quanto alle leggi,
attieniti a quelle antiche; quanto ai cibi, invece, consuma quelli freschi. 17. Non
limitarti a castigare quelli che hanno commesso una colpa, ma cerca anche di
impedire quelli che stanno per commetterne una. 18. Se sei sfortunato, cerca di
nasconderlo, per non fare rallegrare i nemici.

LE RISPOSTE DEI SETTE SAPIENTI

1.

Talete, quando gli fu domandato: «Qual è il più vecchio degli esseri?»,


rispose: «Dio, perché è ingenerato».
Qual è il più bello? Il mondo, perché è opera di Dio.
Qual è il più grande? Lo spazio, perché comprende tutte quante le cose.
Qual è il più sapiente? Il tempo, perché trova tutto.
Qual è il più veloce? L’intelletto, perché corre attraverso ogni cosa.
Qual è il più forte? La necessità, perché governa su tutte le cose.

2.

Ai Sette Sapienti fu domandato: Quale è la città migliore in assoluto?


E Solone, per primo, rispose: Quella in cui quanti non hanno subìto
ingiustizia non meno di chi l’abbia subita accusano e puniscono colui che ha
commesso ingiustizia.
Per secondo, Biante: Quella in cui tutti temono la legge al pari di un

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tiranno.
Per terzo, Talete: Quella che non ha cittadini né troppo ricchi né troppo
poveri.
Per quarto, Anacarsi: Quella in cui il meglio è identificato con la virtù e il
peggio con il vizio, mentre tutto il resto è giudicato indifferente.
Per quinto, Cleobulo: Quella in cui i cittadini temono il biasimo più della
legge.
Per sesto, Pittaco: Quella dove ai malvagi non è possibile governare e ai
buoni non è possibile non governare.
Per settimo, Chilone: Quella che dà retta in massimo grado alle leggi, e in
minimo grado agli oratori.

3.

Ai Sette Sapienti fu domandato: Quale è la casa migliore?


E Solone rispose: Quella in cui le ricchezze non portano né ingiustizia a
quanti le posseggono né slealtà a quanti le custodiscono né pentimento a quanti le
spendono.
E Biante: Quella in cui il padrone si comporta quando è da solo, per
propria norma, come fuori in forza della legge.
E Talete: Quella in cui al padrone è lecito godere del massimo riposo.
E Cleobulo: Quella in cui il padrone ha più persone che lo amano di
quante non lo temano.
E Pittaco: Quella che non sente il bisogno di nulla di superfluo e che non
manca di nulla di necessario.
E Chilone: Quella che assomiglia il più possibile a una città governata da
un re.

4.

Solone, quando gli fu domandato: «Quale è la migliore città?», rispose:


«Quella in cui i premi della virtù sono i maggiori».
Altrimenti: Quella in cui accade che i virtuosi siano onorati, e, per contro, i
cattivi vengano respinti.
Altrimenti: Quella in cui i cittadini obbediscono ai governanti, e i
governanti alle leggi.
Altrimenti: Quella in cui quanti non hanno subìto ingiustizia si sdegnano al
pari di coloro che l’hanno subita.

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5.

Biante, anticamente, ad Amasi(de), che lo esortava a mandargli la carne


sacrificale migliore e, al contempo, la peggiore, dopo avere troncato la lingua della
vittima, gliela mandò, motivando l’atto con l’argomento che il parlare può
produrre i maggiori danni e i maggiori vantaggi.

6.

Periandro, quando gli fu domandato quale sia mai la cosa più grande in
quella più piccola, rispose: «Una buona mente in un corpo umano».

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